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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Yu degli Spettri (YuYu Hakusho)
Titolo Fanfic: UNICA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/11/2005 19:42:26

``sei unica!`` l aveva detto ad alta voce?
 
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UN`ALTRA TE
- Capitolo 1° -

*Un altra te
dove la trovo io
un altra che
sorprenda me*

"Yusukeeeeeeeeeeeeeeee!"
Keiko aveva chiamato l amico per l ennesima volta. Finalmente l altro, steso in terrazza a godersi i primi caldi di maggio, girò il volto verso di lei.
"Che c'è?" chiese, tranquillo.
La ragazza strinse i pugni "hai saltato di nuove le lezioni!"
Yusuke tornò a stendersi supino "chissà che mi pensavo! E invece ci risiamo con le solite solfe di sempre!"
"solfe?è_é" Keiko sembrava furiosa "sei tu che ti comporti come un bambino!"
"keiko lo sai" disse il ragazzo, tranquillo come sempre "sono un detective del mondo spirituale, non ho il tempo di..." Dovette bloccare la frase, perchè si....stava muovendo?
Keiko l aveva afferrato per le gambe, e aveva cominciato a trascinarlo. "Non...mi...sembra..." stava dicendo la ragazza, parlando a fatica a causa dello sforzo "...che ci siano....demoni....in vista....quindi....ti trascinerò....io...in classe...."
Yusuke scoppiò a ridere, divertito. "Keiko!...sei davvero unica quando ti ci metti!!"
Al suono di quelle parole Keiko avev lasciato la presa, facendo cadere a terra le gambe di Urameshi, che si sorprese quanto l amica di quello che aveva appena detto.
L aveva detto ad alta voce!
Insomma, l aveva sempre saputo che Keiko era unica. Una come lei non esisteva in nessun altro angolo di mondo, umano o spirituale che fosse. L amica era sempre in grado di sorprenderlo, di divertirlo...
Ma...l aveva detto ad alta voce!

*Un altra te
un guaio simile
un guaio simile
chissa chissà se c'è
chissa se c'è
un guaio simile un altra te*

Keiko si era messa a sedere di botto. Sarebbe stata la prima volta che marinava le lezioni, e di certo l unica volta di cui non le sarebbe mai importanto un fico secco. Non quando c'era in gioco una chiacchierata come quella che si stava prospettando davanti ai suoi occhi con uno come Yusuke Urameshi.
Tanto meglio se avesse preso una nota, se questo poteva significare fare luce su tutta quella faccenda che si trascinavano dietro da sedici anni.
Aveva detto che era unica.
UNICA!
E l aveva detto con spontaneità. Era forse giunto quel momento che aspettava praticamente da sempre?
Yusuke era davanti a lei, e la guardava sconvolto.
TRattenne una risata: dopotutto l avea sempre saputo che non era bravo ad esprimere i suoi sentimenti. Ma non importava.
Sarebbe rimasta lì anche tutto il tempo del mondo.
<<che guaio!>> Yusuke ancora non si capacitava di quello che aveva appena fatto. Come gli era saltato in mente di dire una cosa tanto teatrale? E perchè Keiko continuava a fissarlo come se avesse le risposte a tutte le domande di quel mondo?
Per lei aveva combattuto contro tutto e tutti. Aveva rischiato la vita, la faccia. Aveva fatto tutto quello che era umanamente possibile e anche di più. Ma quello non era il problema.
Il problema sorgeva in quel momento.
Conosceva Keiko, e sapeva che non sarebbe rimasta in silenzio ancora a lungo. Sapeva che avrebbe marinato le lezioni solo per una buonissima ragione, e sapeva anche che era convinta che quella buona ragione fosse proprio lui.
"che vuoi dire?" chiese infatti qualche secondo dopo la ragazza.
Che voleva dire?
Unica.
Esemplare che non presenta copie in natura o artificiali.
Mentalmente scosse la testa.
Non poteva mica uscirsene con una frase tanto idiota.
Che voleva dire?
Una come lei...una che metteva il becco in tutto quello che faceva, in tutto quello che diceva.
Un guaio continuo.
No.
Escluse anche quella possibilità. Si sarebbe preso uno schiaffo, l avrebbe offesa.
E in fin dei conti sarebbe stata una bugia.

*Con gli stessi tuoi discorsi, quelle tue espressioni,che in un altro viso cogliere non so,
quegli sguardi sempre attenti ai miei spostamenti, quando dal tuo spazio me ne uscivo un po'
con la stessa fantasia, la capacità di tenere i ritmi indiavolati degli umore miei*

