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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: COME WHAT MAY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ajihad galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/08/2005 14:23:07

storia d`amore appassionante!!! una ragazza e george weasley devono tenetre nascosto i loro segreto. specialmente perchè il padre di lei è lucius m.!!
 
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CAP.1
- Capitolo 1° -

Nota della scrittrice! MOLTO IMPORTANTE!
Durante il racconto vedrete questa striscia:
***************************************************************************
Sarà perché sto facendo un cambio di luogo o di tempo (Cosa ke specificherò poi!) ok??????????
Penso di si!
Un'altra cosa MOLTO IMPORTANTE, Sirius in questa fanfiction non è morto pur essendo al settimo anno di Harry, in più è stato dichiarato uomo libero e ora può circolare in giro quanto vuole!
Concludo dicendo… GRAZIE X L'ATTENZIONE, BUONA LETTURA & COMMENTATEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!
1 baso!

Cap.1

Era bellissima.

Sapevo solo questo.

Rideva con delle ragazze, gli occhi azzurri con i riflessi grigi erano luminosi, riflettevano il suo essere: dolci e sensibili, ma allo stesso tempo furbi e maligni.

Non sapevo chi fosse. Era la prima volta che la vedevo. Se mai l'avessi vista da qualche parte prima di allora me ne sarei ricordato. Come si potevano scordare quei bellissimi capelli biondo chiaro e quei lineamenti da angelo, che erano piuttosto insoliti per la sua famiglia.

Ed io, invece, ero lì che la fissavo.

Impietrito. Quasi spaventato da tanta bellezza. Poi, qualcosa mi riportò sulla terra.

<George! Ti sei addormentato con gli occhi aperti?>

<Chi è quella ragazza Fred?>

Fred si guardò in giro con la faccia interrogativa. Io gli indicai la ragazza con i capelli biondi. Lui mi rispose che non lo sapeva.

<Mi dispiace ma non ho la minima idea di chi sia! Vieni, andiamo ad aiutare mamma, papà, Ron, Ginny, Harry ed Hermione a portare i libri per la scuola!>

<Ma perché? Noi l'abbiamo finita due anni fa!>

<E allora?>

<E allora…nessuno ci ha mai aiutato a portare i libri!>

<Non è da te!… Dimmi… vuoi rimanere a guardare la ragazza tutto il giorno… o preferisci andarle a parlare?>

<Io fare cosa?!…>

Troppo tardi.

Fred mi spinse verso la ragazza. Per fortuna riuscii a fermarmi prima di caderle addosso. Altrimenti avrei fatto una figuraccia. Mi scusai, la salutai e mi presentai.

<Ciao, scusa…>

<No, non ti preoccupare! Va tutto bene. Capita!>

<Oh, beh…piacere, io sono George Wealsey!>

A sentire quel nome le amiche fecero una faccia schifata e se ne andarono. Ma lei non ci fece caso, continuavamo a fissarci. Poi lei mi porse la mano e rispose.

<Piacere mio. Mi chiamo Lyrian!>

Quel momento sembrò durare ore. Continuavamo a fissarci con le mani strette l'una all'altra. Ma quel momento purtroppo era destinato a finire. Mia madre e gli altri s'intromisero.

<Salve! Io mi chiamo Molly Weasley e sono la madre di George.>

A mano a mano tutti si presentarono a Lyrian e lei non fu sconvolta da tutto quel caos che creavano i miei amici e parenti, anzi, ne fu divertita.

<Allora… andrai anche tu quest'anno ad Hogwarts?>

<Si! Farò l'ultimo anno!>

<Che bello! Allora staremo in classe insieme, se capiti in Grifondoro.> disse Ron.

<Grifondoro? Che cos'è?>

<Come cos'è?! E' una delle quattro case di Hogwarts!>

<Ah, si! E' vero! I miei genitori me ne hanno parlato! Mi pare che siano Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero!>

<Esatto! E secondo te in che casa ti matteranno?>

Ron ebbe appena il tempo di finire la frase, quando una voce familiare,
si fece spazio tra la folla.

