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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ANGELS WITHOUT WINGS
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: lothien galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/10/2005 17:59:44 (ultimo inserimento: 10/12/05)

due sorelle di 6 anni, angel e kim, dotate di poteri speciali vivono una grande avventura
 
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CAP.1 IL SOGNO
- Capitolo 1° -

1° capitolo
Il sogno

Una fresca brezza entrava dalla finestra aperta facendo tremare il corpicino sudato di Kim che si agitava addormentata sotto il lenzuolo. Lei e sua sorella Angel avevano appena iniziato la scuola ed erano fiere di loro stesse come lo era loro padre Samuel, o come lo sarebbe stata la loro mamma, scomparsa l'anno prima. Si erano facilmente ambientate e non mancavano mai di raccontare eccitate ogni particolare al padre ogni volta che tornavano a casa: i libri, le materie, le maestre, i compagni e altre cose che non tardavano a incuriosire le due bambine. Quella era l'ultima sera dell'estate e le poche luci della città nel cielo si spegnevano; chissà se fu il rumore delle carrozze che passavano sotto casa loro o se fu il tintinnare dello scacciapensieri di cristallo che veniva mosso dal vento a svegliare Kim dal suo sonno. La bambina si mise a sedere, si stropicciò gli occhi e si accorse delle luci accese nella stanza accanto, probabilmente papà stava ancora lavorando. Scostò le coperte e scese dal letto cercando al buio le ciabatte; non trovandole decise di camminare scalza.
Era cresciuta molto dall'estate precedente, come dimostrava la tacca sullo stipite della porta della cucina. Aveva appena compiuto i sei anni e i capelli nerissimi, che le arrivavano alle spalle ora scompigliati erano incollati davanti alla faccia nonostante lei cercasse di tirarli indietro. Per chi avesse visto Kim insieme a sua sorella avrebbe capito subito che la prima era stata adottata; infatti Kim aveva caratteristiche nettamente orientali: gli occhi neri a mandorla mostravano una dolcezza infinita e la sua corporatura minuta la faceva sembrare più piccola di quanto non fosse. Ma non era solo questo ad attirare l'attenzione della gente: era il suo carattere allegro e gioioso nelle cose di tutti i giorni, come se non ci fosse niente di brutto al mondo.
Avvicinandosi in silenzio alla porta Kim si accostò lentamente all'uscio per sbirciare dentro: papà era curvo sulla scrivania di rovere e tamburellava nervosamente sul legno giocherellando contemporaneamente con la piuma d'oca che Angel gli aveva regalato due giorni addietro. La bambina stava osservando divertita la scena quando sentì dire:
- Vieni fuori di lì. Guarda che ti ho vista! Bè, a dir la verità ti ho sentita.
Kim si divertiva sempre un mondo quando papà scherzava a quel modo. Venne fuori.
- Papà, non riesco a dormire. Ho fatto un altro sogno.
Samuel si girò verso la piccola con aria sorpresa e la prese in braccio.
- Ooplà! Raccontami un pò questo sogno, che ne dici?
La bambina appoggiò la testa sulla spalla del padre e cominciò a raccontare...
Kim era seduta, la testa appoggiata alla spalla, come se dormisse. I capelli erano mossi da un vento impetuoso di tempesta ma la bambina pareva non lo sentisse. Si trovava in cima a quella che sembrava una montagna e intorno non si vedevano che nuvole che correvano velocissime cambiando continuamente forma, colore e dimensione. all'improvviso la piccola aprì gli occhi guardando quello spettacolo con curiosità e sorpresa piuttosto che paura. La luce era strana, come in una mattinata d'inverno, eppure Kim non sentiva freddo; i colori tendevano al giallo, spenti, sbiaditi, come in una vecchia foto. la bambina si mosse verso il ciglio della terrazza di roccia su cui si trovava e provò a guardare di sotto invano; si vedevano solo nuvole. Si voltò e vide proprio davanti a lei un girasole morente; si avvicinò e notò che era altissimo, circa una decina di metri nonostante il fiore fosse chino. Si avvicinò ancora, lentamente al gambo e si accorse che cadevano delle gocce d'acqua, come lacrime. Accarezzò le grandi foglie e chiese: " Come mai un fiore così grande versa lacrime così piccole?" "Perchè sono le lacrime di un essere umano, bambina" ,rispose il girasole. Il fiore aveva pronunciato quele parole con una voce dolce, di donna, che Kim ascoltò come un assetato beve l'acqua. "Chi sei?" chiese il girasole.
" Io mi chiamo Kim, e tu?" Come mai aveva fatto quella domanda non lo sapeva, ma sentiva che era quella giusta.
" Oh, io non ho un nome. Ognuno mi chiama come desidera."
" La tua voce mi ricorda quella della mia mamma, sai?"
" Davvero, e come si chiama tua mamma?"
" Si chiamava Catherine. E morta due anni fa."
" Sono parole tristi per una bambina così piccola. Mi dispiace."
Kim mise il broncio. " Non mi hai detto perchè hai la voce della mia mamma."
" Questo è il tuo sogno. Forse avevi bisogno di una voce familiare."
" Ma come fai a crescere quassù? Il mio papà dice che alle piante servono l'acqua e il sole; Qui ci sono solo nuvole e non credo bastino quelle gocce che cadono."
" Oh, ma io sono un fiore magico. Riesco a crescere dove nessun altro fiore può; e poi, come vedi posso anche parlare."
" Ma come mai sei qui?"
Il girasole non rispose subito; forse stava cercando le parole giuste. " Vedi," disse, " ti è stato concesso un dono che viene riservato a pochi. Tu sei stata scelta come ospite, in questo sogno, di un viaggio speciale. Ecco il biglietto."
Dal fiore si staccò quello che sembrava un petalo, ma più si avvicinava alla bambina la sua forma si modificava fino a diventare un classico biglietto del treno ( ne aveva già visti in mano al suo papà, quando dovevano partire per le vacanze). Questo però era diverso: innanzitutto sembrava brillare di luce propria e poi cambiava colore a seconda di come lo guardavi.
" Ma... è..è.... è bellissimo!"
" Sono contenta. Ma ora devi sbrigarti, altrimenti perderai il treno.Buon viaggio!"
E scomparve in un lampo di luce come era apparso. Kim era rimasta ferma dov'era, spaventat all'idea di restare sola quando vide, dove prima si trovava il Girasole, un piccolo fiore,chiuso e senza gambo nè foglie. Lo raccolse e disse, mentre lo teneva tra le mani:
" Ma non so cosa devo fare con questo biglietto, nè dove devo andare."
Come risposta alla sua domanda il tetto di nuvole si aprì e ne scese un treno bello come Kim non ne aveva mai visti.


























 
Continua nel capitolo:


 
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