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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SEMPLICEMENTE SIMAL
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: yamamaxwell galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/09/2005 21:59:46

le origini del mito....
 
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SEMPLICEMENTE SIMAL
- Capitolo 1° -



Urla di dolore riecheggiavano nella piccola grotta rimbombando tra le spesse pareti.
La donna si aggrappò forsennatamente alla sua maglietta mordendosi un labbro, tentando di ridurre al minimo le sue grida così acute.
Il demone stava li di fronte, senza far nulla. Non sembrava per niente interessato alla possibile sofferenza che poteva provare la donna. Lui aspettava solo l’essere, il suo stesso sangue. Strinse i pugni iniziando a sbattere un piede sul terreno quasi spazientito da quell’attesa per lui troppo lunga.
Dopo parecchi minuti una piccola testolina si iniziò a intravedere. A poco a poco l’intero corpicino latteo del neonato venne fuori, avvolto dal sangue.
La demone-medico che aveva seguito quel parto diede al piccolo essere delle pacchette sulla schiena per fargli emettere i suoi primi lamenti vitali.
A sorpresa di tutti però quel minuscolo esserino inizio a emettere un suono molto simile a una risata.
La madre tese le braccia volendo per se il figlio ma il demone ordinò che il bambino venisse portato da lui.
I due si guardarono un poco finché il bimbo non si decise a emettere una risata più calcata che fece imbestialire il demone che ordinò fosse portato via.
Fra le continue risate che il bimbo proseguiva a emettere e le occhiatacce che gli tirava il demone quel medico fortuito lo portò via.
- Potevi almeno farmelo tenere in braccio un attimo..- Si lamentò la donna mentre continuava a ansimare per la fatica appena compiuta.
- E tu potevi darmi un bambino più furbo! Quello stronzo mi ha riso in faccia!
- E’ pur sempre tuo figlio……..
- Tsè…..
- E’ di certo inusuale però… non si era mai sentito di un bambino che ride alla nascita! – La giovane demone si portò le mani sulla bocca coprendo la sua faccia divertita.
- Vai al diavolo!- Uscì arrabbiato come non mai.
La donna, lasciata sola, tentò di alzarsi ma le forze le vennero quasi meno. Prese qualche boccata d’aria e si fece coraggio.
Afferrò un asciugamano e provò a ripulirsi al meglio dal sangue che aveva perso.
Non gliene fregava niente di quello che pensava quel demone, lei voleva vedere suo figlio e basta!
Si trascinò fino alla sala accanto, aiutandosi coi muri freddi della caverna.
Ora il bambino sembrava essersi calmato. Riposava beato, tra le braccia di una demone.
- Hei tu! Dammi subito mio figlio!- Inveì travolgendola e afferrando il piccolo.
Due occhioni verdi fecero capolino in quella figura che lei avrebbe definito divina.
- Ciao….- Disse piano piano.
Quell’esserino sembrava come scrutarla in ogni sua forma. Alla fine quasi le sorrise prima di accoccolarsi fra le braccia.
Un sorriso felice increspò le sue labbra.
- Vai via. Qui siete solo d’intralcio- Rispuntò il demone di prima.
La donna lo ricambiò con uno sguardo cupo.
- E vedi di nutrire bene quel moccioso. Quando sarà il momento lo verrò a prendere- Con quest’ultima frase se ne andò nuovamente.
Lei non se lo fece ripetere una seconda volta.
Si aggiustò quel nuovo fagottino che si era ora addormentato fra le sue braccia e lasciò in fretta e furia la caverna.
Non ci sarebbe stata un secondo di più.
Li dentro si respirava solo odore di sangue. Sangue di tutte le vittime di cui si erano macchiati il demone e i suoi innumerevoli figli.
Tremava quasi all’idea che quello un giorno avrebbe raggiunto il suo scopo.
Creare un intero esercito di soli figli con l’intento di diventare il più forte demone sulla terra. Che cretinata! Non dovevano pensarla così le parecchie mogli di cui si era contornato e che continuavano a sfornare figli per lui. Non facevano altro che partorire bambini! Ormai anche lei ne aveva perso il conto…. Ma almeno un centinaio forse lo erano!
Ancora non si capacitava di come anche lei si era fatta abbindolare.
Guardò il piccolino che dormiva teneramente.
Si fermò appena.
- Giuro che, in un modo o nell’altro, ti proteggerò da tutto quello…… non ti darò mai a quello stronzo….. noi due diventeremo forti insieme… che ne dici, eh Simal?







