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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: UNA NUOVA STORIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: dana-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/06/2005 14:47:01

in questa ff inuyasha, kagome, miroku e sango all`inizio sono degli studenti comuni, ma poi.....
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

UNA NUOVA SORIA

Ciao a tutti, questa è la mia 2 ff, la prima non è ancora finita, ma l’ho lasciata a metà perché la storia nn mi piaceva granché, così ho deciso di scrivere un capitolo unico in modo da nn dover fare aspettare tutti i capitoli seguenti.
La storia è più o meno simile all’originale, ho solo cambiato qualche ruolo e qualche situazione.
Bene, è tutto.
Ah! Mi stavo dimenticando una cosa fondamentale! Vorrei dedicare questa ff a Ney91, con cui continuo tuttora a sentirmi via e-mail, spero che anche lei leggerà questa storia!
Ok! Adesso è davvero tutto! Godetevi questa schifezz…ehm, questa ff.


Una ragazza dai lunghi capelli corvini che risplendevano sotto la luce del tiepido sole sorto da poco, era comodamente seduta sul muretto posto appena prima di entrare nella scuola, aveva dei libri in mano e sfogliava avidamente le pagine di uno di loro.
Un’altra ragazza dai capelli corvini raccolti in una coda le si avvicinò e la salutò con la mano, l’altra non accennò ad alcuna reazione, i suoi capelli erano mossi dalla fresca brezza del mattino e la sua maglietta svolazzava, ma era troppo presa dalla lettura per accorgersi dell’amica.
“Kagome!” la chiamò l’amica sorridendole “Come al solito ti eri concentrata così tanto nella lettura che non ti sei neanche accorta che ti stavo salutando!”
“Perdonami Sango!” disse timidamente la ragazza “ Non ti avevo visto!”
“Non preoccuparti, piuttosto, dimmi cosa stai leggendo di così interessante!”
Com’era gentile Sango nei suoi confronti, sempre così premurosa e attenta ai suoi bisogni, loro due erano amiche fin dalle elementari, si erano conosciute durante una gita scolastica in cui dividevano la stessa camera e da quel momento hanno conservato la loro amicizia.
Sango era una ragazza espansiva, simpatica e anche molto bella, i suoi occhi castani risplendevano di una luce che aveva incantato molti ragazzi della scuola, inoltre era molto fiera del soprannome che era stato assegnato a lei e Kagome, che insieme erano la coppia di ragazze più belle di tutta la scuola anche se frequentavano solo il primo anno, erano invidiate dalle ragazze più grandi e corteggiate da tutti i ragazzi.
In realtà, la più apprezzata era Sango, Kagome avrebbe potuto essere la più bella in assoluto se l’avesse voluto, il suo corpo sinuoso avrebbe potuto far cadere tutti gli uomini ai suoi piedi, ma lei non faceva niente perché tutto ciò accadesse, si vestiva con la prima cosa che gli capitava tra le mani, non usava mai neanche un filo di trucco, non indossava ne braccialetti alla moda, ne tanto meno collane, eppure lei era bella lo stesso, qualche volta Sango la invidiava, come riusciva ad essere così bella anche se non si curava minimamente del suo aspetto fisico.
Aveva un'unica passione: i libri.
Ne leggeva di ogni genere, romanzi d’avventura, horror, fumetti, ma una cosa che non sopportava assolutamente erano le storie d’amore “E’ tutta roba falsa, piuttosto preferisco leggere libri dove l’autore dice apertamente che è tutto falso, come quelli di fantascienza, invece che farti credere che le tue storie possano sempre finire con un “sempre felici e contenti” e poi sono sempre troppo smielati!” questo commentava Kagome, quando Sango le parlava delle storie d’amore.
A Sango, però, piaceva molto Kagome, era un tipo tutto pepe, non si faceva mettere i piedi in testa da niente e nessuno, era suo istinto combattere le difficoltà quando le si presentavano davanti, invece di fuggire, era una delle qualità che apprezzava di più in lei.
“Guarda chi sta arrivando!” disse Sango voltandosi verso un ragazzo che aveva appena varcato la soglia della scuola.
E’ già, Sango si era presa una cotta per un ragazzo del primo anno, come loro, era carino, ma non era il tipo che faceva per Kagome.
Lo osservarono mentre stava entrando nel corridoio, il suo passo elegante ma deciso, produceva un suono ritmico al quanto irritante, i suoi capelli raccolti in una piccola coda svolazzavano mossi dal vento, Kagome aveva notato che portava sempre una specie di collana avvolta sulla mano destra.
Passò di fianco alle due ragazze con le mani nelle tasche dei jeans sformati, e le fece l’occhiolino, poi abbassò nuovamente la visiera del suo cappellino.
Sango stava per svenire.
Kagome la guardò scuotendo la testa in segno di disapprovo “Dai, piantala Sango! Non so che cosa ci trovi in quel Miroku, in fondo ci prova con tutte!”


Kagome entrò tranquillamente nella sua aula in cui regnava il caos, il professore era già entrato in classe e stava cercando di spiegare la lezione, ma, come succedeva tutti i giorni, non riusciva a tenere a bada quella classe di scalmanati.
Le ragazze erano intimorite dai ragazzi della loro classe che facevano loro ogni genere di scherzo, infatti, quella era l’unica classe in tutto l’istituto in cui vi era una netta divisione fra maschi e femmine, non uscivano mai insieme e nemmeno si parlavano senza una valida ragione, insomma, un incubo!
Banchi rovesciati, sedie per terra e astucci rovesciati sul pavimento a causa della furia distruttiva dei ragazzi che rubavano gli astucci e ci giocavano come se fossero palle da rugby, Kaname non reggeva più questa situazione, così si alzò in piedi urlando e sbattendo le mani sul banco “Basta!!!!!” tutti si zittirono e la ragazza fece una piccola pausa per riprendere fiato “Ma vi rendete conto che questa è una scuola? Se avete voglia di fare i teppisti, potete pure andarvene, la porta è da quella parte!” disse Kaname puntando dito verso la porta d’ingresso.
I ragazzi la guardarono e si misero a ridere sguaiatamente, poi uno di loro cominciò a commentare “Adesso si che mi sento in colpa!” disse in tono ironico mentre riprendeva a ridere “Ha parlato Miss “sono la più bella della scuola, ma non me ne vanto!” aggiunse un altro e ricominciò a ridere.
“Basta, piantatela!…” giunse una voce maschile che proveniva dall’unico banco salvatosi dalla furia dei ragazzi, la folla si aprì, dando la possibilità a Kagome di vedere a chi apparteneva quella voce.
Era un ragazzo bizzarro, con lunghi capelli corvini che teneva sciolti e che gli cadevano sulle spalle, la lunga frangia copriva gli occhi del ragazzo, lasciando che chi lo osservava potesse solo immaginare la sua espressione, portava un cappellino con la visiera girato all’indietro, una maglietta larga, dei jeans che gli arrivavano al ginocchio e una strana collana di perle blu con alcuni denti, sembrava molto stretta.
Un ghigno malefico animò il suo viso, si diede una piccola spinta con le braccia per alzarsi in piedi, poi infilò le mani in tasca e completò la sua frase “…altrimenti la ragazzina potrebbe mettersi a piangere!”
I suoi compagni si rimisero a ridere sbeffeggiando la povera Kagome che, ormai imbestialita, cercava il momento opportuno per rispondere alle provocazioni, tremava dalla rabbia e il ragazzo se ne accorse immediatamente, così colse l’occasione per farla irritare ancora di più.
“Oh, la bambina viziata si sta innervosendo!” la prese in giro il ragazzo dai capelli argentati.
Kagome, che teneva i pugni stretti, non riuscì più a controllarsi “Adesso piantala! Ti credi tanto superiore agli altri? Se è così ho deciso di lanciarti una sfida, domani pomeriggio alle quattro al vecchio ponte, ci stai?”
Il ragazzo la guardò con aria sospetta “Perché dovrei accettare!? Tu nascondi qualcosa! No, non ci sto!”
Kagome non aspettava altro, così gli disse in tono provocatorio “Attento, si potrebbe pensare che tu abbia PAURA!”
Il ragazzo si innervosì e cadde nella trappola di Kagome “D’accordo, mi hai convinto!”
“A domani allora” concluse la ragazza con un sorrisetto sulle labbra.
“A domani” la salutò il ragazzo con aria imbronciata.


Sabato pomeriggio, il giorno della sfida, una ragazza si riposava sulle rive di un fiume cristallino, si faceva cullare dal mormorio delle sue acque che scorrevano incessantemente sfiorando i piccoli sassi depositati sul fondo e accarezzando le sue delicate mani, il profumo di resina la avvolgeva e il cinguettio degli uccelli creava un’atmosfera di serenità, ma i pensieri della ragazza erano tutt’altro che sereni *Perché gli ho lanciato questa stupida sfida, non c’e n’era alcun bisogno! Anzi, ora che ci penso, si che c’e n’era bisogno, in questo modo, si calmerà, così la nostra classe potrà riprendere le lezioni tranquillamente, non ho alcuna voglia di ripetere l’anno! *
Kagome si sdraiò più tranquilla *Si, non mi devo preoccupare, adesso, però devo scegliere su che cosa si baserà la sfida. Allora, una gara di macchine! No, non abbiamo ancora la patente, chissà che incidenti! Mmm… di corsa! No, no sono molto veloce, perderei sicuramente! Devo pensare a qualcosa in cui io sono davvero brava, dunque…ci sono! *
Si bloccò quando sentì qualcuno che si stava avvicinando a lei, non si voltò, abbassò lo sguardo e chiese “Che cosa vuoi!?”
Il ragazzo le si affiancò e le si sedette accanto “Hai fatto male a lanciare una sfida a quel ragazzo!”
“Tu sei…tu sei Miroku, giusto?”
“Si, sono io!”
“Sei per caso venuto a farmi una predica?” chiese la ragazza.
Il ragazzo, la fissò “No, il mio è solo un avvertimento, quel ragazzo è il capo dei tuoi compagni di classe, è abilissimo in tutti gli sport, è molto intelligente e non ha mai perso una sfida! Per batterlo dovrai impegnarti molto, mi auguro che tu ti sia preparata bene, non ti sarà per niente facile!”
“Tu non ti impicciare! Saprò cavarmela benissimo!” la ragazza si alzò in piedi, il vento fece oscillare i suoi capelli e la sua minigonna che portava come divisa quasi tutti i giorni al contrario delle sue compagne “Adesso ti saluto!”
*Com’è scontrosa quella ragazza………mi piace!”