E allora che dire?
Su un terrazzo, mentre il sole irradiava i suoi raggi lungo i loro tratti, rispecchiandosi negli occhi ambra di lei che continuavano a guardarlo, in attesa.
Aveva detto che era unica.
Punto e basta. Perchè perdere tempo con tante altre chiacchiere?
Rimase immobile a guardarla anche lui.
Ma che poteva fare?
Certo non poteva cominciare a fare sviolinate tipiche di un romanzo rosa di bassa lega.
Unica.
Però...però quello che provava, probabilmente, era davvero qualcosa che si trovava solo nei romanzi rosa.
Il fatto era che Keiko era...era...
Ironia, le riveniva in mente sempre e solo quella parola.
Unica.
Lo faceva ridere con tutti i suoi discorsi su cosa era giusto e cosa no, tutte le sue ramanzine sul fatto che la scuola era importante e compagnia bella. Lo faceva sentire pieno d orgoglio quando vedeva che si preoccupava davvero per lui, che parlava con coscienza di causa. Quando gli parlava in un determinato modo perchè solo lei poteva farlo, perchè solo lei lo conosceva bene. Così bene.
E poi perdeva la testa per tutte quelle espressioni che le coloravano il viso, con mille sfumature che solo lei riusciva a raggiungere. Espressioni che non aveva visto in nessun altro viso, anche se avrebbe voluto.
La realtà era che non aveva mai voluto.
Non aveva mai guardato nessun altra ragazza a parte Keiko. Nessuna ragazza come guardava Keiko.
Non c'era mai stata nessun altra ragazza. A parte Botan, ma quello era un'altro caso. Non la si poteva neanche definire una ragazza. (ah grazie! ndBotan).
Era unica per questo.
Perchè lo faceva sentire importante quando lei dava di matto solo perchè non riusciva a trovarlo, quando non lo vedeva. Sentiva la sua preoccupazione, e lui si cullava in quello stato elitario.
Aveva sentito la sua disperazione quando era morto.Aveva sentito il vuoto che si agitava in lei quando pensava che non lo avrebbe piu visto. Perchè aveva visto le lacrime che le agitavano il sonno.
Perchè l aveva vista gettarsi senza pensarci un attimo nelle fiamme per salvare il suo corpo.
E in definitiva perchè solo lei riusciva a capirlo veramente. Solo lei era in grado di tenere i ritmi dei suoi umori. Di capire i suoi sbagli. Di perdonargli i suoi sbagli.

*un altra come te
ma nemmeno se la invento c'è
mi sembra chiaro che
sono ancora impantato con te
ed è sempre più evidente...*

"Yusuke?.."
Keiko continuava a guardarlo, aspettando quella risposta che forse avrebbe potuto cambiare le loro vite.
Ma Yusuke sembrava una lastra di marmo.
Non sapeva come muoversi, come comportarsi.
Che dire?
Le aveva detto che era Unica.
Non bastava?
Perchè non riusciva a capire?
Keiko abbassò lo sguardo. Ci aveva sperato. Per una volta aveva sperato con tutto il suo cuore, solo per il suo bene. Si era sbagliata. Amen.
"ok.." disse rimettendosi in piedi e stirandosi alla meno peggio la divisa "sarà meglio che vada"
Yusuke in quel momento sentì uno strano sentimento.
Era come se fosse consapevole che se Keiko fosse uscita da quella porta, senza che lui dicesse qualcosa, l avrebbe persa per sempre. Non sapeva se era vero o no. Ma si rese conto che non voleva rischiare.
"Keiko, aspetta..." disse rimettendosi in piedi
Lei si fermò, con la mano sulla maniglia. "che c'è?"
"Ho detto che sei unica"
La ragazza sosppirò "Yusuke, ma non so che cosa intendi!"
"Che sei un esemplare unico!" disse subito il ragazzo "che non riuscirei mai a incontrare una come te, neanche se m mettessi d impegno e cercassi di crearla!"
Keiko era tornata a dare le spalle alla porta, guardando il ragazzo.
"Non riesco a capirti..." ammise la ragazza. Non sapeva se la stava prendendo in giro o no. Se le stava facendo un complimento o meno.
"Sei l unica per me"

*e mi manca ogni sera la tua gelosia,anche se poi era forse piu la mia
e mi mancano i miei occhi che sono rimasti li dove io li avevo appoggiati:
quindi su di te*

Ed erano di nuovo da soli.
Soli, senza troppe complicazioni mentali.
Senza giochetti.
Lui e lei su quel terrazzo. Keiko continuava a guardarlo negli occhi. Quegli occhi che non aveva mai smesso di guardare.
Praticamente da sempre.
Nella sua memoria, da sempre, c'erano gli occhi di Yusuke.
E adesso lui aveva detto quella frase "sei unica per me"
Ma che voleva dire?
Amica?
Amante?
Sorella?
Compagna di giochi?
Voleva sapere solo questo.
Voleva sapere....

*Mi sembra chiaro
che un altra come te
ma nemmeno se la invento c'è
mi sembra chiaro che
sono ancora impantanato con te
ed è sempre più preoccupante
evidentemente preoccupante
ma un'altra te
non credo...*

"...che cosa rappresento per te Yusuke?"
Il ragazzo rimase immobile.
Come poteva rispondere ad una domanda come quella?
Odiava apparire teatrale, perchè si sentiva falso.
Però non era così stupido da non capire che quello era un momento che prevedeva la massima serietà.
Ma non era mai stato bravo con le parole.
Il suo giapponese lasciava molto a desiderare.
Se era diventato detective del mondo spirituale era per una ragione ben precisa.
Agiva senza pensare troppo.
Così decise di agire.
A grandi passi raggiunse l amica, che non era semplicemente un'amica, le prese il volto tra le mani, guidandolo vicino al suo. Di modo che...
Di modo che potesse baciarla.

"Evvai!" Botan era saltata sulla sedia, spargendo pop-corn dappertutto. Il piccolo Emma, vicino a lei, spense il super-mega-ultra televisore che teneva nel suo ufficio.
"ce l ha fatta!!" disse il piccolo sovrano "era ora che quello scapestrato mettesse la testa a posto.."
Botan annuì con convinzione. "sono sicura che Keiko è davvero contenta!! Non vedo l ora di far loro i miei migliori auguri. Piuttosto Piccolo Emma, non pensi sia sbagliato ficcanasare in questo modo?"
I due si guardarono, poi sorridendo, dissero in coro "nooooooooo!" e riaccesero la tv.

E sullo schermo c'erano ancora loro due.
Keiko e Yusuke, stretti, in un unica anima.


FINE

la canzone è del mio Mito Eros Ramazzotti *_* E' la prima fic che scrivo su Yu-Yu, quindi cercate di non linciarmi^^
Erikuccia, come sempre.
 
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