SEMPLICEMENTE SIMAL





Simal- YAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!
Il bambino si scagliò con tutte le sue forze contro la madre che però lo rispedì a terra con estrema facilità.
Aiso- Rialzati!- Sbraitò puntando il suo bastone sul terreno.
Lui si sfregò la mano sulla bocca per poi riprovare a colpirla. Fece qualche piroetta, di qua e di la. Lei lo schivava come se nulla fosse.
Aiso- DEVI IMPEGNARTI DI PIU’! PIU’ GRINTA! PIU’ FORZA!
Il demone sgranò gli occhi e piantò il bastone al suolo tentando di riprendere fiato.
Aiso- Ricordati che i nemici non aspettano che tu ti riprenda ma ti uccidono senza tregua!
Simal- … questo lo so anch’io…….- commentò continuando a boccheggiare- è che….. NON NE HO VOGLIAAAAAAAAAAA!!!!!- Si lamentò gridando. Lanciò il bastone in aria e alzò le braccia in segno di resa- Possiamo fare una piccola pausa, mamma? Piccola Piccola Piccola!
La donna lo guardò scuotendo la testa- E va bene….- Sospirò arresa. Gli tese una mano che il bambino afferrò prontamente.
Simal- Che c’è di merenda, eh eh eh?
Aiso- Non essere così impaziente, Simal! Se non ci fosse niente?
Simal- ç_______ç- Due lacrimosi investirono quegli occhioni screziati di dolcezza.
La donna gli scompigliò i capelli- Scemo.
Simal- Mamma, non si dicono certe cose >________<- Scosse le braccine.
Aiso- Non ti sarai mica offeso, eh? :-P – Scherzò.
Simal- Uffi… ç___ç
Appena il bambino vide però la torta gigante si dimenticò ‘dell’oltraggio’ appena subito e si fiondò sul tavolo sbattendo le manine contro esso.
Aiso- Caaaaalma! Non scappa mica, sai?
Simal- Che ci posso fare se sono una persona impaziente!
Aiso- Io aggiungerei altri bei termini per descrivere la tua persona..
Simal saltò in piedi sulla seggiola- Intelligente! Furbo! Carino!
Aiso- Megalomane -.- … e poi intelligente e furbo sono sinonimi!
Simal- Sai che non si contraddice mai il proprio figlio!
Aiso- E questo dove sta scritto? Toh, mangia!- Gli porse una fetta della torta.
Simal- Buon appetito!
Aiso- E non ti stravogare! Stai attento!
Simal- ^O^
La donna guardò il bambino. Il suo bambino.
Come si era fatto grande.
Sembrava ieri un frugoletto che tentava di correre ma si inciampava dopo il primo metro.
Avrebbe voluto fermare il tempo in quel momento. Quasi non voleva che suo figlio crescesse. Sapeva benissimo che più passavano gli anni più c’era la possibilità che suo padre, il grande demone Kagai, lo venisse a prendere. Ne tremava solo all’idea… Per ora le ‘aveva concesso’ di vivere con Simal in una piccola casetta, poco distante da un villaggio. Però…… tutta quella pace quanto sarebbe durata?
Simal- Mamma?
Aiso si svegliò come da orribili pensieri- Dimmi amore!
Simal allungò il piatto- Ne voglio ancora!
Aiso- Guarda che se mangi così tanto ingrasserai!
Simal- Naaaaa! Non è possibile! Un bel bambino come me deve aver per forza una bella costituzione! U__U
Aiso- Ma da chi hai preso questo tuo egocentrismo? -.-
Finito quella lauta merenda il bimbo saltò giù dalla sedia e si mise a correre intorno al tavolo della cucinetta.
Simal- Mamma! Mamma! Mamma!
Aiso- Guarda che se anche mi chiami una sola volta io ti sento, sai?
Si buttò su una gamba della madre- Non è vero! Eri soprappensiero prima…. È forse colpa del mio compleanno?…….
Aiso si chinò appena- Non ti devi rattristare, amore mio- Gli accarezzò i capelli scarlatti- Tu devi sempre sorridere, capito? Quella è la tua migliore arma!
Simal- Non capisco….. Posso sconfiggere papà se rido???
Aiso- Non proprio -______-… però… puoi sempre far contenta la tua mamma!- Lo prese in braccio alzandosi- Dimmi, che cosa vuoi che ti prepari per i tuoi 7 anni?
Simal si portò un ditino sulla bocca- Una torta graaaaaande così!- Estese i braccini all’infuori.
Aiso sorrise posandolo sul tavolo- Allora dovrò farmi prestare il forno direttamente dal fornaio! Altrimenti qui una torta graaaande così- lo imitò- Non si può fare.
Simal-……..- La guardò dubbioso.
Aiso- Ma vedrò cosa si può fare!
Simal- AHAHAHAHAHAH!!!!!!! Grazie mamma! AHAHAHAHAHAHAH!- Balzò a terra- HAI SENTITO??? LA MAMMA MI FARA’ UNA TORNA GIGANTE!- Si rivolse alla porta di casa.
Aiso si portò una mano sulla fronte- E’ proprio un caso disperato T___T

**
Due giorni dopo Simal si alzò di buona lena e uscì da casa come una furia, salutando appena la madre.
Sulla strada scorse un’anziana donna del villaggio che gli sorrise dolcemente- Già in piedi? Sempre pieno di energie, eh birichino!
Simal- Io sono come il vento!- Rispose facendo una giravolta su se stesso.
Corse per l’esteso prato che si estendeva davanti alla sua casetta.
Si rotolò su una piccola duna lasciandosi trasportare dalla forza di gravità.
Capitombolò a terra di viso, si girò e iniziò a ridere- AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!- Mosse la braccia su è giù accarezzando i freschi fiorellini accanto a lui- buongiorno miei fiori di Riva!- Si girò parlando con dei fiori molto simili a gigli, col gambo leggermente affusolato e i petali giallini verso i pistilli- Vi ricordate che domani compio gli anni?!! Ne faccio 7 anni! Sono grandiiiiissimo vero???? ^O^- Rivolse uno dei suoi sorrisi più belli a quegli splendidi spettacoli della natura- La mamma ha detto che mi preparerà una torta gigantesca.. già pregusto il tutto XD- E voi?….. che mi raccontate? Che notizie vi porta oggi il vento?
