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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: COME UN GIRASOLE
Genere: Sentimentale, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/11/2005 20:25:27

la storia di due amanti sulle note della canzone di giorgia
 
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COME UN GIRASOLE
- Capitolo 1° -

*Come un girasole
giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte*

<<ti amo>>

Sara gliel aveva detto un miliardo di volte. Aveva sentito quella frase uscire dalla sua bocca tante volte.
Per sentirlo la prima volta, Vincenzo, aveva dovuto aspettare tanto, forse anche troppo, ma dopo che fu detto, quel "Ti amo", fu ripetuto all infinito.
Si erano conosciuti quando lei era poco più che una bambina.
18 anni.
Quando le sembrava di poter avere tutto il mondo ai propri piedi, quando pensava che le porte del futuro si sarebbero spalancate di colpo, e quando pensava che tutto sarebbe cambiato.
In effetti non era cambiato niente.
Uno spogliarello per la sua festa, la patente, il diploma di scuola superiore...e poi tutto uguale come sempre.
Almeno finchè non era andata lì..
Il circo massimo, una serata tra amici su quella terra piena di storia.
La storia di Roma.
La storia di un Impero. Ricordava che l aveva visto subito.
<<splendido>> fu il suo primo pensiero. L unico ragazzo che, in un attimo, di colpo, era riuscita a scuoterla. Per la prima volta aveva sentito il desiderio, se non la necessità vera e propria di averlo.
Era lì, con i capelli neri e gli occhi dello stesso colore. Il viso leggermente irregolare, le labbra sottili che quando sorrideva si piegavano all'insù, come se fosse ancora un bambino.
30 anni.
Un'immensità...
12 anni di vita li separavano.
Una generazione intera.
Due mondi distanti, che sembravano non avere nessun punto di contatto.
Nessuno, se non quella forte attrazione che provavano l uno per l'altra.
Sara venne a sapere che era fidanzato da un bel po', e un macigno echeggiò nel suo stomaco. Ma per la prima volta da quando aveva memoria, aveva deciso di non lasciar cadere la cosa.
Di non arrendersi.
Troppe volte, nel suo passato, aveva detto <<va beh, lasciamo perdere, non c'è storia>>, ma non quella volta.
E il tempo le diede ragione.
Avevano cominciato ad uscire insieme con regolarità, e ogni volta Sara faceva finta di dimenticarsi che c'era un'altra che probabilmente lo stava aspettando a casa.
La verità era che, sebbene non lo volesse ammettere, anche Vincenzo era rimasto colpito da Sara.
Riccioli biondi selvaggi che raramente riusciva a tenere a bada, occhi nocciola un bel po' miopi, come aveva saputo in seguito. Ma che erano anche allegri, infantile. Gli occhi di una persona che non ha smesso di sognare, che non ha smesso di aspettare. Erano occhi indagatori, assetati di conoscenza. Una persona curiosa, in fin dei conti.
Ma era davvero quella la strada che voleva intraprendere?
Era pronto davvero a lasciar cadere la sua storia con Rita per una ragazza di dodici anni piu piccola? Quando provò a chiederselo, la risposta lo traumatizzò
<<se anche esco con te>> le aveva detto Vincenzo dopo essersi posto quella questione, e dopo aver capito che la cosa, se non faceva qualcosa, poteva diventare anche piuttosto seria. <<io non potrò mai innamorarmi di te>>
Sara era pronta a combattere contro Rita, la fidanzata, la rivale, la nemica, ma non poteva immaginarsi una vita senza amore.
E sapeva che non bastava lei per essere innamorata per tutti e due.
<<allora non mi interessa niente>> aveva risposto, lasciando la mano di Vincenzo, e raggiungendo la macchina.
Era salita, aveva messo in moto, e tanti auguri a tutto il resto. Aveva guidato la peugeot finchè aveva potuto restare lucida. Era scappata via, e una volta tornata verso casa, vicino al luogo dove si incontrava sempre con gli amici, solo allora si permise di piangere. Abbandonò la testa sul volante della macchina ormai spenta e cominciò a piangere.
Triste per essere stata illusa.
Disperata per la consapevolezza di non poter avere l uomo della sua vita.
Il suo principe azzurro.
Per un po' non seppe che Vincenzo aveva mentito, e per la maggior parte dei mesi successivi non volle sapere niente di niente su quel ragazzo a cui, nonostante quello che andava dicendo in giro, non aveva smesso di pensare.
