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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: ICE CREAM
Genere: Fantascienza
Rating: Per Tutte le età
Autore: kia-hikotaru galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/07/2005 17:22:24

prima fic scritta dopo il depression time... spero che vi piaccia ^____^
 
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CAPPY UNICO
- Capitolo 1° -

ICE CREAM


*Avrebbe chiesto solo
un attimo di pace.
Avrebbe chiesto solamente di ascoltare ancora
un filo suo di voce
che dice
me ne vado piano piano piano piano.
Tu prendimi la mano,
io parto e non ti porto con me.
D'ora in poi, pensa solo a te.
Avrebbe chiesto solo
di perdere un po' i sensi...*

Voleva soltanto non essere stato così impreparato.
Voleva soltanto aver avuto la possibilità di dimenticarlo prima.
Voleva soltanto che gli avesse detto "me ne vado, non ci vedremo più, non pensarmi, sparisco per sempre dalla tua vita in questo preciso istante".
Ma niente di tutto questo era successo, lui l'aveva lasciato così, senza una parola, un saluto, un preavviso, niente.
Era sparito all'improvviso, come un mucchietto di sabbia sparisce durante una folata di vento, come l'amore che provava per lui non avrebbe mai potuto fare.
Voleva soltanto poterlo dimenticare.
Ma nemmeno questo gli era concesso...

*Sarebbe stata sola,
dispersa tra le stelle.
Oppure dio l'avrebbe messa a vivere in compagnia
delle anime più belle.
Cadere stanca, ormai stremata, tra le braccia
degli angeli più attenti
che dolci la raccolgono
e disattenti tendono la mano*

Aveva trovato tanti amici e l'amore, dopo un periodo lungo e buio, in cui l'unico sole era il suo Bey Blade...
L'unica ragione di vita...
Ma poi il sogno era crollato come un castello di carte, il suo angelo se n'era andato...
Certo, erano rimasti gli altri, angioletti buoni e premurosi nei suoi confronti, ma...
Niente avrebbe mai potuto sostituire quell'angelo di fuoco che si era prepotentemente impossessato del suo cuore...
Nessun aiuto sarebbe potuto essere più utile e ben accetto del suo...
Nessun abbraccio lo avrebbe confortato quanto poteva uno dei suoi...
Dolci, caldi abbracci che la vita e il destino, tessendo la tela della sue esistenza, avevano deciso di negargli...

*Ed io che ascolto ancora,
e sempre ci ripenso
al camminare morbido, al tuo affetto regalato,
avvolto nel silenzio.
Risento flebile il candore tenero che scorre ancora
geloso nella mano.
E 13 anni scappano
perché la vita è un attimo*

E nemmeno gli concedevano di dimenticarlo.
Le passeggiate con lui, il suo dolcissimo affetto silenzioso, i suoi taciturni discorsi, gli sguardi così significativi...
Era tutto scolpito nella sua mente, nel suo cuore, ogni attimo inciso a ferro e fuoco nel suo cuore, non l'avrebbe mai dimenticato.
"Amore..." sussurrò, tristemente, appoggiando la fronte alle braccia incrociate sul davanzale, mentre le ultime goccioline di pioggia scivolavano silenziose sul vetro, andando poi a morire sul terreno, ricongiungendosi con le loro simili.
La pioggia lo metteva di malumore, gli ricordava il giorno in cui lui se n'era andato.
Perché pioveva quel giorno, e anche in quelli successivi.
Non aveva smesso per una settimana, dopo la sua inaspettata partenza sembrava essersi scatenato il diluvio universale...
O, più semplicemente, il tempo rispecchiava lo stato d'animo del povero giapponese, e le nuvole si comportavano esattamente come i suoi occhi.
Fiumi e fiumi di gocce di pioggia per fiumi e fiumi di lacrime.
Fiumi e fiumi di lacrime per fiumi e fiumi d'amore.
Fiumi e fiumi d'amore per... nulla.
Nulla, era questo ciò che aveva ottenuto amandolo.
Niente.
Non era riuscito a dichiararsi.
Non aveva avuto una dichiarazione.
Niente, non aveva avuto niente.
Solo tanto, tantissimo dolore...
E una grande felicità ogni volta che le sue labbra si piegavano in uno splendido sorriso, che riservava solamente a lui...
"Kai..."

