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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SIMPLY LOVE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: yurika91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/09/2005 15:54:01

yurika misumaru... un amore impossibile.. un desiderio celato dentro al cuore di chi per lei ha dato tutto...
 
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*SIMPLY LOVE*
- Capitolo 1° -

Quando Jun Aoi aprì gli occhi, la camera era avvolta nella penombra. Il filo di luce che stillava dal corridoio, dava la sensazione che uno scuro velo fosse calato sulla stanza, che, al risveglio appariva così stranamente irreale, quasi parte di un sogno. Il ragazzo batté più volte le palpebre, per cacciare la sonnolenza che ancora lo pervadeva, e si mise a sedere fra le coperte, fissando stancamente un punto incerto sul muro. Alzò una mano a strofinarsi gli occhi, stirò le braccia con un leggero gemito e si tolse di dosso, con gesto meccanico, le coperte, per scendere dal letto. Si mise in piedi e si passò una mano fra i capelli, arruffati durante il sonno, lanciando un occhiata svogliata all’orologio. Le 5.00. Era ancora molto presto. Sbadigliò distrattamente e afferrò la divisa piegata sulla sedia di fianco al letto. La indossò e con un secondo sbadiglio, uscì dalla camera. Aveva avuto un sonno agitato quella notte. Sempre lo stesso, sciocco sogno. Al pensiero portò una mano a coprirsi il volto, come per scacciarlo, ma invano.
Il corridoio era vuoto, avvolto nel silenzio. Solo suoi passi risuonavano nell’aria, satura del torpore del mattino. Jun sorpassò fievolmente le altre stanze, finchè, qualcosa non lo indusse a fermarsi. Lo sguardo fisso dinanzi a se, irrequieto. Strinse le labbra e si voltò. Di fianco a lui, c’era una porta. Un sentimento scaturì nel petto del ragazzo. Avrebbe voluto bussarvi, sapere se fosse già sveglia. In quel momento capì che avrebbe voluto essere la prima cosa che lei avrebbe visto quella mattina, al risveglio. Jun trasalì, e scosse la testa, tentando di allontanare quelle assurde fantasie. Tanto era inutile, lo sapeva. E poi era ovvio che Yurika fosse ancora addormentata. Jun ridacchiò in silenzio. Conoscendola, niente avrebbe potuto svegliarla. Rimase per una attimo a fissare la porta. Per il corridoio ancora non giungeva alcun suono. Dopotutto, pensò, ritrovandosi ad afferrare la maniglia, chi lo sarebbe venuto a sapere?
La porta s’aprì con un cigolio leggero, che fece scappare a Jun un gemito di nervosismo. Alzò lo sguardo nell’immediato, per accertarsi che lei non si fosse accorta di nulla. Ed eccola. Era lì, pigramente distesa fra le coperte, nella semioscurità. Jun la fissò e quasi non si dimenticò di richiudere la porta alle sue spalle. S’avvicinò alla ragazza. Il corpo di lei era accoccolato su se stesso. Le mani piegate, le mani sfioravano il viso. Jun fissò i suoi capelli, lunghi capelli scuri sparsi disordinatamente sul cuscino, aggrovigliati, le ciocche più corte, che finivano in graziosi riccioli che le carezzavano le guance. Scrutò ammaliato le morbide curve velate sotto il lenzuolo e suoi movimenti cadenzati del suo respiro. I suoi occhi chiusi, le lunghe ciglia. Le labbra sensualmente dischiuse. Jun arrossì lievemente.
-Yurika…- Si sentì mormorare. Sussultò, quando la ragazza al suono della sua voce si mosse. Stese le gambe e si girò supina sotto le coperte ed ebbe un gemito. Il ragazzo sorrise malinconico. Si conoscevano da così tanto tempo… da quando lei aveva lasciato Marte, non era passato attimo che loro non avessero trascorso insieme. E lei che non si era neppure mai resa conto di quello che provava veramente. Lui che da sempre era il suo ‘migliore amico’ .
Lui che aveva umiliato se stesso per lei, aveva rischiato la vita. Jun si alzò in piedi, gli occhi inumiditi, e sospirò. Esitò un momento e si chinò sul corpo dormiente di lei.
-Yurika…- Sussurrò, lievemente, accostando il viso al suo orecchio. –Ti amo…- S’allontanò e la guardò ancora una volta. Fece per voltarsi e andarsene, ma il suo corpo non gli rispose. Non voleva spezzare l’incanto di quell’istante. Quel magnifico, etereo incanto. Si chinò nuovamente e poggiò dolcemente le sue labbra su quelle dell’amata, sfiorandole. Un breve e silenzioso contatto. Il ragazzo allontanò il volto e lottò per frenare le lacrime. Sorrise un ultima volta ad una inconsapevole Yurika e andò verso la porta, costringendo se stesso a non voltarsi, finchè non se la richiuse alle spalle con leggero rumore.



 
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