Titoli in inglese che sembrano parolacce rulez *_* questo vuol dire 'cestinato', ed è più o meno una parolaccia in effetti... più un offesa XD mi auguro di riuscire a completarla prima dell'inizio della scuola, ovvero tra 3 giorni °°ú.ù°° T_T
TRASHED
"Eh ma che palle... piove..." sussurrò, scrutando il cielo nuvoloso con la fronte aggrottata, beccandosi una goccia d'acqua sul naso (eh sì in genere quando piove cadono le gocce d'acqua XD ndKia).
Sbuffò, irritato, infilandosi in un ipermercato a più piani pieno di luci colorate.
Mancavano due giorni a Natale, e lui ancora non aveva trovato uno straccio di regalo per Takao...
Se Yuriy avesse saputo che doveva fare un regalo di Natale a qualcuno come minimo avrebbe avuto un infarto, seguito da un ictus.
Kai Hiwatari, l'ateismo fatto persona, a comprare un regalo di Natale... (l'ateismo fatto pershona sono io>.<ndKia) (sei ubriaca anche ora? XD ndNotty) (gnòx XD ndKia) (Kai te l'ho distratta, adesso pagami ùù ndNotty) (brutto giuda>_<è già tanto se non ti taglio le mani>> ndKai) (ma muori, dannato <<ndNotty) (vai Nottyyyy XDDDD ndKia) (giù le mani dal mio Notty è_é ndMimi) (ming che folla °_° ndKia)
Gli scappò un sorriso mentre entrava in un negozio di oggetti per la casa, mentre all'esterno si scatenava il diluvio universale.
"Ah... no, dài, smettila...! E se... e se ci vedono? Mmmh... ahhhh..."
Il moro non riuscì a dire altro, mentre il suo improvvisato amante gli assaggiava il collo affamato, sorridendo sulla sua pelle.
"Mh... Zeo..." (O_O ndKai) (XD *si trattiene dallo sparare a Zeo* ndKia)
Girò attorno a un paio di scaffali, senza trovare nulla che attirasse la sua attenzione, in compenso attirò su di sé gli sguardi vogliosi delle commesse in pausa alla cassa.
Percorse con lo sguardo l'ennesima corsia, constatando che tutto ciò che era esposto sulle mensole era di cattivo gusto, o troppo sfarzoso, o troppo sbrilluccicante, e si decise a uscire.
Prima che potesse muovere mezzo passo, però, udì qualcosa che lo fece sobbalzare.
Un gemito.
Si bloccò sul posto, fissando il proprio riflesso in un piccolo specchio posto su un mobiletto pochi centimetri più in là, cercando di capire da dove provenisse quel suono, e se fosse davvero quello che credeva.
Socchiuse gli occhi, cercando di concentrarsi e ignorare la canzone sparata a tutto volume dagli altoparlanti, e per riflesso aguzzò la vista, scorgendo nello specchio il riflesso inconfondibile di una scarpa.
Sbattè le palpebre, voltandosi per controllare, e constatò che era proprio così: la punta di una scarpa sbucava da dietro un separè qualche metro più in là.
Mosse qualche passo, accorgendosi che quelli erano i camerini dove si potevano provare gli abiti venduti dal negozio, poi un altro sospiro gli giunse alle orecchie.
Si chiese come mai le commesse non avessero notato le scarpe, e si rispose che i camerini erano nascosti da file e file di scaffali.
Percepì un gemito più forte, e gli si gelò il sangue nelle vene.
"T... Ta..."
Con un sospiro più forte venne, svuotandosi sulle labbra del giovane inginocchiato davanti a lui, e appoggiò la nuca alla parete, ansimando soddisfatto.
Zeo si sollevò, sorridendo compiaciuto e passandosi la lingua sulle labbra, poi gli bloccò i polsi ai lati del corpo, costringendolo a voltarsi.
"E adesso mi diverto un po' io... Takao..." sussurrò, portandosi le mani alla cintura.
"Adesso mi diverto io, Takao..."
Spalancò gli occhi, quella frase non se l'era immaginata.
Con due ampie falcate fu davanti al camerino incriminato, e dopo due secondi vide ciò che mai e poi mai si sarebbe aspettato di vedere.
Una forte luce lo inondò, e Zeo seppe che erano fregati.
Takao si allontanò un poco dalla parete, gettando uno sguardo allo specchio sul muro accanto, e si sentì svenire.
