COUNTLESS
- Capitolo 1° -
Disclaimer: non ho proprio potuto fare a meno di scriverla questa piccola fic, ho preso l'idea da una cosuccia che avevo letto un pò di tempo fa e che mi aveva particolarmente colpito. Diciamo che alcuni punti sono proprio presi da alcune storie in inglese che ho letto. Sono costretta a casa per alcuni problemi di salute e mi è capitato tra le mani un DVD, seppellito in fondo alla mia quasi sterminata collezione, che non ricordavo di avere. Si intitola Underworld, non so se qualcuno l'ha visto è di qualche anno fa, ma ne sono rimasta letteralmente affascinata. Beh, per chi non l'ha ancora guardato e a cui lo consiglio vivamente ecco un breve riassunto della trama. Da oltre mille anni infuria la guerra tra Vampiri e Lycan (licantropi). Non lasciatevi ingannare niente a che vedere con Buffy, queste due razze sono frutto di una mutazione genetica avvenuta in un progenitore comune, Alexander Corvinus. Figuratevi i vampiri si riflettono anche negli specchi. Beh, una di loro, Seline (Anna in Van Helsing. Da vampira ad ammazzavampiri, da così a così praticamente, immaginate la mia mano che ruota), Agente di Morte (guerrieri assassini), dando la caccia ad alcuni Lycan per vendicare la sua famiglia, si accorge che questi stanno inseguendo Michael (l'attore che interpretava Ben in Felicity), un umano... da cosa nasce cosa di due si ritrovano costretti a fuggire prima dai Lycan, il cui capo Lucien vuole Michael per strani esperimenti, poi dai vampiri perché Michael viene tramutato in un lupo mannaro, per l'appunto da Lucien. Mi interrompo qui, per non rovinare la suspance ma se volete altre informazioni cercherò di fornirvele più in la. Il film è carino, un mix di gotico, Matrix e anche Romeo e Giulietta. Ed ora, buona lettura. Ah, il punto di vista iniziale è quello di Seline che si alternerà, in seguito, a quello di Michael. L'azione si svolge praticamente un anno dopo la fine del film ma se volete maggiori chiarimenti vi consiglio di leggere le note finali. Ho tentato di ridurre gli spoilers al minimo. Spero di esserci riuscita.
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è possibile provare sentimenti per qualcuno che si è conosciuto da soli due giorni?... No.
Si, insomma, gli era affezionata, ma anche adesso, dopo un anno trascorso a scappare e a nascondersi insieme, non riusciva proprio a smettere di combattere e rinnegare ciò che aveva scoperto di provare fin da quel primo giorno in cui si erano scorti nella penombra della stazione sotterranea di Budapest. Cuore, che strana parola. Non ci aveva mai riflettuto sopra prima... cuore, solo un altro organo morto all'interno del suo corpo privo di vita. Proprio per questo, aveva speso così tanto tempo ed energie nella caccia ai Lycan, perché ne era diventata ossessionata. Impediva alla sua mente di pensare sul motivo di questa sua nuova esistenza... del suo scopo in quella non-vita.
Si nutriva, cacciava, dormiva, si nutriva ancora, si annoiava, cacciava ancora una volta... la stessa routine che notte dopo notte si era ripetuta all'infinito fino a quell'istante.
Michael, l'umano.
Beh, non più umano. Ora lui era un ibrido, il primo della sua specie.
Ma che, nonostante tutto, continuava ad aggrapparsi a quei miseri brandelli di umanità che gli restavano, seguendola incondizionatamente. D'accordo le piaceva, erano stati lontano a stento un paio d'ore in quell'anno trascorso insieme. E anche quando erano separati, si trovavano sempre sotto lo stesso tetto. Erano riusciti a sfuggire agli Agenti di Morte per un soffio e fin da quel momento avevano preso a spostarsi di città in città sino a trovare una piccola baracca in un paesino vicino Belize.
