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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: DragonBall Z
Titolo Fanfic: UN ALTRO ORIZZONTE
Genere: Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Autore: flamia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/07/2005 22:48:56 (ultimo inserimento: 02/09/06)

gnè gnè gnè, non vi dico nulla xp good reading!!!
 
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TUTTO IL POTERE NEL MONDO
- Capitolo 1° -

Un altro orizzonte

Ciauuuuuuuuuuu bimbi & bimbe!!! Coloro che hanno già letto “Quando Sarò Grande” (presumibilmente solo Crystall, Stelluna e Bluemary…vi amo, ragazze!) sapranno certamente il tristissimo finale di quella storia T_____________T…non fatemici pensare, che sennò qui si allaga tutto!!! Ma per la vostra gioia, ecco qui il continuo della storia, direttamente da Fanfiction.net, sfornata prontamente da Tanta Green!!! (Un piccolo avvertimento per Bluemary e Stelluna: Blue-chan, Stelly, non uccidetemi per il pairing che troverete…non è colpa mia!! O__o) Il microfono all’autrice:


Tanta: Molto bene! Dopo molte discussioni, dibattiti e non-ci-parliamo-a-vicenda con la mia musa Irvine, il mio computer e me stessa, ho finalmente creato qualcosa che soddisferà tutti coloro che sbraitavano e piangevano per un seguito di “Quando Sarò Grande”. Non è un sequel; non esattamente, ma si serve di “Quando Sarò Grande” come storia di base. Vorrei raccomandarvi di leggerla prima di addentare questa storia. La storia è ambientata dopo Dragonball GT, ma penso che la maggior parte di essa avrebbe senso se non avete visto Dragonball GT.

Irvine: Giusto. Disclaimer e avvertimenti standard, ecc. Gohan, Piccolo, Vegeta, Kakaroth o qualsiasi altro personaggio che appaia in questa storia non appartiene a Tanta. Non li sta usando a scopo di lucro, quindi non avrebbe senso citarla in giudizio.

In più, un piccolo avvertimento: questa storia è shounen-ai, il che significa con uomini che si innamorano, si abbracciano, si baciano ecc. Se non vi sta bene, allora non leggete. Segnaliamo nella storia anche linguaggio volgare, violenza, e in un futuro non troppo distante possibili riferimenti o scene a sfondo sessuale.

E ora, vai con lo show!

Un Altro Orizzonte

Capitolo Uno: Tutto il Potere nel Mondo

*Un dolore acuto al petto non appena realizzi che se n’è andato, senza intenzione di tornare indietro.

Un urlo che echeggia decuplicato nelle tue orecchie, ma che sembra passare inavvertito alla folla di persone attorno a te.

Qualcuno ti cammina sulla mano, ma tu non lo noti. Tutto quello a cui riesci a pensare è che lui se n’è andato.

Un dolore sordo che sembra collocato nella parte del tuo cuore che era riservata a lui.

Alcune delle sue ultime parole ti riecheggiano nella mente…

“Mi hai dimostrato che tutto il potere nel mondo è nulla se non è guidato dall’amore…”

Lacrime cadono al suolo.*

________________________________________________________________________________
Sai, qualcuno mi ha detto che non capisci mai il valore dell’acqua finché non hai sete. Ora so che è vero. Ripenso agli anni in cui eri ancora vivo. Avrei potuto venire a visitarti in qualsiasi momento, ma ho provato invece ad ignorare te e le mie emozioni per te, come un pesce che cerchi di negare l’acqua intorno a sé.

Quell’acqua mi è stata dolorosa, ovviamente. La breccia nel mio cuore dove una volta c’eri tu sembra cresciuta giorno per giorno fino a minacciare di ingoiarmi, senza lasciarsi niente dietro se non un guscio vuoto.

“Ma cos’hai che non va?” ho continuato a chiedermi. “Hai una bellissima moglie, una figlia adorabile, una bella casa e una bella macchina, e un buon lavoro rispettabile.” Sarebbe abbastanza per chiunque, ma più me lo dico, più sono costretto ad ammettere che il mio problema è stato quando ho perso te, la sola persona che amavo più della vita stessa.

Ho realizzato allora che avevo riposto troppa importanza in questa società, e in quello che mia madre si aspettava da me. Non so perché, ma mia madre ti ha sempre odiato.

Ho provato a vivere una vita perfetta, normale, quella in cui un uomo mette su casa, moglie e bambini, e in cui non è contemplato innamorarsi di un essere dalla pelle verde e con le antenne proveniente da un altro pianeta.

