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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ESPERIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kia-hikotaru galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/10/2005 19:47:25

... per le mie gocce di speranza :-** vi adoro
 
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GOCCIA A GOCCIA
- Capitolo 1° -

A Mimi, Blue, Memè, Notty, Daniel, Giulia e Egon, le mie gocce di speranza.

ESPERIA -un cielo con due lune-
Capitolo unico.
Goccia a goccia...

[C'è un pianeta, una terra, una stella. Esperia, il pianeta. Dalle parti di Marte. Esiste. Fu scoperto alla fine dell'Ottocento dall'astronomo italiano Giovanni Schiapparelli, abbarbicato in cima al suo telescopio dell'Osservatorio di Brera. Lui lo trovò perché ci credeva. Trascorse la maggior parte della sua vita dieci, quindici ore al giorno a scrutare il cielo, nascosto nel cuore di una città distratta e forse troppo romantica - allora - per credere alle cose reali. Giovanni trovò il pianeta del suo immaginario, un pianeta vero e ancora troppo lontano. Non lo raggiunse mai.
[...] Esperia, il pianeta, c'è davvero. [...] Il suo cielo ha due lune, la sua luce è fredda e la notte è infinita. Ma i cuori con due lune si confondono meglio e la terra, lontana, da lì pare una stella...]
---
[Guarda che acqua, ragazza di sapone. Noi siamo dentro a un film e piove una pioggia acida che sa di fumo. Ma non c'è più pellicola, ora il film siamo noi con i nostri respiri leggeri mentre le gocce cadono sopra questa nostra città impregnata di noia]

Erano gocce quelle che gli scivolavano lungo le guance, ma non erano gocce di pioggia.
Lacrime...?
Sangue...
Si passò un dito su una tempia, raccogliendo gocce di quel liquido che lentamente colavano via, così come la vita colava lentamente via dal suo corpo.
Volse lo sguardo al cielo, quel cielo che era sempre buio lì, su quel pianeta.
Le due lune splendevano alte, enormi, rosse.
Rosse, come il sangue...
Che scorreva lento dalle sue ferite, pompato fuori dallo stesso cuore...
Goccia a goccia...
Goccia a goccia...
E la vita scivolava via, poteva quasi sentire il dolce fruscìo della sua anima allontanarsi piano piano dal suo corpo, diretta verso un luogo sconosciuto, un luogo lontano, sospinta dal vento, Zefiro, lo stesso che un tempo si portò via Espero...
Espero era un re buono... il più buono di tutti...
Ma Zefiro inclemente lo sorprese sulla cima del monte Atlante, strappandolo a un mondo che aveva tanto bisogno di lui...
Un mondo che lentamente era andato verso la rovina...
Goccia a goccia...
Goccia... a goccia...
Nemmeno il ricordo di quel re tanto buono aveva evitato la catastrofe...
Goccia a goccia...
E poi Espero e il suo pianeta erano stati l'oasi di salvezza, il solido appiglio nel baratro dell'ombra, la mano che impedisce ad una goccia di cadere...
Goccia a goccia...
Ma l'uomo è uomo; e come la gatta tramutata da Afrodite in un'umana non riuscì a non divorare un innocente topolino, anche l'uomo non potrà mai lasciarsi alle spalle abitudini maturate in secoli e secoli di evoluzione...
Goccia a goccia...
Sul pianeta di Espero, che un tempo era stato la stella più luminosa, la notte era eterna, avvolgeva tutto, la luce fredda, la terra solo una stella lontana...
La Terra...
Un pianeta che, goccia a goccia, era andato in rovina...
Goccia a goccia...
Anno dopo anno...
Giorno dopo giorno...
Goccia a goccia...
Gocce di lacrime, di pioggia, di sangue...
Una lacrima spuntò timida dai suoi occhi, scivolò lenta e silenziosa lungo una guancia, portando via un po' di sangue, e poi arrivò al mento, pronta al grande salto.
Ma lui si passò un dito sul viso, asciugandola e poi portandola alle labbra, assaggiando finalmente un sapore diverso da quello ferreo del sangue.
Goccia a goccia se ne andava via...
Goccia a goccia sentiva il barlume di speranza che l'aveva animato spegnersi...
Goccia a goccia...
Il cielo sembrava volergli cadere addosso...
Atlante doveva essersi stancato...
Il buio lo avvolgeva sempre più stretto, sempre più stretto...
Febo Apollo e il suo carro di luce un ricordo lontano...
Ade chiamava il suo nome, poteva sentire la voce possente del re dei morti provenire da un luogo lontano ma terribilmente vicino...
Sentiva la Moira incombere su di lui, Atropo era pronta a tagliare il filo della sua vita...
Goccia a goccia la sua vita era straripata dal piatto di Zeus come per altri prima di lui era accaduto...
Ma lui degli altri s'era sempre preoccupato poco o niente...
E per questo sarebbe morto scivolando nell'oblio più profondo, nessuno avrebbe avuto memoria di lui, anima di passaggio in un mondo in tumulto...
Il suo sangue avrebbe sporcato il terreno ma nessuno l'avrebbe saputo...
A nessuno sarebbe importato...
Non avrebbe avuto sepoltura, non avrebbe potuto mai più volare in alto verso le stelle...
Goccia a goccia...
Le aveva raggiunte le stelle che da piccolo ammirava, bramava...
E aveva compreso che quei puntini luminosi lo attiravano proprio perché così lontani, così irraggiungibili, così misteriosi...
Zefiro soffiò più forte, deciso a strappargli l'anima più in fretta.
Tossì, sporcandosi le mani di gocce scarlatte.
Goccia a goccia...
Goccia a goccia...
Il destino si compie...
Nessun uomo può sfuggire al Fato...
Fato bastardo, ingiusto, che colpisce a tradimento, alle spalle, Fato imprevedibile, assassino, che fa soffrire, che opprime...
Ma inevitabile...
Inevitabile...
Inevitabile che non lo notasse...
Quel ragazzo era entrato proprio nel vicolo dove giaceva lui, moribondo, adesso gli si avvicinava...
Goccia a goccia...
Il giovane si chinò davanti a lui, gli occhi spalancati e lucidi.
Goccia a goccia...
Sussurrò qualcosa...
Ma Zefiro portò via le sue parole...
Goccia a goccia...
Goccia a goccia sentì la speranza riaccendersi, mentre mostrava al ragazzo un biglietto e questi capiva, lo vide sorridere, e sorrise a sua volta.
Goccia a goccia...
Il sangue continuava a scorrere, ma non faceva più male...
Zefiro continuava a soffiare, Ade a chiamarlo, ma Apollo era un po' più vicino, ora...
E Artemide, la sua dea, sorrideva.
Goccia a goccia...
Era tornata al suo fianco, la bella dea lunare, con il suo arco e le sue frecce, e lui capì che era stata lei a permettergli di guarire le ferite dell'anima...
Goccia a goccia le lacrime scesero...
La sua dea lo aveva protetto, gli aveva mandato quel ragazzo per rendere la morte un po' migliore....

