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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Holly e Benji (Captain Tsubasa)
Titolo Fanfic: UN DOLCE RICORDO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sweetsanae galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/09/2002 21:08:47 (ultimo inserimento: 24/01/03)

patty in vacanza in spagna ...in casa con 4 ragazzi....leggete e divertitevi
 
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- Capitolo 1° -

Un Dolce Ricordo
Mentre aspettavo mio marito guardavo le rose che
circondavano il giardino e pensavo a quello che mi era successo negli
ultimi anni. Il ricordo più bello era quando avevo trascorso una settimana
in Spagna da sola, circa cinque anni prima. Dopo aver passato 2 settimane
con i miei genitori in un paesino di montagna, la mia amica Amy mi chiamò
e mi disse :" Se ti vuoi davvero divertire vieni qui in Spagna. Ho organizzato
già tutto. Sapessi. Ti troverai benissimo. Vivrai con 4 ragazzi di nazionalità
diverse." Così dopo aver convinto i miei con qualche sotterfugio ero partita.
La mia amica mi venne a prendere all’ areoporto. "Ciao Patty" mi disse
e ci abbracciammo" vieni ti porto a casa di Marc. "Dopo una mezz’ora di
viaggio in auto nella città di Madrid arrivammo. Io ero emozionata. Non
ero mai stata in una casa con soli ragazzi ed ero anche in imbarazzo.
Amy che aveva una gran faccia tosta suonò il campanello ma nessuno rispondeva.
Dopo cinque minuti circa aprirono. Mi ritrovai avanti ad un ragazzo molto
alto, biondo e muscoloso. Lei ci presentò e così io entrai. Seppi che
era lui Pierre.Era francese, seppi poi.Non riuscivo ad alzare il viso
e non riuscivo a muovermi. Ero paralizzata. Si vedeva che quella casa
aveva un aspetto maschile. In quel momento entrò un secondo ragazzo altrettanto
alto e bello , anche lui biondo con bellissimi occhi verdi. Non era giapponese.
Lui era tedesco. Si presentò e disse di chiamarsi Carl. Poi stesso lui
si girò verso di me e disse " Non darti pensiero.Vediamo di farti sentire
a tuo agio." Conosceva il giapponese. Buono, pensai, anche se per via
del mio lavoro, io conoscevo 3 lingue, tra cui anche l’inglese.Quella
frase seppur banale mi fece sciogliere e finalmente potei guardare tutto
con altri occhi. Anche loro erano un po’ emozionati. Carl continuò a dire"
Pierre, come sempre sei il solito disordinato. Togli tutto dalla camera,
così Patty si può accomodare e sfrattare il bagaglio." Amy nel frattempo
mi stava guardando ed aveva capito già che questo ragazzo biondo con occhi
verdissimi mi piaceva, così decise. "Ragazzi mio padre sta organizzando
una gita in barca, vi va di venire? Ci divertiremo. " Io annuii e così
anche gli altri due ragazzi. Le altre due persone che erano appena entrate
decisero di non venire. Così mi girai e vidi Amy ammiccare verso di me.
Sapevo cosa significava quello sguardo. Dovevo mettere un costume carino
e sexy, in modo da farmi piacere da quel ragazzo. Non ebbi il tempo di
fare niente, solo di infilarmi il costume e preparare la borsa. Ora c’è
da dire che vestita magari non davo nell’occhio ma in costume si. Infatti
indossavo un due pezzi rosso con bretelline sottili che mi accentuava
le forme.Al sole poi i capelli castani prendevano una dolce tonalità rossa.
Sopra al costume avevo un pantaloncino corto ed una canotta. Ci mettemmo
in marcia. Carl mi fece salire nella sua auto insieme con Pierre. Amy
era andata già via con il ragazzo Giulian.Al porto scendemmo tutti e Amy
ci fece salire sulla barca di circa 17 metri a vela con un cabinato dove
ci spogliammo. Lei appena mi vide con quel costumino ridotto mi fece un
cenno affermativo e poi disse" stai benissimo. Farai scintille."Tornata
al presente feci un sorrisino tra me e me.E continuai a ricordare.Quando
salii a poppa rimasero tutti e due con la bocca aperta.Amy disse di mettersi
distesa vicino a lei e poi mi sussurrò:"Ti guardano entrambi. Stai rilassata
e fatti ammirare." Io mi sentivo come Venere che usciva dalle acque.Non
ci pensai più. Pensavo al vento tra i capelli, al sole in faccia e al
bellissimo spettacolo che avevo davanti agli occhi.Ad un certo punto Carl
decise di tuffarsi e così con un po’ di incoraggiamento decisi di seguirlo.
