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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: LACRIME E GHIACCIO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: black-fenix galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/10/2005 14:00:11

sesshomaru e inuyasha, principe e mezzodemone a confronto, in un dialogo che nessuno dei due avrebbe voluto, ma di cui entrambi avevano bisogno.
 
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LACRIME E GHIACCIO
- Capitolo 1° -

Si mordicchiò leggermente le labbra, ansioso.
Alla fine Kagome l’aveva convinto, in un qualche modo che nemmeno a lui era ben chiaro.
Fin ora, però, tutti gli sforzi della sua ragazza, della durata complessiva di due mesi, erano stati vani.
Il telefono continuava a squillare a vuoto, con quel suo suono impersonale e freddo.

Squillava, squillava… e nessuno rispondeva.

Inuyasha sospirò, e staccò appena la cornetta del telefono dall’orecchio.

Stava per mettere giù, quando il cuore gli saltò in gola, preso da uno spavento assolutamente fuori luogo e decisamente assurdo, al suono di una voce fin troppo nota.

-Pronto?- era fredda, la voce. Era fredda come se la ricordava. Distaccata, indifferente, formale, quasi dolorosa e dannatamente fredda.

-P…Pronto…. Sesshomaru? Sono io…. Inuyasha.-

Dall’altra parte, solo il silenzio.

-ehm…. Sesshomaru?-
Ancora qualche secondo di quiete, poi finalmente l’altro rispose.

-cosa vuoi?- aggressivo, diretto, come una stilettata.
Inuyasha sentì lo stomaco contrarsi dolorosamente.

-volevo solo… solo parlarti.-
Di nuovo, Sesshomaru taceva. Si sentiva solo il suo respiro, reso distorto e metallico, contro la cornetta.

-parlarmi…- disse poi, masticando le lettere, strascicandole lungo il palato.
-parlarmi….- ripeté, facendo schioccare la lingua fra i denti.

La morsa nello stomaco di Inuyasha si strinse, e un dolore sordo lo colpì violentemente all’altezza del petto.

-e, sentiamo, di cosa vorresti parlarmi?- chiese Sesshomaru, il sarcasmo gli tingeva di amaro la voce di solito indifferente.

Inuyasha esitò –come… come stai?-

Sesshomaru sembrò esitare.
-come sto…. TU mi chiedi come sto?!- lo scherno nella sua voce veniva deformato dal telefono, e gli faceva assumere una cadenza lievemente metallica.

-sì, è da tanto che…. Che non ci sentiamo.- fece Inuyasha, che perdeva sicurezza parola dopo parola.

-prova a chiederti il perché…-

Inuyasha deglutì.
-veramente pensavo che… che potessimo…- Inuyasha aprì e chiuse la bocca un paio di volte.
In fondo, cosa si aspettava?

-Potessimo cosa, Inuyasha?-

L’hanyou strinse i denti e represse un’ondata di rancore sordo.
Dio, se faceva male.

-come sta Rin?- azzardò, deglutendo.

-non nominarla. Non ne hai il diritto. Non ne sei degno!- sibilò l’altro, quasi ringhiando.

Di nuovo, Inuyasha sentì un fiotto di rabbia premergli contro la gola, e infiammargli i polmoni.

-No, non puoi parlarmi così… non puoi! Per la miseria, sei mio fratello!- disse Inuyasha in un sussurro, frustrato, stringendo la cornetta del telefono fino ad avere le nocche bianche e trattenendo lo sfogo di tutta la rabbia, di tutto il rancore, di tutto l’odio che aveva represso per anni a causa di una famiglia che non aveva mai avuto.

-Io. Non. Sono. Tuo. Fratello.- sillabò Sesshomaru, la cui voce iniziava ad alzarsi.

A quel punto, Inuyasha non ce la fece più.
-NON DIRE STRONZATE!!! Certo che lo sei, e lo sai benissimo!!! Abbiamo lo stesso sangue, che tu lo voglia o no!!- urlò contro la cornetta, la quale gli trasmetteva solo il respiro accelerato del fratello.

-tu… tu non capisci!-

-no, Sesshomaru, sei tu che non capisci!! Io… io vorrei veramente sapere perché mi odi così. Ti giuro che vorrei proprio saperlo.-

Il respiro di Sesshomaru, dall’altra parte del telefono si faceva sempre più accelerato.
-il perché, vuoi sapere? Non riesci davvero a immaginarlo? – disse, con una calma forzata che gli faceva vibrare la voce.

Inuyasha non rispose. Attese, con quel nodo che aveva dall’inizio della telefonata che gli stringeva la gola.

-non avrebbe senso starne a parlare. Non con te.- rispose alla fine lo Yuokai, con la voce che era tornata calma di botto, senza più nessuna traccia di quella furia repressa che aveva fatto fremere la sua voce fino pochi secondi prima.

