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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: ONLY FOR YOU
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kia-hikotaru galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/07/2005 18:01:40

si è consumato il pulsante ``aggiungi una fanfic`` xpp vabeh lasciamo stare voi leggete and... enjoy yourself if you can!
 
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UNICO CAPPY
- Capitolo 1° -

Ma riekkime! ^__^ Questa fic la sto scrivendo al posto di fare il Trinity X°° Ho fatto filone XDD ehi, avevo 'st'ispirazzzzzione, non riesco a resistere!! Buona lettura!


ONLY FOR YOU


A volte, quando si passeggia per la città, magari da soli, magari nelle strade solitamente frequentate dalle peggiori bande, si ha la sensazione di essere seguiti, che qualcuno ci stia osservando, che stia seguendo ogni nostro passo, ogni nostra azione, ripetendola identica, memorizzandola per chissà quale fine.
Takao provava proprio questa sensazione. Si voltava continuamente, a ogni passo uno scatto del collo, sentiva un formicolio sul collo, segno che c'era qualcosa che non andava. E il suo istinto non lo aveva mai tradito...
La strada che stava percorrendo era molto affollata, quindi era impossibile stabilire se qualcuno di quei passanti fosse passato per le stesse strade...
Ricominciò a camminare, affrettando però il passo.
La veloce marcia che aveva cominciato poco a poco si trasformò in una corsa disperata...
In un inseguimento.
Un ragazzo dai capelli castani, piuttosto lunghi e dall'aria minacciosa cominciò a rincorrerlo, ovunque Takao andasse, qualunque vicolo imboccasse lo seguiva...
Senza neanche accorgersene il giapponese si ritrovò al molo, senza possibilità di scappare altrove.
Il suo inseguitore rallentò la corsa, finché i suoi passi divennero pacati e lenti.
"Calmati - disse Takao - possiamo parlare..." Poi qualcuno gli mise un panno sulla bocca, e lui percepì l'odore del cloroformio.
No, non potevano parlare.


*Accidenti, ma quanto ci mette???* pensò Zeo, stravaccato sul divano, fissando l'orologio appeso di fronte a lui, sopra la televisione.
*Forse dovrei andare a cercarlo... uff, che noia...* L'ex-cyborg si alzò stancamente dal divano, grattandosi la nuca andò di sopra e staccò il cellulare dal caricabatterie, infilandoselo in una tasca del jeans. Quando aprì la porta si trovò a calpestare una busta bianca. Ancora intontito dal sonno (e lui è già ritardato di suo... ndKia) (Kiuzza! ndKai) (scusa ma Zeo proprio non lo sopporto >_< ndKia) (siam in due ^__^'' ndKai) si chinò, raccogliendola. Tornò in casa, per poi aprire la lettera.
Il testo era breve e semplice.
Abbiamo Takao. Se vuoi rivederlo porta 10 milioni di yen (che non ho la più pallida idea di quanto siano al cambio Oo ndKia) al molo 7 giovedì alle 21:30. Non chiamare gli sbirri o il moccioso fa una brutta fine.
*Maledizione*


