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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Pokémon
Titolo Fanfic: THE 3TH DAY
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: evilck galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/06/2005 11:41:01

primo spin-off di what if sull`agonia dei personaggi di the and 2
 
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THEYLIK...
- Capitolo 1° -

solo.
sotto la pioggia.
freddo.
le lacrime si mischiano con essa.
i fulmini assenti.
il silenzio della pioggia che cade.
il silenzio.
è quasi impossibile percepire alcuna voce
pioggia che cade.
THE 3TH DAY(spin-off di what if...)
Sento a malapena il sangue che mi scorre nelle vene, il cuore che batte e la testa che sanguina ancora. non sento più le gambe, non guardo ho paura di non averle più attaccate al corpo. Con lo sguardo scruto lontano. non vedo nulla. forse sono diventato anche cieco. cerco di alzarmi. le gambe non rispondono. muovo le mani, c'e baganto sotto di me. porto a fatica le mani sulla lingua, ho sete. non è acqua quella che ho sotto di me, è sangue mischiato con fango. Sputo, è inbevibile. riesco a liberarmi la bocca solo vomitandomi addosso, non riesco a muovere il busto.Vomito ancora. ora la puzza di sangue è coperta da quella di vomito. ricordo mia moglie. momento romantico per pensare alla donna che ami probabilmente ancora sbudellata davanti a te. Il puzzo è terribile, cerco di ricordare, la puzza di chiuso mi rammenda che siamo alle wirpool island in una grotta, vicino al porto. Daniel sei scappato?.l'unico cosa sensata a cui riesco a pensare. e dire che ho già visto più volte la morte ma da quando il pozzo non c'è...ho paura. che dolore al capo. basta pensare.un rumote in lontananza. gambe o zampe palmate.mi sento forse è arrivata la fine anche per me. poi quanto delle braccia viscide afferrarmi. mi sollevano senza fatica. forse mi sta per ingoiare.sono troppo stanco per sopportare altro dolore. svengo.
---
aprii gli occhi.non capivo se era la mia cecità oppure una benda sugli occhi.sentii una voce quasi anatrina che mi tranquillizzava . forse mi deludeva. ero ancora vivo. "tranquillo teylik tranquillo".sapeva il mio nome, chi era?."purtroppo non sono capace di uccidere un essere umano così legato alla mia parte di donne!" Cercai nella memoria, fra le sue parole ma non capii. l'essere si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio:"casey!" In quel momento una valanga di ricordi mi invase la mente.una lacrima mi attraverò il viso: "Casey come fai ad essere ancora viva ti ho visto morire anni fa fra le mie braccia!" l'enfasi di quella frase mi fece ricordare di avere un polmone bucato dalle costole e con numerosi colpi di tosse mi sentii l'intero viso pieno di sangue: "Quanto mi rimane da vivere Casey" la voce stridula rispose: "rispondendo alla prima domanda si io sono morta e lo sono tutt'ora, sono un Ecs uscito parecchio male, riguardo a te credo che alcuni giorni bastino..." non le feci finire le frase e speranzoso righiai: "...per riuscire a guarire?" Sentii i suoi passi zoppi allontanarsi e con un lieve sbuffo ridacchiò: "no...avrai un paio di giorni di vita poi..." iniziai a piangere non ne capivo il motivo non avevo paura di morire eppure avrei voluto stare accanto ancora a Daniel. "L'infezione alla testa ti ha già reso cieco, i polmosi sono lesionati e le tue gambe ti sono state strappate da qualche Ecs o Epsilon gigantesco, il problema non consiste. non ne conosco la cura!" mi accasciai sul mio giaciglio e sussrrai tossendo di nuovo: "ok va bene non posso sperare sempre nell'aiuto divino!" La sua presenza si avvicinò alla mia. "In che senso aiuto divino?" tossii più forte e capii che se continuavo a liberarmi i polmoni da quel fastidioso liquido che si insinuava dentro di essi sarei morto entro sera. "nulla