L’ora della sfida si stava avvicinando e una gran folla di ragazzi si era radunata attorno al vecchio ponte per assistervi, nessuno aveva mai osato sfidare quel misterioso e arrogante ragazzo, c’erano ragazzi intenti a fare scommesse, altri a guardarsi intorno, altri semplicemente a parlare.
Il ragazzo arrivò e si fece strada fra la folla “Allora, dov’è la mia avversaria?!”
“Eccomi!” Kagome si avvicinò al ragazzo guardandolo negli occhi verdi che per la prima volta erano ben visibili.
“Cominciavo a temere che tu avessi paura di affrontarmi!” disse arrogante il ragazzo.
“Paura! Io? Fammi il piacere!” ribatté Kagome in tono seccato.
“Allora, di cosa si tratta?” chiese il ragazzo mentre la frangia copriva ancora una volta i suoi occhi.
“Parli della sfida?” Kagome non aspettò la risposta perché era consapevole del fatto che sarebbe stata affermativa “Ho programmato una sfida terribile, che richiede intelligenza, fermezza e pazienza….ti sfido a una partita a carte!”
Tutti rimasero sbigottiti, ma soprattutto il ragazzo, il quale volto aveva assunto per la prima volta un’espressione quasi divertita e la sua bocca abbozzava un sorriso.
“Una partita a carte? Ma per chi mi hai preso?” pretese il ragazzo.
La ragazza, invece, sembrava molto sicura di se “Se hai paura di perdere, dillo subito…codardo!”
“Come mi hai chiamato?” sgranò gli occhi il ragazzo.
“Codardo!” disse, sicura che si sarebbe presto innervosito Kagome.
“Prova a ripeterlo!” ribatté il ragazzo indispettito.
“Codardo, codardo, codardo, codardo..” cantilenava la ragazza, mentre il ragazzo balbettava “Non è vero! Che cosa dici! Piantala!”
Un ragazzo tra la folla li fermò “Siete qui per sfidarvi si o no?”
I due gli rivolsero sguardi di fuoco, poi Kagome tornò a guardare il ragazzo “Allora, vogliamo cominciare?”
“Certo!” rispose in tono duro l’avversario.
Si sedettero e Kagome tirò fuori dalla tasca un mazzo di carte.
“Con che gioco vuoi cominciare?” chiese il ragazzo.
“Scegli tu, però ricordati che se perdi dovrai lasciare in pace la classe…”
“…..e se perdi tu io potrò continuare a disturbare senza che tu rompa le scatole in continuazione!” completò la frase il ragazzo.
Kagome cominciò a mescolare le carte e a darle, poco dopo stavano già giocando.
Era pieno di mormorii “Quella ragazza non può sconfiggerlo! Non ha mai perso!”
“Non ha speranze di vincere!”
“Non c’e la farà mai!”
Kagome si guardò intorno nervosa e scocciata per tutto quello che aveva sentito “Zitti!!!! Non riesco a concentrarmi!”
Tutti si ammutolirono e guardarono in silenzio la partita.
Gicarono prima tre volte a scopa, poi a scala quaranta per due volte, poi a briscola e in fine a macchiavelli per due volte, il risultato era pari, avevano vinto quattro partite per uno.
Adesso stavano giocando la partita decisiva.
Era ormai da due ore che giocavano sotto il sole cocente del pomeriggio, erano stanchi e respiravano affannosamente.
“Però, ti avevo sottovalutato!” disse il ragazzo respirando faticosamente.
“Anche tu non sei male!” rispose Kagome con lo stesso fiato del ragazzo.
Il ragazzo pescò una carta *Accidenti, ho pescato la carta sbagliata! *
Subito dopo la scartò.
“Non era quella giusta, per caso?” domandò con sarcasmo Kagome.
“Stai zitta e pensa a giocare va, non mi sembra che tu stia andando meglio di me!”
Kagome non badò alle sue parole e pescò una carta, un sorriso le illuminò il viso e il ragazzo lo notò.
“Che cos’hai da sorridere?”
La ragazza lo guardò, poi buttò giù le carte che aveva in mano gridando “Ho vinto!!!!!!”
Il ragazzo non credeva ai suoi occhi, quella ragazzina capricciosa l’aveva battuto.
“E’ impossibile! Hai barato vero?” le chiese innervosito.
La ragazza smise per un attimo di esultare “Mi sbaglio o non sai accettare la sconfitta?”
“Non è affatto vero!” rispose il ragazzo.
I due continuavano a discutere, intanto un ragazzo si stava allontanando dal luogo in cui si era svolto l’incontro, il suo codino svolazzava mosso da un tiepido venticello *Complimenti…Kagome!”


L’incontro era finito, e tutti i ragazzi se n’erano andati, tutti a parte due, che continuavano a discutere sulla partita.
“Ti ho detto che non ho barato!” urlò infuriata Kagome contro il ragazzo con i capelli corvini e gli occhi verde acceso.
“D’accordo, d’accordo, come ti pare! Mi sono stancato di discutere con te, me ne vado!” disse in tono esausto il ragazzo.
“Dove credi di andare! Non ho ancora finito con te!” lo fermò la ragazza prendendolo per un braccio.
“Lasciami!” il ragazzo si scostò violentemente facendo cadere a terra la ragazza che lo guardò stupita.
Il ragazzo stava per incamminarsi ancora una volta, ma la ragazza lo fermò ancora una volta “Aspetta…”
“Che cosa vuoi adesso!” disse in tono duro, voltandosi verso la sua avversaria.
“Mi piacerebbe tanto sapere il tuo nome!” il tono di Kagome aveva ripreso la sicurezza di sempre.
Il ragazzo distolse lo sguardo da quello della ragazza e prima di rimettersi in cammino sussurrò “Inuyasha…..”


“Che pizze! Ci sono una marea di compiti per domani!” disse Sango all’amica mentre si stavano incamminando verso casa.
Kagome non rispose, era tutto il giorno che non apriva bocca e Sango era molto preoccupata per lei.
“Kagome, che cosa ti succede, sembri sempre distante, a cosa stai pensando?”
L’amica non rispose per la seconda volta.
“Kagome?!!”gridò Sango sorridendo.
“Em, si?” rispose come se si fosse appena svegliata.
“Che cosa ti prende? Vuoi dirmi a che cosa stai pensando?”
“A niente!” rispose timidamente.
“Non è vero, e da un po che sembri triste, è per colpa di quel ragazzo?!”
“Quale ragazzo?” chiese Kagome, sbigottita.
“Ma si dai, quello con cui hai fatto la sfida sabato pomeriggio! E’ da un po che non si fa vedere a scuola!”
“Già, da quando ha perso la mia sfida!” disse Kagome sbuffando,
“Allora avevo ragione, sei preoccupata per lui!” disse Sango in tono provocatorio.
“Ma che dici!?” rispose arrossendo “Non potrei mai essere in pensiero per un tipo antipatico e rozzo come Inuyasha…”
“Cosa? Inuyasha!!?” la interruppe l’amica “Wao, sai anche il suo nome? State facendo faville insieme!” disse Sango per prenderla in giro.
“Ma dai, piantala! Piuttosto, come va con Miroku? Ti sei già dichiarata?!” chiese con un sorrisetto malizioso all’amica che diventò tutta rossa.
“Mi dispiace, sono arrivata a casa!” cambiò discorso “Ci vediamo domani!” salutò sorridendo Kagome che restò a guardarla che si allontanava lungo il viale che porta a casa sua.
“Ci vediamo!” le rispose.
Si incamminò da sola lungo la stradina cosparsa di ghiaia che percorre tutti i giorni, di solito, arrivata in fondo al viale gira sempre a sinistra per raggiungere casa sua, ma quella volta qualcosa attirò la sua attenzione, dal vicolo a destra proveniva del baccano, così decise di svoltare da quella parte e di ritardare l’entrata in casa.
Il sole stava tramontando e il cielo si stava sfumando di rosa, Kagome camminava tranquilla, quando avvertì un altro rumore e si diresse nel punto da cui proveniva.
Quando svoltò l’angolo non credette ai suoi occhi, vide un ragazzo con i capelli corvini, occhi verdi coperti dalla frangia ma tuttavia visibili, jeans che gli arrivavano al ginocchio e uno stano cappellino con visiera, non aveva dubbi, era proprio “Inuyasha!” mormorò stupita la ragazza a bassa voce, come se non volesse farsi sentire.
Il ragazzo si voltò verso di lei “Tu, tu non dovresti essere qui!” sembrava quasi intimorito da lei.
“Adesso non si usa più venire a scuola? Cos’è, è passato di moda?” disse Kagome per prenderlo in giro, ma smise immediatamente quando
il ragazzo cominciò a sentirsi male mentre le tenebre si stavano facendo spazio tra le nubi.
“Inuyasha, che cos’hai?!” chiese spaventata Kagome.
“Vattene!” disse dolorante Inuyasha.
“Non posso lasciarti qui così!” disse sempre più terrorizzata.
“Ti ho detto di andartene!”
Il ragazzo si illuminò quando l’ultimo spazio di luce si fu oscurato e la luna fu ben visibile nel cielo, i suoi piedi si staccarono da terra, sembrava che il suo dolore si facesse sempre più intenso.
La ragazza vide che il suo aspetto si stava trasformando, i suoi morbidi capelli corvini diventarono argentei e i suoi occhi verde acceso divennero color ambra, nelle sue mani crebbero delle lunghe e affilate unghie, e sulla sua testa sbucarono due buffe orecchie da cane.
Dopo la trasformazione, il ragazzo, se così poteva essere chiamato, non accusava più alcun dolore fisico, si voltò piano verso Kagome che sembrava non essere per niente intimorita da lui.
“Non volevo che tu mi vedessi mentre mi trasformo!”
La ragazza lo fissò “Tu, tu parli, e dici cose di senso compiuto..” disse smarrita.
“Ma certo, non sono mica un analfabeta!” disse seccato.
“Ma tu sai che cosa ti sta succedendo?” chiese Kagome incuriosita.
“Io, veramente si!” disse imbarazzato.
Kagome si sedette sulla panchina e fece un gesto ad Inuyasha per fargli capire di andare a sedersi di fianco a lei “Dai, raccontami tutto!”
Il ragazzo la guardò pensoso “Non sono sicuro di voler raccontarti tutto, non l’ho mai fatto con nessuno dei miei amici!”
“Ma io non sono tua amica!” ribatté lei e gli fece ancora gesto di sedersi.
“E va bene!” disse seccato e si sedette di fianco a Kagome.
“Ti ascolto!” confermò la ragazza.
“Ti avverto che è una storia assurda..”
La ragazza fece un cenno di consenso accompagnato da un sorriso confortante, così Inuyasha cominciò il racconto.
“Quando io avevo appena sette anni mio padre era un giocatore d’azzardo che passava interminabili giorni e notti nei pub e nei casinò, non trascorreva mai tempo assieme a me, era come se per lui non esistessi, ma io ne ero quasi felice, non mi importava di essere apprezzato da un alcolista…”
“Alcolista?” lo interruppe Kagome sbalordita.
“…si, mio padre aveva il vizio di alzare un po troppo il gomito, in più aveva gravi problemi finanziari, un giorno era arrivato al punto di giocarsi la nostra abitazione, quel giorno meno male la fortuna lo aveva assistito, però mia madre era disperata, non riusciva più a sopportarlo, la picchiava quasi ogni giorno solo per il gusto di farlo, così lei chiese il divorzio.
Lui naturalmente non voleva concederglielo per nessun motivo, così un giorno mia madre, in preda alla disperazione, fu costretta a….” la voce del ragazzo si affievolì a tal punto da sembrare un sussurro alla ragazza che lo stava ad ascoltare con la massima attenzione per capire tutto quello che le veniva spiegato in quella tragica storia.
Il ragazzo si era accorto di questo, così un sospiro rassegnato completò la sua frase “…fu costretta ad uccidersi. Lasciandomi da solo, in balia del mio presunto padre. Doveva essere davvero disperata.
Comunque, dopo quell’episodio, l’ultima parte del suo cervello che era rimasta incontaminata dal suo modo inglorioso di vivere, era come se si fosse arrugginita. Andò completamente fuori di testa!
Mi lasciava per giorni interi da solo chiuso in casa, mentre lui usciva con ragazze di cui io non conoscevo neanche il nome.
Quando i suoi debiti divennero insostenibili, chiese aiuto ad una ricca sacerdotessa, che gli prestò un bel capitale che gli permise di stare tranquillo per un po di tempo.
Ma il tempo fu davvero poco, perché una settimana più tardi la sacerdotessa voleva indietro la forte somma che aveva prestato a mio padre, e lui naturalmente non l’aveva.
Gli concesse un giorno, ma non bastò neanche a racimolare un quarto di quello che le doveva.
Si diceva che la sacerdotessa avesse grandi poteri magici, e mio padre era molto intimorito da questo, così decise di scappare….di scappare come un codardo” la voce del ragazzo era colma d’odio e di disprezzo “La sacerdotessa, visti che mio padre se l’era data a gambe, lanciò una maledizione sul suo unico figlio orfano di madre.
Per due settimane ogni mese, io, appena la luna sorge nel cielo stellato, mi trasformo in un lurido mezzo sangue!”
“Mezzo sangue? Che significa?” chiese sempre più interessata la ragazza.
“Ti spiego, in questo mondo non vi sono solo uomini, ma anche demoni, che vagano nella notte in cerca delle loro prede….uomini, uomini soli, magari che stanno passeggiando per le vie di una stradina isolata, prima si fanno sentire, poi, quando sentono la paura farsi spazio nel cuore della vittima, gli saltano addosso, lo immobilizzano e lo uccidono lentamente, facendogli provare un dolore immenso….”
Kagome rabbrividì al pensiero di essere uccisa lentamente da una creatura immonda.
“Sono…sono creature disgustose!” disse Kagome con disprezzo.
“Si, sono molto forti e disgustosi…” aggiunse Inuyasha con voce spettrale “….ma c’è qualcosa che viene considerato ancora più disgustoso e impuro, un mezzo sangue, cioè un incrocio fra umano e demone, disprezzato e odiato da tutte e due le parti.
E questo è il destino che ha riservato a me quella maledetta sacerdotessa!”
Kagome provava un gran senso di pietà nei suoi confronti, e sentiva di disprezzare con tutto il cuore il padre di Inuyasha e la sacerdotessa che lo ha ridotto in quello stato, gente come quella non poteva essere considerata umana!
“Sai per caso come si chiamava questa sacerdotessa?” disse timidamente Kagome.
“Si, mio padre la nominava spesso al telefono quando cercava di saldare il debito…”
“Allora?” chiese lei impaziente.
“Il suo nome era Kikyo….”


