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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: VENTO DI CAMBIAMENTO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: gia-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/09/2005 02:08:41

fan-fic dedicata a kumie, per dirle quanto è speciale! basata su una frase presa da final fantasy....
 
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VENTO DI CAMBIAMENTO
- Capitolo 1° -

Questa fan-fic è dedicata al mio amore Kumie.
E' un regalo che le avevo prmesso da tanto, e finalmente eccola qua.
Amore mio, spero che ti piaccia.
E' basata su una frase presa da Final Fantasy, che piace moltissimo alla mia cucciola...
E' una storia di amicizia vera, come spero sia la nostra.
Adesso vi lascio alla storia
Buona lettura!






_Su spira soffia forte il vento del cambiamento:
Da qualche parte un amico potrebbe essere ancora in vita_

Una telefonata.
Era bastata una telefonata per gettarlo in un baratro dal quale temeva di non poter più uscire.
Poche parole, pronunciate con una freddezza disumana, gli avevano aperto un'atroce ferita all'altezza del cuore.
I suoi amici lo circondavano, gli chiedevano spiegazioni... Ma lui ignorava tutto ciò che gli stava attorno, concentrato solo sulla notizia che aveva appena ricevuto.
-Parto, vado in Russia-. I suoi amici gli rivolsero nuovamente i loro sguardi, stavolta attoniti.
-Kai, ma coa è successo?!- Takao prese coraggio e si rivolse al russo, che stava buttando alcune cose in uno zaino. Il russo non rispose, si limitò a lanciare al suo capitano una sguardo agghiacciante. Quando Kai ebbe finito di preparare il suo zaino, lo chiuse e se lo mise in spalla, ancora senza pronunciare una parola. -Insomma Kai, vuoi darci delle spiegazioni?!- Sbottò Hitoshy, impaziente come gli altri di saperne di più. -Yuri- disse semplicemente il russo, poi uscì dalla stanza e dalla casa, senza aggiungere altro. In casa Kinomya, intanto, un ragazzo si era lasciato cadere a peso morto sul divano. -Ray, tutto bene?!- Il cinesino annuì, senza nemmeno aver capito la domanda. Chissà cos'era successo a Yuri, chissà come aveva reagito il suo amato Kai.
Nel frattempo Kai era arrivato all'aereoporto, e stava discutendo con la receptionist per avere un posto sul primo aereo per Mosca.
Alla fine riuscì nel suo intento, l'imbarco era previsto per poche ore dopo. Mentre aspettava, Kai si mise a ripensare a quello che gli avevano detto.
-C'è stata un'asplosione di notevoli dimensioni al monastero di Vorkoff, pensavamo potesse interessarla-.
Yuri, il suo primo ed unico pensiero era andato a lui. Lui che mai come nessun altro gli aveva voluto bene, lo aveva capito, gli era stato vicino.
E per cosa aveva perso tutto questo?! Per inseguire un'amore che poi era naufragato con estrema facilità. Lui ci aveva creduto, aveva sperato fino all ultimo, ma si era ritrovato alla deriva.
-Resta qui, Kai. Resta con me. Perchè vuoi perdere tutto questo?! Perchè vuoi rovinare un'amicizia così intensa?!- Gli aveva chiesto il rossino, quando lo aveva accompagnato all'aereoporto. -Perchè lo amo-. Aveva risposto lui, salendo su quel maledetto aereo. I primi tempi si erano scritti, erano rimasti in contatto in qualche modo. Ma poi si erano allontanati sempre più, fino a perdersi del tutto. E anche quando la sua storia con Ray era finita, lui non se l'era sentita di tornare in Russia. Ormai era passato troppo tempo, non ne aveva più motivo. Il suo orgoglio gli impediva di fare il primo passo, o forse aveva solo paura che Yuri lo rifiutasse. Avrebbe voluto dirgli moltissime cose, ed invece adesso non sapeva se ne avrebbe avuto l'occasione. L uomo che gli aveva telefonato non aveva aggiunto nessun dettaglio, aveva detto solo quelle poche parole. E così adesso lui si ritrovava all aereoporto, con mile dubbi e mille paure.
