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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: SENTIMENTI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: maru-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/11/2005 00:21:03

titolo banale ma è una dolcissima ficci su kakashi e iruka, a me piace molto quindi vi consiglio di leggerla!!! ^o^
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Ciao ciao a tutti!!!!
Sono finalmente ritornata con una nuova ficci, questa volta su Naruto, un bellissimo manga di Masashi Kishimoto.
Spero che questa ficci vi piaccia tanto quanto piace a me, vi lascio alla lettura!!!!



<<Iruka>>

Dal primo giorno in cui ti ho visto, non faccio altro che pensare ai sentimenti che provo verso di te, ogni volta che ti guardo o che ti penso il mio cuore comincia ad accelerare il battito, ogni volta che incrocio il tuo sguardo, distolgo i miei occhi dai tuoi, incapace di reggere il tuo profondo sguardo indagatore che tenta di portare allo scoperto ciò che provo per te. Sembra che solo tu riesca a farmi sentire così in imbarazzo e allo stesso tempo sereno. Già, con te mi trovo bene, riesco a parlarti di tutti i miei timori, di tutti i miei problemi. L’unica cosa che non riesco a dirti è ciò che provo nei tuoi confronti, quei sentimenti che tento di rinchiudere nel profondo del mio cuore perché so già che tu non mi vedi come io vedo te, mi consideri solo un compagno, un buon amico forse, ma non provi i miei stessi sentimenti, ne sono certo.
Vorrei dimenticare tutto, dimenticarmi di ciò che provo, così da poterti stare vicino come amico e nulla di più.
Fino a poco tempo fa, l’esserti vicino mi bastava, ma ora, vorrei poterti dire tutto, esternare ogni mio timore, ogni mia paura, ogni mio sentimento.
Eppure non ci riesco, quando parli, quando mi guardi, mi metti in soggezione, nonostante tu non lo faccia intenzionalmente.
Ho paura di dirti ciò che provo, so già che mi rifiuteresti, ma non è quello il problema. Ho il timore che, rivelandoti tutto, tu mi odieresti, mi disprezzeresti, ti allontaneresti da me e io a quel punto, morirei. Preferisco quindi restarti accanto, anche solo come semplice amico.
Già, cerco di illudermi, ma in realtà vorrei ben più di una semplice amicizia.
Ti osservo, mentre, seduto sul ramo di un albero leggi, sei così assorto nella lettura di quel libro che mi viene da ridere solo a pensare a cosa c’è scritto sopra. Vorrei essere uno di quei personaggi descritti da quel tuo libro, così da poter essere osservato da te, essere sempre sotto quel tuo sguardo così falsamente allegro e così profondamente triste. Anche se solitamente sei sempre allegro e spensierato, dentro al tuo cuore si scontrano emozioni, timori, come in tutti noi. Anche tu come tutti sei un essere umano, sei fragile, dolce, comprensivo ed è questo tuo lato nascosto, quel lato che solo a me hai mostrato, che voglio proteggere.
Il vento ti scompiglia un po’ i capelli che brillano come argento al sole.
Ti giri, mi vedi, ti avvicini.
Il mio cuore ha ricominciato a battere all’impazzata, sembra voglia uscirmi dal petto.
Arrossisco, lo noti e con sguardo interrogativo e tono preoccupato mi chiedi se sto bene.
Ti rispondo esitando, arrossendo maggiormente. Non ce la faccio a reggere il tuo sguardo, abbasso gli occhi.
Il vento comincia a soffiare più forte, un brivido attraversa il mio corpo.
Pochissimi istanti e i nostri corpi si sfiorano.
<Fa freddo qui, rientriamo!> mi dici sorridendo e abbracciandomi.
Annuisco senza dire nulla.
Quel contatto mi piace, nonostante i nostri vestiti non mi permettano di sentire il calore del tuo corpo.
Entriamo in casa tua, mi dici di sedermi, mentre tu ti vai a cambiare.
Mi siedo sul divano, ammirando il perfetto disordine della stanza, tutto di te è perfetto, anche i lati negativi.
Rientri nella stanza con un paio di pantaloni neri larghi e una maglietta dello stesso colore, anch’essa larga.
Sei bellissimo.
Entri in cucina e dopo pochi minuti esci, portando con te due tazze piene di the. Annuso il profumo, speziato, come piace a me. Lo assaggio, il liquido bollente scorre nel mio corpo. È una bellissima sensazione. Mi brucia, è come se le fiamme dell’inferno mi sciogliessero il corpo. Almeno quel dolore mi distoglieva dai miei tristi pensieri.
<È troppo caldo. Dovresti aspettare un po’ prima di berlo!>.
<No> risposi secco, mi bloccai, non gli avevo mai parlato con un tono tanto freddo e distaccato <N … no, non c’è problema.> risposi distogliendo lo sguardo da lui.
Mi guardi con occhi tristi, forse pensi che sia arrabbiato con te? No, non sono arrabbiato con te, ma con me stesso, per la mia stupidità e la mia codardia.
<Se c’è qualche problema parlamene Iruka.>.
<Non è nulla.> risposi freddo girando il viso dall’altra parte.
<Non è vero, c’è qualcosa che ti preoccupa, lo vedo, ti prego, confidati. Non sopporto vederti così abbattuto>.
Kakashi mi prese il volto tra le mani costringendomi a guardarlo in faccia. Le sue mani, nonostante il gesto brusco, erano state delicate sul mio viso come piume candide.
Gli occhi iniziarono a bruciarmi, calde lacrime cominciarono a scorrere sulle guance arrossate dalla vergogna di farmi vedere debole da lui, per la rabbia verso me stesso.
Con forza mi staccai da lui, graffiandolo sul dorso di una mano e scappai correndo il più veloce possibile verso casa mia.