Casey, nulla, non potresti capire!" sentii l'Ecs sedersi goffamente sul mio giaciglio: "Ramun, il Dio sobra ad Ho-oh!" tossii di nuovo nel sentir nominare per l'ennesima volta quel nome: "lasciamo stare, grazie a lui sono morte tante persone!" ridacchiai con un pò di sangue fra i denti, poi ad un tratto l'Ecs mi accarezzò i capelli: "ma tante altre rinasceranno. Sai anch'io sono rimasta morta per molto tempo, ed o parlato con il figlio di Ramun, Andrew che è custode delle porte del paradiso, lui mi ha detto che suo padre aveva in mente una cosa grandiosa da regalare ai suoi figli, una seconda possibilità, sotto forma di creature migliori ed immortali. Andrew sosteneva che fosse per svuotare i capi del Paradiso, Ramun era sempre stato egoista e sicuro non lo faceva solo per l'interesse dei suoi figli." Mi voltai verso di lei mentre con i suoi artigli mi accarezzava i capelli separandomeli dal sangue raffermi della profonda ferita: "Ramun vuole svutare i campi del paradiso...dovrei chiedere a Daniel ma secondo me l'operazione Ecs è opera sua!" La donna quasi esultò: "Impossibile un Dio padre degli uomini non può odiarli a tal punto da ridargli la vita in questo modo..." Scossi il capo e sorrisi: "non far caso a questo, potrebbe essere benissmo opera sua, ha preservato la nostra vita dalla bocca dell'apocalisse solo per vederci sbranare a vicenda, siamo solo pedine per lui null'altro!" La donna si mise a singhiozzare e portadomi la mano sul petto sussurrò: "Teylik ti prego dimmi che succederà ora!" Sorrisi finalmente riconobbi Casey in quel mostro e continuai: "Ramun ha permesso la fuga di Daniel suo migliore amico assieme alla figlia di Shatoshi e di Crystal, vuole che le tre parti in cui si è divisa la forza dell'essere che lui stesso a commissionato al team rochet sia fusa nel giovane ed agile corpo della figlia di Crystal le tre parti creeranno la massima creatura che aveva in mente ai tempi di Shatoshi!" Ebbi un sussulto iniziai a sentire i colpi di dolore al bacino stritolato, sentendo che dai reni usciva del liquido probabilmene piscia e non soltanto sangue. portai le mani al capo e gonfiando i polmoni il più possibile fino a sentirmeli di nuovo trapassati dalle costole e poi emisi un urlo straziante. sentivo il mio corpo andare morendo e io non potevo fare nulla. "Teylik, è molto tardi forse faresti bene a riposare."Ripresa coscenza della situazione annuii con gli occhi serrati. Sentii l'Esc sistemarsi ai piedi del mio giaciglio.
Dopo pochi secondi nel luogo regnava il silenzio. Potevo sentire solo il capo che ronzava il dolore assurdo al bacino e lo sgorgoglio di liquido dai miei reni, era terribilmente tetro provare quel dolore consolato dall'idea di dover morire fra pochi giorni, tutto avvolto dal puzzo di vomito di sangue e di piscio. Il dolore non mi lasciava riposare, avevo capito che per non urlare avrei dovuto stringere fra i denti qualcosa di solido ma era inutile cercarlo da solo, non potevo muovermi dal letto e tantomeno vedere attorno a me. All'inizio infilai fra i denti il dito indice della mano sinistra convinto che bastasse mordicchiare un pò quella protuberanza per dimenticare il dolore. Passarono i minuti il dolore si faceva sempre più intenso accenuato dal dolore della piscia calda che usciva dai reni e passava sulle ferite. Mi scossi nel letto più volte morsi il dito ripetutamente fino a che un ramo contenuto nella paglia di cui era composto il mio giaciglio mi si infilò in una ferita fino ad entrare in un rene. Con una mano cercavo di estrarlo l'altra non riusciva a staccarsi dalla morsa dei miei stessi denti. Quando la forza fu tale da strappare il dito dalla mano e stringerlo fra i denti fino a stritoalrlo riuscii con entrambe le mani a sfilarmi il ramo. svenni guardando il ramo insanguinato accanto al mio stesso dito risnecchito e storto.