-I passeggeri in partenza per Mosca sono pregati di recarsi all'area imbarco-. La voce metallica dell altoparlante lo riscosse dai suoi pensieri.
Si rimise lo zaino sulle spalle e si preparò a salire sull aereo. Dopo i soliti convenevoli il viaggio ebbe inizio, permettendo al ragazzo di godere di un pò di riposo. Scivolò lentamente in un sonno senza sogni, anche se era ancora abbastanza agitato. Quando si risvegliò mancava ormai poco all atterraggio, ancora pochi minuti e avrebbe nuovamente rivisto la sua amata Russia. In fin dei conti aveva ragione il suo caro rossino, non ne era valsa la pena. Aveva sbagliato ad andarsene, perdendo così l'amicizia di Yuri e degli altri ragazzi, per inseguire una stupida storia nella quale nemmeno lui credeva poi molto, in fondo...
-Io ho sempre ragione, lo sai!-. Le parole che Yuri era solito pronunciare ridendo gli tornarono alla mente, seguite da un fote dolore alla bocca dello stomaco. Nonostante questo non riuscì a sorridere a sua volta, pensando al perenne buonumore di Yuri, che riusciva a contagiare anche lui. Certo, non che Yuri fosse perfetto, aveva anche lui i suoi molti difetti, e in più era la persona più cocciuta del mondo... Ma Kai gli voleva ugualmente un gran bene. -Non preoccuparti, Yuri. Ti ritroverò a costo della vita-.
Il clima freddo della Russia si fece sentire già fuori dall aereoporto, e Kai rabbrividì vistosamente. Prese una maglia più pesante dallo zaino e se la infilò, questo servì ad attenuare il freddo che provava fuori, ma non servì a nulla per quello che provava dentro.
Nella hall dell aereoporto le persone si abbracciavano e si baciavano, altre aspettavano l arrivo di altri aerei per ritrovare i loro cari... Lui invece era solo, nessuno era andato a prenderlo all aereoporto. Non aveva avvertito nessuno del suo arrivo, ma anche se avesse voluto farlo non aveva nessuno da avvertire. I suoi unici amici russi, forse gli unici che avesse mai avuto in generale, erano dispersi sotto un cumulo di macerie... Ricacciò indietro questi pensieri, sforzandosi di pensare che tutto si sarebbe sistemato, e uscì dall aereoporto.
Si recò alla fermata dell'autobus, la sua prima meta era il monastero... O almeno quel che ne restava. L'autobus, fortunatamente per lui, non era molto affollato, ed il viaggio si svolse tranquillamente. Nessun mezzo pubblico si avvicinava a quel luogo più del necessario, quindi fu costretto a fare un pezzo di strada a piedi. Man mano che si avvicinava, il cuore batteva più velocemente. Quel luogo era sempre stato abbastanza inquietante, e adesso lo era ancora di più. L'imponente struttura dell edificio era completamente crollata su se stessa, lasciando il posto ad un enorme ammasso di macerie. Era impossibile pensare che chiunque si trovasse in quell edificio ne fosse uscito vivo, e questo fu un duro colpo... Perchè sicuramente Yuri si trovava lì. L'area era circondata con delle semplici transenne, fin troppo facili da scavalcare. Non che si aspettasse chissà quale sorveglianza... Nessuno si preoccupava del monastero e di quello che accadeva al suo interno, il potere di Vorkoff metteva soggezione perfino alle autorità. Il ragazzo fece un rapido sopralluogo nei dintorni, poi si decise a tornare indietro. Lì non avrebbe trovato nulla, era inutile. Stava