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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: CAPPUCCETTO ROSSO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: darkroses galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/09/2005 17:29:00

e se due ragazzi capitassero nel mondo delle fiabe?
 
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- Capitolo 1° -

«Dai Kiri, sbrigati, altrimenti lo perdiamo!»
Kaory, impaziente di prendere l'autobus, stava strattonando per la felpa beige l'amica. A qualche metro da loro, Miyako le stava osservando sbuffando e giocherellando con la bacchetta rossa che usa per raccogliere i capelli.
«Un attimo, butto via questa e arrivo…»
Si allontanò dalla zona delle macchinette, per raggiungere il cestino poco distante, vicino al termo. Buttò la carta dello snickers.
«Dai, Shinobu ci sta aspettando in atrio!»
Le ragazze arrivarono all'atrio, dove ad aspettarle c'era effettivamente la ragazza, seduta sul caldo legno della colonna.
«Finalmente…!»
«È Kiri, sai com'è, no?»
Kiri sbuffò, fintamente offesa dall'osservazione di Miyako.
Uscirono di corsa per prendere l'autobus, sotto la pioggia di Novembre.
Un veicolo arancione passò loro di fronte mentre erano ancora nella via secondaria della scuola.
«Ecco! Hai visto? Per colpa tua abbiamo perso l'ultimo!»
«Mia??? Chi è che ha voluto rimanere fino alle 7…Nello studio dei convittori?»
«Tu!»
«Io?? anche…»
«Per vedere Mike!»
«Smettila! Ancora con questa storia?!»
«AHAHAH!»
Mentre Kiri minacciava di morte Miyako, la pioggia continuava a cadere sempre più fitta, e le ragazze decisero di tornare all'interno della scuola.
Bagnate fradice, chiesero aiuto al prof Yamagata, che le fece accomodare nel suo studio.
Si sedettero sulle morbide poltroncine in pelle nell'angolo della stanza, maledicendo il tempo che quel giorno era loro nemico.
La porta si aprì. Un ragazzo dai capelli castani lunghi fino alle spalle entrò, seguito dall'amico, del quale si notavano all'istante gli occhi azzurri. Akira e Hiroyuki.
Akira si soffermò un istante sulla soglia, osservando le ragazze…in particolare una. Eh, sì, perchè se tre anni prima non riusciva a sopportare quella ragazza sempre vestita di nero, durante tutto quel tempo si era reso conto che le mancava da impazzire e non riusciva a sopportare il fatto di non stare più a guardarla, di non essere più osservato e pensato.
La tensione si poteva tagliare con il coltello in quella piccola stanza. Da una parte un ragazzo che si era trovato di fronte per la prima volta la ragazza che aveva tanto desiderato rivedere; dall'altra l'oggetto delle sue attenzioni, improvvisamente sbiancata dall'aver rivisto Akira dopo tre anni. E che visione! Il ragazzo durante quegli anni aveva messo su un po' di muscoli e si era abbronzato; I capelli castani erano più lunghi, fino alle spalle e scalati. La solita veretta d'argento splendeva birichina al suo posto all'orecchio sinistro di Akira. Portava la camicia grigia e sotto di essa una stretta maglia nera. Il sedicenne Akira Nagase aveva lasciato il posto ad un diciannovenne molto carino.
I rispettivi amici non furono da meno; Hiroyuki stava chiaramente sgomitando a Akira, anche se molto piano, per non attirare l'attenzione. Le amiche di Miyako, invece, osservavano prima una poi l'altro, aspettandosi chissà cosa. Quel chissà cosa fu un lieve rossore sul volto degli interessati.
Akira non esitò oltre, ed entrò nello studio seguito da Hiro; si diresse, per quanto possibile, lontano dalle ragazze.
Silenzio.


Quell'assordante silenzio fu interrotto dall'arrivo di Yamagata, il prof di italiano.
«Allora…ragazze, potete rimanere qui a cena, non ci vediamo da tanto possiamo fare due chiacchiere!»
«Grazie…è che piove, e non ci sono più autobus per tornare a casa…»
«Sì, capisco…e voi –cambiò espressione in un istante, come solo lui sa fare, e si rivolse severo ai due ragazzi–aspettate che finisco con loro qui e deciderò cosa fare. Kiri…hai qui le storie che ti avevo chiesto?»
La ragazza cercò nella borsa, estraendone un grosso raccoglitore.
«Sì…» disse mostrandogli il quaderno.
«Io devo andare un attimo…appoggialo pure lì sopra, o se vuoi farlo leggere alle tue amiche mentre sono fuori…–sguardo che fulmina, sguardo che uccide–…e voi due…aspettatemi qui.»
Con un ultima occhiata ai due "malandrini", ormai rispettivamente al loro quinto e quarto anno, uscì velocemente. Senza aspettare altro tempo, Kiri aprì il raccoglitore pieno di fogli scritti.
«Che cos'è?» chiese Shinobu curiosa.
«Fiabe.»
«Fiabe? E da dove arrivano?»
«Le ho raccolte e riscritte, sono fiabe vecchie, tipo "La bella addormentata", "Cenerentola" e cose così…»
«E cosa se ne fa Yamagata?»
«Penso che le usi per l'oratorio dell'asilo qui dietro…»
«Ah…e le hai riscritte tu?»
«Sì…le ho un po' cambiate…ma la trama è quella.»
«Qu…
Kaory non fece in tempo a finire a frase.
Una luce bianca accecante riempì l'intera stanza e poi…buio.

