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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: L`INFANZIA DI DUE FRATELLI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kupo86 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/08/2005 23:12:27 (ultimo inserimento: 05/08/07)

avete mai pensato a come potesse essere itachi da piccolo...? io... l`ho immaginato =)
 
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- Capitolo 1° -

Ho letto da qualche parte questa frase: ‘Itachi Uchiha a 8 anni iniziò ad usare lo sharingan’ e non ho potuto fare a meno di pensare a come fosse stata l’infanzia della marmotta assassina e di suo fratello, così è nata questa fic che non è né seria né comica, è semplicemente un frutto della mia mente malata ^ ^ Spero che vi piaccia…


23 Luglio di dodici anni fa…
Un bambino dai lunghi capelli corvini correva lungo la corsia dell’ospedale di Konoha, stava per nascere il suo fratellino:
- Tu sai dov’è la mia mamma? – Chiese affannato ad una infermiera
- Oh, ma tu sei il piccolo Uchiha, vieni, il tuo fratellino è già nato – L’infermiera lo condusse con un sorriso nella stanza in cui sua madre teneva in braccio il pargolo: aveva il viso stanco ma felice
- Ciao, Itachi – disse sorridendo – Vieni, ti presento il tuo fratellino – Il bambino si avvicinò al letto incuriosito
- Com’è piccolo! – Disse guardando stupito le piccole mani chiuse vicino al viso paffuto. Guardando quel faccino si ricordò del giorno in cui sua madre gli disse che presto avrebbe avuto un fratello: era rimasto stranamente indifferente alla notizia, sembrava non importargli il fatto che un bambino più piccolo avrebbe invaso la serenità della sua famiglia e non sembrava affatto geloso come tutti i primogeniti che capiscono che le attenzioni dei loro genitori stanno per spostarsi su un’altra persona. I genitori erano pronti ad affrontare degli attacchi di gelosia da parte di Itachi, ma egli si era comportato, in quei mesi, in modo strano: era sempre stato silenzioso, schivo e riflessivo, anche troppo per la sua età, ma in quel periodo lo era stato maggiormente. Una volta, in una piovosa sera di fine inverno, stava osservando il lettino del fratello che sarebbe nato da lì a poco: era lì immobile, davanti alla porta di quella stanza che diventava ogni giorno sempre più piena di mobili, giocattoli e vestitini, senza dire una parola, con uno sguardo sinistro che non riusciva a nascondere la gelosia e la rabbia che si rifiutava di esprimere con comportamenti infantili; avrebbe spaccato tutto, se avesse potuto, avrebbe dato fuoco a quei giocattoli e strappato quei vestiti bianchi e azzurri, ma non lo fece, si limitava ad osservare l’odiata stanza con disprezzo, in silenzio, con il solo inquietante sottofondo della pioggia a commentare il suo istinto distruttivo represso. Si girò di scatto sentendo la voce della madre alle sue spalle:
- Allora, ti piace la cameretta? – Il commento del bambino fu un fugace sguardo che aveva dentro la furia di un tifone che avrebbe voluto devastare il mondo e l’ira di un demone costretto all’inferno perché cacciato dal paradiso, prima di incamminarsi verso la sua stanza a passi lenti; quella fu la prima volta, ma non certo l’ultima, in cui la donna ebbe paura di suo figlio.
Itachi si guardò intorno e non trovò suo padre:
- Dov’è papà? –
- Tuo padre è molto impegnato in questo momento – Un leggero velo di tristezza si posò sul volto della donna: non sopportava l’idea che suo marito l’avesse abbandonata in quel momento, ma capiva le sue ragioni – Vedrai che arriverà presto – Il bambino dai capelli corvini, non era molto entusiasta della risposta della madre: non aveva mai avuto un buon rapporto con il padre, era molto pesante avere per genitore il capostipite del clan Uchiha: la sua presenza era sempre scarsa, ma in compenso le aspettative nei confronti del primogenito erano smisurate; era forse per questo che Itachi era sempre molto scostante nei confronti del genitore dello stesso sesso, scostanza che andava ben oltre la semplice freddezza del complesso edipico, e che era davvero eccessiva per un bimbo della sua età. In quel momento voleva evitare di parlare di suo padre e cambiò discorso:
- Come si chiama? -