Come sentendosi tirato in ballo una leggera brezza si fece sentire più calcatamente.
Simal scosse la testa cercando di non farsi andare i capelli negli occhi- AHAHAHAHAHAHAHAH! Vento! Ti sei offeso perché non ho salutato pure te?- Si alzò di scatto aprendo le braccia e beandosi di quel soffio così deciso e prorompente- Avete sentito… il vento è geloso! ^^- Nuovamente l’attenzione fu verso i suoi fiori di Riva.
Si chinò leggermente accarezzando il petalo di uno- Un giorno… sboccerò anche io come voi… vero?
Per un attimo il cielo, quel giorno chiazzato solo da qualche nuvoletta, divenne scuro.
I fiori di Riva sembrarono come ritrarsi sui loro stessi petali.
Simal sentì un’ombra scura avvicinarsi a lui. Non si mosse finché questa non tuonò in modo burrascoso.
Kagai- Simalus!- Echeggiò- Che diavolo stai facendo?
Il bambino girò impaurito la testa osservando il viso truce del padre- Non dovevi arrivare domani…?- Balbettò cercando di darsi un contegno.
Kagai- Avrei, già… ma ho fatto bene a venir oggi. Almeno ho potuto constatare che sei una completa delusione…..E tutto per colpa di quella puttana- Grugnì.
Simal scattò in piedi- Non offendere la mamm…
STUMP
Un calcione in pieno stomaco lo fece rotolare pochi metri più in là.
Kagai allungò una mano dalla quale avvampò una specie di fiammella. Concentrò il suo potere verso quei innocenti fiorellini, creando terra arsa.
Poi si voltò con non curanza dirigendosi verso l’abitazione.
Simal aveva gli occhi sbarrati. Continuava a fissare il punto dove prima si stendevano i suoi fiorellini mossi dal vento. L’odore di foglie bruciate cominciava a essere percettibile. Lacrime gli scesero dal visino. Si trascinò fino a quel punto e strinse con disperazione quella che ormai era diventata terra fra le mani.
Le sue sensibili orecchie da demone lo indirizzarono però sulla furibonda scenata che stava facendo il padre.
Kagai afferrò un vaso e lo gettò a terra, facendolo frantumare con un botto sordo.
La donna si portò le mani sulla bocca, terrorizzata da quell’incontenibile furia.
Kagai- Tu, razza di puttana da quattro soldi! Ti ho lasciato vivere in questo tuo insignificante villaggio e tu come mi ripaghi? Hai cresciuto un mostro.. UN MOSTRO!- Calcò il concetto- Quel moccioso non è degno di portare il mio stesso nome! La famiglia dei Dakar non ha mai avuto un componente così indegno! E questo tutto per colpa tua, razza di puttanella- Si avvicinò pericolosamente e l’afferrò per i capelli.
La donna non riusciva a proferire parola. Chiuse gli occhi.
Ad un tratto sentì sbattere la porta.
Simal- LASCIA STARE LA MIA MAMMA!
Aiso- SIMAL, VA VIA!- Urlò la donna disperata.
Il demone la lasciò andare e si voltò verso di lui- … E non guardarmi con quegli occhi carichi d’odio!- Sogghignò mostrando poi i suoi artigli- Ti strapperò via quel sangue abietto che ti scorre nelle vene.
Aiso- LASCIALO STARE!!!- Si gettò su di lui azzannandogli un braccio.
Il demone se la scostò di dosso con estrema facilità, cacciandola in un angolo- Stupida donna, vuoi tanto essere la prima a morire.
Simal- Ho detto……..- Abbassò la testa mentre qualcosa nel suo sguardo stava cambiando- DI LASCIARLA STAREEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Una forza mostruosa scaturì dal corpo del bambino. Un pezzo di tetto della casa vene disintegrato.
Il demone fu costretto a ripararsi con un braccio ma subito venne scaraventato fuori dalla casa e colpito ripetutamente all’addome.
Si lasciò cadere indietro per poi rialzarsi.
Gli occhi del figlio sembravano come fumare di rabbia e collera. Un brivido freddo lo percorse.
Kagai- AHAHAHAHAH! Bene Bene! Vedo con piacere che non sei poi così inutile come pensavo!- Si portò le mani sui fianchi- Hai una forza di un vero demone, figliolo. Per stavolta vi lascerò vivere. Tornerò il prossimo anno!- Le sue frasi suonavano come beffe nelle orecchie del bambino che tentò nuovamente di scagliarsi contro di lui. Ma prontamente Aiso lo bloccò, calmandolo.
Kagai sorrise soddisfatto per poi scomparire in un alone di fumo nero, proprio come era apparso.
L’aura demoniaca che aveva avvolto Simal scomparve a poco a poco lasciando il piccolino ansimante e spossato.
La madre lo prese tra le braccia, stringendolo.
Simal- Ha osato chiamarmi figliolo, quel pezzo di mer…
Aiso- Simal, basta! Dimentichiamoci di lui almeno fino al prossimo anno….
Simal- Tu stai bene?- Chiese preoccupato.
Aiso non trattenne più le lacrime- Mi dispiace… mi dispiace che tu debba sopportare questo……. Sei un demone ma pur sempre un bambino…- Gli accarezzava i capelli con ansia- … non dovresti………- Strinse i denti cercando di fermare i singhiozzi.
Ogni anno si ripeteva la stessa storia.
Avrebbe dovuto odiare il giorno del suo compleanno ma proprio non ci riusciva.
Lui era contento di essere venuto al mondo. Il mondo aveva così tante cose divertenti da offrirgli e tanto calore umano da donargli. Aveva compreso benissimo, nonostante l’età così tenera, la situazione che si smuoveva nel suo destino. In quel momento però proprio non gli andava di pensarci.
L’unica cosa che gli importava davvero è che la persona più importante della sua vita stesse bene…… e ora, quella stessa persona, stava piangendo disperatamente sulla sua spalla già troppo energica per essere quella di un bambino.