Kai era nel suo ufficio, guardava il panorama di Tokyo attraverso le grandi vetrate del palazzo. Sospirò, appoggiando la fronte al vetro freddo e fissando la moquette blu scura sotto i suoi piedi.
Quanto avrebbe voluto essere con lui in quel momento...
Quanto avrebbe voluto averlo accanto, poterlo amare...
Ma questo non era possibile, perché adesso il suo cuore era occupato da qualcuno...
"...Takao..." sussurrò, tristemente, premendosi le mani sugli occhi per non permettere alle lacrime di scendere a bagnargli le guance.
Era il presidente di un'importante ditta mondiale, non poteva proprio più permettersi di piangere, di farsi distrarre...
Perlomeno non finché non si fossero risolti tutti i suoi guai.
Guai che, per la maggior parte dei casi, rispondevano al nome Hito Hiwatari.
Nonno Hito.
La sua concorrenza era spietata, ma Kai si era ripromesso di riuscire a soppiantare la Hiwatari SpA, e così sarebbe stato.
Un suono improvviso e acuto lo distolse dai suoi pensieri. Il telefono stava squillando. Afferrò la cornetta, sbottando un "Pronto?" molto svogliato. La voce della sua segretaria gli giunse all'orecchio.
"Signor Hiwatari, c'è qui un ragazzo che chiede di lei... vuole che lo faccia entrare?"
"Chi è?" domandò Kai, sedendosi.
"Dice di chiamarsi Yui Zeo, sostiene di essere un suo caro amico... devo chiamare la sicurezza?" aggiunse poi, sottovoce (sìsìsìsìsìsìsìsìsì!! ndKia).
*Zeo? Che diamine vorrà quel piantagrane del ca**o da me??*
"Lo lasci passare, signorina, la ringrazio" disse Kai (nuuuuu! ndKia) (mi dispiace ma poi la storia nun va avanti... ndKai).
"Molto bene" sentì dire dalla donna, poi chiuse la chiamata, sedendosi alla scrivania e allentandosi ancora il nodo della cravatta, accarezzandosi i setosi capelli.
Dopo qualche attimo le porte in pregiato legno furono aperte e Zeo Yui fece il suo ingresso, affannato, con la lunga treccia che ondeggiava da una parte e dall'altra e l'aria scioccata.
Kai lo osservò, inarcando un sopracciglio.
"Yui - sbottò - cosa ti porta qui da me?" Zeo si avvicinò, appoggiando le mani alla scrivania e chinando il capo, lasciando Kai vagamente perplesso.
"K-Kai..." ansimò il giapponese. Il russo non fece una piega, aspettando che continuasse. Zeo si lasciò scivolare su una poltrona, fissando poi Kai negli occhi, disperato.
"Takao... è stato rapito..." sussurrò.
Incredibile come quattro parole possano sconvolgere una vita.
Kai lo fissò a occhi spalancati, mentre le sue labbra sussurravano fiocamente una parola vagamente simile a "Takao...?"
"Ho trovato questa - disse, porgendogli la lettera - sulla porta di casa..."
Kai dispiegò il foglio, leggendo attentamente quelle righe.
"Kai, tu mi devi aiutare... 10 milioni di yen sono... sono troppi per me!" esclamò l'ex-cyborg.
"Beh... non sono una cifra da niente nemmeno per me..." disse Kai, ripiegando il foglietto e posandolo sulla scrivania, alzandosi.
"Ma... Kai! Si tratta di Takao!" disse Zeo, alzandosi.
"Sai... - cominciò Kai - ho sempre odiato mio nonno più di ogni altra cosa al mondo... lui non ha avuto alcun rispetto per me, per la mia vita, ha rovinato l'infanzia di un bambino innocente senza pensare alle conseguenze, solo per i suoi sporchi fini economici... mi sono sempre ripromesso che l'avrei soppiantato... solo con le mie forze... ti dice niente questa frase, Zeo? ...Solo con le mie forze..." sussurrò, voltandosi verso il ragazzo.
"Kai... 10 milioni di yen... domani... non posso... anche volendo... non..."
"Anche volendo? Mi stai dicendo che non sono la cosiddetta ultima spiaggia? Che non appena hai trovato quella busta sei corso da me, nella speranza che il multimiliardario Kai Hiwatari ti parasse il culo ancora una volta, l'ennesima volta?" Zeo si passò una mano tra i capelli, prendendo la lettera di riscatto.
"Senti, Kai, mi sembra evidente che non mi vuoi aiutare... d'accordo, allora, vedrò di cavarmela da solo, come mi hai suggerito, ma non credo che ce la farò... beh... la mia coscienza almeno sarà pulita..." disse, uscendo dallo studio e lasciando Kai tremendamente depresso.

**Non credere che lo faccia per te. E' solo per Takao. E non credere che sia gratis. Li rivoglio, Yui. Entro due anni questi soldi devono tornare nelle mie tasche.**
Zeo sorrise.
Era fatta.


