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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Malice Mizer
Titolo Fanfic: IL VOLO DELLA FARFALLA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: trinity-darkange galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/11/2005 13:05:59 (ultimo inserimento: 15/03/06)

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FLUSSO DI COSCIENZA
- Capitolo 1° -

IL VOLO DELLA FARFALLA(Tribute to Kami…)

Allora...premetto che questa è solo la seconda fanfic che scrivo...questo è il primo capitolo di una fanfic sui Malice che spero di finire,prima o poi...
Tutto è nato perchè mi sono sempre chiesta chi avesse trovato Kami quel tragico giorno...e soprattutto se il rapporto tra Mana e gackt fosse davvero logorato o ci fosse ancora una piccola speranza(a questo proposito mi sembra doveroso dire ke voglio scriverne pure una su Mana e Kozi,ma questa è un'altra storia ç_ç)...così ho provato a darne una mia versione...
Ah,specifico che non è yaoi ne shonen ai!^^""" Inoltre spero che ciò che ho scritto,soprattutto nella discussione tra Mana e Gackt, non urti la sensibilità di nessuno...in fondo è pur sempre una fanfic,ho cercato di non essere di parte...
Cmq si accettano volentieri suggerimenti e critiche, purchè costruttive!^^
E ora,buona lettura-spero!-!^^

Cap.1 “FLUSSO DI COSCIENZA”