"Dio..."
La mano dell'albino - moro lasciò andare la tenda e ricadde fiacca lungo il corpo immobile.
Kai fissava ciò che avrebbe poi etichettato come 'la dimostrazione che il destino ha avuto pietà di me'.
Zeo nudo fino alla cintola, i capelli scomposti che ricadevano lungo la schiena, le mani al bordo del pantalone, la cintura confinata in un angolo del camerino.
Takao addossato alla parete, nudo dalla vita in giù, le gote arrossate e gli occhi lucidi come quando facevano l'amore... o almeno quello che Kai definiva 'fare l'amore'...
Il moscovita non chinò lo sguardo, continuando a torturarsi la parte interna del labbro inferiore mentre il suo cervello annaspava alla ricerca di una frase ironica e pungente con cui commentare la scena e per far sentire a Takao il rimorso vivo come non mai.
Intanto il mezzo cyborg si era mosso, allontanandosi da quello che Kai aveva ritenuto il suo draghetto, ma che ormai non era più tale, e aveva sorriso maligno.
Takao si era limitato a lasciar ricadere le braccia lungo i fianchi e a guardare Kai implorante.
"Kai... non è come..." tentò di dire.
"No, non è come credo. Infatti credevo che tu... provassi qualcosa per me. Solo per me. Evidentemente non è così" ribattè il russo, la voce fredda, distaccata, come se stesse parlando del suo vicino di casa.
Takao spalancò gli occhi alla reazione del giovane Hiwatari, certo una frase del genere se l'era aspettata, e credeva di essere preparato a incassarla, ma sentirla dalle belle labbra del suo amante... era molto peggio...
"Kai... non dire così..."
"Preferisci che te lo dica in russo?" sbottò, freddamente, lo sguardo dritto e fiero.
Benedisse il proprio orgoglio, cui si stava disperatamente aggrappando, che gl'impediva di scoppiare a piangere.
Takao non disponeva di quella dote, infatti appoggiò la fronte al muro, abbracciando l'aria, e cominciò a piangere silenziosamente.
Gli occhi di Kai si ridussero a due schegge scarlatte mentre Zeo si avvicinava al moro e lo abbracciava, accarezzandogli i capelli.
Per poco di più di un minuto l'unica persona a parlare fu proprio l'ex - cyborg, che sussurrava qualcosa a un Takao in lacrime che finì per appoggiarsi con la schiena al suo petto invocando il suo nome tra i singhiozzi.
Kai era rimasto a fissare quella scena in silenzio, mentre il suo cuore stanco presentava la lettera di dimissioni e finiva i suoi giorni accasciandosi nei calzini del moscovita.
Poi, come d'incanto, la sua bocca si aprì, e Kai rimase stupito nel sentire la propria voce sussurrare una gelida frase...
"Toglimi una curiosità, Takao... sono stato la tua puttana fin dall'inizio?"
Takao si bloccò, sollevando la testa che era andato a nascondere nell'incavo del collo di Zeo, e fissò Kai, che per poco non cadde in ginocchio nel vedere le guance del giapponese perfettamente asciutte e un sorrisetto piegargli le labbra.
"Fin dall'inizio, Kai..." rispose il moro, accentuando il sorriso, senza alcuna traccia di rimorso né sul viso né nella voce.
Kai si costrinse a fare un sorriso di circostanza, annuendo tranquillo.
"Molto bene... ah, scusate se vi ho interrotto..." disse, richiudendo la tenda e allontanandosi in fretta, notando però che Takao aveva ricominciato a piangere.
"Addio..."
(**altra città, altro paese, altro continente, altro centro commerciale, altro negozio, altra situazione... stesso clima**)
"Accipicchia si sta scatenando una tempesta, là fuori..."
"Ahan..."
"Di questo passo la cantina di casa mia si allagherà... fortuna che mi hai convinto a spostare tutto!"
"Già..."
"Waaahhh si allagherà anche il sottopassaggio!! E io a casa come ci torno!?!?"
"Hai ragione..."
Notando finalmente il tono distratto dell'amico, Boris si voltò verso il rossino, intento ad esaminare uno scaffale traboccante di candele.
"Yuriy, ma... mi stai ascoltando?!"
"Certo... uhm, credo che questa vada bene" disse poi il rossino, sollevandosi sulle punte dei piedi per prendere una candela corta e paffutella, di un bel rosso acceso.
