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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: THE MASK
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: aya-suzuki galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/09/2002 15:33:17

fic breve, introspettiva...patetica e... yaoi
 
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(CAPITOLO UNICO)
- Capitolo 1° -

allora, diciamo che sta fic non è proprio nuova... l'ho scritta poco prima di Better Man. fate un pò voi, quello era il periodo d'ispirazione yaoi. vi avviso che non è nulla di speciale, è una cosa molto semplice ^ ^''

**********
Aya: e seconda yaoi che scrivo. Devo dire che ci sto prendendo gusto ^//^
Passiamo al dovere: naturalmente i personaggi non sono miei ma dell’eccelso Dr.T… però mi sto procurando delle copie dei personaggi… EVVIVA LA PIRATERIA! EVVIVA LA CONTRAFFAZIONE!!


The mask


Il duro parquet lo ammaccò mentre ci si gettò sopra, sfinito.
Esaurito completamente, faceva fatica persino a respirare.
Il pavimento era pregno come una spugna della tensione accumulata in quella partita.
Si girò sulla schiena, puntando gli occhi stanchi contro il soffitto.
Vedeva tutto appannato, vibrante, faceva fatica a mettere a fuoco le immagini.
-No, non facciamo così… devo darmi un tono… non devo lasciarmi andare così…-
Ma non ci riuscì.
Si accoccolò sulle sue ginocchia, scosso da un singhiozzo. Non riusciva a trattenere le lacrime.
Anche se non ci teneva affatto a farsi vedere piangere da tutta quella gente… non riusciva a farne a meno.
I muscoli, provati fino allo stremo, gli tremavano.
*ciaff*
Si schiaffeggiò senza troppa convinzione
-Non devo fare così! Devo darmi un contegno… adesso con onore vado lì… e stringo la mano. A tutti. Sorridendo come sempre.
La mia mascherina tutta sorrisi e belle parole è ancora intatta.
Akira Sendoh non soffre per una sconfitta.
Lui guarda avanti sorridente e pensa che andrà tutto meglio. –
Si alzò in piedi. Barcollò, ma riuscì a mantenersi in equilibrio.
Sospirò.
Chissà come si sentiva lui, in quel momento.
Si voltò verso l’altro lato del campo, e lo vide.
Era scivolato a terra, per lo sconforto.
Aveva appoggiato le testa sulle le ginocchia. Aveva un’aria talmente indifesa…
Respirava con la bocca spalancata, non riusciva a crederci.
Il loro bel percorso, spianato con tanta fatica in tutti quei mesi… si era interrotto.
Tutto era franato e non era possibile andare avanti.
Il potente treno si era arrestato.
Novanta minuti erano bastati ad infrangere il loro sogno.
Addio, campionato nazionale!
Restò ad osservarlo, rimanendo ancora lì in piedi in mezzo al capo da gioco.
Vederlo così abbandonato a terra non lo fece di sicuro star meglio.
Mentre altre lacrime scorrevano sul suo bel viso, passo dopo passo arrivò lentamente da lui.
Si sedette a terra, accanto a lui.
Probabilmente si era accorto del suo arrivo, ma lo ignorò.
Lo sentì singhiozzare.
Non gli era mai capitato di vedere il suo migliore amico in quello stato.
Hiroaki Koshino.
Lui aveva sempre cercato di apparire sempre fermo di fronte a tutto quello che accadeva.
A lui non importava davvero di nulla, e non ci soffriva.
Bè…
Ognuno ha il suo modo di proteggersi.
Akira gli passò un braccio intorno alle spalle, appoggiando la fronte contro la guancia dell’amico, e sospirando.
Un’ennesima lacrima percorse il suo viso, bagnando la guancia di Hiroaki, che finalmente alzò il viso verso l’amico.
Ci mancava solo Akira che piangeva adesso!
Il loro idolo, il loro trascinatore, il loro campione…
Così depresso ed abbandonato.
Non sopportava quella visione.
Voleva dargli un pugno.
Bello forte, che lo risollevasse da quello stato pietoso in cui era piombato, così all’improvviso, sconvolgendolo e amareggiandolo.
Ma sapeva bene che non l’avrebbe mai fatto.
Si chinò su di lui e gli dette un discreto bacio sulla guancia, proprio dove stava scorrendo una lacrima.
“Ti prego Akira, non piangere davanti a me…”
“Sei l’unico con cui voglio piangere, Hiroaki.
L’unico con cui ho il coraggio di gettare la maschera ed essere me stesso. Ti prego, permettimi di farlo…”
“Ma certo”
In quel momento l’arbitro chiamò in centro campo le due squadre, per la bella stretta di mano finale.
“Dai, andiamo ora” disse Hiroaki, passandogli una mano sulla guancia e terminando con un leggero buffetto.
Akira annuì, passandosi una mano sul viso per asciugarsi le lacrime, infine di alzò, subito imitato dall’amico.
Andò in centro al campo e strinse la mano a tutti.
Sorridendo, poggiando in pochi istanti sul suo viso la maschera dell’Akira Sendoh positivo e sportivo.
Quando l’unica cosa che avrebbe voluto fare sarebbe stata piangere.
E magari spaccare qualche mano mentre la stringeva.
Fece quello che dovette fare in fretta.
Con quel bellissimo sorriso di silicone sul volto.
Tutto ok, diceva, siamo comunque soddisfatti di tutti i risultati raggiunti il punteggio l’onore che non è macchiato il valore e blaeblablabla…
Nessuno sapeva l’amarezza che lo prendeva.
Che dietro quella maschera, Akira Sendoh soffriva e piangeva.
Nessuno.
A parte Hiroaki.


