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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: INSIEME PER SEMPRE...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: julia91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/11/2005 22:20:18 (ultimo inserimento: 20/12/05)

legolas aveva fatto una promessa tempo fa. ora è tempo che essa venga rispettata. ambientata tra il film 2e3. please leggete e commentate in molti!!!
 
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VECCHI RICORDI...
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti!! So che avevo promesso il seguito dell'altra mia fic, mi scuso se nn l'ho ancora pubblicato, ma mi è venuta in mente questa storia...ora vi lascio, buona lettura!!! E mi raccomando, commenti!! Julia91


La notte stava per giungere.
Aragorn, Gimli e Legolas erano in cammino ormai da molte ore, decisi ad arrivare alla torre di Saruman, nelle cui segrete avrebbero sicuramente ritrovato Merry e Pipino, catturati durante la feroce battaglia durante la quale aveva perso la vita il coraggioso Boromir.
Erano solamente loro tre, e tutto faceva presagire che una volta giunti al castello, la lotta che avrebbe senza dubbio avuto luogo contro gli orchi al servizio dell'Oscuro Signore, sarebbe terminata con una loro quasi certa sconfitta.
Eppure, i valorosi superstiti di quella che una volta era stata la Compagnia dell'Anello, continuavano imperterriti ad avanzare.
Una sola certezza a muovere i loro cuori: se si voleva sconfiggere Sauron, la Compagnia doveva essere riunita.
Pur senza l'aiuto di Gandalf e la forza di Boromir, quattro Hobbit, un Elfo, un Uomo ed un Nano, avrebbero formato di nuovo un'unica arma pronta ad abbattersi su Mordor.
"Abbiamo camminato abbastanza per oggi " disse improvvisamente Aragorn rompendo il silenzio della foresta, "Domani arriveremo a Isengard e se, come penso, dovremo combattere, sarà bene non stancarci troppo… "
Gimli sbuffò di piacere al solo pensiero che quell'interminabile marcia si era alfine conclusa.
Legolas invece non proferì parola alcuna, si limitò a sedere sulla nodosa radice di un albero appoggiando la schiena al tronco, dopo aver dato una veloce occhiata alla foresta intorno a loro.
Aragorn lo guardò distrattamente…cos'era che turbava il cuore del suo amico Elfo…?
Non certo la battaglia che avrebbe sicuramente avuto luogo il giorno successivo… c'era qualcosa di più…
"Dormite pure, farò io il primo turno di guardia stanotte" disse prima di andarsi a posizionare su uno sperone di roccia dal quale era in grado di dominare una buona fetta della foresta che li circondava.
La notte giunse ben presto a ricoprire con il suo manto nero i tre viandanti.
Il vigile Aragorn continuava a scrutare intorno a se, con una mano poggiata sull'elsa della spada, attento al minimo rumore che potesse turbare quel silenzio, ma niente sembrava poterlo mettere in allarme.
Era una notte decisamente tranquilla: qualche piccolo animale notturno vagava in cerca di cibo, una superba luna piena splendeva in cielo, e i suoi due compagni dormivano placidamente a pochi passi da lui.
Un momento…
Dov'era Legolas…?
Un minuto prima era lì accanto a Gimli…
"Aragorn, sono qui…" disse improvvisamente una cristallina voce elfica alle sue spalle, quasi fosse riuscita ad interpretare i suoi pensieri.
"Legolas, amico mio, mi hai quasi spaventato! È assolutamente impossibile poter udire i passi di un Elfo in un luogo a lui così congeniale come una foresta!"
"Ti domando perdono Aragorn…"
"I tuoi occhi non riescono a prendere sonno stanotte?"
"Così pare…"