<A Serpeverde…è chiaro!>

Lucius Malfoy comparve dietro Lyrian che stranamente non era spaventata.

<E tu che cosa ne sai, Malfoy?>

Chiese in tono spavaldo mio padre.

<Beh… seguirà le orme della sua famiglia!>

Rispose Lucius.

<La sua famiglia?>

Ripetei io, che parlai a nome di tutti. In quel momento si parò fra noi Lyrian, che aveva percepito la tensione e tentò in tutti i modi di allentarla, non sapendo che la frase che avrebbe detto sarebbe stata la miccia che avrebbe fatto esplodere la bomba.

<George, signor Weasley…>

<Non provi ribrezzo a nominarli soltanto?>

Lucius li aveva guardati con un ghigno maligno, così Lyrian lo fulminò con lo sguardo e poi riprese a parlare con noi.

<Come stavo dicendo prima… George, Signor Weasley, io credo che mio padre stesse solo dicendo che sarebbe meglio che io segua i passi della mia famiglia…la famiglia Malfoy!>

Tutti i presenti, me compreso, erano sbalorditi, tutti tranne Lucius Malfoy che provava un'immensa gioia nel vederci così e Lyrian che invece non capiva quello che stava succedendo.

<Tu sei una Malfoy?>

Non potevo crederci. Era assurdo, forse era stato tutto un sogno e in realtà non esisteva nessuna Lyrian e mi sarei svegliato da un momento all'altro in camera mia, ma la risposta della ragazza mi fece capire che quella era la vita reale e che non si trattava di un sogno.

<Si!>

<Tu sei la sorella di Draco Malfoy?>

<Certo! Ma che c'è di male?>

<Non è possibile! Io non ti ho mai visto con la tua famiglia prima d'ora!>

<Ho vissuto in America per molto tempo.>

Per la prima volta in tutta la sua vita, credo, Lucius Malfoy fece una cosa saggia: interruppe la conversazione e porto via sua figlia.

<Lyrian, ora mi sono davvero stufato di parlare con questi. Andiamocene via!>

Così dicendo la prese per un braccio e la trascinò fuori.

<Aspetta! George… >

Troppo tardi.

La porta si era già chiusa ed io continuavo a pensare che non era possibile che una creatura bella e dolce come lei potesse appartenere ad una famiglia come i Malfoy. Potevo anche passare se fosse stata una Parkinson o giù di lì… ma una Malfoy.
Per il resto della giornata tutta la mia famiglia continuava a dire che dovevo lasciarla perdere, tanto non l'avrei più rivista e di sicuro sarebbe diventata un vera e propria stronza come tutti i Malfoy del resto.

Ma si sbagliavano.

Intanto quella sera Lyrian era distesa vicino al grande camino di casa sua mentre leggeva un libro. Un libro babbano che aveva comprato in America.
Il padre entrò nel salone dove c'erano anche Narcissa seduta su una sedia che scriveva su una pergamena appoggiata al grande tavolo di legno che era situato a destra del salotto e Draco che era sdraiato sul divano mentre faceva degli scherzetti di cattivo gusto agli elfi domestici.

<Draco… smetti di tormentare quei poveri elfi.>

<E tu smettila di darmi ordini!>

<Draco! Rispondi con più gentilezza a tua sorella. Ora statevi calmi che devo scrivere una lettera ad una mia amica.>

Tra lei e Draco, Liryan era sempre stata la preferita dei suoi genitori, in particolare per suo padre. Non solo perché era molto più intelligente di Draco, ma anche perché era molto più potente come strega. A diciassette anni già sapeva fare magie senza bacchetta; cosa se solo maghi espertissimi possono fare. Lucius si sedette su una poltrona davanti a Lyrian e ordinò ad un elfo di fargli un the.

