torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Holly e Benji (Captain Tsubasa)
Titolo Fanfic: SECONDA GERRA MONDIALE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ely91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/08/2005 15:55:55

...leggete...può sembrare noiosa ma è bella
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CAPITOLO UNICO (DA TERMINARE)
- Capitolo 1° -

Salve a tutti i lettori delle mitiche fanfiction, come va? Bene, io divinamente e, finalmente mi è venuta l’ispirazione per una nuova storia davvero particolare.
Siamo nell’epoca del nazi-fascismo. So che può apparire bizzarra una storia ambientata appunto nell’epoca della seconda guerra mondiale, ma era semplicemente per dare un tocco di originalità alla fanfiction.
Beh, se volete conoscere la travagliata adolescenza del grande capitano della Flynet e del suo grande amore, non perdetevi questa fanfiction. Beh, precisiamo che in questa fanfiction il calcio non c’entra niente, piuttosto è messo in evidenza l’amore che i due ragazzi provano.

Tra virgolette c’è ciò che i personaggi pensano e tra freccine > < vi sono i discorsi che i protagonisti ricordano (magari ciò che gli è successo in un passato o anche in un sogno).

BY PIKKOLINA91 ( Elisa91@fastwebnet.it ).

Capitolo unico:
breve introduzione

Siamo nell’epoca tra il 1939 e il 1945 (la storia non è il mio forte, per cui non so se le date sono giuste, perdonatemi, inserisco solo quelle che mi sembrano corrette. Nda), e, come ben tutti ricordiamo, o perché studiato o perché sfortunatamente l’abbiamo vissuta in prima persona (vedi mio nonno. Nda), è l’epoca della seconda guerra mondiale.
Philip Callaghan, un nome come pochi per lei, un nome che rimarrà sempre impresso nella memoria di Jenny Owen (non ricordo il cognome di lei, perciò uso poi questo. Nda), la ragazza ebraica salvata da questo piccolo, ma grande 16enne tedesco.

Philip è un ragazzo, come scritto sopra, di origini tedesche, nato a Dusseldorf da una famiglia benestante.
Moro dagli occhi color ghiaccio, a soli 16 anni il ragazzo si innamora di lei (15enne), di sangue ebraico, perseguitata ormai da mesi dai nazi-fascisti e rinchiusa addirittura nei famosi campi di smistamento.

Anno 1933: Hitler diventa il cancelliere. Affermazione del nazismo in Germania.
Philip in quegli anni non capiva cosa succedeva, aveva solamente 6 anni, e che cosa può capire un bambino di soli 6 anni di guerra piuttosto che di politica?

Inizio capitolo

Passarono gli anni, Philip ormai, avendo il padre adottivo commerciante di armi, viveva come un dio; gli affari del padre andavano sempre “in porto” vendeva come non aveva mai venduto prima d’ora. La madre, anch’ella adottiva, invece, faceva da segretaria al custode che possedeva tutte le chiave dei campi di sterminio, smistamento e concentramento della città.
Era ormai il 1939 e le cose per gli ebrei non andavano per niente bene, infatti, in quello stesso anno scoppiò la seconda guerra mondiale.

Philip spesso e volentieri si allenava vicino ai campi di sterminio, adorava vedere gli ebrei soffrire, era un ragazzo molto sadico e sanguinario, rideva di fronte alla morte.
Spesso andava a dare i cambi di guardia e buttava, quando ne aveva voglia, gli ebrei nei forni crematori: era impossibile descrivere ciò che provava quando vedeva qualcuno morire, soprattutto bruciato vivo, secondo lui era “più bello vedere qualcuno che moriva, piuttosto che fare l’amore con la ragazza più bella della terra”.
Altra cosa che adorava, era “scoparsi” le ragazze più belle che trovava nei campi di sterminio per poi, dopo rimanere stremate da tale gesto, buttarle dritte dritte nei forni crematori o nelle stanze a gas.

Settembre del 1943
C’era chi veniva e chi se ne andava (precisiamo che le parole “chi se ne andava” significa chi moriva. Nda) dai campi di sterminio.
Oggi 14 settembre del ’43 la piccola Jenny si ritrova faccia a faccia con la morte, ma non solo, tale giorno avrebbe anche conosciuto il suo più grande amore. Aveva solo 15 anni quando venne deportata nei campi tedeschi, lui ne aveva 16!

(Apro la parentesi per descrive i campi di sterminio. Nda)
I campi di sterminio, e chi non li conosceva! Si trovavano nei posti più desolati del mondo, nelle campagne aperte, dove era impossibile fuggire, e chi tentava veniva subito ammazzato a trivellate.
Luoghi in cui la luce solare che vi filtrava dentro, non era altro che un soffio di speranza che donava ai poveri malcapitati la forza di attendere in un salvataggio da parte degli anglo-americani.
All’interno dei campi era davvero uno scenario atroce: mille e mille persone che morivano, oggi di fame, domani di sete. I corpi dei morti ammassati, accatastati proprio prima dell’entrata nelle camere a gas o nei forni crematori, un vero supplizio. Vecchi e bambini, subito trucidati, uomini ancora giovani e forti, mandati a lavorare forzatamente, donne e ragazze prima stuprate poi, se ancora vive e attive, mandate anche loro a lavorare, se no tutte direttamente verso la morte.