Il palazzetto dello sport era praticamente deserto, era rimasto solo Akira, steso su una panchina, nello spogliatoio buio.
La maschera sorridente giaceva afflosciata per terra, tra i suoi calzini luridi e la mitica maglia numero 7.
La maglia del campione del Ryonan.
Sendoh.
Quello sorridente e con i capelli esuberanti.
Ora c’era solo Akira.
Quello senza maglietta, senza numero, con i capelli bagnati e col morale sottoterra.
Improvvisamente, uno squarcio di luce illuminò parzialmente lo spogliatoio.
Un braccio si insinuò nella stanza, accendendo la luce.
Hiroaki entrò nello spogliatoio, aveva ancora indosso la tuta della squadra.
Cercava di sorridere, ed aveva una borsetta di plastica in mano.
“Ciao, Akira… lo sapevo che ti avrei trovato qui!”
“Ciao”
“…Perché sei ancora qui? Vai a casa, riposati un po’, allontanati dalla palestra una volta tanto…”
Il volto di Hiroaki traspariva preoccupazione.
Akira si mise a sedere sulla panchina, passandosi fiaccamente una mano tra i capelli, cercando di sistemarli come meglio poteva, invano.
“Comunque, ho portato qualcosa da sgranocchiare… spero tu abbia fame! Perché io… ne ho parecchia, se non stai attento mangio anche te!”
Akira vide con piacere che Hiro sorrideva. Sorrideva di rado, e questa volta lo faceva per tirare su di morale il suo amico. Si sentì onorato e sorrise di riflesso
“A dire il vero si, ne ho anche io… grazie, Hiroaki!”
“Ma figurati! Scusami tu invece… i miei fondi sono limitati, e non ho potuto permettermi di più di questi cosi…”
Dalla borsetta estrasse un tubo di patatine e un Twix.
“Ahi, ahi… fa male alla linea, poi diventeremo due balenotteri!” scherzò Akira
“Tanto, ormai…” mormorò Hiroaki, abbassando il capo.
Entrambi si rabbuiarono.
“Ah, dio… scusami Akira, non volevo…!”
“Ma no, ma no… hai ragione invece. Affoghiamo il dispiacere nel colesterolo!” sorrise Akira, mentre l’amico si sedeva accanto a lui.
“Ascoltami bene! Sei con me ora. Non con tutti gli altri, quelli che conoscono solamente Sendoh e non sanno cosa provi, aspettandosi tutto da te. Non devi sorridere se non te la senti! E io so bene che non hai molto di che sorridere in questo momento, Aki…”
Il ragazzo più alto sospirò, e fece un piccolo sorriso.
“Invece si, Hiro-kun. Ho te. Tu mi sei sempre vicino e non ti aspetti da me l’inimmaginabile. Mi da un grande piacere sapere che per te non sono il perfetto Sendoh, asso del Ryonan, ma un caro amico con cui passi i pomeriggi a cazzeggiare e nulla di importante… Questo mi fa sorridere eccome!”
Anche Hiroaki sorrise.
“Tu sai sempre cosa dire, eh? …Bè, anche se per me non sei ‘altro’ che il mio migliore amico, io mi aspetto comunque grandi cose da te, sappilo. Perché conoscendoti meglio di chiunque altro, so dove puoi arrivare. Ed è parecchio in alto, credimi…”
“Hiro…”
“Eh?”
“Ti sembrerebbe fuori luogo se ti abbracciassi? Mi stai facendo commuovere!”
“^^’ si, certo…!”
Sendoh, senza esitazioni, si chinò verso l’amico e lo abbracciò.
Lo sentiva molto più sereno rispetto a pochi quarti d’ora prima, alla fine della partita.
Sentiva il suo respiro regolare e disteso, il profumo dello shampoo alla clorofilla che emanavano i suoi capelli, lavati dopo quei novanta minuti di terrore e di palpitazioni…
“Ti voglio bene, Aki-kun!”
Le poche ma estremamente gradite dimostrazioni d’affetto di Hiroaki lo riempivano sempre di gioia.
Anche giorni dopo, quando ci ripensava, si sentiva sciogliere dalla felicità.
“Anche io, tanto!”
Hiroaki infine si staccò dalla spalla di Akira, sorridendo.
Erano rari anche i suoi sorrisi sinceri.
Rari e splendidi.
Akira gli passò le braccia intorno al collo, si portò lentamente vicino al suo viso e lo baciò sulle labbra, con delicatezza ma con decisione.
Era la prima volta che si coccolavano così.
Non sapeva bene come e perché, ma si chiese il motivo per cui non l’avevano mai fatto prima.
Sentì le labbra dell’ “amico” stendersi in un mezzo sorriso, mentre approfittò di quel momento per insinuare lentamente la punta della lingua tra le sue labbra.
Gli era venuto di farlo, e non se ne pentiva assolutamente.
Perché baciare Hiroaki era… non aveva mai baciato così.
In quel momento non pensò a nulla.
Non pensò al motivo per cui gli piaceva così tanto
Non pensò a cosa sarebbe successo dopo
Non pensò al campionato nazionale.
Pensò solamente a stringere forte Hiroaki, per non sciogliere quel momento.
Hiroaki, il ragazzo con cui poteva essere sé stesso, con cui poteva ridere, piangere, frignare, annusarsi i piedi.
Sapeva che non l’avrebbe mai giudicato, che non avrebbe mai preteso nulla da lui.
Che gli sarebbe stato sempre vicino in qualsiasi occasione.
Perché l’amava.