19 anni.
Lei di gennaio, lui di giugno.
Lei dell'acquario, lui dei gemelli.
Una coppia che, secondo l'astrologia, funziona a pennello.
<<cazzate!>> pensava quando leggeva l'oroscopo, abitudine che aveva praticamente da sempre. <<lo vedo come funziona a pennello!>>
E il guaio era che lei ci aveva sempre creduto nell oroscopo.
/Oggi per i nati nella prima decade del segno Venere avrà un ruolo fondamentale. State ad ascoltare chi ha qualcosa da dirvi.../ lesse quella mattina sul corriere dell università.
<<un'alra baggianata!>> aveva detto buttando via il giornale. Chi aveva qualcosa da dirle che aveva a che fare con Venere? Da quando la storia con Vincenzo era finita aveva fatto in modo di non far innamorare di sè nessuno, nè di innamorarsi. Ma sapeva che era impossibile.
Come poteva amare qualcuno sapendo che c'era Vincenzo?
Che lui esisteva?
E rieccolo affacciarsi nella sua vita, bello e irresistibile come sempre.
Se l era visto comparire davanti all'entrata dell università. La sua macchinona nera, che aveva riconosciuto subito, era parcheggiata in seconda fila,mentre lui, in piedi, appoggiato al cofano della vettura, attendeva con le braccia incrociate sul petto.
Un tuffo al cuore.
Sara si guardò attraverso gli occhi della mente.
Dei jeans normali, scarpe da ginnastica, cappotto nero a tre quarti, sciarpa messa alla meno peggio, borsa a tracolla, libri e appunti in mano, capelli arruffati e occhiali.
Perchè diamine quel giorno non si era messa le lenti a contatto?
..Proprio quel giorno.
Dopo mesi che non lo vedeva, desiderava presentarsi come una strafiga, bella e impossibile, sebbene sapesse bene che per Vincenzo, lei non sarebbe mai stata irragiungibile.
Si, perchè bastò vederlo un attimo per riaccendere tutta la passione che aveva cercato di nascondere.
<<che ci fai qui?>> chiese raggiungendolo.
Si era accorta che la sua voce appariva dura. Non che lo volesse davvero. Sapeva che il suo cuore stava impazzendo nel petto per lui. Ma l onta subita le bruciava ancora.
"Non potrò mai innamorarmi di te".
Quella frase l aveva perseguitata per tutto quel tempo.
<<non è chiaro?>> chiese lui abbozzando un sorriso <<sono qui per te>>
Sara si sentì sciogliere..si sentì come se fosse sul limite ultimo di un baratro dal quale non sarebbe più potuta scappare.
Il baratro..
i suoi occhi neri.
<<per me?>> chiese lei.
Ma perchè era ancora così dura?
<<cos'è, non mi hai gia umiliato abbastanza?>>
Da dove scaturiva tutto quel risentimento?
<<sara, ascolta>> Le aveva preso il polso tra le mani <<sono stato un imbecille,ok. Lo ammetto. Se vuoi puoi prendermi a ceffoni, non me ne frega un cavolo. Ho mentito Sara, quel giorno, al corso, io ho mentito>>
Sara sentiva la testa che le girava.
Tutto perdeva i contorni.
Quel giorno al corso, quando aveva detto che non si sarebbe mai innamorato di lei.
<<mentito?>> la voce le tremava
<<Ho mentito perchè sono un vigliacco. Nn ero davvero sicuro che tu provassi per me quello che io provavo per te.>>
<<Stronzate!>> disse Sara, tornando ad essere dura <<Quel giorno me ne sono andata, dicendo che volevo il tuo amore, o niente>>
<<e se mi stavi prendendo in giro?>>
<<Ti stai comportando come un bambino perchè se davvero...>>
Vincenzo la bloccò con un gesto della mano. Le sue mani grandi, dalle nocche ossute. Quelle mani che aveva sempre desiderato avere addosso
<<Sono un vigliacco>> disse <<perchè volevo tenere i piedi in due staffe. Lo ammetto. Avevo così paura che tu mi lasciassi che non ho rotto con Rita, per attutire una mia ipotetica caduta, ma non è servito a niente, perchè questi mesi senza di te, sono stati orribili, davvero. E ho dovuto farla finita con Rita, comunque, perchè avevo sempre te nella testa>>
<<Non prendermi per il culo, Vincenzo, sai che non lo sopporto>> disse lei diffidente.
<<non ti sto prendendo per il culo>> rispose lui, e Sara maledì i suoi occhi, capaci di non farla ragionare più. <<...io ti amo, Sara>>
Tre semplici parole.
I libri a terra.
Le mani tremule.
<<ti amo>>
Vincenzo aveva aspettato a lungo quelle parole, forse anche troppo. Ma adesso ogni volta che Sara lo ripeteva, lui si sentiva il padrone dell universo.
Purtroppo però le cose non si concludevano con quelle semplici e preziosissime parole.
Perchè mille problemi si affacciavano al loro indirizzo.