Conveniente, tranquillo, appartato... solo la prima qualità interessava veramente a Seline. Stare da sola con Michael sotto lo stesso tetto non era esattamente la sua idea di vantaggio. Negli ultimi mesi lo aveva allontanato, lo sapeva, lui l'aveva notato. Eppure non riusciva a spiegarsi come quel mezzo Lycan fosse giunto così pericolosamente vicino a quell'organo morto nel suo petto.
Si era in qualche modo abituata a lui, ma definirlo così era troppo poco, riduttivo, si era così affezionata che era impossibile per lei dormire se non sapeva esattamente dove lui si trovasse.
Avrebbe preferito essere uccisa da Marcus che lasciare che Michael sapesse di questi suoi sentimenti. Di nuovo una strana parola, sentimenti. Non era fatta di pietra, certo anche lei aveva dei sentimenti: come il provare disgusto ogni volta che Kraven provava anche solo a sfiorarla, o l'amicizia per Khan, o l'affetto per il suo padre tenebroso Viktor, il dolore per aver scoperto la verità sul massacro della sua famiglia.
Ma l'amore?
Questo era tutt'altra cosa.
La figura addormentata s'agitò nel sonno, Seline pronta a sobbalzare nel momento stesso in cui avesse aperto gli occhi. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che lui sospettasse delle sue visite notturne. Era un qualcosa di incontrollabile, tutto ciò che sapeva era di dover essere sicura che lui dormisse sul suo scomodo divano prima di poter finalmente chiudere gli occhi.
Aveva cercato di controllare questo suo bisogno innumerevoli volte, ma nell'stante stesso in cui abbassava anche solo di poco la guardia, il suo istinto prendeva il sopravvento e si ritrovava nella piccola stanza da pranzo della casupola, osservandolo dormire. Poi, dopo essere certa che lui fosse al sicuro, lentamente e silenziosamente si sarebbe ritirata nel suo buio sotterraneo per riposare.
"Infatuazione"
Questa parola era stata pronunciata a fior di labbra. Il solo pensiero la faceva rabbrividire. Forse, solo forse, lei si era davvero infatuata di questo... ibrido, ex-umano, mezzo Lycan buono a niente che qualche volta pretendeva di aver cura di lei anche contro il suo volere. Aveva perso il conto di tutte le volte che lui le aveva disubbidito perché pensava che lei fosse in pericolo o anche per il solo desiderio di proteggerla.
Proteggere... lei...
Lei, la grande Seline, la guerriera, l'Agente di Morte da oltre centoventitre anni. Lui voleva proteggerla. E non tentava nemmeno di nasconderlo, glielo aveva confessato così, come una cosa da nulla.
"I Lycans un tempo erano i guardiani diurni dei vampiri, no? Così mi ha detto Lucien. Allora io ti proteggerò come tu hai protetto me".
Che nervi! Lo stesso ibrido sperduto che guardava a lei per avere risposte su entrambe le specie, lo stesso Michael che aveva ascoltato attentamente i suoi sermoni sui vampiri e sui Lycans ora si sentiva così forte e potente da poter proteggere LEI!
Ma nonostante tutto questo non riusciva a separarsi da lui, forse per abitudine.
Lui si mosse ancora, sfregandosi gli occhi e fissando il vuoto.
Un incubo, di nuovo.
Solo che questa volta essi erano i suoi incubi, di Seline. Lui stava nuovamente sognando della sua famiglia, dei suoi ricordi. L'ibrido li odiava ma allo stesso tempo, per spaventarlo a tal punto da renderlo atterrito dal terrore e dall'orrore, ma era come se non potesse farne a meno. L'unica finestra sull'animo di quella strana donna che lo aveva salvato, sulla sua mente, sul suo essere. Michael sentiva che più conosceva del suo passato più poteva riuscire a capirla.
I suoi sensi la individuarono immediatamente, distinguendo la sua figura tra le tenebre. Poteva percepire il suo odore, sentirla, quasi sfiorarla.
