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Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Buffy the vampire slayer (Buffy l'ammazzavampiri)
Titolo Fanfic: LA FIGLIA DELLA NOTTE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: credendo galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/11/2005 21:50:42

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OCCHI DI GHIACCIO
- Capitolo 1° -

1999 Los Angeles, America
Drusilla era stesa sul tetto di un auto. Si trovava vicino alla spiaggia.
Osservava le stelle. Aggrottò la fronte. Quella sera le sue amichette non erano chiare ...perchè si mostravano talmente vaghe?
Sussurravano, sussurravano e sussurravano.
Non la rendevano partecipe e lei era profondamente irritata.
-Siete cattive, molto cattive.- mormorò, stizzita.
-Girate, girate, vorticate insieme ...Siete agitate- balzò a terra- e avete il coraggio di non rivelarmi niente?!?!-urlò infuriata.
Si portò le mani alle tempie e iniziò a dondolarsi violentemente.
-Mmmmmh....
Stava cantando, ora, una melodia che solo lei conosceva.
-Cara, vuoi farci scoprire? Non si urla a quest'ora della notte!- sorrise malignamente l’altra- Lascia questa incombenza alle tue vittime.
Un gemito. La figura snella che aveva parlato era chinata su un ragazzo. Succhiava avida il suo sangue fresco e ricolmo di vita. Le entrava prepotente nelle sue vene vuote e la riscaldava. Staccò i canini dalla gola della vittima.
-Ne vuoi un po', Dru?-chiese in pieno volto demoniaco a una Drusilla persa nel suo mondo, che a quanto pare non l'aveva neanche udita.
Era Darla.
****

1999 Sunnydale, America
L’appuntamento era stato fissato per le 21:30, ma il trio era già lì alle 20:30, e per questo da circa un ora aspettavano la nuova ragazza, Xander si era vestito meglio che poteva, e non aveva mai smesso di ballare. Buffy e Willow stavano parlando animatamente quando Seline comparve alla porta del locale, era vestita con dei pantaloni neri alla zuava, una maglietta rossa con le maniche larghe e un giubbetto di pelle. Le raggiunse in men che non si dica e si sedette al tavolo con loro. Chiacchierarono e scherzarono per una mezz’oretta finché le ragazze non dovettero andare al bagno, al buio c’era una coppia, sembravano molto attaccati. Le ragazze gli passarono davanti tranquillamente, ma proprio in quel momento l’uomo alzò il viso e si ritrovarono di fronte un vampiro, aveva la faccia trasformata dalle rughe dell’immortalità, Buffy subito tirò fuori dalla borsetta, un paletto e in men che non si dica del vampiro non resto che polvere. Seline la guardava con un misto di stupore e di un sentimento simile al ribrezzo, appena la ragazza toccò terra svenendo la musica cessò e scese il silenzio. Buffy tornò immediatamente in sala e vide che a prendere il sopravvento erano stati un gruppo di vampiri che si stavano nutrendo dei malcapitati che gli capitavano sottomano.
Appena i vampiri capirono che era la cacciatrice cominciò il combattimento con l’aiuto dei suoi due amici Buffy riuscì a ripulire il locale, appena ebbe finito non trovò più Seline era come scomparsa, ma non si trovava tra i cadaveri perciò era scappata. Per questo si diresse verso casa tranquilla, non accorgendosi che un paio di occhi di ghiaccio la guardavano di traverso.