SS. abzahlen! (contateli)... achtung! (attenzione)... rascher (più svelti)… nochmal von vorn anfangen! I einer minute will ich wissen, wieviele ich zur gaskammer abliefere! Abzahlen! (cominciate di nuovo daccapo! Fra un minuto voglio sapere chi devo mandarne alla camera a gas! Contateli!)
(ora continuo in italiano. Nda).
Tutti i nuovi deportati vennero condotti all’interno del campo di sterminio, e smistati sotto il controllo di Philip che, in quell’istante passava di lì e decise di dividere il nuovo gruppo di malcapitati ebrei, per vedere inoltre se erano arrivate qualche recluta femmina carina.
P. rechts (destra).. links (sinistra)… rechts …. links … rechts ….
All’improvviso si bloccò vedendo la bellezza di una ragazza e senza pensarci due volte disse
P. te siediti qua vicino a me
J. ma come? Non devo ne andare a destra, ne a sinistra? Perché qua?
P. sta zitta donna e non fare domande!
J. ma cosa? Io posso parlare e fare domande quando voglio!
P. (alzando la voce) sta zitta ho detto!
J. (alzando a sua volta la voce) ma come ti permetti di parlare così, ad una ragazza poi?
P. (prendendo un blook notes con scritto su dei nomi) dunque…ti chiami?
J. Jennifer Owen!
P. bene Jenny, ora, finito qua, mi segui senza obbiettare ok?
J. non mi chiamare Jenny, io per te sono Jennifer Owen!
P. bene Jennifer, allora aspetta che finisco qua!
J. “che vuol farmi questo? Mmh… so già che mi devo preoccuparmi”
P. rechts …links…e te…mm links anche te!
J. ma dove lo mandi lui
Chiese la bella ragazza preoccupata al tedesco, indirizzandosi al bambino di soli 3 anni che il ragazzo aveva indicato come possibile vittima dell’eccidio.
J. che cosa gli vuoi fare (alzando la voce un po’ spazientita) rispondi!
Prendendo il viso della ragazza tra le mani disse
P. calmati tesoro! È solo indirizzato alla camera a gas, per domani sera non dovresti più vederlo
J. no, ti prego, lui no! Risparmiamelo!
Ed iniziò a piangere, lui sempre impassibile di fronte a ciò continuò dicendo
P. lo conosci?
J. sì, è mio fratello e si chiama David ed ha solo 7 anni, ti supplico, risparmialo!
P. sta zitta sciocca che non sei altro!
La ragazza si ammutolì e lui continuò
P. solo una sciocca come te risponde così ad un SS tedesca! Ora sta zitta scema che non sei altro!
J. “ma dico, come si permette di parlarmi così? Ad una ragazza poi! Allora è proprio vero i tedeschi non provano niente, non sanno neanche che cosa è l’amore, ne l’amicizia, ne la famiglia..odiato ed insulso tedesco, restituiscimi mio fratello”!
La ragazza era arrabbiata, davvero arrabbiata, come si permetteva lui così arrogante, di parlarle così, di trattarla così, di azzittirla in quel modo? A Jenny dolci lacrime di tristezza iniziarono a sgorgargli dagli occhi; pianse, ma silenziosamente.
Finita la conta, il ragazzo raggiunse lei e, presa per un polso, la costrinse a seguirla.

Jennifer era una ragazza mora con riflessi biondi, degli occhi verdi come gli smeraldi e due gote quasi sempre rosee.
Portava i capelli poco sotto le spalle, mossi e briosi, le davano un aria così frizzante (non in questo istante naturalmente. Nda). La faccia acqua e sapone pareva darle un aspetto piuttosto vivace, anche se ora aveva gli occhi velati da una tremenda paura di crescere.