Ma cosa ci faceva lì? Non doveva già dormire a quell'ora?
Osservò le tende chiuse, un singolo pallido raggio di luce che filtrava da una stretta fessura. Si, era l'alba, avrebbe già dovuto essere addormentata. Ma non doveva farlo anche lui, forse?
Il più della volte preferiva dormire di notte, ciononostante spesso si trovava ad appisolarsi anche durante il giorno. Alle volte era come se la sua metà vampira e quella lycan si combattessero per il controllo su quando dormire. Trovò il coraggio di parlarle, non appena percepì che lei aveva iniziato ad allontanarsi.
"Seline?"
Sarebbe sembrato ancora più sospetto se lo avesse lasciato solo senza rispondergli. Era ovvio che aveva avvertito la sua presenza, il suo odore e forse anche intravisto la sua figura.
"Che c'è?" Gli rispose, sperando che il gelo nella sua voce gli impedisse di porle altre domande.
"C'è qualcosa che non va?"
"No, torna a dormire".
Seline si ritirò in silenzio verso il suo sotterraneo lasciando Michael a decifrare quali fossero le sue reali intenzioni.
La notte calò di nuovo, senza che nessuno dei due avesse riposato davvero. Michael troppo tormentato dagli incubi, Seline troppo tormentata dai pensieri.
Il suo bisogno di calmarsi era così forte che, non appena gli ultimi raggi di sole morirono all'orizzonte, lei abbandonò la capanna. Aveva bisogno di aria fresca, aria fresca e mammiferi da uccidere. Un secolo e più trascorso come Agente di Morte non poteva essere cancellato solo da un anno passato a fuggire. Ma purtroppo in quel momento i conigli era tutto ciò su cui poteva sfogarsi.
Michael si svegliò, istintivamente cercando una qualsiasi traccia di Seline, ma non trovandone nessuna. La preoccupazione in breve risalì la sua schiena, lungo la spina dorsale, fino al cervello e a tutti i suoi muscoli. Dove era potuta andare così presto dopo il tramonto?
Decidendo di calmarsi ed aspettare prima di imbarcarsi una una missione suicida, si diresse in cucina decidendo di prepararsi un caffè. Si era sentito infinitamente fortunato quando aveva trovato una vecchia macchina da caffè scalcinata in quella malndata casupola. Seline aveva semplicemente scosso le spalle non trovando la cosa di molta importanza ma l'espressione che si era dipinta sul volto di Michael, una volta che aveva scoperto che l'aggeggio era ancora funzionante, era stata impagabile.
Dopo dieci minuti si versò una tazza di caffè e aspettò sul suo divano letto che Seline tornasse indietro.
Era trascorsa una buona mezz'ora ed ancora nessun segno della vampira. Michael cominciava ad essere sempre più irrequieto mentre fissando la porta aspettava che si aprisse. Ma non fu che quindici minuti dopo che cedette alle sue paure, pronto a spalancare l'uscio per cercarla, se non fosse stato che quella stessa porta si aprì d'un tratto rivelando la donna dai capelli corvini.
Gli era davanti tenendo una coppia di conigli morti per la coda e guardandolo fisso negli occhi. Sfidandolo a provocarla, a fronteggiarla in qualche modo, con i suoi occhi di ghiaccio che lo fissavano quasi fosse una preda. Ci vollero molti minuti prima il discendente di Corvinus avesse il coraggio di dar voce a ciò che voleva e non poteva fare a meno di sentirsi anche allora come uno di quei conigli che lei aveva gettato sul vecchio tavolo malridotto.
"D-dove sei stata?"
"Sicuramente non a dare la caccia ai Lycans!"
Questa me la sono cercata. Pensò Michael accorgendosi solo ora della stupidità di quella domanda. Non era andata a cercare dei conigli solo per puro divertimento. Un vampiro non gode mai nell'uccidere delle creature così insignificanti, no, la loro era una razza orgogliosa che non traeva alcuno piacere nell'uccidere prede così facili da catturare. A meno che la loro sopravvivenza non dipendesse da ciò. Michael aveva bisogno sia della carne che del sangue fresco, Seline solo del sangue.