Quando te ne sei andato, tutto quello che sapevo era che mi mancavi così tanto che non mi importava più di cosa era normale. La verità è che non mi sei mancato davvero fino a quando non te ne sei andato per il bene di tutti, e peggio di tutti; e non ho mai avuto la possibilità di dirtelo. Ero troppo accecato dai pregiudizi di mia madre e dalle aspettative di normalità della società per andarti incontro e dirti, “Piccolo, io ti amo.”

________________________________________________________________________________
Non so in che giorno è stato quando le nuvole nere cominciarono ad apparire in cielo, sebbene supponga che fosse circa un anno dopo che il Dr. Gelo e il Dr. Mew avevano aperto un passaggio tra l’Inferno e la Terra nel disperato tentativo di prendersi la loro vendetta. Naturalmente, non ottennero altro che farsi uccidere di nuovo dalle loro stesse creazioni, e, come scoprii più tardi, danneggiare seriamente il continuum spazio-temporale.

E così, esattamente un anno dopo (o almeno credo) che il buco di distorsione che avevano creato era apparso nel cielo, quelle piccole nuvole nere iniziarono ad apparire e sparire nel corso di una settimana circa.

Qualcuno ne aveva parlato a Dende, il guardiano Namecciano della Terra. Apparentemente si era guardato attorno con fare nervoso, annunciando che erano solo innocui effetti collaterali degli esperimenti dei due dottori, e che sarebbero sparite col tempo, prima che chiunque fosse andato a vederlo realizzasse che non avrebbe ottenuto nient’altro da lui e se ne andasse, ignorando il fatto che Dende sembrava sudare con preoccupazione.

Qualche giorno dopo che le nuvole avevano cominciato a formarsi, ci ritrovammo tutti alla Capsule Corporation, per presenziare a una delle famose rimpatriate di Bulma. Durante l’anno o più trascorso, ero riuscito mandare avanti la mia vita ragionevolmente bene, ma non riuscivo ad essere me stesso quel giorno. L’assenza di un certo qualcuno con la pelle verde e rosa mi prendeva troppo. Proprio quando pensavo di poter continuare bene senza di te, mi sono riscoperto a sentire la tua mancanza.

Mi appoggiai a una finestra ed osservai una nuvola particolarmente grande e scura rotolare attraverso il cielo.

“Papà, va tutto bene?” la voce della mia figlia di otto anni fluttuò fino a me. Guardai in basso per vedere il suo viso preoccupato scrutarmi. Sa essere davvero adorabile certe volte.

“Sto bene,” le assicurai, ma lei non si fece ingannare, così come tutte le altre persone nella stanza.

“Avanti; dicci,” disse il mio fratello minore Goten dalla poltrona in cui sedeva. “Sei stato giù per tutto il giorno, Gohan. Che succede?”

“È solo…” cominciai, guardando le facce in attesa attorno a me; non ero nemmeno sicuro di voler dire alcunché. Una volta diventato grande avevo realizzato che ero il solo, a parte forse mio padre, che si preoccupasse realmente di te. In effetti ero probabilmente l’unico che sentisse la tua mancanza a quella riunione.

“Questa è la prima volta che ci incontriamo tutti alla Capsule Corp da quando…” presi un lungo respiro. “Da quando Piccolo è morto.”

Non menzionai il fatto che sin da quando avevo raggiunto la pubertà e avevo realizzato che avere una cotta per te non era del tutto normale, le nostre riunioni erano praticamente le uniche volte in cui potevo vederti e parlarti senza sentirmi strano o colpevole. Naturalmente poi mi mancavi; mi mancavi come a un pesce manca l’acqua.

“Ti manca ancora, eh?” mi chiese Goten, mostrandosi più comprensivo di quanto mi sarei aspettato. Mio fratello non ti ha mai conosciuto bene quanto me, ed era troppo giovane per ricordare tutto il tempo che tu ed io abbiamo passato insieme quando lui era bambino.

Annuii in silenzio, e fui sorpreso quando sentii uno sbuffo provenire da un altro angolo della stanza.

“Ormai è morto da più di un anno, Gohan,” mi sbeffeggiò mia madre. “Penso proprio che dovresti andare avanti con la tua vita.” La fissai incredulo. Persino Pan, che ti aveva incontrato solo poche volte, sapeva che tenevo a te abbastanza da permettermi di essere ancora afflitto. Fui ancora più atterrito quando continuò. “Comunque proprio non so perché ti manchi così tanto,” disse. “Era un mostro che non ha mai fatto altro che distrarti dai tuoi studi.”