Kagome fissò il mezzo sangue, o come diavolo si chiamava, per interminabili secondi, adesso riusciva a capire perché si comportava così in classe, con un passato come il suo chiunque avrebbe reagito in quel modo, o forse anche peggio.
Gli dispiaceva, gli dispiaceva immensamente guardare Inuyasha preso da ricordi così tristi, ricordava di non avergli mai visto dare segno di debolezza nei lunghissimi nove anni che avevano trascorso insieme, lo ricordava come un ragazzo forte e aggressivo, i suoi occhi verdi, però erano sempre spenti e cupi, sembravano colmi di rabbia, comunque gli dava fastidio vederlo così giù di morale, così gli venne un’idea.
“Che ne dici se andassimo a cercare questa Kikyo?” chiese la ragazza con impazienza.
“Non ci avevo mai pensato! Comunque sarà un viaggio molto lungo e pericoloso….”
“Non ti preoccupare, non sarai solo!” disse Kagome prendendogli dolcemente la mano.
Lui in principio arrossì, ma poi si scostò costringendo la ragazza a mollare la presa “Mi dispiace, tu non verrai assieme a me!” disse in tono duro.
La ragazza lo guardò male e con aria imbronciata “Invece io vengo eccome! L’idea è venuta a me, quindi ho il diritto di partecipare!”
“Fai come credi” disse il ragazzo alzando le spalle “ma ti avverto che in questo quartiere vi è una gran quantità di demoni, come nelle altri parti del mondo, che ci intralceranno per non farci compiere la nostra missione!”
“E perché vogliono difendere Kikyo?” chiese dubbiosa Kagome.
“Semplice” rispose tranquillamente lui “perché lei è in grado di aumentare il loro potere a dismisura, in cambio di denaro, e ti assicuro che per i demoni non è affatto un problema procurarsi dei soldi!”
“Lo credo bene, con i poteri che hanno!”
Rimasero un attimo in silenzio, poi Kagome si decise ad alzarsi urlando “Sì parte!”


I due si misero in viaggio, camminando tranquillamente tra le vie di quella smarrita cittadina.
Ad un tratto Inuyasha si fermò, aveva sentito dei rumori che si muovevano attorno a loro, così azzittì kagome che non stava facendo altro che ripetere quanto era eccitante partire per quel viaggio, e mise i suoi sensi in allerta.
Kagome cominciava ad avere paura, quel silenzio da parte di Inuyasha era la cosa che la terrorizzava maggiormente.
Quando tutto fu silenzio e anche il vento smise di soffiare, una figura enorme e scura si parò di fronte ai due ragazzi, aveva lunghe corna appuntite, artigli lunghissimi e molto affilati e le braccia avevano dei muscoli giganteschi, Kagome scommise che avrebbe potuto tranquillamente sollevare un pullman senza alcuna fatica.
Inuyasha era terrorizzato da quell’essere immondo, lo guardò e indietreggiò lentamente senza fare movimenti bruschi, poi sussurrò alla ragazza che gli stava accanto “Quando un demone ti spunta davanti agli occhi, c’è una sola cosa da fare…”
“Cosa?!” chiese impaziente la ragazza.
Il ragazzo si girò e cominciò a correre, poi finì la frase “….scappareee!”
La ragazza osservò il mezzo sangue darsela a gambe, così fece un sorriso a quarantadue denti al mostro, poi si girò e corse via come un fulmine.
Per lei era molto difficile stare dietro ad Inuyasha, correva davvero veloce, forse era a causa del sangue di demone che aveva in corpo.
“Ehi! Ti sembra il modo di lasciarmi da sola con quel mostro?” chiese affannata la ragazza mentre correva più velocemente possibile.
“Risparmia il fiato…ti servirà!” rispose il ragazzo senza fermarsi.
Il demone gli era alle calcagna, li avrebbe raggiunti…prima o poi.
“Inuyasha! Aspettami!” gridò Kagome, e nello stesso momento in cui lo fece, la sfortunata ragazza inciampò in un sasso piazzato in mezzo alla strada e cadde a terra in balia del demone.
“Ahahahahahahah!!!!!” gridò Kagome con gli occhi colmi di terrore.
Inuyasha sentì la ragazza gridare con il suo udito sensibile *Kagome è sicuramente in pericolo! Però…se torno indietro dovrò affrontare quel demone, ed è troppo forte per me, ma se non vado, per lei è la fine! *
Kagome si dimenava sotto la possente stretta del demone che l’aveva afferrata pregustando un banchetto coi fiocchi, ma un mezzo demone dai capelli argentati si avvicinava correndo.
Si scagliò contro il demone ferendolo con i suoi artigli all’occhio sinistro, costringendolo a mollare la presa.
La ragazza fu scaraventata a terra, era debole, ma per fortuna non aveva perso i sensi, Inuyasha se la mise sulle spalle e cominciò a correre più veloce che poteva, non c’era tempo per aspettare che si riprendesse.


Mentre Inuyasha correva, Kagome era riuscita a riprendersi, adesso riusciva a vedere chiaramente al buio perché i suoi occhi si erano abituati all’oscurità, vedeva chiaramente due figure davanti a lei, un ragazzo e una ragazza, mentre si avvicinavano, finalmente li riconobbe, erano Miroku e Sango!
Si era dimenticata che quella sere dovevano vedersi “Inuyasha!” gli urlò.
Il ragazzo voltò il viso “Ah, ti sei ripresa!”
“Il demone ci sta ancora inseguendo?” chiese la ragazza.
“Si, ci è alle calcagna!”rispose.
“Guarda davanti a noi!” disse Kagome indicando i suoi due amici.
“Oh santo cielo!” esclamò Inuyasha sgranando gli occhi.
“Verranno uccisi dal demone se restano li?” chiese preoccupata Kagome.
“Temo proprio di si!” rispose freddo.
Quando furono a qualche metro di distanza dai due ragazzi Kagome gli urlò “Correteeeeeeee!”
I ragazzi la guardarono, Sango fece appena in tempo ad accorgersi che a parlare era la sua amica e a nominare il suo nome “Kagome, ma che…” la ragazza aveva afferrato lei e Miroku, costringendoli a correre più veloce che potevano.


Quando Inuyasha non sentì più l’odore del demone, avevano corso ormai da molti minuti e adesso si trovavano in un bosco.
Tutti i ragazzi erano sfiniti, tutti a parte Kagome che era appena scesa dalle spalle di Inuyasha.
“E’ meglio accamparci in questa capanna!” disse Inuyasha indicando una vecchia casa diroccata che faceva proprio al caso loro.
“D’accordo!” rispose Kagome.
“Di che cosa state parlando? Perché ci avete trascinato con voi?”chiese Sango ancora un po stordita.
“Scusaci Sango, e anche tu Miroku, ma eravate in pericolo, ci stava inseguendo un….un…” Kagome non riusciva a completare la frase, così ci pensò Inuyasha “…un demone!”
“Cosa?” chiese Sango stupita.
Miroku sembrava anche più stupito di lei, ma non sembrava tanto del demone quanto del fatto che Kagome ne conoscesse l’esistenza.
“Un attimo, e questo chi è?” chiese Sango che si era finalmente accorta ci Inuyasha.
“Ehm, è Inuyasha, ti ricordi? Quello contro cui ho vinto la sfida!” disse Kagome senza pensare alle reazioni di Inuyasha che si era seduto imbronciato.
“Si, mi ricordo, ma con quelle orecchie, gli artigli, i capelli argentei e gli occhi ambrati sembra quasi….non sia umano!” disse Sango pronunciando le ultime parole con un sussurro che però furono tutti in grado di sentire.
“Infatti non lo è! O per lo meno non interamente!” disse Kagome abbassando lo sguardo.
“E che cos’è?” chiese Sango visibilmente incuriosita.
“E’ un mezzo…”
“Basta!” gridò Inuyasha “Mi dispiace tanto, ma ora ci siete dentro con noi, non potete più tornare a casa fino a che non avremo sconfitto Kikyo!”
“Scusate, mi sono persa qualcosa, chi è questa Kikyo?” chiese Sango per tentare di capire qualcosa di quello che stava succedendo.
“Kikyo è una sacerdotessa che ha lanciato questa maledizione ad Inuyasha!” disse Kagome.
“Ehi! Tu devi sempre parlare troppo, vero?” disse Inuyasha in tono rabbioso, poi però tornò il suo tono cupo e inespressivo di sempre “Non possiamo continuare, i boschi pullulano di demoni, ci accamperemo qui!”


