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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: UNA COLPA DA ESPIARE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: gia-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/09/2005 00:50:01

fan-fic nata da una giornata di cupa e profonda depressione... dead-fic un pò particolare...
 
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UNA COLPA DA ESPIARE
- Capitolo 1° -

Eccomi di nuovo qui con una nuova ficcina tutta per voi!!
Sò che alcune persone (ragazze vvb!!!) aspettano delle ficcine da me, ma oggi sono depressa... Farei fare un brutta fine anche a voi, quindi è meglio evitare XD!!
Comunque arriveranno... ^*^!
Una ringraziamento speciale alla mia adorata Kumie, che ancora mi sopporta da brava "nicorette" (ci siamo capite io e te, vero XD?!) Un bacione topola ^*^!
Bene, adesso vi lascio (finalmente) alla storia!
Buona lettura!





Non sapeva quanto tempo era trascorso da quando aveva ripreso i sensi, ma soprattutto non sapeva quanto ne era passato da quando li aveva persi. Si limitava a starsene immobile a fissare il soffitto bianco... E che altro avrebbe potuto fare? Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, era come se non possedesse più il controllo del suo corpo. I grandi occhi dorati erano spalancati in uno sguardo di puro panico, mentre dalla bocca semiaperta non usciva alcun suono. Aspettava...Ma cosa stesse aspettando non lo sapeva nemmeno lui.
Forse aspettava semplicemente che qualcuno venisse a interrompere l'opprimente silenzio di quella stanza dove tutto sembrava bianco e immacolato. Era in uno stato di totale apatia, era continuamente in bilico fra la coscienza e l'oblio; L'unica cosa che in lui rimaneva costante era il dolore che accompagnava ogni suo secondo di vita, come una prolungata agonia che non accennava ad arrestarsi. Ogni parte del suo corpo martoriato era come strabordante di aghi acuminati, che non gli davano un attimo di respiro. Si sentiva male al solo pensare una cosa del genere, ma avrebbe voluto che tutto finisse il più presto possibile...
Un uomo entrò dalla porta e si avvicinò al letto. Indossava una mascherina chirurgica ed aveva uno sguardo truce... Ray aveva la certezza di trovarsi in ospedale, e come vide il dottore i suoi timori si dimostrarono fondati. Non ricordava nulla di quello che era successo, sapeva solo che per essere ridotto al limite della sopportazione umana doveva essere qualcosa di grave.
Il dottore si sedette vicino al letto e prese tempo, fingendo di osservare con molta attenzione i particolari di una cartella che riportava senza dubbio il profilo del bel cinese.
Finalmente iniziò a parlare, e questo fece aumentare ancora di più la disperazione nella quale il ragazzo si trovava.
La voce dell'uomo gli giungeva a malapena, e le parole gli erano impossibili da comprendere, come se si trovasse circondato da morbida ovatta. La testa prese a girargli vorticosamente, aveva la nauseante sensazione di vorticare senza meta in uno spazio ignoto, dal quale non vedeva via di scampo alcuna.
Quando si riprese l'uomo era ancora accanto a lui, ma questa volta stava in silenzio.
Ray si sentiva decisamente meglio, e fu con sua somma sorpresa che si scoprì nuovamente in grado di muovere quasi interamente la parte destra del suo corpo... La sinistra tuttavia non aveva ancora intenzione di rispondere ai suoi comandi.
Il medico ricominciò il discorso che aveva interrotto precedentemente, scandendo le parole in modo che esso risultasse più comprensibile per il ragazzo. Le parole erano semplici, ma il cinese non le capiva... Non ci credeva... Non voleva crederci. Perchè ammettere che la versione del dottore corrispondesse a verità avrebbe significato ammettere che la colpa era interamente sua. Che era stato lui a togliere la vita ai suoi amici, che era stato lui ad autoprivarsi delle persone che più amava...
Ma poi i ricordi riaffiorarono come una cascata che sfocia in un fiume di rapide. Impetuosi, selvaggi, distruttivi... Il ragazzo non aveva nessun controllo su di loro, si limitava a subirne passivamente le conseguenze, trasportato dalla corrente.
Adesso anche le lacrime scendevano copiose senza che lui potesse fare nulla per fermarle... Non che avesse la forza di provarci, del resto.
Gli tornarono in mente tutti i dettagli di quella maledetta sera...
I volti felici dei suoi amici, i loro sorrisi, il suo Kai che scendeva le scale di corsa...
Il suo Kai... Se possibile, la visione del russo dagli occhi di sangue accentuò la disperazione in cui già si trovava. Non sopportava l'idea di aver causato la morte del suo amato bene. Lui, che sopra ad ogni altra cosa rasentava la perfezione di un Dio, che era tanto bello e inumano al contempo da poter essere definito Angelo... Aveva ucciso il suo angelo...