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Mi svegliai quando il sole iniziò a scottare sul mio bacino sventrato, cercai istintivamente di alzarmi ma non ebbi risultati, caddi solo terra addosso al mostro, che sentendo il mio peso mi raccolse e mi poggiò dolcemente di nuovo sul giaciglio: "Casey...cosa c'e da mangiare, oggi?" Il mostro avvicinandosi mi poggiò il palmo della mano sulla fronte e singhiozzò: "Stai delirando hai la febbre altissima!" La sentii allontanarsi e poi tornare verso di me in lacrime mi poggiò sulle labbra qualcosa di umido e morbido sebrava pane ma quando lo addentai con forza vidi che non era altro che un pezzo di carne fresca neppure cotta. Il sapore del sangue in bocca non mi nauseava ne avevo già assaggiato abbastanza del mio che ci avevo fatto l'abitudine. magiai finchè ne fui sazio anche se, il sapore di cadavere che avevo in gola era nauseabondo capii che dovevo subire insilezio. "cerca di uralare il meno possibile per favore!" sussurrò l'Ecs "se dovessero trovarci gli Esc rimasti sul territorio credo che mi ucciderebbero, sto aiutando un umano per giunta uno fra gli autori della prima morte di Shatoshi sai che significa?" Scossi il capo, il mio corpo era tutto caldo, mi sentivo bruciare dalla testa al bacino, era orribile essere avvolto fra quelle fiamme e non poter dargli tregua: "Penso mi sbranerebbero all'istante e tu, non ne ho idea potrebbero ucciderti subito o lasciarti qui a morire solo senza ne acqua ne cibo, sai come sono gli Ecs godono nel vedere i deboli spegnersi lentamente..." Ebbi un sussulto per la prima volta mi sentii impotente davanti al destino posso dire di aver avuto paura per la prima volta...sentii allora gli artigli dell'essere infilarsi dolcemente nei miei capelli nell'emisfero in cui non si trovava la profonda ferita sospirai e chiusi gli occhi tanto non cambiava nulla, le mie pupille erano inutili. "in che posizione è il sole?" sussurrai all'Ecs sapevo che quegli esseri dopo la rinascita perdevano totalmente il senso dello scorrere del tempo e l'unico modo di sapere in quale parte della giornata mi trovavo era sapere dove si rovava il sole rispetto alla nostra posizione. "verso mogany town" sapere però dove si trovava il sole non mi bastava: "dove siamo noi ora?" "siamo in una catapecchia sulle Wirrpool Island!" ridacchio l'essere mentre, aprendo la porta con un leggero cigolio iniziai a non percepire più il suo respiro: "casey..." sussurrai apposta per non farmi sentire, pensai che la facesse soffrire sentire l suo nome di quando era umana. stranamente il dolore al bacino sembrava essersi attenuato coperto forse dall'estremo calore che avvolgeva il mio corpo. portai le mani al viso e toccandomi la fronte mi ricordai di non aver più l'indice della mano sinistra. con l'altra mano cercai la parte del mio corpo recisa sul giaciglio ma non trovai che paglia unta con il mio stesso sangue forse tossito nella notte. ebbi un presentimento, in quel momento sentii i passi dell'Ecs entrare nella stanza: "Teylik stai cercando il tuo pranzo forse?" Inorridii al pensioro di aver scarnato e mangiato il mio stesso indice volli trattenermi dal bestemiare contro Casey, le non meritava però mi voltai di spalle a lei ed iniziai a sputare cercando di togliermi dai denti i frammenti ancora insanguinati della mia carne. più sputavo e più tossivo, più i colpi di tosse continuavano più si facevano intensi e dolorosi, non riuscii a trattenere per molto neppure il vomito. Non potevo vomitare cibo perchè nelle ultime 48 ore l'unica vivanda che avevo consumato era il mio indice sinistro. vomitai sangue a fiumi sporcandomi tutto il petto nudo e tutto il giaciglio. "Teylik ho paura di perderti prima del previsto!" Mi voltai di nuovo con il viso verso l'alto, tirai due lunghi sospiri in cui sentii gorgogliare il sangue nei polmoni poi sussurrai: "tu sei una donna ed io