"Hai finito?"
"Sì... qui sì" rispose Yuriy, ammiccando, e Boris lo seguì alla cassa con un sospiro rassegnato.
Dopo che il rosso ebbe pagato la candela e una dozzina di gomitoli di lana, entrarono nella libreria del centro commerciale.
"Che libro stiamo cercando?" domandò Boris, sapendo bene che il compagno non amava andare a fare acquisti senza prima aver stilato una lista di tuuuutto quello che avrebbe dovuto acquistare.
"Uhm, tu non lo so... io sto cercando qualcosa che vada bene per la 25..."
La 25...
Boris estrasse dalla tasca un foglietto ripiegato più volte su se stesso, ovvero una copia della lista delle cose da comprare fatta da Yuriy, e la percorse con lo sguardo fino a trovare la voce numero 25, una delle ultime.
Era cerchiata in rosso, segno che era di alta priorità.
Regalo per Kai.
Il giovane Huznestov (che minchia di cognome _._ ndKia) sorrise, scuotendo la testa.
Quindi Yuriy non si era ancora arreso.
"Uhmmm... no, questo ce l'ha, ne sono sicuro..."
Alzò la testa e vide l'amico che scorreva con un dito tutti i titoli dei libri, alla ricerca di qualcosa.
Gli posò una mano su una spalla, stringendo appena, catturando la sua attenzione.
"Lascia perdere, Yu. Non è un libro il regalo giusto per lui, lo sai"
Yuriy chinò il capo, sconsolato, facendo ampi cerchi con un piede sulla moquette blu notte.
"Non so cosa comprargli... vorrei fargli qualcosa con le mie manine, ma lo sai che nel bricolage faccio più schifo del tuo cous cous..."
Boris si accigliò un secondo, poi lasciò perdere l'offesa al suo cous cous e condusse l'amico depresso fuori dal negozio.
"Troverai qualcosa, amico, adesso però andiamo, hai ancora altre 30 cose almeno da comprare e l'ipermercato chiude tra due ore..."
Yuriy annuì, precedendo il ragazzo dai capelli lilla nel supermercato.
Il rossino si sedette su una panchina, seguito dal suo esausto amico che mantenne una mano sul carrello e prese a respirare profondamente, mentre Yuriy cominciava ad elencare ad alta voce tutte le voci della lista.
"E anche la candela c'è... direi che ho preso tutto, tranne..." s'intristì visibilmente, Boris se ne accorse e gli diede un'allegra gomitata nello stomaco.
"Piantala, Yuriy! Qualcosa trovera... ma... Yuriy?!"
Il rossino s'era incantato a fissare la vetrina di fronte a lui, rapito da...
"Scusami un momento, Boris..." sussurrò, alzandosi in piedi ed entrando nel negozio, sotto lo sguardo perplesso dell'amico.
Boris scosse la testa, rinunciando a cercare di comprendere il rosso, e volse lo sguardo al carrello.
Non era molto pieno, ma pesava da morire.
Ogni anno la stessa storia.
In occasione del Natale Yuriy si concedeva una grande spesa, mentre lui, Boris, lo faceva a metà giugno.
Ma la scelta del giorno non aveva nulla a che fare con la religione...
"Eccomi qua... andiamo?"
Boris alzò lo sguardo, e rimase piacevolmente sorpreso nel notare il largo sorriso sul volto dell'amico.
Yuriy stringeva al petto un pacchetto colorato, la carta era lucida e multicolore, e il contenuto doveva essere una maglia o qualcosa di simile perché non aveva una forma ben definita.
"Ok"
"Non ha ancora smesso di piovere..." sussurrò, rivolto a se stesso, scrutando il cielo scuro oltre la finestra.
Sospirò, andando a stravaccarsi sul divano con il barattolo di gelato alla vaniglia tra le dita e il cucchiaio in bilico tra le labbra.
Fissò per qualche minuto il grosso albero che una sua spasimante particolarmente ossessiva aveva insistito per montare nel suo salotto, addobbandolo con una quantità talmente industriale di lucine colorate da illuminare a giorno buona parte della stanza, pensando a dove fosse LUI in quel momento, a cosa stesse facendo...
Scosse la testa, affondando il cucchiaio nel gelato cremoso, portandoselo successivamente alle labbra e ingoiando quella bontà sublime.
Gelato in pieno dicembre...