E con un po’ di paura mi issai sul bordo della barca e mi gettai. Con
lui feci una bellissima nuotata fino ad un motoscafo che stava abbastanza
lontano da noi. Non ci mettemmo molto.Mentre nuotavamo iniziammo a fare
un po’ di conoscenza. Tra una chiacchiera e l’altra scoprii che lui faceva
il calciatore nell'Amburgo e che era un professionista. Io gli parlai
di me e del lavoro che svolgevo con tanto piacere: la guida turistica
.Carl era molto gentile infatti mi aspettava ogni qualvolta rimanevo indietro.
Finalmente arrivammo ed io salii. Avevo freddo.La sera al nostro ritorno
lui pensò che magari mi avrebbe fatto piacere fare per prima la doccia
e poi dopo se mi andava avrei potuto cucinare visto che nessuno lo sapeva
fare. Così feci. Stava con me in ogni momento. Assaggiò anche la pasta
che era venuta davvero buona. Mi fece tanti complimenti.Poi mi aiutarono
a sparecchiare e via a prepararci per uscire. Andammo ad un locale molto
rinomato. Durante il tragitto dal parcheggio al locale io e lui camminavamo
affiancati,anche se non ci davamo la mano. Tutti capirono che tra noi
stava nascendo qualche cosa e così cercavano sempre il pretesto per lasciarci
da soli. Al locale io mi sedetti e subito dopo lui si sedette vicino a
me.Finalmente alle 4:30 della notte tornammo a casa. Alla 14:00 del giorno
dopo mi sfrattai i bagagli e insieme si decise per andare in spiaggia.
Frank e Jan decisero per un’esplorazione. Così eravamo io, Carl e Pierre.
Lì alla spiaggia ci avrebbero raggiunti altri amici. Fu un’altra fantastica
giornata. Davvero incredibile. Ci fermammo ad una spiaggia libera. Qui
mettemmo un nostro ombrellone e due piccole sedie. Neanche il tempo che
ci buttammo in acqua. Carl e Pierre erano con me. Però era il primo dei
due che mi consigliava di seguirlo perché mi avrebbe evitato di finire
sugli scogli.Gentilissimo. Un animo sensibile in un corpo da mozzare il
respiro. Dopo il bagno, Pierre si allontanò e lui restò vicino a me. Iniziammo
a conoscerci parlando un po’ di noi e delle nostre esperienze passate.Lui
mi diceva che da un paio di mesi aveva lasciato la sua ragazza perché
non c’era più amore ma solo abitudine. Lui avrebbe voluto trovare un grande
amore per legarsi. Io invece gli parlavo delle mie esperienze lavorative
e dell amore incondizionato che avevo provato fino a qualche mese prima
per un calciatoregiapponese: Holiver Hutton.Lui la considerava solo un'amica
non si era mai reso conto di altro.Poi ci girammo verso il mare e il sole
che ci circondava. E restammo così a pensare e a guardare. Non c’era bisogno
di parlare. Era come se tra noi ci legasse il pensiero. Ci capivamo senza
comunicare. Al nostro ritorno, ci preparammo per uscire e poi ci incamminammo,
questa volta mano nella mano, quasi come una coppia.Andammo verso il locale
e lì ci trattenemmo, tra chiacchiere e risate. Per di più tra me e Carl
c’erano degli sguardi molto dolci e languidi. Così passò un’altra bella
serata in compagnia di amici.Mi rendevo conto che Carl mi piaceva molto.
Io però non sapevo come comportarmi con lui. Chiedevo spesso consigli
alla mia amica Amy che mi diceva sempre di buttarmi e di vedere come andava.
