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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Sailormoon (Bishoujo Senshi Sailormoon)
Titolo Fanfic: SOLAR SAILOR MOON
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: mamoru80 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/12/2001 13:31:54

la ruota del destino gira ancora...
 
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PEACE BREAKERS
- Capitolo 1° -

prologo 01

Nel cielo di Tokyo, ad almeno diecimila metri da terra, uno strano castello comparve improvvisamente dal nulla in un turbine di luce. All’interno, in una stanza lussuosissima, si materializzarono quattro figure misteriose: due uomini e due donne.
Uno di essi si mosse dalla sua posizione e si avvicinò ad una gigantesca finestra di vetro. Vi appoggiò la mano.
-Siamo finalmente arrivati: questa é la Terra del ventesimo secolo!
Lo strano individuo aveva i capelli corti e azzurrini e un’armatura che sembrava fatta di ghiaccio ricopriva per intero il suo corpo. Sulla fronte aveva un simbolo raffigurante un cristallo di neve.
-E quella laggiù in fondo é sicuramente la città designata! Vieni a dare un’occhiata Bellatrix!
Una della due donne si avvicinò a lui. Era estremamente seducente: non vestiva con un’armatura ma il suo corpo era coperto da una specie di tuta dai colori rossastri, attilatissima e pressoché trasparente, scollata sul davanti. Ai piedi portava scarpe con tacchi a spillo. I suoi capelli erano lunghi fino alla vita, rossi e leggermente ondulati. Lo sguardo accattivante. Sulla fronte spiccava un simbolo: una fiamma.
-Dimmi Polaris... é laggiù che si nascondono le cinque porte?-
-Esattamente, Bellatrix.-
-Finalmente potremo vedere da vicino questi esseri umani...sono curioso...-
A parlare questa volta era il secondo uomo: vestiva con un’armatura verde smeralda, i suoi capelli erano corti e dello stesso colore. Sulla sua fronte era impresso il simbolo di un cerchio. Portava in mano uno strumento musicale: un flauto d’oro.
Anche l’ultima donna, dall’aspetto più giovane di tutti gli altri, si avvicinò al gruppo. I capelli fucsia erano raccolti in due codini con dei nastri fluttuanti e la sua armatura le copriva solo il petto e il bacino. In confronto agli altri tre sembrava una ragazzina.
-Questo mondo é fantastico!- disse con ammirazione
-Non vedo cosa possa importare, Vega!- le fece notare Polaris -Sai bene qual é l’unico motivo per cui siamo giunti sin quì!
-Eternity finalmente sta esaurendo le sue energie...- ricordò Bellatrix -e le cinque porte ci permetteranno di arrivare a lei...
-Un colpo di fortuna incredibile...- disse Polaris soddisfatto
Vega volle dire la sua.
-Ma non dimenticate che lo dobbiamo a Lyra, se siamo potute arrivare fin quì...lui ci ha liberate dalla prigionia...
-Certo, Vega, e manterremo la promessa fattagli...- la tranquillizzò Deneb
-Prima però dobbiamo raggiungere il nostro scopo!- disse Bellatrix
-Il momento della vendetta giungerà presto!- dichiarò Polaris stringendo il pugno.
-Ma ricorda che la vendetta annebbia la mente e porta al fallimento...- gli fece notare Vega
Polaris appoggiò la sua mano gelida sulla spalla di Vega, che provò un brivido di freddo terribile
-Hai forse qualcosa da ridire sui nostri propositi?-
-Certo che no...-
-Vega, piccola cara...- si intromise Bellatrix -devi tenere ben presente che noi siamo le quattro Grandi Stelle e nessuno nell’Universo può esserci superiore!
Stando in pose da palcoscenico i quattro si presentarono.
-Io sono Polaris, la gelida Stella del nord...
-Io sono Bellatrix, la più affascinante stella del firmamento!
-Io sono Deneb, la Stella delle melodie infinite!
-E io sono Vega...
-La più stupida di tutte!- dissero tutti gli altri
-Non é vero!- si arrabbiò Vega
Bellatrix si avvicinò a lei e le appoggiò una mano sulla spalla.
-Non prendertela Vega, volevamo dire che sei meno potente di noi!- disse, spostandosi con fare elegante una ciocca di capelli
-Inoltre non sarai mai straordinariamente bella come me!-
-Grazie...- disse Vega ironicamente
-Ora basta discutere!- disse Polaris con tono autoritario -dobbiamo cominciare la nostra ricerca! Non c’é tempo da perdere...ricordatevi che anche Davon é giunto in quest’epoca...
-E potrebbe causarci dei problemi?- chiese Bellatrix
-Io non penso...- disse Deneb -é solo un povero disperato che fugge dal suo destino...che male potrebbe farci?
Bellatrix si avvicinò a lui con fare maliardo.
-Hai ragione tu...perché non suoni qualcosa con il tuo flauto per inaugurare il nostro arrivo?
-Certo...con vero piacere
Dalla flauto di Deneb cominciò una melodia sinuosa e coinvolgente che si diffuse nel cielo di Tokyo.