Non poteva sopportarlo, credeva di essere ad un passo dalla morte... Sarebbe morto di dolore, e non era nemmeno la millessima parte di quello che avrebbe voluto soffrire per autopunirsi delle cause che la sua negligenza aveva portato.
Di nuovo rivide i suoi amici con la memoria, li rivide salire in macchina con il sorriso ancora stampato sul volto. Vide se stesso prendere le chiavi e posizionarsi al posto di guida... La meta era il famosissimo "pajunto" dove i ragazzi dovevano festeggiare la nuova stagione che di allenamento ed il nuovo campionato alle porte. Rivide la bellissima serata che avevano trascorso, l'entusiasmo generale, i baci di Kai... E rivide anche i bicchieri che il proprietario gli metteva davanti, e che riportava via immancabilmente vuoti. Al momento di lasciare il locale tutti manifestarono la loro preoccupazione riguardo le condizioni del cinese. Ricordò anche di come lui li aveva presi in giro tutti, sottovalutando la quantità d'alcool ingerita, e ignorando lo stato di totale confusione nel quale si sarebbe certamente trovato di lì a poco. La macchina sfrecciava veloce per le strade semideserte nella notte. L'aria fresca rendeva Ray ancor più su di giri,donandogli un'allegria non propriamente naturale. Gli atri ragazzi non proferivano parola, erano come immobili statue di cera. -Avanti ragazzi, lo sapete che non farei nulla che possa farvi del male, no?!- .......
La macchina sbandò pericolosamente, e Ray non riusciva a riprenderne il controllo. Provò ogni mossa che il suo istinto, seppur annebbiato dall'alcool, gli fece venire in mente, ma fu tutto inutile.... La macchina sterzò bruscamente e interruppe la sua folle corsa contro un enorme albero. Incredibile come una bmw-x5 potesse contorcersi talmente da occupare lo spazio di una semplice utilitaria. Ed era proprio così che si era ridotta la loro macchina, un'ammasso di lamiere con loro cinque intrappolati all'interno.
Ed era finita così... Era bastato un attimo... Lui aveva perso immediatamente i sensi mentre gli altri quattro erano morti nel mezzo si strada, come cani randagi. Deturpati dall'atroce impatto e sicuramente morti in mezzo ad atroci sofferenze...
Perchè proprio lui doveva essersi salvato? Mentre Kai, Max, Takao ed il prof K erano stati così brutalmente privati dela loro vita... Perchè doveva essere lui a rimanere in vita? Per espiare il peccato che aveva commesso avvicinandosi troppo ad un Angelo dannato?! Se così era, avrebbe voluto provare quel dolore altre cento volte, pur di non rinunciare all'amore che soltanto Kai riusciva a risvegliare in lui.
Avrebbe riaquisito l'uso del corpo, sarebbe tornato normale... Sarebbe tornato a vivere. Soltanto qualche cicatrice avrebbe mantenuto in lui il ricordo vivo di quella tragedia, e della morte dei suoi unici compagni di vita. Ma a cosa sarebbe servito continuare a vivere senza di loro, con la consapevolezza di essere l'arteficie di un destino che non avrebbe dovuto compiersi?! Con i suoi amici condivideva i suoi sogni, i suoi amici erano il suo sogno... E nessun uomo vive a lungo quando i suoi sogni muoiono.
Non voleva vivere senza sogni, non voleva vivere.
Allungando il braccio riuscì a staccare il tubo che lo riforniva di ossigeno, permettendo che rimanesse in vita. La sua vita era legata a quel semplice tubo... Che lui aveva reciso come un' erba amara in un prato di profumati fiori. Gli restavano pochi secondi di vita, ne era assolutamente consapevole. Pochi secondi e l'aria avrebbe cominciato a mancare, permettendo che lui raggiungesse i suoi compagni ed il suo Angelo, che tanto bramava di poter rivedere. Soffriva, soffriva terribilmente... Annaspava in cerca d'aria come un condannato a morte aspira ad un ultimo desiderio... Ed era incredibile come questo si contradicesse al suo desiderio. Voleva morire, lo desiderava con tuttose stesso... Eppure l'innato istinto umano che non riusciva a reprimere lo portava alla continua ricerca d'aria.
Finalmente però la natura ebbe la meglio, la mancanza di ossigeno si faceva sentire in modo insopportabile... Stava morendo: quello era il suo ultimo respiro...
Ancora pochi secondi ed avrebbe riabbracciato il suo Angelo dannato.

**FINE**
_____________

__ Angelo mio, è stato bellissimo vedere di nuovo un tuo sorriso rivolto a me...
Sei la perfezione incarnata in un corpo mortale,
Il raggio di sole che illumina le mie tenebre...__

_____________




Bene, che ve ne sembra?!
Questo è il risultato di una giornata ricca di... "sorprese"
Devo precisare che il nome del locale (anche se orrido XD!) ha una motivazione precisa:

_dedicuccia per Max_
Grande ciccio, sono sicura che andrà benissimo il nuovo locale!! E poi mi offri pure la cena... Basta che non cucini tu XD!!!
Ah già, ti manda un baciottolo l'Ale (kumie)

Ok, posso sperare di ricevere qualche commentino, o almeno in numero di un bravo psichiatra ^^" ?!
Tschussy!



 
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