Io non volevo ed infatti decisi di non farlo.Così dopo aver indossato
il mio pigiamino con gli orsetti decisi di sedermi un po’ fuori a riflettere.
Mentre mi sedevo mi accorsi che qualcuno aveva avuto la mia stessa pensata.
Era il ragazzo che mi piaceva. I suoi capelli alla luce della luna erano
come fili dorati ed il suo viso sembrava quello di un guerriero che voleva
sfidare tutto per qualcuno a lui caro.Che stupida, pensai. Come si faceva
ad essere ancora così romantici alla mia età.Ad un certo punto lui mi
vide e con un sorriso mi disse di sedermi vicino a lui.Non parlammo molto.
L’atmosfera era splendida ed il silenzio era come ricco di tante parole
non espresse. Ad un certo punto lui mi parlò. La sua futura casa doveva
essere abbastanza grande e magari situata in un giardino con una grande
piscina. Avanti alla casa ci doveva essere un giardino ricco di fiori
,di rose colorate. Dopo circa una mezz’ora decisi di andare a dormire,
sempre se ci fossi riuscita. C riuscii. Il quarto giorno arrivò come un
lampo.Si decise per una gita a Palma di Maiorca e poi stesso là un bellissimo
bagno ed un falò finale.Prima di tutto avremmo visitato il Castello di
Belver, anche se io lo conoscevo già,poi la Cattedrale di Pueblo Espanol
che racchiude in se gli antichi quartieri medievali. Mano nella mano dentro
queste stradine, ci sentivamo felici di vivere. Finalmente arrivò il momento
di andare in spiaggia. Il panorama era splendido e così scattai un sacco
di fotografie. Il mare era una tavola ed i bagni fantastici.E poi via
a prepararci per la serata che ci aspettava in spiaggia. Avanti ad un
bel fuoco scoppiettante si parlava dei progetti futuri, si beveva e si
arrostivano salsicce. Ad un certo punto decidemmo di lasciare il gruppo
per fare una lunga passeggiata e ad ammirare la luna che si immergeva
sul mare e che creava quasi un’atmosfera incantata. Sotto questo cielo
pieno di stelle , ci abbracciammo e lui con tenerezza mi prese con una
sua grande mano il mento e delicatamente posò le sue labbra sulle mie.
Il bacio dapprima gentile come una carezza si trasformò ben presto in
qualcosa di appassionato e profondo. Finchè io mi staccai. Avevo paura,
perché , non lo sapevo neanche io. In testa mi giravano mille pensieri,
positivi e negativi. Come avrei fatto adesso? Lui voleva qualche cosa
di serio o solo un’avventura? E se voleva solo la seconda? E il lavoro?
Però era prematuro tutto questo. In fin dei conti ci eravamo solo baciati.
"Mi dispiace" dissi. "Io non…" "Non preoccuparti. Tu mi piaci, moltissimo.
Faremo le cose con molta calma. "Così tornammo dagli altri.Al nostro ritorno,
non diedi la buona notte a nessuno. Mi infilai il pigiamino con gli orsetti
e andai a dormire. Un rumore mi riportò alla realtà. Michael il mio bambino
di tre anni mi chiamava ed io andai verso di lui. Lo presi in braccio
e dopo poco si addormentò. Così tornai al mio passato e al mio amore per
Carl.Purtroppo le vacanze stavano volgendo al termine. Non sapevo allora
cosa mi aspettava. In tre giorni la vita può darti una svolta.Il giorno
dopo ci organizzammo per un’altra gita . Andammo a Porto Cristo per visitare
le Grotte del Drago.Da lì decidemmo di fare una piccola crociera che ci
portava a visitare i dintorni e il lago.Fu davvero bello. Non solo il
paesaggio, ma tuttte le attenzioni che Carl mi dava. Mi teneva per mano
ed ogni tanto mi baciava sul viso, sul collo, mi accarezzava i capelli.
Era tenerissimo. Ad un certo punto mi attirò a sé e mi strinse con le
sue poderose braccia, facendomi sentire a casa, al sicuro e poi avvicinò
il suo viso al mio e mi baciò. Il suo bacio fu come un refolo di vento,
tanto che fu delicato.Questa volta la paura mi assalì ma molto di meno.
