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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: NUOTANDO NELL`ARIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: gretap galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/10/2005 22:25:09

...adoro bellatrix e adoro rodpholpus, questa è la loro storia. *la finestra è aperta, piove. le gocce entrano e ticchettano sul pavimento. tu dormi.*
 
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SORRIDI
- Capitolo 1° -

*guardo i tuoi occhi socchiusi
ed ho voglia di piangere...*

Mi sveglio ad un tratto, di colpo. Il tuo braccio sottile mi ha sfiorato il fianco mentre ti rigiravi ancora succube del sonno. Mi giro a guardarti e non mi sembra vero averti di fianco a me, sdraiata tra le lenzuola bianche e pure. è troppo bello per essere vero.
La finestra è aperta, piove. Le gocce entrano ticchettando sul pavimento. Tu dormi ancora.
Dopo tutto il tempo che ho passato a lottare per non tornare sui miei passi, per non tornare a star male, mi ritrovo qua, in questo letto sconosciuto, con la netta senzazione di aver fatto qualcosa di sbagliato, e meraviglioso.
Eppur sto male. Guardo la tua schiena muoversi lentamente e mi salgono le lacrime agli occhi.
Non hai idea di quanto ho sognato questo momento. La morbosità con la quale ho immaginato ogni dettaglio, ogni movimento avrei dovuto fare, ogni regola da rispettare per non violare il nostro equilibrio precario. E sono in bilico. non riesco ad adagiarmi, guardarti in viso e sorriderti, non riesco perchè è una delle cose che vorrei fare di più...
Ma ho paura...Potresti ridere di me. Arricciare le tue labbra rosse e spalancare la bocca mostrandomi i tuoi denti perfetti e regolari e ridere di gusto, sapendo quanto sono perso. Totalmente senza pudore o ritegno prego che ogni secondo duri per sempre, mentre le tue mani candide sfiorano le mie.
Non hai idea di quello che fai.
Anzi ne sei fin troppo consapevole.
Mi guardi morire dissanguato, in ginocchio chiedendo un ultimo bacio, un ultima attenzione, prima di vederti sparire e non sapere poi quando tornerai.
Per soddisfare i tuoi insaziabili istinti terreni.
Ma è l'unica cosa di terrena che hai, perchè sei altrove.
il tuo corpo è altrove, le mani bianche e sottili, le tue unghie laccate di rosso, o forse ancora sporche di sangue. I tuoi occhi vuoti, il tuo naso dritto senza uguali. La tua bocca carnosa, i tuoi zigomi affilati. La tua pelle diafana, le spalle delicate, il petto prorompente, l'addome piatto con la leggere impronta delle ossa dei fianchi, fino ad arrivare alle lunghe gambe affusolate ed i lunghi piedi sottili e leggeri, pronti a permetterti di fuggire nel pieno della notte senza mostrare il minimo rumore.
Non c'è nulla di comune in tutto questo.
Nulla di divino.
Nulla di femminile.
C'è solo un felino che ti eguaglia, una gatto nero.
Un dolce gatto che cammina a passi felpati tra la gente senza riuscire a non farsi notare, fiero di quel suo manto lucido e soffice.
Un micione che gira e rigira tra le gambe della gente, facendo le fusa. Ah, i gatti, creature opportuniste.
E scoprono i canini come vampiri, soffiando tra di loro, ma tu non soffi a nessuno, non hai simili, non ci sono donne che possono assomigliarti.
E quando scopri i denti ridi e basta.
E mi uccidi così.
Ed è l'unica morte che vorrei, e lo sai.
Non mi hai mai sorriso, forse una volta, prima che io ti tradissi.
E l'ho pagata cara. E sto pagando. Perchè avevi ragione.
Avevi ragione su tutto.
Quando mi hai urlato addosso che ci sono uomini disposti a morire per te e che io dovevo esserti grato perchè tu mi avevi concesso un privilegio indescrivibile.
Evevi ragione quando hai pianto disperata fuori dal balcone, mentre credevi che io dormissi.
Ma io vedevo ogni tuo moviemento
Ogni tuo respiro.
Ogni tua lacrima che cadeva per terra insieme alla neve.
Era natale, e tu mi avevi sorriso per la prima volta prima di scoprire la verità. E con quel sorriso mi avevi donato la tua fiducia.
E io l'ho tradita.
E non merito pietà.
Non merito nulla.
E mi dai il nulla.
Non sorridi più da allora, nemmeno agli altri.
E mi concedi il tuo corpo, i tuoi baci, che non sono niente, niente.
Il tuo sguardo è vuoto, ogni volta che ti sposto i capelli dal viso mentre parliamo.
Il tuo pensiero è altrove, e io non sè dov'è.
Ed è colpa mia. E vorrei pregarti di sorridermi ancora una volta.
Mi piacerebbe sentirti piangere, così potrei piangere anch'io con te.
E pregarti ancora e ancora e ancora tutte le volte che vorrai che se mi concedessi una seconda possibilità, sarebbe quella giusta.
Sarebbe la volta che ti direi la verità giorno e notte, e non mentirei nemmeno a me stesso, dichiarandoti fedeltà eterna fino ad diventare patetico all'invero simile, e poterti, sentire ridere, nuovamente.

 
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