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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: God Child
Titolo Fanfic: IL VIAGGIO NOTTURNO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: meishin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/07/2005 15:52:04

e` più drammatico, che sentimentale. un breve e terribile scorcio su riff, e uno studio d`atmosfera su un tremo immerso nella notte...
 
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- Capitolo 1° -


Il viaggio notturno


Una stazione senza nome.

Due uomini attendono, in piedi,l'arrivo del treno. E' sera, tardi, e le ombre inziano ormai ad affacciarsi alle tante vetrate che ad arco sovrastano i binari neri. Altre figure, sfocate e indistinte nei loro abiti scuri, si muovono qua e la, tirandosi dietro grossi bagagli dai colori cupi e spenti. Le uscite della stazione a poco a poco vengono immerse dal buio, troncando i binari che alla luce del sole corrono via, lunghissimi,fino all'orizzonte.

Delle due figure che attendono il treno,una è un ragazzo. Veste di nero, ha un bastone dal pomello dorato nella mano sinistra, e un espressione un pò cupa, pensierosa. L'altro è un uomo alto, robusto. Veste di chiaro, inappuntabile e ordinato, e ha una carnagione molto pallida,quasi fredda, come l'espressione del suo viso, austera, e quasi severa, se non fosse per un indefinita tristezza, dispersa dove non si sa, ma presente. Ai suoi piedi ci sono due bagagli.

Il ragazzo stringe d'un tratto i denti, rabbrividisce, stringendosi il fianco con la mano destra, e piegandosi leggermente in avanti. L'uomo lo nota, e si volta verso di lui, avvicinandosi di un passo.

"Padron Cain, state bene?" chiede, la voce tranquilla, lieve, appena un pò allarmata.

"Non...non è niente, Riff." risponde Cain, voltandosi verso di lui.

"Siete sicuro?"

"Si...credo di si...ho avuto solo un brivido...deve essere stata l'aria gelida di questa stazione, o il troppo sonno accumulato durante queste lunghe giornate sotto il sole, Riff...oppure qualcos'altro."

Il suoi si alzano verso quelli di Riff. Uno sguardo preoccupato e incerto, forse un pò impaurito. Riff lo osserva, attendendo, ricambiando la stessa apprensione.

"...non so, Riff, ho un brutto presentimento. Come se stesse per accadere qualcosa di terribile, o come...come se fossi inseguito da qualcosa. Deve essere questo posto così triste. Avrei preferito non viaggiare di notte."

Riff si ricompone, sospirando, e socchiudendo un pò gli occhi.

"Il viaggio che ci attende è lungo, Padron Cain, e la vista delle lande desolate che attraverseremo è triste e opprimente. Meglio dormire, durante la notte, e risvegliarci a viaggio compiuto, con la vista delle terre che amiamo, e che abbiamo dovuto lasciare, seppur per pochi giorni."

"Forse hai ragione, ma non importa molto. Sono abituato a guardare fuori dal finestrino, quando sono in treno, anche se si tratta di attraversare zone grigie. Mi piace. Mi fa pensare a tutti i posti che esistono e che non vedrò mai."

Riff sospirò.

"Quando ne abbiamo la possibilità, dobbiamo lasciare che il buio, l'oblio, il sonno o la speranza nascondano ai nostri occhi tutto ciò che ci fa paura o che ci rende tristi. E per far questo non basta perdersi nei piaceri, o nella felicità più semplici e illusorie, poichè queste cose sono dentro di noi, e prima o poi riemergono, a chiederci il prezzo che abbiamo cercato invano di pagar loro con cose prive di valore."

Cain sorride, un pò maliziosamente, guardandolo in tralice.

"Da quando sei diventato così poetico, Riff?"

Riff, sospirò, distogliendo un pò lo sguardo. La sua voce si fece più sottile, e triste.

"Da quando io non sono più in grado...di nascondermi..."

Gli occhi e la bocca di Cain si aprirono all'improvviso in un espressione di confusa sorpresa. Per qualche istante rimase così, poi si spostò, per raggiungere gli occhi di Riff, che si erano rabbuiati, e che fuggivano da lui. I loro sguardi, si incontrarono, ma era incredibilmente lontani: l'uno cercava qualcosa, e l'altro lo respingava, freddo, ma imbarazzato, quasi supplicante.

"Riff, cosa vuoi..." cominciò, incerto, Cain.

Il fischio improvviso del treno proruppe nelle stazione immersa nel silenzio. Le ombre che circolavano sulle piattaforme cominciarono ad alzarsi, a radunarsi sul ciglio dei binari, e raccogliere i loro bagagli. Molte voci annunciarono il treno, la sua provenienza, e la sua destinazione. Uomini vestiti di nero si affacciarono alle porte del treno, sventolando bacchette bianche macchiate di rosso. Alcune facce curiose emersero da dietro i finestrini, alcune mani cominciarono a sventolare, alcuni volti presero a sorridere, alcune bocche a sbadigliare e a parlare frettolosamente. La stazione gelida si trasformò in un coro di voci, di rumori, di vapore e di luce.