<Non devi più rivolgere la parola a quelle persone… a meno che tu non li voglia insultare. Sono gente inferiore, frequentano i babbani.>

<A me non sembrano tanto male.>

<Lyrian non voglio sentire repliche. Ci siamo intesi?>

Lyrian capì che il padre si stava arrabbiando, così decise di dargliela vinta, almeno così avrebbe creduto lui, infatti sotto sotto Lyrian aveva tutta l'intenzione di diventare nostra amica, e presto ci sarebbe riuscita.

<Okay. Forse hai ragione tu.>

L'elfo domestico portò la tazza di the a Lucius e si dileguò di corsa dopo aver fatto un profondissimo inchino. Lyrian non amava questa tradizione degli elfi domestici, cioè a lei piaceva il fatto di avere una persona che facesse le faccende domestiche, ma avrebbe preferito pagarli e non che fossero trattati da schiavi.

<Parlando di altro… Narcissa, tra poco il piano del Signore Oscuro sarà compiuto e tutti quegli scocciatori finalmente moriranno.>

<Ah, meno male caro. Non se ne poteva più!>

Ma di che stavano parlando tutti quanti? Era questa la domanda che Lyrian si faceva più spesso. Non riusciva a capire… e poi, chi era questo "Signore Oscure"? Forse era quel mago cattivissimo le cui gesta erano arrivate anche in America? Le pareva che si chiamasse Voldemort se non errava. Ma chi erano gli "scocciatori"? Era decisa a chiederglielo.

<Ma di che state parlando?>

<Tuo padre sta collaborando ad un piano per togliere di mezzo tutti quelli che si oppongono al Signore Oscuro.>

<Togliere di mezzo, in senso, ucciderli?>

<E in che altro modo?! Apparte quel Potter, che invece verrà portato al Signore Oscuro perché vuole ucciderlo di persona.>

<Capisco. E gli altri chi sarebbero?>

<Beh… ci sono i Weasley, poi la Granger, Sirius Black…>

<Quel Sirius Black? Ma non era un mangiamorte anche lui?>

<No, era tutto un complotto per farlo rinchiudere ad Azkaban!>

<Oh! E come attirerete queste persone in trappola?>

<Rapiremo la figlia più piccola dei Weasley e poi li faremo venire in un posto deserto, dove potremo ucciderli!>

<Di preciso quando avverrà questo "omicidio di massa"?>

<Perché? vuoi essere presente?!>

Sul volto di suo padre apparve un ghigno.

A quella domanda Lyrian non sapeva cosa rispondere, quando le venne in mente una dote che aveva ereditato da tutta la famiglia, sia da parte di madre che da parte di padre: la menzogna.

<Può darsi. Devo pensarci. Però mi devo organizzare se voglio venire… sai io ho i miei impegni!>

<Sei proprio una Malfoy… comunque penso che la rapiremo la prossima settimana.>

<Okay…vedrò cosa posso fare per liberarmi! Va be'… io vado a dormire che sono stanca, devo ancora riprendermi dal fus'orario! Buonanotte.>

<Buonanotte!> Risposero tutti in coro.

Intanto Liryan, mentre saliva le scale, architettava un modo per fuggire di casa quella notte e dirigersi dai Weasley.

Dopo attente riflessioni però capì che era meglio aspettare che si facesse giorno, poi avrebbe inventato una scusa per uscire e avrebbe chiesto in giro dove abitavano i Weasley per andarli ad informare del pericolo.

Si spogliò e si mise la camicia da notte.
Dopo essersi sdraiata sul letto portò il braccio sulla faccia con un gesto come quando ci si copre dal sole. Fece un sospiro e cominciò a pensare a me.

"Chissà cosa starà facendo? Non vedo l'ora di vederlo. E' così ingiusto che le nostre famiglie si odino!"