Un po' strano, certo, ma lui era da sempre abituato a mangiare gelato (alla vaniglia) in qualunque stagione, a qualunque ora del giorno e della notte.
Nel suo frigorifero infatti non mancava mai una buona scorta di barattolini di quella che lui riteneva una raffinata goduria per il palato.
Quella mattina era andato a fare le solite spese del 23 dicembre con Boris (l'abbiamo letto XD ndTutti), qualche anno prima quello era per lui il giorno più bello dell'anno, ora non era che semplice routine...
Forse, si disse, perché fino a tre anni prima non era Boris ad accompagnarlo, ma...
Affondò il cucchiaio nel gelato con più foga, ingoiandone quasi violentemente una quantità maggiore e gelandosi piacevolmente la lingua, cercando di pensare a qualcos'altro...
A qualcosa che non fosse stupendamente perfetta...
Qualcosa che non avesse splendidi capelli di seta, morbidissimi al tatto...
Qualcosa che non fosse dotata di due occhi meravigliosi... (dotata e basta XD... a cosa state pensando, maniaci sessuali che non siete altro!? XDDD ndKia) (a quello che pensi tuuuu (): D ndTutti_angel mode) (male, male X°°°° ndKia)
Qualcosa che non avesse una voce calda, sensuale, avvolgente...
Qualcosa che non fosse elegante in ogni occasione...
Qualcosa che non avesse l'aspetto, il modo di fare, le qualità di...
"Kai..."
Il suo... già, cos'era Kai, per lui?
Cominciò a infilare e sfilare depresso il cucchiaio dal gelato, gli occhi socchiusi e le lacrime che chiedevano a gran voce di uscire.
Si diede dello stupido, sapeva benissimo cosa rappresentasse la Fenice per lui, ciò che doveva chiedersi, invece, era...
"Cosa sono io, per te, Kai...?" sussurrò, appoggiando la nuca alla spalliera del divano, fissando il soffitto.
Un amico?
Forse...
Un fratello?
Già, un fratello...
"Niente di più?" domandò.
Niente di più, rispose una vocina nella sua testa.
Lo sguardo si spostò al pacchetto che aveva appoggiato sotto l'albero.
Un regalo.
Una sciarpa.
Di lana, con tutti i colori dell'arcobaleno.
Calda e lunga, lunghissima e caldissima.
Per Kai.
Ma molto probabilmente l'avrebbe utilizzata lui.
Un rumore improvviso lo fece sobbalzare, Yuriy rischiò di rovesciare il gelato sul divano di pelle per la sorpresa, poi si ricompose, realizzando che qualcuno aveva suonato al campanello.
Andando ad aprire gettò un'occhiata all'orologio, erano le dieci e mezzo, chi diavolo poteva andarlo a trovare alle dieci e mezzo del 23 dicembre?!??
Pensò ad ogni sorta di amico o parente, ma non gli saltò minimamente in testa che potesse essere colui che si trovò davanti.
Spalancò gli occhi.
LUI era lì...
"Cia... ciao, Kai..." sussurrò, stentando a credere ai prorpi occhi.
LUI era proprio lì...
"Y... Yu - chan... ciao..." rispose il ragazzo, la voce roca, gli occhi spenti...
Era proprio LUI, quello lì?
"Kai... che ti è successo? Credevo fossi in Giappone..."... con Takao, aggiunse una vocina.
LUI... era LUI, LUI e nessun altro quello che aveva di fronte!!!
"Io... ho preso un aereo... volevo... dovevo vederti... piove un po', fuori, eh...?"
LUI... aveva preso un aereo per venirlo a trovare...
"Sì, infatti... vieni dentro, piccolo, sei fradicio, ti do una mano ad asciugarti... ti prenderai una polmonite..."
LUI era come un pulcino bagnato, bisognoso di affetto e premure...
"Kai... mi hai sentito?"
LUI gli posò una mano su una spalla...
"Yuriy..."
LUI aveva una voce così calda... ma gli occhi erano assenti...
"K... Kai... cos..."
LUI lo stava baciando...
Yuriy spalancò gli occhi sentendo le labbra calde e sottili di Kai premute alle proprie; quello che desiderava ardentemente da due anni a quella parte finalmente stava accadendo...
Si rilassò un poco, socchiudendo le labbra e avvicinandosi al viso dell'albino - moro, chiudendo gli occhi e lasciando che intervenisse anche con la lingua.
