L`INCONTRO
- Capitolo 1° -
Era una fredda notte di agosto. Da quelle parti nell’aria si cominciava a sentire l’odore dell’autunno.
Le strade erano deserte per il forte temporale. Solo un uomo andava vagando in esse. Aveva un lungo mantello nero che lo avvolgeva fino al collo. Andava vagando per il piccolo paese senza una meta. Era solo. Era come se cercasse qualcuno. Una preda.
Infreddolita e spaesata mi avvicinai a lui.
-Mi scusi -dissi avvicinandomi- può aiutarmi?
-Come posso esserle utile fanciulla.- mi rispose con tono cupo.
Non riuscivo a vedere bene il suo volto. Intorno a noi era tutto buio. Agli angoli delle vie vi erano accese delle lanterne. Ma che con il vento e la pioggia si stavano per consumare. All’improvviso però per la stanchezza e per la fame, crollai per terra, perdendo i sensi.
In sogno avevo l’immagine di quel uomo. Appariva strana, perché mi incuteva terrore. Non so era come se celasse un mistero. Un mistero…..cupo.
Al mio risveglio mi trovai in un letto con baldacchino, molto elegante e lussuoso. Ero coperta con delle lenzuola di raso e seta nere. Attorno a me vi erano mobili antichi e raffinati.
D’un tratto si aprì la porta:
-Si è svegliata a quando vedo.- era quel uomo che mi aveva aiutato.
-Si,la ringrazio per avermi aiutata.-
Questa volta fui capace di vedere il suo volto: era un uomo molto affascinante e bello. Aveva i tratti del viso molto fini. Portava capelli castano-biondo appena sulla spalla, e aveva occhi verde acqua profondi. La carnagione era chiara ed era anche molto alto.
-In quell’armadio ci sono dei vestiti, la prego di indossarne uno a sua scelta. Io sarò giù ad aspettarla per cenare- e uscì, chiudendo delicatamente la porta.
Ero rimasta colpita dal suo portamento, ancora una volta elegante e seducente.
Alzandomi aprii l’armadio e vidi una moltitudine di vestiti bellissimi e raffinati.
Mi veniva difficile sceglierne uno, erano tutti veramente belli. Alla fine però mi decisi e ne scelsi uno di raso e velluto verde, con alla fine, dei merletti bianchi. Spiccava con i miei lunghi capelli neri.
Appena uscita dalla stanza, vidi un corridoio lungo e buio. Attraversatolo, scesi una scala che portava all’ingresso del gran palazzo. A destra vi era una porta molto grande e solenne. Pensai subito che quella doveva essere la sala da pranzo.
Apertala vidi subito, quell’uomo seduto a capo di un lungo tavolo, che mi stava aspettando.
-Prego, si accomodi- mi disse
Un maggiordomo mi spostò la sedia e mi fece accomodare, mi servì da mangiare e se ne andò.
Ora eravamo soli io e quell’uomo. Guardandolo bene, mi accorsi che non era poi così maturo d’età, poteva avere una ventina d’anni.
-Mi presento: io sono il conte Kiton Ven Airen.
-Molto lieta, il mio nome è Rea. La ringrazio per avermi aiutato.
-Cosa ti è accaduto?- mi domandò
-I miei genitori hanno perso la vita cinque anni fa, e d’allora vado cercando qualcuno che mi possa offrire un lavoro. Fino ad un mese fa ne avevo uno,….avevo anche una dimora, ma una volta perso il lavoro, il proprietario della casa in cui stavo mi cacciò.
-Ora mangia….o si raffredderà tutto.
-Si….
Era tutto squisito, era da tanto che non mangiavo della carne così deliziosa.
Alla fine della cena mi accompagnò, come buon padrone di casa, nella mia stanza. Quella casa, era cupa arredata con sculture strane che raffiguravano leoni e lupi. Poi appesi nei muri vi erano quadri con i ritratti degli antenati del conte, e alla fine c’era anche lui, come ultimo successore della famiglia Ven Airen.
-Ecco, siamo arrivati nella sua stanza…le auguro di dormire bene.
-Buona notte- risposi io.
Il conte si allontanò nel buio del corridoio dicendo: “Può stare qui finché non trova un lavoro e una casa…”.
Poi il silenzio….. .
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