E senza il minimo fruscio, l'Elfo si sedette accanto ad Aragorn, ad osservare quella fitta foresta che tanto gli ricordava Bosco Atro, e il suo cuore divenne triste…
"Cos'è che turba il tuo riposo Legolas?"
"Ricordi, amico mio… ricordi lontani…"
"Non così lontani come dici se dentro di te bruciano ancora così tanto da impedirti di dormire…"
Legolas guardò l'amico senza dire nulla, poi chinò la testa.
Aveva ragione… non erano passati che trecento anni da allora…
Aragorn sembrò capire quanto le sue parole avessero colpito l'Elfo, e decise di proseguire…
"Ascoltami Legolas, quando la Compagnia è partita da Gran Burrone ormai molte lune fa, io non conoscevo che te e i quattro Hobbit. Non sapevo nulla di Boromir o di Gimli, valorosi guerrieri sicuramente, ma niente di più. Per tutto il viaggio che abbiamo intrapreso insieme, ho quindi cercato di studiare il loro comportamento per poterli conoscere meglio, ma ciò che mi ha colpito di più è stata una cosa che riguarda te…"
Legolas sembrò trasalire…Aragorn aveva forse capito…?
"Ho notato" continuò l'Uomo, "che tutte le notti illuminate da una splendente luna piena, tu non hai riposato mai, e hai sempre chiesto di poter montare la guardia…Dapprima credevo fosse solo una coincidenza, poi ho capito che non era così…"
Legolas chiuse per un attimo gli occhi e sospirò…Che sciocco era stato a pensare di poter ingannare Aragorn…era ovvio che prima o poi avrebbe capito…
"Dimmi Legolas" proseguì il Ramingo, "il tuo cuore di principe elfico sanguina forse… per amore?"
Nessuna risposta…
"È da molto che hai imparato a leggere nel profondo dell'anima altrui…?" mormorò Legolas dopo una breve pausa di silenzio.
"Abbastanza…"
"Si Aragorn, è così… il mio cuore versa lacrime di dolore ormai da diversi anni… per
lei…"
"Qual era il suo nome?"
"Miriel…un nome dolce come non ce ne sono altri a questo mondo…"
"Ti va di…raccontarmi cosa successe?"
"Amico mio, non credo proprio sia una buona idea sai? È una storia abbastanza lunga, e quando si tratta di lei, non mi risparmio davvero nei dettagli…! E poi probabilmente ti annoierebbe…"
"L'amore può essere paragonato solo ad una sublime melodia alle mie orecchie, e mai alla noia…E inoltre, la notte è appena iniziata, io devo stare di guardia, tu non riesci a dormire, e…dal modo in cui sta ronfando il nostro amico credo che ne avremo ancora per molte ore!"
I due si voltarono verso Gimli che proprio in quel momento emise un sordo brontolio di piacere per poi girarsi dall'altra parte e continuare a riposare.
Questo fece nascere un timido sorriso sulle labbra di Legolas, sorriso che però si spense quando l'Elfo tirò fuori dalla casacca il ciondolo che teneva legato al collo con una piccola cordicella nera, e rimase a fissarlo per alcuni secondi, in silenzio.
Poco più piccolo di un pollice, sembrava essere la metà spezzata di un monile che avrebbe dovuto rappresentare…un sole…una luna…o forse un cerchio magico. Aragorn non lo capì subito, la brillantezza di quella piccola gioia d'argento era tale che egli non riuscì a concentrarsi su nient'altro, quasi fosse stato ipnotizzato dalla luce che l'oggetto emanava.
"È l'unico ricordo che ho di Miriel, l'altra metà della luna orna il collo di lei naturalmente…Brilla così solo nelle notti rischiarate dalla luna piena, e posso assicurarti che a contatto con la pelle brucia da fare male…E non è fatto né d'argento, né di un qualsiasi altro materiale prezioso nascosto nelle viscere di questa terra…è semplicemente ferro…"
Aragorn non disse nulla, sembrava temere che le sue parole avrebbero potuto spezzare l'atmosfera incantata che la voce dell'Elfo aveva creato.
Legolas iniziò a raccontare…