J. dove…dove stiamo andando?
Chiese lei intimorita
P. questa è la mia camera da letto.
J. cosa?
P. scherzo
Disse lui beffardo
P.…questo è il luogo dove io sto quando vengo a trovare i nuovi arrivati, come te del resto!
J. dunque ora dove andiamo?
P. a casa mia!
J. e dove abiti?
P. a Dusseldorf!
J. “oh mio dio”
P. vieni ora seguimi (fissandola negli occhi) e senza fiatare
J: “sì, signore…ma per chi mi hai presa? Non sono mica la tua serva…uffa peccato però che se provo ad azzittirlo o a rifiutarmi di eseguire i suoi ordini, questo mi ammazza. Devo essere più furba di lui, devo escogitare un qualcosa che mi permetta di salvare mio fratello, i miei, ed anche me stessa da questo olocausto”
I due ragazzi uscirono dal campo di concentramento, lei si spaventò
J. “che cosa? Ma è possibile che mi porta fuori da questo inferno? Ma io senza mio fratello, e la mamma, e papà…io non voglio uscire senza loro”
P. a che pensi Jenny?
J. ho detto di non chiamarmi così!
P. bene, a che pensi Jennifer?
La ragazza abbassò il viso e fissò in basso, e con un velo di tristezza rispose
J. …alla mia famiglia…
Philip inarcando il sopracciglio chiese
P. beh?
Jenny, leggermente furiosa disse
J. come beh…
E scadendo le parole continuò dicendo
J. io al contrario tuo ci tengo alla mia famiglia
P. (incrinando il capo) io la mia famiglia l’ho persa quando avevo 2 mesi
J. (intristita al massimo) mi spiace
(scusate se disturbo il dialogo tra i due, ma vorrei precisare che mentre parlano stanno camminando verso casa di lui. Nda)
P. capita sai!
Dopo una breve pausa di riflessione dei due, nella quale chissà quali pensieri viaggiavano nelle loro menti, Jenny decise di cambiare discorso.
J. ma perché ce l’hai tanto con noi ebrei?
P. beh…a parte che amo vedere le persone soffrire (sadico. Nda) e comunque sono loro che hanno ucciso i miei genitori, ed ora la pagherete tutti!
Jenny rimase pensierosa e preoccupata per il resto del tragitto.
J. “non può essere semplicemente questo il motivo del suo odio. E comunque non è possibile che tutta la Germania ce l’abbia con noi ebrei, semplicemente perché alcuni di noi hanno ammazzato una famiglia tedesca”.
E, mente Jenny rimaneva imbambolata nei suoi pensieri, anche Philip la fissarla e pensava.
P. “certo che è proprio carina! Anzi davvero bella, e quando sorride lo è ancora di più! Eheheh non voglio fare come al solito! Dunque, me la porterò a letto, e magari me la tengo una settimana intera, poi la porterò nei campi di sterminio e là, la ammazzerò! Me la sfrutterò bene. Però è preoccupante questo fatto…è la prima volta che decido di tenere una ragazza a casa mia più di una notte…ed è preoccupante anche il fatto che parlo da solo!!!”

Camminarono ancora per due ore..
P. eccoci arrivati!
I due raggiunsero una casa, anzi una villa di enormi dimensioni, una villa davvero bella e regale.
Era un villone color panna grande quanto uno stato come Andorra (ora sto esagerando. Nda), aveva almeno 2 piani, mille balconi e 100 stanze, tante cucine ed altro ancora; un gran bel palazzo.
Pareva una reggia reale di una famiglia nobilissima. Si trovava in periferia della città (Dusseldor). Aveva un giardino verdissimo e davvero ben curato, tra il cancello e la porta d’ingresso vi era un’immensa distanza, e per tutto il tragitto tra i due, vi erano molte SS tedesche a badare alla casa.
Philip s avvicinò ad una di esse e cortesemente chiese
P. c’è qualcuno in casa? Mamma, papà, e mia sorella ci sono?
SS. no, signore! Non c’è nessuno nella sua umile casa, è tutta libera per lei signore!
P. bene, grazie!
Il ragazzo raggiunse nuovamente lei e, presa nuovamente per il polso, disse
P. bene, ora seguimi!
J. ma perché? Dove mi vuoi portare?
P. sta zitta, ti ho detto già dove ti avrei portata!
J. ma perché mi tratti così? Guarda che sono un essere umano come te!
P. credi?
J. oh, scusa, forse te non lo sei!
P. insulsa mocciosa, come ti permetti di rivolgermi la parola in questo modo?
Il ragazzo strinse la presa, la ragazza gemette dal dolore e rispose
J. non stingere così, mi fai male!
P. sta zitta, ora vedrai cosa vuol dire eseguire gli ordini di una SS tedesca, ti farò soffrire come non avrai mai sofferto prima d’ora!
J. nooo!
P. zitta!
Il ragazzo sempre stringendo la presa, condusse Jenny su per le scale…

(Mi soffermo due secondi a descrivere l’interno. Nda)
Era un palazzo davvero imponente, il soffitto era davvero altissimo, vi erano migliaia di porte, c’era solo l’imbarazzo della scelta, davvero tantissime stanze. Il palazzo era diviso in due, il primo ed il secondo piano.
Al primo piano vi erano le cucine, alcuni bagni (gli altri si trovavano di sopra. Nda), i saloni di riunione. Al piano superiore che era collegato col prima da due grandi scalinate bianche a chiocciola, vi erano le cento stanze da letto, il resto dei bagni (detto, come l’ho espresso io, sembra che mezzo bagno era giù e mezzo su…scusatemi. Nda), gli studi e come ultima stanza la palestra privata di Philip (so che nella seconda guerra mondiale le palestre non erano attrezzate come le nostre di oggi, ma fregatevene per favore. Nda).