"Te ne sei andata così presto... Credevo che ti fosse successo qualcosa".
La donna si voltò verso di lui, un fuoco ardente nei suoi occhi scuri.
"Oh Cristo Michael, posso badare a me stessa! Non ho bisogno né di te né di nessun altro che mi faccia da balia. Sono di cent'anni più vecchia di te!"
Lo era davvero ed era impossibile renderlo più ovvio. Lei non solo lo trattava come un bambino alle volte, ma era sempre sicura di mettere ben in chiaro l'abisso di esperienza che li separava.
Ma non era da lei scattare in quel modo. Seline era di solito fredda come il ghiaccio, raramente perdeva il controllo. Se non le piaceva qualcosa semplicemente la ignorava a meno che non costituiva un potenziale pericolo. E in quel caso l'avrebbe ucciso. Non era superficiale, semplicemente le piacevano le cose chiare e semplici. Anche lui lo aveva imparato a quel punto.
"Mi spiace..."
L'ibrido sapeva che suonava stupido. Ma non sapeva davvero cos'altro dire. Seline ignorò le sue scuse mentre aveva iniziato a scuoiare i conigli, e non era un bello spettacolo. Michael decise di allontanarsi tornando al suo vecchio divano.
Con cautela la vampira scuoiò, tagliò e privò del sangue ogni coniglio, conservandone la pelliccia. Un'ora e mezza dopo, aveva terminato posando alcuni pezzi di carne fresca di fronte a Michael.
Lo faceva sentire male. Ma la loro sopravvivenza dipendeva da quello.
"Non pensarci, mastica soltanto".
Sapeva che Seline aveva ragione, glielo aveva ripetuto un numero infinito di volte. Chiudendo gli occhi stretti stretti, finalmente strappò un pezzo di carne. Lui non guardava mai la carne mentre spalancava la bocca il più che poteva e vi affondava i denti, tagliandone e strappandone brandelli. Cosa non smetteva mai di stupirlo era l'approvazione che il suo corpo sentiva verso la carne cruda. Può darsi che questo senso d'urgenza dipendeva dal suo spingersi al limite ogni volta per permettere alla sua mente di lasciarsi completamente dominare dalla fame, soffocando qualsiasi spiraglio di morale.
Inconsciamente si deliziò con la carne, non lasciandone alcuna traccia mentre del sangue gli sporcava le labbra e il mento. Ancora una volta si sentì come un animale, vergognandosi di se stesso. Le sue mani erano coperte di sangue e pensò a come Seline lo vedesse. Se mai si fosse accorta di lui. Era solo un cane per lei? Non poteva solo essere solo un altro Lycan per lei, perché se questo era il caso lei l'avrebbe ucciso molto tempo prima.
Teneva lo sguardo fisso sul pavimento, preoccupato di incontrare i suoi penetranti occhi scuri. Ma quando lo fece, l'unica cosa che vide era Seline intenta a bere la sua tazza di sangue. Era ovvio quanto disprezzasse il sangue d'animale, ma non se ne era mai lamentata. Ripresosi dall'abisso dei suoi pensieri s'alzò frettolosamente, disperato nel trovare qualcosa con cui ripulire se stesso e il pasticcio che aveva causato.
Cercando in cucina sentì Seline parlare.
"Secondo cassetto alla tua sinistra".
Seguì le sue istruzioni, trovando diversi vestiti dimessi posti da parte. Sembravano molto vecchi ma non c'era da stupirsi. Sebbene il pian terreno della casupola era abbastanza vivibile, le stanze superiori erano bruciate, devastate forse da un incendio accorso nell'ultimo decennio.