Evidentemente volevo vivere assecondando il cuore e non il cervello. Un
giorno avrei ricordato tutto questo con tenerezza.Al nostro ritorno venimmo
a sapere da Jan che si organizzava una festa medievale secondo gli usi
e costumi dell’epoca e che avremmo visto anche dei duelli come si svolgevano
una volta. Un ritorno al passato.Al termine saremmo tornati al XX secolo
e avremmo ballato al suono dell’orchestra del conte Mal. Semplicemente
perfetto.Così via a prepararci. Prima di tutto dovevamo vedere chi fittava
i costumi. Io non lo sapevo e dopo svariate telefonate ed esplorazioni
entrammo tutti e quattro al negozio. Mi ritrovai come in un film. Avanti
a me c’erano tantissimi costumi di tutte le epoche.Non sapevo quale scegliere.
Certo una ragazza come me, castana e formosa, andava bene nella parte
della spagnola, magari della Carmen, che aveva amato e tradito il suo
uomo, oppure una qualsiasi spagnola che andava incontro al suo grande
amore. Io ero stata sempre romantica e quindi avrei optato per il costume
più semplice. Però non so che cosa mi spinse a prendere quello della Carmen
, sperando che mi portasse fortuna. A casa lo indossai e mi guardai allo
specchio. Ero stupenda. Il corpino era a maniche lunghe e stretto. Era
di colore rosso di velluto con lo scollo a v molto profondo. La gonna
era larga di un rosso più chiaro e a balze. Arrivava a metà gamba. Mi
alzai i capelli a chignon e indossai dei cerchi anche essi rossi e molto
grandi. Un fiore come tocco finale al lato della testa, bianco. Dopo essermi
truccata ero decisamente pronta. Ai piedi avevo messo dei tacchi alti
e neri. Quando Carl mi vide rimase incredulo. " Sei bellissima" mi disse
e mi guardava con tale ammirazione che gli credetti. Neanche lui era male.
Era vestito da spagnolo e quei lunghi fusò mettevano in evidenza la sua
perfezione fisica. Così pronti andammo alla festa. Come prima cosa ci
fu un tipico duello tra spagnoli poi il vero ballo. Le danze incominciarono
e le persone iniziarono a ballare. Più si ballava e più ci si divertiva.
L’atmosfera era sempre più festosa e brillante. Carl mi chiese di ballare
e danzammo per un sacco di tempo. Le sue braccia mi stringevano forte
e mi facevano volteggiare per tutta la sala. Fu magnifico. Ad un certo
punto la musica finì per una piccola pausa e andammo a bere qualche cosa.
Qui lui mi prese la mano con delicatezza e mi strinse a se, e poi mi baciò.
Fu un bacio diverso dagli altri. Vidi miriadi di stelle e mi venne addosso
la debolezza. Se lui non mi avesse mantenuta sarei caduta di sicuro. Dopo
un po’ ricominciarono le danze. Noi ballammo fino a notte inoltrata. Fu
fantastico. Il giorno successivo decidemmo di andare a Palma. Io chiamai
Amy per farla venire con noi. Lei volle sapere tutto ciò che era successo
in quei giorni. Così glielo raccontai dicendo che mi dispiaceva solo che
la vacanza era finita, o quasi. Andammo a visitare C’an Pastilla, Playa
de Palma, L’Arenal. Avevo programmato che la sera avremmo cenato tutti
insieme e poi saremmo andati al mare. Era da tempo che non facevo il bagno
di mezzanotte. Mi sembrava una grande idea. Lo dissi agli altri che furono
tutti d’accordo. Carl mi guardò a lungo con uno sguardo dolce e appassionato
insieme. Io mi ponevo altre domande. Non più ciò che provava lui per me
ma cosa io provavo per lui. Non sapevo quasi niente dell’argomento amore
anche perché le mie esperienze non erano state tante e mi ero innamorata
solo di Holly, forse mai con tanta intensità. Avevo sofferto molto, però
non lo amavo come amavo lui. Anche io lo guardai e lui mi sorrise. Come
in precedenza decisi di farmi guidare dal cuore, sperando di non pentirmene.
