ERA SOLTANTO SOLO...
- Capitolo 1° -
“Secondo voi perché Kay è così silenzioso?”
“Non so, forse pensa in un modo diverso da noi…”
“O forse pensa a qualcuno diverso da noi…”
“Come Yuri, ad esempio?
“Io pensavo a qualcosa di più… diverso, Takao.”
“E cosa allora…mi piacerebbe sapere perché non parla mai comunque…”
“Già…io rimango della mia opinione, lui pensa diversamente da noi!”
“Se scopre che parliamo di lui si arrabbierà?”
Ma si sbagliavano, si sbagliavano tutti…
<Perché devono esistere le parole? Non ci si può capire a gesti, come gli animali? Bisogna sempre continuare a parlare e non capirsi affatto?> a volte pensava così, una delle tante cose che gli vorticavano per la testa…
<oppure, esprimersi con il Beyblade… perché no? In passato lo facevo… Vorkov voleva farci perdere i sentimenti, ma non si è accorto che era impossibile, se ci dava uno sfogo come il bey…>
Il bey…l’aveva cambiato tanto, Kay Hiwatari…o forse era stato solo l’effetto del tempo e delle persone che gli stavano attorno? Forse era tutta una sua illusione, la sua idea del Beyblade? No, non era così, ne era certo…
Chi sta all’esterno vede le persone cambiare i propri Bey, ma il cambiamento più grande è il contrario…
Si lasciò scompigliare i capelli dal vento, provando freschezza in quella sera di agosto… nonostante tutto aveva una strana sensazione, un’aria di tensione in quella calma sera sulla placida riva del fiume…
“Kay… la fai una sfida con me?” chiese Rey, con il tono di chi si annoiava a morte come lui.
“Sei sicuro? E se poi sono troppo forte e ti distruggo il Bey?” avrebbe accettato, ma non senza un po’ della sua spavalderia…
“D’accordo…ma se ti batto mi paghi la cena!” prepararono i lanciatori…
Non fecero mai la sfida, non quella sera, perché non avevano neanche lanciato i loro bey, che un urlo di terrore li distrasse… era un urlo che ad alcuni di loro era tremendamente familiare…a Kay per primo…
“Hiruta?!” chiese Takao fra l’allarmato e il sorpreso. Il suo compagno annuì…era passato tanto, ma quel ragazzo, a quanto pare, si metteva ancora nei casini…
“Andiamo a vedere che è successo!” esclamò Takao alzandosi di scatto. Non che Kay ne avesse tanta voglia, o almeno all’apparenza, ma si alzò in silenzio e seguì i compagni in direzione dell’urlo.
Dopo qualche metro lo videro. Era e terra e sembrava svenuto. Era anche bagnato fradicio.
“Hiruta!!!” i ragazzi si precipitarono da lui.
<se la caverà, se ancora è quello di una volta….> stabilì Kay.
“è solo svenuto…” annunciò Rey.
“…ma il suo bey…” il professore aveva in mano dei pezzetti di Bey appena riconoscibili per quel che erano…
distrutti con una tecnica spaventosa.
“Che ne pensi, Kay?”
perché dovevano sempre chiedere un parere a lui?
“Kay?”
“Penso che Hiruta è il solito povero sprovveduto…non ha imparato niente sui suoi limiti…” è schivo, Kay, non gli importa molto del suo ex-sottoposto quanto di chi gli ha causato tutto questo…
“Chissà quanto può diventare forte…”
“MA PROPRIO NON TE NE FRAGA NIENTE DI LUI?” chiese urlando Takao. No, non gli importava…o forse un pochino si, ma troppo poco, in quel momento…
“SEI PROPRIO INSENSIBILE!” No, lui non si reputava tale… era solo un’essere solitario, scostante…
Era soltanto solo…
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