*Tu non ti stanchi mai
tu non ti fermi mai
con gli occhi neri e quelle labbra disegnate*

Il primo problema era per Vincenzo.
Aveva scoperto di amare Sara appena l aveva vista, e per lungo tempo ,per colpa della sua vigliaccheria, aveva rischiato di perderla.
Nei primi tempi aveva fatto di tutto per farla sentire amata, per farle capire che nel suo cuore non c'era posto per nessun altro.
Nessun altro che non fosse Sara.
Sapeva di essere stato lui dalla parte del torto, a lungo, di aver oscillato un po' con i suoi sentimenti, quindi gli sembrava giusto fare di tutto per tranquillizzare il suo amore.
Questa gli sembrava la scelta più giusta, la cosa piu sana da fare.
Ma poi, stare insieme e vedere che lei non si degnava neanche di parlare con i suoi del loro rapporto lo faceva impazzire.
Aveva un caratteraccio, lo sapeva bene, e per colpa di quel carattere non faceva altro che spingere su Sara, che farle delle pressioni. All inizio non si era accorta che in quel modo la metteva in difficoltà. Era totalmente accecato dal desiderio di rendere ufficiale la loro storia.
<<E' come se mi chiedessi di scegliere tra te e la mia famiglia>> gli aveva detto Sara, un giorno, al suo ennesimo tentativo di farsi presentare ai suoi.
<<No>> aveva risposto lui, sempre deciso <<ti sto semplicemente chiedendo di farmi entrare in quella famiglia>>
Sara sbuffava.
Capiva il suo ragazzo, ma quello che la faceva imbestialire era che lui sembrava non preoccuparsi minimamente di quello che invece sentiva lei.
Sembrava non capire di quanta paura avesse lei, perchè sapeva che se avesse presentato Vincenzo ai suoi genitori, loro non l avrebbero mai accettato, almeno non all inizio.
Le avrebbero vietato di continuare a vederlo, e avrebbero cominciato a dirle frasi fatte come "non avete niente in comune", "è troppo grande per te", o cose ancora peggiori. Sapeva che non lo avrebbero fatto per farle del male, ma solo spinti dal desiderio di agire per il meglio, ma sarebbe stato difficile per lei stare lontana da Vincenzo.
E in quel modo avrebbe dovuto scegliere davvero tra il suo amore e la sua famiglia.
Una scelta improponibile.
<<è come se ti vergognassi di me...o se sapessi che questa storia è solo un gioco, e che quindi non vale la pena neanche tentare!>> Vincenzo era esploso un giorno, e finalmente aveva detto quello che lo bloccava.
<<non è questo!>> aveva risposto lei, urlando al suo stesso modo <<Sai bene che sono innamorata pazza, lo sono sempre stata e lo sono tuttora. Se c'è qualcuno che non è mai stato sicuro dei propri sentimenti quella non sono io!>>
Sara sapeva che dicendo quelle parole avrebbe ferito il ragazzo. Si era accorta di quanto Vincenzo avesse cercato di essere migliore, di apparire migliore, perchè sapeva che mesi prima si era comportato male. E adesso, rinfacciandogli quel suo tentennamento, quel suo dubbio, quell attimo di viltà, era come colpirlo con mille lame roventi. E sapeva bene che se l aveva detto non era perchè aveva dei dubbi su di loro due, dubbi sui sentimenti di vincenzo.
L aveva detto solo perchè, in realtà, sperava che Vincenzo si arrabbiasse tanto da dimenticare la questione "genitori", almeno per un po'.
<<è per questo che non vuoi che conosca i tuoi? Perchè pensi che io non sia abbastanza innamorato di te?>>
E alla fine aveva dovuto dire quello che la tormentava <<Se ti presento i miei ti vedrebbero solo come un uomo di trent anni che ha irretito la loro bambina...Ti tratterebbero malissimo e mi vieterebbero di vederti, ed io non voglio niente di tutto questo!>>
Vincenzo era rimasto interdetto da quella reazione. Sara era di fronte a lui, eppure di colpo si era reso conto che non la conosceva affatto. Aveva intuito di non aver capito niente del suo animo.
Sara non aveva paura per sè, che i suoi le vietassero di uscire, che non le facessero piu usare il pc, che non la facessero piu vivere. Lei era preoccupata per lui, per Vincenzo. Si era preoccupata per la sua dignità, per il suo amor proprio, per il suo rispetto.
<<non capisci?>> aveva continuato la ragazza con il volto rosso e gli occhi leggermente lucidi << anche se io ti amo tanto, ci passiamo comunque 12 anni! E per i miei tu non saresti nient altro che un uomo di trent anni che se ne va sempre in giro per il suo lavoro. Non capirebbero che io ti amo tanto, che ti amerei comunque..>>
Vincenzo aveva fatto qualche passo, e l aveva stretta contro il suo petto. Aveva ragione Sara. Non aveva considerato tutto quello. Non aveva considerato che i genitori di lei potessero vedere in lui solo un uomo che se ne va in giro per affare e torna solo per portarsi a letto la loro bambina. Anche se in effetti non lo avevano mai fatto.
Eppure, neanche questo riusciva a fermarla.
<<Sara...>> aveva detto sussurrando ogni singola parola <<io voglio essere presentato ai tuoi proprio perchè voglio che capiscano che faccio sul serio, che per me non sei solo un capriccio>>
Sara l aveva guardato negli occhi. In fin dei conti a quale ragazza dispiace sentirsi dire che l uomo che ama più della vita stessa, è pronto ad affrontare ogni cosa pur di restare insieme?
<<con loro i tuoi begli occhi neri e le labbra invitanti nn serviranno a niente, lo sai?>>
Vincenzo le aveva sorriso, scostandole dal viso alcuni capelli. <<vorrà dire che inventerò qualche altra strategia, che te ne pare?>>
E poi l aveva abbracciata ancora e l aveva tenuta stretta a sè.