sono totalmente nudo...non per essere schizziono ma mi vergogno un pò" l'Ecs mi accarezzò il viso sfiorandomi la sottile barba che era crescita durante i giorni dell'apocalisse seguii con un sospiro ed un brivido il suo movimento poi la donna rispose: "Teylik non cruciarti, l'unica cosa riconoscibile del tuo corpo è il petto, i tuoi genitali e la parte di bacino sotto l'inguine è stata totalmene scarnata, volevano punirti per aver generato Daniel!" A quella affermazioni scoppiai a piangere, non tanto per la rivelazione dell'Ecs, non avrei avuto più di pochi giorni da vivere, ero cieco e mutilano sapevo che avrei rinunciato al sesso anche se i miei organi fossero stati perfettamente funzionanti, ma perlopiù per aver sentito il nome di mio figlio: "Teylik perchè piangi?" la voce paperesca dell'Ecs mi irritava molto, soprattutto quando parlava seriamente, singhiozzao poi risposi: "Daniel mi ha conosciuto come un ladro, un truffatore, non ha mai vissuto assieme a me neppure da piccolo, non ho potuto insegnargli nulla ed ora..." l'Ecs emise uno strano sussulto poi: "hai paura che lo uccidano..." scossi il capo impercettibilmente e poi proseguii: "non lo uccideranno ha con se la figlia di Shatoshi, e poi lui se la è cavata in situazioni molto peggiori..." Una lacrima, forse l'ultima, mi attraversò il viso finendomi in gola: "So che non lo rivedrò mai più!" Dopo quella frase scoppiai di nuovo a piangere e in quell'istante mi resi conto che era finita, non avevo via di scampo sarei morto in quel letto fra dolori attroci e febbre.
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"Teylik, come va ora?" Casey ridacchiò da molto lontano, non capivo perchè non mi stesse vicino ma infondo non potevo nemmeno vedere se era in casa, l'unico fattore di giudizio per me era la sua voce il giorno ed il suo affannoso respiro di notte e nei rari momenti di silenzio.In quel momento stavo mordendo un fagotto di paglia per cercar di non urlare dal dolore che le ferite procuravano sempre più forte. Afferrai il fagotto e melo strappai di bocca poi trattenendomi richiamai la sua attenzione: "Casey vieni qui!" Sentii dopo pochi minuti di silenzio dalla mia frase uno sbattere di zanpe umide a terra: "Che succede Teylik?" Il mio dolore non mi lasciava, sfiorando un urlo liberatorio dissi: "Ti prego non puoi farmi passare i dolori?" sentii una sedia cigolare probabilmente l'Ecs si sedette vicino a me, d'istinto aprii gli occhi per vedre i suoi occhi ma ricordai di aver perso la vista, stavolta Casey non mi tocco i capelli o il viso sussurrò solo dispiaciuta:"non so che farci, non sono mai stata brava nelle medicazioni e non sono neppure un Ecs di Cansey..." Tra tanto dolore non mi venne alla mente neppure la domanda più ovvia. Forse sarebbe stato crudele chiederle in cosa si era mutata ma infondo non mi passò per la testa in quel momento. Mi dimenai nel letto per tutto il dolore che avevo in corpo, lei non sapeva che fare io volevo solo che tutti quei dolori cessassero.Arrivò anche la sera del secondo giorno, non riuscivo più a muovere le braccia l'infezione avanzava, vomitavo liquidi in continuazione, non avevo più nemmeno il tempo di tossire per svuotare i polmoni dal sangue...i reni e lo stomaco bruciavano all'impazzata mi sembrava quasi qualche Ecs me li stesse rosicchiando da dentro. quella notte ebbi un sonno molto agitato, chiamai più volte Casey pensando addirittura che fosse lei a mordermi gli organi ma purtroppo non era così era la cancrena e l'infezione che avanzano a non finire.Passai diveprobabilrse ore a chiamare Casey senza che lei rispondesse forse era vaduta in una specie di letargo, forse voleva ignorare le mie urla.Interminabili minuti dopo l'ultimo silenzio di Casey capii che non potevo urlare tutta la notte ci avrebbero scoperti.Non potendo infilarmi nulla fra i denti da stringere per attenuare la voglia di