Pioveva a dirotto quella sera, c'era davvero un tempo orribile.
Guardò il cielo, i nuvoloni neri erano sempre là, minacciosi.
Appoggiò la schiena alla finestra, sospirando, andando a fissare il fuoco che scoppiettava allegro nel camino.
Si chiese se quel cretino di Zeo fosse riuscito a "recuperare" Takao dalle mani dei suoi rapitori, probabilmente sarebbe stato meglio se se ne fosse occupato lui.
Grattandosi la testa andò in sala, controllando per l'ennesima volta che fosse tutto apposto.
La tavola era perfettamente apparecchiata con il servizio di piatti migliore e le posate d'argento, le portate in caldo, pronte per essere servite, il vino ben disposto sulle mensole, mancavano solo gli ospiti.
Quella sera toccava a un'importante famiglia russa, proprietaria di una catena di supermercati in tutta la Siberia.
Chi mai poi andasse in un supermercato sperduto in mezzo alla neve, questo non l'aveva mai capito, eppure le entrate di quella famiglia erano stratosferiche, quindi sempre meglio averla come alleata che come nemica.
Sospirò ancora una volta, avevano suonato alla porta, normalmente sarebbe andato qualcuno dei suoi domestici ad aprire ma quel giorno era domenica, e gli aveva lasciato l'intera giornata libera, nonostante l'importante cena.
"Arrivo..." disse, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi e posando una mano sulla maniglia del grande portone.
Aveva lasciato la cancellata aperta, in effetti era sempre aperta, per permettere agli ospiti di parcheggiare l'auto nel grande cortile, o magari nel garage sotterraneo.
"Buonasera, signori St..." si zittì, rendendosi conto che quello che aveva davanti non era il signor Stebovick (spero che il suo supermercato non si chiami così Oo''' ndKia), bensì...
"Ta... Takao...?" balbettò. Era bagnato fradicio, sporco di fango, tremava di freddo ma... come avrebbe potuto non riconoscere quei capelli mori che tanto amava?
Sentì una grande felicità impadronirsi delle sue cellule, contemporaneamente però a uno strano senso d'inquietudine.
I suoi brutti presentimenti furono confermati quando Takao alzò il viso e Kai si rese conto, con orrore, che stava piangendo.
"Sc-scusa se... ti ho disturbato, Kai... è che... non..."
"Non mi hai affatto disturbato, piccolino... dài, vieni, entra..." disse, dimenticandosi completamente degli Stebovick e i loro supermercati.
"Gr... grazie... scusami ancora..."
"Ma non dirlo nemmeno per scherzo... aspetta, vado a prenderti una coperta, sei tutto bagnato..."
Si sentiva così impacciato, non sapeva proprio come trattare un Takao in lacrime...
Tornò qualche minuto dopo con una grossa coperta di lana, il giapponese stava ancora in piedi, in mezzo al salotto.
Sorrise, mettendogli la coperta sulle spalle e abbracciandolo da dietro.
"Scemo..." gli disse, prendendolo in braccio e posandolo poi sul divano di fronte al fuoco, dall'altra parte della grande stanza.
"Gr... grazie... Kai..." sussurrò, timidamente, stringendosi nella calda coperta, anche se avrebbe preferito essere abbracciato dall'ex compagno di squadra.
Kai si sedette sulla poltrona di fronte a Takao, sporgendosi in avanti, i gomiti posati sulle ginocchia, lo sguardo fisso sul visetto bagnato di lacrime del giapponese, che non lo guardava, il cuore stretto in una morsa.
Lo squillo del telefono interruppe il silenzio che si era creato, Kai si alzò, scusandosi più volte, e andò a rispondere.
Era Stebovick.
Takao udì l'albino-moro intraprendere una pacata conversazione in russo, poi dopo qualche minuto Kai tornò da lui, sorridendogli.
"La cena è annullata, i miei ospiti sono bloccati a Mosca per via del cattivo tempo... vieni di là, dai..." gli porse una mano, gentilmente, ma Takao non la prese.
"No... non ti voglio disturbare ancora di più... scusami, Kai, sono... sono un fastidio, me ne rendo conto..."
"Non dire sciocchezze, per me è un piacere averti qui, anche se... avrei preferito vederti in altre circostanze..."
"Cioè?"
Alzò finalmente lo sguardo, perdendosi nel dolcissimo sorriso che gli rivolgeva Kai, arrossì, mentre il russo si allentava il nodo della cravatta e si sbottonava la giacca, sfilandosela e gettandola su un tavolino, rimanendo con la camicia bianca semi sbottonata.