perdendo del tempo prezioso. Fece di corsa tutta la strada fino al più vicino centro abitato, dove avrebbe preso nuovamente l'autobus. La prossima meta era l'ospedale. Se ci fosse stato qualche sopravvisuto all'incidente lo avrebbe trovato lì. Non avrebbe mai creduto di ritrovarsi a sperare che il suo migliore amico si trovasse in un ospedale, ma stavolta era così. Era le migliore fra le terribili prospettive che gli si paravano davanti. L ospedale era un caos totale, un sacco di persone che andavano e venivano in continuazione, tutte prese dai loro problemi, tutte chiuse nei loro dolori. Non era mai stato in quel posto. Nel monastero i feriti gravi morivano in poco tempo, e non sempre per cause naturali, mentre le ferite superficiali venivano curate sul posto. Non aveva la più pallida idea di come fare a trovare Yuri, sempre che fosse lì. Dietro ad un banco tre infermiere chiacchieravano fra di loro, senza curarsi minamente delle persone che gli stavano intorno. -Che bel modo di svolgere il loro lavoro!- Pensò Kai fra se. Non aveva nessuna voglia di parlare con quelle tre galline, ma loro erano l'unica possibilità che aveva per trovare Yuri. Si avvicinò al banco e aspettò che le infermiere lo prendessero in considerazione. -Buongiorno, io sono qui per l'esplosione del monastero... Volevo sapere se c'è qualche ferito ricoverato qui...- Le infermiere si lanciarono sguardi stupiti, poi una delle tre si decise a dargli una risposta. -Nessun monastero è esploso, ragazzino. Non abbiamo avuto notizie del genere-. Gli sguardi delle tre rimasero su di lui ancora per un pò, poi tornarono alla loro precedente occupazione. Kai era rimasto immobile al suo posto, sconvolto da quello che aveva appena scoperto. Non c'era stata nessuna esplosione?! Non era possibile... -Caro il mio nipote, qual buon vento?!- Kai si voltò e si ritrovò davanti la persona che meno avrebbe voluto vedere in quel momento: Suo nonno. -Vecchio, voglio delle spiegazioni-. Lo sguardo di Kai era agghiacciante, se c'era di mezzo suo nonno la cosa era più grave del previsto. Il vecchio Hiwatari gli lanciò una risatina di scherno e lo prese per un braccio. Lo portò nel giardino dell ospedale, in un luogo abbastanza isolato.-La tua energia è sorprendente, nipote. Se solo tu non fossi così maledettamente orgoglioso... Ma in fin dei conti questo tuo orgoglio lo hai ereditato da me-. Kai non rispose: l'idea di aver preso qualcosa da quell uomo disgustoso lo nauseava, ma si astenne da ogni commento. -Vedi, la cosa del monastero è un pò delicata. La gente non sà della realtà che si cela dentro le sue mura. Quindi la storia dell'esplosione è stata un pò insabbiata-. Kai si chiese dove suo nonno volesse andare a parare, ma aveva un pò paura a sciprirlo. -Vedi, gli studenti erano divisi in 2 gruppi al momento dell incidente. Un gruppo si trovava in giardino, per gli allenamente pratici, mentre gli altri erano in aula, per la parte teorica. Inutile dire che per quelli che si trovavano all'interno non c'è stato nulla da fare-. Kai immaginò la fine atroce che i ragazzi avevano fatto. Prigionieri di quel luogo maledetto fino al loro ultimo istante di vita. -Yuri, dov'è Yuri?!-. Il vecchio rise nuovamente, una risata che metteva i brividi. -Mi piacerebbe molto dirti che era anche lui nella rosa di quelli che sono passati a miglior vita, ma invece non è così. Si è salvato-. Una gioia insana si impadronì del ragazzo. Non solo Yuri si era salvato, ma aveva anche causato un dispiacere al vecchio. -Dove sono?