Onestamente non potevo credere che avesse detto una cosa del genere. Le sue parole mi fecero infuriare al punto che mi ritrovai a dover trattenere il mio livello di energia per paura di danneggiare qualcosa.

“Mamma,” dissi, semplicemente e freddamente. Sapevo di essere sul punto di piangere, ma sapevo anche di doverlo tirare fuori. Dovevo dirlo. “Piccolo mi ha salvato la vita più volte di quante possa contare, e ora si è sacrificato per darci la possibilità di vivere in pace. Non parlare mai più di Piccolo in quel modo.”

Con questo, uscii furiosamente dalla stanza, sapendo che avrei iniziato a piangere non appena varcata la porta. Collassai contro il muro e cercai di fermare le lacrime che mi scorrevano sulle guance. I grandi non piangono, e inoltre, tu odiavi quando piangevo.

La porta si aprì, e mia madre venne fuori, in apparenza un po’ scossa. Non penso di essermi mai imposto su di lei così prima di allora.

“Gohan, ascolta,” disse piano.

Probabilmente voleva scusarsi, ma io ero troppo frustrato con me stesso e con quello che aveva appena detto, e non volevo proprio ascoltarla.

“No mamma, ascolta tu,” dissi, fissandola lo sguardo di sfida migliore che riuscii a trovare. “Tu hai sempre odiato Piccolo! Non gli hai mai dato una chance! E a causa tua io ho passato la maggior parte della mia vita a negare chi ero e chi amavo, tutto perché non volevi che la gente dicesse che tuo figlio è gay! Beh, indovina un po’? Sono stanco di negarlo, sono stanco di cercare di essere normale, e sono stanco di sentirti parlare di Piccolo come se non fosse meglio di un criminale!”

Onestamente non vorrei essere stato al suo posto in quel momento, specialmente sapendo che non appena partita la scenata tutti quanti nella stanza accanto si sarebbero accalcati sulla porta per cercare di ascoltare. Una delle peggiori paure di mia madre si era realizzata: il mio vero io era si era appena espresso.

Conscio solo a metà di quello che era appena successo, volai fuori della Capsule Corp più veloce che potei. Avevo bisogno di allontanarmi da tutti, trovare un posto dove poter scaricare la mia frustrazione e la mia rabbia, e poi collassare in pace. Sapevo dove volevo andare: il deserto dove tu mi avevi allenato quand’ero bambino.

Volai più in alto di quanto facevo di solito, accelerando intorno alle nuvole. Mentre sorpassavo quelle più scure notai che avevano qualcosa di abbastanza strano. Semplicemente non avevano il loro colore. C’era qualcosa in profondità dentro di esse, come quando guardi negli occhi di qualcuno e credi di poterci vedere la sua anima dentro.

Aggirai le nuvole più scure il meglio possibile. Ero sicuro di averle mancate tutte, ma prima di rendermi conto di quanto stava accadendo, mi sentii come se stessi precipitando. La mia vista cominciò ad annebbiarsi, e una stranissima sensazione formicolante iniziò a strisciarmi lungo le braccia e le gambe. Tutti i miei sensi sembrarono oscurarsi di botto, rimpiazzati dalla più straziante sensazione di dolore che avessi mai provato. La sentii distendersi dalla punta dei miei piedi fino alla cima della testa. Chiusi i miei occhi al dolore.

Veloce com’era venuto, il dolore se ne andò. Aprii gli occhi per scoprire che in effetti ero precipitato di qualche metro, e per quello che ne potevo dire, ero probabilmente ancora nello stesso posto in cui mi si era spenta la luce. Guardando sotto di me, vidi i confini del paesaggio desertico verso cui avevo diretto il mio volo.

All’inizio pensai semplicemente di attuare i miei piani originali: trovare un buon posto dove allenarmi e far esplodere qualche roccia; ma poi avvertii qualcosa. Potei sentire un’energia molto forte non molto lontano da dove mi trovavo. Era contaminata dalla presenza di qualcuno che riconobbi essere mio padre Goku.

*È impossibile,* mi dissi. Mio padre era morto con tutti gli intenti e a tutti gli effetti da tanto tempo quasi quanto te.

