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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: CASTITÀ
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: aiko-rukawa galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/09/2005 23:15:35 (ultimo inserimento: 03/05/06)

akira sendoh ha un nuovo proposito nella vita… ma riuscirà a mantenerlo quando qualcuno così irresistibile cercherà di fargli cambiare idea?
 
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CASTITÀ, PROLOGO: I CAN DO IT!
- Capitolo 1° -

CASTITA’

Tradotta da Eowie

Titolo originale: Celibacy
Autore: Aki Midori
Pairing: SenRu e gli altri sono una sorpresa^^
Rating: PG13
Disclaimer: Questa storia è basata sui personaggi creati e di proprietà di Takehiko Inoue.
Sommario: Akira Sendoh ha un nuovo proposito nella vita… ma riuscirà a mantenerlo quando qualcuno così irresistibile cercherà di fargli cambiare idea?
Note della traduttrice: La fanfiction è ancora in corso, e fin’ora è composta da 14 capitoli. Purtroppo, causa scuola e lavoro, non potrò postare con molta frequenza, pazientate!^^ Spero davvero che vi piaccia, mi sto impegnando moltissimo per tradurla! Potete trovare la fanfic originale al sito: http://senrusen.net/indexx.html. ^_^

+++


Castità, prologo: I Can Do It!


Fino a quel punto, aveva contato tre crepe grandi, quattro piccole, parlato silenziosamente con due lucertole (mamma lucertola e figlia lucertola), scrutato il soffitto rosa e sospirato per circa duecento volte.

La donna accanto a lui fece un sospiro felice mentre lo stringeva nel suo abbraccio. I suoi soffici seni gli sfiorarono il fianco, ma lui li notò a malapena. Sì, era bella. Una gran scopata. Ma non era più felice di tutto questo. Si stava *annoiando*.

‘Vediamo… una, due, tre, quattro… ventisette… trentotto… centotre’ contò a mente.

“Erano così tante, che ho perso il conto” sussurrò nell’oscurità. Fece un altro lungo sospiro e si districò dalla specie senza nome - ehm - donna. Silenziosamente, raccolse i suoi vestiti e si diresse verso il bagno. Una volta dentro, si studiò attentamente fissandosi nello specchio.

Non poté fare a meno di sorridere.

“Ehi, figo” si salutò con un sorrisetto compiaciuto. Sì, era il tipo più figo di sua conoscenza. Capelli corvini e lucenti, profondi occhi blu, pelle perfetta, sorriso perfetto, corpo stupendo… Sì, davvero un pezzo di gnocco. Per non parlare che era uno dei più giovani dirigenti dell’agenzia pubblicitaria nella quale lavorava. Era giovane, ricco, bello, era un bravo ragazzo, eh sì… era così dannatamente figo. E anche un dio del sesso. Non c’era da meravigliarsi che le donne facessero a botte per andare a letto con lui. Alcune erano arrivate al punto di chiederglielo espressamente. Gli sfuggì una risatina maliziosa. Quante erano già, le ragazze? Non lo sapeva più.

*Sigh*

“Sono un così bel ragazzo” disse, scuotendo la testa. “Il cielo doveva amarmi molto. Hmmm… Dev’essere stata la mia benedizione per rendere tutte quelle ragazze coooosì felici. Heh.”

Sì, bè, era un po’ vanitoso, ma insomma… aveva tutte le ragioni di esserlo. Si guardò di nuovo allo specchio, ma questa volta vide solo un uomo nervoso e scontento.

Prima gli piaceva quel tipo di vita. Era un ragazzo al quale piacevano le feste scatenate, i drink, le belle donne, e il sesso. Sì… il sesso fa bene alla salute.

Ma adesso si sentiva annoiato di tutto. Sì, il sesso andava ancora alla grande. Le donne erano sempre belle. I soldi scorrevano a palate , ma lui era *annoiato*. Incompleto. Era stanco di vivere in quel modo. Voleva qualcosa di nuovo. Qualcosa di più. Una nuova sfida. Una nuova conquista. E dubitava che fare amicizia con le lucertole nel cuore della notte fosse poi così divertente.