«Ahi…» esclamò Akira cercando di alzarsi. Era caduto…ma si ricordava solo la biondina che parlava delle fiabe, e poi una luce bianca. Si guardò attorno. Un bosco. No, non stava sognando, era proprio in un bosco. Ma come c'era finito lì? Cerco di ragionare.
"Calma Akira…c'è una spiegazione logica a tutto. Sì, ma…che spiegazione??"
Rinunciò a spiegarsi come era finito in quel posto e si concentrò sul pensiero di dove fosse. Si guardò attorno nuovamente, ma non vide altro che alberi. No, un momento…notava un sentiero attraverso due alte betulle. Non sapendo proprio cosa fare, decise che era meglio un sentiero piuttosto che un bosco, e si diresse verso quella direzione.
«Scrick…scrick…» sentì uno scricchiolio come di rametti calpestati. Si preoccupò. Sapeva che animali c'erano nei boschi, abitando in montagna, e non era affatto tranquillo. Orsi…e persino Lupi!!
Si affrettò verso la stradina.
Un altro rumore. Quando vide qualcuno avvicinarsi, si immobilizzò. Guardo meglio la figura. Sembrava una ragazza…meno male. Avrebbe potuto chiedere informazioni. La figura, notandolo, esitò un attimo, ma poi corse verso di lui.
La ragazza era alta e portava un lungo mantello rosso, del quale indossava il cappuccio. I lunghi capelli neri scendevano lungo il corpo della giovane.
Akira non ci mise molto a riconoscerla, quando ella alzò lo sguardo.
«…tu?…»
«Io.»
«Tu lo sai cosa ci facciamo qui?» fu la domanda del giovane, che aveva accantonato la timidezza apparentemente preso dallo scoprire dove diavolo erano finiti.
«Proprio no…non so cosa ci facciamo, ma so dove siamo…»
«E dove?»
«Guardami…»
"Già fatto" pensò il ragazzo arrossendo.
«…ho una mantellina rossa, secondo te chi sono?»
«…non so…Mike?» scherzò il giovane.
«Ma sei scemo?! Sono…cappuccetto rosso!!!!!!»
«Cappuc…e che cavolo ci fai vestita da cappuccetto rosso??»
Un sospiro.
«Se non l'hai ancora capito, siamo nella favola…e ognuno di noi è un personaggio…quelli che erano nello studio intendo…!»
«E come ci siamo arrivati nella favola?»
«Ah, questo non lo so…dobbiamo finirla!» disse poi Miyako, colta da una brillante idea.
«Finirla?»
«Se la finiamo poi finisce, e una volta che è finita ce ne torniamo tutti a scuola! Dai, veloce, dobbiamo andare dalla nonna!» esclamò la ragazza correndo avanti.
«Aspetta…se vai…poi ci trovi il lupo! Credo…»
«Sta tranquillo, non ci trovo il lupo…l'ho già trovato! Ma non te ne sei accorto?» disse l'altra ridendo.
Un orribile sospetto si affacciò alla mente di Akira. Si tastò la testa.
«Oh…!»
Come temeva. Sulla sua testa erano spuntate due orecchie pelose da lupo. Si accorse di avere anche una lunga coda nera che spuntava dalla base della schiena.
«E adesso?!»
«Adesso andiamo dalla nonna e te la mangi…e poi…»
«E poi…?»
«E poi…lo sai come continua!» tagliò corto Miyako arrossendo.
«Ma mi spieghi come faccio a mangiare la nonna e poi…sì insomma, come me la mangio la nonna? Al forno? Fritta? Ai ferri? Tutta intera? E chissà chi è la nonna!!»
«Ci pensiamo dopo…intanto andiamo e muoviti!»
I due ragazzi si incamminarono nel bosco. Il paesaggio era veramente incantevole; Un limpido ruscello scorreva alla loro destra, coronato da una piccola cascata; uccellini di mille colori canticchiavano allegramente e dalle fronde dei verdi alberi filtravano timidi raggi di sole.
Era caduto il silenzio; dopo la momentanea confusione causa l'accaduto, era tornato l'imbarazzo, più forta che mai. I pensieri dei due ragazzi erano più o meno questi:
Miyako: "Quant'è tenero con quelle orecchie da cucciolo…carino!"
Akira: "Ma come faccio a mangiarmi la nonna?? E poi a mangiarmi lei?? Mica la voglio ammazzare!!"