Allora stavo dicendo…

Philip sempre stringendo la presa, condusse la ragazza su per le scale e disse, indicando con l’indice una stanza in fondo ad un lunghissimo corridoio
P. la vedi quella stanza?
J. s-sì
La voce di lei iniziò a tremare. Aveva paura. Chissà di che stanza si trattava? Era quella del ragazzo, o sarebbe stata la sua stanza da letto per quella notte?
P. quella è la mia camera da letto!
J. “oh no, proprio come temevo, che mi vorrà fare? smettila Jenny, sai benissimo le sue intenzioni, come faccio a scamparla? Mamma, papà, David, dove siete? Ho bisogno di voi, aiuto!”
P. seguimi!
Detto ciò, Philip condusse la ragazza fino in fondo al lungo e bianco corridoio, si avvicinò alla porta e l’aprì!
J. “chissà che schifo di stanza ha, una di quelle tutte severe e poco colorate e magari con qualche fucile in giro. Ei! ma che me ne frega di come è la stanza, ora devo trovare solo una soluzione che mi permette di scampare da lui e da chissà cos’altro mi aspetta!”
La ragazza, invece, rimase piuttosto meravigliata, ma era davvero la stanza di quel inflessibile e rigido tedesco?

Era davvero una bella camera, le pareti tutte azzurrine davano un tocco fantasioso alla stanza, la finestra della stanza che dava sul Reno, aveva un’aria piuttosto accesa.
I muri erano in parte coperti da poster di persone illustri e famose, come cantanti, grandi politici, attori, calciatori di tutto il mondo, non solo tedeschi, e persino top model e calendari pornografici.
Tutto era in ordine, vi era il letto già fatto, probabilmente da un’inserviente, la scrivania bella pulita e anch’essa in ordine, tutta in legno, con sopra posti diversi fogli; probabilmente era un ragazzo di carica politica viste le carte.
Per tutta la camera fluttuava un odore di vaniglia e di pesca, profumo che a Jenny pareva piacere parecchio, era davvero stupita dalla bellezza e originalità di quella stanza.
Aveva visto più volte stanze tedesche, tutte uguali: grigie, pareti spoglie, letti disfatti, vestiti in disordine ed altro ancora.
Jenny, fissava tutto con meraviglia e Philip, vedendo ciò rimase piuttosto soddisfatto.
La ragazza rimase davvero meravigliata, non conosceva quell’aspetto del ragazzo.
J. che bella!
P. ti piace? Davvero?
J. sì, ma che bella, ma è davvero la tua stanza?
P. sì!
La ragazza sorrise a lui, Philip, molto stranamente, si imbarazzò da tale gesto e sorrise a sua volta, poi, riprendendosi, disse
P. stasera mangerai qua e dormirai qua
J. va bene, ma qua nella tua stanza?
P. certo!
La ragazza chiese cortesemente
J. scusa, non è che avresti qualcosa di un po’ più pulito da farmi indossare?
P. beh, io no, ma ho una sorella che ha un anno in meno di te, comunque dovrebbero andarti i suoi vestiti, che ne dici?
J. grazie mille
E ancora una volta sorrise. Il ragazzo cercò di nascondere il suo imbarazzo, ma lei ormai aveva capito come intenerire il cuore di Philip.
J. senti, se vuoi puoi chiamarmi Jenny
Abbastanza incuriosito
P. cosa? Ma se dicevi che ti dava fastidio?
J. vabbè, perché ti da fastidio? Se non vuoi fa niente!
P. no, va bene, comunque te mi puoi chiamare Phil
La ragazza sorridendo per l’ennesima volta rispose
J. perfetto Phil…(pausa)…non è che mi faresti vedere i vestiti di tua sorella?
P. certo, seguimi prego!
La ragazza seguì Philip lungo i corridoi di quell’immensa casa.
Continuava ad ammirare tutti i quadri che erano appesi alle pareti, i fiori che vi erano sui tavolini e le foto appese a muri, quelle la incuriosivano maggiormente.
Il ragazzo interruppe i pensieri della giovane dicendo
P. ecco, se varchi questa soglia, ti ritrovi nella camera da letto di mia sorella, lì, proprio di fronte a te c’è un mega armadione rosa, al suo interno ci sono tutti i vestiti che vuoi!
J. certo, grazie!
Lui le sorrise e mentre lei si chiuse all’interno della stanza, lui iniziò a pensare
P. “ma che cosa mi prende? Sorridere ad una ragazza? Io non sono così, i vestiti non mi interessano, le spoglio e me le faccio e basta, ma cosa mi sta succedendo? Però lei mi piace, lo devo ammettere, molto carina anzi è davvero bella! Beh.. teniamocela buona per un po’ di tempo poi boh, si vedrà! E se….naa….ma…e se l’amo?
Ma come posso farmi queste strane idee? Oddio, sono diventato un pappamolle e anche rinscemunito!”

La ragazza uscì dalla cameretta, interrompendo i pensieri di Philip e, girando su se stessa chiese
J. allora, come sto?
Il ragazzo intimidito e balbettando rispose
P. s-sei, sei un vero schianto Jenny!
J. dici sul serio?
P. sì!