Improvvisamente, era stanco di tutte quelle facce anonime. Era stanco delle relazioni superficiali. Era stanco di andare a letto con donne sconosciute, per poi svegliarsi la mattina con un senso di vuoto totale. Era stanco delle scopate, dei pompini, dei… ehm - tutto ciò che riguarda i rapporti sessuali. Aveva bisogno di qualcosa *di più*. Qualcosa di più profondo. Qualcosa di più significativo. Qualcosa di più… più… importante e soddisfacente.

Si rivestì in fretta, uscì dal bagno, mandò un bacio (più una strizzatina d’occhio molto sexy) alla ragazza addormentata e uscì di nascosto dalla stanza. Una volta fuori, fece un bel respiro e si avviò lungo i familiari corridoi dell’hotel, entrò nel solito familiare ascensore, passò davanti al solito receptionist e sbucò nella solita strada.

Di che cos’era annoiato, comunque? Sesso? Donne? Di quel monotono stile di vita fatto di lavoro, feste, appuntamenti ed *ehm* sesso e donne?

Akira Sendoh avrebbe voluto *urlare*. “Che diavolo di problema ho?” gridò irritato, guadagnandosi occhiate strane da parte dei passanti. Oh, che se ne andassero all’inferno. All’inferno tutto quanto! Aveva una vita sessuale molto attiva! Che altro avrebbe potuto volere di più?! (Un amaro Lucano! Hihihi scusate non ho resistito!)

Oh.

Qualcosa *di più*, giusto?

Per caso si stava stancando del sesso?

Sì, doveva essere quello.

Sesso, sesso, sesso.

“C’è molto di più nella vita che il sesso, no?” si chiese ad alta voce e, ancora una volta, le persone intorno a lui gli lanciarono occhiate sospette. Strinse i denti, infastidito. Cos’è, non avevano mai visto prima un bell’uomo parlare da solo? Oh, bè… certo, era così bello che attirava l’attenzione della gente nel raggio di dieci miglia. Non poteva biasimarli.

Sì… c’è di più nella vita oltre al sesso.

E, stando in piedi accanto ad un lampione storto, Akira Sendoh improvvisamente sorrise. La sua mente acuta e penetrante aveva ancora una volta architettato un piano brillante. Ora sì che sapeva di cos’aveva bisogno! Adesso sapeva come liberarsi di quel senso di vuoto. Sapeva qual’era la cosa ‘profonda’ e ‘significativa’ e ‘importante’ e ‘soddisfacente’! Oooh… doveva assolutamente condividere tutto questo con Hiroaki e gli altri!

+++

“Stai facendo cosa?!” esclamò Hiroaki Koshino subito dopo aver evitato con successo di sputare tutt’attorno il suo tè freddo.

Sendoh sorrise, dando al suo migliore amico un buffetto in segno affettuoso. “Ho detto che ho intenzione di praticare castità, amico” annunciò con fierezza.

Koshino lo guardò accigliato. Maki tossì. Kiyota fumò di rabbia. Mitsui si strozzò con la sua cialda al gusto di fragola.

“Ehi… aspetta un minuto” disse Maki passandosi una mano tra i capelli e ignorando le disperate grida d’aiuto di Mitsui. “Ci chiami alle sei e mezza del mattino, praticamente assillandoci via telefono perché venissimo in questo maledetto bar, disturbando alcuni di noi nei loro *ehm* momenti intimi, solo per dirci che stai dando i numeri e hai intenzione di diventare casto?”

“In pratica sì. Eccetto per la parte del dare i numeri” disse Sendoh con un cenno casuale della mano.

“Tu sei completamente svitato, stronzetto” brontolò Kiyota. “Così ti sei trasformato in un pervertito in astinenza, ok per noi va bene, non ce ne potrebbe fregare di meno. Si può sapere perché vuoi coinvolgerci?”

“Ho per caso interrotto qualcosa, Nobu-kun?” lo prese in giro Sendoh. “Sei piuttosto scontroso, stamattina. Non sei il solito arrogante di sempre.”

“Diavolo, sì!” replicò Kiyota con tono seccato. ‘Stavo proprio facendo colpo su quel pezzo di gnocco!’ aggiunse a mente.

“Chi è il ragazzo questa volta?” chiese Sendoh.