La vita che prima vibrava nella sua voce, la rabbia, il rancore che per un attimo, solo per un attimo, avevano animato la sua voce fredda, erano sfumate di nuovo in quella formale indifferenza

Inuyasha sbarrò gli occhi e aprì la bocca un paio di volte, poi la richiuse di scatto e scosse la testa, sempre più frustato.

-come sta Rin?- ripeté, senza apparente motivo.

Stavolta, Sesshomaru non disse niente, sembrava non avere nessuna intenzione di abbandonare di nuovo quella calma che aveva perso pochi secondi prima.

-sai…- iniziò Inuyasha, intravedendo una speranza di scuotere il fratello.

-mi sono sempre chiesto perché quel giorno salvasti Rin. In fondo è un umana…no?- fece una pausa.
-ti ha seguito per nove anni. L’hai protetta per nove anni. Ma lei è un umana, Sesshomaru.-

Sapeva di aver osato troppo. Tuttavia attese.
I secondi scorrevano lenti, e l’apparecchio telefonico non trasmetteva alcun rumore di sorta.
Inuyasha continuò.

-un’umana…proprio come io lo sono per metà. Proprio come lo era mia madre.-

Sesshomaru sembrò riscuotersi.
-non paragonare Rin a tua madre!!!-

-e perché non dovrei? Rin è umana. Mia madre era umana. Qual è la differenza?-

ancora silenzio.

-Ah, no, ora ho capito. Il tuo problema non era mia madre… il tuo problema… il tuo problema è sempre stato solo nostro padre…-

-Inu-Taisho era un debole. Ha fatto la fine che si meritava.-

-nostro padre ha salvato mia madre e me!!- ringhiò Inuyasha.

-appunto. Sei un errore, Inuyasha. Uno scherzo della natura, né uomo né demone. Un essere a metà, una sporca sfumatura di grigio fra il bianco e il nero.
Il Signore delle terre dell’Ovest è morto per salvare un errore.-

Inuyasha sentiva gli occhi pungere di salato,e in bocca aveva un sapore amaro come di bile mista a tristezza, rancore misto a inquietudine, rabbia mista a inadeguatezza. Ma doveva continuare. Non si sarebbe fermato, non ora.

-ed è questo, che ti pesa!! Ti pesa perché nostro padre è morto per me e non è vissuto per fare da padre a te!!!-

E Inuyasha seppe di aver aperto una breccia, una crepa che si sarebbe allargata sempre di più, e non si sarebbe fermata.

Non importava l’indifferenza di Sesshomaru, non importavano i suoi occhi di ghiaccio, perché Inuyasha sapeva di avere ragione. E lo sapeva anche Seshomaru.

-Io sono stato rinnegato per una vita!!! Io ho dovuto nascondere quello che sono, ho dovuto coprire con vergogna le mie orecchie da cane, perché io sono uno sporco mezzosangue!!! Io lottavo per il cibo, mentre tu guidavi il Regno delle Terre dell’Ovest!!! Io arrancavo nel fango mentre tu dormivi nella seta!!!
Ma nonostante tutto, tu eri invidioso di me!!!!
Perché nostro padre era morto per me!!
Io, sono stato l’ultima persona che ha visto!
Io, non tu!!!
Io, il figlio bastardo, non tu, il Principe ereditario!!
E questo ti rode, non è vero Sesshomaru?-

Inuyasha piangeva. Piangeva, e non se ne vergognava. Piangeva di rabbia, di dolore e forse…. Forse anche di tristezza.

E, quando sentì la voce di Sesshomaru, ebbe finalmente, dopo tanto tempo, la certezza che anche lui, anche il Principe dei Demoni, provava qualcosa.

La voce dello yuokai era spezzata, come incrinata, tagliata, quasi singhiozzante.

-non è vero!!-

-oh, sì che lo è!!! Puoi dire quello che vuoi, puoi negare, puoi sbattermi il telefono in faccia, ma è vero, e tu lo sai benissimo!!!- l’hanyou non aveva più voce, non aveva più respiro, ormai non aveva neanche più rabbia.
Tutto era uscito, tutto era scoperto, tutto era venuto a galla con violenza.

-va bene, Inuyasha, hai vinto. Hai ragione, è vero. Sei contento, ora? Sei soddisfatto? Sei felice di avermi scalfito? Cosa hai ottenuto??- era rassegnato, e la sua voce era tinta di amaro.

-un fratello, Sesshomaru. Ci ho guadagnato un fratello.-

Sesshomaru non rispose. Inuyasha sentì solo un sospiro.






-Fratello, come sta Rin?-
-Bene,… fratello.-





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