"Non volevo vederti piangere... su, coraggio, vieni di là, altrimenti la cena si raffredda..."
Takao accennò un sorriso, alzandosi in piedi e dirigendosi a passo lento verso il salone, seguendo Kai.
"Kai...?"
"Mh?"
"Grazie..."
"Ma figurati... senti, prima di mangiare, che ne dici di farti una doccia? Secondo me ne hai bisogno..." disse, sorridendo.
"No, Kai... NO!!"
Il russo lo aveva preso di nuovo in braccio, portandolo di sopra.
"Ti dà fastidio?" gli chiese, visto che Takao aveva messo il broncio. Il giapponese ci pensò un po', poteva sentire il cuore del russo battere, il suo calore sulla pelle...
Si accoccolò al suo petto.
"No ^-^" rispose, sorridendo.
Kai aprì la porta del bagno con un calcio, posando il giapponese a terra, che si staccò da lui, a malincuore.
"Uau... questo bagno è più grande di casa mia °O°" fece Takao, e in effetti aveva ragione.
La villa di Kai era grande quanto un palazzo reale, c'erano un centinaio di stanze disposte su tra piani, una decina di bagni, ventitrè stanze per i domestici e una cucina immensa.
In più la cantina, il garage, due piscine, un campo da calcio, tre da tennis, due da basket e il giardino, immenso e ben curato (ammazza *ç* ndKia_con valigie pronta a trasferirsi da Kai).
"La vasca è là, oppure se preferisci la doccia... io ti aspetto di sotto..." fece per uscire, ma sentì due braccia scivolargli lungo la vita e la fronte di Takao appoggiarsi alla sua schiena.
"Non mi lasciare da solo... ho paura dei temporali..." sussurrò, mentre la coperta gli scivolava dalle spalle, provocandogli un brivido di freddo (eheheee Takao ci prova con Kai da quando ha letto la descrizione della casa XDD bravo Taka' ti sei fatto intelligente! ndKia).
Kai deglutì, imbarazzatissimo, poi però riprese il controllo e si voltò, abbracciando il giapponese.
"Come vuoi, piccolino..." gli disse, prendendolo per mano e conducendolo alla grande vasca da bagno, in fondo alla stanza.
"Accidenti questo bagno è enorme... l'ho già detto, vero?" fece Takao, sorridendo timidamente. Kai fece spallucce, chinandosi per aprire il rubinetto dell'acqua calda, facendo cenno al giapponese di prendere uno degli innumerevoli bagnoschiuma da un mobiletto lì vicino.
"Quale prendo?"
"Quello che preferisci..."
Alla fine optò per quello alla pesca, porgendolo a Kai, che glielo aprì.
"Devo versarlo io?"
"Certo... sbaglio o ti diverte parecchio?"
Takao sorrise, versando il sapone nella vasca, ammirando la schiuma che cominciava a formarsi e tutte le bolle che cominciavano a fluttuare nell'aria.
"Che bello *_*"
"Già... stupendo..." peccato che il russo non si stesse riferendo alla schiuma.
Takao cominciò a spogliarsi, Kai si voltò, sbirciando però tra le dita che si era portato al viso per coprire gli occhi.
Poi fu il suo turno, s'infilò silenziosamente nella vasca, dal lato opposto al giapponese, mugugnando un po' perché per i suoi gusti era troppo calda.
"Che bello... ci rimarrei tutta la vita..." disse Takao, acciambellandosi in un angolo della vasca, Kai sorrise, scivolando verso di lui.
Si fermò standogli accanto, gli accarezzò una guancia, Takao arrossì violentemente.
"K-Kai..."
"Dopo mi dirai perché piangevi..."
Era un'affermazione, quasi un ordine, Takao annuì, appoggiando la testa su una sua spalla quasi senza accorgersene.
Kai gli accarezzò la nuca, aprendo con una mano il mobiletto dove c'erano i flaconi di shampoo.
"Cucciolo, posso lavarti i capelli?" gli sussurrò in un orecchio, con un tono di voce particolarmente caldo e sensuale.
Takao annuì, abbracciandolo, lasciando che il russo gli sciogliesse i capelli.
Kai prese uno shampoo alla vaniglia, spremendolo sulla testa del giapponese, cominciando a massaggiargli la cute lentamente, con la punta delle dita.
"Mh..." Takao mugugnò più volte, Kai era davvero un tesoro...
Era piombato in casa sua senza avvertire e lui non solo lo aveva fatto entrare, adesso gli stava anche lavando i capelli e forse dopo gli avrebbe offerto la cena...
"Grazie, Kai..." disse, sputacchiando un po' di sapone, facendo ridere il russo.
"Non parlare, piccolino..." fece Kai, baciandogli una guancia, facendolo arrossire.