***
1799 Londra, Inghilterra
Morti. Erano tutti morti i suoi compagni di giochi.
Perchè doveva andare sempre così?
Era seduta ai bordi di un grande letto a baldacchino, coperto da coltri di un viola scuro. Aveva le mani doloranti per i ripetuti pugni che aveva lanciato alla porta nel folle tentativo di farsi aprire o di buttarla giù. Impresa impossibile per una bambina.
Non aveva più voce per aver gridato fino allo sfinimento. Si sentiva vuota dentro, priva di forze per reagire. Guardava quei corpicini davanti a lei con i suoi occhi blu, lucidi. Aveva paura. Paura di se stessa. Paura dei suoi istinti.
Aveva sete. Percepiva il richiamo del sangue. Com'era possibile? Erano freddi e non poteva essere che...
La testa dorata di Evelyn, la sua amichetta, si mosse. Vide che aveva aperto gli occhi. Sbadigliava. Anche gli altri, lentamente, si risvegliarono.
Fu lì che lei comprese ogni cosa: cloroformio.
Volevano che li ammazzasse nutrendosi di loro!!! Non era uno scherzo macabro, come le era ingenuamente venuto da pensare in principio. Era spaventoso. Avevano messo i suoi amici in gabbia con un predatore estremamente pericoloso: lei.
Scacciò quei pensieri, doveva concentrarsi, trovare un sistema per non ucciderli, vinta dalla sua sete.
Ignorò la sua gola arida e il suo corpo che aveva bisogno di rigenerarsi, di energia per continuare a vivere in...quell'inferno.
Evelyn le sorrise allegramente, ancora un po' assonnata.
-Giochiamo?
La bambina sembrò pensarci un attimo.
-Sì! Facciamo un gioco tipo acchiapparella, soltanto che voi non dovete correre per questa stanza, c'è il rischio che rompiate qualcosa, ma fuori...- brava, era necessario inventare.
-Fuori?! E come? Non abbiamo le ali!!!- esclamò Johnny. Ci fu una risata generale.
-Sssst!- li zittì la bambina ponendo l'indice sulle labbra e avvicinandosi a loro- Non alzare la voce. Scenderete lungo la grondaia e io conterò fino a dieci. Dovete correre e non tornate indietro per nessuna ragione!
-Non assomiglia tanto ad acchiapparella.- affermò Evelyn poco convinta.
-Giusto! Non è molto divertente!- concordò Christopher.
Lei li fulminò con lo sguardo. Loro annuirono intimoriti. Lei era il capobanda: non si discuteva. Le duoleva comportarsi in quel modo con loro, però non aveva tempo. Stava per cedere.
Incominciò a contare velocemente: prima se ne andavano, meglio era. Li udì raggiungere la finestra, calarsi per la grondaia sino a toccare il suolo e fuggire.
Non li avrebbe più rivisti.
Adesso che era sola, percepiva con maggiore intensità il desiderio di bere. Rimpianse di aver mandato via i suoi amichetti. Avrebbe dovuto semplicemente seguire il suo istinto.
Sentì dell'agitazione al di là della camera che era stata la sua prigione per quasi due ore nella sua medesima casa. Qualcuno che dava ordini ai suoi momentanei carcerieri.
Era la sua voce.
Fu attanagliata dalla paura.
La porta si aprì e lei non fece in fretta a nascondersi.
L'uomo si guardò intorno, per una frazione di secondo mostrò di non capire.
La puntò infuriato.
La bimba non mosse un singolo muscolo per quanto era terrorizzata.
Attendeva, non sapeva con esattezza cosa.
La furia di lui esplose.
-Io corro una marea di rischi, ti servo la cena su un piatto d'argento e tu mi ripaghi così?!?!- ruggì.
Lei voleva parlare, lui glielo impedì.
-Non ti azzardare, signorina! Decido io quando è il momento di aprire bocca e, credimi, questo non lo è!
Con uno scatto felino le fu vicino. Era rapido. Troppo.
-Non mangerò mai i miei amici: MAI.- mormorò inaspettatamente la bambina.
Lui rimase sconcertato. Come aveva osato violare un suo comando? Non doveva permetterle un tale affronto.
La piccola proprio non capiva, ed era certo che con le cattive lei non lo avrebbe capito, anzi lo avrebbe odiato. Per questo si sedette sul grande letto, destinato a quella piccola creatura e con tono gentile, ma che non ammetteva repliche fece:” Non lo capisci vero,…io lo sto facendo per te, devi cominciare ad uccidere come è nella tua natura, non puoi voltargli le spalle…..”, fece un grande respiro e poi”…per questa volta sono buono..”, buono pensò, gli faceva schifo soltanto pronunciarla, ma doveva.., “..ma la prossima volta, tu devi mangiare capito, non possiamo mica continuare così…”. Detto questo si tirò su la manica e porse il polso alla piccola, che si trasformò immediatamente, e si tuffò a capofitto sul suo braccio. Il dolore durò solo pochi secondi poi sentì solo il sangue fuoriuscire.



 
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