[Dice la leggenda che Esperia nacque figlia di un fiume, il Cebrene. Di lei s'invaghì un ragazzo che la vide mentre sulla riva paterna faceva asciugare i capelli al sole, sciolti lungo le spalle. Le si avvicinò. Esperia fuggì allontanandosi dalla riva. Cadde, fu morsa da un serpente e morì. Il ragazzo, che si chiamava Esaco, disperato per averla perduta per sempre, si gettò in mare. La nereide Teti, impietosita, lo tramutò in gabbiano. Forse i gabbiani, liberi sugli ocenai, hanno davvero quell'origine lì. Forse Esperia - la donna, il pianeta - è nata per insegnarci di nuovo a volare. O forse per proporci mondi meravigliosi e lontani.]

Eccola...
La Terra...
Era vicina...
Sempre più vicina...
Più grande di quanto non fosse mai stata...
Più bella di quanto non fosse mai stata...
Goccia a goccia...
Da quella piccola capsula spaziale la vedeva tutta, la sua amata Terra...
Da quando l'uomo l'aveva abbandonata, per dirigersi a Esperia, era profondamente cambiata...
Goccia a goccia...
Era tornata alla sua origine, splendida e ricca di vegetazione... di animali...
E con pochi esseri umani che l'amavano e rispettavano, e sapevano trarre da essa il necessario per vivere, sopravvivere...
Adesso il suo pianeta era a pochi passi...
La capsula atterrò dolcemente in una grande prateria, riuscì a uscirne, cadde sull'erba, il viso rivolto verso il terreno...
Goccia a goccia...
Aveva un odore, un sapore diverso quel terreno...
Guardò verso l'alto, verso il cielo che aveva appena abbandonato...
Goccia a goccia...
C'erano nuvole candide, sfilacciate come cotone...
Pure...
Goccia a goccia...
Una goccia gli colpì il naso.
Sorrise.
Gocce di pioggia...
Pioggia che, goccia a goccia, lavò via ogni traccia di sangue, di sofferenza...
Strinse un po' di terra tra le dita.
Era di nuovo a casa...
La speranza...
Goccia a goccia...
Aveva avuto la meglio...

[Ha smesso di piovere, ragazza di sapone che non sa più volare. La città profuma di erba bagnata. Si annuncia la primavera, forse tempi migliori. Noi siamo già tornati dal viaggio sul pianeta delle due lune o forse abbiamo già visto gli alberi dalle mele irraggiungibili. Fra poco scenderà la sera. Se le nuvole si apriranno di nuovo, vedremo una stella, quella che brilla più forte, e sapremo che Zefiro avrà perduto ancora.]

---

Tutto ciò che è tra [] è di Gino e Michele, tratto da Smemoranda 2005/06.
... beh? Che c'è? ...è così tremenda? A me piace. Mi è venuta su così. Ultimamente il mio spirito ambientalista si fa sentire più del solito. Ho pianto leggendo il pezzo di Gino e Michele, ho pianto scrivendo questa fict. Spero che possa commuovere anche voi.

A Mimi, Blue, Memè, Notty, Daniel, Giulia e Egon, le mie gocce di speranza.
Che ogni giorno mi aiutano a sconfiggere Zefiro.
Grazie.

 
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