*e come un girasole
giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
tu non mi basti mai
prendimi l anima
e non mi basti mai
muoviti amore
sopra di me*

Come aveva immaginato Sara, i suoi genitori, seduti in soggiorno su un divano a due piazze, guardavano Vincenzo dall'alto al basso, come se fosse un insetto fastidioso da scacciare. Suo padre aveva il viso scuro, quasi come se un improvviso temporale fosse sul punto di esplodere. Sua madre invece aveva le labbra serrate, e Sara cominciò a prepararsi. Sapeva che quando sua madre aveva quell espressione era il momento di correre ai ripari.
<<E così questo sarebbe Vincenzo?>> le chiese sua madre.
Sara annuì.
<<Si signora, sono io>> rispose Vincenzo che evitava di prendere per mano la sua ragazza.
<<posso chiederle quanti anni ha?>> chiese sua madre, volutamente fredda.
<<31, compiuti lo scorso giugno>>
Gli occhi dei genitori della ragazza divennero due fessure, e Vincenzo lo notò. Il gelo regnava in quella stanza, e se fosse stato un altro, se il suo rapporto con Sara fosse stato un altro, probabilmente se la sarebbe data a gambe. Ma lui amava Sara, e aveva pregato la ragazza perchè lo presentasse ai suoi. Ed ora eccolo lì, con gli stessi sentimenti di un condannato a morte condotto a forza sul patibolo.
<<e cosa ci fa un uomo di 31anni con una ragazzina di 19 anni?>> chiese ancora sua madre.
<<mamma!>> esplose Sara, perchè aveva sentito il tono della procreatrice, e non le era piaciuto affatto. Stava cercando di far passare il suo amore per un pervertito. E non lo conosceva nemmeno!!
Vincenzo le fece segno di non preoccuparsi. <<Io sono innamorato di Sara>> disse Vincenzo con la sua bella voce sensuale << non posso stare senza di lei. Ecco perchè sono qui. Dato che voglio che Sara faccia parte della mia vita, immagino che questo includa anche voi. D altra parte penso che questo fosse l unico modo di farvi capire che le mie intenzioni sono serie. Io e Sara ci amiamo>>
<<Amarvi? Ragazzo mio, mia figlia non sa nemmeno cosa significhi amare!>> suo padre aveva parlato fingendo indifferenza, e non si accorgeva che in quel modo stava umiliando sua figlia.
<<Papà, non sono piu una bambina!>> aveva detto Sara cercando di difendersi.
<<hai 19 anni>> riprese l uomo << e ti stai comportando come una d quelle eroine dei romanzi che leggi. A 19 anni non puoi comportarti come una donna che ne ha 30>>
Altra bella provocazione.
In quel modo stava sottolineando ancora una volta la differenza d'età che c'era tra lei e vincenzo.
<<Ne ho quasi 20!>> esplose Sara << e poi..vi dovrebbe interessare solo la mia felicità, ed io sono felice cn Vincenzo>>
Lui l aveva guardata.
Aveva le guance rosse, e il broncio. Notò che stava combattendo per non scoppiare a piangere. Se lo avesse fatto, probabilmente i suoi si sarebbero convinti che il suo era solo un capriccio.
<<Signori, io posso capire che voi non apprezzate il fatto che io stia con vostra figlia per...>>
<<lei pretende di capire quello che proviamo io e mia moglie?>> esplose il padre della ragazza. A sara dava fastidio anche il fatto che i suoi genitori dessero del lei a Vincenzo, facendolo sentire un estraneo. <<Arriva qui, dopo aver irretito mia figlia...>>
