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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SOLITUDINE
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: lady-lucky galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/07/2005 15:11:43 (ultimo inserimento: 23/12/05)

a volte i sogni possono essere strani proprio come il mio..chi ha voglia di sognare lo legga^^
 
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LA PISCINA
- Capitolo 1° -

Penso che il tempo impiegato a leggere questa fic non sia buttato via e se lo sprecherete qua, mi fareste molto contenta. Certo, non è la prima volta che scrivo una ff, ma mi sembra quasi che lo sia per il solo fatto che è insolita e.. e molto inquietante! Diciamo che l’ho tirata fuori da un mio sogno, o meglio incubo, e molti aspetti della protagonista combaciano coi miei appunto perché ho deciso di farmela assomigliare. Ha un finale triste e non pretendo che piaccia a tutti; dipende dai vostri gusti cari lettori, quindi buona lettura(^_^)!!!!!!!!!!! Ah, dimenticavo: mi scuso in anticipo per i vari errori che potreste incontrare e non fermatevi ai primi capitoli. È bella, ve lo assicuro..

I capitolo: LA PISCINA
Il sole non era così caldo da spaccare le pietre, ma abbastanza che Lena e gli amici erano andati in piscina.
Sostava con il suo bikini rosso al bar sotto un ombrellone, mentre si gustava una granita alla menta.
Mike: “Scusi, vorrei un ghiacciolo.”
Al bancone, un ragazzo castano con due occhi color nocciola, frugava nel portafoglio alla ricerca di spiccioli per pagare l’acquisto che avrebbe fatto.
Commessa: “Si,che gusto preferisce?”
Il ragazzo guardava Lena con fare interrogativo e le domandò : “Ehi, scusa..”
Lena: “Si?” Il ragazzo l’aveva distolta dai suoi pensieri…
Mike: “Vedo con piacere che mangi la granita cha hai in mano molto volentieri. È buona?”
Lena lo guarda come se la sua domanda fosse scontata. Certo che era buona, se no non l’avrebbe mica presa.
Lena: “..ehm,certo,è deliziosa..”
Il ragazzo si era già ripristinato davanti alla commessa ordinandole un ghiacciolo alla menta, proprio come il gusto della granita di Lena.
“Che copione sto qua.” Lena pensava parzialmente a ciò che era successo anche se il comportamento del ragazzo l’aveva molto incuriosita, ma le amiche non le lasciarono il tempo di meditare che subito la chiamarono per andare a fare l’ultimo bagno. Anche il tempo le faceva arricciare il naso: si sta annuvolando il cielo.
Lena: “Federica, lo prevedo solo io cattivo tempo?”
Gessica, la sapientona della comitiva, non si faceva mai gli affari suoi e con aria superba intervenne: “Tutti ci siamo accorti che si è oscurato il cielo,è logica la cosa, non solo tu ci vivi sotto!” Sarebbe andata avanti a parlare per chissà quant’altro tempo, per fortuna era arrivato Giovanni: “Lena dai vieni! Prima che si metta a piovere vorremmo fare un altro bagno..”
Lena: “Giò, non me lo faccio ripetere due volte.. corro!!”
Gessica: “Ci voleva tanto da capire?”
La ragazza col bikini rosso non provava tanta simpatia per Gessica e viceversa, ma non voleva iniziare a litigare e quindi si limitava sempre a risponderle con battutine che la irritavano.
Lena: “Sissignore! Non strilli signore!”
Non aveva fatto in tempo a vedere la faccia dell’amica (se così si può definire) incazzata, che era scomparsa all’entrata della piscina chiusa da una costruzione in legno. Doveva superare le docce fredde per forza, ed erano il suo più grande impedimento nell’entrare.
Lena: “Ehi!!! Su no mi.. (ß dialetto). E’ gelata!!”
Non so come, ma si era ritrovata dal capo opposto alle docce. Un uomo dai lineamenti strani, brutto e dalla carnagione chiara, quasi sull’azzurrino, l’aveva spinta per passare. A lui non faceva differenza l’acqua calda da quella fredda. -strana come cosa-, ma a Lena importava e abbastanza; odiava essere spinta sotto le docce, per di più se l’acqua era gelata!
Giovanni: “Lena a domani mattina..”
Lena: “Bhò, -.-‘ che gente strana che c’è in giro!”
Si era tuffata, ora niente e nessuno la poteva fermare. Era una ragazza con un carattere aperto, che amava divertirsi nella maniera più giusta e limitata alla sua età di 14anni. Vantava di 1.66 di altezza. Non era tanto ma, confronto alla maggior parte della comitiva, si sentiva tra le più alte. Una chioma bruna arrivava fino a metà schiena e i suoi occhi verdi incantavano chiunque. (^__^ modestamente)
Non per forza chi è una pazza scatenata, non può essere sensibile. Lei lo era, e a volte anche scontrosa e irascibile; ma si reputava comunque alla mano e molto simpatica.
Tutti si stavano dirigendo ai trampolini e uscendo dalla piscina ci andò anche lei. Non le avessero mai detto “stai attenta”, che era volata per terra.
Lena: “Osti che male..”
Portando una mano al sedere si rialzò e senza pensarci si mise in coda dietro a Gessica, purtroppo dietro a lei.
Non badava più al tempo da quando era entrata in acqua, ma in quel momento di sosta aveva constatato che era peggiorato e aveva la pelle d’oca!!!
Gessica: “..Lena, peccato che la piscina dei bambini sia quella laggiù!” La ragazza voleva farle pesare la caduta appena fatta!
Lena: “Se ti affretti riesci ad arrivarci prima che la chiudano.”
Infatti mancava poco alla chiusura della piscina e Lena voleva spendere il tempo rimanente a divertirsi ancora un po’. Si era posizionata sul trampolino per effettuare un tuffo di testa (quello a bomba o tutte le cacchiate varie a cui si limitavano gli amici, non le piacevano.. aveva pur sempre la sua dignità da difendere).
..SPLASH..
Si era tuffata, ma…
..ma le sembrava di essersi paracadutata in un mondo del tutto diverso da quello che aveva lasciato un secondo prima. Il cielo era nero e uno strato di nebbiolina si era depositato sulla zona che racchiudeva la piscina. Il punto più inquietante era l’assoluta mancanza di persone. Erano scomparsi tutti.. Con un movimento a rana si portò vicino al bordo, ma non ci pensò neanche ad uscire per poi congelare al freddo; avrebbe aspettato lì.
Aveva le gambe aperte e riuscì così a sentire uno spostamento d’acqua. Un qualcosa di viscido le stava sfiorando il corpo e decise anche di andarle a toccare il punto d’incrocio delle sue gambe: il gesto le provocò un brivido d’eccitazione e per il motivo non si mosse!!
Uno scherzo? Se lo fosse stato, lo era di pessimo gusto.
Un’immaginazione? Può anche darsi.
Si dal caso che nessuno si era fatto vivo. Aspetta… delle sagome erano spuntate dall’acqua, ma la nebbia non le permetteva di focalizzarle bene. Il tempo scorreva e ciò che le passava tra le gambe era vero, concreto, perché stava avanzando e per il suo passaggio obbligava Lena ad aprire sempre più le gambe. Ora la situazione stava diventando troppo pesante e non osava manco guardare in acqua. Una paura da toglierle il fiato si stava impadronendo di lei.
Lena: “Dai, ragazzi, smettetela… uscite fuori”
Nessuna risposta.
Lena: “Basta, mi avete spaventata abbastanza.. vi prego smettetela!!!”
Questa volta era riuscita ad udire un sibilo: lo scroscio delle docce fredde! Quell’atmosfera di angoscia non era più sostenibile. Stava diventando pazza. Un oggetto scuro le si era avvicinato avvolto da una torbida acqua violacea. Almeno così le sembrava. Voleva spostarsi di lì per evitarlo, ma la paura l’aveva bloccata tanto da farle afferrare l’ignoto oggetto. All’impatto risultava morbido, come vellutato, e per non rovinarlo lo sollevò con delicatezza.