Riff recuperò le valigie, di scatto, avanzando verso il ciglio dei binari. Cain,ricompostosi, lo segui, mettendosi al suo fianco.

A poco a poco il baccano cessò, e i due salirono sul treno, insieme a molte altre persone. Velocemente, la stazione si svuotò, e ritornò il silenzio.

I due entrarono nella loro cabina. Cain si sedette, deponendo il cappello nel sedile al suo fianco. Riff depose le valigie negli scomparti superiori, quindi prese posto anche lui, di fronte al suo padrone.

Lentamente, gli ultimi richiami della partenza del treno svanirono. Si udirono le porte chiudersi ad una ad una, e si videro i pochi passeggeri che erano scesi allontanarsi velocemente verso le uscite. La notte ormai copriva ogni cosa, e il fascio di luce che le luci delle cabine gettavano sulla piattaforma si faceva sempre più visibile. Riff gurdava fuori dal finestrino,attendendo che il treno partisse.

All'improvviso, un ombra nera comparve nel fascio di luce che partiva dalla cabina di Riff e Cain. Riff trasalì. L'ombra nera si avvicinò lentamente, rilevandosi per quello che era: una figura femminile, altissima, ricoperta di un abito lungo, nero, nelle cui molteplici pieghe ogni segno del suo corpo svaniva. Gli occhi di Riff si dilatarono,terrorizati. La figura si immerse totalmente nella luce, rilevando un volto coperto da un velo nero, e circondato da capelli nerissimi e lunghi, che si confondevano quasi con la veste. La labbra di Riff si aprirono, in un richiamo muto e disperato, mentre la figura lentamente si alzava il velo. Due occhi malvagi e brillanti comparvero, al centro di un volto di alabastro, e sorretti da un sorriso cremisi e crudele. Lo sguardo di Riff fu invaso da quel volto e da quegli occhi, e si rilassò, instintivamente, dominato e sedotto, mentre un sussurro dolce e misericordioso risuonava nella sua anima, come liberandolo da un peso che non poteva più sopportare, dopo che per così tanto tempo egli aveva dovuto ignorarlo.

Riff si ricompose, distogliendo lo sguardo dal vetro con naturalezza e indifferenza. Lentamente il treno partì, gettandosi nel buio. Sulla piattaforma, la luce e il silenzio dominavano ugualmente uniformi e freddi, turbati solo da ombre invisibili, che furtivano strisciavano agli angoli dei muri, diventavano minuscole, e svanivano.

Il treno correva nella notte, offrendo dai suoi finestrini un buio nerissimo e impenetrabile, attraversato di tanto in tanto solo da qualche lontanissimo punto di luce. Cain dormiva, appoggiato al suo sedile, il suo respiro appena percettibile, come il movimento del suo petto. Riff era sveglio, piantato al suo posto, le gambe incrociate e le mani unite, appoggiate sul ventre. Uno sguardo freddo e duro, determinato. Il suono del treno, monotono e fastidioso ,incorniciava il silenzio della scena, come se anch' esso non fosse in realtà presente.

Riff si alzò, e uscì dalla cabina, senza emettere un solo rumore,e gettando un solo sguardo veloce e affilatissimo a Cain, prima di chiudersi alle spalle la porta.

Il corridoio del treno era deserto, e pressocchè buio. Riff lo attraversò come un ombra, fissando la porta che lo separava dal prossimo vagone come un predatore notturno che stia seguendo le tracce della preda. Lasciandosi dietro solo il rumore della porta scorrevole, Riff entrò nell'altro vagone, che era anch'esso vuoto, e si fermò davanti alla porta di una cabina, esattamente uguale alla porta di tutte le altre. Si portò una mano alla tasca, e ne recuperò una chiave scura e piatta, che inserì nella serratura.

La serratura scattò, e un fascio di luce entrò nella cabina buia. L'ombra di Riff si stagliò sul pavimento per un istante, prima che la porta fosse richiusa, e che l'oscurità lo inghiottisse.

Passò qualche instante, prima che gli oggetti cominciassero a rilevare la loro forma agli occhi di Riff, che attendeva paziente e tranquillo nel buio che la fioca luce della notte che proveniva dal finestrino facesse il suo lavoro. Lentamente, comparve la forma di un cuccetta, la sagoma di un valigia appoggiata alla parete vicino al finestrino, la macchia scura e squadrata di un completo scuro appeso con un gruccia al piano superiore della cuccetta,e un sagoma umana coricata in quella inferiore, sotto le coperte.

