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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: IL MIO AMICO CARISSIMO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/11/2005 19:30:15

rukawa e hanamichi...amici o nemici?
 
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IL MIO AMICO CARISSIMO
- Capitolo 1° -

*perchè l'agonismo
che è dentro di noi
non diventi egoismo
nè frattura mai
difendiamo ogni istante la nostra lealtà
Sono certo-ci credo- e così sarà*

"Stupida Kitsune!"
L'urlo si disperse nella palestra chiassosa, mentre Rukawa gli aveva voltato le spalle, sospirando. Da quando andava avanti ormai quella storia? Dalla prima volta che si erano visti era stata competizione, agonismo. Chissà perchè. Hanamichi aveva le sue ragioni, ma Rukawa..Probabilmente il problema era che si somigliavano troppo per ammetterlo, e così si insultavano a vicenda, vivendo in eterna competizione. Ma tutti ormai nella squadra si erano accorti che non era facile definire quello che i due erano in realtà. Ayako quando li vedeva incrociava le braccia, in attesa che maturassero, raggiungendo i sedici anni almeno. Ryota li guardava perplesso e più o meno lo stesso faceva MItsui. Akagi li picchiava (prediligendo sopratt la testa rossa di Hanamichi ^^). Anzai invece li vedeve e sorrideva divertito.
<oh oh oh sn proprio due bambini>
Dicevano di odiarsi, ma come al solito la definizione non era mai la più semplice. Era molto improbabile che si odiassero davvero. Perchè tutti vedevano che si divertivano troppo a battibeccare. Ovviamente non erano amici, neanche lontanamente, ma non erano neanche nemici. In un loro strano modo erano leali l'uno verso l'altro e viveno in relazione al loro agonismo. Hanamichi voleva battere Rukawa per farsi bello agli occhi di Haruko, e non perchè odiasse Veramente il compagno di squadra. Rukawa, dal canto suo, voleva solo far vedere di essere la matricola numero uno. Dopotutto il basket era tutta la sua vita, ed era normale che almeno in qualcosa volesse essere il migliore.

*Pericoli tanti
e tante gelosie
rabbie,impazienza, piccole manie
ti manderò all'inferno
e così farai tu
saremo poi
amici ancora di più
Un po' più in alto una spanna in su*

"Sei un impedito!"
Una nuova offesa echeggiò sotto quell'alto tetto. "Che hai detto?" Hanamichi aveva gettato a terra la palla e si stava già gettando a capofitto sull aversario quando tutti si gettarono addosso a lui, bloccandolo. "che esaltato.." ghignò ancora Rukawa. Si divertiva troppo e provocarlo, e ormai tutti avevano capito che dietro tutti quegli insulti, offese e quant'altro, c'era un affinità di carattere maggiore a quella che i due volevano far credere.
Ma infondo lo sapevano anche i due diretti interessati. Si somigliavano troppo. La stessa voglia di emergere, di essere il numero uno, senza altri che potessero offuscare la loro luce splendente.
Hanamichi sbraitò e scalciò tra le braccia dei compagni che a stento riuscivano a tenerlo a bada. "Stupida Kit, vieni qui, affrontami se sei un uomo!"
Un lungo sospiro uscì dalle labbra sottili del numero undici, che rispose solo con questo sospiro. Si sistemò lo scaldamuscolo che durante il tète-à-tète era sceso un po' e aveva ricominciato ad allenarsi.
Hanamichi borbottò qualcosa che ai piu rimase incomprensibile. Probabilmente era qualche maledizione che stava gettando al suo nemico numero uno.
"Hanamichi?"
Una voce familiare e tanto agognata si affacciò nei suoi pensieri, mentre l immagine di Haruko si materializzò davanti ai suoi occhi, che di colpo erano diventati due enormi cuori rossi che andavano ben d accordo con il colore dei capelli, e in definitiva con le sfumature che, in generale, anche il suo viso aveva assunto.
"Harukina! *_*" disse calmandosi di botto.
Si avvicinò alla ragazza cercando di apparire bello e atletico, ma proprio quando stava per dire la prima parola di un dialogo che aveva immaginato da sogno, il bello della situazione, alias Rukawa, aveva schiacciato, provocando non solo un po' di frastuono all interno della palestra, ma anche il completo corto circuito delle cellule celebrali di Haruko ( sempre ammesso che le cellule suddette abbiano mai funzionato in lei..^_^...che perfida ndErika).
Hanamichi si girò verso Rukawa e gli mandò degli epiteti che di certo non si potevano definire di cortesia.
Quel maledetto!
Lo faceva apposta, si, certo. Ogni volta che lui si avvicinava ad Haruko, ecco che mister macho man doveva far vedere di essere bravino con la palla.
"Tu sei solo un poveretto che soffre di egocentrismo!" sbottò Hanamichi, mentre la sua testa cominciava a fumare, e i suoi compagni ripartivano alla riscossa.
"siamo punto e a capo.." disse Ayako, incrociando le braccia
"Mi domando se prima o poi riusciremmo ad allenarci sul serio.." disse Myagi, esasperato.E pensare che l anno successivo sarebbe dovuto diventare lui capitano. Dubitava altamente di riuscire a tenere a bada quei due.
Rukawa fece finta di non aver sentito Hanamichi.
Era uno sfinimento...ancora non aveva capito che a lui della sorella di akagi nn gliene fregava un emerito.
Eccolo là il primo problema di Hanamichi Sakuragi: madama Gelosia.
Era geloso perso dell attenzione che Haruko indirizzava a Rukawa, senza che quella gallina si accorgesse che era proprio lei il motivo che faceva scatenare il rossino.
"ehi, kit, sto parlando con te!"
"do'hao, non vedi che sto cercando di allenarmi? Dovresti fare lo stesso...Servirebbe piu a te che a me, sai?"
Hanamichi a quel punto non ci vide piu.
"Va all inferno, montato che non sei altro!" disse alzando il dito medio in un gesto alquanto palese.
"altrettanto" rispose Rukawa,sfoggiando indifferenza.
In realtà, aveva una voglia matta di ridere.