<<io non l ho irretita>> disse Vincenzo <<ci siamo semplicemente innamorati...>>
E erano andati avanti per un bel po' con attacchi e difese, finchè Vincenzo non si era alzato e se ne era andato, baciando leggermente sulle labbra la ragazza, con la disapprovazione dei genitori di lei.
Sara aveva pianto, gridando ai suoi genitori che non la capivano, che non gli interessava affatto la sua felicità e alla fine si era chiusa in camera.
Ma non era disposta ad arrendersi, era ben decisa ad andare avanti. Perchè sapeva che Vincenzo era l uomo della sua vita. Così il giorno dopo saltò la lezione all università e andò a casa del ragazzo.
<<che ci fai qui, Sara?>> aveva detto Vincenzo, apparendo alla porta ancora mezza addormentato.
La ragazza non aveva detto una parola. Aveva fatto cadere la borsa e aveva abbracciato il ragazzo.
<<ehi, tutto bene?>> chiese lui, ricambiando la stretta.
<<Lo sai che ti amo, vero? I miei capiranno...Io non ti voglio lasciare..>>
Vincenzo l aveva cullata leggermente, spingendola dentro casa. Sorrideva con tenerezza <<lo so, Sara, lo so bene>>
Allora lei aveva alzato il viso e l aveva guardato negli occhi.
Poi l aveva baciato...L aveva baciato come non aveva fatto ancora...E lui aveva ricambiato quella passione trascinante, finchè, un attimo dopo, si erano ritrovati sul letto ancora sfatto del ragazzo.
Sara sentiva Vincenzo muoversi sopra di lei, lentamente, con dolcezza, ma anche con ardore. Sentiva la sua eccitazione attraverso i pantaloni.

*e come un girasole
io ti seguirò
e mille volte ancora ti sorprenderò
e come un girasole
guardo solo te
quando sorridi tu mi lasci senza fiato*

<<piano...>> aveva sussurrato Sara, rossa in viso e con il cuore che martellava nel petto, ormai nudo.
<<ti ho fatto male?>> chiese il ragazzo, guardandola preoccupato.
Sara scosse il capo e abbracciò Vincenzo, finchè lui non fu totalmente dentro di lei, cominciando a muoversi.
Il dolore era scomparso all improvviso, lasciando spazio a grandi ondate di piacere.
Allora era quello che voleva dire stare con qualcuno. Era sentirsi trascinare verso il paradiso più luminoso. Perdersi nell abbraccio di una parte mancante. Amare con tutti sè stessi, e ancora di più.
Sara aveva gia guardato più di una volta la camera da letto del suo ragazzo, ma quella mattina era come se la vedesse per la prima volta.
<<stai bene, Sara?>> chiese lui, in ansia.
Sara lo guardò con amore <<mai stata meglio. Sono contenta di aver aspettato...contenta di aver aspettato te>> rispose sinceramente.
Vincenzo la tenne stretta vicino al suo cuore.
<<e con i tuoi? Che vogliamo fare?>>
<<Facciano quello che vogliono>> rispose lei, stringendo i pugni <<io non ho nessuna intenzione di lasciarti...Capiranno che ci amiamo sul serio>>
<<wow!>> rise Vincenzo <<alle volte penso che sia tu la più grande tra noi due!>>
<<avrò mille altre occasioni per sorprenderti, quindi preparati!>>
Vincenzo aveva continuato a ridere, sdraiato a letto vicino al suo amore.
<<sei davvero bello quando ridi..>> disse ad un certo punto Sara <<senti, mi batte fortissimo il cuore..>>

