CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -
La canzone è di una cantautrice italiana non molto conosciuta chiamata Marian Trapassi: se volete comprare il cd in cui c’è questa canzone, basta chiedere di lei perchè il suo nuovo cd s’intitola proprio Marian Trapassi XDDD che fantasia… ^^” la ficci è un po’ drammatica, ho fatto del mio meglio ^_-
=^^=Buona lettura=^^=
ps: per chi non lo sapesse Hyoga è Cristal, e Shun è Andromeda ^^
Allontanarsi
Prendi le distanze da qui/ è troppo chiaro e non vedi/ che cambiano i colori così/ le sfumature non le vedi più.
-Vattene Shun!!! Non c’è posto qui per te! Le cose sono cambiate, perché non lo capisci?! Vattene via!!-
Brucia la neve sotto i piedi nudi/ brucia la neve ma tu non credi.
-Non guardarmi così, ti prego. Non capisci che lo faccio per te? Tu non sai quanto possa scottare la neve che mi porto dentro e di cui non potrò mai liberarmi. Brucia il mio affetto, brucia il amore, brucia troppo perché è troppo intenso, perché non vuoi capirlo?! Vattene e salvati finché puoi farlo!-
Troppa confidenza tra noi/ ad occhi chiusi io ti vedo/ piccoli minuscoli addii sembrano inutili se poi mi rivedi qui.
-Sei troppo vicino a me Shun, troppo vicino al mio cuore di ghiaccio che scotta. Stai rischiando troppo. Vattene via, vattene! Non capisci che lo faccio per te?! Che senso ha dirci addio mille volte in modo illusorio, se poi ti rivedo quando chiudo gli occhi, dentro i miei sogni e i miei pensieri? E tu?! Non capisci che io ti farò solo soffrire, stupido?! Vattene via!!! Vattente!-
Brucia la neve sotto i piedi nudi/ brucia la neve ma tu non ci credi/ allontanarsi è l’unica cosa per avvicinarsi ancora.
-Voglio che tu te ne vada, che ti allontani da me! Se non lo farai tu, lo farò io. E non guardarmi con quegl’occhi, non capisci che lo faccio solo per te?! La neve scotta troppo, mio dolce Shun, troppo per la tua pelle delicata…-
Sembra un controsenso lo so/ è come dire puoi rinascere/ ritornare indietro, risalire una lacrima/ inseguirla e ritrovarci come prima.
-Ma non dovremo dirci addio, non preoccuparti. Ehi, non farmi quegl’occhioni… lo so che sembra buffo detto così, ma più lontano da te andrò più vicini saranno i nostri cuori e possibilità avremo di rincontrarci di nuovo. Arriverà il giorno in cui mi rispecchierò di nuovo nei tuoi occhi, ma per adesso, ti prego, vattene!-
Brucia la neve sotto i piedi nudi/ brucia la neve ma tu non ci credi/ allontanarsi è l’unica cosa per avvicinarsi ancora.
-Brucio troppo… brucio di un amore pericoloso, ti prego allontanati fratello, prima che questo mio amore posso bruciare il tuo corpo e la tua anima. Vattene!!! Non toccarmi, ti prego! Vattene via, allontanati! Ti giuro che un giorno ci rivedremo, ma adesso allontanati da me! Vattene!!!-
E l’inchiostro ha bucato il foglio dove ho scritto troppe volte cosa voglio/ Forse solo, forse sola, forse questo e quello, forse basta…
-Basta forse, basta perché! Non c’è soluzione migliore di questa alla nostra situazione, credimi. Ti amo, ti amo troppo per stare con te. Non ho mai amato nessuno e questo mio amore potrebbe essere pericoloso, te l’ho già spiegato. L’amore che mi porto dentro ti ucciderebbe, quindi allontanati! Hai capito Shun?! Vattene!!! VATTENE VIA DA COLUI CHE TI AMA!!!!!!!!-
Ritornare indietro, risalire una lacrima, inseguirla e ritrovarci come prima/ allontanarsi è l’unica cosa per avvicinarci ancora.
Dopo aver urlato quelle parole disperate al grande mare davanti a se, uniche confessioni di quell’amore profondo e ardente che era nato e cresciuto dentro di se, Hyoga del cigno s’inginocchiò sulla sabbia e fece fluire poche lacrime sulle sue guance, permettendosi quel piccolo lusso prima di andare ad uccidere con le parole colui che aveva sempre amato.
-Hyoga?-
Il bel cigno alzò lo sguardo appena in tempo per vedere il volto preoccupato di Shun, che con quelle sue giade sincere si specchiava nei suoi zaffiri. Si girò ancora e l’ultima lacrima che gli aveva percosso il volto scomparve a suo comando, mentre lui si alzava dalla sabbia. Infine di voltò verso Shun.
-Shun…- disse con tono deciso, nascondendo il dolore che fare quello che stava facendo gli procurava -…. devo parlarti.-
Il dolce cavaliere d’Andromeda sorrise mestamente e gli prese la mano.
-Dimmi pure, io sono qui.-
Hyoga sospirò, mentre s’incamminava con lui verso casa loro e cominciava a dirgli le ultime parole che gli avrebbe dovuto rivolgere.
Quella sera, quando tante lacrime furono versate tra quelle mura e tante urla furono lanciate inutilmente, il mare si mosse talmente forte che quasi si sarebbe pensato lo facesse per non sentire quello straziante addio…
Fine
Non piangete vi prego… çç e non chiedetemi perché l’ho scritta: quando mi piace una coppia, la faccio sempre soffrire, è di routine ^^”
Commentate in tantissimo =^O^=
=^^=Ciauz a tutti=^^=
Chy-chan
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