Così facemmo. Nel tardo pomeriggio, mi misi in cucina e iniziai a preparare.
Alan rimase con me, non solo per assaggiare questa volta ma anche per
aiutare. Si lui era di una famiglia moderna ed aveva tra i suoi talenti
anche la cucina. Insieme preparammo una teglia di pasta alla siciliana,
un tipico piatto italiano, lui volle preparare hamburger e patatine fritte,
poi ci buttammo nel cinese e facemmo gli involtini primavera e il pollo
alle mandorle e per finire frutta e un bel Plum cake inglese .Avevamo
unito le nostre forze ed era riuscito tutto nel migliore dei modi.Anche
i nostri amici furono di questo parere. Carl come al solito mi riempì
di complimenti e ad un tratto mi strinse a se baciandomi, questa volta
sulla punta del nasino. Dopo aver tolto tutto da mezzo,aiutata da tutti,
ci mettemmo in costume da bagno, ci preparammo le borse e andammo .Dopo
un breve viaggetto in auto, arrivammo a Madrid. La città di notte era
stupenda. Piena di stelle e fascino. Ricca di luce e meraviglie nascoste.
Non avrei mai pensato che di notte una città potesse cambiare così tanto.
In spiaggia arrivammo e questa volta non ci fu bisogno di preparare ombrelloni.
I ragazzi andarono a prendere la legna e poi ammucchiarono il tutto in
un angolo pronta per essere utilizzata.Dopo un po’ ci sedemmo tutti attorno
al falò che avevamo preparato e ci mettemmo a parlare. Il calore del fuoco
mi faceva pensare a tante cose, ma non ebbi il tempo di riflettere perché
vidi che alcuni dei ragazzi si allontanavano e rimanemmo solo io Carl
ed un’ altra coppia. Lui mi strinse a se ed io anche lo abbracciai. Chissà
perché quando stavo con lui mi sentivo come se fossi completa. Come se
le due metà si fossero congiunte. Ormai era il sesto giorno. La vacanza
volgeva al termine. Il giorno dopo sarebbe stato l’ultimo.Lui tenendomi
stretta mi disse" domani la vacanza finisce. Sai Patty, tu non ci crederai
ma io, anche se ci conosciamo da pochi giorni sento di amarti. Credo che
non abbia mai amato così tanto una persona come amo te."Io come una stupida
ero arrossita.E non ebbi la forza di rispondere. Lui con la sua forte
mano mi prese delicatamente il viso e mi baciò. Subito dopo mi disse"
non preoccuparti. Ti avevo detto che avremmo fatto le cose con calma.
Io non ho fretta.Volevo solo dirtelo."Poi mi riprese tra le braccia e
mi strinse a se. Si rese conto che probabilmente non ero pronta ancora
a fare l’amore con lui, e quindi non me lo chiese proprio. Dopo un paio
di minuti io alzai il viso e lo baciai. Poi lo strinsi di nuovo forte
a me. Ci stendemmo sulla sabbia e rimanemmo così, a guardare il cielo
stellato. L’ultimo giorno arrivò in un lampo. Tutti erano giù di morale,
io compresa. Però credevo che bisognasse divertirsi fino all’ultimo momento.
Così contenta decisi di tirarli su di morale. "Oggi, ci divertiremo ancora
di più delle altre volte. Andremo in spiaggia a fare un giro in pedalò,
magari poi alle terme nelle vicinanze e poi a mangiare un pasto frugale,
tornare e fare le valige per la partenza." Così tutti felici prendemmo
la macchina e andammo alla spiaggia di Palma. Qui ci prendemmo un ombrellone
e mi sedetti vicino a Carl. Lui volle farmi sedere in braccio, come se
fossimo insieme da tanto tempo. Purtroppo il nostro tempo stava finendo
ed io anche se volevo essere contenta avevo in me una punta di tristezza
e di malinconia. Sapevo che Carl presto sarebbe tornato in Germania a
giocare. Ed io sarei tornata ai miei viaggi affascinanti e ricchi di avventure.