******************** ********************

Simal- UUUUUUAH!- Si sedette sul letto stiracchiandosi.
Si alzò e si mise a fare qualche saltello a piedi nudi e una serie di flessioni.
Tirò lo sguardo verso la finestra- Che tempo fa?- Chiese rivolgendosi all’oggetto inanimato- Uffa.. ho capito- Sospirò arreso scostando le tendine- mmmmmm…. Non so se definire bello o brutto ciò…- Scrutò con attenzione il cielo a tratti sereno e in altri punti nuvoloso.
Simal- Uff……..- Si tolse i boxer cacciandoli da un lato e si infilò dei pantaloni sciupati, allacciandosi poi le bretelle.
Avvicinandosi alla porta la guardò con aria di sfida. Si portò le mani sui fianchi- Tsk! Non ti apri da sola, eh? Hai sempre e perennemente bisogno del mio aiuto? Ma un giorno o l’altro ti inchinerai anche tu alla mia supremazia! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
Aiso- SIMAL PIANTALA DI BLATERALE!- Le pareti sottili della casa fecero arrivare come un grido le parole della madre.
Simal fece spallucce e afferrò la maniglia della porta.
- Oh, buongiorno Simal- Sorrise la signora che stava tranquillamente sorseggiando del thè.
Simal- BUONGIORNO! ^____^
Aiso si portò una mano sulla testa scuotendola- Più cresce più diventa rumoroso! U__U
- Eh eh eh! E’ proprio questa la sua forza! Ha una vitalità impressionante!
Il ragazzo chinò il capo in segno di ringraziamento- Lei si che ha occhio, signora!
Aiso- Simal!
Simal- AHAHAHAH!
- ^___^
Aiso- Piuttosto.. la signora avrebbe bisogno di te!
- Si… vedi, al villaggio è arrivato un carico di legna per l’inverno. I nostri mariti sono impegnati nei campi e i giovani che sono disposti a sistemarla sono ben pochi. Mi chiedevo se tu potresti darci una mano, con la tua forza non dovresti faticare molto.
La donna sapeva come far breccia del cuore orgoglioso del ragazzo. Infatti, nell’udire l’ultima frase, emise una sorda risata posando poi le mani sul tavolo- Non si preoccupi! So che il mio aiuto è indispensabile, quindi verrò! AHAHAHAHAHAH
Aiso- La signora non ha detto proprio così, comunque…-____-
La donna scosse la testa- Eh eh eh! Lei ha proprio un bravo figliuolo! Non tutti i ragazzi di tredici anni hanno questa energia!
Aiso- Fin troppa energia, direi! -____-
Simal- Mamma, io vado nel campo! Ci vediamo per pranzo!
Aiso- Si- Sospirò arresa la donna mentre vide la porta della casa sbattere ma non chiudersi completamente.
Simal- AHAHAHAHAHAHAHAHA- Correva mentre continue risa prendevano nuove forme sulle sue labbra.
Aprì le braccia correndo su se stesso per poi gettarsi sul pezzo in discesa e rotolare giù come avesse uno skate. Ecco il perché dei pantaloni sgualciti!
Arrivato giù si alzò e riprese la sua corsa fino a gettarsi per terra, continuando a ridere.
Voltandosi però verso il cielo assunse uno sguardo dubbioso- Oggi ci sono un sacco di nuvoloni…. Speriamo non venga un temporale….. voi che ne dite?
Come udendo la domanda i fiori di Riva cominciarono a ondeggiare rapidamente.
Il ragazzo puntò i gomiti sul prato- mmmmmm….. capisco…..Si, lo pensavo anche io…. Però, se piovesse sarebbe triste. Non vi rende tristi la pioggia? Un conto è ricercarla ma… a voi cade perennemente sui petali, non vi fa male?- Fece una piccola carezza a un fiore- A me un pochino piace… ma solo un poco- Indicò la quantità con le dita.
Si lasciò ricadere sul prato e chiuse gli occhi. Aspirò profondamente l’aria così pura della zona. Stette in quella posizione per un paio d’ore almeno.
Un piccolo raggio di sole faceva capolino timidamente fra le nuvole che avevano quasi ricoperto interamente il cielo.
Simal aprì un occhio seguendo attentamente i movimenti agitati di un cerbiatto che gli stava passando accanto. Si mise a sedere fischiando come per richiamare la sua l’attenzione. L’animale si voltò.
Simal- Che succede?- Chiese intuendo qualcosa.
Il cerbiatto gli si avvicinò con eleganza e lo accarezzò col muso, girò i suoi occhi verso la casa poco distante.
Simal- E’ successo qualcosa alla mamma?- Sgranò gli occhi.
L’animale quasi annuì per poi scappare via, perdendosi nel vicino bosco.
Il giovane si alzò con foga, inciampandosi all’inizio. Corse verso la sua casetta col terrore.
Ora le sentiva. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Quelle presenze impregnate di odio e sangue sarebbero state percettibili anche da un comune umano.
Il suo cuore perse un colpo quando, arrivato alla meta, vide due demoni nerboruti piantati davanti alla porta.
Simal li guardò con riluttanza. Erano alti il triplo di lui. I loro muscoli non avevano nulla di umano. Le loro facce erano dure e fredde- Dov’è la mamma?- Chiese infine deglutendo.
- Non siamo venuti per lei. Ma per te- Rispose quello che aveva l’aspetto di essere il più grande dei due- Nostro padre ci ha chiesto di venirti a prendere.
Simal- Perché???- Quasi urlò mentre faceva un passo avanti.
- Questo non ti è dato saperlo. Almeno non ora- Ora era stato l’altro a parlare- Afferra i tuoi stracci e non farci perdere altro tempo.
Simal scosse la testa. Li superò correndo all’interno della casa.
La madre era seduta su una sedia, i gomiti appoggiati sul tavolo e il viso sprofondato nelle mani.
L’espressione sempre giovale era calcato da due occhi di uno smeraldo ormai consumato. I capelli castani raccolti in una treccia sciupata.
Simal- Che ti hanno fatto???- Irruppe buttandosi su di lei.
Aiso lo guardò accarezzandogli i capelli- Niente, amore, non mi hanno fatto niente. Però… tu adesso devi andare con loro.
Simal- Perché?
La donna sospirò rassegnata- Tuo padre ha richiamato a rassegna tutti i suoi figli. Ha deciso di ‘formare’- Rise alla pronuncia di quel verbo- il suo esercito… la realtà è che lo vuole testare….- Abbassò lo sguardo.
Simal- Ma io posso anche rifiutarmi! Posso non andare!
Aiso- No! No, non puoi…. Quelli ti ucciderebbero. Sei forte, figlio mio, ma non abbastanza per fronteggiare due dei tuoi fratelli.
La donna continuava ad accarezzare i capelli puliti del ragazzo.
Simal- E tu? Che farai? Piangerai come una cretina tutto il tempo?- Esclamò assumendo un tono maturo.
Aiso- No- Sorrise- Io ti aspetterò. Sarà solo per qualche giorno, Simal. Poi tornerai a casa e per un po’ tuo padre non ci disturberà!
Il ragazzo acquistò un’espressione restia. Abbassò lo testa per poi rialzarla. Andò nella sua stanza infilò in uno zainetto dei vestiti alla rinfusa. Ritornato nel minuscolo salotto accarezzò la testa della madre- Io tornerò. Nessuno mi potrà mai far schiodare definitivamente da questo posto. Non mi farò mettere i piedi in testa da nessuno, proprio come mi hai insegnato tu!
Aiso fermò le lacrime. Abbracciò il figlio come per prendere un po’ della sua forza. Lo baciò sulla fronte e lo spinse via.
Simal, uscito, superò i fratelli- Vediamo di far velocemente. Questo test mi sta andando già di traverso!