gridare digrignai la bocca stringendo fortissimo i denti, rimasi così tutta la notte e, per puro miracolo caddin in un sonno profondo speranzoso che fosse come. Il mattino dopo mi svegliai urlando. Stranamente non sentii la voce di Casey ne accanto a me ne da fuori. Gli odori erano irriconoscibili, il naso era pieno di sangue raffermo e l'unico potente odore era quello di sangue di vomito e l'immensa puzza di carne marcia, la mia. Non avevo più forza di reagire. cercai di urlare ma la mia voce era smorzata dal sangue che ogni volta mi trovavo in gola. Stavolta però era mischiato con frammenti di denti, passai la lingua nella bocca e sentii che moltissimi denti erano rotti, alcuni mancavano ed altri erano storti, durante la notte il dolore era stato cosi intenso da indurmi a stringere così forte forte i denti da romperli od incurlaverne la radice. Per puro miracolo riuscii a farmi forza e spostarmi sul fianco per liberarmi dal sangue che mi affluiva in gola. Iniziavo a pensare di aver scorte infinite di sangue, ormai riversavo in un bagno di quel liquido e, nonostante tutto il mio cervello aveva ancora lunghi momenti di lucidità...Non potevo sapere che ore erano ne tantomeno se era già mattino o se era pomeriggio, la temperatura in quei luoghi era pressoch'è costante in tutto l'arco della giornata, fresca e ventilata. Urlai più forte, e più forte ancora fino all'esaurimento della voce, le mie corde vocali tese all'inverosimile duolevano ancora di più del resto del corpo volevo sentire un tale dolore che quello che avevo in corpo fosse una minuzia almeno da sopportarlo meglio, urlai acora più forte che potevo dopo, scotendomi forte nel giaciglio caddi a terra. Il luogo in cui ero posato non era molto alto e risolvetti la caduta con una capocciata che mi fece rinfrescare il naso facendomi uscire ancora sangue. Ritrovai per un attimo la forza nelle braccia, mi trascianai a fatica seguendo la scia di vento che proveniva probabilmente dalla porta. Una volta varcata la soglia sentii sotto di me i fili d'erba, il vento si fece più intenso e persiono il rumore del mare sembrava alleviare il mio dolore, ad un tratto la mia mano sinistra venne pestata da una zampa con lunghi artigli: "sei un Ecs di persian?sei Casey?" Il mostro emise un miagolio sospetto, poi mi sentii sollevare di nuovo violentemente stavolta, capii che stavo rientrando in casa perchè la temperatura aumentò di nuovo, mi accasciai sulle spalle pelose dell'essere e ebbi di nuovo paura. Pochi secondi dopo mi gettò sul giaciglio insanguinato in cui ero poco prima: "che ore sono? chi sei?" La mia preoccupazione era solo quella di sapere quanto tempo fosse passato dall'attacco a tradimento degli Ecs, chissa forse per sapere se Daniel era arrivato a destinazione con la Vittoria, l'unica nave disponibile. Il mostro si avvicino a me e ringhiò:"Sono le sei e mezza di pomeriggio, tu sei Teylik vero? Io sono Cecilia, capobranca delle armate di terra, tu sei il padre del custode quindi!" Annuii tossendo e dimenandomi dal dolore subito nella caduta: "Vedo che i Riarnod hanno fatto un buon lavoro...proprio come gli è stato insegnato: mordere trappare e scarnare!" Sentii conficcarmi nel bacino le sue unghie, con lunghi strattoni sentii strapparmi il bacino e i reni, urlai talmente forte da assordare persino me, venni tutto schizzato di sangue sentii i suoi artigli entrarmi dentro afferrarmi un organo stringerlo fino a perforarlo con le unghie. Il mostro mise tanta forza fino a strapparmi il fegato, fra le mie urla più atroci in cui chiamavo Casey, Christopher, Daniel, Suicune, Eric, Crystal e Ramun la donna continuava ad asportarmi carne ed ogani, si fermò solamente quando mi setii vuoto come una mummia. Le uniche cose che mi dolevano erano le uniche parti di corpo nn strappate, i polmoni, il cuore il cervello e le ossa del busto. Ansimavo come una partoriente, era