Con questi pensieri che la cullavano si addormentò.

***

Il sole filtrava dalle finestre e ricadeva sul viso di Liryan che si voltava con la faccia rivolta verso il cuscino infastidita.

Due minuti dopo si alzò.

<Che ore sono?>

Si avvicinò al suo orologio elettronico che aveva comprato in America (anche quello babbano!) e vide che erano le dieci.

<Oh, cavolo! E' tardissimo!>

Lanciò un'imprecazione a bassa voce e corse di sotto, verso la sala da pranzo, in mutande mentre s'infilava i pantaloni.

Purtroppo scivolò al primo gradino e si fece tutte le scale con il sedere. In quel momento scese Draco ancora assonnato che vedendola sgranò gli occhi e si mise a ridere.

<Cretino! Adesso ti faccio vedere io…poi vediamo se riderai ancora!>

E con un gesto fulmineo delle mani fece apparire dal nulla un mattone proprio vicino al piede del fratello che facendo il passo successivo ci inciampò sopra e cadde con la faccia sul pavimento.

<AHHHH!>

Draco emise un urlo così forte che i genitori dalla sala da pranzo si precipitarono a vedere cos'era successo. La madre che fu la prima ad arrivare emise un grido stridulo, vedendo che il naso del figlio sanguinava e si precipitò verso di lui. Sulla faccia del padre apparve un'espressione impaziente.

<Che cosa è successo? Voglio delle spiegazioni…ORA!>

Liryan aprì la bocca per rispondere, ma Draco che stava piangendo tra le braccia della madre prese la parola per primo.

<E' stata lei, papà!>

Disse indicando Liryan.

<Mi ha fatto inciampare su questo.>

Prese il mattone per terra e lo alzò in modo che il padre potesse vedere. Lucius non era molto soddisfatto.

<Ci sarà stato un motivo…Liryan…?>

Ancora una volta lei aprì la bocca, si schiarì la voce e cominciò a parlare.

<Beh…io stavo scendendo e sono scivolata, Draco che mi aveva visto si è messo a ridere… così io gli ho reso pan per focaccia!>

<Mhm…>

Il padre si girò e tornò a leggere il giornale sulla sedia della sala da pranzo. Narcissa invece portò il figlio da un elfo domestico così che lo potesse curare.

Liryan si rimise in piedi a fatica, massaggiandosi il punto dove aveva preso la botta quando era cascata. Si diresse in sala da pranzo e, appena sedutasi davanti a Lucius, addentò una fetta di toast abbrustolito.

<Oggi ho da fare, esco a fare un giro.>

<Vuoi che ti faccia accompagnare da un elfo?>

<No, non ti preoccupare grazie lo stesso papà!>

Gli sorrise e lui ricambiò. Finì la sua colazione e si diresse verso la porta.

<Ciao! Ci vediamo dopo!>

Lucius la salutò, lei uscì dalla casa e si smaterializzò, diretta al ministero della magia dove era sicura di trovare informazioni su dove abitassero i Weasley.

***

<Si può sapere perché non scendono giù? Io ci ho messo mezz'ora per tentare di preparare la colazione e loro non scendono in cucina… VI VOLETE ALZARE E VENIRE Giù??????>

<Hermione, calmati! Non urlare, scommetto che ora scendono, almeno spero… per il loro bene!>

<Grazie Signor Weasley, è solo che mi sono svegliata presto stamattina per provare a cucinargli qualcosa e ora quei due non vogliono neanche fare colazione!>

<Lo sappiamo Hermione ce l'hai gia detto circa trenta volte negl'ultimi… fammi pensare… due minuti!>

L'atmosfera lì era sempre euforica, anche se qualche volta, come questa, Hermione finiva sempre per arrabbiarsi con Ron e Harry. Poco dopo i due scesero le scale ed entrarono in cucina a malavoglia.