"Grazie" disse, prendendo l'accappatoio candido che Kai gli aveva teso.
"Vieni, ti presto qualche abito..." fece Kai, uscendo dal bagno e percorrendo il lungo corridoio.
Arrivarono davanti a una porta di legno bianco a doppia anta, Kai le aprì stile far west e lasciò entrare il giapponese nella sua camera.
Era davvero grande, come il resto della casa, arredata in rosso e blu (Casertana *ç* ndKia).
C'era una grande finestra che dava sul parco, con un largo balcone, e in mezzo alla stanza un letto a baldacchino a una piazza e mezzo.
In un angolo c'era una scrivania e una grande libreria, piuttosto disordinata, occupava un'intera parete.
Su un'altra parete c'era un televisore al plasma gigantesco, con davanti due poltrone e dei grossi palloni gonfiabili, di quelli che si usano per sedercisi sopra.
Accanto e dietro il letto, in una profonda nicchia nel muro, c'era un armadio enorme, occupava tutta la parete.
"Accidenti, Kai-chan, è bellissima..." disse, seguendo il russo nella camera, i loro passi erano soffocati dalla morbida moquette blu notte.
"Sono contento che ti piaccia, magari puoi arredare la tua così ^_^" rispose, con un sorriso che Takao ricambiò, mentre lui apriva l'armadio.
"Mi cadono le braccia..." disse il giapponese, quell'armadio era più grande della sua camera!!!!
"Oh, dai, vieni qua..." fece il russo, mettendogli un braccio intorno alle spalle, conducendolo attraverso gli innumerevoli vestiti appesi in ogni angolo.
Lo portò in una zona dell'armadio stracolma di mensole, c'erano maglie piegate di ogni colore, e pantaloni di ogni modello.
"La cosa buona di questi armadi è... che non devi fare il cambio di stagione" disse il russo, facendo ridere Takao, spostando un cappotto dall'aria molto pesante e un pantalone a mezza gamba.
Aprì un cassetto, mentre il giapponese fissava la parete di fronte, dove Kai aveva appeso un grande pannello di sughero, dove c'era appiccicato di tutto: dagli scontrini alle fotografie.
Vide innumerevoli foto dei Blade Breakers, di lui con Kai, dei Demoliton Boys, di Kai da bambino con una bellissima donna...
"Era mia madre..." disse il russo, accennando alla donna che lo teneva in braccio in una foto.
"Ahan... era molto bella..."
"Già... dai, vieni qui e scegli qualcosa..." fece, voltandosi, e Takao non potè fare a meno di notare che nella sua voce c'era una nota incrinata.
Decise d'ignorarla, così come aveva fatto Kai.