Un urlo straziante pervase la zona.
Lena: “ ODDDDDDDIIIIIIOOOOO…. GGGGG GGGESSICA…...!!”
Non riusciva manco a parlare, la voce le tremava. Stava cercando di levarsi LA TESTA DELL’AMICA dalle mani. Era orrenda: i suoi occhi erano stati rimossi dalle cavità oculari, mentre vene e arterie, gocciolanti di un sangue che non finiva più, davano colore a quell’acqua che le stava attorno e pendevano molto visibilmente dal collo. D’istinto volle guardare il “qualcosa” che, sotto alle sue gambe, le continuava a dare tante emozioni!! L’acqua così sporca non le permetteva di visualizzare l’immagine sottostante e con la mano tremante spostò l’acqua circostante altrove:
Lena: “ Ehhhhh??Oo”
Non ci poteva credere. Com’era possibile?? Un essere dalla forma allungata, quasi umana, dalle dimensioni enormi, era nella piscina comunale del suo paesino. Se avesse giocato per un momento con la fantasia avrebbe detto che si trovava davanti a uno squalo enorme, unico nella sua specie, ma non le era permesso vaneggiare. Quella specie di pesce la guardava come da dire “sei in trappola bella” e, non si sa come, un sorrisino si formò sul muso del bestione.
Lena: “MADDONA MIA…”
Doveva andarsene, e come?? Per prima cosa si sbarazzò della testa dell’amica e, in secondo luogo, mettendo un piede sul dorso del pesciolone, si diede la spinta per uscire dalla vasca. Si era diretta fino alle docce fredde. Non le aveva mai attraversate con tanta normalità prima d’ora. L’essere era tornato in superficie e stava per uscire anche lui. Come cacchio era possibile una cosa del genere?? Lena ora non si poneva tanti interrogativi, la sua parola chiave era: CORRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!
L’ignoto amico di emozioni di Lena era riuscito ad uscire e le pinne si stavano mutando in braccia umane. Stava cercando di camminare, ma riusciva solo a strisciare a terra come la ragazza di “The Grudge”.
Panico, paura, ansia.. di tutto e di più!!!
Quel tempo tetro condizionava alla gran più bella lo stato d’animo di Lena.(Lettori, mettetevi nei suoi panni!). Afferra le sue cose e si dirige negli spogliatoi che si trovavano subito dopo aver percorso delle scale, sotto alle piscine coperte in una zona chiusa e non all’aria aperta. Appena entrata chiuse la porta e, fermandosi in un camerino, cercò in tutta fretta di cambiarsi per poi scappare dal quel luogo omicida.

 
Continua nel capitolo:


 
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