<<Kakashi>>

Non riuscivo a capire il motivo di questo suo comportamento, non capivo il perché della tristezza che leggevo nei suoi occhi così belli e profondi.
Da quando lo conosco è sempre stato allegro e vivace, spensierato e aperto al mondo.
Ma da qualche tempo, si era rinchiuso in se stesso, almeno quando stava con me. Non capivo perché con gli altri si comportasse normalmente, mentre in mia presenza, sembrava essere sempre pensieroso, triste e depresso.
Il graffio sulla mano non mi faceva male, nonostante alcune gocce di sangue fuoriuscissero da esso. Senza neppure pensarci gli corsi dietro. Volevo sapere il motivo del suo turbamento.
L’avevo considerato sempre il mio migliore amico, era l’unico che ascoltava gli sfoghi del mio animo, sapeva tutto di me. Forse però per lui era un peso sopportare i miei dolori in silenzio, forse non si considerava mio amico, forse addirittura … mi odiava!
Ma non ero io a dover trarre queste conclusioni, dovevo assolutamente parlargli e capire.
Non sapevo dove poterlo cercare, corsi per tutto il villaggio senza trovare sue tracce.
Forse era tornato a casa. Provai a cercarlo lì, bussai alla porta più volte ma nessuno venne ad aprire. Provai allora ad aprire la porta, notando che era già aperta. Entrai, era strano che uscisse senza prima chiudere la porta, ma forse era per via del suo stato d’animo.
In casa non c’era.
Non avevo la minima idea di dove cercarlo quindi tornai a casa mia, abbattuto per ciò che era successo.

