torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: LODE AD UNA TOMBA VUOTA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: bloodylady87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/11/2005 18:47:58

l`inno di bellatrix dopo la morte di sirius.
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
LODE AD UNA TOMBA VUOTA
- Capitolo 1° -

Bellatrix, Bellatrix Black.

Questo è il mio nome. La mia croce, un cognome che, ormai, non esiste più. L’ultimo dei Black è morto per mano mia.

Ciao, Ciao Sirius, cuginetto adorato, adesso non fai più lo sbruffone vero?

Con la tua aria da damerino tronfio, i capelli lucenti, i tuoi occhi blu, eri il più bello tra i belli, il dio del sesso disceso dal cielo. Sì, eri il più desiderato a scuola, tutte le mie compagne ti morivano ai piedi, e tu avevi l’onere di calpestarne i cuori, infrangere le loro speranze dopo una notte di follie, cercando di annegare la disperazione di un crollo familiare tra le braccia di una sconosciuta, concedenti a lei solo per una volta, una volta soltanto, per poi scappare via, crogiolandoti nel menefreghismo, ignorando di quanto tua madre e tuo padre soffrissero di quel comportamento non adatto ad un purosangue di una così nobile casata. Poveri zii, hanno puntato tutte le loro speranze di una continuazione della stirpe della loro famiglia su Regulus benché secondogenito. Almeno lui si comportava veramente come un purosangue, disprezzando i babbani che uccideva volentieri, quando ne capitava la ghiotta occasione, e si era alleato con un nemico assai potente che sperava portasse il lustro perduto alla casata dei Black.

Ma, benché nelle sue vene scorresse il sangue dei Serpeverde, e avesse un’indole subdola e perversa, Regulus ha commesso un grave peccato agli occhi del suo padrone e signore Voldemort; un errore imperdonabile, che l’ha portato dritto ad una cruenta morte per Cruciatus, un dolore immenso che prima porta all’oblio, una lunga e interminabile agonia, una lunga attesa di dolore che sfuma fino ad esalare l’ultimo rauco respiro, finché il tuo carnefice ti rende la grazia con un AvadaKedrava.

Il tuo corpo si dimena selvaggiamente, mentre sembra che stia bruciando ogni tessuto, il sangue ribollisce nelle vene e i tessuti e i legamenti si sgretolano, la tua testa scoppia e la vista s’indebolisce, finché solo l’oscurità ti circonda, senti solo l’eco delle tue grida nel cervello, desideri che la nera signora abbatta la sua falce acuminata sul tuo capo; lei però non viene, non subito, almeno, e le tue urla si fanno più rimbombarti nelle orecchie, come se ti avessero strappato l’anima dalla tua carne macellata. La mente si annebbia, hai solo la forza per pregare una pietà che non ti è concessa. Ora non sei nulla, tranne un divertente intrattenimento per Voldemort, un cane che fa il suo spettacolo per l’ultima volta, un burattino i cui fili sono manovrati da un potente capace di giudicare sulla vita e sulla morte.

La sua vigliaccheria è stata lavata con il suo stesso sangue versato sull’ara sacra come sacrificio al signore oscuro che ne ha bevuto i fluidi vitali per trarre giovamento.

Voldemort vuole che i suoi mangiamorte pieghino anima e corpo al suo volere e ogni tradimento o codardia equivale a morte certa e anche disonore sui membri della sua famiglia. Ho ucciso io Regulus, per provare la mia devota ubbidienza al Milord oscuro, e non me ne vergogno, è stata la mia prima vittima, e non di certo l’ultima. Solo quando ho visto il corpo senza vita di mio cugino, ho capito: Essere un Mangiamorte non è solo un dovere, ubbidire agli ordini, ma anche un piacere.

Il piacere di torturare le proprie vittime e vederle urlare e dimenarsi impotenti, sentirle supplicare vane il tuo perdono che non avverrà; avere il loro destino, sul palmo della mano, sfogare la tua frustrazione sul corpo d’un innocente.

E mi è piaciuto.

La stessa sensazione di potere che ho sentito, quando portai alla pazzia i Paciock, due vite spezzate a causa mia, Neville non saprà mai che le sue ultime parole di sua madre Alice prima di cadere nell’oblio perpetuo furono per lui.

“Addio figlio mio, ti amerò per sempre mio piccolo Neville.”.

Sirius, se solo avessi condiviso tutto questo con me, dove sei ora, cugino mio? In un limbo fatto d’ombre, un purgatorio eterno, sospeso tra la vita e la morte, un inferno che durerà in eterno, fino a che ti consumerai e le tue ossa non saranno polvere. Così, come tutto fu creato, tutto ritorna alla sua forma originale.

Cenere alla Cenere, Polvere alla Polvere.

Vagherai in eterno nel vento, la tramontana sarà la tua voce, e il ghibli, la tua ninna-nanna. Porterai ristoro o gelo, farai resuscitare con il tuo caldo respiro primaverile i fiori dalla corolla ancora fradicia dopo un lungo sonno, accarezzerai le bionde spighe mature e con le tue carezze porterai ristoro al pellegrino stanco durante il suo lungo viaggio sotto il solleone cocente dell’estate, giocherai con le foglie mescolandoti con i caldi colori dell’autunno, e danzerai tra fiocchi di neve in inverno.

Questa è la fine di un assassino.

Non potrai più vedere il tuo adorato Harry, né il tuo Lupin che ti piange da lontano e non ha neanche una tomba dove versare le sue lacrime di dolore e dove io non posso riderci sopra.

Povero Sirius, povero e stupido Sirius.

Ti voglio bene.

Te lo dicevo anche se non spesso.

Ti voglio bene.

Me n’accorgevo prima più che adesso.

Sono quella che ti ascoltava, quella che sempre ti consola, anche in quella sera che ti sentivi strano. Quella che chiamavi se piangevi la sera.

Adesso non voglio nulla, adesso ho tutto, l’amore del signore oscuro, la mia sola ragione di vita, colui che hai abiurato, morendo così da martire.

Solo Narcissa sa, quanto per me è dura questa sofferenza, mentre aspetta il suo Lucifero, il suo demone dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio, rinchiuso in una prigione, come Penelope con Ulisse, tessendo la sua tela di menzogne, come quella in cui sei caduto, angelo mio, dalle ali nere.

Ora Esiste solo il mio signore, dallo sguardo di fuoco e l’anima nera, il redentore nato tra babbani, che finalmente saprà dominare la volta del cielo e la terra, ma tu non potrai vederlo Sirius, principe addormentato, aspetti solo che qualcuno ti svegli. Ma questo non è un sogno, è un lungo lunghissimo incubo, e tu lo sai.

Ti ho amato Sirius, un amore impossibile per i legami di sangue che ci legavano. Avrei fatto di tutto per avere un po’ di quello che avevano le altre ragazza. Grande e fiero guerriero questa è la tua lode, lode ad una tomba vuota d’assassino.

Addio Sirius adesso potrai rivedere James e Lily ma non vedrai le lacrime di Remus. Quelle non si possono asciugare. Nel suo cuore è rimasto un vuoto che solo il tempo, forse, potrà risanare.
Addio.
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: