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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: MY LIFE ARE DREAM
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: yuyu-fire galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/10/2005 21:28:11 (ultimo inserimento: 17/10/05)

una storia semplice, nella sua complessità, parla di amore, di amicizia, ma soprattutto, di fratelli
 
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IL RITORNO
- Capitolo 1° -

My life are dream

Il ritorno











Amava la sensazione del freddo sulla sua pelle, amava il ghiaccio sotto i suoi pattini, lo stridio che producevano quando creava delle figure su quella distesa fredda, amava la sensazione che provava a volare sul ghiaccio, l’adrenalina pura, la voglia di muoversi e di andare avanti il desiderio di superare se stessa.

Amava tutto questo, quanto amava essere la prima, ma ormai tanto, non aveva più possibilità, quel brutto incidente le aveva rovinato la vita, e la carriera, ed ormai non poteva far altro che allontanarsi da ciò che amava, era indispensabile farlo, se non voleva soffrire troppo.

I suoi genitori avevano preso l’unica soluzione per loro possibile, mandarla dall’altra parte del mondo, in modo da scaricare il suo dolore con altri che non fossero loro, non volevano condividerlo con lei, avevano paura riguardare in faccia quella figlia che avevano sempre considerato poco più che un bel pacco da mostrare ai loro amici, ma ora che aveva perso l’unica cosa che sapeva fare bene, non era più tempo per loro di occuparsene, e così avevano deciso per l’unica soluzione possibile, l’avevano mandata da suo fratello.



*************



Le hostess avevano fissato per tutto il viaggio quella misteriosa ragazza, così bella, ma dallo sguardo così intenso e triste, da farla sembrare una bambola di ghiaccio.

Una volta che l’aereo proveniente dall’Egitto fu atterrato, la ragazza non si fermò neanche a controllare se ci fosse qualcuno, sapeva che i suoi genitori non avevano avvertito il fratello, e a lei quasi dispiaceva dovergli piombare in casa così, ma in fondo non aveva altra scelta, erano pur sempre fratelli.

Con calma, raccolse le sue poche cose, aveva solo una valigia con se, il minimo indispensabile, non voleva nulla che le ricordasse eccessivamente l suo passato.

Chiamò un taxi e mentre la macchina si dirigeva verso il luogo in cui sapeva ritrovava suo fratello, mille domande, e una strana emozione prendeva possesso del suo petto.

“ Chissà se mi riconoscerà subito, in fondo è passato un po’ di tempo, sono quasi due anni che non ci vediamo, sarà ormai cresciuto”

Non lo avrebbe mai ammesso, soprattutto con se stessa, ma il fratello le mancava, le era sempre mancato, era la sua persona della sua famiglia con cui aveva mai legati oltre il legame di sangue.

Loro due erano incredibilmente diversi, eppure, si erano sempre trovati bene assieme., nonostante i loro caratteri, entrambi forti e decisi.

Controllò ancora una volta il foglio che aveva in mano, era il calendario delle partite della squadra di basket per la selezione del campionato nazionale, di quella città. Glielo aveva spedito lui, sotto sua espressa richiesta,come tutti gli anni, sperando scioccamente, che i suoi genitori le permettessero di andare a vederlo, cosa inutile fino a quel momento, ma almeno ora, sapeva cosa farsene.



************



Quando arrivò davanti ad uno dei palazzotti sportivi della prefettura di Kanagawa, c’era già un sacco di gente che sostava davanti alla struttura, la partita sarebbe cominciata tra poco.

Pagò il taxi, ed entrò.

Era imbarazzata, anche se non lo dava a vedere, non sapeva cos fare, se andare subito da lui, o se vedere la partita, alla fine decise per la seconda, e per sua fortuna, trovò un posto in prima fila, da dove poter osservare tranquilla mente tutta la partita ( Se se fortuna! Diciamo pure che ha avuto una spinta! ND Kyota; Ciao! Come stai! Ma a proposito…….CHE CI FAI QUI?! Nd Autrice che sta pensando di mettere le inferiate alla finestra, visto che i personaggi fanno un po’ quello che vogliono; Facevo un giro, comunque, non è giusto, dai troppe spinte ai tuoi personaggi! ND Kyota; Hei! Lascia stare l’autrice, se non la pianti te la do io una spinta, giù dalla finestra! Nd Mitsui in versione super eroe; SBAW Nd Autrice Svenuta per non si sa quale misterioso motivo )

Appena le due squadre entrarono in campo, non faticò a riconoscere la persona che cercava, non era cambiato poi molto, era cresciuto un po’ d’altezza, ma i suoi tratti erano rimasti sempre, un po’ più freddi di quello che si ricordava, ma a quello ci avrebbe pensato dopo.