Episode 01
Peace breakers



A Tokyo era notte fonda e a casa di Bunny, Chibiusa stava dormendo nel suo letto. Uno strano sogno però agitava il suo sonno.
Sognava di trovarsi in un luogo buio e insidioso, dove spirava un vento freddo. Intorno a lei vedeva edifici in decadenza, del tutto simili a templi greci. Colonne tranciate e capitelli stesi a terra come cadaveri architettonici rendevano quel posto desolato e triste.
-Ma dove sono?! Questo posto é terribile...-
Improvvisamente comparve davanti a lei un ragazzo che doveva avere più o meno la sua età.
-Ma tu... chi sei?- chiese con incertezza.
Il ragazzo aveva uno sguardo terribilmente sconsolato e senza nemmeno pronunciare una parola cominciò a tendere la mano verso Chibiusa. Dopo un attimo però il ragazzo cadde in ginocchio, come attratto da una forza invisibile.
-Cosa ti succede?!-
La ragazzina corse verso di lui ma quando stette per raggiungerlo venne bloccata da una barriera invisibile che la fece cadere indietro.
Alzò lo sguardo verso il ragazzo e a quel punto una scena angosciante le si presentò agli occhi.
Il ragazzino era avvolto da lingue di fuoco che lo circondavano senza pietà.
-Aiutami...ti prego...aiutami...- gridò il ragazzo
-Non posso...- urlò Chibiusa -cosa devo fare!?!
-Sei la sola che può aiutarmi...ti prego...-
Il ragazzo venne completamente inglobato dal fuoco misterioso.
Chibiusa si portò le mani alla testa in segno di disperazione.
-Noooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!-

Si svegliò di soprassalto in preda all’agitazione. Sentiva un desiderio immenso di piangere, ma le lacrime non le sgorgavano.
-Che incubo terribile...! Cosa vorrà dire...-
La voce di Bunny giunse al suo orecchio.
-Chibiusa! Va tutto bene?...e...aaaauh!-
Dopo quell’urlo si udì un rumore catastrofico, segno di un gran ruzzolone per le scale.
-Ahio, che botta!- si lamentò Bunny tastandosi il fondoschiena.
Chibiusa aprì la porta della sua camera e vide Bunny stesa a terra in una posizione alquanto goffa.
-Ma che hai fatto? Non sarai caduta dalle scale?!
-Esatto- confermò Bunny rialzandosi -...le scarpe coi tacchi sono pericolose! Ma stai bene? Ti ho sentita urlare! E poi hai un’espressione sconvolta...
-Non temere...tu piuttosto! Ti rendi conto di che ore sono? Sei rientrata solo adesso?
-Lo so, perdonami!- la implorò Bunny -Ma Marzio é stato trattenuto alla festa di compleanno del suo amico molto più del previsto...se l’avessi saputo non sarei andata! E’ stata una noia!
-Ma se ti sarai abbuffata di dolci...!-
Bunny assunse la tipica goccia di sudore.
-Erano l’unica cosa positiva!-
-Comunque ricordati che sono in vacanza nel ventesimo secolo per stare con voi! Non é carino che mi molli sempre a casa!
Bunny si stupì della severità di Chibiusa.
-D’accordo...scusami...
-Non fa niente!- disse la ragazzina, ma tornando in camera sbatté violentemente la porta.
Bunny cominciò a pensare.