"A quel tempo vivevo al castello di mio padre Thranduil, re del regno a nord di Bosco Atro. Avevo circa duemila…ecco…per voi Uomini è come se avessi avuto circa 24 anni…
Ai piedi del castello vi era un ameno villaggio, le cui dimore erano tutte abitate da Elfi; tutte… tranne una…
La sua casa era quella più vicina ai primi alberi di Bosco Atro.
Viveva con suo padre Ayrës, un Elfo, mentre sua madre, una donna della tua razza, era stata uccisa molti anni prima, durante la battaglia che vide cadere tutto il regno a ovest delle Montagne di Cristallo.
Miriel e suo padre riuscirono a fuggire e si rifugiarono al villaggio, unendosi alla nostra comunità.
Il mio popolo era composto da gente pacifica, e mio padre non ebbe problemi ad accogliere nel suo regno altre due persone, anche se lei era una Mezzoelfo…
Ayrës continuò a lavorare come fabbro, come faceva nel suo regno ormai perduto, e per Miriel fu la stessa cosa: aveva iniziato a studiare arti mediche quando era piccola, con l'aiuto di un eremita della foresta, e anche una volta giunta da noi aveva continuato a dedicarsi a questo.
Al castello intanto, io seguitavo ad esercitarmi con l'arco, e la vita sembrava scorrere placida come torrente di montagna in un limpido giorno d'estate…
Finché un giorno…un male che sembrava incurabile, lanciato nell'aria da una mano malvagia, colpì mio padre.
Nessuno sembrava riuscire a capire cosa fosse; io ero disperato…Poi un giorno venni a sapere che al villaggio c'era un Elfo conoscitore di pratiche curative, e chiesi che venisse convocato al castello, ma mai avrei immaginato che si trattasse…di lei…
Il suo aspetto colpì immediatamente i miei occhi: aveva la pelle candida come quella di suo padre, o di qualsiasi altro Elfo, ma i suo capelli erano scuri… ed insolitamente corti… due brillanti gemme color dell'autunno i suoi occhi, e così ammaliante la sua voce…
Non lo sapevo ancora, ma il mio cuore mirava già il suo…
Ci disse che era in grado di curare il male che aveva colpito mio padre, ma che sarebbero stati necessari dei mesi.
Fu quindi stabilito che venisse ad abitare al castello per tutto il tempo necessario a mio padre per guarire.
E fu proprio in quei giorni che i nostri cuori iniziarono a battere l'uno per la vita dell'altro…
Sapevamo tuttavia che nessuno avrebbe potuto approvare ciò che ci stava accadendo: un principe elfico con una Mezzoelfo…
Eppure… nessuno dei due avrebbe permesso che questo rimanesse solo un bellissimo sogno…
Iniziammo a vederci di nascosto, di notte, lontani da occhi indiscreti che avrebbero potuto inquinare la purezza del legame che ci teneva uniti.
L'amore vero è una merce rara, Aragorn, e io sapevo di averlo trovato, ne ero certo…
Venne infine il giorno della guarigione di mio padre; non c'era più alcun motivo perché Miriel continuasse a stare al castello, e fu quindi ricondotta al villaggio, da suo padre, ma questo non ci avrebbe fermati…
La notte infatti ci fu sempre amica, compagna silenziosa delle nostre fughe nella profonda oscurità rischiarata dalla lucenti stelle.
Ricordo che uscivo dalle mie stanze e la raggiungevo al villaggio; insieme percorrevamo strade note soltanto a noi due nel profondo Bosco Atro, accompagnati solo dalla luce della luna e dai battiti dei nostri giovani cuori innamorati.
Una notte, mi portò in quello che divenne il nostro luogo prediletto, il nostro nido d'amore; l'aveva scoperto un giorno per caso, mentre era in giro alla ricerca di qualche ramo di un'erba medica.
Neanche nei miei sogni avrei potuto immaginare un posto talmente bello: un timido ruscello, le cui sponde erano ornate di tenere margherite, scorreva ai nostri piedi…la luce della luna filtrava attraverso i millenari alberi creando uno splendido gioco di diamanti sulla superficie del torrente… il rumore dell'acqua che fluiva allietava le nostre orecchie…e la resina dei tronchi creava il profumo di mille delicati incensi…
All'improvviso mi resi conto che avevo visto altre volte quel luogo, e che era solo la sua avvenente presenza a renderlo così incantevole…
Fu lì che mi donò la mezzaluna…
"È stato mio padre a fabbricarla" mi disse "quando ero bambina, e io gli chiesi di spezzarla in due, così avrei potuto regalarne una parte a qualcuno. Finora però non avevo mai trovato nessuno con cui condividere un oggetto a me tanto caro. Adesso ci sei tu Legolas, accettala ti prego…"