La ragazza, infatti, era davvero bellissima, sembrava una principessa.
Aveva una gonna lunga bianca a pieghe che le arrivava poco sopra le caviglie, con un piccolo orlo d’oro di pizzo sul bordo inferiore di essa.
Sopra vestiva una camicetta, anch’essa bianca panna, con le maniche a tre quarti che finivano con due piccoli lacci oro. L’allacciatura sul petto seguiva una linea intrecciata. Era una camicetta un po’ corta, infatti, grazie ad essa, era possibile intravedere le linee perfette dei suoi fianchi e del suo ventre.
Il viso, acqua e sapone, le dava un aria angelica, i suoi occhi verdi luccicavano dalla felicità di indossare un abito così regale e le labbra, leggermente baciate da un tocco di gloss, profumavano di fragola. I capelli, le cadevano sulle spalle, erano mossi, ma non troppo e tutti ben curati, sopra di essi vi era posto un cappellino bianco con intorno un nastro color oro.
J. (sorridendo) grazie
Philip guardò l’orologio e disse
P. bene, ora tocca a me
J. ok
P. torniamo in camera mia
J. va bene! (pausa) scusa se ci ho impiegato un po’ tanto, ma mi sono fatta anche una bella doccia!
P. no, non fa niente, non ti preoccupare!
I due raggiunsero nuovamente la stanza di lui, passando per l’ennesima volta da quel lungo corridoio che a lei piaceva molto.
Raggiunti alla stanza, Philip chiese alla dolce fanciulla
P. io mi (ridendo) “infilo” in bagno. Te se vuoi puoi accomodarti qua, anche sul mio letto se preferisci.
J. grazie
La ragazza gli sorrise ancora, lui si allontanò, andò in bagno, ma si fermò sulla porta e girandosi disse a lei
P. hai davvero un bellissimo sorriso
Dopo di che varcò la soglia del bagno e chiuse la porta dietro di sé.
Lei, come consigliato da Phil, si sedette sul letto di lui e mille pensieri cominciarono ad affollarsi nella mente di lei
J. “mi sa di essermi innamorata di lui, ma no, che dico? Sono per caso matta? Però ora che ci penso…andrò a letto con lui, forse solo così potrò salvare la mia famiglia. Però, in fin dei conti, mi sono sbagliata sul suo conto, non è come tutti i tedeschi, lui un cuore ce l’ha. È carino, dolce e simpatico, ed è anche disponibile, soprattutto con me, speriamo che sia sempre così e non che lo faccia apposta per portarmi a letto, non potrei sopportarlo, se fosse così…non si sa mai, comunque potrei anche innamorarmi di lui, sempre se non è già successo. EHI!!!! MA SONO PER CASO SCEMA? Io ebrea non potrò mai piacere ad un ragazzo tedesco, poi uno come Phil, chissà quante ragazze gli staranno dietro…”
Il ragazzo era uscito dal bagno, sembrava il comandate delle SS tedesche. I capelli erano tenuti a bada da un po’ di gel (so che a quel tempo non si usava, ma non fa niente =) . Nda), marroni d’orati, gli occhi azzurri e profondi la fissavano provocando in lei una tempesta di emozioni. Sotto vestiva una camicia alla militare, con parecchie medaglie di merito poste sulla parte sinistra sopra al cuore.
La camicia sbottonata mostrava i pettorali e gli addominali del ragazzo ben sviluppati e perfetti, sotto, portava dei pantaloni anch’essi militari.
J. mi fai paura vestito così
Il ragazzo sorridendo e ribattendo disse
P. mi spiace (scandendo bene le parole) tesoro, ma papà per la cena vuole che mi vesto così, anche perché stasera c’è il ballo…(esitando)… vuoi venirci con me?
J. i-io? Stai chiedendo a m-me?
P. sì, proprio a te!
J. io (fissò lui esitando) sì, voglio venire con te!
Lui sorridendole si avvicinò alla ragazza, le scostò una ciocca di capelli e la fissò negli occhi.
Gli occhi di lei iniziarono a brillare, la ragazza molto delicatamente prese il viso di Philip tra le sue mani, gli accarezzò il viso con i polpastrelli delle dita e gli sorrise. Un brivido dolce attraversò la schiena di lui. Il ragazzo fece scivolare la mano sinistra intorno al ventre di lei e quella destra dietro al collo. Lui attirò Jenny a se, le sorrise e le disse molto dolcemente
P. Ecco, io, i-io … credo di essermi innamorato di te
Alla ragazza scese una lacrima sulle guance vellutate: era gioia
P. Hey Liebe (amore)..
Il ragazzo, dolcemente, pose la mano destra sul volto di lei e, con il polpastrello, asciugò la lacrima della ragazza
P. sei un vero angelo Jenny!
Lo sguardo della ragazza si abbassò leggermente e sorrise; lui con un gesto delicato alzò il volto di lei appoggiando la sua mano destra sotto il suo mento. La fissò e l’avvicinò alla sua faccia: erano vicinissimi.
Lui le sorrise; infondeva in lei una grande sicurezza.
Jenny chiuse gli occhi e il ragazzo la baciò così delicatamente…. Quasi come se avesse paura che quel flebile fiore si spezzasse.
Fu un semplice bacio, a fior di labbra, poi divenne qualcosa di più intenso.
Alla fine il ragazzo si staccò da lei e le disse
P. ora andiamo a cena, non vorrei che papà si arrabbiasse per il ritardo
La ragazza felice del bacio, ma scottata da tale gesto, risposte semplicemente con il cenno di capo imbarazzata.
P. papà è un uomo un po’ burbero e silenzioso, uno da lasciar stare, mamma invece è una grande e mia sorella pure!
J. eheheh, sei sicuro di essere tedesco?
P. 100%