Il pomeriggio del giorno dopo, al santuario di Rea, Bunny e le sue amiche erano riunite per studiare insieme.
Bunny era decisamente stanca, visto che la scorsa notte erano rincasata alle quattro, e stava per “crollare” su un libro di trigonometria.
Rea lo notò e non si lasciò sfuggire l’occasione.
-Bunny!!!! Attivatiiii!!!!!- le urlò nelle orecchie.
Per tutta risposta la ragazza fece un balzò di due metri e ricadde a terra tramortita.
-Ma ti sembra il modo?!- disse a Rea
-Se muori dal sonno é meglio che vai a letto!- la rimproverò Rea
-Cosa?!- esclamò Amy -quest’anno abbiamo gli esami di maturità e non possiamo perdere tempo a dormire!-
-Già!- disse Marta con la goccia -Amy starebbe sveglia in eterno pur di studiare!-
-Mi sembra ovvio!- disse Amy
-Dovresti cercare di dividere in parti uguali studio e divertimento- propose Morea a Bunny Marta si scostò dall’amica con diffidenza.
-E da quando sei diventata così saggia?!?-
-Lo sono sempre stata..!- disse Morea -non come te di sicuro...-
-Il solo pensiero degli esami mi terrorizza a morte!- disse Bunny -e pensare che Marzio non potrà neanche aiutarmi, visto che ha un sacco di seminari in Europa...-
-E’ partito questa mattina per l’Italia, vero?- chiese Morea
-Infatti...- confermò Bunny appoggiando il mento al tavolino -e tornerà fra una settimana...e così mi ha mollata da sola con Chibiusa, che in questo periodo é veramente intrattabile...si offende sempre per nulla ed é molto volubile...
-Avrà preso dalla madre!- disse Rea sarcastica
-Rea!!- esclamò Bunny
-Secondo me Chibiusa sta solo crescendo- disse Amy -...ormai é una ragazzina di tredici anni...avrà i suoi pensieri...
-Anche fisicamente é cresciuta, avete notato?!- disse Morea -Si é alzata parecchio di statura...
-E inoltre porta i capelli sciolti...senza quei buffi codini infantili...- continuò Marta
-Hai qualcosa in contrario con la mia pettinatura?!- la accusò Bunny
-Ma no, stavo scherzando!-
-Devi cercare di starle vicina Bunny!- disse Rea seriamente -Qui sulla Terra non ha molti amici...avrà bisogno di confidenti...
-Oddio! Comincio davvero a sentirmi come sua madre!


Al termine del pomeriggio di “studio” Amy percorreva la strada diretta al suo condominio.
Anche se con le altre non era riuscita a combinare un granché non aveva nessuna voglia di tornare a casa e mettersi a studiare. Fissando il cielo limpido chiuse gli occhi respirando profondamente. Le giovò tantissimo, ma le fece anche passare l’ultimo barlume di voglia che aveva di mettersi sui libri.
-Pazienza!- si disse -vorrà dire che oggi mi concederò una vacanza, non é di certo un reato!-
Stava ancora riflettendo fra sé e sé quando una voce la raggiunse da dietro
-Amy, aspetta!-
La ragazza lo riconobbe: era un suo compagno di scuola.
-Ciao Haru, scusa, non ti avevo proprio visto.-
Lui si avvicinò veloce e Amy lo accolse con un sorriso. Pensava che le avrebbe chiesto gli appunti di qualche lezione, visto che i ragazzi generalmente non le chiedevano altro.
Haru rimase a fissarla per un momento imbambolato, non sapendo cosa dire, ma poi finalmente trovò le parole giuste.
-Ti volevo chiedere se questa sera sei libera,- disse con non poca esitazione
-Non vuole gli appunti!- pensò Amy, preoccupandosi leggermente.
-Veramente...-
Stava per esibire la sua classica scusa del tipo: “sono molto impegnata, scusami tanto”, ma guardando lo sguardo fiducioso di Haru non ce la fece proprio.
-Perché con i ragazzi devo essere sempre così impacciata...- pensò -é come se avessi paura...-
-Vedi- spiegò Haru -io suono in gruppo e stasera facciamo un piccolo concerto al parco ****, sarei felicissimo se tu venissi ad ascoltarci...-
-Capisco...e ora cosa gli dico?-
Ovviamente il concerto era solo un pretesto, ed Amy aveva capito benissimo le intenzioni di Haru. Ma perché non accettare? Haru le era molto simpatico e inoltre era un ragazzo bellissimo e sensibile; in classe era tranquillo e con lei era gentilissimo, perché non avrebbe dovuto uscire con lui?
-Guarda che espressione!- pensava Haru -di sicuro non accetterà...ma perché mi illudo...Amy non fa per me!-
-E va bene...- proclamò invece Amy, dopo uno sforzo incredibile -credo proprio che verrò...-
Ad Haru si illuminò lo sguardo e Amy ne fu felice.
-Davvero?! Grazie mille! Vedrai che non ti pentirai. Allora ci vediamo- disse andandosene.

