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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA SCATOLA DI LENA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: nebbulit galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/09/2002 18:03:10

è la mia prima storia originale, vorrei sapere cosa ne pensate..questo è il primo capitolo
 
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PERDERSI E POI RITROVARSI
- Capitolo 1° -

-PERDERSI E POI RITROVARSI_

Perdersi e poi ritrovarsi… era forse questo quello a cui erano destinati? E poi riperdersi di nuovo, con un’unica speranza nel domani e mille dubbi nel cuore.
Ormai erano accadute troppe cose, di troppe era venuta conoscenza,cose che invece sarebbero dovute rimanere celate al mondo intero.
Il suo sguardo si posò lontano, sulla linea rossa del tramonto. Sembrava che il sole stesse per essere ingoiato dal mare,calde linee sanguigne scorrevano sulla superficie marina
Una voce la scosse però dai suoi pensieri:
“Se non ti conoscessi penserei che sei immersa in pensieri profondi e romantici.”
Lei si girò e sorrise al nuovo venuto:
“E dal momento che mi conosci così bene, invece a che cosa sto pensando?”
il ragazzo sorrise…
“mah,dopo un’attenta riflessione direi che sono pensieri malinconici più che romantici.giusto,lena?”
Dopo poco il broncio di questa si trasformò in una risata:
“Si manca poco che diventi una vecchia brontolona di quelle che stanno sempre a ripensare al passato! Su forza andiamo, chissà cosa ci aspetta stasera. Quella maledetta cosa non si prende neanche un giorno di vacanza!”
si incamminarono lentamente verso casa, ognuno preso dai propri pensieri, ma era come se parlassero, ognuno ascoltava il silenzio dell’altro.
“Senti c’è una cosa che no ti ho mai chiesto da quando ci conosciamo…. Tu da dove vieni?”-chiese l’altro, Mirko spiando nel frattempo l’espressione di Lena. Lei non aveva nessun accento, era semplicemente arrivata lì da un giorno all’altro.


La ricordava bene quando era arrivata nell’appartamento davanti il suo, portandosi dietro solo una borsa di quelle da palestra e una strana scatola. La teneva tra le mani come se fosse estremamente importante, non la poggiò per terra neanche per aprire la porta, non riuscendovi naturalmente. E lì era entrato in scena lui.
“Ehi… aspetta ti do una mano!”-le aveva detto sorridendo col suo miglior sorriso da seduttore. Dopo tutto una rossa così con quel fisico….
Ma la risposta non era stata quella che si aspettava.
“Se vuoi darmi una mano, levati dai piedi. Non ho ne la voglia ne il tempo per badare ad un moccioso come te!”, finalmente era riuscita ad aprire la porta e gliela aveva sbattuta in faccia.
“Che caratterino che hai! Datti una calmata!”-le aveva urlato in risposta lui
la sera stessa l’aveva rincontrata nel bar dove era solito andare con i suoi due coinquilini Alessia e Raul. La riconobbe subito: anche nella penombra delle luci la sua figura si stagliava nettamente. Era seduta ad uno degli ultimi tavolini, sempre con quella strana scatola in mano. Appena anche lei lo vide sembrò esitare un attimo riflettere su qualcosa, guardò nuovamente in basso verso la scatola, poi la prese e se la mise in borsa.Un attimo dopo era davanti a lui e ai suoi amici.
“Ehi, chi si rivede,ancora intento a salvare fanciulle in pericolo?”.La sua voce era bassa e roca,dava l’impressione di racchiudere mille voci eppure nessuna. I capelli rossi e ricci erano tagliati alla base del collo e continuava a tirarsi via una ciocca dalla fronte.
“E tu sempre a trattar male giovani cavalieri aitanti?.Decise di buttarla sullo scherzo, apparenza fisica a parte, quella ragazza lo intrigava. Sembrava conoscerla da una vita.
“Ora che avete fatto entrambi i simpaticoni… io sono Alessia e questo è Raul. Ciao, piacere di conoscerti.”
Alessia era il classico prototipo di ragazza estroversa, simpatica e alla mano. I lunghi capelli castano chiaro erano quasi sempre legati in una coda per non impiacciarla nelle sue mille attività.
Raul al contrario era il riflessivo del gruppo, fissato con lo yoga e il reiki. Una volta aveva raccontato a Mirko che suo nonno era un sensitivo.
“Ciao io sono Lena!”- rispose la ragazza fissando un attimo di troppo gli occhi nerissimi di Raul….aveva già visto quegli occhi. Ancora una volta la scatola aveva ragione.
“ e io sono Mirko. Oggi non ho avuto il tempo ed il piacere di dirtelo”
Lena li invitò a casa sua quella sera stessa,sembrava avere fretta.
Mirco si stupì nel trovare la casa perfettamente ordinata,anche se la ragazza vi si era trasferita solo quello stesso pomeriggio. Si era aspettato di trovare una casa ultramoderna, invece i mobili erano di pesante noce , intarsiati con foglie e campanule, per terra si trovavano innumerevoli tappeti morbidi, di quelli che fanno venire voglia di togliersi le scarpe. Il tavolino della sala da pranzo era basso, di stile giapponese, ma tutto intorno vi erano dei cuscini.Appesi alle pareti fotografie di varie parti del mondo.
Accorgendosi che Mirko li fissava la padrona di casa disse semplicemente:
“Ho viaggiato molto, sono ricordi, come i mobili. Ora sedetevi però..non vorrete passare tutta la serata in piedi come statue!”
si accomodarono su un morbido divano in pelle, disponendosi casualmente in cerchio e il ragazzo notò subito che al centro del tavolino c’era ancora quella scatola.
Si chinò meglio a guardarla: era di una lega indecifrabile ma completamente incisa con lettere latine che però non formavano alcuna frase di senso compiuto.
D’un tratto la scatola si apri, con una luce abbagliante. Quando la luce scomparve sotto la scatola c’era un foglio marroncino piegato.
La prima a riprendersi fu Alessia mentre Lena guardava la scena comodamente accoccolata sulla poltrona che si era scelta. Tutto stava accadendo come aveva detto la scatola…
“Ehi, qui sopra ci sono i nostri nomi. Lena, Raul, Mirko, Alessia.Aspettate che leggo.