<Finalmente siete arrivati… tenete!>

Hermione porse ai due un piatto con delle frittelle per metà bruciate, un po' di pancetta, anche quella bruciata, e della uova sode; poi li prese per le maniche dei pigiami e li mise a sedere a tavola.

<Mangiate!>

Hermione puntò un dito contro i piatti e continuò a ripetere: "Su, mangiate! Forza, mangiate!".

Ron, che in quel momento stava dormendo in piedi si risvegliò di soprassalto dicendo:

<Che succede?>

<Che succede?!>

Ripeté Hermione.

<Succede che dovete mangiare la colazione che IO vi ho preparato!>

<Ah, Okay!>

Risposero all'unisono i due ragazzi che avevano lo stomaco vuoto ed erano affamati… ma non sapevano a cosa andavano in contro.

Decisero di fare un mix, tagliarono a metà una frittella, ci misero due pezzi di pancetta sopra e infine ci spiaccicarono addosso anche un quarto di uovo sodo.

Tutti cessarono di fare colazione per vedere quello che sarebbe successo dopo. Harry e Ron misero in bocca il pasto… cominciarono a masticare, Hermione, sempre più ansiosa, si sporse in avanti. I due ragazzi si guardarono, i loro visi cominciarono a diventare rossi… i secondi sembravano essersi trasformati in ore, quando entrambi sputarono quello che avevano in bocca.

<BLAHHHH!!!!!!>

<Ma che schifo, Hermione! Che cosa ci hai messo?>

Tutti i presenti scoppiarono in una fragorosa risata, tutti tranne Hermione.

<Siete due stupidi! Io mi alzo presto per prepararvi la colazione e voi neanche dite grazie!>

Lentamente delle lacrime cominciarono a scendere giù dagli occhi, il viso diventò di un rosso fuoco, lei si coprì il volto con le mani e corse su in camera sua.

<Hermione aspetta!>

Ron tentò di fermarla, ma lei non accettò scuse e gli sbatte la porta in faccia. Il ragazzo tornò giù malinconico.

<Dai Ron, non te la prendere! Vedrai che gli passerà!>

Tentai di consolare mio fratello che era visibilmente cotto della ragazza. Bussarono alla porta.

<Fred…vai ad aprire tu!> disse mia madre.

Fred si alzò lasciando la colazione a metà e si diresse verso l'ingresso della tana. Quando tornò, lo fece con un sorriso stampato in volto con l'espressione da: "Questa non me la voglio perdere!"

<Geooooooorge…> disse con voce suadente con quel ghigno che a me dava sui nervi, stampato in faccia.
<…c'è una persona che ti è venuta a trovare… è venuta a trovare solo te!> sottolineò quell'ultima frase con molta enfasi.

<E chi è che vorrebbe parlare con me alle dieci e mezza di mattina?>

<Lei…> detto questo Fred si scansò e lasciò vedere al resto della famiglia chi c'era dietro di lui.

Il boccone che stavo per mangiare cadde nel piatto, mia madre rimase a bocca aperta e mio padre si strozzò con l'aranciata, Harry invece era troppo assonnato per accorgersi cosa stava succedendo, lo stesso valeva per Ron, ma lui invece che insonnolito, era triste per Hermione.

Era lei…

<Liryan…>

<Ciao George! Mio padre ieri mi ha portata via così velocemente che non ho potuto salutarti.>

Mi sorrise, io ricambiai.

<Ma cosa ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi? Ehm… tuo padre ti ha permesso di venire qui?!>

Lei si mise a ridere nel vedermi sconvolto.

<Ehi…quante domande…no, mio padre non sa che sono qui…e preferire che non lo sapesse!>

Guardò mio padre e mia madre con sguardo supplichevole e loro giurarono che non avrebbero detto niente.