Il ragazzo scese i primi tre scalini della grande gradinata poi si voltò e tese il braccio verso la ragazza
P. prego!
La ragazza sorridendo accettò l’offerta del ragazzo e scesero le scale, raggiungendo l’atrio.
M. (M = madre di Philip) Philip tesoro, chi è questa creatura così divina? (eheheh che esagerata. Nda)
P. mamma lei è Jennifer Owen!
La donna si avvicinò a Jenny e, tesa la mano disse
M. piacere, io sono la signora Callaghan, ma te mi puoi chiamare Jun
H. e io sono Hanna!
Philip girandosi disse
P. ciao sorellina
H. ciao Phil
J. beh piacere Hanna, io mi chiamo Jenny
Hanna sorridendo disse
H. stai benissimo vestita così
Jenny avvampò immediatamente e cercò di spiegare come stavano le cose.
J. beh, vedi ecco….ehm, non volevo, cioè…non era…mia intenzione, ma….ti spiego
H. (dispiaciuta) purtroppo a me non sta su bene, mi è troppo stretto!
Philip sorrise e all’orecchio sussurrò a Jenny
P. è fissata lei, se ingrassa di anche solo 1kg si sente svenire e si sente grassa: deve subito dimagrire
H. guarda che ti ho sentito bene Phil
Tra chiacchiere e piccoli bisticci il gruppetto si allontanò dall’atrio per poi raggiungere il salone da pranzo.
Entrarono nel lussuoso salone, dove la cena era già servito a tavola.

Non era un normale salone, vi erano più di trecento tavoloni con almeno 3.000 sedie. Al soffitto vi erano 50 lampadari, costruiti tutti in vetro e in cristallo, appesi ad essi, 20 cristalli pendevano verso i lunghi tavoli ben decorati.
I muri, tutti di un colorino rosa placido, facevano mostra di tanti ricordi di famiglia, dalla nascita di uno dei due giovani Callaghan, ai matrimoni, agli addii ai celibati, alle feste nuziali, ai compleanni, alle lauree, ai diplomi …
Il pavimento in vetro, mostrava il prato, ben rigoglioso e curato, che vi era sotto, era davvero uno splendido scenario. Al centro poi, si poteva ammirare, sotto il pavimento di vetro, un grande stagno, dove facevano sfoggio di mille colori, pesci di tutte le razze e anche piccole tartarughine verdine chiare con i loro piccolini.
Philip, da perfetto gentleman, si avvicinò a Jenny e, allontanata la sedia dal tavolo, disse sorridendo
P. prego, accodati pure
Lei, meravigliata da tale gesto, sorrise a sua volta al ragazzo e accettò “l’invito” di Philip, dopo ciò, anche lui prese posto a tavola, accomodandosi proprio al fianco di Jenny.
Vi era già tantissima gente, ma altra continuava ad entrare; ragazzi, persone illustri, militari ecc.
Bellissime ragazze facevano sfoggio dei loro costosissimi gioielli, brillanti, diamanti, abiti colorati e sfarzosi.. ma lui fissava solo lei: era proprio innamorato.
Non era come sempre, non come al solito pensava di amare una ragazza perché aveva bisogno di lei! Jenny era diversa, lui aveva bisogno di lei perché l’amava.
Per una volta non voleva fare distinzioni di razza, ora comprendeva tutto: lei era come lui e vice versa.
Comprese anche la frase che sua madre una volta gli disse: <<finchè il colore della pelle avrà più importanza di quello degli occhi, sarà guerra. Tocca a te cambiare questa frase in modo che il mondo conosca l’amore, non solo nel suo paese ma in tutti i paesi esistenti. Vedrai che in un futuro non lontano anche tedeschi ed ebrei staranno assieme e tutto vegeterà meglio>>
Ora capiva sul serio quelle parole!

La serata trascorse in ottima compagnia, la signora Callaghan presentò Jenny a tutti gli ospiti presenti al ballo. Philip e sua sorella invece prendevano in giro tutte le ragazze e i ragazzi che vi erano alla festa.
P. guarda quella (ride) ti fa morire dalle ristate, ma la vedi come sculetta?
H. (ride) hihhihi si si, la vedo, anzi come faccio a non vederla?
Ad un tratto aprirono le danze e mille ragazze si fondarono ai piedi di Philip supplicandolo di ballare con loro, ma lui, saggiamente (mò di le so tutte. Nda), rifiutò tutti gli inviti; voleva solo lei.
Le si avvicinò, le prese una mano e la baciò
P. vuoi ballare con me?
J. beh, veramente non sono molto brava..
P. ma non fa niente!
I due ragazzi raggiunsero il centro del salone, dove, una dolce musica, accompagnavano i loro passi.
Jenny dopo aver calpestato accidentalmente un piede a Philip disse
J. sono una vera frana!
P. non è vero, invece sei brava!
J. scherzi vero?
P. (sorridendo) no!
Lei sorrise, solo lui riusciva a regalarle quello splendido sorriso sulle labbra. Sembrava una favola.
Poco dopo, all’intervallo tra una musica e l’altra, il ragazzo ne approfittò della confusione per afferrare Jenny per una mano e uscire da quell’infernale festa.
La sorella vedendolo gli sorrise e gli fece l’occhiolino, lui contraccambiò.