*come un girasole
giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
e metti le tue mani grandi
su di me
mi tieni stretta così forte
tu non ti stanchi mai
tu non ti fermi mai
con gli occhi neri e quelle labbra disegnate*

Per un bel po' di tempo avevano continuato a vedersi di nascosto dai genitori di lei, anche se diventava sempre più difficile. Sara non poteva sempre saltare le lezioni, e Vincenzo doveva andare a lavoro. E ogni volta che Sara usciva di casa senza un motivo preciso, i suoi la guardavano con sospetto.
In cuor suo Sara sapeva bene che i suoi indovinavano dov era diretta ogni volta, ma, probabilmente, avevano capito che non avrebbero potuta tenerla lontana dal suo amore anche se l avessero incatenata al muro della sua camera. In questo li apprezzava, almeno non facevano più tante storie.
<<dici che stanno accettando la nostra storia?>> Vincenzo era sdraiato sul divano a leggere il corriere dello sport.
<<no, non dico che l accettano>> aveva risposto Sara, mentre, seduta sul tappeto, metteva ordine nelle foto che si erano scattati nell ultimo anno. <<però sembra che stiano pensando di far cadere le strategie d attacco. E, credimi, è più di quanto io stessa sperassi..>>
<<Non avrò mai la possibilità di essere accettato?>> chiese Vincenzo gettando via il giornale e , carponi, raggiungendo la ragazza.
<<Chi puo dirlo? Non bisogna mai dire di mai nella vita, lo sai.>>
<<Hai ragione>> aveva risposto Vincenzo << e se già hanno deciso, se non altro, di smetterla di farci la guerra, allora tutto è possibile,no?>>
Sara aveva annuito, e poi i due si erano baciati.
E ancora una volta divennero un solo essere che si nutriva dell amore che creava. Ancora una volta Sara sentiva le mani di Vincenzo sul proprio corpo.
Non si fermavano più...non si stancavano mai di quel contatto.
E speravano che, se davvero i genitori di Sara avessero smesso di metter loro i bastoni tra le ruote, allora magari, un giorno, avrebbero anche potuto accettarli come coppia.

*Tu non mi basti mai
prendimi l'anima
e non mi basti mai
muoviti amore sopra di me
e come un girasole
mi aprirò per te
chiedimi tutto anche quello che non c'è
e come un girasole io ti seguirò
E ancora ti dirò che non mi basti mai
Non mi basti mai
E mille volte io te lo direi
che non c'è nessun altro al mondo che vorrei
e come un girasole
io ti seguirò
e mille volte ancora mi innamorerò*