Kagome non riusciva a prendere sonno, gli erano successe così tante cose dopo l’incontro con quel ragazzo.
Miroku e Sango, invece, dormivano profondamente, erano esausti, così la ragazza si alzò lentamente e cercando di non fare troppo rumore si incamminò verso un piccolo albero, da cui si poteva ammirare la luna in tutto il suo splendore.
Kagome rabbrividì, era una notte molto fredda, dovevano esserci poco più di due gradi, ad un tratto avvertì qualcuno che si stava avvicinando a lei, così si voltò di scatto pronta a scappare, ma “Inuyasha! Mi hai fatto prendere un colpo!” urlò Kagome.
Il mezzo sangue gli fece segno di parlare a bassa voce poggiandosi un dito sulle labbra, Kagome per tutta risposta si coprì la bocca con tutte due le mani.
“Perché sei venuta qui?” chiese Inuyasha appoggiando sopra di lei il suo golfino verde “Fa molto freddo a quest’ora di notte!”
Kagome lo guardò ed arrossì “E già, me n’ero accorta!”
Inuyasha guardò le stelle, i suoi meravigliosi occhi ambrati riflettevano la candida luce della luna che spiccava nello scuro cielo della notte, Kagome lo stava osservando, nei suoi occhi vi era un velo di tristezza.
“Che cos’hai Inuyasha?” chiese Kagome al mezzo demone appoggiando le braccia sulle ginocchia.
Inuyasha non rispose, sembrava non essersi accorto che lei gli stava parlando.
“Inuyasha….” Disse dolcemente Kagome.
Nessuna risposta.
“Inuyashaaaaaaaa!” gridò poi Kagome facendo cadere all’indietro il povero mezzo demone.
Mentre Inuyasha si alzava Kagome continuò il suo discorso “Mi sembri pensieroso…” disse lei in tono comprensivo, poi la sua voce divenne ironica “….non sei abituato a pensare tanto, ti può fare male usare troppo il cervello! Non l’hai mai fatto!”
“Chiudi il becco dannata!” disse Inuyasha alzando un pugno verso il viso della ragazza.
Kagome, però, era tornata seria, così Inuyasha si bloccò.
“E’ per colpa del tuo aspetto di mezzo sangue?” disse la ragazza fissando l’erba.
“Cosa?”
“E’ per colpa del tuo aspetto di mezzo sangue che sei tanto pensieroso e serio?” ribadì Kagome lanciando uno sguardo all’hanyou.
“Bè…. Veramente….” balbettò Inuyasha.
“Lo immaginavo! E come ci si sente ad essere un’hanyou?”
“Non bene, non è bello essere considerato un rifiuto!” disse Inuyasha in tono serio.
“Mi…mi dispiace, me lo avevi già detto! Io…io non volevo…” disse Kagome in tono di scuse.
“Non ti devi preoccupare!” disse Inuyasha per confortarla “Ha anche i suoi lati positivi essere un’hanyou, per esempio io sono molto più forte di qualsiasi umano, posso trasportare anche carichi molto pesanti senza alcuna difficoltà….”
“L’ho notato quando mi hai preso in braccio e hai corso più veloce di un fulmine!” disse sorridente la ragazza.
“Già, anche quello di correre velocissimo è un altro mio pregio, poi, tutti i miei sensi sono molto sviluppati, per esempio, riesco a sentire il rumore dei passi di qualcuno che si avvicina anche a un chilometro di distanza, anche il mio olfatto è molto sviluppato, te lo dimostro!”
Detto questo cominciò ad annusare l’aria.
“Mmmmm…..” mormorò Inuyasha “Ah, ecco!”
“Scusa!? Ecco cosa!” chiese Kagome dubbiosa.
“Come?” esclamò Inuyasha continuando ad annusare l’aria.
“Di cosa stai parlando?” chiese la ragazza ancora più confusa.
“Ti sei fatta il bagno questa mattina per più di un’ora?” disse l’hanyou stupito.
“Certo! Che c’è di strano!” ribattè Kagome.
“Bè, vedi un po tu, a che ora ti svegli prima di andare a scuola per fare un bagno così lungo!?” chiese Inuyasha sarcastico.
Kagome gli diede uno spintone facendolo sbilanciare di lato.
Dopo di che il silenzio tornò a calare nella calda atmosfera che si era formata fra i due, Inuyasha tornò a guardare le stelle e Kagome lo osservò, la luna era tornata a risplendere negli occhi del mezzo demone *E’ proprio carino quando è un’hanyou, è anche più gentile di quando è umano! Si, io lo preferisco così! *
Inuyasha si accorse che la ragazza lo stava fissando, si voltò ed arrossì.
“Che c’è adesso?!”
Kagome gli sorrise dolcemente costringendo il mezzo demone a distogliere lo sguardo dal suo.
“Niente!” disse poi continuando a sorridere “E’ vero che domani mattina tornerai ad essere l’arrogante ragazzino di sempre?”
“Si, perché?” chiese seccato.
“Così, tanto per chiedere!”
*Lo sapevo * pensò Kagome *..peccato! Io speravo che restasse così, quegli occhi ambrati e quei capelli argentei, lo fanno sembrare…..bè…insomma….sexy! *
Inuyasha la guardò stranito *Chissà a cosa sta pensando! Comunque adesso che la osservo, i suoi capelli corvini, i suoi occhi azzurri che brillavano di luce propria, la sua pelle liscia illuminata dal cielo stellato la fanno sembrare….bè…insomma….sexy! *
“Vogliamo andare?!” disse Kagome all’hanyou che si risvegliò dai suoi pensieri.
“Certo! Se vogliamo andare alla ricerca di Kikyo ci servirà parecchia energia!”
Kagome cominciò ad alzarsi “E’ davvero così forte questa sacerdotessa?”
“Non immagini quanto!” rispose Inuyasha alzandosi a sua volta.
Kagome gli sorrise e si avviò verso la capanna seguita dal mezzo demone che saltellava non dando il minimo segno di stanchezza, ne fisica ne mentale.
Kagome entrò e vide Sango e Miroku che dormivano come due angeli in due letti singoli, poi si guardò intorno per cercare il suo letto, ma quello che vide non gli piacque affatto, il suo sguardo si fermò e il suo corpo si irrigidì, non riusciva a credere a quello che stava vedendo, e lo shock fu così grande che dalla sua gola uscì un urlo straziante che richiamò l’attenzione di tutti.


Sango e Miroku si erano svegliati guardando straniti Kagome, e Inuyasha si era affacciato alla porta per vedere che cosa stava succedendo.
“Che cosa c’è Kagome?” chiese preoccupato Inuyasha.
“Il….il letto!” disse kagome indicando un angolo della stanza.
Lo sguardo di tutti si diresse verso il punto indicato dalla ragazza.
“E’ solo un letto! C’è bisogno di urlare per questo?” chiese Sango ancora mezza addormentata.
“Non…non è un letto qualsiasi……” sussurrò Kagome “….è….è un letto matrimoniale!” urlò poi.
“E allora? Non vedo il problema!” replicò Sango dando uno sguardo a Miroku che aveva già ripreso a dormire beatamente “Dai, adesso vai a letto, è molto tardi!”
“Ma….ma così mi toccherà dormire con Inuyasha!” disse Kagome disperata, ma era troppo tardi, Sango si era già riaddormentata.
Inuyasha era fermo sulla soglia.
Kagome gli rivolse uno sguardo sbalordito che Inuyasha contraccambiò, poi alzò le mani al cielo e disse “Ehi! Non guardare me, io non ci tengo per niente a dormire assieme a te, anzi, ne farei volentieri a meno!”
Kagome lo guardò male, poi si mise le mani in testa in segno di disperazione e cominciò a camminare nervosamente tracciando un cerchio sul pavimento di legno, intanto Inuyasha si era avvicinato al letto tanto temuto dalla ragazza.
“Ok!” disse ad un certo punto Kagome guardando l’hanyou “Dormirò con te! D'altronde non ho altra scelta, ma se mi sfiori solo con un dito giuro che io…”
“Tranquilla, non mi importa proprio niente di toccare il tuo sudicio corpo da umana!” riubattè scontroso.
“Che cosa hai detto!” chiese Kagome arrabbiata nera avvolta da una scia di fuoco “Prova a ripeterlo se hai il coraggio!”
“Cosa!? Che hai un sudicio corpo da umana?” chiese lui cambiando tono di voce che diventò sarcastico.
Il fuoco attorno alla ragazza si intensificò, alzò le mani e gridò “Sei un mezzo demone morto!!!!!!!!!!!”
Inuyasha si accorse finalmente che Kagome stava creando del fuoco, ma quando se ne accorse era troppo tardi, la ragazza aveva già scagliato una palla di fuoco verso di lui, che riuscì ad evitarla per miracolo.
L’hanyou era per terra e pronto a scappare se la casa fosse bruciata, ma non successe niente, per fortuna Kagome aveva colpito il caminetto pieno di legna da ardere.
Inuyasha guardò Kagome sbigottito e incredulo, come aveva fatto?!
La osservò e a giudicare da come si osservava i palmi delle mani dalla quale erano uscite le palle di fuoco, la ragazza era più sorpresa di lui.
Kagome chiuse lentamente gli occhi e svenì sotto gli occhi di Inuyasha che, non sapendo bene cosa doveva fare, la prese in braccio e la appoggiò delicatamente sul letto aspettando che si riprendesse, intanto andò a bagnare un fazzoletto per appoggiarglielo sulla fronte che scottava.


*Non può essere! * pensò Inuyasha mentre osservava Kagome mentre dormiva tranquilla nel letto matrimoniale, la febbre era scesa, e adesso la sua temperatura corporea era tornata normale *Non può essere davvero lei! *
Kagome aprì lentamente gli occhi e si ritrovò l’hanyou davanti “Inuyasha…” non ne fu sorpresa, così si alzò aiutandosi con le braccia, lasciando scivolare giù dalla fronte il fazzoletto fradicio “….ma che cosa mi è successo, io non ricordo niente!”
L’hanyou le sorrise “Adesso è meglio che ti riposi, io andrò a dormire fuori!” detto questo Inuyasha si diresse verso la porta e prima di uscire si voltò e sussurrò “Buona notte, Kagome!” poi continuò a camminare, ma prima che fu del tutto uscito Kagome lo fermò alzandosi ancora con le braccia tese “Non andare Inuyasha!” poi rilassò l braccia piegandole un po ed arrossì leggermente “Non è giusto che tu dorma fuori! Fa molto freddo di notte, l’hai detto tu stesso!”
Inuyasha le sorrise “Non ti preoccupare, sono un mezzo sangue, posso resistere a temperature molto basse! Buona notte!” ripetè Inuyasha.
“No!” lo fermò ancora la ragazza.
“Senti, se vuoi che venga a letto con te…” disse l’hanyou con un ghigno “…dillo apertamente!”
“Non dire fesserie!” lo rimproverò Kagome “E’ solo che non è giusto che tu resti fuori!”
Così Inuyasha tornò in casa, si sfilò la maglietta rimanendo a torso nudo e si mise sotto le coperte.
“Io sto dalla mia parte e tu dalla tua, ok?” chiarì subito Kagome.
“Nessun problema!” rispose il mezzo demone.
Così i due si addormentarono ben distanti l’uno dall’altro.


Kagome si svegliò nel cuore della notte, stava tremando, faceva molto freddo, e la leggerissima coperta di cotone non bastava per niente a riscaldarla, così si voltò e vide Inuyasha voltato verso di lei, naturalmente era molto distante e stava nella sua metà come stabilito la sera prima, il suo aspetto era ancora quello di un mezzo demone, forse perché il sole non era ancora sorto.
La ragazza aveva sempre più freddo, mentre Inuyasha sembrava quasi avere caldo, così si avvicinò lentamente a lui *Non c’è niente di male se mi avvicino un po a lui, in fondo lo faccio perché ho freddo! *
Gli arrivò così vicino che i loro volti si sfioravano, lo guardò per alcuni secondi, poi si decise e lo abbracciò.
Sentiva il tepore del suo petto muscoloso che la stava avvolgendo, questo le fece emettere un piccolo e quasi impercepibile verso per il piacere, così si sistemò nell’abbraccio, intanto Inuyasha si era svegliato al contatto con quel corpo così gelido e aveva sentito il verso di piacere prodotto da Kagome che lo fece arrossire, poi però le chiese “Che…che diavolo stai facendo?”
La ragazza alzò lo sguardo e si accorse che l’hanyou era sveglio, così arrossì.
“I patti erano che tu stavi dalla tua parte e io dalla mia. Allora mi vuoi spiegare perché sei appiccicata a me?” urlò Inuyasha in tono per niente amichevole.
“Io….io avevo freddo, mentre mi sembrava che tu avessi caldo, così…”
“…Così hai pensato bene di abbracciarmi, vero?” chiese Inuyasha.
Per tutta risposta, Kagome abbracciò ancora Inuyasha e sussurrò “Io…io sto davvero gelando!” disse la ragazza tremando.
Inuyasha si era accorto che non stava affatto mentendo, lui sapeva che cosa gli stava accadendo, anche se non voleva crederci, era tutto vero, così la strinse a se cercando di infondergli un po di calore, per adesso era lui l’unico a poterla aiutare.
Così i due si addormentarono abbracciati l’uno all’altro.


“Sveglia! E’ mattina!” urlò Sango a piani polmoni svegliando tutti.
Kagome sapeva che Sango era una tipa mattiniera, un giorno si era fermata a dormire a casa sua, avevano parlato per tutta la notte, erano rimaste alzate fino alle quattro e mezza di mattina, cioè quando si erano riuscite finalmente ad addormentarsi, e Sango alle sei di mattina era già in piedi, pronta a cominciare una nuova giornata, in quell’occasione Kagome l’avrebbe volentieri fatta secca “Sai, come tutte le persone normali, se non dormo almeno sei o sette ore, non riesco a raggiungere le nove di questa sera in piedi!” così le aveva risposto quando Sango l’aveva svegliata.
A giudicare dal sole appena sorto, dovevano essere più o meno le sei e mezza.
Kagome guardò davanti a se, stava per urlare perché si era ritrovata Inuyasha abbracciato a lei, ma poi si ricordò che era stata lei ad abbracciarlo, così si trattenne e guardò un po stupita i capelli neri e gli occhi verdi del ragazzo che si trovava davanti.
E’ vero! Era mattina, e Inuyasha era tornato un ragazzo qualunque!
*Peccato! * pensò Kagome sconsolata, poi si voltò verso Sango che aveva appena aperto la porta della capanna per fare entrare i raggi di luce, sembrava più energica e eccitata che mai.
“Forza, dormiglioni! Sveglia!” si affacciò fuori dalla porta e respirò l’aria a pieni polmoni, poi si voltò verso Kagome, Inuyasha umano e un Miroku ancora mezzo addormentato “Ragazzi, in marcia!”


