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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: AMORI
Genere: Sentimentale, Poesia
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/06/2005 18:37:02 (ultimo inserimento: 04/10/05)

ogni cap ha come incipit una poesia(1verso) della raccolta ``amori`` di jacques prevert
 
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- Capitolo 1° -

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

*Affamata sperduta intirizzita
Una ragazza di sedici anni
Tutta sola senza una lira
Ferma in piedi
[..]Il quindici agosto a mezzogiorno*
La bella stagione

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Prefettura di Kanagawa
Il quindici di agosto.
Vacanze estive.
Una spiaggia..all' alba

Aveva i lunghi capelli neri sciolti e il vento si insinuava tra di essi in modo tutt altro che uniforme, creando delle splendide onde scure. Sulle spalle lasciate scoperte aveva uno zaino che, almeno a vederlo sembrava essere alquanto pesante. Con una mano reggeva i sandali che si era tolta per sentire la frescura della sabbia nelle prime ore mattutine. Nell altra mano un giacchetto di jeans. I pantaloni alla pescatore lasciavano intravedere gambe abbronzate e quasi cotte dal sole, mentre i piedi lasciavano trasparire il pellegrinaggio della ragazza.
I suoi splendidi occhi verdi vagavano verso l orizzonte lontano, come se stesse aspettando qualcosa.
Qualcosa che nn aveva più, qualcosa che molto probabilmente nn aveva mai avuto, anche volendo.
Era il quindici di agosto, e mentre tutti, nelle case, cominciavano a svegliarsi e a prepararsi per quel giorno di festa, lei era là, sola, triste, stanca.
Stanca di tutto, stanca di quella vita, di quella fuga.
Non aveva niente di quello che desiderava, niente che nella vita avesse valore.
Tranne la vita stessa.
Ed era per questo che tutto era cominciato, perchè non voleva sprecarla dietro un esistenza vana.
Aveva sempre voluto avventura nella sua vita,affetto, amore, verità, significato.
E una mattina, quando tutto ebbe inizio, ripromise davanti a Dio che, in un modo o nell'altro avrebbe ottenuto tutto quello che voleva.
La sua vita sarebbe stata splendida.
Si rimise i sandali, velocemente, e con la stessa frenesia risalì la spiaggia, giungendo al faro. Da lì la vista era mozzafiatto.
Con agilità si arrampicò sulle transenne, e in men che nn si dica, era già in cima alla piccola collinetta che ospitava il faro.
Si avvicinò ad una transenne e rimase in piedi ad aspettare.
Il suo sguardo brillava di impazienza, sebbene tutto quello che voleva non sarebbe arrivato in quel modo.
In quel momento si rese conto di essere una persona veramente vuota.
Non aveva un sogno.
La lira per lei nn avrebbe suonato mai, se nn si dava una svegliata, e Orfeo nn le avrebbe mai fatto visita.
Quella notte il vento si era alzato molto e di colpo, ferma, si rese conto che aveva tutte le ossa che le facevano male, ma neanche questo l avrebbe fermata. Niente l'avrebbe fermata.
Nè la solitudine, nè la stanchezza.
Nè la fame.
Niente.
Poi di colpo i suoi occhi si illuminarono di una gioia infantile, mentre l'alba saliva sul mare. Aveva ripromesso che la sua vita sarebbe stata magica come la prefettura in quel momento della giornata. Quando ogni cosa perdeva il contorno, quando il tempo smetteva per un attimo di scorrere, e quando tutto diventava possibile.
La sua vita sarebbe stata piena della stessa identica magia.
Finito quel momento, la ragazza raggiunse il bar dove aveva preso impiego. S spezzava la schiena per ricevere due soldi che la maggior parte delle volte non bastavano a farla mangiare come invece avrebbe avuto bisogno.
E a sedici anni si ritrovava piuttosto minuta e smunta.

Mezzogiorno

Lavorando il tempo passò, e quando guardò l'orologio della sala vide che era mezzogiorno. La spiaggia era piena di persone che si divertivano insieme, e lei per un momento desiderò essere con tutti quei giovani come lei.
Ma aveva fatto una scelta, e l'avrebbe onorata. E quello era il momento di lavoro più duro. Quando il bar si sarebbe ripempito di persone che volevano pranzare, fare uno spuntino o semplicemente ripararsi dal sole cocente di quell'ora chiedendo anche solo un bicchiere d'acqua. E lei non si fermava un attimo. Voleva meritarsi ogni misero yen che guadagnava, anche se c'erano delle volte in cui sapeva di meritarne molte di più, e di averne lasciate ancora di più.
Ma in quel momento nn aveva importanza..No, niente.
Quando uscì dal retro per portare fuori la spazzatura, il suo sguardo venne catturato.
Un ombra..una persona..un ragazzo..



continua..
 
Continua nel capitolo:


 
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