UNA DELLE TANTISSIME ``SCENETTE QUOTIDIANE``
- Capitolo 1° -
Camminavamo lenti, lungo il corridoio. Adoravo far aspettare "grande capo"; di sicuro ci avrebbe punito o ramanzinato per il ritardo, ma infondo era ciò che volevamo. Vedere la sua faccia, di solito calma, sentire la sua voce, di solito atona, con qualcosa di diverso. Magari volevamo entrambi, il mio compagno ed io, renderlo un tantinello più umano, tanto per dimostrare a noi stessi che nulla poteva resistere ai due agenti più sciatti ed attaccabrighe del mondo. Guardai l'uomo accanto a me, che camminava tranquillamente con le mani nelle tasche, con aria assorta. Gli tirai il codino biondo per farlo girare verso di me
-Ahio!!-
-E tu non ti giri ad i miei... "sguardi da richiamo"!-
-.... La tua stupidità mi sorprende sempre più. Che vuoi??-
-Sei uno scorbutico!!-
-Ma tu mi tiri i capelli!-
Si era fermato, così come me, in mezzo al corridoio. Andai di nuovo a giocherellare col corto codino biondo sulla sua nuca. Sembrava un batuffolino d'ovatta, biondo scuro, quasi castano. I suoi occhi azzurri e sottili mi fissavano incerti, ma io continuavo imperterrita. Mi piaceva farlo arrossire. Così come mi piaceva fargli venire un accidente quando rischiavo inutilmente la vita. Un paio di volte l'avevo fatto solo ed unicamente per la sua attenzione, perchè fosse preoccupato, in pensiero per me. Solo per me.
-..... Si può sapere che cosa ti prende?-
-Non voglio andare dal capo, Ser-
-Non fare l'idiota, mica vuoi essere punita di nuovo? Per quanto non possa relativamente farci nulla, essere inchiodati ad un tavolo di legno con dei chiodi lunghi sessanta centimetri non è molto piacevole!-
-Ma non possiamo morire così-
-Dominique, hai voglia di botte??-
-Eh? Perchè? Mi vuoi picchiare?-
-No, però se continui così avremo una sonora mazzata tutti e due-
-Che vuol dire? Che se non vado io, non vai nemmeno tu?-
-Ricordati che ti sto vicino perchè ti devo proteggere-
-.... Ma vaffanculo!-
-Ma che cacchio ho detto adesso?! Che vuoi, si può sapere?!-
Uffà, stavamo litigando per l'ennesima volta! Ma quanto era carino, vero?? Non "ti sto vicino perchè ho paura che ti possa succedere qualcosa".. Nooo! Macchè! Certe volte avevo come una strana sensazione che mi pervadeva tutto il corpo, come se dell'acqua calda, bollente, invece di scendere, saliva per tutto il corpo. Quando ero accanto a lui, intendo. Altre volte però avevo voglia di picchiarlo. Non so ancora adesso perchè.
-Oooooh, hai detto cacchio!-
-.... E allora?-
-Sei stato scurrile-
-............-
-Va bene, la smetto-
-Ecco, brava. E adesso muoviti, dal capo-
-Ma io non ci vado da quel vecchio barbagianni!!-
-Oddio mio Dominique!!!-
-......... Va bene, va bene.... Vengo....-
Chinai il viso, mortificata dal suo urlo. Ripresi a camminare con lo sguardo chino. Anche Sergei riprese a camminare. Macchesstronzo! Lo odiavo quando faceva così, mi faceva uscire dai gangheri quando mi sgridava come una bambina. Si, una bambina. La sua bambina. Sensa pensare, una mia mano andò a sfiorare le cicatrici sul mio viso. Lui se ne accorse e si arrestò di nuovo. Lo sapeva benissimo che quando compivo quel gesto involontario era perchè avevo voglia di piangere. Chissà perchè lo facevo. Mi capitava spesso che, all'improvviso, anche durante un avvenimento allegro, i miei occhi si riempivano di tristezza. Tristezza apparetemente senza motivo. Ma quella volta il motivo c'era. Eccome se c'era. Mi arrestai poco più avanti di lui, tornando a fissarlo
-... E adesso che vuoi?-
-... Scusa. Non volevo sgridarti-
-....... Scuse accettate.....-
-Bene...-
Mi raggiunse, mi circondò le spalle con un braccio e mi baciò i capelli. Tornai subito a sorridere. Mi voltai completamente verso di lui ed alzai il viso, cercando quel contatto quanto mai raro, ma dolcissimo, come una bambina. Dovette capirlo al volo, perchè si chinò e sfiorò le mie labbra con le sue. Non succedeva quasi mai, eppure stavamo insieme da due mesi. Bhè, oddio, insieme non è proprio il termine giusto. Diciamo che... Da due mesi entrambi avevamo ammesso alle nostre coscienze di provare l'uno per l'altra più della semplice amicizia. Ma nulla di più. Nessun rapporto sessuale, nessun "ti amo". Una sottospecie di amore platonico, accompagnato molto raramente da un bacio, ancora più raramente da un bacio sulle labbra. Per questo ogni volta mi gustavo il momento sino all'ultimo goccio di istante. Dopo il bacio lo strinsi ancora più forte a me, rossa in viso
-...... Sei uno stupido-
-E perchè poi?-
-.... Non lo so, mi andava di dirlo-
-Questo si chiama insulto gratuito, lo sai?-
-Ahssi?-
-Si si si-
-Non mi trattare da bambina!-
Era vero, effettivamente ero stata criogenizzata per anni, quindi io ne avevo ancora diciannove e lui venticinque. E allora?! Ser rispose con uno sbuffo ed una alzata di spalle
-Ma tu sei una bambina-
-..... Idiota-
-Mocciosa-
-Uffà!! Sei cattivo!-
-Lo vedi?-
-Ma possibile che dobbiamo sempre litigare?-
-Sei tu che cominci!-
-............ SI, è vero!-
Ridacchiai come una scema, lui fece una faccia a fumetto che mi fece scoppiare a ridere. Poi gli cercai la mano, e quando me la porse intrecciai le mie dita alle sue. Mi piaceva tenerlo per mano, anche se non sembrava più il mio compagno, ma mio padre. Ricominciammo a ripercorrere il corridoio. Questa non era che una delle tantissime "scenette quotidiane" del due elementari d'acqua. Cioè noi due.
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Eeee!! Primo cappy!! Uuuuh, devono entrare ancora tanti personaggi! Si teeeeeenga sempre presente che Sergei non è quel Sergei-sgorbio della serie "originale", ma quello friscone di certi disegni giapponesi che fanno venire la pozzarella di bava alla bocca!! Tanti commenti, please!! ^_________^
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