Fino a un mese prima sarei stata contenta di ciò. Ormai lavoravo come
guida da parecchi anni. Però i sentimenti che provavo per quel ragazzo
diventavano sempre più forti, a mano a mano che il tempo passava. Ad un
certo punto un bacio dolcissimo mi fece tornare di nuovo su quella spiaggia."
Chi ha detto poco tempo fa che bisogna divertirsi fino all’ultimo minuto?
"Andiamo a fittare un pedalò, così ci divertiremo ancora di più.Così facemmo.
Io, Carl e Pierre prendemmo l’imbarcazione.Anche lui del resto non era
felice come voleva far sembrare e si poneva gli stessi interrogativi che
si stava ponendo poco fa la ragazza che amava con tutto il cuore, anche
se la conosceva da così poco.Io mi portai l’asciugamano, ben sapendo che
dopo il bagno avrei sentito freddo. Poi con l’aiuto di Carl salii ed i
due ragazzi iniziarono a pedalare. Io stavo indietro a godermi il paesaggio.
Avevo con me l’immancabile macchina fotografica. Il panorama era fantastico
ma io avrei voluto fare una foto a me e a lui. Se non l’avessi più visto,
avrei almeno avuto un suo ricordo.I due ad un certo punto si buttarono
e poi mi chiesero di fare altrettanto. Io rimasi un po’ perplessa e dissi"
me lo farei pure il bagno, ma su questo pedalò non ci sono appigli ne
scalette. Come faccio poi a risalire? "Carl non se lo fece ripetere due
volte." Ma ti aiuterò io, non c’è alcun problema." Con quelle parole mi
buttai nell’acqua gelida e mi misi a nuotare insieme ai ragazzi." E’ fantastico,
qui!". Dopo un po’ come promesso Carl salì e poi aiutò a far salire me.
Dopo di che mi tenne stretta a se e mi cullò per qualche minuto. Poi vedendomi
tremare per il freddo, prese l’asciugamano che avevo portato e me lo avvolse
attorno alle spalle. Poi mi strinse a se nuovamente. Pierre non ci fece
fretta, ma dopo un po’ si sentì in imbarazzo e così fece un colpetto di
tosse. A quel punto la magia parve dissolversi e così ripartimmo. Io avevo
l’asciugamano addosso ed ero salita sullo scivolo per vedere meglio e
per comandare come un vero capitano di una nave. Dopo essermi divertita
decisi che non era giusto far pedalare solo loro e così persuasi Carl
a lasciare a me il suo posto, mentre lui prendeva il mio.Anche lui si
divertì a fare il corsaro nero e noi andavamo belli veloci. Infatti Pierre
mi fece un complimento."Pedali veloce, non c’è che dire".Carl mi guardò
con amore e orgoglio. I suoi sentimenti erano così palesi che sentivo
come una potente energia avvolgermi tutta.Arrivati a riva,mi aiutarono
a scendere e poi tutti andarono a comprarsi un panino. Il tempo era volato,
non c’era che dire. Però adesso mentre guardavo le onde del mare che si
infrangevano sulla sabbia ero certa di una cosa. Lo amavo.Come se lui
mi avesse letto nel pensiero, disse ad alta voce sedendosi vicino a me"
Volete ancora andare alle terme? Io e Patty, abbiamo cambiato programma."