Kiyota giurò che *non* avrebbe soddisfatto l’impertinente curiosità di quel bislacco. Mitsui agitò disperatamente le mani in aria, lottando per non soffocare con il wafer. Koshino lo ignorò e continuò a consumare la sua banana e il suo toast di marmellata. Maki sorseggiò con calma il suo tè. Sendoh si alzò e gli diede qualche pacca sulla schiena finchè quest’ultimo non sputò un’ingente quantità di - ehm -… wafer.

“Hisashi Mitsui, sei disgustoso!” disse Koshino. “Non c’è da meravigliarsi che tu non abbia avuto nessun appuntamento ieri sera!”

“Ehi, non intromettiamoci nei miei affari privati, ok? Oltretutto, è colpa sua!” disse Mitsui sulla difensiva, puntando il dito contro un Sendoh molto felice. Gli lanciò un’occhiata truce e disse “Ehi, hentai… potresti ripeterlo di nuovo?”

“Che cosa, che stamattina Nobunaga è scontroso?”

“Il tuo annuncio, stupido” disse Mitsui scocciato. “Non sono sicuro di aver sentito bene.”

Sendoh strattonò l’orecchio di Mitsui e ci gridò dentro: “Ho! Intenzione! Di! Praticare! Ca-sti-tà!”

“Non sono sordo, maledetto cretino!” disse Mitsui allontanandolo e massaggiandosi l’orecchio. “Sì, ma chi vuoi prendere in giro? Non ci cascherebbero nemmeno le nostre nonne. Le parole ‘Sendoh’ e ‘Castità’ non vanno d’accordo. È un dato di fatto.”

“Giusto, dannazione” concordò Kiyota brontolando. “Tu, il famigerato playboy della ‘Happy Smile’ S.p.A.? Il de-verginizzatore di innocenti, il-”

“E falla finita, idiota!” lo zittì Koshino. Si rivolse a Sendoh. “Cos’ha architettato quel tuo cervello pervertito questa volta?”

Sendoh sorrise. Era quella la domanda che stava aspettando fin dall’inizio. “Bè, mi sto annoiando di tutto. Ho bisogno di qualcosa di nuovo. Ho bisogno di una nuova *vita*. Ho bisogno di qualcosa di più profondo che scopare tutte le notti. Devo avere qualcosa di più importante che i pompini e il 69 e le posizioni del drago e i preservativi saporiti e-” Guardò un torvo Koshino e si fermò prima di fornire altri dettagli grafici. “Oh bè, immagino di dover cambiare il mio stile di vita.”

“E pensi che sarai felice di tutto questo?” chiese Mitsui.

“Non lo so” replicò Sendoh. “È per questo che ho deciso di fare una prova per un mese intero.”

“Che cos’ha a che fare la castità con la tua vita così improvvisamente noiosa?” domandò Maki.

“Bè, ho detto che ho bisogno di una nuova sfida” replicò Sendoh con aria pensierosa. “Mi sono stancato di svegliarmi accanto a donne estranee in camere d’albergo. Mi sono stancato delle feste, degli appuntamenti… tutto! L’astinenza dal sesso è qualcosa di quasi estraneo per me, quindi credo che proverò.”

Gli altri quattro ragazzi lo guardarono con espressione impassibile. Lui li guardò con un sorriso gongolante.

“Non durerai tre giorni” disse infine Koshino. Gli altri annuirono energicamente.

“Ehi, abbiate fiducia in me, ok?” disse Sendoh esasperato. “Siete miei amici o sbaglio?”

“Ma qui stiamo parlando di *te*, Sendoh” disse Kiyota. “Non puoi essere lasciato da solo con una ragazza per cinque minuti senza molestarla. Smettila con queste stupidaggini, Sendoh.”

“Concordo” disse Maki, il più sensibile del gruppo. “Forse il motivo per il quale sei diventato così improvvisamente stufo delle ragazze è perché sei sempre uscito con lo *stesso* tipo di ragazze. Sai… bamboline bionde e brunette e rosse e cose così. O forse è solo una fase, o qualcosa del genere. Ti passerà.”

“Sì” confermò Mitsui. “Aspetta un paio di giorni… una settimana, al massimo, e scommetto che la tua libido sarà più attiva di quanto tu ti possa immaginare. Devi solo trovare la persona giusta al momento giusto e wham! Tornerai indietro. Questo comprenderebbe centosettantasette ragazze, e contando…”

“Ma parlo con le *lucertole* dopo aver fatto sesso! Conto le crepe nel muro, conto le stelle, parlo da solo. Mi sto stancando della mia vita!” controbatté Sendoh. “Voglio qualcos’*altro*!”