J. dove stiamo andando?
Lui non rispose nulla, si limitò ad appoggiarle l’indice sulle dolci e morbide labbra di lei.
La condusse in camera sua e, dopo una piccola corsa tentando di non essere visto dal padre, Philip chiuse la porta della stanza dietro le sue spalle, guardò Jenny e sorrise.
Lei era leggermente in imbarazzo, ma cercò di non farlo notare tanto.
P. ti ho già detto quanto sei bella?
La ragazza, paralizzata dallo sguardo fermo e affascinante di lui, dapprima distolse lo sguardo dal suo viso, secondariamente gli si avvicinò e, abbracciato, nascose il suo volto, sul petto di lui.
Philip, dolcemente le alzò lo sguardo e le spostò una ciocca dal viso.
I due ragazzi iniziarono a baciarsi, prima erano baci innocenti, ma dopo divennero molto intensi e profondi.
J. Philip..
P. che c’è piccola?
Jenny, preferì fargli capire tutto con un piccolo gesto: gli levò la giacca.
P. ma ne sei sicura?
J. shhh
La ragazza lo ammutolì baciandolo.
Poi delicatamente lo spinse verso il letto, lo fece sedere e, con fare dolce, si sdraiò sopra. Il ragazzo contento le passò una mano sotto la camicetta ed iniziò ad accarezzarle la schiena. Sveltamente gli sfilò l’indumento e rimase per qualche istante incantato alla vista del corpo di lei.
Lei prontamente levò la camicia dal corpo di lui.
Lo baciò e lo baciò nuovamente
P. ti amo
Lei lo fissò…com’era possibile amarla? Lei era ebrea!
J. “cosa? Philip m-mi ama? Ma… lui mi a-ama? Quindi questo non è semplice sesso, questo è fare l’amore? Come può amare me ebraica?”
Lo fissò un istante negli occhi cercando una risposta alla sua domanda.
J. “che bello che sei Philip, ma come? Ti amo anch’io!”
Ma quelle parole non erano solo racchiuse nei suoi pensieri, senza accorgersene, oltre a pensarlo lo disse anche.
J. ti amo anch’io!
I due si spogliarono in fretta e quella stessa notte fecero l’amore!

Il giorno seguente lui si svegliò e la trovò al suo fianco, non voleva alzarsi perciò, arrivatole dal dietro, l’abbracciò, le baciò la spalla e si riaddormentò in tale posizione. Lei, sveglia già da prima, se ne accorse e sorrise semplicemente; amava rimanere sotto il dolce tocco di lui.
Si girò e lo guardò, uno sguardo pieno di amore, di dolcezza, di sentimenti che ora sedevano nel suo cuore, lo bacio; un dolce bacio a fior di labbra del buongiorno.
Passarono altre due orette prima che entrambi si svegliarono definitivamente.
P. guten morgen! (buongiorno!)
J. buongiorno a te Phil!
P. dormito bene?
J. sì, grazie!
Il ragazzo, prima di scomparire in bagno, baciò Jenny sulla tempia e le sorrise affettuosamente.
J. “grazie Phil, stanotte sono stata davvero bene con te! Ho fatto l’amore con il ragazzo che più amo! Anche se ti conosco da poco e anche se sei tedesco, davvero io ti amo! Mi stai facendo provare sentimenti che mai fino ad ora avevo provato! Come fai Philip Callaghan a farmi stare così? Sei un vero amore, un amore di ragazzo! Mi piaci…
Ma poi…
J. “David! Oddio è vero David, bisogna che Phil salvi mio fratello o per lui sarà la fine!”
La ragazza innanzi a quest’ultimi pensieri si mise piangere, Phil, che era in bagno, sentì la ragazza singhiozzare e subito corse all’interno della stanza.
P. Jenny!
Preoccupato l’afferrò e la mosse tra le sue braccia, abbracciandola.
P. Jenny, amore cosa succede?
J. David..
Con le lacrime agli occhi e un groppo alla gola, la ragazza fece fatica ad esprimersi, ma alla fine ce la fece.
J. Philip, mio fratello David! Tu lo devi salvare, fallo per me, bitten (per favore)!
P. certo amore mio, per te tutto! “ma che dico? Una SS tedesca come me non può sottrarre un ragazzino, oltretutto di 3 anni, dalla camera a gas”
Mentre pensava il suo sguardo cadde sul viso scosso di Jenny.
P. “ma devo farlo per lei, perché la amo!”
Ci fu un attimo di pausa, alla fine il ragazzo si decise a parlare.
P. Jenny, te stai qua e vai a fare colazione, non so, esci a fare shopping con mia mamma o mia sorella, io vado a prendere tua fratello, si chiama?
J. David Owen!
P. perfetto!
Il ragazzo, dopo aver indossato il cappello da SS, fece una faticosa corsa verso il campo di sterminio nel quale David stava per dare l’addio al mondo.

