- Capitolo 1° -
Rosso.
Fuoco.
Ghiaccio.
Acqua.
Rosso.
Scarlatto.
Bordeux.
Cremisi.
Rosso.
Magenta.
Rosa.
Fucsia.
Rosso.
Ocra rosso.
Terra bruciata.
Corallo.
Rosso.
Sangue.
L'anemone è lì, posato tra i rami di corallo che si tendono verso l'alto come dita scarnificate in preghiera.
Le onde lo carezzano blandamente.
Il suo blu diventa color prussia e, poi, azzurro cielo nella grazia del movimento.
E' bello vedere un essere così delicatamente aperto verso il mondo, squarciato dall'immensità come a volerla contenere dentro di sè.
In sè non si conclude, in sè può solo cercare di accogliere il mare.
Lentamente, mentre i primi raggi del sole riescono a squarciare le cortine d'acqua, un pesce pagliaccio si avvicina in silenzio.
Si appoggia contro l'anemone, che ormai pare rassegnato, e passa la sua giornata posato al suo amato.
Il suo bel giallo rifulge tra le righe più scure, le sue magnifiche pinne si lasciano carezzare dai petali dell'anemone.
In silenzio, in pura estasi, si gode quel dolce contatto.
Fa attenzione agli occhi, per non urticarli di nuovo e impedirsi di vedere il suo caro anemone e si lascia trasportare dalla corrente.
L'anemone subisce: ormai è talmente abituato che forse, altrimenti, ne sentirebbe la mancanza.
Trascorrono le ore e il pesce pagliaccio rimane lì, mollemente poggiato.
Si abbandona all'anemone e dalle onde.
Non sa quante carezze l'anemone gli dia perchè spostato dalla corrente e quante perchè lo voglia ma a lui tutte paiono speciali, tutte gli appaiono sue e solo sue.
Uniche ed inimitabili.
Destinate a lui fin da prima dell'inizio dei tempi.
la pia illusione di ogni innamorato, anche se rinchiuso in un acquario al quarto piano di un palazzo, con l'acqua riscaldata da un bocchettone artificiale e il sole riprodotto da una lampadina.
In un mondo così artificiale che i coralli sono deliziose finzioni, talmente belli da esserlo persino più di quelli veri, pace all'anima di Platone, e tutto è finto, persino le rocce su cui si posa l'anemone.
eppure quel pesce pagliaccio preferirebbe che tutto si avvolgesse del rosso del suo vero sangue pur di non perdere il suo tenero anemone che nemmeno si accorge che esiste.
Pisa, 17 novembre 2005.
E' un anno.
Non posso crederci, è passato un anno da quando è finita la storia più importante della mia vita.
La dedico a D. che chiamo anemone (il pesce pagliaccio sono io).
La dedico a M. che tanto ho amato.
Dovevo scrivere una storia di amicizia, invece è uscita fuori una storia d'amore, per cui ho aggiunto la dedica a M.
E poi la dedico a tutti i miei amici, nessuno escluso, sia tutti quelli che scrivono su questo sito sia quelli che non sanno nemmeno di questo mio vizio privato ossia che scrivo.
Un abbraccio.
E.
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