Quel piccolo gioiello che entrambi legammo al collo, sigillò il nostro amore eterno, e quella notte giurammo a noi stessi che non ci saremmo più divisi.
Non potevamo certo immaginare che quello che ci attendeva era invece il più crudele dei destini…
Il sole era tramontato e sorto molte e molte volte dopo quella notte.
Quel pomeriggio avevo deciso di non attraversare i giardini che circondavano il castello per andare ad esercitarmi con l'arco, mi sentivo stanco e rimasi a riposare.
Fui svegliato improvvisamente dalla voce di mio padre che ordinava ad alcuni guerrieri di correre al villaggio.
Venni a sapere che un gruppo di orchi l'aveva attaccato…apparentemente senza alcun motivo…
Mi precipitai anche io, mentre dentro di me sentivo crescere l'ombra della sorte malevola che stava per accanirsi contro di noi…
Quando arrivai infatti…era…troppo tardi…
La vidi…a terra…la veste candida macchiata di rosso sangue…e mi sembrò che il mondo intorno a me si fosse fermato…
Era come…cadere nel più profondo e spettrale degli abissi…
Mi inginocchiai accanto a lei e la presi tra le mie braccia…era ancora viva, ma la mia esperienza di guerriero mi diceva che la vita stava abbandonando il suo corpo…e la sua anima.
Prima di chiudere per sempre i suoi splendidi occhi color dell'autunno, parlò…
"Legolas, non disperare…la luna piena che brilla nel cielo notturno ci terrà per sempre uniti…Nella vita…nella morte…e oltre… "
Non so dirti per quanto tempo rimasi a stringerla tra le mie braccia, continuando a ripeterle tra le lacrime che l'amavo, e che mai il mio cuore l'avrebbe dimenticata…pur sapendo che non poteva più sentirmi…
Le sue ultime parole erano come scritte a fuoco nella mia mente…
All'improvviso qualcuno mi poggiò una mano sulla spalla…mi voltai…era mio padre…
Mi ricondussero al castello, e nei giorni successivi venni a sapere che quegli orchi che avevano attaccato il villaggio erano alla ricerca di un anello, un anello del potere, e che avevano ucciso e saccheggiato in ogni villaggio che avevano incontrato sul loro cammino.
Elfi, Uomini, Nani, e persino pacifici Hobbit erano caduti sotto la potenza delle loro armi…
Da allora, decisi di dedicare la mia vita alla ricerca di colui che aveva creato l'anello, causa della morte di Miriel.
Da solo attraversai tutta la Terra di Mezzo e mi spinsi anche oltre, ma non ebbi fortuna…
Venni poi a conoscenza della missione di Frodo e decisi di recarmi a Gran Burrone; giurai a me stesso che anche a costo della mia vita l'avrei aiutato a distruggere per sempre l'Anello e tutto il male in esso celato; in questo modo avrei potuto vendicare la morte di Miriel, e contribuire anche alla salvezza di tutti i popoli dalla malvagità di Sauron.
Ecco perché ho voluto unirmi alla Compagnia…"
L'Elfo guardò l'amico che era rimasto fino a quel momento in silenzio, rapito dalla sue parole.
Solo allora, titubante, quasi avesse paura di spezzare un incantesimo, abbassò gli occhi…
"Perdonami Legolas…ti prego…" mormorò, "non credevo che il tuo cuore avesse sofferto così tanto…non era mia intenzione farti soffrire ancora…perdonami se ti ho chiesto di riaprire una ferita così profonda…"
"Non c'è motivo alcuno per cui tu debba scusarti Aragorn, non potevi certo sapere…"
"No, è vero, non potevo sapere…Ti dico questo però, nessuno è in grado di spezzare un giuramento fatto alla luna piena amico mio…devi avere la forza di aspettare, e un giorno…i vostri cuori si ameranno ancora come quella notte…"
"È proprio quello che la mia anima ha continuato a ripetermi da allora, ma ormai…sono passati così tanti anni…"
"Non rinunciare a sperare Legolas…Non lasciare che le tenebre dell'oblio e della dimenticanza invadano il tuo cuore…Continua invece ad avere fiducia in quell'amore che vi teneva uniti, e che vi lega tuttora…"
L'Elfo rimase per un attimo a contemplare i profondi occhi scuri del Ramingo, poi annuì.
" Vere sono le tue parole amico mio… non permetterò dunque alla speranza di abbandonarmi… No, non lo farò… "
In quel momento, il ciondolo di Legolas brillò più forte che mai, come se una nuova vita l'avesse pervaso.
" Hai visto? " disse Aragorn indicando il gioiello, "Miriel non vuole che ti arrenda, desidera invece che tu prosegua il tuo cammino lungo la strada che ti condurrà di nuovo da lei... "
L'Elfo prese in mano la mezzaluna…
" Così sia, Aragorn… così sia…

To be continued...(Solo se ricevo commenti al mio fermoposta...)

 
Continua nel capitolo:


 
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