CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -
CAPITOLO1
Harry stava pensando a lei. Ai suoi capelli, che le nascondevano il viso e che non si stufava mai di guardare. Ai suoi bellissimi occhi, color miele, così ingenui e profondi. Alle sue espressioni, da bambina, così tenere ed intelligenti, che facevano venir voglia di abbracciarla e non lasciarla più. Alle fossette sulle guance che le si creavano quando sorrideva, che la facevano sembrare ancora più bella. Alle sue labbra, che così tanto desiderava.
Ripensò alla prima volta che l’aveva incontrata, e a quanto gli fosse parsa insopportabile.
Non la conosceva, non sapeva ancora quanto potesse essere meravigliosa, e non immaginava ancora quanto sarebbe stato doloroso desiderarla senza poterle confessare i propri sentimenti, senza dirle ciò che provava, senza spiegarle le ragioni che la portavano ad essere l’oggetto dei suoi sogni, dei suoi desideri.
Lui era Harry Potter, il ragazzo che ha sconfitto Lord Voldemert quando era solo un bambino, il ragazzo entrato a fare parte della squadra di Qiuddich un anno prima rispetto agli altri, il ragazzo che piace a tutti, che ispira fiducia e sicurezza al primo sguardo, il ragazzo che ogni cosa che vuole, la può ottenere. Con lei non era così.
Non avrebbe potuto averla mostrandole semplicemente la cicatrice che aveva sulla fronte, perché lei lo conosceva per quello che era veramente, semplicemente un adolescente, con le sue paure, le sue preoccupazioni, i suoi dubbi e le sue incertezze.
Ricordava le serate passate abbracciati, perché qualcosa rendeva triste lui o lei; le serate trascorse semplicemente a parlare, quando di Cho, quando di Ron.... ma perché proprio lui? Che cos’aveva lui che il grande e famoso Harry Potter non possedeva? I capelli rossi? L’espressione sempre impaurita, come un cucciolo smarrito in cerca di carezze? Era quello? La voglia di dargli tenerezza, che lo rendeva migliore?
Era la gelosia, quello che stava provando, il sentimento più oscuro e pericoloso che esista, il sentimento che ti porta a pensare e fare cose che mai e poi mai faresti.
Perché? Perché se la prendeva con Ron? Era colpa sua, forse, se piaceva ad Hermione? Forse, nel profondo del suo cuore Harry lo pensava, e lo incolpava, anche se era consapevole che fosse ingiusto. Ma cosa poteva fare, d’altronde? Non era il suo cervello, quello che prevaleva in quei mesi, era il suo cuore, la sua anima che non sopportavano l’enorme segreto che il giovane mago teneva per se e che non poteva rivelare a nessuno. A nessuno.
Se l’oggetto di tanta sofferenza non fosse stata lei, avrebbe potuto sfogarsi con Hermione, che di certo l’avrebbe capito e l’avrebbe tenuto stretto, e consolato e gli avrebbe detto parole che gli avrebbero ispirato coraggio, che l’avrebbero aiutato a risolvere il problema nella maniera migliore. Era così intelligente, così bella che a volte si chiedeva se potesse, lui, osare guardarla.
Fosse stato per Harry, l’avrebbe tenuta sempre con se, sotto una campana di vetro, protetta dal mondo.
Passava, a volte, intere sere chiuso nella sua stanza, a pensarla. Nella sua mente si insinuava la sua immagine, e non se ne andava più. Erano ore di puro terrore, quelle che il giovane mago passava.
E se le fosse accaduto qualcosa? Se qualcuno le avesse fatto del male? Questo pensiero lo terrorizzava, più di qualunque altra cosa al mondo.
E poi, c’era Malfoy; da sempre, Harry si era considerato una persona buona, o almeno non aveva mai provato vero e proprio odio verso nessuno, nemmeno per Lord Voldemort, che aveva ucciso i suoi genitori, o per Piton, che lo tormentava continuamente, durante le incessanti lezioni di pozioni, e nemmeno per il suo acerrimo nemico, per il suo rivale.
Ma da tempo, se solo lo sentiva rivolgersi ad Hermione, alla sua Hermione, con un tono seppur percettibile di scortesia, anche senza gridarle parole offensive come secchiona, babbana o mezzosangue, Harry si incazzava così tanto che aveva il serio timore di lanciargli un incantesimo che gli avrebbe fatto passare mesi in infermeria, se non di picchiarlo, a mani nude come un babbano, a sangue, come aveva spesso visto nei film che Dudley guardava in televisione.
Aveva paura che in uno di quei momenti in cui il sangue non gli arrivava al cervello, avrebbe potuto fare del serio male al serpeverde, e se fosse successo avrebbe passato un milione di guai da cui sarebbe stato difficile uscire, senza contare che sarebbe diventato un ragazzo insulso agli occhi di Hermione che considerava la violenza la peggior cosa al mondo.
Era questo il dolore che Harry percepiva, l’estrema sensazione di sconforto che sentiva, la solitudine che provava. Se anche avesse cercato di spiegarle le ragioni del suo comportamento…. Se le avesse detto che l’aveva fatto per lei, se anche le avesse gridato, disperato, che il solo trattarla male da parte di uno smidollato come Malfoy gli faceva saltare i nervi al punto di ucciderlo…. Hermione non avrebbe capito, l’avrebbe guardato con sguardo interrogativo e un po’ di disprezzo, che l’avrebbe ferito a morte.
Il giovane mago già l’immaginava, la sensazione che avrebbe provato, ma scacciò quel pensiero dalla mente, perché se no, se lo sentiva, sarebbe impazzito.
Possibile che fosse amore, quello che stava provando? O era semplicemente un’ossessione? Un insensato desiderio di tenere una persona tutta per se, nascondendola a tutto e a tutti.. non lo sapeva, e non aveva l’età per capirlo, a quel tempo.
Aveva tanto bisogno di un’amica, che lo aiutasse a capire quella sensazione di profondo dolore che provava, che lo ascoltasse e che gli desse consigli come una volta avrebbe fatto Hermione.
Fu così che Harry fece una nuova, inaspettata amicizia.
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