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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: KALINKA KALINKA: COMINCIÒ CON LA PIOGGIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: sanzina galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/10/2005 21:38:52

non scrive che una parola, ben strana...
 
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ONE SHOT
- Capitolo 1° -


Chi sono?
Sono forse un poeta?
No certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
follia
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell’anima mia:
malinconia.
Un musico allora?
Nemmeno.
Non c’è che una nota
Nella tastiera dell’anima mia:
nostalgia
Son dunque..che cosa?
Io metto una lente
Dinnanzi al mio cuore,
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.

(Aldo Palazzeshi)

Comincerò dall’inizio, e comincerò con la pioggia. Si dice che quando uno comincia ad avere pensieri particolari in testa, si verifica una reazione chimica fra ciò che pensa e lo stato d’animo della persona al quale pensa. Non sono certo il tipo che crede a queste cose. Penso a che tipo di reazione chimica potrebbe avere uno come Kai..?!? Sotto tanti aspetti siamo simili, ambedue fingiamo di non aver bisogno di nessuno, di essere in grado di vivere solo e soltanto per noi stessi, con quella punta di narcisismo che caratterizza chi è semplicemente solo e soffre della condizione ma non osa ammetterlo. Dopotutto è stata una scelta di vita. Se a quindici anni uno può permettersi di dire di aver già scelto la strada da intraprendere, ovviamente. Ora che ne ho diciassette, mi rendo conto di essere sotto sotto un moccioso che non sa dove, infine, andrà a sbattere la testa.
Kai può dire lo stesso?
Sicuramente io sono più fragile di lui, più soggetto -mio malgrado- ai fattori esterni. E non sempre riesco a nasconderlo.
Plik, plik
Pioggia
La mia compagna di vita che si riversa sul vetro di questa stanza sconosciuta, mi richiama, mi pretende, dicendomi “tornatene alle strade in cui sei nato, alla vita di lupo della steppa che ti sei scelto”
Comincia sempre con la pioggia. Và via, dice
Ed è quello che farò. Me ne andrò.
Non penso che tu abbia bisogno di me, anzi, siamo seri..non hai mai avuto bisogno di me. Inutile prendersi in giro. Il tuo ritornare in Russia, il tuo cercarmi, il tuo chiedermi di riammetterti in squadra, era tutto un piano prestabilito. Usare me per arrivare a lui. Lui e soltanto lui. È l’ossessione della tua vita. Vincerlo. Averlo.
..Averlo..E’ soprattutto questo, vero Kai?
Sei un pagliaccio, almeno quanto me! Nasconderci dietro muri di indifferenza e di forza per non ammettere che siamo deboli e che, pur non volendo, abbiamo bisogno di qualcuno. Di appartenere a qualcuno. Ed io..vorrei appartenerti. Probabilmente arriverei anche ad uccidere, se questo mi desse la certezza che potrei essere tuo.
Ma io lo sono..tuo
Un rapporto unilaterale, certo.
Dialogo unilaterale.
Sesso unilaterale.
E’ piuttosto patetico e umiliante. Calpestare il mio orgoglio e sottometterlo a te? Un errore, qualcosa che non meriti. Non meriti tanto.
Così traccio di nuovo la linea di confine. Tu te ne rimarrai qui, con i tuoi amici..con lui. Ed io ritornerò alla mia gelida signora. Ritornerò a ululare e sbranare per fare vedere che, nonostante tutto, Yuri Ivanov non si è rammollito. Nemmeno ora che è..cosa? Innamorato?
Sono innamorato di te, angelo di fuoco?
Mi bruci e mi consumi, mi fai patire come un dannato, e non te ne curi, non te ne accorgi.
Al diavolo!