** **
Arrivato a quello che si poteva definire un accampamento in piena regola fu subito condotto dal padre.
Kagai- Simalus! Noto con piacere che sei ancora vivo! Allora non sei poi così stupido come pensavo!- Una maligna risata echeggio per parecchi chilometri.
Il giovane demone si portò una mano su un’orecchia mostrando il suo completo disinteressamento e disprezzo.
Il padre alzò un dito indicando un gruppetto di demoni- Vai insieme ai tuoi fratelli- Tuonò imperioso sempre sogghignando.
Simal serrò i denti, seguendo però l’ordine del padre.
“Sarà solo per qualche giorno! Sarà solo per qualche giorno!”. La sua mente continuava a ripetere queste parole come in un circuito chiuso.
Il suo naso fin troppo sensibile si era già impregnato dell’odore di sangue misto a sudiciume. Se lo sfregò con forza tentando di abituarsi a quel tanfo nauseabondo.
I suoi occhi volteggiavano tra un demone e l’altro fino a cadere su un gruppetto intento a fare qualcosa di particolarmente interessante, viste le facce esaltate. Aguzzò la vista per poi girarla schifato appena ebbe capito di cosa si trattava. Quelli che il padre chiamava come ‘suoi fratelli’ stavano mangiando con gusto il corpo di un umano. Li sentiva anche schiamazzare per chi ne dovesse mangiare le cervella.
Aveva nausea.
Tutto quello gli dava la nausea.
Come avrebbe voluto scappare via in quello stesso instante. Ritornare dalla sua madre… dai suoi amatissimi fiorellini profumati e candidi.
Come avrebbe voluto cancellare anche solo la vista di quell’incredibile bolgia di demoni accalcati un po’ ovunque in quella distesa di terra, dove ormai non cresceva più nemmeno un filo d’erba.
Si sedette in un angolino portandosi le ginocchia al petto. Tentò di proteggersi il naso, in modo da darsi sollievo almeno per qualche minuto. Ma ormai anche i suoi vestiti erano impregnati di quel lezzo.
Attese nella stessa posizione che gli fosse spiegato in cosa consistesse quella dannata prova. Il suo obiettivo ora era superarla il prima possibile e tornare a casa!
Il suono aspro di una specie di corno richiamò tutti all’attenzione.
Il padre era salito su una roccia che prevaleva su tutto il contesto.
Kagai- Cari figli miei, è giunto il giorno di far conoscere al mondo intero e agli altri demoni nostri rivali qual è la grande forza a nostra disposizione- Parlò con trasporto- Questo giorno verrà ricordato da tutti come l’affermazione del predominio dei Dakar sull’intero pianeta!
Boati d’accondiscendenza si fecero strada tra quegli innumerevoli demoni.
Simal ghignò quasi divertito dalla folle impresa che voleva compiere il padre. “Quello è pazzo! Spera davvero che gli altri demoni staranno a guardare portarsi via il proprio territorio?”. Quasi pregustava già la disfatta di quell’odiato esercito. Perché disfatta sarebbe stata, non poteva esserci altrimenti.
Kagai- Ma prima dobbiamo farci temere! Tutti dovranno parlare della nostra forza e del terrore che portiamo! A ogni nostro arrivo tutti dovranno piegarsi e supplicarci in ginocchio, implorando pietà.
L’espressione stralunata che si leggeva ora nei suoi occhi fece avere un brivido freddo al giovane. I suoi occhi assetati di sangue sembravano polverizzare ogni cosa che toccava.
Kagai-… e per questo inizieremo con la trucidazione degli abitanti dei villaggi a est- Indicò col dito.
Simal sbiancò.
Kagai sguainò lo spadone che portava sulla schiena alzandolo- FIGLI MIEI! INNALZATE LE VOSTRE ARMI E STERMINATE QUEI DUE VILLAGGI!!!!! IN QUESTO MODO IL MONDO SARA’ NOSTRO!!!!!!
Urla generali e schiamazzi vari ruppero l’atmosfera già condensata di grida.
Simal vide intorno a se solo facce divertite. Commenti su come avrebbero ucciso gli uomini e violentato le donne.
Sentiva le gambe tremare pericolosamente.
La massa cominciò a muoversi trascinando anche lui.
Si sentiva travolto da una massa di bufali inferociti.
Saranno stati almeno mille i demoni.
Non credeva che suo padre avesse così tanti figli. Chissà che età avevano.
Ma questi erano solo pensieri che occupavano la sua mente troppo sconvolta per ragionare lucidamente.
Le sue gambe si mossero seguendo l’ammasso che andava dietro come un gregge di pecore al suo santissimo pastore.
Arrivato al primo villaggio vide i suoi fratelli gettarsi a capofitto su chiunque gli capitasse appresso.
Urla.
Grida di terrore.
Fuoco.
Sangue.
Simal respirò affannosamente ripulendosi dal sudore che grondava dalla sua fronte.
Stringeva fra le mani una piccola spada affilata che gli avevano dato poco prima e si reggeva, immobile, in mezzo a quella che prima era una tranquilla strada di città.
Le sue orecchie vennero attirate da duplici urla.
Una donna completamente svestita era preda degli atti più osceni da parte di cinque demoni, dalla sua bocca continuavano a uscire grida di dolore.
Poco distante un neonato piangeva ricercando col suo pianto la madre.
Un demone, forse infastidito da quelle continue urla, si alzò e trapassò il bambino con la sua lama ammazzandolo sul colpo, per poi gettare il corpicino vicino alla madre.
Simal sentì come qualcosa venirgli su. Si abbassò appena cominciando a vomitare. Tossiva, mentre anche del caldo sangue usciva mischiato al liquido gastrico.
- E Tu?
Una voce risuonò da dietro le sue spalle. Si voltò lentamente ripulendosi la bocca.
- Tu non hai ancora ucciso nessuno?- Parlò uno dei demoni che lo erano venuti a prendere a casa.
Simal- ……..- Non riusciva a proferire parola. I suoi occhi sgranati fissavano il mostro davanti ai suoi occhi con disperazione.
- Il nostro sommo padre mi ha chiesto di tenerti d’occhio. Ha detto che se non avessi ucciso nessuno avrei dovuto togliere la vita a te e a tua madre.
Al solo sentire pronunciare l’ultimo pezzo della frase qualcosa in lui si risvegliò.
Tentò di ribattere ma il demone si era già allontanato.
Però…. Lui si sentiva osservato………… Si voltò in tutte le direzioni cercando qualche occhio puntato su di lui…… c’erano……. Sicuramente qualcuno c’era ad osservarlo…………… e se fosse vero?…… e se davvero avrebbero ucciso sua madre?
Strinse l’elsa della spada con più forza. Iniziò a correre come in cerca di qualcosa.
Si bloccò.
“Ma… cosa sto facendo?…”, il suo respiro era nervoso. La sua mente confusa e ormai completamente offuscata. “Io…. Non posso…… uccidere…. Io”, si portò una mano sulla bocca.
Vide in lontananza due donne che stavano correndo nella sua direzione tentando di sfuggire a altrettanti demoni.
Simal- ……madre……………….…. Perdonami……..- Sussurrò appena.
Si parò in mezzo alla strada. Le due donne non fecero in tempo a urlare che la spada di Simal le trapassò entrambe facendole stramazzare a terra, morte.
I due fratelli, raggiuntolo, lo guardarono con una smorfia.
- Hei tu! Quelle erano le nostre prede!- Inveì uno.
- Però hai davvero un’ottima tecnica di spada- Aggiunse l’altro.
Non ebbero però nessuna risposta. Osservarono incuriositi il viso del ragazzino davanti a loro dove scorrevano pesanti lacrime. Era rimasto immobilizzato nella stessa posizione di partenza, la spada ancora salda fra le mani.
- Bah, questo ha qualche rotella che non va! Andiamocene! Continuiamo il nostro lavoro!
Simal si fece scivolare la spada dalle mani lasciandola cadere al suolo.
Guardò con terrore i corpi inermi delle donne che aveva appena………………
Si portò le mani sul viso ma le ritrasse lentamente osservando con orrore un caldo liquido estraneo che scorreva su di esse. Guardò anche i suoi vestiti……
Per la prima volta era cosparso di sangue.
Non ebbe nemmeno il tempo di vomitare…. Star male……
Cacciò un urlo disperato verso il cielo alzando anche le mani.
Il suo grido si disperse velocemente fra quelli degli altri esseri umani trucidati come fossero i peggiori esemplari viventi al mondo.