<Bene…ascoltami, George, è una cosa seria! Sono venuta qui per dirvi che vogliono uccidervi!>

<Cosa? Chi ti ha detto queste cose?>

<Non importa chi me le ha dette, so solo che intendono rapire tua sorella, la settimana prossima, per poi attirarvi in una trappola e uccidervi!>

Liryan sembrava seriamente preoccupata, mia madre le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.

<Vieni cara, siediti e prendi un bicchiere di aranciata.>

La fece sedere vicino a me e io le presi le mani con le mie.

<Stai tranquilla, non ci succederà niente!>

La rassicurai io.

<Come mai sei venuta ad avvertirci? Stai rischiando molto venendo a dirci i piani dei mangiamorte. Perché tu stai parlando di loro, vero?Insomma sono loro che vogliono ucciderci?!No?>

Lei annuì, poi abbassò lo sguardo.

<Sai…se tuo padre scopre che ci hai aiutato te la farà pagare molto cara.>

<Lo so. Ma…>

Rialzò gli occhi che si incontrarono con i miei, poi girò lo sguardo verso i miei genitori. Loro capirono che forse era meglio togliere il disturbo e mia madre trascinò via anche Ron e Harry. Io e Liryan rimanemmo soli.

<George… dal primo momento che io ti ho visto… ho capito che eri diverso… diverso da tutti gli altri… io so che può sembrare stupido ma io credo di…>

Le parole gli morirono in gola. Prese un gran respiro.

<…io non volevo che ti succedesse qualcosa… e così sono voluta venire…>

Cominciò a diventare rossa e a balbettare frasi senza senso mentre si contorceva le dita, quel rosato creava un bellissimo contrasto con i suoi capelli biondi e la sua carnagione chiarissima.

<Io…io so che… che tu odi la mia famiglia… cioè che tutta la tua famiglia odia la mia… e credo che la cosa sia reciproca…ma non per me… George, io credo di… di…>

Alcune lacrime cominciarono a caderle sul volto ormai rosso fuoco.

<Ecco! Sono proprio una stupida… non riesco neanche a dirti… cosa provo…>

Abbasso di nuovo lo sguardo, io le rialzai il viso con una mano in modo da poterla guardare negli occhi,e con l'altra le asciugai le lacrime.

<Non ce niente da dire, Liryan.>

Liryan sgrano gli occhi colmi di larime.
Mi avvicinai a lei…
Per un momento fummo a distanza così ravvicinata che mi sembrò di poterle sentire il cuore che batteva all'impazzata…
Poi le nostre labbra si sfiorarono coinvolgendoci entrambi in un bacio appassionato che per noi sembrò durare vite intere.

Quando i nostri volti si staccarono, riaprimmo gli occhi. Lei aveva smesso d piangere, io le sorrisi e lei mi accarezzò una guancia.

<Ora devo andare, ho detto a mio padre che sarei stata fuori per poco… si potrebbe insospettire se non torno a casa.>

<Okay!>

Liryan si alzo, si sistemò i capelli dietro le orecchie. Mi baciò e si diresse verso l'uscita. A quel punto tutti erano rientrati in cucina e lei li salutò cordialmente. Aprì la porta, se ne stava andando…aveva quasi richiuso…

<Liryan…>

Lei riaprì di scatto e rientrò.

<…ti rivedrò ancora?>

La mia domanda la colse di sorpresa, ma si mise a ridere.

<Può darsi…>

Disse le con fare quasi malizioso e giocando con una ciocca di capelli.
Così dicendo si richiuse la porta alle spalle e se ne tornò a casa smaterializzandosi.

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Come vi è sembrato questo primo capitolo?
Sto già lavorando sul secondo!
Per favore se c'è qualcosa che non va…COMMENTATE!
Anche se non c'è qualcosa che non va…COMMENTATE COMUNQUE!

Se poi volete fare delle dediche ai vostri amici potete dirmelo così alla fine della fanfic io metterò tutti i saluti e le dediche che mi saranno inviati.

1 bacione!


 
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