- Chiese Kai, speranzoso. -Ahahahah, pensi davvero che te lo direi?! - Sghignazzò il vecchio, felice della tristezza del nipote. Stavolta no. Stavolta non avrebbe ceduto alle angherie di suo nonno. C'era in ballo la vita di Yuri, niente lo avrebbe fermato. Era arrivato il momento di far vedere che Yuri era veramente importante per lui e che avrebbe fatto qulasiasi cosa per vederlo nuovamente felice. Il pugno destro del russo si mosse, come controllato da un filo invisibile, e andò a colpire in pieno il viso di Hito. Non contento di quello che aveva fatto lo afferrò per il colletto della camicia e lo sollevò da terra. -Adesso, se non vuoi morire, dimmi subito dove sono Yuri e gli altri-. Dal momento che Hito non spiccicava parola, Kai pensò bene di affibbiargli un altro pugno, che colpì esattamente il bersaglio. -Dimmelo, vecchio. Non rischiare-. Il vecchio pensò bene che era meglio non provocare suo nipote, e cedette. Disse rapidamente un indirizzo, apparteneva ad una clinica privata fuori porta, gestita ovviamente da Vorkoff in persona. In quella clinica Vorkoff svolgeva esperimenti illegali per potenziare le capacità dei blader, in quella clinica era rinchiuso il suo Yuri. Mollò la presa sul vecchio, che cadde pesantemente a terra, e corse via. La clinica non era molto lontana, ma a piedi avrebbe comunque impiegato troppo tempo. Prese un'auto di grossa cilindrata, scaraventando a terra il proprietario, e partì sgommando. In quel momento Yuri poteva essere invischiato in qualsiasi tipo di esperimento, poteva essere in bilico fra la vita e la morte, nella mani di un pazzo che aveva a cuore soltanto il suo potere. Raggiunse di corsa il luogo indicato dal vecchio. Apparentemente era solo una vecchia catapecchia, il laboratorio doveva trovarsi nei sotterranei. Entrò cercando di fare il meno rumore possibile, e per poco non si lasciò sfuggirebun grido. I sotterranei dell'edificio si diramavano apparentemente all infinito, ed erano pieni di stanze e strani macchinari. Kai si fece coraggio, non poteva certo mollare adesso... Cominciò la sua discesa verso il basso, guardando in ognuna delle stanze che si trovava davanti. Il suo coraggio però fu quasi per venir meno quando i suoi occhi gli aprirono la visuale sul contenuto di una stanza più ampia delle altre. Una decina di ragazzi ammucchati uno sull altro, nudi, umiliati e agonizzanti. Alcuni erano addirittura deformati. Quelli dovevano essere coloro che non avevano reagito nel modo corretto agli esperimanti di quel pazzo, e che stavano per morire abbandonati in quella stanza. Uno di loro in particolare attirò l'attenzione del ragazzo. Era rannicchiato su se stesso ma, anche se gli voltava le spalle, lui era sicuro che quella figura gli fosse familiare. Quando finalmente capì di chi si trattava si portò una mano alla bocca, sconvolto. Si avvicinò al ragazzo, e gli sollevò la testa. Questo provò ad aprire gli occhi pesti di botte, ma con scarsi risultati. -Boris...- Sussurrò Kai, con le lacrime agli occhi. -Che cosa ti hanno fatto?!- L altro abbozzò una sorta di sorriso, e si rannicchiò fra le braccia del suo amico. -Il mio corpo non reagisce alle terapie nel modo adeguato, sono inutile per loro. Ed è questa la fine che fanno gli inutili. Gli altri sono già morti, tutti tranne uno. Devi salvare Yuri, Kai. Devi salvarlo-. Devi salvarlo, queste furono le ultime parole del blayder, che morì fra le braccia di un ragazzo distrutto dal dolore e dalla rabbia. Avrebbe salvato Yuri, ad ogni costo. Lo avrebbe salvato per vendicare Boris, Ivan, Serjei e tutti gli altri...