Io lo guardai e feci segno di si."Non vi preoccupate, noi andremo con
l’altra macchina e poi torneremo a casa per conto nostro. Divertitevi
e tornate presto. Stasera partiremo."Come se ci si potesse dimenticare
di ciò.Lui appena si allontanarono mi prese per mano e dopo una passeggiata
in spiaggia con la schiuma delle onde che ci bagnava i piedi arrivammo
in un posto isolato dove c’era una bellissima cascata ed un bel laghetto.Il
mio cuore batteva come impazzito ed i miei occhi cercarono quelli dolci
e appassionati di Alan . Ero emozionatissima.Mi sentivo leggera ma anche
intimorita.Piano piano Lui mi prese in braccio e stringendomi a se ci
immergemmo nel laghetto.Allora non ci fu più dubbio su ciò che lui voleva,
il calore e l’eccitazione visibile parlavano da soli. Lui mi premette
contro il suo corpo, poi chiuse gli occhi mentre le sue labbra si posavano
sulle mie.Fu un bacio colmo di amore.Non fu gentile, ma focoso ,mi dava
l’impressione che non dovesse mai finire.Il suo bacio divenne febbrile,
incalzante, quasi selvaggio.Poi le mani di Carl mi serrarono il viso e
lui mi staccò dalle proprie labbra per guardarmi negli occhi e per dirmi
ancora una volta "io ti amoGioia, ti amo e ti amerò sempre." Questa volta
risposi"anche io ti amo Carl. Non ho mai amato così tanto una persona
come adesso amo te.Promettimi che non mi lascerai mai.""Prometto , prometto
,prometto…".Lui avrebbe fatto del suo meglio per mantenere la parola.Sapeva
che sarebbe stato difficile, ma c’è l’avrebbe fatta.Io fermai le sue parole
premendomi contro di lui con un tale slancio che il ragazzo gemette di
piacere. Sentii il suo ginocchio sollevarsi e strofinarsi in maniera possessiva
contro il mio fianco. Ci baciammo e ad ogni bacio il corpo ardente di
Carl sfiorava in modo provocante il mio.Poi le sue dita ercarono la bretellina
del costume e me lo tirò giù. Piano piano tirò anche l’altra bretellina
e mi sfiorò la candida gola prima con le mani e poi con le labbra.Io sentivo
delle sensazioni straordinarie.Avevo i brividi.Si alzò e con dolcezza
mista a sofferenza mi prese tra le braccia e mi mise in piedi.A quel punto
non c’ero altro che io. Abbassò il costume e iniziò a baciarmi il candido
ventre.Stringendomi a se baciandomi non si accorse di finire sotto la
cascata. Ci bagnammo entrambi e così ci mettemmo a ridere forte. Felice
come non lo era da tempo mi prese di nuovo in braccio ed iniziò a girare
su se stesso. Provai come una sensazione di libertà. Le goccioline dai
capelli mi bagnavano il viso.Ecco quello che cercavo da tempo e che nessuno
aveva capito. Mentre ridevo aprii gli occhi e vidi la sua espressione.
Sembrava che avesse toccato il cielo con un dito.Finalmente si fermò .
Mi poggiò alle rocce della cascata perché io non riuscivo a reggermi in
piedi e sprofondò la testa nel morbido candore del seno e un debole suono
grutturale proruppe dalla mia gola mentre la lingua di lui mi carezzava
un capezzolo, facendolo inturgidire. Sopraffatta dal piacere,io gli passai
le dita tra i capelli, guidandolo all’altro seno.Nel profondo del mio
corpo, le sensazioni si dilatavano e con impazienza cercava di liberarlo
dal costume. L’acqua però mi impediva di vedere bene.Lui mi aiutò accontentandomi.Sembravamo
Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. A quel punto Carl mi fermò e mi disse"Sei
sicura? Sei certa di ciò che stiamo per fare?" Quel fermarsi per lui era
stato doloroso, molto doloroso, ma doveva darmi la possibilità di fermarmi
se avessi voluto. Io lo guardai con uno sguardo appannato, e gli dissi"Non
sono mai stata così sicura di una cosa come adesso. Non ti preoccupare.Ti
amo."Mentre ci strusciavamo l’uno contro l’altra, depositando baci ovunque,
mi premette di nuovo contro di se, con i miei seni schiacciati contro
il suo torace. Ma ad un tratto lui si staccò da me per godersi la vista
delle proprie mani che racchiudevano a coppa i miei seni.Io con uno sguardo
languido iniziai a toccarlo .Allungai una mano e lo sfiorai leggermente
con la punta delle dita, e lo sentii trasalire. Così mi fermai.Lui abbassò
lo sguardo verso di me e disse con voce resa rauca dalla passione:"Continua,
non fermarti."Così timidamente continuai. La mia mano toccava il torace.
Sentiva sotto di essa una forza nascosta. I muscoli guizzavano sotto le
mie dita. Poi passai a toccarlo sul collo, sulle braccia Nel frattempo
Carl non stava fermo.

Continua
 
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