I quattro ragazzi si lavarono in una fonte d’acqua potabile presente in quel bosco, era considerata molto pregiata perché era molto raro trovarne una in un bosco.
Dopo di che, si misero in viaggio.
Inuyasha si affiancò a Miroku E gli sussurrò a bassa voce in modo che le ragazze non sentissero “Posso dirti un segreto?”
“Certo, io adoro i segreti!” disse felicemente Miroku con un sorriso smagliante.
Inuyasha si guardò attorno, poi disse “Penso che Kagome sia la sacerdotessa dei quattro elementi!”
L’espressione di Miroku cambiò e divenne seria “La custode dei quattro elementi! Intendi dire acqua, terra, fuoco e aria?”
“No, hamburger, hot dog, insalata e patatine fritte!” replicò in tono sarcastico Inuyasha “Ma certo che parlo di quegli elementi e di quali sennò!”
“Scusa, comunque sei sicuro che è proprio la sacerdotessa dei quattro elementi? Pensavo fosse soltanto una leggenda!”
“Anche io lo pensavo prima di aver visto quello che ha fatto ieri Kagome……ehi! Tu come fai a conoscere la sacerdotessa dei quattro elementi! Non tutta la gente comune va a cercare informazioni sulle sacerdotesse! Avanti, dimmi chi o cosa si veramente!”
“Ok, io ti posso assicurare che sono un ragazzo normale, comunque quello che mi è successo non lo è altrettanto!”
“Racconta!” gli impose Inuyasha.
“D’accordo! Hai notato che porto il braccio sempre fasciato con un rosario sopra?” chiese Miroku mostrando ad Inuyasha il braccio “Non è una moda, lo faccio perché sono stato maledetto da una sacerdotessa!”
Inuyasha sgranò gli occhi “Cosa?!”
“So che non mi crederei, ma è così. Sulla mia mano vi è un vortice che risucchia tutto quello che si trova davanti a lui, e presto anch’io verrò risucchiato dal mio stesso vortice!”
“Io ti credo Miroku, anche io sono stato maledetto da una sacerdotessa! Ti spiego, in un determinato periodo del mese, di notte io mi trasformo in un mezzo sangue, e assumo l’aspetto che avevo ieri sera, poi però la mattina torno ad essere un ragazzo come tanti!”
“Capisco! A proposito, dove stiamo andando?” il tono di voce di Miroku si era alzato notevolmente, adesso non avevano più niente da nascondere.
“Ci stiamo dirigendo dalla sacerdotessa che mi ha maledetto per sconfiggerla e fare in modo che io torni normale.” Rispose tranquillamente Inuyasha incrociando le braccia dietro la testa.
“Potrei chiederti un favore?”
“Certo!”
“Quando avremo trovato la tua sacerdotessa, potremmo cercare anche quella che ha maledetto me?”chiese timidamente Miroku.
“Certo! Però per trovarla abbiamo bisogno almeno del suo nome, tu lo conosci?”
“Ehm, si, mi sembra che si chiami Kikyo!”
“Cosa??!!?”


Intanto le ragazze trattavano di argomenti molto meno seri.
“Cosa avete fatto tu ed Inuyasha questa notte?” chiese Sango maliziosamente all’amica.
Kagome arrossì “N…niente! Che cosa vuoi che sia successo?!”
“E dai! Lo sai benissimo!” replicò Sango dando un piccolo pugno sulla spalla di Kagome.
Kagome diventò ancora più rossa, l’aria attorno a lei stava cominciando a vorticare in modo pericolosamente forte.
“Non dire sciocchezze!”
Sango aveva notato l’aria attorno all’amica “K..Kagome che…che cosa ti sta succedendo!?”
“Kagome!” urlò Inuyasha che si era accorto di ciò che stava accadendo alla ragazza.
Ma nessuno riuscì a far tornare cosciente Kagome, sembrava in uno stato di trans, i suoi occhi erano completamente inespressivi.
Durante questo stato sembrava che la ragazza non riuscisse a controllare il suo corpo, così alzò la mano verso il cielo, facendo in modo che l’aria andasse ancora più veloce, poi la sua mano si abbassò sui tre ragazzi che osservavano la scena ammutoliti.
Il tornado che si era formato attorno al corpo di Kagome cominciò a spostarsi verso i tre ragazzi, prima fra tutti Sango che osservava il vortice, nei suoi occhi si fece spazio il terrore, voleva scappare, andare più lontano che poteva da li, ma le sue gambe sembravano pesanti come il piombo, così rimase ferma ad aspettare la sua fine.
Per fortuna, Miroku non era d’accordo.
Si avvicinò a Sango correndo, la prese in braccio e cominciò a correre.
Il suo sforzo era immenso, solo dopo qualche minuto si accorse che non stava correndo, ma solo camminando a passo pesante, si voltò e vide il tornado a qualche centimetro da lui e Sango.
Nel frattempo Inuyasha era corso dietro al tornado per recuperare Kagome che era svenuta come la notte precedente, cercò di prenderla in braccio, ma non ci riuscì subito, alcune radici legavano le gambe di Kagome tenendola saldamente attaccata al terreno umido.
Inuyasha non poteva attendere oltre, così graffiò le radici sperando che le sue unghie fossero rimaste così forti da spezzarle, e per fortuna fu così.
Una volta rimosse le radici, prese in braccio la ragazza e cominciò a correre, esattamente come aveva fatto Miroku, solo che Inuyasha era molto più veloce, perché nei periodi in cui si trasformava, conservava anche di giorno una parte della forza che riceveva quando era un mezzo sangue.
Non ci impiegò molto a raggiungere Miroku e a superarlo “Più veloce Miroku!” gli urlò.
“Ci…ci sto provando!” gli rispose visibilmente affaticato, poi si bloccò e appoggiò Sango a terra “Adesso basta!” si voltò verso il tornado e liberò la sua mano destra dal sigillo che la custodiva.
Così il vortice della sua mano si scontrò con il tornado facendolo girare sempre più lentamente, sempre di più, fino a che non scomparì del tutto.
Inuyasha si fermò e tornò da Miroku “Ottimo lavoro!”
“Ti ringrazio!”
Kagome aprì lentamente gli occhi azzurri che erano tornati alla normalità, si guardò un attimo in torno e poi chiese con voce un po stupita “Che cosa è successo a questo bosco! Sembra quasi che sia passato un tornado!”


Il viaggio proseguì abbastanza tranquillamente, fino a che “Sento dei rumori!” disse Inuyasha fermandosi “Sembra quasi….”
“Sembra che cosa Inuyasha?!” chiese Kagome intimorita dai rumori.
“Sembra quasi…..un demoneeee!!” Inuyasha cominciò a correre seguito da tutti i suoi compagni.
“Ma come!” chiese Miroku durante la corsa “Non sei in grado di affrontare un demone?!”
“Certo che no! Non sono in grado di farlo da mezzo demone, figurati se riesco a farlo da umano!” replicò continuando a correre.
Arrivarono in un punto del bosco da cui si poteva ammirare un castello che si stagliava su una verde collina colma di fiori che però, appena prima del castello si interrompevano e appassivano, in effetti anche l’erba non c’era vicino al castello, sembrava fosse stata bruciata.
“Ehi….guardate…un castello!” affermò Kagome con una mano appoggiata ad un albero mentre ansimava per la lunga corsa.
Inuyasha alzò lo sguardo “Si, sembra quello della sacerdotessa che stiamo cercando! Anzi, sono quasi sicuro che sia questo!”
“Ok! Allora andiamo!” propose Miroku.
“No!” urlò Kagome “Io, prima volevo cercare di controllare quello che mi succede prima di svenire, ho paura di farvi del male!”
“E come possiamo aiutarti noi!” chiese Inuyasha alzando le spalle.
“Speravo che tu potessi aiutarmi, in fondo sei quello che ne sa di più su questo strano mondo!” rispose Kagome.
“D’accordo! Non posso insegnarti molto, ma proverò ad insegnarti almeno a controllarti!”
“Grazie Inuyasha! Cominciamo subito!” urlò Kagome.
“No, non adesso, questa sera, quando sarò diventato un mezzo demone!”
“Ok! Ci sto! Nel frattempo potresti dirmi tutto quello che sai su quello che mi sta succedendo!?”
“Anche a me piacerebbe cominciare a capirci qualcosa di quello che state dicendo!” replicò Sango.
“Va bene, vi dirò tutto!” appena Inuyasha pronunciò quelle parole, i tre ragazzi si sedettero attorno a lui pronti ad ascoltare.
“Allora” cominciò Inuyasha “Secondo me Kagome è la sacerdotessa dei quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco.”
“Forte! Vuol dire che posso controllare il fuoco?!” chiese Kagome incuriosita.
“Fammi finire! Vuoi sentire tutta la storia si o no?!” commentò Inuyasha.
Kagome fece segno di chiudersi la bocca con una cerniera immaginaria e di buttare via la chiave, così Inuyasha continuò.
“La sacerdotessa dei quattro elementi è una delle più potenti che siano mai esistite negli ultimi secoli, solo che si è solo supposta la sua esistenza, non ci sono mai state prove che lei sia vissuta veramente, tu devi essere la sua reincarnazione, per questo riesci a manipolare a tuo piacimento tutti gli elementi!
Solo che adesso sei ancora instabile…”
“Instabile? E che significa!?” chiese Kagome.
“Vuoi chiudere il becco? Stavo per spiegarlo!”
“Scusate!” replicò sorridendo Kagome.
“Allora, dove era rimasto?!” si chiese Inuyasha alzando gli occhi al cielo.
“Al fatto che sono instabile!” rispose Kagome, poi fu trafitta dallo sguardo di Inuyasha che sembrava imporle di stare zitta, così abbassò lo sguardo e si azzittì.
“Kagome è ancora una sacerdotessa instabile..” cominciò Inuyasha.
Kagome stava per urlare che non credeva di essere una sacerdotessa, quando Sango le tappò la bocca con una mano e fece segno ad Inuyasha di continuare.
“Ti ringrazio Sango! Adesso c’e la farò a dire perché è instabile? E’ instabile perché non riesce a controllarsi, da come si comporta quando usa la sua forza spirituale, direi che reagisce ai suoi sentimenti, quando si è arrabbiata con me ieri sera stava per incendiare la casa, invece oggi stava per farci risucchiare da un tornado!” concluse Inuyasha.
“Scusate! Io non volevo!” si scusò Kagome.
“Non ti preoccupare!” la rassicurò Sango “Sappiamo che non è colpa tua!”
“Non ti preoccupare” tutti dicevano quelle parole a Kagome per rassicurarla e per farla sentire meno in colpa per i sui errori, ma non faceva altro che farla sentire più colpevole per ciò che era successo.
“Comunque, ho notato un’altra cosa, cioè che quando Kagome scatena un elemento, provoca anche l’elemento opposto che si contorce contro di lei, ieri sera, dopo avermi lanciato contro la palla di fuoco, aveva molto freddo, era colpa dell’acqua, e dopo che ha scatenato il tornado delle radici l’hanno imprigionata!”
“Quindi l’acqua è l’opposto del fuoco e viceversa, mentre la terra è l’opposto dell’aria e viceversa. Giusto?!” chiese Kagome.
“Si, è così, e ogni volta che userai un elemento per combattere, l’altro ti si ritorcerà contro!” spiegò Inuyasha.