So cosa starai pensando adesso. Perché mio padre non mi mancava quanto te? La risposta è piuttosto semplice. Mio padre è morto parecchie altre volte prima. Ammettiamolo, le altre volte c’era sempre stata almeno una piccola possibilità di riportarlo in vita con le Sfere del Drago, ma la verità rimane; me ne sono reso completamente insensibile. Mio padre c’è o non c’è. Ho imparato a convivere con la differenza.

Tuttavia, non potevo fare a meno di essere curioso. Volai immediatamente nella direzione da cui proveniva l’energia.

Mentre mi avvicinavo potei avvertire che c’erano altri due esseri molto potenti con mio padre. Uno di loro pensai fosse Vegeta. L’altro aveva un’aura simile alla tua. Potevo anche sentire che c’era qualcosa di leggermente diverso nell’energia che inizialmente avevo preso per quella di mio padre.

Le cose divennero sempre più confuse secondo per secondo. Stavo cominciando a chiedermi se non mi fosse accaduto qualcosa di serio quando mi si era oscurata la vista.

Speravo che una volta arrivato alla fonte di quella forza, un po’ della mia confusione sarebbe stata chiarita, ma non ebbi una simile fortuna.

Vidi mio padre e Vegeta in primis. Fluttuavano entrambi a una certa distanza dal terreno, trasformati in Super Saiyan; non insolito. Il fatto è che entrambi ostentavano un’armatura Saiyan completa e una coda, che mi resero ancora più confuso. Non volevo nemmeno pensare a cosa potesse significare il fatto che mio padre apparisse di nuovo come un uomo adulto.

Poi il mio cuore saltò un battito quando seguii lo sguardo dei Saiyan, puntato al suolo. Quando avevo avvertito la terza aura avevo pensato che la dissomiglianza tra le loro forze e la tua significasse che eri un Namecciano, ma là c’eri proprio tu, che ti reggevi un moncherino sanguinante là dove il tuo braccio sinistro doveva essere stato un paio di secondi prima.

Fu allora che realizzai che mio padre stava caricando un attacco; un attacco che era diretto proprio verso di te.

Prima di avere il tempo di chiedermi perché tu stessi combattendo contro i due Saiyan, o di domandarmi cosa stavo facendo, mi ritrovai a planare dritto verso di te. Mi trasformai in Super Saiyan proprio mentre il raggio mi colpiva.

E poi tutto divenne nero.


Nota della Traduttrice
Flamia: Wowow!!! Beh, finora non mi sembra affatto male!! E voi che ne dite? Prima di fiondarmi a tradurre il secondo e tutto l’ambaradan degli altri capitoli, voglio ringraziare sentitamente dei ragazzi e delle ragazze di Manga.it che mi sono vicini e che io adoro:

Stelluna: Ciao bellessa!!! Vai che ce la facciamo!!!
Bluemary: Sei un mito, ragazza! Vedrai che lo conquistiamo il mondo!!!
Crystall: Grazie per sforzarti di leggere tutti i miei obbrobri e le fanfic meravigliose che traduco!
Ika-chu: Una delle ultime arrivate, ma non toglie che sia già una grande amica!!!
Ubi88: T.V.T.T.T.B., amora!!!
Movesconeciapota: Continua a scrivere fic demenziali, mi raccomando!
Morlun: Il primo e unico che abbia mai commentato “Canto Fatale”… grazie!!! Y__Y
Iulia: Grande scrittrice e grande amica!
Erikuccia: Non ci sentiamo da un po’, ma ciò non toglie che sia sempre mitica!
Venalia: Grande scrittore, molto sympa!!!
Ghost Rider: La sento solo sul forum, ma la trovo una grande!
Dark Horus: Un mega salutone, pigraccio! ^-^
Giot92: Scusami un mare se ti ho trascurato! Perdonooo!!! ç__ç
Riuet: Mia amicona dalle medie… mi ha fatto scoprire il sito, quindi prendetevela con lei!

E inoltre saluto tutti quelli che ho scordato di citare e che mi hanno incontrata sul loro percorso di fanfictionari o meno, ringrazio tutti coloro che mi hanno commentato e/o continuano a commentarmi, e faccio i miei complimenti a tutte le autrici e gli autori delle fanfic che pesco dai siti in inglese!!!

Scusate, ma proprio dovevo… beh, al prozzimo chappy!!! Byessssssssss!!!!!!!!



 
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VOTO: (0 voti, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
Rif.Capitolo: 14
cinanzon
09/11/11 22:18
ma non continua?
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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