-Hai fatto la cosa giusta.- la sorprese Bunny alle spalle
Amy si voltò e vide l’amica.
-Credi davvero...?- chiese incerta
-Ma certo!- disse Bunny con fermezza -Haru é un ragazzo stupendo! E ti consiglio di non lasciartelo sfuggire...prima che Marta lo accalappi!-
Amy si mise a ridere.
-Sai- disse -Marta a volte é così spudorata e intraprendente che un po’ la invidio...-
-Ma lei non ha la tua intelligenza e sensibilità...- disse Bunny
-Ti ringrazio, Bunny.- disse Amy con un sorriso sincero -ma cambiando argomento...cosa ci fai da queste parti, non dovevi tornare a casa?-
-Già, ma mi ero completamente dimenticata di aver promesso a Chibiusa di accompagnarla a una mostra...e sono in ritardo mostruoso!-

Chibiusa, infatti, stava aspettando Bunny da più di mezz’ora.
Aveva un'espressione decisamente furibonda.
-Ora mi sono stufata! Me ne vado, ma se Bunny pensa di farla franca si sbaglia di grosso... avrei fatto meglio a chiedere a qualcun’ altro di accompagnarmi...ma in fondo é meglio così! Le ragazze mi trattano ancora come una bambina...non capiscono che sono cresciuta! I miei compagni di scuola quì nel ventesimo secolo sono simpatici...ma io vorrei degli amici che rimanessero tali per sempre...Come invidio Bunny...
Mentre parlava fra sé e sé camminando sul marciapiedi la ragazzina non si accorse che un ciclista dietro di lei le stava arrivando addosso a tutta velocità.
-Ehi! Tu! Spostati!- la avvertì l’uomo - Stai attenta, non posso frenare!!!!
Chibiusa si girò di scatto e vide in tempo il ciclista.
-Cosa?!?- esclamò
Fece appena in tempo a scansarsi di lato ma il ciclista le urtò il braccio e la fece cadere rovinosamente a terra.
-Accidenti a te!- gli urlò dietro - Mi sono presa uno spavento terribile!
Stava per rialzarsi quando venne attratta inconsapevolmente dalla vetrina del negozio davanti al quale era caduta. I riflessi di luce del vetro le rimandarono strane immagini che presto si concretizzarono nella sua mente.
Davanti a lei vide ancora una volta il viso del ragazzo che le era apparso in sogno.
-Ti prego...devi salvarmi!- implorava
-Ma si può sapere chi sei!?
-Aiutami...
Il volto del ragazzo prese fuoco come nel sogno
-Ancora!! Nooo! Ma cosa vuoi da me!!!???
Questa frase l’aveva letteralmente gridata e i passanti si fermarono a vedere la strana scena.
-Ho fatto una figuraccia!- si vergognò Chibiusa.
Improvvisamente sentì una mano, dal tocco gentilissimo, posarsi sulla sua spalla. Stava già per scusarsi, quando vide un ragazzino della sua età, dagli occhi vermigli, che la fissava preoccupato.
-Stai bene...?- le chiese lui
Chibiusa non riusciva a emettere una parola.
-Assomiglia in maniera impressionante al ragazzo del sogno!!
-Stai bene...?- chiese ancora.
-S-ì...- riuscì a sbloccarsi -grazie...non so cosa mi sia preso...-
-Meno male...- disse lui visibilmente sollevato -non sopporto di vedere le persone soffrire...-
Detto questo sul viso del ragazzino si dipinse un sorriso tristissimo, che sconvolse Chibiusa.
Lui non disse nient’altro e anzi si girò, incamminandosi per la sua strada.
Chibiusa fu ancora più sorpresa.
-Aspetta!- gli disse
-Cosa c’é?- chiese lui atono.
-Ehm...ecco...cosa gli dico...avresti voglia di venire al bar con me, ti offro un thé per ringraziarti...-
-Io...non so...se posso...-
-Ti prego...-
-Se ci tieni così tanto...-