Sopravviverò, l’ho sempre fatto, da quando questo fottuto mondo ha deciso che ero uno dei tanti insetti da schiacciare. Quando tu te ne stavi nella tua bella villa a fare l’incompreso.. io, in mezzo ad una strada ghiacciata, mi domandavo come avrei fatto ad arrivare al giorno dopo. Eppure eccomi qua! Non certo grazie a quelli come te…
Ma basta. Non voglio più pensarti, ti ho dedicato fin troppo tempo e questa maledetta valigia non vuole chiudersi!
-Nervoso, Ivanov?-
Sussulto. Parli, o meglio pensi al diavolo e guarda chi ti compare?!
-Ti do quest’impressione, Hiwatari?- sogghigno gelidamente, ti piace questa maschera?
-A che ora hai il volo?-
-Alle cinque. Ho ancora tre ore di tempo per chiudere questa dannata borsa- faccio pressione con tutto il mio peso, ma mi irrita vederlo lì appoggiato alla porta, come uno che si guarda uno spettacolo in televisione ed è compiaciuto nel veder tribolare il protagonista.
-Invece di startene lì a guardarmi con quella tua aria da strafottente compiaciuto, perché non mi dai una mano?!?-
-Stavo solo aspettando che tu ti umiliassi nel chiedermelo- mi risponde divertito, e in quel momento provo l’impulso di dargli due sani schiaffoni per rendere violacei quegli assurdi segni blu che si dipinge sulla faccia
-Sei venuto a cercare rogna, per caso?- sbuffo e non lo guardo, continuando a premere sul coperchio della valigia.
-No- non aggiunge nient’altro e si avvicina, esaminando il mio bagaglio scuro –Non lo chiuderai mai, c’è dentro troppa roba-
-E invece lo chiuderò, visto che non c’è niente di più di quello che c’era dentro al mio arrivo!-
-Come ti pare, ma scommetto che fra tre ore sarai ancora qui a sbraitare contro la tua stupida valigia- si siede sul bordo del letto, e mi fissa conscio di avere perfettamente ragione
-Umpf..sicuramente di bagagli te ne intendi di più tu, visto il tuo migrare sempre da una parte all’altra come il fuggitivo..- marco sull’ultima parola, e lui ha capito dove voglio arrivare ma sembra preferire deviare l’argomento
-Ti presterò uno zaino, mettici dentro alcune cose e vedrai che riuscirai a chiudere la valigia-
-mh- sorriso sarcastico –non pensare di riaverlo indietro tanto presto. Dovrò trovare la voglia di spedirtelo, una volta arrivato a Mosca-
-Oppure potrai riportamelo di persona- mi ritrovo a fissarlo negli occhi, ed ecco, mi sento intrappola, come quando lo affronto con il bey sapendo già a priori chi dei due è candidato alla vittoria.
-E tu credi che io rifarei tanta strada solo per riportarti uno zainetto?-
-Non lo faresti?- mi guarda serio, con quei suoi occhi talmente freddi da parere paradossalmente roventi
-No..non lo farei- dico secco, abbandonando la valigia per andare verso la finestra.
Plik Plik
Continua a piovere, forse più forte di prima, ed io mi sento come questa pioggia. Destinato a cadere a terra a soffrire perché allontanato dalla mia nuvola
Lo sento muoversi, ora è in piedi, proprio dietro di me
-Cosa ha detto il medico, quando ti leveranno la fasciatura?-
Cos’è, ora ti preoccupi delle mie condizioni fisiche, Kai Hiwatari?!? Sono a dir poco onorato
-Le toglierò a Mosca, a questo punto. Ormai non mi fanno più male-
-hai rischiato molto..- lo sento mormorare ma io ho capito benissimo
-Che c’è? Ti metti a commiserarmi solo perché non sono stato in grado di battere Garland? Ebbene sì, lo ammetto, Hiwatari, ammetto i miei limiti. Sei più forte di me, molto più forte. Soddisfatto? Bene. Ma questo non ti da il diritto di commiserarmi, chiaro?- sono furente, ferito nell’orgoglio
