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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: UNA PRINCIPESSA PER IL PIRATA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: supersere galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/09/2005 19:32:48 (ultimo inserimento: 20/06/06)

lanthis è un govane capitano, bello e coraggioso e il suo incontro con helèna cambierà la sua vita. e la bella maleena?scopritelo...
 
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1° UN RAGAZZO SOLITARIO
- Capitolo 1° -

In un’ epoca antica, quando ancora le navi pirata solcavano i mari, fiorisce l’amore di due giovani appartenenti a due mondi diversi ma legati da un destino comune…


Il sole splendeva alto nel cielo e la brezza marina gonfiava le vele di una nave che solcava l’oceano. Un giovane se ne stava seduto a prua sopra il parapetto della splendida imbarcazione, un galeone.
L’aspetto fisico rifletteva la sua natura di uomo di mare: due occhi verdi, come smeraldi, osservavano tristi il mare azzurro, il petto possente dai muscoli scolpiti si alzava e si abbassava ritmicamente seguendo il suo respiro lento e regolare. I capelli, neri come la notte, scendevano sul volto fino a sfiorargli le guance. Con un gesto lento, fluido, il giovane se li riavviò dietro l’orecchio destro senza smettere di contemplare il mare. Un’onda un po’ più alta delle altre fece oscillare la nave e uno schizzo di acqua marina bagnò il folto ma ben curato pizzetto di quel ragazzo tanto silenzioso quanto bello.
-Lanthis, capitano. –
Una voce alle sue spalle lo chiamò.
Con agilità Lanthis saltò giù dal parapetto e, dopo essere atterrato sul ponte, si diresse verso l’uomo che l’aveva chiamato.
Costui spiccava per la sua statura elevata. Era un uomo di colore molto robusto, dagli occhi neri come il carbone e dalla pelle tatuata. Doveva avere una trentina d’anni.
Sembrava preoccupato.
-Cosa c’è Ursus?- chiese Lanthis.
-Abbiamo finito le provviste capitano. Giù in cambusa il cuoco è disperato. Temo stia progettando di cucinare ratti per sfamare l’equipaggio.-
-Sta bene. Signor Ferio!- disse Lanthis ad un marinaio –Alzi la vela maestra. Ci dirigiamo verso Heria.-
L’equipaggio si diede da fare e in breve la vela fu issata e a sera l’Andromeda (così si chiamava la nave) attraccò al porto di Heria.
-Resteremo qui per una settimana. Giusto il tempo di farci passare il mal di mare e di rifocillarci. Gli uomini sono in libera uscita. Ci rivedremo qui martedì prossimo alle nove di mattina. Tutto chiaro? Obiezioni?-
-No, signor capitano.- rispose l’equipaggio.
Così gli uomini cominciarono a scendere dalla nave.
-Finalmente una decisione sensata Lanthis! Era ora!-
Una voce femminile fece voltare Lanthis.
-Maleena!Ci onori della tua presenza. Ti sei decisa ad uscire dal tuo dannato laboratorio! Cos’hai inventato stavolta?-
-Questo!-
E così dicendo estrasse dalla cintola un coltello, apparentemente ordinario.
-Beh,cos’avresti inventato? Una cosa che hanno tutti già da secoli?-
-Impara a non fermarti alle apparenze Lanthis. Non sempre tutto è ciò che sembra essere.-
Detto questo premette un bottone sul manico del coltello e la lama all’improvviso si aprì con uno scatto dividendosi in tre lame acuminate.
-Hey, piano con quell’affare!Senti…ma cos’è?-
-Mettiamola così. Ipotizziamo che ti si pari davanti un bestione sui centotrenta chili…con quest’affare lo puoi sventrare dal collo all’inguine in meno di un secondo.-
-Non so se esserne colpito…o spaventato.-
-Scoprilo da solo…tieni, te lo regalo.-
-Grazie…anche se spero di poterne fare a meno in futuro-
Quindi scese anche lui dalla nave e si diresse verso la prima locanda seguito da Ursus e Maleena.
-“Al lupo di mare” il nome mi ispira. Ci fermiamo qui per la notte?-
Visto che nessuno aveva obiezioni entrarono per affittare delle stanze.
-Mi sono rimaste due matrimoniali.- disse la locandiera.
-Va bene. Le prendiamo. Allora…io e Ursus in una e tu…- fu però interrotto da Ursus.
-Impossibile Lanthis.-
-Come impossibile? E perché mai?-
-Perché io devo avere un matrimoniale tutto per me. Occupo da solo lo spazio di due persone.-
-Ma non pretenderai mica che io dorma con Maleena?!-
-E che male c’è? Non siete forse amici dopotutto?-
-Già! Non siamo forse amici?- s’intromise lei.
-Oh! E va bene!- si arrese Lanthis.
Le stanze erano belle e accoglienti.
-Bene. Ora, se volete scusarmi, vado a fare un giro.- disse Lanthis.
- D’accordo. A più tardi.-
Lanthis cominciò a girovagare per i vicoli bui della città.
Dopo una buona mezz’ora di strada si ritrovò sulla riva di un lago in una bellissima radura.
D’un tratto un rumore catturò la sua attenzione e, dopo essersi voltato verso le acque scure che riflettevano però la luce della luna, gli parve di scorgere una figura immersa fino alla cintola che si accingeva a tuffarsi.
Senza fare rumore si avvicinò alla riva e fu in quel momento che la vide.
La misteriosa figura che aveva attirato la sua attenzione era quella di una ragazza. Una bellissima ragazza.

 
Continua nel capitolo:


 
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