- Non lo so, non avevamo ancora deciso… - La donna scorse negli occhi scuri del figlio maggiore una piccola luce di entusiasmo mentre osservava il piccolo addormentato, e questo non poteva che rasserenarla dopo i suoi comportamenti preoccupanti. Riflettendoci bene i comportamenti di quel bambino le avevano sempre dato da pensare: ricordava ancora il giorno della sua nascita, già da neonato i suoi occhi avevano qualcosa di cupo, era come se fosse nato con le esperienze di vita di un anziano. Crescendo aveva assunto comportamenti sempre più strani, non piangeva quasi mai, come se non volesse dare la soddisfazione di vederlo piangere a che lo stava guardando, in modo particolare quando si faceva male. A questo proposito le tornò in mente un episodio di qualche anno prima: il piccolo Itachi era un bellissimo bambino che stava facendo i primi passi tenendo stretta la mano della madre, nel cortile di casa; era ancora un po’ piccolo, ma se la cavava abbastanza bene, per cui la madre provò a lasciare lentamente la presa per fargli fare i primi passi da solo, ma l’equilibrio del piccolo non era ancora abbastanza sviluppato e cadde sbattendo la testa a terra, ferendosi alla fronte: era un taglietto, ma qualunque bambino di pochi mesi avrebbe pianto come un disperato. Egli non versò una lacrima quando la madre, preoccupata, lo riprese in braccio, aveva anzi un viso austero, quasi adirato con la donna che lo aveva lasciato solo, e il suo sguardo era come un rimprovero, sembrava voler dire “Razza di idiota! Cosa fai?! Non lo sai che sono ancora troppo piccolo per andare da solo?!”. In quel momento la madre si rese conto che, se il mento di Itachi era uguale a quello di suo padre e se il suo nasino fosse uguale al proprio, lo sguardo… non era di nessuno della famiglia quello sguardo.
- Sceglilo tu il nome – Disse tornando al presente
- E’ un Uchiha, e sarà sicuramente un ninja, un bravissimo ninja… come Sasuke Sarutobi… - Quel bambino aveva già compreso cos’era l’orgoglio di un Uchiha ed era riuscito in pochi anni di vita ad accoglierlo, accettando il destino di diventare un ninja, si faceva raccontare dai grandi le imprese degli eroi appartenuti al loro clan e di altri ninja leggendari, come appunto Sasuke Sarutobi; a soli tre anni conosceva già la grande guerra dei ninja, la storia del proprio paese e l’importanza che aveva il ruolo di Hokage, tanto che adesso ammirava molto quel biondo shinobi che aveva da poco rivestito l’eccelsa carica. Ogni volta che un suo parente tornava da una missione, non importava quanto fosse stata pericolosa, voleva che gli si raccontasse tutto, nei minimi particolari, dalle strategia di lotta alle ferite inferte, non si impressionava per le scene violente, anzi, ascoltava con molta attenzione anche i dettagli più crudi; assimilava i racconti ascoltati come una spugna assorbe acqua, poi elaborava tutto, le strategie, le tecniche, imprimendole bene nella memoria immaginando di utilizzarle una volta cresciuto.
- Allora per augurarglielo possiamo chiamarlo Sasuke, che ne dici, ti piace? –
- Si! – Il bambino sorrise, aveva solo 5 anni ed era molto intelligente e maturo per la sua età: aveva già le idee chiare, voleva diventare un abile ninja, talmente forte che le genti tremassero al suono del suo nome: non poteva sapere che un giorno quel desiderio si sarebbe avverato con agghiacciante perfezione. In quel momento il padre entrò nella stanza e il piccolo Itachi, avvertita la sua presenza, si voltò e gli andò incontro
- Papà! Guarda com’è bello Sasuke! – Era strano per il signor Uchiha vedere tanta gioia in suo figlio: a quanto pare, nonostante le previsioni nefaste, era felice per la nascita del fratello, la vista di quel bambino così piccolo che aveva nelle vene il suo stesso sangue lo aveva addolcito al punto da fargli passare la collera che aveva covato dentro per mesi lasciando i suoi genitori nell’angoscia che potesse esprimersi in un attacco violento da un momento all’altro, ma Itachi non era mai stato violento, era cupo, freddo, insensibile, incredibilmente imperscrutabile, ma sempre perfettamente composto.
- Sasuke? Avete scelto il nome senza di me? –
- Non ti piace, papà? – L’uomo si avvicinò al letto e accarezzando la moglie osservava con dolcezza il suo secondogenito
- Sasuke Uchiha… Suona bene! – Quel momento fu uno dei pochi in cui tutti e tre sorrisero e si sentirono una famiglia.

Questo era il primo capitolo… Il secondo penso di scriverlo presto anche perché ho un bel po’ di idee in mente. Commentate pure, mi piacciono le critiche, anche suggerimenti o aneddoti sui fratellini sono ben accetti.
P.S Itachi… non vi sembra Stewie Griffin? XD




 
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