"Mh, che buono *_*"
"^-^ Felice che ti piaccia" Takao sorrise di rimando, arrossendo per la bellezza del viso del compagno, tornando a concentrarsi sulla cena.
Quand'ebbe finito Kai lo fece alzare, senza permettergli di sparecchiare, e lo condusse in un'altra stanza, molto grande, con un grande camino e un fuoco alto quasi quanto lui.
Il russo si accomodò sul divano, battendo due volte la mano accanto a lui, e Takao si sedette, accoccolandosi contro il suo braccio.
"Ti voglio bene, Kai..."
Kai non disse niente, si limitò ad accarezzargli la testa.
Gli posò due dita sotto il mento, alzandolo per guardarlo negli occhi.
"Perché piangevi, cucciolo?" gli chiese, cercando di essere il più dolce possibile.
Takao scostò lo sguardo dai suoi meravigliosi pozzi scarlatti, fissando il fuoco.
Finalmente si decise a parlare.
"...Zeo mi..."
Kai strinse un pugno, mosso dalla rabbia, se quel maledetto aveva osato torcere anche solo un capello al suo adorato Takao gliel'avrebbe pagata molto cara.
Poi gli venne in mente che Takao stava piangendo per colpa sua, e nella sua mente si figurò ogni forma di vendetta contro quella sottospecie di essere umano.
"Che ti ha fatto?" ringhiò, poi si accorse che il giapponese aveva ricominciato a piangere, e se lo fece sedere sulle ginocchia, abbracciandolo e cullandolo piano.
"Su, su, cucciolo, non piangere... non per Zeo... non si merita le tue lacrime..."
Takao tirò su col naso, Kai aveva ragione.
Il russo non gli permise di alzare la testa, gli teneva una mano su una guancia, mentre l'altra guancia era posata sulla sua spalla.
"Mi ha detto che... sniff... non mi vuole più, che gli creo soltanto guai... che sono un insopportabile imbranato e... sniff... nessuno mi vorrà mai bene..." sussurrò, tremando piano, Kai lo strinse più forte, baciandogli la fronte.
"Piccolo mio, non stare a sentire le cretinate che dice quel deficiente... tu sei la persona più meravigliosa di questo mondo, te lo assicuro, se Zeo non ti vuole... non ti merita, e io su questo non ho mai avuto dubbi..." disse, sorridendogli dolcemente, Takao annuì, accoccolandosi di più al suo petto.
"E tu, Kai...?"
"Cosa?"
"Credi di... mi vuoi?" gli chiese, avvampando. Kai fissò quel visetto d'angelo con un'espressione seria, lo fece sdraiare sul divano, standogli sopra, specchiandosi in quegli occhioni color cioccolato.
Gli accarezzò una ciocca di capelli, per poi riposare lo sguardo sui suoi occhi, notando che il giapponese era arrossito.
"Takao, io... ti amo dal primo momento in cui ti ho visto..." sussurrò, con mezzo sorriso, Takao chiuse gli occhi per un secondo, quando li riaprì c'era una luce nuova ad illuminarglieli.
"Ti... ti amo anche io... davve" si zittì, o meglio le labbra di Kai premute sulle sue lo costrinsero a zittirsi, il russo lo baciò dolcemente, stringendogli la vita con le braccia, lasciandosi andare su di lui senza schiacciarlo.
"Tutto quello che vedi, tutto quello che ho fatto negli ultimi mesi... è solo per te..." sussurrò Kai, baciandogli una guancia e poi tornando a concentrarsi sulle sue labbra calde e morbide, assaporandole avidamente.



OWARIiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


^___^
Questo nuovo ciddì di sottofondo (un live di 8 canzoni di Vasco Rossi) mi dà un'ispirazione pazzesca! *_* The songs are:
-Rewind
-Albachiara
-Generale
-Gli spari sopra
-Ogni volta
-Sally (la lovvo *__*)
-Una canzone per te (non te l'aspettavi eh? XD)
-Liberi liberi
Poche ma buone... Vascuzzo&Renatuzzo the best *_* (ovviamente Renatuzzo es Renato Zero)
Non vi dirò nient'altro, soltanto una parola: COMMENTATE!!!!!!!!

 
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