***** *****
Era passata già una settimana da quando Simal aveva fatto ritorno a casa.
Se ne stava però sempre chiuso in camera. Pensieroso. Chiuso. Mangiava poco e la notte si rigirava in continuazione nel letto. Il viso sereno e gioviale che era sempre stato predominante in lui sembrava come essersi spento.
TOC TOC
Aiso entrò, non aspettandosi alcuna risposta- Simal, ti ho portato una fetta di torta!
Simal- Non ho fame.
Aiso gli si avvicinò posando sul davanzale il piccolo vassoio- La signora Kuzama mi ha dato delle bellissime pesche e mi ha praticamente ordinato di darle a te. Mi ha detto ‘Non mangerle tu, dalle a tuo figlio!’- Tentò di imitarla- Ah ah ah, come se avesse intuito che me le sarei pappate io :P- Fece una piccola beffa.
Simal- Mangiale pure tu. A me non vanno.
Aiso- Guarda che non è poi così bello mangiare da soli!- Chinò il capo davanti a lui. Osservò amareggiata gli occhi spenti del ragazzo. Si rialzò sospirando appena.
Simal- Ha abusato di te, vero?
Aiso- Hn?
Simal- Tu non puoi essere andata di tua scelta con un mostro simile…
Aiso- … - emise un sospiro pronunciato- In realtà la faccenda è molto diversa e molto meno complicata… però non mi va di sprecare parole con chi rifiuta di mangiare e di far un bel sorriso a sua madre!- Incalzò.
Simal corrugò la fronte e afferrò una pesca dandoci appena un morso.
Aiso- Ecco! Così va meglio!……….. vedi…. I miei genitori erano demoni stupidi che con la speranza di trarre qualche potere in più hanno venduto la loro figlia ai Dakar.
Simal- Venduta?
Aiso- Si….. per puro e estremo caso mio padre salvò la vita a un componente della famiglia Dakar. Questa volle sdebitarsi coi miei e gli chiesero cosa volessero. Naturalmente risposero “La cosa che ci renderebbe più felici che nostra figlia potesse entrar a far parte della vostra illustre famiglia!”. Che stronzata, vero?- Sorrise- E così io mi sono ritrovata a dover diventare moglie di Kagai… una delle tante ovviamente!……
Simal- E’ per questo che……
Kagai- La famiglia Dakar è dura e sprezzante ma rispetta i debiti d’onore. E’ per questo che Kagai mi ha permesso di venir ad abitare qui con te.
Simal- ……………. Però… tu saresti stata più felice se non avessi avuto mai alcun legame con quello li…
Aiso- Ma che dici?- Si alzò in piedi prendendogli il viso fra le mani- Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata! Sei la mia gioia, l’unica cosa che mi fa tirare avanti! …sei la cosa più importante, Simal!
Il ragazzo iniziò a tremare e afferrò le mani della madre allontanandola- … Anche ora che ho ucciso…. Anche ora che le mie mani odorano di morte… tu….
Aiso gli posò un dito sulle labbra- Tu sei e rimarrai sempre il mio adorato figlio……………Comunque quelle due poverine sarebbero morte in ogni caso..anzi, hai risparmiato loro ulteriore dolore. Non credo che i tuoi fratelli le avrebbero tolte di mezzo con un solo colpo………
Simal- Questo…. QUESTO NON MI ASSICURA AFFATTO!- Si cinse la testa coi palmi.
Aiso-… Simal, ti prometto che non dovrai più uccidere nessuno!
Simal- Hn?
Aiso- Te lo prometto… non ti macchierai più di sangue… però… però non permettere che questa faccenda oscuri quello che di buono c’è in te! Tu sei un ragazzino sempre sorridente! Un po’ stupido forse, non tutti parlano con le porte, ma…….Tu sei tu! Sei semplicemente Simal! Il resto non conta!
Simal- ……………..- Abbassò lo sguardo.
Aiso- Andiamocene di qui…
Simal- Come?
Aiso- Andiamo lontano! In un posto dove tuo padre non potrà mai trovarci!
Gli occhi del ragazzo si velarono di vita- … qu…quando?
Aiso- Subito! Troveremo altri luoghi capaci di ospitarci e gente disposta ad accettarci per quello che siamo!
Mosse lo sguardo sull’intera stanza- …o…..
Aiso- OK!- Rispose per lui- Dai, prepariamo qualche cosa da portarci dietro e andiamo subito, prima che ci vengano strani ripensamenti!
Simal sorrise dolcemente alla madre che si gettò su di lui stritolandolo in un abbraccio- MAMMA!!!! Non sono più un bambino che mi tratti così! >___<
Aiso si scostò appena- Per me sarai sempre un bel marmocchietto XD
Simal- COME OSI?????? >__________<
La donna fece una linguaccia e uscì di corsa dalla stanza.
Simal- Che scema… non cambierà mai………..- Commentò sogghignando.
La prospettiva di non dover più rivedere il padre lo aveva illuminato nuovamente. Ora vedeva la sua strada in modo differente..meno buia……