**Ripenserai agli angeli
Al caffè caldo svegliandoti
Mentre passa distratta la notiza di noi due.
Dicono che mi servirà
se non uccide fortifica
mentre passa distratta la tua voce alla tivù
tra la radio e il telefono risuonerà il tuo addio
Di sere nere
che non c'è tempo
e non c'è spazio
e mai nessuno capirà.
Puoi rimanere
perché fa male
male
male da morire senza te.**

Forse gli pensava in quel momento.
Forse si stava svegliando, non aveva idea di come funzionasse il fuso orario.
Forse Yuriy scherzava di lui e di quello che Takao non aveva mai definito un "loro".
Forse Kai si era reso conto di quanto lo avesse fatto soffrire.
O forse le sue erano solo stupide congetture, forse il russo si era completamente dimenticato di lui, dei Blade Breakers, molto probabilmente aveva trovato qualcuno con cui dividere la propria vita, magari proprio Yuriy, era un ragazzo meraviglioso...
Perché se n'era andato?!
Perché l'aveva abbandonato?!
Perché non aveva detto nulla?!
Non un avviso, un messaggio, un segno...
Niente!
Li aveva lasciati così, di punto in bianco, sparendo tra le gocce di pioggia.
E tra le gocce di pioggia del Giappone non sarebbe mai più tornato...
La sua lontananza lo faceva soffrire così tanto...
Anche gli altri ci stavano male, ma nessuno di loro quanto lui.
Nessuno di loro l'aveva amato.

**Ripenserei che non sei qua
ma mi distrae la pubblicità
tra gli orari ed il traffico,
lavoro e tu ci sei.
Tra il balcone e il citofono
ti dedico
i miei guai
Di sere nere
che non c'è tempo
non c'è spazio
e mai nessuno capirà.
Puoi rimanere
perché fa male
male
male da morire senza te.**

Nessuno di loro passava ogni attimo pensando a Kai.
Nessuno di loro pensava ogni secondo a come sarebbe stato bello vederlo ricomparire sulla soglia.
Nessuno di loro immaginava di poter ancora sfidare il suo Bey perfetto, il suo Dranzer.
Nessuno, nessuno di loro soffriva quanto lui, nessuno poteva immaginare quanto grande fosse la sua sofferenza.
"Kai..."
Ogni volta che lanciava Dragoon gli tornavano in mente le sfide col russo.
Ogni volta che usciva di casa gli tornavano in mente le passeggiate col russo.
Ogni volta che mangiava un gelato gli tornava in mente quella gelateria dove andava col russo.
Ogni volta che respirava gli tornava in mente quando lo faceva col russo al suo fianco.

**Ho combattuto il silenzio
parlandogli addosso
e levigato la tua assenza solo con le mie braccia
e più mi vorrai
e meno mi vedrai
e meno mi vorrai
e più sarò con te
e più mi vorrai
e meno mi vedrai
e meno mi vorrai
e più sarò con te con te con te
lo giuro...
di sere nere
che non c'è tempo,
non c'è spazio,
e mai nessuno capirà...
puoi rimanere
perché fa male
male
male da morire senza te.
Senza te.**

Era sempre là, imperterrito nei suoi pensieri e per quanto avesse cercato di scacciarlo non c'era riuscito.
Non era abbastanza forte, o forse semplicemente perché non voleva farlo DAVVERO.
Forse perché Kai era la cosa migliore che gli fosse mai capitata, e non voleva dimenticarlo.
Forse perché nessuno dei suoi compagni lo ricordava nel modo giusto, e non voleva venisse dimenticato, in fondo lui era la persona più importante della sua vita...
Se n'era andato quando più aveva bisogno di lui, ma l'aveva accettato.
Kai non sapeva dei suoi sentimenti.
Non l'avrebbe mai saputo...
"Amore mio... Kai..."
Un timido sole fece capolino tra le nuvole, illuminando un ciuffo di capelli del giapponese.
Takao alzò lo sguardo umido, fissando gli alberi del giardino.
I raggi di sole illuminavano le goccioline d'acqua, sembravano tante piccole pietre preziose.
Un sorriso triste si dipinse sul suo volto quando vide, vicino al laghetto, che si era creato un piccolo arco di sette colori.
Un piccolo arcobaleno tutto per lui.
Fino a due anni prima, anche qualcosa in meno, si sarebbe messo a urlare di gioia, ma non ne aveva proprio voglia.
Aveva perso quella grande allegria che lo caratterizzava, che serviva però fondamentalmente da maschera per il suo dolore.
Ma adesso la maschera s'era fatta troppo pesante, ed era stato costretto a toglierla e chiuderla nello sgabuzzino.