<<Non ci credo!>>
Vincenzo camminava avanti e indietro per il suo appartamento, cercando di tenere a bada i suoi nervi, già particolarmente provati.
Davanti a lui, una donna dai capelli neri, lisci, e gli occhi verdi lo guardava preoccupato, incrociando le dita, come se fosse in attesa.
<<Me l ha detto Carlotta...>> disse cercando di calmare Vincenzo.
Ma Vincenzo non si tranquillizzò affatto.
<<e che ti avrebbe detto ESATTAMENTE Carlotta?>>
La donna sospirò. <<Te l ho appena spiegato. Mi ha detto che i genitori di Sara le hanno presentato il figlio di un loro amico. E' uno che ha i soldi...pare che i suoi genitori siano proprietari di un importante azienda di esportazione..E poi, è uno che, soprattutto, ha la sua stessa età. Anche lui ha 21 anni>>
Vincenzo guardò la sua interlocutrice come se volesse ucciderla. << e dici che Sara...>> aveva detto quasi a mezza voce.
La donna annuì. <<Si, pare che si vedano regolarmente. Pare che abbiano intenzioni serie>>.
Vincenzo si sentiva come se stesse sul punto di esplodere, di impazzire.
Doveva essere per forza una menzogna. Conosceva bene Sara, ormai ci stava insieme da più di tre anni. Sapeva che se c'era una cosa che Sara non concepiva era proprio il tradimento. Sapeva che se si fosse stancata della loro storia, allora glielo avrebbe detto chiaramente .Non avrebbe cominciato ad uscire con un altro a sua insaputa.
Sapeva che Sara si sarebbe comportata in quel modo, con sincerità, come aveva sempre fatto dopotutto.
Eppure, se ne era così sicuro, perchè aveva tutti quei dubbi?
Perchè c'era quel tarlo che lo rosicchiava dall interno, con ingordizia e crudeltà?
Gli rivenne in mente la prima volta che avevano fatto l'amore, di come lei gli diceva che le aveva rubato il cuore, anzi, peggio, l animo. Gli aveva detto che non sarebbe stata niente lontana da lui, perchè era lui a possedere tutto quanto di lei.
Si ricordò di come si muoveva sotto di lui, del suo tocco, dei suoi baci, della sua estasi.
Gli aveva detto che era stata contenta di aver aspettato, di aver perso la sua verginità con lui, l unico uomo della sua vita. E aveva detto che non avrebbe permesso ai suoi genitori di mettersi in mezzo.
<<mi dispiace>> aveva detto la donna avvicinandosi e abbracciandolo << non avrei voluto darti questa notizia. Ma ci sono io qui per te.Puoi chiedermi ogni cosa, ci sono io per te...eccomi...>>
Stava per baciarlo quando il ragazzo si voltò dall altra parte. <<Smettila Rita>> esclamò
<<smetterla?>> esplose lei << non dirmi che sei ancora innamorato di lei, dopo quello che ti ho detto!>>
<<Rita hai detto quello che volevi dirmi, adesso puoi anche andartene>>

<< è successo qualcosa?>>
Sara era preoccupata nel vedere il suo ragazzo apparire davanti all aula in cui lei in quel momento stava seguendo i corso di letteratura italiana. Vedendo la faccia di Vincenzo all oblò della porta, aveva raccolto le sue cose ed era uscita dall'aula.
<<si>> rispose il ragazzo <<qualcosa che vorrei tu mi spiegassi...>>
<<cosa?>> chiese Sara, perplessa.
<<Chi è Tommaso?>>
Sara fece per prendergli la mano, ma lui si scansò velocemente, cosa che ferì a morte la ragazza.
<<è un ragazzo che mi hanno presentato i miei. Ha 21 anni e studia giurisprudenza...>> spiegò
<<e perchè non me ne hai parlato?>>
<< perchè avrei dovuto parlare di una cosa che non ha nessuna importanza per me?>>
Vincenzo perse le staffe <<ah no? A me hanno detto che è una cosa piuttosto seria!>>
E questa volta fu il turno di Sara di arrabbiarsi. <<Vincenzo, per chi mi hai preso? Pensi che se mi fossi stufata di te, avrei semplicemente cominciato a vedermi con un altro, senza dirti niente? Beh, grazie per la stima>>.
Vincenzo si accorse di aver fatto una gaffe. La ragazza aveva detto le stesse cose che lui aveva pensato.
<<Carlotta>> disse risentito <<è stata Carlotta. Ha detto che vi stavate vedendo, frequentando, che le vostre erano intenzioni serie...>>
<<Anche io ho parlato con Carlotta>> disse Sara, sedendosi su una panca <<e mi ha detto che Rita è stata a casa tua. Neanche tu me ne hai parlato, ma non ti ho fatto nessuna scenata. E questo perchè mi fido di te, perchè ti amo>>
Vincenzo si mise una mano tra i capelli <<e perchè non sei stupida, mentre è chiaro che io sono un idiota!>>
Sara aveva sorriso, prendendolo per mano.
<<non ho mai mentito riguardo noi due, Vincenzo. Ho detto che ti amo, e che non mi importa di quello che pensano o fanno i miei genitori. Amo solo te. Sei come il sole, ed io il girasole. Nn posso guardare nient altro, non voglio guardare nient altro>>
Vincenzo si rese conto che stava dicendo la verità, capiva che l aveva sempre saputo, e che non poteva farci niente.
Avrebbe fatto capire, un giorno, ai suoceri che faceva DAVVERO ,DAVVERO, DAVVERO sul serio.
E sarebbe venuto il giorno in cui loro avrebbero capito.
Avrebbero capito.
Capito il loro grande e unico amore.
Un amore da dipendenza.
Come quello di un girasole e del sole stesso.


FINE
 
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