Dapprima ricambiò il bacio, giocando con le sue labbra, accarezzando la sua lingua, poi tornò coi piedi per terra.
Sì, certo, baciare e avere Kai tutto per sé era il suo più grande desiderio, ma in quel momento era come se il ragazzo non fosse in sé, aveva visto i suoi occhi ed erano spenti, da tutt'altra parte...
Voleva averlo, ma non in questo modo.
Si costrinse, seppur riluttante, ad interrompere quel contatto così sensuale ed eccitante e, senza guardare Kai negli occhi, lo trascinò in salotto, dove l'albino - moro rimase in piedi, fermo e immobile come una statua di sale.
"Vado... a prenderti una coperta, dammi un secondo..."
Kai lo seguì con la testa, voleva fermarlo, abbracciarlo forte... ma si sentiva così debole...
La vista gli si offuscò, non erano lacrime ma stanchezza, e si sentì svenire.
"Y... Yu - chan..."
"Kai!!"
Lo vide afflosciarsi sul pavimento, pallido come non mai, e si affrettò a coprirlo.
Un po' a fatica riuscì a prenderlo in braccio, Kai non reagì in alcun modo e questo preoccupò alquanto il rossino che lo sdraiò sul letto, coprendolo per bene con la trapunta.
Gli sfiorò una guancia, guardando quel bel viso preoccupato.
"Kai... che ti succede...?"
Aprì gli occhi lentamente, si sentiva un po' spossato ma le batterie erano ricaricate.
Si strofinò una mano su un occhio dolcemente, sbadigliando, poi si guardò attorno, perplesso.
Ci mise un po' a riconoscere la camera di Yuriy...
Yuriy...
Russia...
Yuriy?! RUSSIA?!?!
La porta si aprì senza un cigolio e una chioma rossa, seguita da un bel viso a Kai molto familiare, fece capolino nella stanza.
Il volto di Yuriy si aprì in un sorriso rincuorato quando vide l'albino - moro sveglio e seduto sul letto.
"Buongiorno..." disse, entrando nella camera e lasciando la porta socchiusa.
"B... buongiorno..." sussurrò Kai, arrossendo un poco.
Yuriy...
Russia...
Aereo...
Aereo...?
Ma sì, aveva preso l'aereo il giorno prima, a mezzogiorno...
Dopo aver fatto i bagagli...
Era scappato da casa Kinomiya sotto il naso di Rei...
Ed era arrivato a Mosca...
La sua vera casa...
Lontano da... da...
Yuriy si accorse che le spalle del suo bell'amico aveva cominciato a sussultare lievemente, e gli si avvicinò, preoccupato.
"Kai... ehi, che c'è...?" domandò, dolcemente, posandogli le mani sulle guance e sollevandogli il viso fino a guardarlo negli occhi, che erano lucidi, ma per lo meno accesi e brillanti come al solito...
"Yuriy... io..."
"Calmati, piccolo..."
Kai chiuse gli occhi, appoggiando una mano su una di quelle che Yuriy gli teneva sulle gote e stringendola appena, tirando poi su col naso.
"Va tutto bene..." aggiunse il rossino, dolcemente, e Kai annuì appena, rincuorato.
Yuriy s'inginocchiò sul materasso accanto a lui, guardandolo e sentendo il cuore riempirsi d'amore per quella creaturina forte e fragile al contempo.
"Grazie..." sussurrò Kai, appoggiando la fronte a una spalla di Yuriy, che spostò le mani dalle sue guance alla sua schiena, stringendolo in un abbraccio protettivo.
Strofinò una guancia contro la chioma argentea e profumata dell'albino - moro, accarezzandogli le spalle, poi sciolse l'abbraccio, baciandogli una guancia.
Era tanto che desiderava farlo.
"Vuoi... dirmi cosa succede?" domandò, cercando di essere il più delicato possibile.
Kai si passò le nocche sulle guance, annuendo.
"Io... Takao mi... mi ha... tradito..."
Nonostante l'ultima parola l'avesse detta pianissimo, Yuriy comprese, e strinse un pugno, mosso dalla rabbia.
Takao era un idiota.
Aveva conquistato la splendida, dolce, sensuale Fenice, aveva per sé il suo cuore, che nessuno era mai riuscito ad afferrare, era riuscito a farlo innamorare...
E aveva mandato tutto a puttane per... un gioco? Un passatempo?
E aveva spezzato il cuore malandato di colui che si era donato a lui corpo e anima.