Il giorno successivo si alzò di buona lena.
Infilò in fretta e furia alcuni indumenti e oggetti in una sacca per poi cercare la madre.
Simal- Senti……..io vado un attimo a……..- Si vergognò a continuare.
Aiso- Saluta i fiori di Riva anche da parte mia!- Sorrise.
Simal- SI! ^_______^
Uscì fuori di corsa.
Anche se quel giorno nuvoloni scuri facevano capolino nel cielo lui si sentiva sereno.
Spalancò le braccia correndo a perdifiato lungo tutto il prato, ripercorrendo il solito percorso.
Arrivato dai fiori di Riva si fermò un attimo, riluttante.
Si chinò su di loro e accarezzò i petali di ogni fiore.
Simal- Come avrete intuito sono in partenza….. Come? Ve lo aveva già detto il vento??? Eh eh eh ^___^
Un leggero soffio freddo gli accarezzò il viso.
Simal- Mi spiace fiorellini ma per un po’ dovrò lasciarvi… ma voi non crescete solo qui, vero?
Nelle sue parole di leggeva speranza.
Come in una muta risposta un petalo di stacco e volò lontano trasportato dal vento.
Il giovane sorrise.
Si alzò e guardò nuovamente i suoi fiorellini- Questo non è un addio! Perché non bisogna mai dire addio a un qualcuno che si vuole rivedere! E noi ci rivedremo, miei fiori di Riva!- Il suo tono saldo si disperse nell’aria.
Si allontanò con passo deciso, convinto lui stesso delle sue parole.
Si bloccò appena arrivato in cima alla duna.
Simal- Forse avrei dovuto dire ai fiori perché non sono venuto in questi giorni….- Sorrise- Ma credo che avrebbero reagito come la mamma!
Per un attimo nella sua mente tornò l’immagine di quelli scempi che i suoi occhi erano stati costretti a vedere.
Tutto quel sangue che gli scorreva addosso e le urla di supplizio non lo avrebbero mai abbandonato, lui questo lo sapeva bene.
L’unica cosa che poteva fare ora era vivere nel modo più sereno possibile, proteggendo sua madre e costruendosi una vita lontano da tutte quelle oscenità.
Simal- Che strano! Avrei giurato che la mamma mi venisse a cercare urlandomi di sbrigarmi- Rifletté ad alta voce.
Si bloccò di colpo.
Odorò con attenzione l’aria.
Simal- Questo odore è….. sangue…………
Iniziò a correre verso la casa sgombrando la sua mente da ogni pensiero negativo.
Spalancò la porta- MAMMA!
Si gettò sulla donna, stesa a terra e grondante di sangue.
Simal- Oh mio Dio, mamma! Cosa è successo? Chi è stato?- Parlava a raffica mentre la prendeva dolcemente fra le braccia.
Aiso- Sono venuti i tuoi fratelli…. Hanno scoperto che volevamo andarcene…….GHHHH- Serrò lo sguardo.
Simal- Dove ti fa male??? Dove?????
Aiso- Simal…. Tu…. Devi andartene di qua…… - Parlò respirando a fatica- …quelli torneranno… e ti uccideranno…- Al solo pronunciare quelle parole calde lacrime le rigarono il viso- Vattene… il più lontano possibile… dimenticati di tutto…. Costruisciti una vita normale….. per quanto l’essere un demone non lo sia……. Però tu… tu………- La donna si piegò in due.
Simal- Non parlare…Non parlare! Ora ti porto dal medico!
Aiso- No, non c’è tempo… ormai non c’è più tempo- Alzò una mano accarezzando il viso del figlio- …hai solo tredici anni… una vita davanti……. Tu devi essere forte per sopravvivere…… devi farlo anche per me…….
Simal- No No!- Scosse la testa- NOI, dobbiamo sopravvivere!
Aiso- Simal….. i tuoi fiori non ti hanno insegnato proprio niente? Ti ricordi? Quando tuo padre gli aveva dato fuoco loro sono ricresciuti. Nello stesso posto, più forti di prima!
Simal- ……
Aiso- I fiori di Riva simboleggiano la rinascita……ed è proprio questo che devi fare… ricominciare una nuova vita!
Simal- Mamma…..- Iniziò a piangere.
Aiso- Cerca i tuoi fiorellini nel mondo. Cercali e rinasci con loro…… io… ti starò sempre accanto….
Simal- Mamma…………- Gli occhi ormai erano offuscati dalle lacrime.
Aiso- … Non devi avere paura…. Sono sicura che troverai un sacco di persone che ti vorranno bene e che avranno bisogno di te…….
Simal- ………..- Serrò i denti.
Aiso- … Rinasci, figlio mio…. Rinasci con quel tuo…..bellissimo… sorriso……..che…..- le frasi si facevano sempre più impastate- …..mi….piace…..così……tanto………………
Le parole diventarono più simili a sussurri fino a scomparire definitivamente.
Il suo viso sembrava sereno. Le sue labbra erano segnate da un sorriso.
Simal la strinse più forte dando libero sfogo alle lacrime che premevano per uscire.
Stette avvinghiato a lei in quella posizione per qualche secondo, finché il corpo non perse lentamente consistenza.
Simal si scostò appena osservando la figura della madre divenire sabbiolina sottile e leggera.
Ne prese un po’ tra le mani baciandola.
La sabbia scomparse del tutto.
Ora il suo cuore, già provato, era inesorabilmente rotto.
Non aveva più alcun legame.
Nessuno da cui tornare.
Alcuno da proteggere.
……era solo…………………………….
Si alzò lentamente asciugandosi le lacrime.
Si diresse verso un piccolo bauletto di legno dove la madre riponeva le coperte.
Afferrò un lenzuolo nero e se lo pose sulle spalle, legandoselo intorno al collo.
Senza voltarsi indietro uscì dalla casa e percorse tutti i campi fino all’uscita della zona.