La mattina successiva mi alzai per andare al luogo dell’appuntamento che avevo con i miei tre allievi: Naruto, Sasuke e Sakura.
Arrivai al luogo prestabilito, trovando i tre ragazzi che litigavano, come il solito.
Quando il gruppo mi vide, restarono tutti e tre pietrificati da ciò che vedevano: Kakashi il ritardatario cronico, il maestro a prima vista inaffidabile e maniaco era arrivato all’appuntamento addirittura con un minuto d’anticipo!!!!! Era incredibile per loro.
Già, ero arrivato in perfetto orario, forse perché quella notte non avevo neppure dormito. Chissà dov’era Iruka.
<Non ci credo!> urlò Naruto <Oggi deve essere il giorno dell’Apocalisse, Kakashi sensei, sei in orario!!!>.
<Ehi, non essere maleducato con il tuo maestro!> lo rimproverai bonariamente <Allora, per oggi ho allenamenti speciali per voi, dovrete fare tutto da soli, decidete autonomamente che esercizi svolgere. Ormai siete abbastanza grandi da decidere da soli.>
<Cosa?? Ma che razza di allenamenti sono questi!!!!> gridò Sakura con la sua voce da usignolo castrato e sotto tortura.
<Non discutere, questi sono gli ordini!> ribadì sedendomi su una roccia e tirando fuori dal porta armi il mio libro che aprì in una pagina a caso, cominciando a fissare le parole, senza però leggerle, pensando al moro, a dove potesse essere andato.
Un’idea mi illuminò, Naruto! Come avevo fatto a non pensarci prima. Naruto viveva da solo, Iruka era stato il suo primo maestro, nonché uno tra i suoi migliori amici, forse poteva averlo accolto in casa sua.
<Naruto! Vieni qua un attimo.>
Naruto stupito da quella richiesta si avvicinò al sensei con aria seria.
<Vorrei parlarti, vieni con me. Voi due continuate ad esercitarvi.> disse rivolto agli altri due ragazzi.
Kakashi condusse il biondo verso una radura vicina, dove potevano parlare senza essere disturbati.
<Senti, per caso ieri sera è venuto da te Iruka?> chiese l’uomo al ragazzo che rispose senza esitare.
<No, come mai mi fai questa domanda? È per caso successo qualcosa al maestro?>.
<N … no, almeno che io sappia!>
<Beh, non credo che si trovi nei guai, se la sa cavare benissimo anche da solo. Se avete litigato … vedrai che ritornerà da solo quando si sentirà pronto.> rispose il biondo sorridendo.
<Forse hai ragione, grazie!> dissi, enormemente incoraggiato dalle sue parole. Dovevo ammettere che Naruto era un ragazzino maturo nonostante le apparenze. <Ora ritorna pure agli allenamenti.>.
Il ragazzo ritornò dai suoi compagni, lasciando Kakashi da solo coi suoi pensieri.


<<Iruka>>

Non riesco ancora a capire perché ho reagito a quel modo. Sono scappato da lui per non affrontare il suo sguardo, per non dovergli dire tutto.
Ieri sera mi ero diretto verso casa mia, poi improvvisamente qualcosa mi ha suggerito di non entrarvi, di dirigermi da un’altra parte. Ho cominciato a camminare senza meta, finendo chissà come davanti a una casa che conosco fin troppo bene. Ho bussato, il proprietario mi ha aperto, restando sgomento nel vedere le lacrime solcarmi il viso. Mi ha fatto entrare e accomodare, mi ha offerto il suo letto per riposare, si è preso cura di me consolandomi quando sono scoppiato in un pianto isterico tra le sue braccia. Questa mattina, quando è uscito, mi ha consigliato di restare a letto, dove sono tuttora, non ho la forza necessaria per alzarmi, i muscoli non obbediscono ai miei comandi. La mia mente vaga tra i vecchi ricordi, la morte dei miei genitori, la mia infanzia, l’adolescenza, le giornate passate in accademia, i ricordi delle giornate passate con Naruto … Mi sento male, ho caldo, ho voglia di piangere. È arrivata l’ora di pranzo, l’ora in cui il proprietario di questa casa ritornerà. Non voglio più stare da solo, ho paura della solitudine, ne ho sofferta già troppa.
Eccolo, sento il rumore della chiave che apre e chiude la serratura, sento i passi avvicinarsi.
La porta della camera si apre, lasciando entrare un ragazzo che mi si avvicina preoccupato sedendosi accanto a me.
<Come stai?> non ho la forza né la voglia di rispondere, apro la bocca comunque, senza però riuscire emettere alcun suono.
Mi appoggia una mano sulla fronte, provandomi la temperatura.
<Non hai febbre, mi vuoi dire cosa succede? Ieri sera sei venuto qui con un’aria sconvolta e oggi non vuoi neppure parlarmi?!> supplicò il biondino.
Mi giro con il viso verso il muro. Non ho affatto voglia di parlarne con nessuno.
<Oggi, il sensei mi ha chiesto di te, è molto preoccupato>.
Mi stringo sotto le coperte. Il cuore manca un battito e si stringe in una morsa dolorosa. Soffro anche solo a sentirlo nominare.
Naruto se ne accorge, si distende accanto a me, sotto le coperte. Mi abbraccia da dietro. Sento il calore del suo corpo. Mi giro nel suo abbraccio, appoggiando la testa sul suo petto. Il suo affetto mi rassicura, mi dà coraggio. L’ho sempre considerato come un fratello minore, come un figlio da crescere eppure ora è lui che si comporta da persona adulta e responsabile mentre io sembro un bambino timoroso di tutto.
<Ho paura> trovo la forza di cominciare a parlare, anche se non so neppure cosa voglio dire.
<Io … io voglio molto bene a kakashi, ma ho paura di rivelargli ciò che provo, ho il timore che poi lui mi odi, non voglio fargli schifo. Lui mi vede solo come amico, ma io … io vorrei qualcosa di più.
Io lo amo> finisco appena la frase e scoppio nuovamente a piangere tra le sue braccia. La sua mano mi accarezza i capelli, con affetto fraterno, tranquillizzandomi un po’.
<Lui non ti potrebbe mai allontanare, parla con lui dei tuoi sentimenti. Se lui ti rifiuta significherà che non vuole perdere la tua amicizia con azioni avventate, invece se resterà schifato, cosa di cui dubito, significa che non ti merita.
Non rispondo e poco dopo crollo i un sonno profondo e senza sogni.