***Un po' mi manca l'aria che tirava,
o semplicemente la tua bianca schiena...
nananana...
e quell'orologio non girava,
stava fermo sempre, da mattina a sera.
Come me, lui ti fissava.
Io non piango mai per te,
non farò niente di simile,
no, mai... nononono...
sì, lo ammetto,
un po' ti penso penso
ma mi scanso
non mi tocchi più...
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare,
credere di stare bene quando è inverno e te
togli le tue mani calde,
non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose,
nananana...***

L'aveva tolta e gettata via perché il dolore s'era fatto troppo forte, non riusciva più a soppiantarlo col suo inguaribile ottimismo.
Gli mancava troppo.
La sua pelle cerea, i suoi pozzi scarlatti, i suoi capelli di seta, il suo bellissimo sorriso...
Gli mancava non poterlo fissare per ore, come era solito fare.
Gli mancava non poter piangere perché lui era sempre lì a consolarlo, a stringerselo al petto e rassicurarlo.
Gli mancava dovergli pensare senza potersi specchiare nei suoi splendidi occhi.
Gli mancava tutto di lui, qualunque cosa.
E qualunque cosa avrebbe dato, anche la sua stessa vita, pur di riaverlo con sé.
E qualunque cosa facesse non serviva a distoglierlo da quel pensiero.
Kai sarebbe tornato.
Non lo aveva confidato a nessuno, gli sembrava stupido.
In fondo era inutile parlare, sapeva che non sarebbe mai accaduto.
In fondo Kai l'aveva lasciato.
In fondo le mani calde del russo non l'avrebbero mai più toccato.
In fondo era cresciuto, era grande, ormai.
In fondo al cuore lo sapeva che non sarebbe tornato.
Ma quel pensiero se lo teneva stretto.
Era la sua ultima e unica speranza...
Se ne avesse parlato...
Se avesse sentito la propria voce sussurrare quelle parole...
Ne avrebbe capito la stupidità...
E l'irrealizabilità...
E sarebbe stato molto peggio...


***Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale,
che anche se non valgo niente
perlomeno a te ti permetto di sognare,
e se hai voglia anche di farti camminare,
scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare,***

Diede un calcio a una lattina vuota che rotolava lì accanto, una folata di vento freddo gli scompigliò i capelli argentei mentre la sua mente era rivolta altrove.
Precisamente i suoi pensieri erano tutti per un certo ragazzino.
Un tipetto allegro e solare, che aveva fatto breccia nel suo cuore di ghiaccio, facendogli capire che nonostante tutto avrebbe potuto spiegare le sue ali e tornare a volare.
Che gli aveva fatto capire che qualcosa la valeva anche lui.


***Ma vuoi dirmi come questo può finire?
Non me lo so spiegare...
io non me lo so spiegare...
La notte fonda e la luna piena
ci offrivano da dono solo l'atmosfera,
ma l'amavo e l'amo ancora.
Ogni dettaglio è aria che mi manca,
e se sto così sarà la primavera...
ma non regge più la scusa, no...***

Stavano così bene insieme...
Kai era felice, almeno all'apparenza...
Forse non lo era abbastanza, forse gli mancava la sua amata Russia, era fedele alla sua terra, la amava con tutto se stesso, forse sentiva il bisogno di tornarci.
Eppure...
Non sembrava, non dava l'impressione di essere infelice.
Però era tipico di Kai mostrarsi diverso da ciò che era veramente.
Sospirò tristemente.
Tutto ciò che vedeva glielo ricordava.
Sarebbe andata avanti così per tutta la sua vita?
Sperava di no...
"Takao?"
Rei.
"Mh?"
"T-ti va di..."
Era timoroso, temeva che l'amico potesse scoppiare a piangere.
Era così triste ultimamente...
"Di?"
"Andare a mangiare un gelato...?"
"Uh... ok..."
"Bene, ti aspettiamo"
"A-an"

****Sarà foschia
ben oltre la marea
sarà o no
il tempo per noi.
Che parlo con Dio
solo se ascolti tu
e sì, te lo dirò,
in qualche angolo a Temple Bar.****

Camminavano per le strade assolate della città, scansando le pozzanghere in cui, invece, tanti bimbi si divertivano a saltare, bagnandosi da capo a piedi e scatenando le ire dei genitori, soprattutto madri.
Takao stava un po' indietro rispetto a Max e Rei, come sempre.
E come sempre i suoi pensieri erano tutti per lui.
Un gelato...
Gli venne in mente quella gelateria alla fine del parco, era isolata, nascosta da un filare di alberi, erano pochi a conoscerla.
Lui e Kai erano tra questi.

°*°Flash back°*°
"Kai, dove andiamo?"
"Aspetta e vedrai..."
S'erano infilati nel parco, sgattaiolando come due ladri tra le siepi, il russo lo stava portando verso un lungo e folto filare di alberi.
"Vuoi passare attraverso?"
"Sì" rispose lui, avvicinandosi a una pianta piuttosto bassa, scostandone un paio di rami e permettendo al giapponese di vedere un'apertura.
"Prego..." disse, con mezzo inchino, Takao gli sorrise.
"Ahiu... dannati rametti >.<" si lamentò, mordicchiandosi il polpastrello dove si era tagliato.
"Fa' vedere..." fece il russo, prendendo la mano di Takao tra le sue, osservando il taglietto.
Avvicinò il viso al dito, il giapponese avvampò, cercando di convincerlo che andava tutto bene.
"K-Kai..." Il russo lasciò un bacetto sul dito, sorridendo poi a Takao.
"Niente che un bel gelato non possa guarire ^_^" sentenziò, il moro notò una macchiolina rossa sulle sue belle labbra, d'impulso allungò un dito.
Ci passò il pollice sopra, mentre Kai lo guardava un po' perplesso, raccogliendo il sangue e portandosi poi il dito alla bocca, arrossendo e sorridendogli.
"Dov'è questo gelato? *_*" disse, sciogliendo la tensione, il russo sorrise di nuovo, indicando un chioschetto alle sue spalle.
"Lì" disse, precedendolo.
°*°End flash back°*°

Era così bello andare lì...
Quasi sempre erano soli, quando c'era qualcuno si allontanavano, il russo non amava molto la compagnia, a meno che non si trattasse di Takao.
Una passeggiata con lui era sempre bene accetta.
Takao sentì una lacrima scivolargli lungo la guancia mentre si addentrava nel parco senza nemmeno accorgersene, seguendo lentamente i passi del cinese e dell'americano.


****Solo per noi
da Grabson a Bonkwai
ricorderai il tempo in cui ti amai.
Che piango con Dio
e lo racconterò
quando ritornerò con te a Temple Bar.
Stringendoti un po'
come allora a Temple Bar.****

Chissà che stava facendo...
Calciò l'ennesima lattina, però poi si chinò a raccoglierla, gettandola in un cestino, ci teneva che quel parco rimanesse pulito.
Scostò i soliti rami, chinandosi per poter passare, o era lui ad essere cresciuto o l'albero si era abbassato.
Sospirò a mezza voce, scompigliandosi i capelli, cercando un po' di soldi.
Percorse quell'ultimo tratto di strada guardando nostalgicamente i tronchi d'albero tagliati alle spalle del chiosco color crema dov'erano soliti sedersi a chiacchierare.
"Ciao, Dorothy... il solito..."
Osservò la donna infilare la paletta nel contenitore del gelato al cioccolato e poi in quello al melone, poi voltarsi e mettere un po' di panna.
"Ecco a te, Kai" disse, con un sorriso, mentre il ragazzo le porgeva i soldi.
"Grazie..."
Si sedette al solito posto, immaginando come sarebbe stato tenerlo ancora stretto tra le braccia, lì, come quando piangeva...
Come sarebbe stato parlargli ancora...
Come sarebbe stato potergli dire tutto quello che aveva provato in quel mese...
Come sarebbe stato... rivederlo.
Come avrebbe reagito...
Probabilmente male.
Se n'era andato senza dire nulla.
Ma non voleva incrociare il suo sguardo ancora una volta, se l'avesse fatto di sicuro non sarebbe stato in grado di lasciarlo.
E doveva farlo.
Yuriy...
Stava male...
E aveva bisogno del suo sostegno...
Anche Takao, certo, però il rossino rischiava di morire.
Era sicuro che il giapponese l'avesse dimenticato, o che forse fosse arrabbiato con lui.
Sospirò di nuovo, mentre due lacrime sogrgavano timide dai suoi occhi, lui le scacciò via.
In fondo... se l'era cercata.
Perché era tornato in Giappone?
Alzò lo sguardo al cielo terso, non lo sapeva.
Aveva sentito come il bisogno di rivedere quella terra.
Gli mancava la sua Russia.
Gli mancava il Giappone.
Gli mancava... Takao...


****E ti ruberò
un lieve ti amo e poi
risentimento, poi sgomento, rabbia e dopo,
dopo il vento
urlandoti
ci pensi più a noi?!
Tra la foschia di Temple Bar...****

Si rese conto di essere al parco solo quando cominciò a calpestare l'erba.
Alzò la testa, asciugandosi la lacrima mentre Rei si voltava verso di lui.
"Ho scoperto una gelateria deliziosa qui... c'è una donna simpaticissima a gestirla, si chiama Dorothy, e fa dei gelati stupendi..." gli disse il cinese, e Takao ebbe un tuffo al cuore.
Dorothy era il nome della proprietaria della gelateria dove andavano lui e Kai...
Chissà se il russo se lo ricordava...
Spostarono i rami, Takao vide un pezzetto di stoffa viola tra le foglie.
Lo prese, apparteneva a una maglietta.
Il viola...
Kai adorava quel colore, aveva molte maglie viola.
Istintivamente se lo avvicinò al viso, percependo uno strano odore.
Era familiare...
Si mise in tasca la stoffa, accellerando al seguito dei due compagni.
"Salve, ragazzi, cosa posso darvi?" disse la donna, con un sorriso caldo.
"Per me... un cono vaniglia e cioccolato" fece Rei, lei eseguì in fretta e con abilità, il cinese le porse i soldi e si scansò, per permettere ai compagni di ordinare.
Takao stava appoggiato con la schiena al chioschetto, sapeva perfettamente cosa prendere.
"A me invece... limone e fragola, con un po' di panna"
"Panna sul limone? Max, è orrendo!"
"No, invece è buonissimo... grazie..." Dorothy si rivolse a Takao.
"E per lei inve... oh, Takao! Come stai? E' parecchio che non ti si vede da queste parti ^__^"
"Sì... per me il solito, grazie, Dorothy..." sussurrò, tristemente, mentre lei annuiva, sorridendogli, guarnendo il cono con gelato alla nocciola e stracciatella.
"Grazie..." bisbigliò, prendendo il cono.
"Ehi, Takao, perché non andate dietro?" fece lei, sorridendo, ammiccandogli.
"Oh... non so... forse... dopo..." disse, distrattamente.
Non aveva proprio voglia di andare su quei ceppi, gli ricordavano troppo il suo amato Kai.
Mangiarono il buonissimo gelato su una panchina, Takao rimase zitto tutto il tempo, gustando quel sapore ricordando ogni volta che l'aveva assaggiato con Kai.
"Takao, sei già venuto qui?" gli chiese Rei, pulendosi le labbra con un tovagliolino.
"Mhmh... con Kai..." aggiunse, e i due compagni evitarono di fargli altre domande.
Max scambiò un'occhiata preoccupata col cinese.
Takao ci stava davvero male...
Vide Rei spalancare gli occhi mentre osservava il chiosco, seguendo il suo sguardo vide una figura alta e slanciata avvicinarsi al bancone.
Aveva folti capelli d'argento, che splendevano sotto il sole con un'intensità pazzesca, e indossava una maglia viola a mezze maniche, un jeans scuro largo e un paio di scarpe viola (Converse *Q* ndKia) (ancora?! Ma sei fissata con 'ste converse! Oo ndKai) (le adoro *_* ndKia).
"Oh-my-God" sussurrò (quello lo dico io >O< ndRiyoYagami).
"Takao?! Mi andresti a prendere un fazzoletto?!?? ^^''" fece il cinese, a voce alta, staccando Takao dai pensieri tristi.
Il giapponese borbottò qualcosa, però si alzò, andando verso il chiosco a passo lento.
"Dorothy... mi daresti un fazzole-" si bloccarono entrambi.
Due cuori, doppio rischio d'infarto.
Due paia di occhi, due sguardi increduli.
Due bocche, due sorrisi.
Due ragazzi, un unico sentimento.
"Kai...??"
"Takao...??"
Si voltarono di scatto uno verso l'altro, Takao sgranò gli occhi, Kai fece altrettanto.
Il russo sorrise, anche il giapponese.
Il moro gli si gettò tra le braccia, l'albino lo strinse forte.
"Cucciolotto mio... come stai...?" gli chiese, all'orecchio.
"Adesso... benissimo..." rispose, stringendosi a lui di più.
Kai sollevò un braccio, facendo segno a Dorothy di preparare due gelati.
"Andiamo... di là?" sussurrò, Takao annuì, aggrappandosi al suo collo.
"Argh... piccolo... pesi OO''" fece il russo, chinandosi per passargli un braccio dietro le ginocchia, vedendolo arrossire.
"Sto scherzando..." sussurrò, baciandolo sulla fronte, prendendolo in braccio.
Takao si strinse a lui di più, prendendo i due coni gelato dalle mani di Dorothy, sorridendo mentre il russo camminava verso il loro solito posticino.
Rei e Max si sorrisero, seguendoli a distanza.
Kai si sedette, notando due sagome sbucare dall'altro lato.
"Rei! Max! Ci siete anche voi!" esclamò, prendendo il gelato da Takao, che stava appollaiato sulle sue ginocchia.
"Eh già" fece Rei, prendendo posto sul ceppo di fronte al russo.
"Mh... buono..." sussurrò Kai, assaggiando il proprio gelato.
"Mhmh..." concordò Takao.
Ovviamente i gusti non erano gli stessi.
Per Kai mela verde e vaniglia, per Takao cassata e fiordilatte.
"Kai-chan... posso assaggiare?" chiese, accennando al suo gelato.
Kai annuì, sorridendo, avvicinandolo al suo viso.
Takao si sporse, socchiudendo le labbra, e il russo ebbe un lampo di genio.
Avvicinò a sua volta le labbra al gelato, con gli angoli della bocca riuscì a toccare quella del giapponese, che alzò lo sguardo sui suoi occhi, arrossendo.
Gli passò un braccio dietro la schiena, appoggiando la mano tra i suoi capelli, attirandolo a sé mentre il moro gli faceva spostare il cono.
Rei e Max si sorrisero.
Takao non ci sarebbe più stato male.