oWaRi…

Aya: fatta anche questa. Miii che corta però!
Aki: corta e stupida! Non hai fatto luce su nulla, e io sembro un drogato!
Aya: drogato di Hiro!
Aki&Hiro: *blush*
Aya: mi chiedo perchè insisto a leggere tante SenKosh e a scriverne pure! Così faccio solo male a me stessa!
Aki&Hiro: a noi non fai male, tranquilla…
Aya: bè, questo mi risolleva… ma come cosa?! Nooo lo so che voi state bene, porcelloni!
Kosh: ma che porcelloni e porcelloni! Se non facciamo nulla tranne che scambiarsi qualche casto bacetto ^//^
Aya: questo quando non vi vedo!
Aki: sei tu la scrittrice… ^^ speriamo che un po’ alla volta…
Kosh: fic dopo fic…
Aki: naturalmente SenKosh dopo SenKosh…
Kosh: …tu acquisisca un po’ di esperienza e ti possa lanciare in un campo un po’ più…
Aya: …schietto.
Aki&Kosh: precisamente.
Aya: …
Aki&Kosh:…
Aya:…ripeto: porcelloni! Corruttori di anime sperdute come la sottoscritta!!
Kosh: ok, lasciamo perdere, stiamo degenerando in un campo non ben definito…
Aya: vi ringrazio di essere arrivati fino a queste ultime righe, e spero che un minimo la mia schifezza quassù sia piaciuta… anche se ne dubito.
See you! ^_-


(ovvio che non sto nemmeno qui a chiedere messaggini al FP, chi volete perda tempo a scrivere commenti su questa merdina qui?!)
 
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