Una volta che il suo "pasticcio" era stato ripulito guardò Seline ancora una volta. Non si era mossa ma stavolta anche lei lo stava fissando. Imbarazzato tornò a sedersi sul divano.
"Avresti dovuto dirmi dove stavi andando... Ero preoccupato".
Sperò che dicendolo dolcemente lei non si fosse infuriata.
"La prossima volta lascerò una scia di molliche di pane da farti seguire". Replicò lei con sarcasmo.
"Una nota sarà più che sufficiente".
Perché si preoccupava tanto per lei? Era iniziato così, per istinto, come un bisogno. Un bisogno incessante di sapere che lei era al sicuro affinché la sua stessa coscienza potesse trovare pace.
Tu l'ami.
Era questa l'unica, singola ragione. Per tutto l'anno passato insieme, Michael aveva trascorso ogni singolo momento, cosciente o incosciente, pensando a lei, ascoltando la sua voce, vedendo solo il suo viso pallido e serio.
Sapeva di essersi preso una cotta per lei fin dal primo momento che l'aveva vista. Carnagione pallida, tratti dolci ma definiti, occhi che ti guardavano dentro, capelli scuri come la notte e labbra rosse come il sangue. Aveva iniziato a bramare intensamente quelle labbra non appena l'aveva vista bere del sangue. Le sue labbra bagnate di plasma erano la cosa più bella e seducente del mondo. Tuttavia non aveva mai potuto toccarle che fosse anche nei i suoi sogni disperati, dove sognava di loro, di baciarle, di divorarle.
"Michael che diavolo stai facendo?"
Come se dell'acqua gelata lo avesse colpito, lui s'accorse di stare fissando intensamente il suo viso. Fissandolo mentre inconsciamente si leccava le labbra.
Seline aveva visto quello sguardo molte volte nella sua vita e ne conosceva bene il significato, brama, desiderio, lussuria. Lo sguardo che Kraven le aveva rivolto ogni singolo giorno per oltre un secolo. Ma negli occhi di Michael esso era diverso, lo sentiva diverso.
Era disposto a sacrificare ogni singola cosa che avevano costruito? Era disposto a soffocare qualsiasi cosa nutrisse per lei se lei lo avesse rifiutato? Sarebbe rimasta al suo fianco, nonostante tutto? Così tanto dubbi gli affollavano la mente, impedendogli di fare il primo passo.
Sapeva che lei non avrebbe mai preso l'iniziativa, lei non era così. Era suo compito, il suo atto di fede. Sospirò gravosamente, armandosi con tutto il coraggio che possedeva. Se doveva farlo, lo avrebbe fatto nel modo giusto, aveva una sola occasione. Probabilmente lei se ne sarebbe andata, lontana da lui, ma era questa la sua natura.
Ma lui era fisicamente più forte. Avrebbe potuto trattenerla se avesse voluto, ma sperò che il suo coraggio avrebbe retto fino a quel momento.
S'alzò, avvicinandosi a lei cercando di rimanere a testa alta. Seline alzò un sopracciglio, non sapendo davvero cosa lui avesse deciso di fare.
"Seline... dobbiamo parlare". Erano così vicini, i loro corpi separati da soli pochi centimetri.
"Allora parla". Stava iniziando ad oltrepassare il suo spazio personale, decise la gelida vampira.
"Io... tengo a te, molto. Siamo passati in mezzo a tanto insieme e ..."
Le sue labbra. Fredde, rosse, socchiuse. Lei non respirava, ma Michael avrebbe giurato che lo avesse fatto.
No, doveva continuare a parlare.
I suoi occhi. Così freddi, così esplosivi. Segretamente implorandolo di fare qualcosa che non poteva definire.
La baciò. Leggero, labbra che sfiorarono labbra.
Le sue mani. Le accarezzarono le guance come se fossero fatte della porcellana più fine. Le sue dita deliziati dalla dolcezza della pelle di lei, proprio come aveva sempre immaginato che essa fosse. S'accarezzarono e sentirono.