La tua missione per questa volta è finita Lena.Mi hai portato gli altri tre arcani minori, Ma concluso così non è il tuo compito. Raul, che sai vedere oltre l’apparenza avrai capito che ci sono forze maggiori a governare la scatola. Il tuo compito sarà quello di cacciare chi ci si oppone, di riconciliare gli spiriti della Terra affinché la verità possa regnare. Alessia, tu che sai entrare nel cuore delle persone, il tuo compito sarà contattare sia i nostri nemici che le persone che hanno bisogno di aiuto, affinché l’amore possa regnare. Mirko che hai capito di conoscere Lena dal momento che l’hai vista hai capito di conoscerla, a te e a lei il compito di eseguire le missioni, affinché la giustizia possa regnare. Le missioni non saranno facili, a volte indecifrabili. Vi chiederemo di superare i vostri limiti, le vostre paure e la vostra umanità, ma alla fine verrete a conoscenza di tutto.




.”Cavolo! Ma dove l’hai trovata una cosa del genere?”-chiese Alessia.
“Non l’ha trovata Alessia, E non è uno scherzo. Conosco quella calligrafia, mio nonno me ne aveva parlato.Io ci sto”
Mirco rimase per un po’ in silenzio.
“Quindi non è uno scherzo”
“no”-rispose fredda Lena
“Sicura?”
“Secondo te mi porterei quella cosa ovunque se lo fosse. E poi siete liberi di fare come volete”
“ CI serve una prova … non abbiamo parenti che parlano con qualcuno che non c’è…senza offesa, Raul”
“Pensa ad un ricordo e apri la scatola.”- fu la sola risposta.
Mirko si concentrò..e si ricordò di quando, da bambino era andato per la prima volta a sciare in un paesino sperduto vicino casa sua. Aprì la scatola e vi trovò la foto di lui bambino, proprio in quel posto, con un paio di sci.
Spaventato la chiuse.
Lo stesso accade ad Alessia, ma questa volta la sua foto fu la sua prima recita.
“Quella cosa mette i brividi.!”-fu il suo commento.-“ Comunque mi hai convinto!CI sto”
Mirko invece titubava. In fondo studiava fisica, sapeva che certe cose erano impossibili.
“Dammi qualche giorno,”- disse e poi uscì dalla stanza
“non dirlo a me ma a quella”- borbottò Lena per tutta risposta.
Mirko passò tutta la serata a pensare e a rigirarsi nel letto..non poteva credere a quello che era accaduto.
Poi, verso l’alba prese una decisione.
Si alzò di scatto e aprì la porta dell’appartamento cercando di non svegliare i suoi due coinquilini che erano già tornati da un pezzo da casa di quella pazza.
Era proprio lì che era diretto, proprio alla porta davanti alla sua.
Non ebbe neanche bisogno di bussare, che Lena aprì di scatto la porta. Era ancora vestita come al sera prima,pantaloni e top di pelle.
“D’ora in poi non avrai più scuse per trattarmi male!”- gli disse solo.
Finalmente lena rise.lo guardò fisso negli occhi , verde contro azzuro,poi gli disse…
“non sai cosa ti stai perdendo!comunque ben venuto al manicomio”



Perso nei ricordi non si accorse che Lena lo stava guardando. Imbarazzato si passo una mano tra i capelli biondi, poi le sorrise.
“allora, da dove vieni?”
La ragazza sorrise, guardandolo con quell’aria strana che aveva mentre lo guardava la prima volta.
“Probabilmente dalla scatola.”

 
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