<<Kakashi>>

Dopo gli allenamenti della mattina, sono tornato a casa. Poco fa, è venuto a casa mia Naruto. Mi sono stupito molto di vederlo bussare alla mia porta, non era mai successo. Gli chiesi perché fosse venuto, mi rispose soltanto con un nome: Iruka.
Mi ha posto domande, a cui ho risposto con la massima sincerità possibile. Mi ha rivelato che il moro è a casa sua, ma non è certo in buone condizioni. Fisicamente non è ammalato, ma molti pensieri lo turbano.
Mi chiedo perché ne abbia parlato con il ragazzo e non con me. Perché mi tratta così freddamente?
<Vorrei che vi parlaste> disse ad un tratto il biondo.
<Per me non c’è problema, anzi, vorrei chiarire questa situazione> dissi io risoluto.
<Per favore, vieni adesso a casa mia. Lì potrete discutere tranquillamente> feci un cenno d’assenso, accingendomi a seguirlo.
Siamo ora arrivati davanti al suo piccolo appartamento. Entriamo. Iruka è nel letto, quando ci ha sentiti entrare si è voltato verso di noi. Ci guarda stupito, i suoi occhi sono arrossati dalle molte lacrime versate. Naruto esce dalla stanza, lasciandoci soli. Mi siedo accanto a lui. Tra noi non c’è altro che silenzio. Decido di interromperlo.
<Ora mi vorresti spiegare che ti succede? Sono preoccupato, ultimamente quando sei con me ti rinchiudi, non mi sorridi mai, parli raramente, non mi guardi mai negli occhi. Perché?>
<Ogni volta che mi guardi o che mi parli, il mio cuore accelera i battiti, la voce non riesce a uscire, mi sento morire> mi dice arrossendo e evitando di guardarmi negli occhi <Io … ecco, io … ti amo>.
Il mio cuore si ferma per alcuni istanti, come ho fatto a non accorgermi prima di questi suoi sentimenti?
<Io non so cosa dire, non mi ero mai accorto di cosa provi per me> dico sinceramente <Non posso dirti di provare lo stesso per te, non ho mai riflettuto su sentimenti di questo tipo, ho sempre cercato di evitare coinvolgimenti morali e sentimentali di ogni tipo. Prometto che ci rifletterò su, ma tu non nascondermi più nulla, non voglio perderti. Ti chiedo di aspettare un po’, se non vuoi non fa nulla. Decidi tu. Comunque sappi che ti voglio molto bene>.


<<Iruka>>

Nonostante tutto, le sue parole mi hanno risollevato il morale, almeno non ho perso la sua amicizia. Mi vuole bene, sono disposto ad aspettarlo anche per il resto della vita ora. Non mi importa più di nulla.
Sono felice, il mi cuore si è liberato di un peso molto grande, mi sento libero.
Kakashi mi abbraccia teneramente.
<Restiamo così per un po’?> chiedo speranzoso.
<Quanto vuoi.> mi risponde sorridendo.
Qualche tempo dopo Naruto ritornò a casa, lo ringraziamo per la sua gentilezza, lo salutiamo e ci avviamo verso le nostre rispettive case. Naruto intanto era rientrato in casa, sorridendo felice del nostro chiarimento.
Non importa quanto dovrò aspettare, ma almeno ora ho fatto chiarezza nei miei sentimenti.

FINE



Ma quanto sono dolci assieme ^\\\\\\\\^
Aspetto numerosi commenti, mi raccomando!!! ^O^
Kiss kiss a tutti!!!!!!!
 
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