Le sue labbra che divoravano le proprie. Le sue mani che la tenevano contro di lui.
Le lo baciò a sua volta.
La bocca di Seline si schiuse, il suo desiderio che si riversava in lui. Le sue mani che morivano dalla voglia di toccarlo, si posarono sul suo collo, sfiorandogli i capelli, il petto.
Si baciarono. Pieni di forza, pieni d'amore, pieni di bisogno.
La lingua dell'ibrido sfiorò una delle sue piccole zanne, Sangue. Piccole gocce di sangue si riversarono nella sua bocca, causando in lei un nuovo bisogno, come se dovesse nuovamente nutrirsi da lui... ancora.
I suoi occhi divennero dell'azzurro più gelido. Lui poté sentire la sua natura ibrida voler emergere.
Ghiaccio.
S'allontanarono, nel medesimo istante. Tuttavia restando pericolosamente vicini.
Gli occhi di lei chiari come il cielo azzurro, gli occhi di lui completamente neri, corvini.
Era ancora così vicina da poterla sfiorare.
"Ti amo".
Le sue labbra scarlatte sussultarono, gli occhi le si spalancarono.
"No, non è vero".
"Io ti amo".
"Come?"
Le si avvicinò ancora, le sue mani grandi che le incorniciarono il viso ancora una volta.
"Io ti amo Seline. Volevo solo che lo sapessi. Non voglio passare il resto della mia vita a rimpiangere di non avertelo mai detto". Il suo sorriso, caldo e affettuoso. Le faceva venire voglia di sorridere a sua volta.
Le baciò la fronte, non chiedendole di dirgli niente. Si voltò, allontanandosi di alcuni passi.
"Non so come amare, come quello... è passato troppo tempo". Quelle parole suonarono così aspre dalle sue labbra.
Si voltò verso di lei, notando i suoi occhi scuri ancora una volta e sorridendole adorante.
"Hai sempre saputo come amare, lo hai solo dimenticato".
Seline si mosse, lentamente percorse quei pochi passi verso di lui.
"Potresti... aiutarmi a ricordare?"
Michael sorrise, un sorriso pieno. Le sua braccia forti le circondarono la vita e la spinsero verso di sé, stringendo quei vestiti così attillati da Agente di Morte che la vampira insisteva ancora ad indossare.
Lo lasciò fare, permettendogli qualsiasi cosa desiderasse. L'ibrido semplicemente l'abbracciò, venendo lentamente ricambiato. Tenendolo a sé come lui faceva con lei.
L'uomo nascose il viso fra i suoi capelli scuri. La donna nascose il suo volto contro il collo dell'uomo, affascinata dal calore che quel corpo emanava. Lentamente poteva sentire il suo calore scaldare il proprio corpo freddo e morto, ed era una sensazione squisita. Lui era incredibile.
Liberazione... liberò le sue emozioni, i suoi sentimenti. Solo per un istante le parve di poter rompere finalmente quelle barriere che la tenevano prigioniera, ma questo la spaventò. Sarebbe stata in grado di ricostruirle? Avrebbe voluto ricostruirle?
"Io ti amo Seline".
Sorrideva, quel bastardo sorrideva. Lei era assillata dai suoi tormenti interiori e lui sorrideva. Ma quelle parole la scaldarono al punto che aveva iniziato a crederci.
Rimorso, lo conosceva anche fin troppo bene. Aveva trascorso ogni singolo giorno della sua non-vita rimpiangendo di non essere stata in grado di difendere la sua famiglia. Non avrebbe trascorso il resto dell'eternità rimpiangendo di non aver detto all'unico uomo che aveva mai amato la verità.
Sollevò il capo e lui fece altrettanto.
Seline sorrise.
Aveva sempre pensato di non ricordare come sorridere.
Aveva sorriso a mezza bocca un'infinità di volte ma mai così. Gli stava sorridendo senza provare vergogna.