-Non ti sto affatto commiserando, Yuri- la sua compostezza è ancora più snervante –Anch’io la prima volta sono stato battuto da Brooklin e ridotto piuttosto male. Quando sono venuto a trovarti all’ospedale mi sentivo un fallimento, ero certo che tu ti saresti vergognato di me, così come mi sentivo talmente sconfitto da non voler più prendere in mano un bey-
Mi sorprendo. Sì, è davvero sorprendente che lui faccia una simile confessione, a me poi! E che significa “quando sono venuto a trovarti all’ospedale?” Possibile che la presenza che avvertivo, fosse veramente lui. “Ciao Yuri” Non era stata una proiezione della mia mente, un suono illusorio dovuto dal coma?
-Tu sei venuto in ospedale?- mi sorprendo a domandarglielo senza pensarci
-Sì, il giorno prima dell’incontro. Accanto al tuo cuscino c’era il mio bey..probabilmente l’aveva messo lì Takao..-
Ah già, ovvio, Takao..figuriamoci se non saltava fuori
-e a quel punto ho capito. Tu non ti eri arreso e non l’avrei fatto nemmeno io. Questo mi ha dato la forza di rimettermi in gioco e di vincere-
-Mh..bella storia- ancora non lo guardo e ricordo le lacrime che ho versato per lui quel giorno. Io ho pianto per qualcuno, ho pianto per te. Io che, non avevo..non avevo mai pianto in vita mia
-Il tuo occhio?- glisso l’argomento, è la cosa migliore. Per me, sicuramente, è la cosa migliore
Scrolla le spalle e sposta una ciocca di capelli da viso. Bellissimo, come sempre.
-E’ a posto. Non mi sono rimaste nemmeno cicatrici.. ho la pelle dura, io-
-Anche la testa, se è per questo. Bè, vedrò di allenarmi ancora per il prossimo campionato. Voglio affrontarti e vincere ad ogni costo- lo dico con blanda convinzione. In realtà, non credo che parteciperò. Per cosa, poi? Vedermelo dall’altra parte con i revolution e Takao a scambiarsi sguardi d’intesa. Oh Dio non lo sopporterei!
-Ma..-
Ma cosa? Credi che non sia all’altezza nemmeno di affrontarti, in tutta la tua superbia cerchi di mettermi sotto ancor prima che io possa riscattarmi?
-Ma, un corno!- ribatto –arrogante e presuntuoso come sempre- Peggio di me, sì decisamente peggio!
Ritorno a trafficare con la valigia, dandogli le spalle –E va bene, prestami uno zaino, per qualche arcano motivo, sembra proprio rifiuti di chiudersi.
Adesso mi giro a guardarlo, lui mi fissa, con quella sua enigmatica espressione semi-divertita. Scosta il cappotto che teneva sul braccio e sotto vedo uno zainetto scuro che aspetta d’essere riempito.
-Cos’hai, poteri di preveggenza?- domando seccato, mentre lui senza cambiare espressione mi porge lo zaino. La sua mano sfiora la mia,e subito mi ritraggo come scottato. Gli do nuovamente le spalle. Non voglio capisca! Dov’è finito il mio sangue freddo? Possibile che questo ragazzo riesca a rendermi tanto vulnerabile?
Comincio a togliere alcune cose dal baglio e a buttarle nello zaino, così, alla rinfusa. Non le vedo nemmeno. Mi sento impacciato, terribilmente impacciato. Scoppio
-Ti lamenti sempre che ti da fastidio se la gente ti fissa, bene per me è la stessa cosa! Quindi piantala di guardarmi a quel modo e dimmi che diavolo sei venuto a fare? Non devi allenarti con i tuoi amici, il tuo giapponese non ti sta aspettando?-
-Il mio giapponese?- ripete senza variare il suo tono di voce
Mi rendo conto, probabilmente arrossendo come una ragazzina, che gli ho appena fatto una scenata degna di una befana gelosa.
E quello che ancor più mi rode è che è vero, sono geloso, sono schifosamente geloso, logorato fino al midollo da questo abbietto sentimento
-Senti..non..non cercare significati nascosti, chiaro?- balbetto incerto, con il solo desiderio che lui esca da quella porta
-Dovrei?- mi domanda a braccia conserte con uno sguardo che non so interpretare. Potessi levarmi una soddisfazione. Sbatterlo al muro e baciarlo. Almeno questo. Mio, un istante solo. Ma poi, so che sarebbe peggio..per me