Il giorno passò alla svelta e la notte si fece avanti, era arrivata l’ora dell’addestramento.
Sango e Miroku stavano dormendo beatamente in una delle caverne che abbondavano nel bosco, di solito erano occupate dai demoni, infatti ne avevano ispezionate altre due prima di quella e purtroppo erano occupate da alcuni demoni e gli era toccato correre per diversi chilometri senza fermarsi, poi per fortuna avevano trovato quella.
Erano tutti esausti e Kagome avrebbe fatto volentieri a meno dell’addestramento, ma sapeva che era necessario, non voleva recare altri problemi ai suoi amici, così si recò nel luogo che avevano programmato per incontrarsi.
Una volta arrivata, trovò Inuyasha su un albero dal quale, appena la vide saltò giù, la sua chioma argentea si abbassò per poi riabbassarsi mossa dal tiepido vento che soffiava quella notte.
“Bene! Cominciamo con questo, tu devi imparare a controllare i tuoi sentimenti!”disse Inuyasha serio, ma sembrava che Kagome non lo ascoltasse, infatti alcuni germogli stavano crescendo a dismisura attorno a lei *Quanto è carino Inuyasha questa sera! *
“Kagome?! A cosa stai pensando?”
“A n…niente!” Kagome si riprese e i germogli attorno a lei tornarono piccoli.
“Per lo meno sei riuscita a fermarli prima che mi colpissero!” disse ironico l’hanyou “Visto?! L’aria non si è affatto scatenata!”
Kagome si guardò attorno “Hai ragione!”
“Ok! Devi concentrare i tuoi sentimenti in modo di riuscire a controllare i tuoi poteri! Pensi di potercela fare?!” chiese Inuyasha alla ragazza.
Lei annuì “Proviamo!”
“Siediti!” la ragazza obbedì “Useremo la terra come primo elemento, concentrati, prova a ripensare al sentimento che prima ha fatto fiorire i germogli!”
La ragazza arrossì “Intendi dire quando pensavo a te……ehm, tenere a bada gli elementi?!”
“Tenere a bada gli elementi? Che razza di sentimento è questo!” replicò l’hanyou.
*Se solo sapesse che stavo pensando a lui! Era così carino quando è sceso dall’albero… * Kagome aveva chiuso gli occhi per pensare, e i germogli stavano crescendo.
“Si, sta funzionando!” sussurrò Inuyasha.
*Ora che ci penso però non devo provare ammirazione per lui! * i germogli si bloccarono.
“Ehi! Ma….” Disse Inuyasha stupito.
*Anzi, è stato lui a trascinarmi in questo pasticcio… * i germogli erano già spariti, e al loro posto stava nascendo del fuoco *…si, se non ci fosse stato lui sarebbe stato tutto più facile! *
Il fuoco si intensificò mentre Kagome si stava infuriando ancora di più.
“Kagome!” la voce preoccupata del mezzo demone la riportò alla realtà.
“O santo cielo! I miei vestiti stanno bruciando!” Kagome si rotolò per terra fino a quando il fuoco non si spense, Inuyasha era piegato in due dalle risate.
“Vuoi piantarla di ridere!?” chiese stufa Kagome.
“Scusa! E’…è più forte di me!” rispose il mezzo demone continuando a ridere.
“Hai finito?” chiese spazientita lei.
Inuyasha continuò a ridere.
“Ti ho detto di smetterla!” dell’acqua venuta da chissà dove roteava attorno alla ragazza, questa volta però fu Kagome ad accorgersene.
Cominciò a muovere le dita e vide che l’acqua faceva quello che voleva lei.
“Inuyasha!” lo chiamò, ma lui continuò a ridere senza accorgersi di nulla.
“Inuyasha!” urlò ancora lei, poi un ghigno si fece spazio fra le sue labbra, indicò Inuyasha con un dito e immediatamente l’acqua si diresse verso di lui bagnandolo.
Inuyasha smise subito di ridere e guardò la ragazza “Ehi! Ma che….wao! C’e l’hai fatta! Sei stata bravissima!”
“Si, lo so!”
“Non pensavo che ce la facessi!” disse lui entusiasta.
“Cosa hai detto?! Adesso che so come si controllano gli elementi, posso incenerirti quando voglio, quindi ti conviene non farmi arrabbiare, capito!!!!”
“Si, non ti scaldare!” replicò Inuyasha incrociando le braccia dietro la nuca , poi sbadigliò “Non hai più bisogno di me! Io vado a letto!”
Si stava avviando, poi si voltò verso la ragazza “E questa volta in un letto singolo!” poi si voltò e scomparve nel fitto bosco.


“Oggi è il grande giorno!” gridò Kagome appena sveglia, era eccitatissima “Dai, preparatevi!”
Tutti si alzarono stancamente e, non dando alcun segno di entusiasmo si misero in marcia verso il castello della sacerdotessa.
Inuyasha avvertì uno strano odore nell’aria “Attenti! Avverto l’odore di uno dei demoni che ci ha seguito ieri, devi averci pedinato e raggiunto durante la notte!”
“Nessun problema! Adesso so controllare i miei poteri e nessuno può più distruggermi!” disse Kagome sicura di se.
“Io non ne sarei così sicuro!”constatò Miroku.
I quattro si stavano preparando a scappare vedendo l’ombra minacciosa del demone, quando videro un cucciolo di demone volpe alto non più di mezzo metro.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo “Ci hai fatto prendere un bello spavento piccolo!” disse Kagome prendendo in braccio il piccolo.
“Io non mi ero affatto spaventato!” disse spavaldo Inuyasha.
“Ma dai! Ho visto che ti tremavano le gambe!” lo prese in giro Miroku.
“Che cosa hai detto!?” chiese infuriato Inuyasha.
Mentre i due litigavano il piccolo demone volpe cominciò a parlare furioso “Io non sono piccolo!”
“Ah no?” chiese Sango sarcastica.
“No! Io sono un temutissimo demone volpe, sono temuto da tutti i demoni e dagli umani!”esclamò orgoglioso.
“Si, certo! E qual è il tuo nome piccolo?!” gli chiese Kagome dolcemente.
“Ti ho detto di non chiamarmi piccolo!” strillò, poi appoggiò le piccole mani sui fianchi “Io sono il grande Shippo!”
Tutti si misero a ridere.
“Che diavolo avete da ridere! Volete fare a botte? Non vi conviene sfidare un demone forte come me!”
“Chiudi il becco!” gli disse Inuyasha, poi gli diede un colpetto in testa e lo fece volare all’indietro.
“Fai piano Inuyasha! Non vedi che è solo un cucciolo?” lo sgridò Kagome “Lo portiamo con noi?!”
“Stai scherzando, vero?” chiese Inuyasha.
“Certo che no! Ti prego, lo portiamo con noi?” chiese in tono supplichevole.
“D’accordo! Ma se ci da fastidio lo lasciamo nel bosco!”
“Ricevuto!”disse Kagome rivolta ad Inuyasha, poi guardò Shippo “Hai sentito piccolo? Puoi venire con noi!”
“Io non ho mai chiesto di venire con voi!E ti ho detto di non chiamarmi piccolo!” replicò il cucciolo di demone.
“Fallo stare zitto!” ordinò Inuyasha, nel frattempo erano arrivati al castello.


“Entriamo?”chiese Miroku titubante.
“Entriamo!” confermò Kagome decisa.
“Io resto fuori!” decise Shippo afferrando un tronco di un albero.
“Ok! Noi entriamo!” disse Inuyasha.
“Io vi aspetto fuori!”
“Come preferisci!”gli rispose Inuyasha.
Appena ebbero varcato la soglia, la porta si chiuse dietro di loro e una lugubre voce femminile li accolse “Salve a tutti! Oh Inuyasha! Sapevo che un giorno saresti arrivato al mio castello! Ti stavo aspettando!”
“Chiudi il becco!”urlò Inuyasha.
“Non essere così scortese! Ora siete nel mio castello ed è mio dovere darvi il benvenuto! Vi avverto, è pieno di pericoli e sfide, solo uno di voi arriverà fino a me, spero tanto che sia tu mio caro Inuyasha! Buona fortuna!”poi la voce cessò.
“Oh no!”
“Che cosa c’è Kagome!” chiese preoccupato Inuyasha.
“Porta sfortuna se una ti dice “Buona fortuna”!” disse infelice Kagome.
“Cosa?” chiese Miroku stranito.
“Lascia perdere!” lo fermò Sango.
I quattro avanzarono lentamente negli stretti corridoi, Kagome inciampò in un filo e delle frecce sacre uscirono dalle pareti cercando di colpire i ragazzi, le evitarono tutti con agilità, a parte Sango e Kagome che erano state incollate al muro dalle frecce che per fortuna non erano state colpite.
“Guarda dove metti i piedi la prossima volta!” la sgridò Inuyasha, poi la liberò dalla freccia che l’aveva intrappolata e lo stesso fece Miroku con Sango che gli cadde fra le braccia.
“Ehi! Non capita tutti i giorni che una bellezza ti cada fra le braccia!” esclamò Miroku afferrando Sango che arrossì, poi però si accorse che quel pervertito le stava palpando il sedere, così gli mollò un ceffone lasciandogli il segno delle cinque dita sulla faccia.
Proseguendo arrivarono ad una diramazione “Io direi di dividerci!”propose Inuyasha.
“D’accordo! Allora io vado con Sango!”decise Miroku.
“No! Io non voglio stare ancora con Inuyasha!”esclamò Kagome “Troppo tardi! Se ne sono già andati!”
Si guardò attorno e vide che Inuyasha se n’era già andato, così lo seguì “Ehi! Aspettami!”gridò
“Basta che ti dai una mossa!”così il gruppo si divise.


Sango e Miroku stavano proseguendo per un lungo corridoio, quando sentirono una voce che sentirono anche Inuyasha e Kagome “Bene! Vedo che siete riusciti a superare l’ostacolo delle frecce, adesso, però, dovete recuperare una pietra sacra che vi permetterà di aprire la porta di roccia che vi trovate davanti!”
“E quale strada dovremmo prendere, sentiamo!” chiesero all’unisono Sango ed Inuyasha.
“Questo dovrete scoprirlo da soli!” poi la voce scomparve.
“Maledizione!” urlò Inuyasha infuriato “Che cosa facciamo adesso?Siamo dispersi e non c’è via di uscita! Non rivedremo più la luce del sole!”
Mentre Inuyasha si stava disperando Kagome stava tranquillamente esaminando le pareti della stanza, poi trovò una rientranza “Ecco!”
“Moriremo tutti! Non abbiamo via di scampo!” continuava ad urlare Inuyasha.
“Calmati Inuyasha, ho trovato una via di uscita!” disse tranquilla Kagome.
“Quella strega ci friggerà….cosa?!”chiese inuyasha piantandola per un attimo.
Kagome lo guardò e scosse la testa in segno di disapprovazione, poi spinse delicatamente la rientranza e una porta si aprì lentamente provocando un rumore roccioso.
Kagome fece segno con la mano ad Inuyasha di entrare, così i due entrarono nella porta.