La ragazza intanto scese le scale preoccupata e raggiunse il salone, nel quale la colazione era già stata servita.
M. guten morgen Jenny!
J. buongiorno anche a lei signora!
M. sich setzen (siediti)!
J. danke (grazie)!
M. wie geht es dir (come stai)?
J. sich wohl fühlen (mi sento bene)
M. perfekt (perfetto)
J. mi passi per favore la marmellata?
M. certo! Ecco a te!
J. danke!
La ragazza, terrorizzata all’idea di una vita senza il suo dolce fratellino, iniziò a pregare tra se e se. Fece colazione e, sempre con la paura che le bussava insistentemente nella testa, andò in piscina a farsi una bella nuotata.

Intanto…

SS. Signore! Ma dove lo porta quel bambino
P. (inventando all’istante una bugia) dato che non ha obbedito ai miei ordini avevo in mente di portarlo a casa mia per torturarlo un pochetto! Così capirà che significa non seguire gli ordini di una SS tedesca!
SS. ottimo lavoro Capitano! È sempre il migliore
P. grazie, ma questo già lo so! (modesto eh??? Nda)

Allontanati dal campo, anzi, già all’uscita, Philip osservò il viso triste del bambino e chiese in tono seccato
P. ed ora che hai?
D. che ti frega a te?
P. ei moccioso (guardando delle SS vicine lui) smettila o ti massacro di botte!
D. smettila di fare il grande solo perché hai tutte quelle medaglie d’onore attaccate lì!
Allontanatosi dalle atre guardie, ormai lontano da occhi indiscreti, Philip fissò il moccioso e disse tranquillamente rispetto prima
P. senti Dave! Io sono qua solo per salvarti ma di certo non posso, davanti ai miei colleghi dire, guarda amo tua sorella e sono qua per salvarti!
Il piccolo, con sorpresa disse
D. ami mia sorella? Come sei qua per salvarmi?
Philip, comprensivo decise di spiegare tutto a David, che all’apparenza gli pareva un bambino piuttosto sveglio.
P. senti, mi sembri sveglio quindi, mentre ti porto a casa mia cioè da tua sorella ti spiegherò tutto quando, dall’inizio!
D. va bene! Ma come ti chiami?
P. Philip, Philip Callaghan!
D. ciao Philip, io sono David!
Philip raccontò tutta la sua storia, dall’incontro con Jenny al campo di concentramento, dalle sue vere intenzioni, di lui che si era innamorato, dal ballo e anche di quella splendida notte passata assieme (naturalmente non gli aveva detto che aveva fatto l’amore con la sorella, ma solo che quella sera era stato tutto bellissimo ecc. ha soli 7 anni quindi. Nda). Tra una chicchera e l’altra i due “giovani ragazzi” raggiunsero quella casa che pareva un castello.
D. Che bella!!! Chiamala casa, questa è una mega villa!
P. ehehehe sì sì, ti piace?
D. e me lo chiedi?
Philip si avvicinò ad una guardia e chiese
P. c’è qualcuno in casa?
SS. nossignore!
P. bene, ok!
Il ragazzo fissò il bambino e preso per il un braccio disse
P. seguimi!
Entrati nella sua camera il ragazzo disse
P. questa è la mia stanza, dato che tua sorella, la mia e mia mamma sono fuori, ne potremmo approfittare per vestirci meglio e metterci un po’ a posto!
D. ma hai dei vestiti anche per me?
P. certo piccolo!
D. bene
Passò circa un oretta prima che i due fossero finalmente a posto.

Intanto..
M. salve! Mio figlio è già rientrato a casa?
SS. Certo signora, credo sia in camera sua!
M. la ringrazio!
M. Jenny, Hanna!
H. sì mamma?
M. tuo fratello è già in camera sua, probabilmente con il bambino!
J. oddio! Non vedo l’ora di rivedere Dave!
Rivolta alla madre dell’ormai fidanzato ufficiale (però, corrono i due ragazzini. Nda)
J. Jun? Hai davvero un figlio eccezionale!
H. spero non lo dici solo perché fisicamente….beh, ci siamo capite vero?
J. sì sì, capito! No, non per quello, cioè non solo! (arrossendo) Ma è davvero un ragazzo d’oro! Un angelo!
H. ti capisco Jenny, se non fosse mio fratello mi piacerebbe molto averlo come ragazzo!
M. avete finito voi due?
Mentre le tre “donne” si avvicinarono alle grandi scale che le avrebbero portate in cima, ai piani superiori, sentirono delle voci che dicevano
P. dai! Muoviti piccoletto!
D. anche se sei il tipo di mia sorella non mi devi dare del piccoletto, bello!
P. certo bello!
Jenny, con le lacrime agli occhi, corse per tutte le scale, fino ad arrivare ad abbracciare il suo dolce fratellino.
J. tesoro mio, sei vivo! Dio che bello vederti!
D. mah…sì, lo sono ma per poco!
J. grazie Phil, sei…sei..
D. un angelo?
Jenny annuì col volto coperto ancora da lacrime di gioia.
D. allora è vero quello che ha detto Philip!
J. sì tesoro mio, mi sono innamorata di lui!
D. beh, dai. Sono felice per te sorellina!
J. grazie tesoro mio!

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: