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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: DragonBall
Titolo Fanfic: GANGSTA`S PARADISE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: yuki-kushinada galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/08/2005 10:08:37

(au) - ``l’unico posto che si può definire paradiso per la gente della mia razza, considerato che, nell’al di là, ci aspetta solo l’inferno.``
 
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GANGSTA`S PARIDISE
- Capitolo 1° -

As I walk through the valley of the shadow of death,
I take a look at my life and realize there’s not much left
Coz I’ve been blasting and laughing so long, that
Even my mama thinks that my mind is gone;
But I ain’t never crossed a man that didn’t deserve it!
Me be treated like a punk you know that’s unheard of;
You better watch how you’re talking, and where you’re walking
Or you and your homies might be lined in chalk!
I really hate to trip but I gotta, loc
As I Grow I see myself in the pistol smoke, fool.
I’m the kinda G the little homies wanna be like.
On my knees in the night, saying prayers in the streetlight.

Attraverso queste quattro solite strade, su cui ho gettato la mia vita, domandandomi cosa mi rimane di essa e cosa ho mai avuto.
Conosco bene la risposta: niente!
Nulla per cui valga la pena vivere o per cui valga la pena morire!
Non me ne stupisco: su questa terra battuta, non c’è mai stato un cazzo per cui valesse la pena darsi da fare! L’unica cosa che qui ha valore e rimanere in vita e non farsi calpestare da altri! E su questo sono piuttosto bravo…
Non ho mai ascoltato le parole di nessuno, che fossero minacce o consigli. Neanche quelli di mia madre, mentre mi supplicava di iniziare a intraprendere una “vita normale”…
Una vita normale? Io?
Le ho riso in faccia, mentre mi scolavo una bottiglia qualunque di liquore.
Io condurre una vita normale… Questa è bella…
E dove? In quale fottutissimo posto, dovrei condurla questa cazzo di vita normale? O meglio, quello che lei intende per vita normale…
Perché con la mia di normalità, convivo tutti i santi giorni, senza poterla evadere e oramai mi ci sono pure abituato.
Forse è proprio per questo, che la mia adorata mammina è convinta che mi sia fottuto il cervello, come se fosse una volgare puttana.
Solo perché mi sono adeguato a ciò che gli altri pretendevano da me, e ora cammino per strada con una paio di pistole, che sono sempre pronto ad estrarre dalla loro fodera per puntarla contro qualche figlio di una troia, che mi ha fatto incazzare.
In compenso, non ho mai sparato a qualcuno che non se lo fosse più che meritato: non mi diverto a giocare con le vite altrui, mi limito solo a tranciarla a coloro che hanno minacciato la mia o che in qualche modo mi infastidiscono.
Avrò anche un caratteraccio, ma è l’unico che posso permettermi qui…
Il che è naturale per quelli come me, è per chi è o si considera diverso, che la cosa pare strana, quasi inaudita.
Camminano da queste parti, convinti che sia una strada sicura e mi incrociano. Saranno i miei capelli viola o i miei occhi azzurri a identificarmi, ma appena mi vedono, mi fissano come se fossi “diverso”, quasi un “mostro”…
Quello che però non hanno capito, è che se mi fanno girare le palle, mostro lo divento sul serio! E sarà mentre il sangue sgorga fuori dal loro fottuto corpo, che se ne renderanno conto!
Per fortuna, vedono bene di girarmi a largo intimoriti.
Devo dire che la cosa mi soddisfa alquanto. Ho imparato sulla mia pelle, che l’unico modo per rimanere in vita e farsi rispettare, e per aver rispetto, bisogna incutere paura.
Non sono simili codardi a darmi sui nervi, sono quelli un po’ più “allegri” e alla costante ricerca di qualcosa che soddisfi il loro desiderio di andare contro la società.
Non che abbiano il coraggio di affrontarla a viso aperto, solo lo sfizio di esser catalogati come blasfemi o antiCristo; mentre dovrebbero ringraziarLo costantemente per non essere neanche lontanamente, ciò che affermano.
Sono più casti di un frate, eppure fanno i bulli e io bullo non sono. A primo sguardo, capiscono che non siamo della stessa razza!
Ma rimangono comunque affascinati, dal mio fare così rozzo e anticonformista. Magari mi identificano pure come le loro divinità, che idolatrano dalla mattina alla sera.
Finiscono anche per scambiarmi per un punk…
Punk io?
Ma dico… Ti sei scopato l’intelletto, per pensare una cosa del genere? Come cazzo sei arrivato a sparare una simile puttanata, razza di idiota?!
Sono intollerante di fronte a certe stronzate! Molto intollerante… A quegli sbarbatelli, conviene bene imparare a stare attenti a dove camminano o a come parlano, se un giorno non vogliono ritrovare la propria sagoma tracciata con il gesso e quella dei loro amici.
Anche se questo è l’unico modo per insegnar loro a tenersi a distanza, da chi può piantargli un buco in fronte.

Been spending most their lives, living in the gangsta’s paradise.
Been spending most their lives, living in the gangsta’s paradise.
Keep spending most our lives, living in the gangsta’s paradise.
Keep spending most our lives, living in the gangsta’s paradise.

Ripenso a quando ero bambino. Un mocciosetto viziato a cui tutto era concesso… Quasi mi schifo, se penso che quella era la mia vita!
Però, sono costretto ad ammettere che l’unica ragione per cui mi trovo a farlo, è quello che sono diventato e la mentalità che ho acquisito.
Continuare a vivere nella più grande villa di West City, avrebbe potuto portarmi solo ad un futuro migliore, in cui il mio principale obbiettivo non sarebbe stato uccidere, per non essere ucciso.
E’ iniziato tutto quando avevo meno di undici anni. Dopo che entrambi i nonni sono morti in un incidente, mia madre si trovò a gestire da sola la Capsule Corporation: la più grande industria di tutti i tempi, produttrice di ogni tipo di capsula, capace di contenere qualunque cosa.
Mio padre era famoso e rinomato maestro di arti marziali: trascorreva le sue giornate allenandosi e insegnando a me le basi del Ju-Jitsu. Non ho mai creduto negli eroi televisivi, quelli con super poteri e altre super minchiate, che li portavano a vincere contro quello sfigato di cattivo, che, puntualmente, voleva impossessarsi della terra.
Ma in lui ci credevo, lui era il mio mito, il mio eroe, il mio idolo! L’unico traguardo a cui aspirassi: qualcuno da imitare e da diventare.
I miei occhi brillavano di infantile entusiasmo, quando lo sguardo si posava nei suoi e continuavo incessantemente a ripetermi: “Un giorno diverrò come lui e lui sorriderà orgoglioso, per come sarò!”.
Ora, invece, immagino che se vedesse cosa sono diventato, mi sputerebbe in un occhio, se solo potesse.
Ma questo è il punto: non può!
Mi ha fatto sentire uguale a tutti gli altri per una volta, regalandomi un momento tragico per ogni bambino: quello in cui si scopre che l’eroe che è entrato nel cuore, non è altro che un pagliaccio con addosso una maschera, che ne copre la vera natura.
La natura di un perdente.
Eh, sì! L’uomo che più stimavo e che credevo addirittura superiore, era un debole come ogni altro e come tutti i falliti, è stato fottuto.
Ero presente, quando ho visto il proiettile entrargli nella schiena ed uscirgli dal petto.
Fu velocissimo: un rombo mi costrinse a tapparmi le orecchie, mentre gli occhi si cibavano dell’immagine di quelle copiose gocce scarlatte, che fuoriuscivano dal suo corpo come un fiume che straripa.
L’odore di sangue e di polvere da sparo, penetrò con irruenza nelle mie narici, causandomi un lieve giramento di testa, che tuttavia sapevo di non potermi permettere, in quel momento.
Mio padre, prese ad urlare. Ricordo quelle voce, come se le stessi sentendo in questo momento: “Scappa Trunks!”.
Non avevo bisogno che me lo dicesse: la paura di fare la stessa fine, mi vinse e le gambe presero a correre il più veloce possibile, mentre la mia mente mi ripeteva che ero un cane e un vigliacco e lasciavo morire mio padre per salvarmi la pelle.
Tuttavia, quei rimproveri furono del tutto inutili: l’istinto di sopravvivenza, è ciò che c’è di più forte in ogni uomo e la ragione non potrà mai abbatterlo.
Non vidi mai il volto della persona che gli ebbe sparato, i miei occhi erano diventati ciechi in quell’istante: vedevano solo il dolore e la sopravvivenza.
Quando tornai indietro il corpo del mio eroe, era steso in una pozza di sangue. Lo sguardo assente e la bocca ancora spalancata; probabilmente era morto subito dopo avermi ordinato di andarmene.
Vedendolo in quello stato, imparai una lezione di vita, che tuttora mi è indispensabile: non sono i muscoli a definire la forza di una persona, ma il numero di proiettili rimasti nel caricatore.
Quando la mamma venne a sapere la notizia, cadde in depressione e si lasciò tranquillamente fottere dalle mani la sua tanto amata azienda e fu allora che la mia casa divenne la strada.

Look at the situation, they got me facing:’
I can’t live a normal life, I was raised by the stripes.
So I gotta be down with the hood team.
Too much television watching got me chasing dreams.
I’m an educated fool with money on my mind,
Got my 10 in my hand and a gleam in my eye,
I’m a loc’d out gangsta set trippin’ banger,
And my homies is down so don’t arouse my anger, fool!
Death ain’t nothing but a heartbeat away!
I’m living life, do or die, what can I say?
I’m 23 now, but will I live to see 24?
The way things are going I don’t know.

La mamma si ritrovò a vendere la nostra villa, per comprare un appartamentino a basso costo: senza un lavoro era difficile sfamare se stessa, me e quel pargoletto azzurro che ancora non aveva iniziato la scuola elementare.
In quel modo, almeno, avremmo avuto da mangiare per un bel po’, considerando anche i soldi risparmiati e quelli che dovevano servire ad un università cui non mi sono mai iscritto.
<< Non ti stanchi mai, di andare in giro a non far nulla? >>
Non c’è nessun altro, a parte me su questa strada, di conseguenza è a me che quella voce si è rivolta. Sfodero la pistola, impaziente di puntare un buco in petto alla puttana che mi ha parlato.
Mi giro e, notando chi è, rimetto a posto l’arma: a lei non potrei mai fare del male.
<< E tu che cazzo ci fai qui? >>
Chiedo con tono gelido.
Non posso farle del male, ma non per questo devo essere costretto a dimostrare una particolare gentilezza che non mi si addice!
Ad essere sincero, ho dimenticato cosa siano le buone maniere: sono cresciuto con pistole puntate contro e colpi di cinghia ben mirati!
Per quel che riguarda il galateo, nessuno si è mai preso la briga di insegnarmelo…! E non è detto che, se qualche cane avesse mai provato a spiegarmelo, io non lo avrei preso a calci nel culo prima che potesse riuscirvi.
Non sono buono, no! Anche se ho un cognome prestigioso, di signorile ho ben poco! Magari i lineamenti delicati, ma illudono: con un pugno nello stomaco sono capace di stendere chiunque e fargli sputare sangue.
<< Non posso più uscire per strada? >>
Esordisce di rimando.
Ma è stupida o si diletta a farlo?
<< Se la strada che decidi di frequentare, è colma di stronzi, pronti a scoparti in ogni istante, no! >>
Razza di scema… Guarda un po’, se mi devo anche ritrovare a spiegarle certi concetti.
<< Trunks, sono capacissima di badare a me stessa! >>
<< Ma non dir cazzate, Bra! >>
Oramai ha diciotto anni e praticamente è una donna! E decisamente sa cavarsela, quando si tratta di menare le mani!
Ci mette poco a stendere un idiota che prova ad avvicinarsi; ma in un quartiere di gangster le cose funzionano diversamente.
Qui il rispetto non esiste, se qualcuno vuole qualcosa se la prende e basta!
…Sempre se non gli hanno tagliato le mani, prima che potesse farlo…
E se qualcuno tocca mia sorella, altro che mani… Lo distruggo quel figlio di puttana! Il che non è una minaccia, ma una promessa che sono pronto a trasformare in realtà in qualunque istante! E guai a sfidarmi…!
Non sopporto certo scherzi!
Anzi, per quanto il sarcasmo mi riesce piuttosto bene, ho un senso dell’umorismo pari a zero: se qualcuno prova a ridere di me, lo faccio piangere io a suon di calci.
Inutile specificare cosa sarei capace di fare, se qualcuno osa avvicinarsi a Bra.
Avrei potuto insegnarle ad autodifendersi anche in quell’ambiente, mettendole una pistola fra le mani, costringendola a puntarla contro uno qualunque di questi bastardi e a sparare.
La prima volta le lacrime bruciano nei tuoi occhi e sul tuo volto, mentre un senso di nausea ti pervade e ti costringe a rovesciarti. Anche la seconda esperienza è del tipo, così come la terza.
Ma la quarta no… Alla quarta, inizi a prenderci la mano e ti accorgi di essere un bastardo, proprio come quelli che hai ucciso.
Allora, non puoi più tirarti indietro: sei in ballo e devi ballare, soprattutto in una zona tanto malfamata come questa! Non per nulla la definiscono Gangsta’s Paradise: il Paradiso dei Gangster!
Non potevano trovare nome più adatto: l’unico posto che si può definire paradiso per la gente della mia razza, considerato che, nell’al di là, ci aspetta solo l’inferno.
Però a lei no… Lei non si merita questo destino! E’ vero, io mi ci sono trovato in mezzo, ma non posso permettere che la cosa capiti anche a Bra, solo perché è mia sorella.
Non volevo e non voglio, che le sue mani si lordino di sangue e la sua coscienza vada a farsi fottere! Lei è troppo pura, per fare questa fine!
Senza considerare che è anche molto bella e dalle forme generose, e il che non è molto consolante, se si fa incazzare chi non si dovrebbe!
Preferisco di gran lunga tenerla lontana dalla mia vita, sapendola in un posto sicuro. Continuando anche a pagarle gli studi. Sì, perché, la mamma ha trovato un nuovo lavoro nel settore informatico e in quanto a me, il pane me lo so procurare e spesso mi ritrovo con più banconote del dovuto, che preferisco dare a lei.
Ho ventitrè anni e la mia vita è una merda! Non so neanche se arriverò alla soglia dei ventiquattro o qualcuno mi fotterà prima!
Almeno in qualcosa voglio rendermi utile…

Tell me why are we, so blind to see
That the ones we hurt, are you and me!
Been spending most their lives, living in the gangsta’s paradise.
Been spending most their lives, living in the gangsta’s paradise.
Spending most our lives, living in the gangsta’s paradise.
Spending most our lives, living in the gangsta’s paradise.

<< Trunks, non è il tuo posto, questo… >>
Lo dice sinceramente dispiaciuta.
Se fosse stata un’altra persona, le avrei rifilato tanti di quei calci dello stomaco da lasciarla crepare; ma lei è diversa.
Non mi sta compatendo, semplicemente rivuole suo fratello a casa!
In effetti preferisco dormire nel letto della donna che sbatto la sera, piuttosto che nelle mie di lenzuola.
Non per elevato desiderio sessuale, ma perché non vorrei che qualcuno della gang avversaria venisse a scoprire dove abito.
Se qualcuno toccasse mia madre e Bra, sarebbero cazzi seri… Per lui, si intende!
<< Errore! Questo posto e a te che non appartiene, quindi vedi bene di tornartene a casa alla svelta! >>
<< Ma Trunks, perché non vuoi ragionare? >>
<< Credo di ragionare fin troppo bene invece, e quando ti dico che è qui che devo stare, puoi credermi che è vero! Anche perché, per me, non c’è altro posto! >>
<< Trunks, è diverso ora…! >>
Ma che cazzo dice? Cosa ci sarebbe di diverso? E da che poi?!
<< Non sei più un minorenne che non può trovare lavoro: sei bello e sei anche forte, non ti ci vorrebbe molto a chiudere i conti con questo schifo di vita che fai, se solo tu lo volessi! >>
<< Hai detto bene Bra! Se lo volessi: la questione è che non voglio! Non so più che farmene di qualcosa che necessitavo dodici anni fa! Non sono diverso solo nel corpo, lo sono soprattutto nella mente! Se prima ero un mocciosetto viziato, con tanto di schiera di camerieri pronta a soddisfare ogni sorta di capriccio; ora sono un figlio di puttana come tutti gli altri! Quanto credi che potrei resistere? Non sopporto ricevere ordini e lo sai bene! Senza contare che con il titolo di studio che non ho, potrei limitarmi a qualcosa di manovale! >>
<< Sempre meglio di quello che fai ora, non trovi? >>
Mi sto battendo per la sua innocenza, però tanto diretta è snervante e non sono un tipo paziente.
<< Ascolta, quanto sferri un calcio a qualcuno o gli spari addosso, di conseguenza qualcuno proverà a ricambiarti il favore. Hai una vaga idea di quanti vogliano farlo? Potresti provare a contarli tutti e finiresti con l’addormentarti, credimi! E sei davvero convinta che, in queste condizioni, io mi possa permettere di avere un lavoro normale? Credi che possa far tornare in vita le persone che ho ucciso, riconciliarmi con chi vuole uccidere me e intraprendere una vita felice e spensierata?! Lo credi veramente? >>
Ho cercato di mantenere un tono più gentile possibile.
Il contenuto delle parole che le ho rivolto, è quello che è, se lo avessi fatto con durezza avrei anche potuto spaventarla più del dovuto.
Non so quanto sia riuscito nella mia impresa, ma il non aver usato nessun termine volgare è già un traguardo.
La osservo silenziosa, con il capo chino in segno di resa. Sa che ho ragione: è una verità sacra e santa quella che le ho rivelato.
Magari non delle più belle da ascoltare, ma pur sempre una verità e non ci posso fare niente se è così! Non sono io che mantengo le redini di questa vita e sinceramente neanche vorrei esserlo!
Sono fin troppo incasinato a preoccuparmi dei cazzi miei, figuriamoci di quelli degli altri!
<< Trunks, ma così ti fai solo del male…! >>
Lo sussurra, come se fosse spaventata da una mia qualche reazione poco civile, o solo perchè ha paura di ferirmi…
<< Perché sei così cieco da non accorgertene? >>
Ha le lacrime agli occhi, mentre mi pone questa domanda.
<< Perché è la mia vita e me la tengo così, che ci vuoi fare… Ora, invece, vattene via… Se la mamma si preoccupa troppo, le seghe mentali le fa a me, la prossima volta che mi faccio vedere a casa…! >>
Abbassa lo sguardo e, senza aggiungere niente, se ne va.

Power in the money, money in the power!
Minute after minute, hour after hour…
Everybody’s running, but half of them ain’t looking
What’s going on in the kitchen, but I don’t know what’s kickin’!
They say I gotta learn, but nobody’s here to teach me,
If they can’t understand it, how can they reach me
I guess they can’t, I guess they won’t.
I guess they front, that’s why I know my life is out of luck, fool!

In quanto a me, prego Dio affinchè nessuno abbia assistito alla conversazione! So di non esser
neanche degno di rivolgermi a Lui, ma preferisco che mi sappiano solo come un cane e non con due persone alle spalle a cui pensare… In questo modo posso risparmiarmi dallo sprecare calci o pallottole su chi non li merita, mentre potrei scaricarli contro qualcuno più importante.
In un qualche modo devo pur campare anche io, no? Magari non me lo merito, ma tutti quelli che hanno provato a mandarmi al Creatore, ci sono finiti prima di me.
Se questo non è un chiaro segno che devo continuare a campare…
Senza considerare il fatto che non sopporto dover sottostare a qualcosa o a qualcuno. Mi caccino la vita, ma io non obbedirò mai al volere di qualcun altro e oramai ho le mani così insozzate, che non ho neanche paura a sparare a chi non dovrei.
E questo lo hanno capito anche nella mia gang, che, dopo aver tentato, fallendo, di ammazzarmi, hanno deciso di lasciarmi fare a modo mio: infondo gli faccio comodo.
Oramai ho anche il mio bel nome, per cui mi avvicinano e mi tengono alla larga, a seconda di come fa più comodo a loro e a me.
Non posso però permettermi di separarmi dal gruppo e formare una mia di banda. Per quello ci vuole potere e per avere il potere ci vogliono i soldi.
E’ un circolo vizioso, sono due cose che si completano e dipendono una dall’altra: se si ha una delle due, automaticamente si possiede anche l’altra! Senza una delle due, ci si ritrova poveri, dominati e anche piuttosto sfigati…
Conoscendo le regole del gioco, ho ben pensato di crearmi una maschera e per quanto dei miei soldi, risparmio per me il sufficiente per mangiare, secondo chiunque altro, facendomi fuori si guadagnerebbe parecchio.
Ma proprio per questo hanno paura.
E la paura è rispetto.
Oramai conosco bene questo mondo e so come girano qui le cose, quindi bisogna adeguarsi. Ed è quello che ho fatto.
Ripenso al dialogo con mia sorella.
No, per me non c’è posto da nessuna altra parte! Che sia una condanna del destino, non lo so; ma è impossibile prendere una belva, cresciuta secondo le leggi della giungla e rinchiuderla in gabbia! Uccide chiunque si limiti a provarci!
E così io, continuo a percorrere la mia strada, pronto ad ammazzare il primo stronzo che mi distoglie dai miei pensieri.
Non si può pretendere che io faccia una vita diversa dai canoni con cui ho sempre convissuto. Non so più rivolgermi ad una persona, senza fargli capire bene dal tono chi è che comanda, allo stesso modo mi sento preso per il culo da toni troppo pacifici.
Mi fanno incazzare fortemente gentilezze e cortesie non richieste e non è poi così improbabile, che decida di rispondere a tal favori, a suon di pugni.
Sono fatto per stare in questa merda e oramai ci sono dentro con tutto il corpo. Non c’è cosa o persona, che muterà questa vita del cazzo!
E forse Bra non ha tutti i torti, quando dice che sono io a non volerlo.
Pare anche che me la sia fatta piacere questa situazione; ma infondo… Non c’è stato cane che si è presa la briga di insegnarmi altro!
E ora sono quello che sono, volente o nolente, è così che mi si deve sopportare.

Been spending most their lives, living in the gangsta’s paradise.
Been spending most their lives, living in the gangsta’s paradise.
Spending most our lives, living in the gangsta’s paradise.
Spending most our lives, living in the gangsta’s paradise.
Tell me why are we, so blind to see
That the one’s we hurt, are you and me.
Tell me why are we, so blind to see
That the one’s we hurt, are you and me.

Non so più cos’è il giusto e cosa lo sbagliato. So solo cosa mi serve per continuare a vivere e cosa dover eliminare dalla mia strada.
E penso che questo sia più che sufficiente, non necessito altro…
Nessuno mi darà altro…
E Anche se ciò dovesse mai accadere, sarei io a non accettarlo.
Ho sparato il mio primo colpo a dodici anni, per salvarmi la pelle. Ed è da allora che continuo a farlo, e non sempre per fini tanto “nobili”.
L’unico mio obiettivo è vivere! Non uno scopo o un traguardo, semplicemente prolungare la mia vita il più possibile…
E se queste sono le condizioni, prego pur di non avere altro.
Non posso permettermelo! Non posso avere una vita spensierata, con tanto di amici e fidanzata, di cui sono innamorato.
Sarebbero solo pesi in più a cui dover pensare e tramite i quali rischierei di essere minacciato troppo spesso e volentieri. Sono un assassino, sì, ma sono anche un uomo e non posso permettere che accada qualcosa alle persone cui tengo.
Senza contare che, se fossi circondato di persone così importanti per me, finirei con il prendere la mia pistola e spararmi una tempia al solo pensiero della vita che faccio.
Sì, perché questo mio mondo è totalmente incompatibile con qualunque altro ed è impossibile anche solo tentare di farli combaciare.
Con che coraggio potrei accarezzare la donna che amo, con mani così sozze di sangue? Come rivolgerle dolci parole, dopo aver imprecato contro un bastardo qualunque?
La vita è fatta di scelte, oramai l’ho capito, e se non scegli tu, lei sceglie per te.
Da una parte la famiglia, gli amici e i momenti spensierati; dall’altra arme da fuoco, cani randagi pronti a spararti alle spalle ad ogni istante e volgari puttane, che si sono scopate anche la loro dignità.
Ho vissuto in entrambi i due universi…
Nell’universo dei sogni, in cui il tuo più grande desiderio è far sì che, le prossime generazioni, leggano il tuo nome sui libri di storia; dove il maggiore dolore da sopportare è l’esser stati scaricati dalla propria fidanzata e dove, per quanto si ci muova per migliorare il mondo, non si riesce a credere che da qualche parte possano esistere situazioni differenti da quell’assoluto complesso di felicità.
E in quello della realtà.
In quello dove fai di tutto per non piangere, ma la ferita che ti marchia è troppo profonda per resistere. Un amplesso di assoluta sofferenza, in cui ti sei reso conto di quando sia grande l’ipocrisia del mondo. Assisti ai sorrisi della gente e ai gesti affettuosi e per poco non gli vomiti addosso…
E’ impossibile sopportare quella spensieratezza, quando hai conosciuto la vera natura delle persone.
Dopo aver visto il rovescio della medaglia, il retroscena di quel patetico spettacolo che si svolge quotidianamente.
Dopo aver vissuto nel ghetto, a mangiare spazzatura come un animale randagio, ad esser trattato peggio della propria scarpa solo per divertimento, a provare sulla propria pelle il dolore, quello vero, quello delle carne laciniata e del sangue che scorre, nella coscienza che nessuno ti curerà mai, perché un figlio di puttana come te non si merita di entrare in un ospedale.
L’unica medicina che ti è possibile trovare, è una sberla, che ti servirà a ricordarti l’accaduto per la prossima volta e come palliativo qualche bestemmia… Giusto per insultare la tua anima, più di quanto tu non stia provvedendo da solo.
E’ vita questa? Sì, lo è! Una vita di merda, ma comunque vita!
Tuttavia, non volevo che la mamma e Bra, avessero a che farvi. E’ per questo che le ho ben tenute lontane! Nei sogni i buoni vincono sempre e il male è destinato a soccombere…
In quanto a me, scappai già una volta come un coniglio e da allora giurai a me stesso che avrei affrontato qualunque situazione a testa alta, incurante del prezzo da pagare. E così ho fatto!
Almeno ho capito che i supereroi non esistono e nessuno alzerà mai il culo per aiutarmi: qualunque cosa mi accada, sono cazzi miei!
Ma una cosa è certa… Se un giorno mi capiterà di incontrare qualcuno in grado di volare, che lancia raggi dagli occhi e con altri super poteri della minchia, lo ucciderò di persona con le mie stesse mani, senza un briciolo di pietà!
Infondo, è solo nei film che simili miti sono destinati ad avere la meglio! In quella baldracca che è la vita, crepano tutti come gli ultimi degli stronzi!
Pur continuando a vivere nel cuore di qualcuno…


– The End! –






Salve a tutti,
Ecco un'altra piccola ficcina uscitami così da un colpo di genio.
Questo è stato un pò il regalo di onomastico che mi sono concessa il 17 del mese scorso ed ora eccovela anche a voi.
Non so quando vi possa piacere un Trunks in questa versione, ma mi sono divertita un casino a scrivere questa fic! Beh... Per qualunque cosa dobbiate dirmi, cìè il fermoposta, vi aspetto! ^_- Alla prossima, ciao.
 
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