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- Capitolo 1° -
GUARDARE LO SCIABORDIO DELLA VITA DAL BORDO DELLA CIOTOLA
Kai quella mattina impervia di quel maggio anacronistico stava nesciente seduto al proprio tavolo intento a osservare il suo semoloso pasto.
Si sentiva così gigionesco da non saper donde voltare il capo, che tutto sembrava deteriorarsi nel frenetico sciabordio del bianco mare in cui si era perso.
Frammenti di coscienza color ocra affioravano ora qua, ora là, sperduti anch' essi in quell' ipnotico vorticare dai densi riflessi.
Kai per un attimo cercò di trovare un esitante conforto su una di quelle piccole isole di grano e candidamente discese dall' etero cielo a bordo di un guizzo argentato, pronto a placare la melliflua tenaglia che per un' intera tigliosa notte aveva danzato la sua mortale esecuzione nel suo io più interno.
Deciso e fiero calò con impertinente tracotanza, ma il candido nulla che lo avvolgeva, con un turbinio capriccioso, si riprese permaloso la sua speranza glassata di vita, che scoparve tra le bolle di un silenzioso farneticare.
Il giovane russo non demorse e fece suo quel bianco universo, assorbendolo dentro di sè, sentendo le sue molecole oltraggiose perdersi e divenire esse stesse parte di quell' arrogante entità che fino a un mero secondo prima avevano con tutta la loro impalpabile volontà cercato di ingannare meschinamente.
Di nuovo, con brio e orgoglio scese a guisa di un grifone che si erge al ruolo di Sommo Giudice nel momento in cui sprezzante dell' altrui vita affonda i suoi artigli nella carne dell' ignara preda. E questa volta, questa decisiva volta, il suo implacabile colpo andò a segno. Con schizzi e spruzzi di sbiavata meraviglia, Kai rapì delle deliziose donne dai capelli di grano e la pelle di farro, come un pirata baldanzoso le fece sue, mentre queste gemevano, scricchiolando, tra i suoi alabastri molari.
Imperterrito e incurante delle grida di pietà egli calò ancora e ancora, ponendo finalmente adeguata fine a quel tremendo vuoto gravoso che si ritrovava nell' intimità schiacciante del suo stesso essere Kai.
Con noncuranza della strage compiuta, si alzò dalla sedia, e decise di recarsi in un'altra stanza.
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