-Boris e Sergej saranno giù nella hall ad aspettarmi, ora è meglio che io li raggiunga- troppo nervoso, sto sudando freddo
Nell’ultimo tentativo disperato, riesco a recuperare una pallida imitazione della mia maschera da duro –Allora, Dasvidanja, Kai. In bocca al lupo per tutto- e quel lupo vorrei essere io. Ma ora basta. Devo smetterla. Riacquista il tuo orgoglio, Yuri.
Allungo la mano in segno di saluto, e lo guardo. Lui fa altrettanto ma non stringe la mia mano. No. seguita a guardarmi. E sebbene siano solo istanti a me sembrano ore, ore ed ore in cui sono lieto di riflettermi nei suoi occhi e al contempo spiazzato da quel suo rifiuto. Ma in fin dei conti, stiamo parlando di Kai Hiwatari. Forse non è da lui abbassarsi nemmeno negli addii.
Si allontana da me e si dirige verso la porta della stanza, rimasta semichiusa. Rimango così, in piedi con la mano tesa come un idiota, mentre quello, con il suo solito passo da “fiero e solitario” si blocca davanti alla maniglia e torna a guardarmi.
Dì qualcosa..
Me lo ordino senza però riuscire a farmi uscire una parola. Vorrei solo sapere che razza di giochetto stiamo facendo
Afferro valigia e zaino e lo raggiungo sulla porta, che lui m’impedisce di spalancare.
-che significa?- domando e lui, con la sua solita aria impassibile, mi fissa
-la stanza è la tua, apritela tu la porta, mi hai preso per un facchino?-
Tipico. Maledettamente tipico. Se non avessi ambo le mani occupate lo colpirei davvero.
-bastardo- bisbiglio, infilando il piede fra la porta e il battente per poterla aprire. Una volta spalancata mi blocco. Come se avessi appena ricevuto uno schiaffo e la mia mente si fosse offuscata per il colpo. Tengo lo sguardo basso e osservo senza capire.
Kai mi sfila in fianco senza dire una parola.
Che significa? Continuo a ripetermelo, mentre fisso la valigia davanti a me. Non è uno sbaglio. Sul cartellino c’è il suo nome e la mia stessa destinazione
-Bé?- mi scuoto nel sentire la sua voce –ti sei rincretinito? Vogliamo andare o no?-
Rincretinito? Sì, lo sono davvero perché sto ancora aspettando che mi dia una spiegazione
-che..che ci fai con quella valigia?- riesco a chiedere e a guardarlo
-la stessa cosa che ci fai tu- fa una pausa e poi mi sorride, ma non uno dei suoi soliti sorrisi ironici e sadici. No. Un sorriso, un semplice sorriso, bellissimo, su quel volto solitamente serio e imbronciato
-Non vorrai davvero che ti lasci quello zaino senza assicurarmi che sia trattato come deve?. Ci sono affezionato, sai?- dice senza smettere di sorridere, e mentre io resto ancora fermo e incredulo lui si avvicina, sporgendosi verso di me. Sento la sua mano premermi sul petto e la sua bocca posarsi sulla mia.
Un bacio. Un dolce bacio.
Come fossimo..come fossimo due amanti
Quando interrompe quel contatto nel quale mi sono sentito ardere, nel quale l’ho sentito mio, seguita a guardarmi –scemo- mi sussurra dolcemente, baciandomi ancora.
E’ cominciato tutto con la pioggia, come sempre nella mia vita.
Ma ora sembra voler continuare nel sole.

Ecco qui, una ficcina semplice, lontana dal mio solito stile contorto/catastrofico. Volevo vedere se ero capace di scriverne una, ma quelle noire mi vengono decisamente meglio. Okay, se vi và (a me fa piacere) lasciatemi un commentino, una crituccia, il vostro conto corrente…ahem insomma, fatemi sapere che ne pensate.
Intanto, per chi magari non l’avesse notato, ho aggiornato destiny di tre cappy.
Bacioni



 
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