PROLOGO - Capitolo 1° -
Dedicata a tutte le donne che sono state importanti nella mia vita: a M.E. dico un grazie per ogni stella di questo cielo, per me sei più di una sorella… A V. anche se non ci parliamo più perché in questi anni mi hai aiutato a crescere e mi hai insegnato la passione per il teatro… A T. che sta passando un periodo molto difficile un abbraccio forte forte, che possa finire tutto per il meglio e infine a F., la mia somelier di fiducia nonché “editor” di tutte le mie tesine, come farei senza di te?
Maddalena era in aereo, e stava guardando la cima delle Alpi. Nel giro di pochi minuti sarebbe atterrata a Bolzano, dove Annalisa la stava aspettando. Erano ormai sei anni che non la vedeva, lo stesso periodo di tempo che aveva passato fuori dall’Italia. Aveva vinto un concorso e si era trasferita a Berlino dove faceva la lettrice d’Italiano e da allora non era più tornata a casa, nonostante non vivesse poi così tanto lontano dalla sua madrepatria. Se avesse dovuto dire il perché non avrebbe saputo rispondere se non con la sua solita alzata di spalle e uno sbrigativo “Bho, mi girava così”. Tipico di Maddalena del resto.
L’ultimo weekend che aveva passato a casa era uscita con Annalisa e si erano ubriacate, anche se la sua amica in genere non beveva quasi nulla, dopodiché erano andate a ballare, cosa che non facevano quasi mai. Ma quella era una sera fuori dal normale ed erano tornate a casa esauste, sudate e con un vago dolore all’altezza del petto, che presto si sarebbe trasformato in una punta di nostalgia. Dopo la partenza si erano sentite spesso, avevano passato notti intere a chattare per raccontarsi le rispettive vite, ma nel corso degli anni i contatti erano irrimediabilmente diminuiti, finché una mattina Maddalena non aveva trovato una curiosa email dell’amica, dove le chiedeva di passare le vacanze di Pasqua nella casa in montagna dei suoi genitori. Lei aveva risposto immediatamente di sì ed era corsa in agenzia col cuore in gola: non aveva mai avuto tanta fretta di tornare in Italia.
Ora, mentre guardava le cime innevate, si domandava come sarebbe stato rivedersi. Erano più vecchie, forse più sagge, sicuramente con qualche dolore e cicatrice in più.
Annalisa era nella sala d’aspetto dell’aeroporto. Il volo della luftansa proveniente da Berlino aveva cinquanta minuti di ritardo. In bagno aveva indugiato davanti allo specchio per vedere quanto fosse cambiata in quegli anni e domandandosi come sarebbe stata Maddalena con sei anni in più e chissà quante e quali nuove esperienze alle spalle. Chissà se aveva trovato il suo equilibrio, se era riuscita ritrovare quei pezzi di sé che aveva pian piano smarrito e che, insieme, avevano cercato di ritrovare.
Lei si era nel frattempo sposata e aveva avuto un figlio, che ora aveva tre anni e che in quel momento era al lago di Garda dalla nonna paterna mentre suo marito era in viaggio per lavoro, così aveva approfittato dei quattro giorni di relax per invitare la sua vecchia e migliore amica nella casa di montagna, dubitando fra l’altro che lei avrebbe accettato: da quando era partita per Berlino non l’aveva più rivista ed aveva sempre trovato il modo per non tornare in Italia. Ma con sua grande sorpresa le aveva risposto dicendole che sarebbe arrivata a Bolzano alle 13.50 e che era molto contenta dell’invito.
In fin dei conti Maddalena era sempre stata così, strana ed imprevedibile ma, forse proprio per questo terribilmente affascinante. Aveva qualcosa di magnetico nei suoi meravigliosi e freddi occhi blu-viola, qualcosa che faceva girare la testa a chiunque quando passava in mezzo alla gente, anche se lei l’aveva conosciuta in un momento un po’ particolare e forse proprio per questo le aveva mostrato subito la sua incredibile, quanto nascosta, vulnerabilità.
Ciao a tutti! Eccomi con una nuova storia… so che per ora non succede proprio niente, ma è solo una piccola introduzione. Spero che continuerete a seguirla! Un abrazo a tutti Mary
ps. non so se sarà vm o meno, ma per sicurezza....
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