Rimase a guardare tutta la partita con il fiato sospeso, era veramente bravissimo! Non lo aveva mai immaginato così bravo.

Ma una volta che la partita ebbe termine, la ragazza cadde di nuovo nell’incertezza, alla fine decise di aspettarlo all’uscita, che dire,sicuramente gli avrebbe fatto una sorpresa, in tutti i sensi.



*************



La squadra di basket dello Shohoku stava uscendo dallo spogliatoio, avevano giocato una bella partita, che naturalmente avevano vinto, erano più che soddisfatti della loro prestazione, e tutti insieme decisero di andare a mangiare fuori, stranamente, almeno secondo Hanamichi, anche Rukawa accettò.

Ma appena usciti dall’edificio, notarono tutti una ragazza che li osservava in un modo strano,era molto carina, come non evitò di esclamare il rossino, aggiungendo subito dopo che per lui c’era solo Harukina cara, non era molto alta, a mala pena un metro e sessanta, aveva un bel fisico, che si intravedeva bene dal bianco a fiori rossi che indossava, i capelli castano chiaro erano lunghi, e le scendevano mossi fin quasi a metà vita, incorniciandole il volto dai tratti semi occidentali e facendo risplendere i suoi occhi ambrati, sembravano quasi del colore dell’oro. Ma il suo viso nonostante fosse tanto bello, non lasciava trasparire altro che tristezza, era così intenso che nessuno di loro riuscì a sostenerlo, nessuno tranne uno.

Kaede l’aveva riconosciuta immediatamente, anche se si domandava cosa ci facesse lì, a quell’ora doveva essere in Egitto, a meno che………………..in un istante capì tutto, i suoi genitori lo avevano fatto di nuovo, appena uno dei loro figli si dimostrava inutile allo scopo per cui erano nati, venivano subito “eliminati” a lui era successo qualche anno prima, quando si era ritrovato a vivere da solo all’età di 15 anni, doveva esserle successo qualcosa, in quel periodo teiera la stella della famiglia, i suoi genitori non l’avrebbero mai mandata via se non le fosse successo qualcosa.

Sotto lo sguardo stupido di tutta la squadra, Kaede si avvicinò alla ragazza.

< Perché sei qui?> le domandò, un po’ meno freddo del solito, anche se sempre impassibile.

La ragazza l’osservò attenta, poi fece un cenno verso il suo ginocchio destro dove vi era una cicatrice, che da lontano lui non aveva notato.

< Capisco > gli rispose solo lui.

Con educazione si congedò dai suoi compagni di squadra, e si allontanò assieme alla ragazza.

< Ma chi era? > domandò per tutti Hanamichi, che non aveva capito un tubo di tutto quello che era successo.

La scrollata di spalle generale, fu sufficiente a capire che nessuno ne sapeva nulla.



***************



La casa non era cambiata di una virgola, ogni oggetto, ogni quadro, ogni tappeto, pesino ogni soprammobile era nella stessa posizione in cui lo ricordava, sembrava non fosse trascorso neanche un giorno.

Per tutto il tragitto che avevano percorso insieme non avevano parlato, nessuno dei due ne sentiva il bisogno.

Kaede portò il borsone della sorella fino a quella che era sempre stata la sua stanza, e poi scese per prepararle un the.

Si accomodarono sul grande divano del soggiorno, e finalmente, il silenzio venne interrotto.

< Comete la sei fatta > chiede lui, indicando la sua roccatrice.

Lo sguardo della ragazza, se possibile, si fece ancora più triste.

< Un incidente > sussurrò a mala pena.

< Che tipo di incidente!> insistette lui.

< Senti Kaede, per favore, ora non mi va di parlarne > da triste lo sguardo della ragazza, si trasformò in duro, e per un attimo, combaciò esattamente con l’espressione del fratello.

Il ragazzo si limitò a sbuffare capendo perfettamente l’antifona.

Osservò un attimo la ragazza seduta al suo fianco, e senza cambiare espressione, le disse < Mi sei mancata Alex >.

< Anche tu >



***********************

 
Continua nel capitolo:


 
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