“Perché non provi con gli uomini, invece?” suggerì Mitsui. Kiyota e Koshino annuirono. Maki per tutta risposta grugnì.

“Non sono dell’umore adatto per gli scherzi, ragazzi” li avvertì Sendoh.

“Io credo che invece siamo fin troppo seri” disse Maki. Gli altri semplicemente alzarono gli occhi al cielo.

“Ehi…” cominciò Sendoh con un’espressione stanca sul volto. “Non pensate veramente che io possa farlo, vero? Non capite come mi sento. Ho bisogno di una pausa da tutto questo. Ho intenzione di provare la castità, e scommetto che durerò per un mese ed anche oltre!”

Ma gli altri non lo stavano già più ascoltando. Stavano parlando del tempo, per l’amor del cielo!! Sendoh ribollì di rabbia. Che amici, pensò. Nessuno lo capiva. Dopotutto, non erano loro quelli a svegliarsi la mattina con quel senso di vuoto. Non erano loro quelli a contare le crepe nel soffitto, chiedendosi che razza di vita stavano conducendo. Non erano quelli stufi marci della stessa vecchia e monotona routine quotidiana fatta di lavoro, feste, donne, sesso e tanti saluti.

Bè, gliel’avrebbe fatta vedere lui!

Prima era solo una questione di cambiamento, di novità. Ora era diventata una vera e propria questione di orgoglio. Quegli ignobili uomini infedeli non credevano al fatto che lui potesse stare per un mese intero senza fare sesso. Bè, gliel’avrebbe fatta vedere!

Batté un pugno sul tavolo e i quattro lo guardarono alzando un sopracciglio.

“Hai capito adesso che la tua idea è completamente senza senso?” disse Mitsui con aria annoiata.

“Al contrario, Hisashi,” replicò Sendoh con rinnovata energia. “Da adesso in avanti, starò lontano dal sesso, dai giochini sconci, dai baci, dai film porno e tutto ciò che comporta l’essere un hentai. Posso farlo. Dovete solo stare a vedere.”

“Niente donne?” chiese Maki.

“Nessuna.”

“Niente baci?” disse Mitsui arricciando le labbra scherzosamente.

“Assolutamente no.”

“Niente film porno?” chiese Kiyota con un sorriso di sfottò.

“No.”

“Nemmeno i giochini?” domandò Koshino speranzoso. Sendoh annuì. “Alleluia. Il paradiso mi ha concesso una tregua. Questo significa che sono libero dalle oscenità di Sendoh per un mese intero.”

“Sei sicuro che non vuoi provare con i ragazzi?” chiese ancora Kiyota.

“Sì.”

“Bè Akira, siamo tuoi amici” cominciò Maki. “Questo significa che ti daremo una mano.”

“Veramente?” chiese Sendoh con gioia.

“Ma certo” disse Kiyota sorridendo. “Ti terremo d’occhio.”

“Grazie, ragazzi!! Siete dei veri amici!”

“Prego, non c’è di che” fece Mitsui con un gesto spontaneo della mano.

Sendoh sorrise felice. “Okay. A partire da questo momento in poi, io, Akira Sendoh, non sarò più un hentai! E, con questi quattro uomini come miei testimoni, giuro solennemente di privare me stesso di donne, baci, pornografia e sesso!”

La gente dentro il bar, specialmente gli anziani, gettò a Sendoh occhiate di rimprovero. I quattro ragazzi semplicemente ridacchiarono in risposta. Fuori, il cielo assolato si coprì improvvisamente di fitti nuvoloni carichi di pioggia. Lampi e fulmini illuminarono il cielo. Tuoni rimbombarono.

“Chi l’avrebbe mai detto, Akira” disse Koshino con un sorriso. “Il cielo ti ha appena dato la sua approvazione. Ora devi tenere fede al tuo voto, o ci vergogneremo molto di te.”

‘Sì’ pensò Sendoh con profonda devozione, ‘Posso farlo!’

+++


 
Continua nel capitolo:


 
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