Kai soffriva come un cane per come l'aveva trattato, Yuriy glielo leggeva negli occhi.
E non capiva.
Ok, Takao l'aveva tradito, ma questo dimostrava quanto fosse un poco di buono, quindi perché addolorarsi tanto per averlo perso?
E questo dimostrava anche che Kai non amava Takao, ma un'immagine di Takao che si era fatto, che non corrispondeva minimamente alla realtà.
Esternò i suoi pensieri, edulcorandoli all'occorrenza, aggiungendo un tenero
"Chi non ti vuole non ti merita, Kai... e non si merita nemmeno il tuo dolore... non permettergli di cancellare il tuo bellissimo sorriso..."
Kai chinò lo sguardo, rimase in silenzio per qualche minuto, probabilmente rifletteva sulle parole di Yuriy.
Poi, quando andò a guardare il volto del rossino, sorrise dolcemente, sentendosi arrossire un po'.
"Grazie, Yu - chan. Hai ragione. Non devo permettergli di abbattermi. Devo essere più forte, no? Oppormi. Cestinarlo." disse, deciso e al contempo dolce.
"Esatto, piccolo. E se avrai bisogno di me, sai dove trovarmi... sempre qui, al tuo fianco" ribattè Yuriy, altrettanto dolce, arrossendo e vedendo Kai arrossire a sua volta.
"Grazie" mugugnò l'albino - moro, abbracciandolo.
"Mh, che bel profumino, Kai..."
"Ehe... modestamente sono un mago ai fornelli" rispose Kai, sorridendo.
Yuriy arrossì un poco, non si riferiva alla cena.
"Yu - chan?"
"Dimmi, piccolo!"
Kai sorrise, pulendosi le mani sul grembiule e poi sfilandoselo, poggiandolo sulla spalliera del divano dove Yuriy guardava la tv.
"Io... vorrei andare a fare un giro, potresti sorvegliare l'arrosto?" domandò.
"Uh... sì, certo..." rispose Yuriy, distrattamente.
La sua attenzione era tutta per la mano di Kai, che stava a pochi centimetri di distanza dalla sua.
Nella testa del rosso si accese una lampadina, strattonò la mano dell'albino - moro che si piegò in avanti, il viso a portata di bocca.
Yuriy lo baciò su una guancia, lasciando che si risollevasse dopo pochi secondi, e gli sussurrò che gli sarebbe mancato.
Kai non rispose niente, limitandosi ad arrossire, e fece per uscire.
Stava per aprire la porta quando gli venne in mente che non era da lui lasciarsi dominare in quel modo, e ritornò sui suoi passi, sbattendo violentemente le mani sulla spalliera del divano ai lati della testa del rossino.
"Sì?" domandò Yuriy, fissando Kai senza riuscire a trattenere un sorriso compiaciuto.
Kai non disse nulla, ancora una volta, e si chinò, baciando e leccando uno zigomo del rossino, che si rilassò, completamente andato.
"A più tardi!"
(**più tardi** XD ndKia)
"Yu, sono tornat... ma..."
Si zittì nel trovare la casa completamente al buio.
Probabilmente, si disse, Yuriy era uscito.
Poi però vide qualcosa muoversi, e una candela fu accesa, illuminando per un secondo il profilo di Yuriy.
In pochi attimi la stanza fu illuminata da qualche dozzina di candele sparse ovunque, e Kai avanzò di qualche passo, il pacchetto al sicuro in tasca.
"Che hai combinato, eh?" sussurrò all'orecchio del rossino, abbracciandolo.
"Io? Niente..." rispose Yuriy, in tono innocente.
Kai sorrise, sciogliendo l'abbraccio e andando verso l'albero di Natale, chinandosi e sfilando il pacchetto col regalo per Yuriy dalla tasca velocemente, nascondendolo sotto qualcosa di morbido.
"Ehi... Kai... vieni qui..."
Si voltò con un lieve sorriso, avvicinandosi di nuovo all'amico che gli sfilò il pesante giubbotto.
"Piove ancora?"
"Eh già... pare che non voglia smettere..." rispose Kai, aspettando che Yuriy lo raggiungesse per mettersi a tavola.
Scostò elegantemente una sedia, per permettere all'amico di sedersi.
Stranamente il tavolo non era illuminato, e l'albino - moro non riuscì a vedere che non era nemmeno apparecchiato.