** **
Rumore di risate disumane e boccali che si scontravano.
Odore di sangue raggrumato e fresco.
Macabre visioni di orrore e morte.
Quel giorno dei nuvolosi scuri avevano monopolizzato l’intero cielo. Il soffio calcato del vento preannunciava un temporale in arrivo.
Nessuno si accorse di un mero moccioso che camminava con la testa china fra di loro, incurante delle grida e di ogni qualsiasi forma a lui esterna.
- Hei tu! Dove credi di andare?- Bloccò il passaggio- Qua dentro c’è il nostro sommo padre. Non si può varcare la soglia senza permesso.
Il demone vide comparire una specie di ghignetto divertito sulle labbra del ragazzino e poi sentì come il suo corpo dividersi a metà. Ma quella non era solo una sensazione. Gli organi gli schizzarono fuori.
Un silenzio tombale cadde all’interno dell’accampamento.
Il giovane continuò la sua camminata ma altri demoni intervenirono.
- Hai così voglia di morire, marmocchio?- Esclamò un nerboruto omone.
Non ebbe nessuna risposta. O forse non tenne nemmeno il tempo d’udirla.
La sua testa schizzò via rotolando in mezzo agli altri suoi fratelli.
Voci sommesse e frasi adirate si fecero spazio nell’aria.
- Non provocarci oltre!
- Hai sfidato anche troppo la sorte, stronzetto!
- Chi credi di essere?
Simal- Io?………………… semplicemente Simal.
A quella risposta così beffarda un decina di demoni gli saltarono addosso ma non ebbero nemmeno il tempo di toccarlo che si dematerializzarono.
Kagai- CHE SUCCEDE QUI?- Uscì adirato dalla sua casa personale- …. Simalus- Sorrise- Noto con piacere che ci hai dato l’onore di raggiungerci- Lo schernì.
Il giovane girò lo sguardo verso l’essere che gli aveva dato quell’indegna vita.
Kagai- Cos’è quello sguardo così serio e freddo? Non si addice a una femminuccia come te! AHAHAHAH
Risate generali fecero eco.
Simal alzò la spada e la puntò verso di lui- Tu, oggi morirai. Per mano mia.
Kagai- Oh oh oh! Ma come siamo caparbi!… E’ stata forse la morte della tua cara mammina ha risvegliarti?
Nuove risate si fecero campo.
Simal- Risvegliarmi?…..Tsè…- Sorrise amaramente- Forse si………- Alzò lo sguardo duro e lo aggirò su tutti i presenti.
Girò la spada e puntò la lama al terreno.
Kagai- Sei solo una feccia. Il mio più grande fallimento. Ma se è qui che desideri trovare la tua morte, prego- Alzò un braccio indicando i suoi figli- Accomodati pure!
- Possiamo padre?
Kagai- Nel modo che più desiderate- Sogghignò per poi girarsi.
I demoni si gettarono in massa su di lui.
Ma nuovamente l’aura demoniaca di prima lo avvolse creando come uno scudo per il suo corpo.
Il padre si fermò, voltandosi. Guardò i corpi di almeno una cinquantina dei suoi figli dematerializzarsi- …. E io che ti volevo dare una morte rapida…..- Serrò i denti.
Simal- Non prima di averti tolto dalla faccia quella tua espressione così divertita!
Impugnò nuovamente la spada e corse verso di lui.
Altri demoni gli si gettarono addosso.
Simal muoveva la lama velocemente, con foga……..
La rabbia aveva preso il sopravvento………. Sentiva ogni fibra del suo corpo impregnarsi di nuovo potere………….. e lui si lasciava trasportare da quell’odio così invitante……
Non si accorse nemmeno di un suo fratello che era riuscito ad avvicinarsi un po’ troppo e lo aveva colpito con la spada sulla schiena.
Non gliene importava poi molto.
In quel momento lui voleva solo uccidere alla radice i suoi mali.
Continuava a combattere, ormai fin troppo conscio di quella forza che scaturiva dentro di lui. L’ira alle volte moltiplica qualsiasi energia.
Si lasciò trasportare dagli eventi, trascinato dalla sua stessa foga di porre fine a tutto quello.
Non si rese quasi conto dell’innumerevole numero di demoni che era riuscito ad ammazzare.
Finalmente riuscì a trovarsi faccia a faccia col padre.
Kagai lo guardava attonito, incredulo che il suo più grande sbaglio celasse tanta potenza. Da solo aveva sgominato l’intero suo esercito creato in secoli di duro lavoro.
Simal rallentò il passo respirando con più decisione. I suoi occhi erano puntati sulla preda.
Kagai- Tsk, non penserai di riuscire a uccidere me, tuo padre?!
Non gli diede nemmeno retta. Serrò la presa sulla spada e si gettò su di lui.
Kagai rispose ai colpi tenendogli testa- AHAHAHAHAH! Cosa vorresti fare?????? Sei esausto! Non ti reggi quasi in piedi!
Il giovane saltò indietro per poi riattaccarlo con più enfasi.
Le sue energie sembravano inesauribili.
Kagai tentò di colpirlo al viso ma lui scostò prontamente la testa movendo velocemente la spada, trafiggendo il padre.
Kagai tossì vistosamente tirandosi un po’ indietro- Tu…. Non puoi uccidermi……. Sono pur sempre tuo padre………
Simal alzò la spada e cominciò a penetrarlo con decisione finché non lo vide accasciarsi al suolo e dematerializzarsi.
Guardò con attenzione fino all’ultimo granello di sabbia scomparire.
Si girò, accorgendosi solo in quel momento del vuoto intorno a lui.
Fece qualche passo calpestando dei fuocherelli ancora accesi.
Una goccia gli bagnò il viso e subito se ne susseguirono delle altre.
Simal chiuse gli occhi alzando il volto verso il cielo e lasciandosi cullare dal suono di quella pioggerellina leggera e soffice.
Quando li riaprì la sua mente non era più confusa.
Ormai il sangue che aveva fatto versare lo avrebbe accompagnato per sempre…. Ovunque fosse andato la sua strada ne sarebbe stata intrisa.
Voleva seguire l’ultimo consiglio della madre…… essere forte. Ma lo avrebbe fatto a modo suo.
Lui sarebbe vissuto per riprendersi quello che la vita gli aveva barbaramente tolto e impedito di avere.
Avrebbe lottato fino a quando l’intero mondo non fosse stato ai suoi piedi.
Iniziò a camminare verso una destinazione ancora sconosciuta che lo avrebbe portato verso un destino ignoto.
Non diede importanza al campo arso ormai diventato di sangue e fumo dove in un angolo emergeva un piccolo fiore di Riva.
Il fiorellino bagnato dalla pioggia e scosso dal vento leggero simboleggiava una nuova rinascita………….. una nuova vita…….... un desiderio rimasto in quel dolore……..
Una speranza che prima o poi arriverà nuovamente a scaldare il cuore del giovane Simal.



THE END – “SEMPLICEMENTE SIMAL”














********** **********
Dopo secoli e secoli sono riuscita a scrivere questa fan! Devo ammettere che è stata una delle cose più difficili a cui mi sono dedicata, forse perché avrei voluto venisse perfetta. Ma si sa… più si cercano di far bene le cose più ti vengono male! Però il risultato finale mi piace molto, soprattutto l’ultimo pezzo! L’ho sentito molto! Sono stata come investita dall’amarezza di Simal in tal modo da averne quasi paura io stessa…spero di averla trasmessa bene anche con le parole. In definitiva sono soddisfatta del mio lavoro ^___^
Lavoro che dedico interamente alla mia sorella-rosella, ovvero la mia sore-saru Jichan che oggi compie gli anni! Se Simal ha un passato e un presente lo devo solo a lei e alle sue risate notturne! Questa storia se la merita proprio!
….e ……. Se Simal avrà un qualche futuro lo dovrò solo a voi che continuate a farlo vivere nei vostri discorsi o disegni! Grazie a tutti!
Spero che la storia vi abbia fatto capire un po’ meglio il personaggio di Simal e il perché uno che sembrava così cattivo subito è poi diventato un ‘buono’. Vorrei farvi notare che dei fiori di Riva e della cicatrice sulla schiena si era già parlato nel capitolo 26 di ‘Tuffo nell’ignoto-THE END”!
Per la cronaca… il nome per esteso di Simmy è “Simalus Raskenovi Dakar”, dove Dakar è il nome del padre e Raskenovi quello della madre!
Ah…. Per ultima cosa vi dico che ‘Kagai’ significa ‘demone’ e ‘Aiso’ significa ‘chiamata’.
Bene…. Vi saluto e ringrazio chiunque abbia letto questa storia un po’ malinconica ma pur sempre ‘simalesca’!
Yama








UN ABBRACCIO STRITOLANTE A TUTTE LE MIE INNUMEREVOLI FAN, che so che sono molte….. ohi! Non mi costringerete mica a venire a prendervi a casa, eh?
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Finalmente dopo un lungo tempo di silenzio sono tornato protagonista dei vostri pensieri! Yama mi dice che sono un po’ troppo megalomane ma… che ci volete fare. Ordinaria amministrazione ^___-
Ah…. Chi fosse stato sfiorato anche solo dal pensiero di ridere del mio nome intero sappia che subirà la mia vendetta U_____U* dovete leggerlo e dimenticarlo all’istante!
Un augurio anche da parte mia, piccola Jichan! Anche se cresci io ti vedo sempre come una bimbetta che mi sfotte(non so se è un bene o un male O___o)
BAI! ß- ovvero ‘bye’ in japan.
AHAHAHAHAHAHAHAHAH <-saluto ufficiale.
SIMAL

 
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