Camminarono ancora per un bel pezzo, restando in silenzio.
Finalmente, una casetta rosa con le finestre a forma di cuore e le tendine rosse comparve in una radura.
«Che schifo!» esclamarono all'unisono. Dopo un fugace sguardo, si avvicinarono alla casetta.
Miyako bussò.
Nessuna risposta.
«Di chi sei!»
«NONNA??SONO CAPPUCCETTO!! RISPONDI!! HO LA FOCACCIA!»
«Che delicatezza con la nonna…!»
«Stai zitto te!»
«Io devo stare zitto?? Tu hai appena urlato contro una vecchietta!!»
«NON C'È LA VECCHIETTA LA DENTRO! C'È QUALCUNO DI NOI!»
«NON URLARE! MI FAI INCAZZARE!»
«IO FACCIO INCAZZARE TE?! E TU! PER ANNI…!! Per tutti questi anni…mi hai presa in giro! Vaffan***o!»
Incazzata nera, Miyako non aspettò oltre ed entrò nella casetta. Era una sola stanza, completa di letto a due piazze [!!! XD] cucinino e bagno. Anche Akira era arrabbiato, molto arrabbiato con quella ragazza che non aveva mai capito i suoi sentimenti, ma la seguì all'interno dell'abitazione.
«Ma dov'è la nonna…?» chiese deluso osservando l'ambiente.
«Sarà stato uno di noi ed è già andato via.» rispose fredda la ragazza.
«E adesso?!» rispose incazzato Akira.
«Dovresti mangiarmi.»
«Non vedevo l'ora!» rispose sadico e incazzato Akira. Si avvicinò ad Miyako, che arretrò.
"Cosa vuole fare?! Secondo me mi picchia! È l'unica metafora per "mangiare"!
Il ragazzo si stava ancora chiedendo come fare. All'improvviso, la risposta. Conosceva un'unica cosa che si avvicinasse a mangiare.
Quando la raggiunse, lei provò a buttarla sul ridere.
«Che orecchie grandi hai!!»
«È per sentirti meglio…»
"Sì, per sentire implorarti di non ammazzarmi! Ma non lo farò mai…" pensò Miyako.
«Che occhi grandi hai!!!»
«È per vederti meglio…»
"Per vedere il labbro sanguinante e l'occhio nero!"
«Che mani grandi hai…» la ragazza pronunciò queste parole sottovoce, pensando a tutte le volte che aveva desiderato stringere quelle mani, negli anni passati…e ancora adesso.
«È per stringerti meglio…» il ragazzo aveva uno strano brillio negli occhi.
"Stringere il mio braccio fino a sfracassarlo!" pensò ancora la ragazza. E adesso…adesso veniva il peggio…
«Che…bocca… grande… hai…»
«È per mangiarti…meglio…»
Questa volta Miyako non fece in tempo a pensare niente. Akira si era già avventato su di lei. La ragazza chiuse gli occhi di colpo, quando lo vide avvicinarsi velocemente.
Il ragazzo premette le sue labbra su quelle della diciottenne. Le morse piano…una volta…due volte…praticamente la stava mangiando. Dal canto suo la ragazza si sarebbe aspettata tutto ma di certo non questo…senza volere si lasciò andare. Come poteva non farlo? Il ragazzo che amava da ben quattro anni era stretto a lei.
Quando lui si staccò, andando ad appoggiare la bocca sulla fronte di lei, Miyako trovò il tempo e la forza di sussurrare…
«Non lasciarmi…» si rese conto di quello che aveva detto e abbassò il viso. Ma cosa aveva detto??! Lui baciata in quel modo per finire quella stramaledetta storia…non era niente per lui.
Lo sentì staccarsi dalla sua fronte. Per un terribile attimo pensò "Lo sapevo…ma chi me l'ha fatto dire…?!"…fino a quando lui la strinse più forte a se.
«Così non ti lascerò mai…»
La testa di Akira era appoggiata alla spalla della ragazza. Strofinò la guancia contro di essa…come un gatto…le orecchie pelose di lui le solleticavano il mento…com'era caldo…e morbido…
La trascinò in un bacio più lungo e più forte. Sentivano i propri cuori battere sempre più forte attraverso la maglie.
Una luce.
Buio.

Fine.

Grazie, grazie! È la prima ff di una serie di favole che riscriverò…spero piaccia! Ciao ciao!


 
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