"No, non qui..." sussurrò Yuriy, dolcemente, avvolgendogli la vita con le braccia e accompagnandolo al divano.
"Yu - chan...?"
"Dimmi..."
Kai chinò la testa per un secondo, poi si sporse in avanti, recuperando il pacchettino col suo regalo.
L'aveva capito che Yuriy non aveva intenzione di farlo mangiare.
Vide il rossino allungarsi verso l'albero e prendere quella cosa morbida che aveva notato prima.
Era... per lui?
"Questo... è per te..." sussurrò Yuriy, porgendogli il pacchetto che, illuminato dalle candele, dimostrò tutta la sua lucentezza.
Kai si morse il labbro inferiore e, sforzandosi di mantenere calma la voce, tese una mano verso Yuriy, mostrandogli il pacchetto.
"E questo è per te..." disse, dolcemente.
Si guardarono, occhi negli occhi, per qualche minuto, nessuno dei due voleva interrompere la magia di quel momento.
"Kai..."
Il rossino prese il pacchetto dalla mano di Kai tremando appena, lo scartò in silenzio e poi aprì la scatolina che si era trovato tra le dita.
Fu solo allora che l'albino - moro parlò.
"Yuriy... grazie... di tutto... non è abbastanza per ripagarti di tutto quello che hai fatto, che fai e che farai per sempre per me, ma... almeno è qualcosa... non so come... spiegarti, dimostrarti quanto sei importante per me... grazie, Yu - chan... io ti..."
"Kai... è... sono... senza parole, tesoro, io..."
Kai sbattè le palpebre.
Tesoro?
Poi sorrise.
Si sporse verso Yuriy, il regalo sulle gambe, e si piegò, cercando il suo sguardo.
Sorrise di più, e catturò le sue labbra, coinvolgendolo nel bacio più dolce e passionale che avessero mai dato e ricevuto.
Si separarono con un lieve rumore, a debito d'aria, e rimasero con i volti a pochi millimetri l'uno dall'altro.
"Kai..." chiamò Yuriy, in un sussurro, sfiorando le labbra sottili dell'altro.
"Sì?" rispose Kai, posando un piccolo bacio casto sul labbro inferiore del compagno.
"Apri quel regalo o ti ammazzo..."
Kai sorrise, allontanandosi un poco da lui, e scartò finalmente il suo primo, vero regalo.
Quando le mani sfiorarono la lana calda e ruvida della sciarpa non riuscì a contenersi, e liberò due lacrime che gli bagnarono lentamente le guance, venendo prontamente asciugate dalle labbra di Yuriy, che poi si dedicarono a quelle dell'albino - moro.
Il 24 dicembre, erano le nove e un quarto...
Babbo Natale, per loro, era arrivato con qualche ora d'anticipo...
END
Ghgh finita in meno di tre ore *__* *brill brill* *intona canto da stadio* Takaooooooo muoriiiiii Zeooooooooo pureeeeee aaaleeeeee ooooohhh XDD credo fermamente in Babbo Natale, io ù_ù cioè, mi piace pensare che al mondo esista qualcuno che ha un cuore talmente buono da portare regali *non per forza materiali* a tutti * - * anche se Babbino si è dimenticato di me da parecchi anni ù_ù* capisco che Recale è sperduta, però che cacchio XD Kai e Yuriy shono troppo dolciosi OçO ah che carini che son, solo a pensarci mi fanno sbavaaa', Aokisan è un genio e c' c'amma fa' XD *sulla musica del ritornello di Don Raffaè, di Fabrizio De Andrè X°°* [=che carini che sono, solo a pensarci mi fanno sbavare, Aokisan è un genio e che ci dobbiamo fare XD] taaa - tararara tararara tarara... sono di buonumore stanotte XD *sono le 00.23 ùù* vi mollo, people, devo rileggere per correggere eventuali orrori di battitura ùù X°°°°
D.D., ovvero DOVEROSO DISCLAIMER: i personaggi sono (c) di Takao Aoki, la fict è mia (c) in ogni sua parte... ispirata dalla fict di Autrice 'scusa, ti ho tradito'. Leggendola mi è venuta in mente questa ^ - ^ D.D., ovvero DOVEROSO DISCLAIMER è mia (c) se volete adottarlo nelle vostre fict ditemelo XD (tu sei matta _._ ndKai) zitto, LUI <<arrivedorci, pipol * - *