Il corridoio dell’ospedale era buio e freddo, non tanto per la temperatura, quanto per l’atmosfera che vi regnava: tristezza, angoscia, rabbia…l’aria ne era talmente pregna da risultare quasi tangibile.
Mana era seduto per terra, appoggiato alla porta della sala rianimazione, la testa tra le ginocchia, i biondi capelli che ricadevano disordinati sulle spalle e il volto rigato dalle lacrime, coperte solo dagli enormi occhiali da sole.
“Kami…”
Non riusciva ancora a crederci…eppure era così. Kami era morto, e lui non poteva, o meglio non voleva, accettarlo.
Quando era andato a casa sua, solo poche ore prima, anche se gli sembrava fossero passati anni, aveva avuto l’orribile presentimento che fosse successo qualcosa di brutto al batterista, che non dava sue notizie da quattro giorni, né rispondeva alle telefonate e ai messaggi lasciati in segreteria, ma aveva cercato di scacciare quel pensiero dalla mente. Probabilmente si era solo chiuso in casa per lavorare a quei brani che aveva composto…
Da quando Gackt aveva lasciato il gruppo, pochi mesi prima, il loro scopo primario era diventato quello di trovare un nuovo vocalist, ma nonostante questo ognuno di loro aveva continuato a scrivere testi e comporre musiche, in attesa di qualcuno che li cantasse, Kami ne aveva composte due, “Unmei no deai” e “Mori no naka no tenshi”. Non erano ancora ultimate, ma mana aveva già avuto modo di ascoltarne una prima versione, e gli erano piaciute moltissimo, Quindi, il suo primo pensiero fu che si fosse chiuso in casa per lavorarci su, dimenticandosi di rispondere al telefono…ma, dopo quattro giorni di silenzio, Mana e gli altri avevano cominciato a preoccuparsi, così andò a casa sua.
Dapprima non rispose nessuno, poi si accorse che la porta era stranamente aperta, così entrò, e notò degli oggetti per terra, sparsi qua e là per l’appartamento…non erano molti, ma nel vederli si agitò ancora di più…quei pochi oggetti, buttati così per terra, non avevano senso…
“Strano…eppure Kami è molto ordinato…” pensò Mana, orientandosi tra le stanze, poi il suo piede urtò qualcosa. Abbassò gli occhi per vedere di che si trattava…e a stento trattenne un’urlo: il corpo di Kami era riverso sul pavimento con la schiena rivolta verso l’alto, il volto girato, e lo sguardo vitreo.
“Kami…OH MIO DIO KAMIIIIII!!!”
….
La chiamata disperata al pronto soccorso,la corsa in ospedale,le telefonate alla famiglia di Kami...fu tutto inutile. Aneurisma cerebrale, dissero i medici. Fatale.
Ora Mana era seduto lì per terra, silenzioso, a seguire questo suo flusso di coscienza.
Kozi, il suo migliore amico, nonché secondo chitarrista e co-fondatore dei Malice Mizer, era seduto accanto a lui, la testa appoggiata al muro, e lo sguardo perso nel vuoto. Yu-ki era seduto sulla panca di fronte. Il bassista passava nervosamente la mano tra i capelli, fumando una sigaretta dietro l’altra. Il silenzio fu interrotto dal rumore di passi che si avvicinavano velocemente.
“KAMI!!! KAMIIIIIIIII!!!!”
I tre riconobbero subito la voce di Gackt, e poco dopo lo videro arrivare dal fondo del corridoio, con i capelli scompigliati e l’aria sconvolta. Mana alzò gli occhi gonfi di pianto e lo fissò con odio.
“Mana!!!Perchè?!? Perché non mi hai avvertito?!?” urlò Gackt, prendendo Mana per il bavero della giacca e sbattendolo al muro. Kozi e Yu-ki cercarono di calmarlo e di separarlo da Mana, ma il ragazzo sembrava non voler sentire ragioni.
“Perché diavolo non mi hai chiamato?!? Era il mio migliore amico, avevo il diritto di essere chiamato subito!!!” urlò nuovamente il ragazzo “Se l’ho saputo non è certo grazie a te!!!”
“Ora basta Gackt!” disse Kozi, cercando di calmarlo “ Siamo in un’ospedale, cerca di non urlare e comportati civilmente!”
“Civilmente?! Il primo a farlo dovrebbe essere lui!!!” disse facendo un cenno con la testa in direzione di Mana, che stava ancora appoggiato alla parete.
“Allora vuoi rispondermi o no?!? Perché non hai voluto chiamarmi?!” urlò Gackt ancora più forte.
“…E perché avrei dovuto?” bisbigliò finalmente Mana, senza scomporsi. “Che motivo avevo per chiamarti prima dei familiari, o di Kozi e Yu.ki? Tu non fai più parte della band, ormai l’hai lasciata!!!”
“Ma avevo comunque il diritto di sapere che il mio migliore amico era morto!!! Oppure avrei dovuto leggerlo domani sui giornali?!” continuò a urlare Gackt, ormai fuori di sé.
“ E che cosa sarebbe cambiato?! Ormai ti facevi dire dagli altri come stava, perché non ti scomodavi nemmeno a fargli una telefonata! Negli ultimi tempi Kami era sempre giù di morale perché aveva voglia di scambiare quattro chiacchiere con il suo migliore amico, che nel frattempo era troppo impegnato a pubblicizzare la sua nuova carriera solista- che peraltro hai trovato già bella e pronta grazie al successo che i Malice Mizer hanno avuto- tanto da dimenticarsi degli amici…ma sai perfettamente che Kami non avrebbe mai fatto pesare a nessuno il suo stato d’animo, soprattutto nella situazione critica in cui ci troviamo!!!” disse Mana, quasi senza fiato.
“Vuoi forse dire che attribuisci a me la colpa della morte di Kami???”
“No, ma posso attribuirti quella per lo scatafascio del gruppo e del casino in cui ci hai lasciati…e anche se abbiamo cercato di stargli vicino, posso anche attribuirti la colpa per la solitudine in cui è morto il tuo migliore amico!!!”
A quelle parole Gackt non ci vide più dalla rabbia, e quasi senza pensarci diede un pugno in faccia a Mana. Questi rimase immobile per un attimo, poi, poggiando una mano sulla guancia colpita, si voltò verso Gackt, fissandolo con uno sguardo freddo e impenetrabile, pieno di rabbia. Tutta via non sembrava avere intenzione di reagire, non l’avrebbe mai fatto.
Si fissarono per un lungo momento, poi, mentre stava per dire qualcosa a Gackt, Mana sentì una voce che lo chiamava in lontananza…
“…Mana…”
/ma che?!/ pensò, cercando di capire la direzione da cui proveniva.
“MANA-SAMA!!”
Finalmente aprì gli occhi, e guardandosi attorno si accorse di essere nel suo ufficio.
/Di nuovo…/ L’aveva fatto di nuovo: si era nuovamente addormentato nel suo ufficio.
/Ma da quanto tempo non dormo per otto ore di fila?!/ si chiese, poi la voce di prima interruppe di nuovo i suoi pensieri.
“Finalmente ti sei svegliato!” disse la voce, e Mana alzò gli occhi, trovandosi di fronte il volto da ragazzino di Juka, vocalist dei Moi Dix mois, il suo attuale gruppo.
“Dopo aver sentito questa canzone provenire dal tuo ufficio per venti volte di seguito io e gli altri abbiamo cominciato a preoccuparci!” scherzò Juka, e solo allora Mana si accorse che in sottofondo vi era ancora “Nymphetamine”, la sua canzone preferita dei Cradle of Filth. Doveva aver dimenticato lo stereo impostato su “repeat”…e la canzone ricominciò da capo proprio in quel momento:
Laid to the river, Midsummer, I waved
A ‘V’ of blackt swans on with hope to the grave…
Si passò una mano tra i lunghi capelli tinti di nero-blu, poi si rivolse a Juka:
“Mi dispiace…non volevo farvi preoccupare…ma mi ero appisolato sulla scrivania…”
“Figurati, non c’è problema!” gli rispose il giovane con un sorriso, poi, voltandosi verso la porta dell’ufficio aggiunse:
“Ah, io e i ragazzi stavamo cominciando a provare…”
“Perfetto! Allora andiamo!” esclamò Mana, e si avviarono entrambi verso la sala prove.
And through Red September with skipes fire-paved
I begged you appear like a thorn for the holy ones…
Mentre camminava, Mana ripensò al sogno che aveva fatto…ed ai molti significati che rachiudeva.
/Perché?/pensò /Perché proprio adesso?/
Lui e Gackt non avevano più avuto contatti ormai dal giorno del funerale di Kami. Mana non aveva più avuto intenzione di riappacificarsi con lui. Non lo aveva ancora perdonato…
/Ma per cosa? In fondo, qual è il motivo che mi spinge ancora ad odiarlo dopo tutti questi anni?/ si chiese.
D’altronde, la morte di Kami non l’aveva certo causata lui, e, anche se aveva abbandonato la band, la loro carriera non si era fermata, anzi: Klaha si era dimostrato perfettamente in grado di sostituirlo, se non addirittura di mostrarsi più bravo, in quanto tenore.
Comunque, era inutile continuare a rimuginarci su. Scrollò le spalle, quasi a voler togliersi quel peso di dosso, e continuò a camminare con passi lenti ma decisi di fianco a Juka, canticchiando.
Bared on your tomb, I’m a prayer for your loneliness
And would your ever soon come above unto me?
For once upon a time from the binds of your loneliness
I could always find the right slot for your sacred key…


 
Continua nel capitolo:


 
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