una sensazione orribile sentirsi il corpo vuoto, pochi secondi dopo ritornai ad urlare dal dolore. Gli artigli di Cezilia mi si conficcarono nelle guance aprendomi la bocca quasi staccando la mandibola, ora potevo urlare meglio, non avevo più l'impedimento delle guance anche loro tagliate dagli artigli. Afferrando la mandibola la apri con forza sino a che sentii un rumore sordo e sentii un forte dolore alla faccia, mi aveva fratturato anche la mandibola, tranquillamente afferrò la lingua e con forza me la strappò dalla sua sede, con il successivo scorrere di sangue su tutto il viso, tremavo dal dolore e dalla paura di doverne subire ancora, la mia unica aspirazione era di morire in quel momento o tantomeno cadere in coma, avevo paura, piangevo ed emettevo urla sorde e goffe. sentii i suoi artigli posizionarsi sui miei occhi chiusi, afferrò una palpebra e la strappò di netto come un cerotto su una ferita cicatrizzata, ripetè la macabra sequenza anche con l'altra palpebra. I miei occhi cechi ora non avevano più alcuna copertuta, dopo tante mie urla sentii le sue parole: "cosa ti servono gli occhi se non puoi vedere?" Sentii le sue lunghe unghie penetrarmi fra la pupilla e il cranio fino ad arrivare a recidere il nervo ottico poi con semplicità e forza sfilarmi la pupilla dalla cavità oculare ancora intera. Speravo ripetesse la stessa operazione con l'altro occhio ma invece la donna fu più crudele dopo aver afferrato la pupilla non ne recise il nervo ma la schiacciò all'interno della cavità cosicche potessi sentire tutto il dolore. Quando le sue mani mi lasciarono caddi sul giaciglio scomposto forse non respiravo già più, forse avrei respirato ancora per pochi minuti invece mi pareva proprio di poter vivere ancora per troppo tempo."Non meriti di diventare un Ecs Teylik, hai ostacolato il piano di Shatoshi, hai dato alla luce il salvatore di Ramun, hai commesso troppi errori, sentii i sensi venir meno, poi le sue mani uncinate mi afferrarono il cranio da parte e parte e mi sollevarono molto in alto, sentii un forte dolore con cui mi strappò un orecchio, poi afferrandomi per i capelli mi strappò l'altro, afferrandomi per un braccio mi ruppe la spalla e afferrandomi per l'altro fece lo stesso. Non ce la facevo più non avevo più gli orani se non fosse stata una punizione divina come essere umano sarei già stat morto da tempo. Mi buttò a terra sbattendo forte la nuca persi i sensi
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Ripresi i sensi,faceva freddo, non ne capivo il motivo ma ero ancora vivo. Dai miei polmoni iniziarono a fuoriuscire lamenti senza senso, non ero più un umano ero una carcassa vivente, avevo paura di essere diventato un Ecs, poi mi ricordai della frase di Cecilia. Pensai a Daniel, in quel momento sentii la voce del mostro: "sono le sei di mattino del terzo giorno dopo l'apocalisse, la nave Vittoria è sbarcata ad Howen, la principessa e tuo figlio sono salvi ora puoi anche morire..." Mi voltai tra urla e dolori verso l'alto. La bocca aperta e la mandibola che poggiava sul collo, le cavità oculari piene di polvere del pavimento, le braccia scoscese lungo il corpo, il ventre piatto e vuoto senza organi interni, un polmone aperto ed il cuore che batteva a fatica riuscii ad articolare una frase apparentemente incapibile ma che l'Ecs sono sicuro capì certamente: "Daniel è arrivato, il piano di Ramun può dirsi concluso..." il molstro si accicinò a me e, mentre cercavo di emettere delle risate lui alzò la zampa posteriore sopra di me e, con velocità e forza la scagliò contro il mio busto schiacciandomi polmoni e cuore mentre dalla bocca mi uscì in un unico getto tutto il sangue contenuto nei pochi organi rimasti. Sentii la coscienza venir meno, come un silenzio attanagliò la mente prima che essa esultasse per la vittoria appena ottenuta.
 
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