Dopo qualche instante, si cominciò a distinguere anche un respiro pesante e impacciato, come quello di una persona anziana. Riff si mosse di scatto: si piegò sull'uomo addormentato e lo rivoltò bruscamente. Comparve un volto vecchio, due baffi neri, una fronte rugosa, due sopracciglie cespugliose, e due occhi spalancati nel buio. Veloce la mano destra di Riff coprì la bocca dell'uomo, che emise un lamento di sopresa e sbalordimento, mentre con l'altra gli rivoltò rapidissimo il cuscino sulla faccia. L'uomo prese a scalciare, tuzzando contro il tetto della cuccetta. Come un lampo, Riff ritirò la mano destra e le premette con tutte e due la mani sul cuscino, e schiacchiandolo poi con tutto il peso del petto. L'uomo si agitò disperato, come una marionetta, mugugnando terribilmente per alcuni lunghissimi instanti, prima di lasciarsi finalmente andare.

Riff rimase steso su di lui ancora per qualche minuto, immobile, poi si rialzò.

Gettò via il cuscino, e si aprì la giacca, estraendo qualcosa dalla tasca interna, che alla luce buia della cabina risplendeva di un bianco cupo, color latte, con una macchia scura al centro. Riff lasciò cadere l'oggetto sul pavimento della cuccetta, si riabottonò la giacca, si ricompose, e uscì.

Per un instante, il fascio.di luce del corridoio illuminò un oggetto che stava a terra: una carta da gioco, raffigurante un uomo che si gettava da una torre in fiamme.

Uscito dalla cabina e chiusosi la porta alle spalle,Riff fece per tornare indietro, ma qualcosa lo fermò. La mano gli rimase ferma sulla maniglia, mentre sul suo volto comparve, lentamente, un espressione di sgomento improvviso.

Riff rimase così per qualche instante, poggiandosi con la schiena alla porta, mentre il treno in corsa faceva risplendere su di lui ora fasci di luce, ora strati di ombra. Il suo volto era basso, il suo sguardo invisibile, lievemente coperto dai capelli chiari. A un certo punto, Riff sembrò tossire, e si portò la mano al petto. Si piegò per un instante, poi, con uno scatto rabbioso, si staccò dalla porta e tornò indietro. Lo sguardo basso, verso il pavimento, e il passo veloce, rumoroso, scoordinato.

La porta della cabina si apriì, e Riff rientrò,risededosi rapidamente al suo posto. In quel momento si accorse di Cain, che dormiva ancora, nello stesso posto in cui l'aveva lasciato. Riff trasalì, stringendosi i denti, e distogliendo lo sguardo per un instante, per gettarlo nel buio senza fine che gli opponeva il finestrino.

Per un attimo gli occhi chiari di Riff si riversarono in quel nulla, poi, lentamente ritornarono su Cain, che dormiva. Il suo respiro ancora impercettibile, il suo corpo quasi immobile, come fosse morto. Riff lo osservò, per alcuni minuti, freddamente. Come stesse osservando qualsiasi altra cosa.

""Quando ne abbiamo la possibilità, dobbiamo lasciare che il buio, l'oblio, il sonno o la speranza nascondano ai nostri occhi tutto ciò che ci fa paura o che ci rende tristi..."

Ripensando a quella frase, Riff si alzò, senza distogliere lo sguardo dal suo padrone, e con gesto incerto e impacciato si levò la giacca, e si piegò su di lui, per stendergliela addosso.

"...E per far questo non basta perdersi nei piaceri, o nelle felicità più semplici e illusorie, poichè queste cose sono dentro di noi, e prima o poi riemergono..."

Le mani di Riff accomodarono sul corpo di Cain, poi, sempre più insicure, lo accarezzarono lievemente sulla guancia. Lo sguardo si Riff era triste, quasi patetico, eppure un lieve e dolce sorriso increspò per un instante le sue labbra, e i suoi occhi si accesero di un gioia improvvisa e fugace.

"...a chiederci il prezzo che abbiamo cercato invano di pagar loro..."

Riff si fermò. Sul suo volto si formò un espressione di sgomento e di terrore. Ritirò immediatamente la mano dal volta di Cain, e la fissò, con sguardo tremante e disperato.

"...con cose prive di valore."

Riff emise un lamento terribile e si gettò indietro, sul suo sedile, schiacciandogli le spalle contro, stringendo i pugni sui braccioli, chiudendo gli occhi e i denti in una morsa disperata,ed emettendo un lamento soffocato e crescente, che si trasformò in un conato di pianto. Riff si piegò su stesso, fece cadere la testa tra le mani, e pianse, pianse amaramente.

Il treno procedeva nel buio, rumoroso e veloce, lasciandosi dietro una terra nera e invisibile.



(30/07/2005)

































































 
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