Dopo un ultimo, straziante saluto ad un amico che non avrebbe più rivisto Kai si alzò ed uscì dalla stanza. Adesso doveva trovare Yuri, e non era così semplice. -Lo salverò, Bo. Te lo pormetto-. Animato da una nuova sfida con se stesso scese un altro piano di scale, trovandosi di fronte ad uno spettacolo come il precedente. Decine e decine di porte si distribuivano su entrambi i lati del corridoio. Kai iniziò il suo lavoro, aprendone una dopo l'altra. In ogni stanza un ragazzo se ne stava sdraiato su un lettino, collegato a strani e inquietanti macchinari. Uno di loro aprì gli occhi al suo arrivo, e lo implorò di aiutarlo. Quanto avrebbe voluto salvarli tutti, donare un pò di gioia a quegli occhi pieni di paura e sofferenza. Ma altri occhi gli vennero in mente, occhi azzurri, del colore del ghiaccio. Così freddi ma anche profondi, occhi vivi... Che tali dovevano rimanere! Si chiuse alle spalle un'altra porta, quando sentì dei passi nel corridoio. Preso dal panico si infilò in una stanza, senza nemmeno vredere dove stava entrando. Se si fosse fatto scoprire, tutto il suo piano sarbbe andato a monte. Si abbassò dietro la porta, con le orecchie tese e il cuore che gli martellava nel petto. I passi lo raggiunsero e poi si allontanarono nella direzione opposta: Era salvo. Adesso doveva solo vedere dove era finito. Si voltò lentamente e la prima cosa che vide fu una cascata di capelli rosso vivo , dello stesso colore del sangue che deturpava il corpo del suo proprietario. -Yuri...- Più che una parola dalle sue labbra era uscito un soffio di vita, che parve raggungere direttamente il ragazzo sul lettino. Questo aprì gli occhi e si voltò, per vedere chi aveva parlato. Entrambi rimasero in silenzio a guardarsi, mentre Kai si avvicinava. -Kai, qual buol vento?!- disse Yuri, seppur strascicando un pò. -Vento di cambiamento, amico mio-. Rispose l altro. Lentamente prese a staccare i fili che legavano il rosso a quelli strumenti di tortura. -Kai... Sei veramente qui...Sono così felice...- Il sorriso del rosso era rimasto lo stesso, e Kai ringraziò la sua buona stella per avergli concesso di vederlo di nuovo. -Zitto, scemo. Non sforzarti. Ne avremo di tempo per parlare...- Yuri sorrse di nuovo, debolmente. Kai se lo mise sule spalle, e si avviò nuovamente verso l'uscita. -Non ti preoccupare, fra poco saremo fuori di quì- disse, più per tranquillazzare se stesso che l altro. Per fortuna, o forse semplicemente perchè era destino, non trovarono nessuno, e riuscirono a raggiungere incolumi l'uscita. La macchina di prima era ancora dove Kai l'aveva lasciata. Sistemò l amico sul sedile anteriore della vettura, assicurandolo con le cinture ed accarezzandogli delicatamente il volto pesto. Poi chiuse lo sportello e si sedette al posto di guida. Mise in moto e partì più velocemente possibile, verso un nuovo inizio.
-Hai visto, Boris?! Sono riuscito a salvarlo, e adesso non lo abbandonerò più- Disse Kai sorridendo e guardando il suo amico finalmente
ritrovato.

**Fine**



Ti ho dedicato questa storia per farti un regalo, è vero.
Ma anche per chiederti veramente scusa, forse per la prima volta, di uno stupido errore per il quale ho rischiato di perdere un'amica speciale...
Ormai è passato del tempo, ma ti chiedo nuovamente perdono.
Tu avevi ragione in tutto, ed io sono stata una stupida...
E sappi che ti voglio davvero tantissimo bene!

Spero che questa storia sia piaciuta,
ed invito a riflettere su cosa sia veramente importante, l' "amore" o l'amicizia?!
Aspetto critiche e commenti di ogni genere.
Tschussy!


 
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