*Tu sei il mio amico carissimo
non tradirmi mai
nè soldi, nè donne, nè politica
potranno dividerci
tu sei il mio amico carissimo
Non tradirmi mai*

In effetti era proprio questo il punto con quei due cercaguai.
Dicevano ( o meglio, cercavano di dimostrare..) di odiarsi, che non si sopportavano, e che la vita sarebbe diventata vivibile solo quando l altro sarebbe sparito dalla faccia della terra, ma la realtà non era affatto questa.
La realtà non era neanche lontanamente questa.
E' troppo facile, in una situazione, vedere solo il bianco o il nero.
E la maggior parte delle cose, delle emozioni, non si riduce ad un semplice aut-aut.
Quei due non andavano d'accordo, si, era vero.
Non sarebbero mai diventati amici per la pelle, d'accordo.
Ma di certo non si odiavano.
Insomma, chi si odia non perde tanto tempo a punzecchiare uno di cui non gli frega niente, eccezion fatta per la morte.
Si, quei due erano così simili che se avessero avuto un po' più di cervello, e un po' meno d orgoglio, forse sarebbero diventati inseparabili.
Quegli amici che, di solito, promettono di non dividersi mai, nè per una donna, nè per un affare meschino come i soldi nè per nessun altra ragione al mondo.

*Tifosi avversari
senza tregua ormai
nemici magari per una sera e poi
sicuri che quando emergenza verrà
un aiuto ognuno di noi due darà*

"quello stupido...con un genio come me...è solo perchè sono un signore...egocentrico...razza di...vuole solo farsi vedere...supermatricola dei miei stivali..."
Hanamichi aveva borbottato cose del genere per tutto il resto dell allenamento, rendendo quasi impossibile agli altri il concentrarsi sulle azioni e sulle strategie che ogni volta Akagi era costretto a rimettere a posto.
Alla fine il capitano aveva dovuto prendere Hanamichi con le cattive, l unico modo in cui riusciva a farsi ascoltare. Lo riempì di pugni, così, tanto per gradire, e alla fine lo esortò a concentrarsi sul gioco e non su una stupida rivalità individuale, dato che era proprio lui ad essere il punto debole della squadra.
Quelle parole infuocarono l animo già ustionato del rossino, che non la smise più di ingiuriare il mondo e la fortuna, che lo mettevano sempre di fronte a persone ingrate, invidiose o semplicemente stupide, che non capivano quando un grande genio del basket appariva davanti ai loro occhi.
E poi che voleva il Gorilla?
Lo sapeva bene che lui e Rukawa erano avversari per la vita. Una sorta di guerra che non prevedeva tregue.
Era inutile prenderlo a cazzotti per qualcosa che era scontato e, ancora meglio, immutabile.
Quel rapporto di guerra aperta e del "Tutti all'attacco" sarebbe durato senza fine che fosse diversa da quella dell'estinzione, quindi bisognava adattarsi a quella situazione.
Però in effetti...
In effetti quando era stato il momento di cooperare, di darsi una mano, alla fine nessuno dei due si era tirato indietro. Era un fatto da analizzare.
Punto primo: nemici giurati ancor prima di incrociar le spade. Ovvero: ancor prima di essere presentati come componenti civili di un gruppo sociale con regole ben definite.
Punto due: Persone completamente opposte (era davvero così?)..Ma certo che si: Rukawa amava poltrire, era silenzioso, introverso e egocentrico. (lui eh? ^^ ndErika)
Punto terzo: ad Haruko piaceva Rukawa, e questa Hanamichi non gliel avrebbe fatta lasciare liscia, neanche fossero campati cent anni.
Eppure, quando c'era stato bisogno, l altro aveva dato la mano.
Strano,molto strano..

*Gli ostacoli sono
vivificanti follie
e le discussioni senza mai bugie
ti manderò all'inferno
e così farai tu
ma saremo poi amici ancora di più
un po' più in alto una spanna in su*

Alla fine, comunque, Rukawa rappresentava per Hanamichi l ostacolo numero uno, quello più difficile. (sebbene non l avrebbe mai ammesso a voce alta..) e Dio solo sapeva quanto adorava gli ostacoli, le sfide, che lo facevano sentire nel pieno possesso dei suoi anni, e maledettamente vivo.
Quando era davanti ad una sfida si sentiva come se fosse sotto l effetto di un allucinogeno. Tutto era più forte, parlando in fatto di sensi, e sentiva uno strano formicolio lungo la spina dorsale.
E d altra parte, almeno, con Rukawa, le discussioni non prevedevano mai bugie.
Così, se era vero che quando si mandavano a benedire lo intendevano davvero, dal profondo del cuore, era anche vero che quando uno diceva all altro che stava sbagliando, probabilmente era la realtà delle così.
E probabilmente era anche vero che, se mai un giorno avessero imparato non tanto ad essere amici, piuttosto a non cercare di uccidersi, probabilmente dico, si sarebbero innalzati una spanna più in altro di tutti gli altri.
Come due stelle solitarie.
Maledettemente brillanti.

FINE

Canzone di Riccardo Cocciante.
 
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