Per la prima volta nel corso dei secoli sentì di essere come quella ragazza piena di sogni che era stata un tempo, la ragazza che tentava così disperatamente di ricordare di essere stata. Si sentì viva.
Viva con lui.
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Note: Ok, credo di dover dare una bella delucidazione sulla trama, altrimenti sarete altro che confusi, mi concedo qualche piccola citazione shakespiriana.
Allora, come ho già detto Seline (un mix tra Giulietta e Trinity) è un vampiro, creata da Viktor, uno dei tre grandi anziani che l'aveva sempre considerata praticamente una figlia. Secondo la legge vampira, i tre anziani: Viktor, Amelia e Marcus (discendente diretto di Alexander Corvinus), dovevano alternarsi al comando per cento anni, allo scadere dei quali il regnante avrebbe dovuto svegliare il suo successore attraverso una particolare cerimonia. Il film comincia allo scadere del regno di Amelia cha stava giungendo dall'America per il risveglio di Marcus. Trovandosi in America, gli affari del clan europeo dei vampiri (praticamente i Capuleti) era gestito da Kraven (Paride), un seguace di Viktor, disprezzato da molti, specie Seline a causa delle sue avances insistenti, ma che era temuto per l'appoggio datogli dall'anziano e per l'aver ucciso quasi seicento anni prima Lucien, il capo dei licantropi. Seline si era dedicata anima e corpo alla caccia ai Lycans per vendicare la sua famiglia, sterminata dagli uomini lupo, nella stessa notte che Viktor l'aveva salvata, o almeno così lui le aveva fatto credere, perché la realtà era ben diversa. Sospettando il tradimento di Kraven, Seline decide di risvegliare anzitempo il suo sire scatenando una serie di eventi che si succedono a ritmo serrato fino alla scoperta della devastante verità, basata sulla prima regola dei vampiri: mai nutrirsi di umani se non per infoltire le loro schiere.
Alexander Corvinus era stato il primo vero immortale, unico sopravvissuto ad un'epidemia che aveva annientato il suo popolo. In lui, il virus era mutato e si era trasmesso ai suoi tre figli: uno morso da un pipistrello (il primo vampiro), uno da un lupo (il primo Lycan) e l'ultimo rimasto mortale. Assassino era il morso di una delle due specie all'altra salvo che in un singolo caso eccezionale. Con il morso, se l'individuo sopravviveva, venivano anche trasmessi tutti i ricordi del sire, cioè di colui che aveva morso.
Il clan dei Lycan (i Montecchi), intanto, era governato da Lucien (Mercuzio), che per gran parte del film viene fatto passare per il cattivo di turno per aver scatenato la guerra, nonché mio personaggio preferito. Ha un senso dell'umorismo eccezionale quell'uomo, err... Lycan. Un vero gentleman in mezzo ad una banda di, possiamo affermarlo tranquillamente, animali. In realtà, Lucien era stato costretto ad assistere all'esecuzione di Sonja, la sua sposa nonché figlia di Viktor, perché incinta di un ibrido. Viktor, infatti, aborriva all'idea di una mescolanza delle specie.
Scopo di Lucien era quello di creare appunto un ibrido, che avrebbe posto fino alla guerra e salvato la sua specie. Aveva stretto un patto con Kraven, giocando sulla sete di potere del vampiro, e per sei lunghi secoli aveva cercato proprio quell'eccezione, un discendente dei Corvinus dal ramo rimasto mortale che avrebbe potuto realizzare il suo sogno, appunto Michael (un mix tra Romeo e, diciamocelo, praticamente Bambi. Ha certi occhi da cucciolone smarrito :-p). Non aggiungo altro alla trama invitandovi a vedere il film e sperando di non avervi rovinato troppo il finale. Posso solo aggiungere che in un certo senso Seline e Michael ricalcano molto i passi di Lucien e Sonja. Ah, Khan è anch'egli un vampiro, maestro d'ami di Seline. Che dire recensire, magari ne faccio un seguito.
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