“Miroku, dobbiamo trovare quella pietra, altrimenti non ci muoveremo più da qui!”disse Sango al ragazzo.
“Ok! La cosa migliore da fare è cercare un ‘entrata segreta sul muro!” disse il ragazzo.
“Ne sei sicuro?” chiese dubbiosa.
“Certo! Serve sempre palpare il sed…ehm, il muro!”
Sango lo guardò con aria comprensiva mentre toccava le pareti fredde di quel castello, poi, mentre stava ancora guardando Miroku cadde in avanti dentro a un pezzo di muro non solido, sembrava un ologramma.
“Dove sei Sango?” urlò il ragazzo dopo essersi accorto dell’assenza della ragazza.
Sango uscì dal muro provocando un grande spavento al ragazzo che cadde a terra dopo aver lanciato un urlo.
“Che fai li per terra!? Dai vieni a vedere che cosa c’è di qua!”
“Arrivo!” rispose Miroku mentre attraversava il muro “Wao!” disse quando arrivò dall’altra parte “E’ magnifico!” esclamò stupefatto.
“Puoi dirlo forte!” concordò la ragazza, quel posto assomigliava ad una grande caverna ricoperta di ghiaccio, degli spuntoni erano sul soffitto e ai lati, riflettevano la luce che entrava da una finestra con le sbarre dando una colorazione arcobaleno alla grotta, che gli dava un’atmosfera stupenda, che però non era destinata a durare.
Sango guardò davanti a se e vide la pietra posta sopra un piedistallo “Ecco la pietra che stiamo cercando!”esclamò la ragazza avvicinandosi, Miroku però la bloccò.
“Aspetta Sango! E’ troppo semplice! Ci deve essere una trappola!” prese un po di terra e la soffiò nel punto in cui si stava dirigendo Sango, alcuni raggi rossi vennero alla luce “Lo sapevo!” esclamò Miroku “Dobbiamo arrivare alla pietra senza toccare i raggi!”
“Wao! Come nei film?”esclamò Sango eccitata.
“Si, come nei film, solo che questo non è un film e può accadere di tutto! Quindi è meglio stare attenti!”
“Capito” disse Sango prendendo una manciata di terra e soffiandola sopra ai raggi “Io vado!”
“D’accordo, io ti seguo!”
Sango scavalcò agilmente i primi raggi, prese un po di terra e la soffiò sugli altri, poi li scavalcò e continuò così fino all’ultima fila di raggi, quando si sbilanciò.
Miroku, che era fermo ai primi raggi, si muoveva impacciatamente e quando si accorse che Sango stava per cadere si coprì la testa con le mani e aspettò che succedesse qualcosa di terribile, e invece non successe niente, Sango era rimasta in equilibrio in punta di piedi ed era riuscita a raggiungere la pietra “Ehi! Miroku! C’e l’ho fatta!”urlò gioiosa.
Miroku fece un sospiro di sollievo, ma nel farlo indietreggiò con un piede e fece scattare la trappola.
“Che diavolo hai fatto Miroku!” gridò Sango preoccupata, poi notò che o loro si stavano ingrandendo, oppure era la stanza che si faceva sempre più piccola “Oh no!” esclamò in preda al terrore “Il soffitto si sta abbassando!”
“Ci schiaccerà!”aggiunse Miroku.
“Ehi, guarda!” disse Sango indicando una piccola porta “Una via di fuga!”
*Il soffitto è ormai a qualche centimetro dalle nostre teste e la distanza tra noi e la porta era troppa elevata, non c’e la faremo mai! *ragionò Miroku, poi gli venne un lampo di genio *A meno che…. *
Miroku alzò le mani verso il soffitto e lo fece fermare, questo gli richiedeva molta forza, così urlò a Sango “Vai verso la porta!”
“Non ci penso neanche! Non ti lascio qui a morire!” urlò Sango.
“Corri! Non resisterò a lungo!” la supplicò il ragazzo.
“No! Non posso!” disse Sango mentre alcune lacrime le avevano rigato il volto.
“Non mi piace vederti piangere!” le disse in tono dolce “Solo uno di noi può salvarsi, e io voglio che quella sia tu!”
“No, non voglio! Miroku, io ti amo!” urlò Sango fra i singhiozzi.
Il ragazzo le sorrise “Anche io ti amo! E adesso va!”
La ragazza rimase ferma immobile a fissarlo mentre le lacrime sgorgavano come un fiume in piena, Miroku si accorse che la ragazza non avrebbe mai permesso che lui morisse, così con un gesto tenne su il soffitto con una mano sola, e l’altra la usò per prendere Sango per un braccio “Addio!” le sussurrò, poi la scaraventò a un metro dalla porta.
Il soffitto cadde tutto di un botto e Sango fece appena in tempo ad entrare nella porta, per non essere infilzata dagli spuntoni di ghiaccio.


“Mirokuuu!” gridò appena fu dentro alla porticina e si mise a singhiozzare rumorosamente.
“S..si?”sentì una voce familiare provenire da sotto il soffitto.
“Miroku!” gridò Sango gioiosa “Ma…come hai fatto a sopravvivere?!”
“Non chiederlo a me! Comunque ho solo una ferita ad un braccio, non preoccuparti, tu devi andare avanti!”
“Ma non posso lasciarti intrappolato!”
“Il ghiaccio si scioglierà presto, non temere! Ma tu devi andare avanti!”
“Ok! Tornerò a prenderti!” promise Sango al ragazzo, poi strisciò dentro quella porta.
“Fai attenzione!” gli gridò Miroku.


“E’ da più di un quarto d’ora che camminiamo, e questo posto mi sembra di averlo già visto, stiamo girando in tondo temo!” gridò Kagome in preda al panico.
“Hai ragione, questo posto sembra quasi un labirinto!”suppose Inuyasha.
“Penso proprio che tu abbia ragione, dobbiamo solo raggiungere il centro! E’ facile!” esclamò Kagome, così ripresero a camminare.
…..mezz’ora dopo.
“Pensi che manchi tanto?” chiese Inuyasha a Kagome.
“Mmmm, questa roccia mi sembra di averla già vista, ma non ci giurerei!”rispose la ragazza.
“Fantastico! Siamo tornati al punto di partenza!”esclamò Inuyasha.
“Forse se provassimo ad andare di qua…”
“Seguire te?! Non ci penso neanche! Con il senso dell’orientamento che ti ritrovi scommetto che sbaglieremo strada in un secondo!” disse lui sarcasticamente.
“Si, come no! Parla quello che voleva lasciare un filo per ritrovare la strada!” ribatté lei ironica.
“Che c’è di male! Nel labirinto del Minotauro ha funzionato!”
Kagome scosse la testa, poi gli venne un’idea.
“Sollevami!” ordinò al ragazzo.
“Cosa?!”chiese stupito.
“Sollevami!” ripeté lei scocciata.
“Non ci penso nemmeno! Non sono il tuo servo!” esclamò Inuyasha.
Così Kagome gli salì sulle spalle e si portò una mano sulla fronte per vedere meglio.
“Tu vedi qualcosa?” chiese la ragazza a Inuyasha.
“Vedo le tue mutandine!” esclamò Inuyasha.
Kagome si accorse che Inuyasha stava guardando sotto la sua divisa, così arrossì e gli tirò un pugno sulla testa.
“Abbassa lo sguardo pervertito!” urlò lei.
“Sei tu che mi hai chiesto cosa vedo!”
“Non intendevo quello! Ecco!” Esclamò Kagome gioiosa “Vedo il centro del labirinto!”
“E allora? Tanto non ci arriveremo mai se continuiamo così!”
“Se non lo hai ancora capito, io ho un piano!”
“E cioè?” chiese dubbioso Inuyasha.
Kagome sorrise “A che serve avere dei poteri da sacerdotessa se non li puoi usare?”
Detto questo la ragazza chiuse gli occhi e si concentrò, quando del fuoco cominciò a roteare attorno a lei aprì gli occhi e con un dito diresse tutto il fuoco nella direzione del centro, le alte siepi si bruciarono lasciando spazio ad un lungo corridoio che arrivava dove era deposta la pietra.
“Sei stata grande!”gridò Inuyasha a Kagome che si era appoggiata alla siepe bruciata per riprendersi “Stai bene?” le domandò preoccupato.
“Si, stai tranquillo!”rispose lei mentre respirava pesantemente.
“Ok, allora possiamo andare!”esclamò afferrando Kagome per un braccio e trascinandola verso il centro.
“Siamo arrivati!”esclamò Kagome prendendo in mano la pietra “Presa! Adesso possiamo tor….” La voce le si bloccò in gola vedendo uno spaventoso demone toro che la stava per attaccare.
Inuyasha si mise fra i due e lo affrontò.
“Vai va Kagome!” gridò Inuyasha.
“Non posso lasciarti combattere da solo!”urlò lei.
“Questo demone può essere sconfitto solo se chi lo ha generato soccombe, quindi devi proseguire e sconfiggere Kikyo! Capito!?”
“Ma non posso lasciarti qui!”gridò Kagome contrariata.
“Stammi a sentire! Solo uno di noi può proseguire, e io voglio che quella sia tu!”
“Non voglio abbandonarti!”
Inuyasha si stava spazientendo, Miroku e Sango, se erano sopravvissuti, avevano bisogno subito di quella pietra per raggiungere Kikyo, quindi prese il braccio di Kagome “E invece lo farai!” disse, poi la scaraventò fuori dal labirinto, la porta si chiuse dietro di lei.
Sentì la voce di Inuyasha “Ti auguro buona fortuna!”
La ragazza si allontanò correndo con la pietra stretta in mano “Quante volte devo dirglielo che dire “buona fortuna” porta una sfortuna incredibile!”


