********* - Capitolo 1° -
Cosa fai quando i rimorsi e i rimpianti ti chiudono il cuore?
Quando delle emozioni che ti hanno tolto il respiro non rimane altro che un
ricordo sbiadito e la scia di una lacrima solitaria?
Quando ti accorgi che tutto quello per cui hai vissuto fino a questo momento
non conta niente?
Quando capisci che tutti gli ideali che avevi non sono più tanto importanti?
Quando i tuoi sogni, quelli che ti avevano spinto ad andare avanti anche nei
momenti più difficili, si infrangono contro il duro muro della realtà?
Quando senti che una storia mai cominciata fa più male di una già finita?
Cosa fai quando non vuoi più la vita che ti è stata donata?
Per gli altri era giovane. Lei si sentiva grande.
Per gli altri era carina. Lei si faceva schifo.
Per gli altri amava la scuola. Lei la odiava.
Per gli altri voleva andare alluniversità. Lei voleva entrare nei carabinieri.
Per gli altri avrebbe preso la macchina a 18 anni. Lei voleva la moto a 16.
Avrebbe voluto essere la persona riflessa negli occhi degli altri. Ma non lo
era. Era una persona vera. E la verità troppe volte fa male. La verità non è
soggettiva. È uguale per tutti. Ma per lei vero era ciò che vedeva coi suoi
occhi. Ed il fatto che quella che vedeva non era la verità non aveva poi molta
importanza. Perché se credi in qualcosa, è difficile cambiare idea. Anche se
capisci che è sbagliato, continui a farti del male. Continui a piangere.
Continui a torturare la tua mente e i tuoi nervi con pensieri dolorosi. Continui
a ripeterti cattiverie, a sfogarti contro te stessa, ad offenderti. Non per puro
masochismo, ma per odio. Lodio spinge a fare cose stupide. E ancora più stupide
quando la persona che odi sei tu. Tu e i tuoi capelli che non ti piacciono. Tu e
il tuo corpo troppo magro. Tu e la tua altezza. Tu e il tuo carattere. E ti
odi ancora di più perché ti accorgi di quanto sei egoista. Del tuo pensare solo
a te stessa. E arrivi a odiarti perché ti odi. È un circolo vizioso, da cui ti
sembra di non poter nemmeno uscire.
Elena aveva 15 anni. Elena si odiava. Da quando la realtà aveva bussato alla
sua parte bambina e laveva trascinata fuori dal castello rosa in cui viveva. Ed
era cresciuta. Ma a che prezzo? Si era resa conto che il tempo passa, che ogni
attimo potrebbe essere lultimo. Che dietro allorizzonte ci sono milioni di
altri orizzonti. Ma si era anche resa conto che i suoi sogni erano
irrealizzabili. Che non avrebbe mai potuto entrare nei carabinieri. Che non
avrebbe mai potuto guidare una moto. Perché era piccola. Perché era debole.
Perché non era abbastanza determinata. Perché non aveva un carattere abbastanza
forte. Non ce lavrebbe mai fatta. Non aveva più sogni, né voglia di sognare.
Considerava la vita il bene più prezioso, degno di essere vissuto in ogni
istante, comunque. Aveva rispetto e amore per la vita degli altri, ma non per la
sua. La vita lei non la voleva. Non capiva perché le era stata donata. Non
capiva perché tante persone importanti e meravigliose morivano, mentre lei che
non era né importante né meravigliosa doveva vivere. Avrebbe volentieri dato la
sua vita in cambio di quella di chiunque altro. E si odiava per questo suo
egoismo. Si odiava perché aveva sempre una parola di conforto per gli altri, ma
mai per sé. Si odiava perché non riusciva ad amarsi. Si era ritrovata spesso a
pregare Dio di riprendersi il suo dono. Non lha accontentata.
Ma come dopo un temporale improvviso e catastrofico ritorna il sole, così il
tempo cancellò pian piano lodio. Ed Elena cominciò a vivere.
La vita è il bene più grande e non deve mai essere buttata via.
I sogni, anche se non sono immediatamente realizzabili, ed anche se forse non
lo saranno mai, sono importanti.
Non rinunciate mai ai sogni e non sottovalutate la vita: senza di questi non ci
sarebbe il dolore, ma nemmeno la gioia.
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