OWARI


°_° Ouddiu... siamo sicuri che l'ho scritta io?? E' cossssì pucci *Q* Troppo °.° Uhmmmm sì l'ho scritta proprio io OO Sto diventando brava XD Se adesso il cd di Tiziano Ferro venderà migliaia di copie all'improvviso è tutto merito mio XDD
La canzone tra * = 13 anni
La canzone tra ** = Sere nere
La canzone tra *** = Non me lo so spiegare
La canzone tra **** = Temple Bar
Volevo mettere anche 10 piegamenti ma poi 5 song in una fic erano troppe OO'' Cinque asterischi sono pure brutti >O< Temple bar non mi piace troppo, però ci stava bene... ^_^ 10 piegamenti perché dice "dietro la tua cicatrice che cosa c'è? Una storia brutta o una felice? Bho e allora 10 piegamenti, 10 piegamenti" perciò mi pareva adatta... ma che cacchio poi sì che diventava Tiziano a go-go Oo'' XPPPP Ne farò 'n'altra anzi forse molte altre, ho una lista di songs perfette per la coppia KaiTak ma anche altre persone O_O diventerò un mostro song-fic, questa è la... *apre la cartella e conta* 7^ perché ce n'è una che... come si può perdere una fic?!??? çç siiiiiiiiiiiiiiiigggggh la mia superstiti T__T it's dead ç_ç vabhe... spero che questa fic vi sia piaciuta, a me sì ^O^ è una delle prime fic che scrivo dopo il depression time (durante il quale ho composto robe tipo mother, ti prego perdonami, eccoti... T__T)... mi sono impegnata ç__ç Commentiiiiiiiiiii

 
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