Chibiusa e il ragazzo era seduti l’uno di fronte all’altra, senza scambiarsi una parola.
-E’ un tipo molto taciturno...- rifletté lei -non ho mai conosciuto nessuno così...e poi quello sguardo intenso e triste...-
-Posso sapere il tuo nome?- chiese Chibiusa
-Davon...- disse lui
-E’ un bel nome, io mi chiamo Chibiusa, invece, é buffo vero? Ma non sei autorizzato a prendermi in giro!-
La ragazzina stava per mettersi a ridere, ma si accorse che il suo amico non aveva mutato la sua espressione triste.
-Non c’é niente che ti faccia sorridere?-
-Cosa?-
-Hai uno sguardo così amareggiato...ti é successo qualcosa di spiacevole...?-
-Ormai non ha più importanza...- disse lui -tu sei sempre allegra, invece?
-Bhe, non sempre...anch’io ho i miei momenti negativi, ma generalmente sono ottimista!-
-Sei solare...ed é una qualità rara nelle persone...-
-Grazie...- disse lei lentamente
Chibiusa si perse completamente a guardare il viso del ragazzino che aveva davanti. Un viso ben definito e dai lineamenti delicati, talmente espressivo che sembrava parlare anche se la bocca era chiusa. Nessun ragazzo, prima d’ora, l'aveva attratta così.
Sotto quello sguardo così tormentato, Chibiusa vedeva una luce che era stata soffocata chissà da cosa...
La cameriera arrivò e servì le due tazze di thé.
Quando Davon prese la sua fra le mani, cominciò a tremare.
-Cos’hai?- domandò Chibiusa.
-Scotta...- disse lui -brucia...-
-Bhe, non esagerare, é solo thé...é molto caldo...-
-No!- continuò lui -brucia come il fuoco...-
Chibiusa ebbe un sussulto e nel volto contratto del ragazzino rivide la persona del suo incubo.
-Oh,no!-
Davon fece cadere a terra la tazza, che si ruppe in mille pezzi.
-Non voglio!!!- urlò, portandosi le mani alla testa.
Le altre persone osservavano preoccupate.
-Non succede niente...- li tranquillizzò Chibiusa, ma era vero?
Il ragazzo cominciò a correre verso l’uscita del bar, ancora sconvolto.
Chibiusa lo seguì senza pensarci due volte.
Riuscì ad afferrarlo per un braccio poco prima che uscisse. Lui si girò verso di lei con il viso rigato dalle lacrime.
-Devi dimenticarti di me!...- disse
Chibiusa rimase impietrita e la mano di Davon le sfuggì dalla sua.
il ragazzo scappò via come il vento.
Subito dopo, Chibiusa notò una figura che correva goffamente verso di lei.
-Guarda chi si vede!- disse a Bunny
-Ti prego, perdonami!- la implorò Bunny -mi sono scordata della mostra, ma non accadrà più...per farmi perdonare ti voglio invitare a un concerto, questa sera...ci saranno anche le altre.
-No grazie, non penso proprio che verrò.-
-Ma perché? Ci divertiremo, nel complesso suona anche un nostro compagno di classe...Amy é stata invitata da lui ufficialmente, eh, eh...-
-Non vengo perché ho un altro impegno.-
-Non mi dirai che hai un appuntamento con qualcuno?-
-E chi può dirlo...-
-E smetti di fare la misteriosa, Chibiusa! Perché non ti confidi con me?-
Chibiusa reagì involontariamente male.
-Perché non ti fai i fatti tuoi?!-
Bunny ci rimase molto male.
-Scusa...- disse mestamente.
-Scusa tu...- disse subito Chibiusa -ma sto attraversando un brutto periodo e vorrei stare un po’ sola...-
-Comunque sappi che puoi contare su di me...mi raccomando! Da soli non si risolve niente-
-Lo so...e infatti io non vorrei affatto stare sola...vorrei solo qualcuno che mi stesse vicino per sempre...-
Le rivenne in mente il volto del ragazzo di prima.
-Vorrei tanto rivederlo...-

Quella sera, come da programma, Bunny e le altre si stavano godendo il concerto al parco. Erano in piedi, quasi in primissima fila davanti al palco e si stavano divertendo moltissimo.
-Ehi, Amy- disse Morea -il tuo amico suona davvero bene!
-Cosa?- chiese Amy a voce alta -Non capisco! Il volume é troppo alto!
-Ho detto che Haru suona molto bene!!- gridò Morea
-Hai ragione!- concordò Amy urlando -E’ bravissimo!-
-E’ bravissimo...-
Amy ricordò quello che era successo poco prima del concerto.
Haru le aveva chiesto di fare un giro per il parco e lei aveva accettato. Non avrebbe mai sospettato quello che il ragazzo voleva dirle.

continua...
 
Continua nel capitolo:


 
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