Mentre correva Kagome arrivò in un’enorme sala con una porta chiusa, davanti a essa vide Sango e corse ad abbracciarla.
“Sango! Come sono felice di rivederti!” Sango ricambiò l’abbraccio “Anch’io sono felice di vederti sana e salva!”
Le due si staccarono “Hai scoperto come si fa ad aprire questa porta?!”
“Si, vedi quei due fori? Hanno la forma delle due pietre, bisogna inserirle, io con la mia l’ho già fatto, adesso tocca a te!”
“D’accordo!”
Prese in mano la pietra e la incastrò nella fessura.
La porta cominciò a brillare provocando una luce che accecò per un attimo le due ragazze, poi si spalancò lasciando intravedere la stanza che vi era all’interno.
“Ti stavo aspettando Inu….oh, salve Sango, e anche a te Kagome!” la voce proveniva dall’alto, videro una figura che si affacciava dal secondo piano di altezza, era Kikyo, la sacerdotessa, portava un kimono rosso e bianco, i suoi lunghi capelli corvini erano raccolti in una coda, lasciando però che due ciuffi le ricadessero sulle spalle, i suoi occhi color nocciola erano colmi di odio e di malignità “Non era previsto che arrivaste vive tutte e due, mi dispiace, ma una di voi dovrà soccombere, vedremo chi delle due sarà!” detto questo, la sacerdotessa alzò le braccia al cielo, in fatti quel grande salone non aveva un tetto e lasciava spazio al cielo che si stava rannuvolando, invocò i fulmini e li scaraventò sulle due ragazze.
Sango e Kagome cominciarono a schivare i fulmini, per un po ci riuscirono, ma poi Sango fu colpita in pieno e cadde a terra, i fulmini cessarono e Kagome si gettò sopra l’amica per capire se era ancora viva, si, il cuore batteva, ma ciò non toglieva che l’aveva ferita gravemente, non poteva muoversi.
Kagome alzò lo sguardo verso la sacerdotessa “Questa me la paghi!”sussurrò la ragazza.
“Ma davvero?! Cavolo, sto tremando di paura!” disse la sacerdotessa sarcasticamente mentre stava scendendo le scale.
L’aria stava cominciando a vorticare attorno a Kagome che era fuori di se per la rabbia.
“Non mi importa a quello che può essere successo ai tuoi amici, adesso voglio solo battermi contro di te!”
“Adesso piantala!” urlò Kagome e il vortice andò a colpire Kikyo che fu scaraventata all’indietro.
La sacerdotessa si alzò e si pulì il sangue che le stava scivolando dalla bocca “Sei forte Kagome! Ma non penso che tu lo sia abbastanza per sconfiggermi!”
“Non ci scommetterei!” rispose la ragazza alzandosi e appoggiando delicatamente la testa dell’amica sul pavimento.
“Sai” continuò Kikyo tranquillamente finendo di scendere le scale “io conoscevo bene la sacerdotessa dei quattro elementi, intendo dire, quella che c’era prima di te!”
“Non ci credo! Sono sicura che non era cattiva!” esclamò infuriata Kagome.
“Oh, all’inizio no! Voleva aiutare i più deboli da brava sacerdotessa del bene! Ma poi si accorse che non ci si guadagnava niente a essere buona, diventare cattiva era molto più eccitante. Uccideva e malediva le persone solo per il gusto di farlo, ma un giorno fu uccisa dai suoi stessi demoni che le si rivoltarono contro. Ma lei non è morta, una parte del suo spirito è ancora vivo ed è più forte che mai, è in cerca di vendetta, e il suo solo scopo è quello di uccidere il figlio dell’uomo che l’ha condannata a morte certa facendo in modo che i suoi demoni la uccidessero.”
“No! Tu non puoi essere…” disse Kagome titubante.
“E invece si! Sono io la sacerdotessa dei quattro elementi e non mi piace essere sostituita!”
Kikyo scagliò del fuoco contro la sua avversaria che fu scaraventata contro il muro, per tutta risposta Kagome fece in modo che i germogli crescessero e che bloccassero i piedi della sacerdotessa che se ne liberò facilmente con un vortice.
“Speri di sconfiggermi con questi trucchetti?!” quando però Kikyo si guardò avanti, Kagome non c’era più.
“No, ma con questi si!” sussurrò Kagome, per far capire alla sacerdotessa che si trovava dietro di lei prima di lanciarle contro un getto d’acqua così forte che la fece sbattere contro al muro.
“Adesso si fa sul serio!” replicò Kikyo alzandosi.
Andò subito a colpire Kagome che fu scaraventata a terra, lei cercò di rialzarsi, ma fu colpita nuovamente, ricevette ancora colpi su colpi, fino a che non riusciva più a reggersi in piedi, del sangue sgorgava dalla sua bocca ed era piena di tagli in tutto il corpo.
Kagome si rese conto che con i poteri spirituali non avrebbe mai potuto batterla, era più forte di lei, così decise di ricorrere a mosse fisiche, infatti era cintura nera di karatè.
Così si alzò cercando di non dare retta al dolore lancinante che aveva alla gamba sinistra, e cercò di sferrare un pugno a Kikyo, che però lo evitò facilmente.
Kagome sferrò calci e pugni a vuoto, esibendo acrobazie che nessuno sarebbe riuscito ad evitare, ma lei era troppo veloce, apparse dietro di lei “Che ne dici se ci divertiamo un po con il figlio dell’uomo che mi ha ucciso, così potrò ammazzarlo una volta per tutte?!” le sussurrò, poi la scaraventò a terra.
A Kikyo bastò schioccare le dita che Inuyasha comparse davanti alle due sacerdotesse.
“Ti prego, lascia fuori Inuyasha da questa storia!” la supplicò Kagome.
“Mi dispiace, ma lui ci è dentro fino al collo!” replicò lei.
“Ha ragione, ci sono dentro!” poi Inuyasha si voltò verso la ragazza e notò che era ferita gravemente “Ehi, ma che ti è successo Kagome?!”
“Sono stata io a ridurla così!” esclamò la sacerdotessa orgogliosa.
“Non ne dubitavo!” disse lui, poi si scagliò contro la sacerdotessa.
Lottarono per qualche minuto che a Kagome sembrò un’eternità, Inuyasha continuava a cadere a terra, Kikyo era troppo forte anche per lui, quando però la sacerdotessa sferrò il colpo decisivo che fece perdere i sensi al ragazzo “Inuyashaaaaaaa!” gridò Kagome mentre una lacrima solcava il suo viso seguita da molte altre.
“Tu no puoi fare nulla!” disse con un ghigno Kikyo mentre si avvicinava alla ragazza.
La prese per i capelli costringendola ad alzare il viso verso il cielo dal quale cominciavano a cadere gocce di pioggia, poi avvicinò le sue labbra all’orecchio della ragazza “Scommetto che Inuyasha ti ha raccontato della sua povera mamma che si è impiccata, vero?” le sussurrò “Ti confiderò un segreto…l’ho uccisa io!”
All’udire quelle parole Kagome non resse più, e scaraventò a terra la sacerdotessa.
Sentiva che i quattro elementi si stavano unendo in un unico fascio di energia, posizionò le due mani verso la sacerdotessa “Come hai osato fare questo alla madre di Inuyasha! Non te lo perdonerò maiiiiii!” urlò con le lacrime agli occhi, poi il fascio di energia che andò a colpire Kikyo era di una potenza inaudita, che neanche Kagome sapeva di possedere “Tanto non riuscirai a scoprire il modo di spezzare la mia maledizione!” gridò Kikyo prima di scomparire dalla faccia della terra, e con lei anche il demone toro rinchiuso nel labirinto, il soffitto che aveva imprigionato Miroku ed il suo vortice.
Kagome rimase ferma per un attimo, poi si gettò su Inuyasha, che non si era appena ripreso e si mise a piangere.
“Mi dispiace!” mormorò fra i singhiozzi “Non ho trovato il modo di spezzare la maledizione!”
“Ehi! Perché stai piangendo?” chiese Inuyasha alla ragazza.
“Ho fallito! Non ti ho liberato!”
“Senza di te Kikyo sarebbe ancora viva a uccidere gente innocente!” disse accarezzandole una guancia “Hai fatto molto di più di quello che avresti dovuto fare!”
“Oh! Inuyasha!” mormorò Kagome, poi avvicinò le labbra a quelle del ragazzo e i due furono uniti in un dolcissimo bacio.
Inuyasha cominciò a risplendere e si alzò da terra lasciando Kagome ad osservare stupita la scena che le si presentava davanti, il corpo del ragazzo stava mutando ancora, i suoi capelli divennero argentei e i suoi occhi ambrati, incredibile, stava tornando un mezzo sangue!
Quando Inuyasha tornò a terra si guardò le mani stupito “Strano che mi sia trasformato! E’ pomeriggio inoltrato!” poi si voltò verso Kagome che stava sorridendo e capì ciò che gli era successo “No! Tu mi hai trasformato in un mezzo sangue per tutta la vita!”
“E cosa c’è di male! Io trovo che le orecchie da cane ti stiano davvero bene!” disse Kagome ottimista.


“Come va il tuo braccio Miroku?” chiese Kagome all’amico con un braccio ingessato.
“Non bene! Ma grazie per l’interessamento!” rispose il ragazzo “Non vedo Inuyasha, per caso ti aveva dato un appuntamento per questo ballo della fine della scuola?”
Kagome arrossì “No, ma che stai dicendo!”
“Però vorresti che varcasse la soglia della palestra e che ti chiedesse di ballare, l’uno stretto all’altro e poi…”
“Ehi! Come ti vengono queste idee?” chiese Kagome dando una piccola spinta a Miroku-
Una ragazza si avvicinò a Miroku “Ti va di ballare?!”
“Ehm..non vedo perché no!” in quel momento arrivò Sango e si mise davanti alla ragazza “Desolata, ma lui è già occupato!” disse in tono duro, poi guardò di nuovo la ragazza che non se n’era ancora andata “Allora?! Ti decidi a smammare?!”
La ragazza se ne andò e Sango si voltò verso Miroku arrabbiata nera “Aiuto Kagome!” mormorò il ragazzo in tono supplichevole.
“E tu avresti ballato con lei!” urlò Sango.
“Ehm…veramente….” Miroku stava per spiegarsi quando per sua fortuna la canzone cambiò al momento giusto.
Sango sorrise e afferrò Miroku per un braccio “E’ la mia canzone preferita!”
L’espressione di Miroku cambiò e divenne più dolce, anche il suo tono di voce cambiò “Mi concede questo ballo?” disse prendendo la mano di Sango e sfiorandola delicatamente con le labbra.
La ragazza arrossì e fece un cenno con la testa, poi con Miroku andarono al centro della sala e cominciarono a danzare lentamente, come tutti i ragazzi attorno a loro.
Kagome sorrise malinconica *Loro si che sono una coppia felice! Io non potrò mai esserlo altrettanto! *
Un ragazzo le si avvicinò lentamente “Posso avere l’onore di questo ballo?”
Lei alzò lo sguardo poco interessata “Mi dispiace, sto già aspettando qualcuno!” *Qualcuno che sembra essersi completamente dimenticato di me! *
Il ragazzo si allontanò sconsolato e Kagome continuò a fissare le coppie che danzavano sotto le luci che quella sera illuminavano la palestra, era già la quinta volta che veniva invitata a ballare quella sera, ma lei non voleva accettare gli inviti di quei ragazzi, lei ne aspettava uno, soltanto uno *Perché Inuyasha non si fa vivo! Forse però pretendo troppo da lui, forse io non significo assolutamente niente, il nulla assoluto! In fondo è solo un ragazzo, uno stupido, presuntuoso, maniaco ragazzo di sedici anni! Aspetta! Lui adesso non è più un ragazzo, è un mezzo demone! Si, forse è così, ma rimane pur sempre un mezzo demone di sedici anni e quindi completamente immaturo! E pensare che mi ero anche resa abbastanza carina per lui! * pensò lei sconsolata, indossava un vestito che le arrivava alle ginocchia di un azzurro tenue che assomigliava a quello dei suoi occhi, una fascia che raccoglieva i suoi luminosi capelli corvini dello stesso colore e delle scarpe con un minimo di tacco che la facevano sembrare appena più alta, in fine si era messa un po di fondo tinta, senza esagerare, appena per far risaltare i suoi occhi e un po di ombretto azzurro, in molti quella sera le avevano detto che era senza dubbio la più bella della festa, ma a lei non importava di quello che pensavano gli altri, le importava solamente di una persona, e quella persona in quel momento non c’era; non voleva ammetterlo, ma lei aveva bisogno di qualcuno capace di farla sentire importante, e non uno qualsiasi, lei sapeva già chi sarebbe dovuto essere.
La porta si spalancò e vide un ragazzo dai capelli argentei entrare, stava per chiamarlo, ma quando si voltò si rese conto che erano solo tinti.
“Perché mi d’ho tanta pena! Tanto lo so che non verrà!” sussurrò.
In quel momento una mano si piazzò davanti a lei che senza neanche alzare lo sguardo mormorò tristemente “Mi dispiace ma non ho voglia di ballare!”
Poi alzò lo sguardo e vide Inuyasha che con un sorriso dolce stava in piedi davanti a lei, indossava uno smoking che metteva in risalto il suo fisico perfetto.
“Ti..ti va di ballare?” chiese lui timidamente offrendo la mano alla ragazza.
Kagome si alzò, prese la mano ad Inuyasha e sorrise “Ho altra scelta?!”
“Direi di no!” detto questo i due camminarono mano nella mano fino al centro della sala, poi Kagome appoggiò il viso sulla spalla dell’hanyou, mentre cominciavano a ballare un lento, Kagome accarezzava con una mano un’orecchia da cane di Inuyasha, era così soffice e morbida, a Inuyasha sembrò non dispiacere, così continuò ad accarezzarla.
*E’ proprio come l’avevo sognato, a parte il fatto che i riflettori non sono puntati su me ed Inuyasha mentre balliamo e che gli altri ragazzi, invece di restare immobili ad ammirarci, continuano a danzare senza degnarci di uno sguardo, ma questo non mi importa, sto ballando con Inuyasha, sento il tepore del suo corpo muscoloso, le sue forti braccia stringermi a se e il profumo dei suoi capelli argentati, non posso desiderare di più *
*mi sembra un sogno di essere qui con Kagome, mentre danziamo sento il suo esile corpo stretto al mio, sento il profumo inebriante dei suoi capelli corvini che mi avvolge, le sue mani che mi stanno toccando, e il suo viso appoggiato sulla mia spalla. Sento che il cuore sta per esplodermi nel petto!”
Kagome alzò gli occhi verso quelli di Inuyasha, i suoi meravigliosi occhi ambrati sembravano infinitamente profondi.
“Te l’hanno detto che con questo vestito stai benissimo!” chiese timidamente lui.
“Si! Almeno metà dei ragazzi che ci sono alla festa!” disse lei sarcasticamente.
Lui abbassò lo sguardo “Stavo scherzando!” disse lei ridendo.
“Però stai davvero bene!” ribadì teneramente il ragazzo.
“Grazie! Anche tu!” poi i due avvicinarono i loro visi, sempre di più, sempre di più, fino a che le loro labbra si incontrarono in un unico sensuale bacio che racchiudeva i sentimenti di entrambi.
A volte le parole, non bastano a descrivere un sentimento…..


_Fine_


Vi è piaciuta?
Il finale è un po scontato lo so, però non avevo idee!
Comunque se avete dei commenti o anche delle critiche da farmi vanno benissimo, potete tranquillamente mandarmi un e-mail al mio indirizzo ban-dana@libero.it
Visto che è un capitolo unico non posso neanche minacciare che non vado più avanti se non commentate!
Va bè!
Fatemi sapere se la storia è decente oppure è proprio illeggibile ok?
………………EHI……
……………C’E’ QUALCUNO CHE MI STA ASCOLTANDO?……………
……………………COME IMMAGINAVO!




 
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