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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: City Hunter
Titolo Fanfic: I WANT YOUR LOVE
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Avventura, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: lynn12 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/05/2005 15:25:13

questa volta kaori costringerà ryo a prendere una decisione...
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

I WANT YOUR LOVE

Quel giorno la città di Tokyo era sferzata da un violento temporale estivo. Il cielo sembrava quasi nero da quanto era scuro. Da esso cadeva una pioggia torrenziale e a tratti era squarciato dal bagliore di un lampo. Solitamente Kaori adorava guardare la pioggia rigare il vetro della finestra e le piaceva ascoltare il suo mormorio, lieve e cadenzato come una dolce melodia. Quella mattina, però, non era così. Anzi, la vista di quella potente manifestazione della natura non faceva che aumentare la sua inquietudine. Erano solo le sei del mattino ma lei era in piedi già da un po’ ed era tutta colpa di Ryo. In piena notte, infatti, era stata bruscamente svegliata dalle urla del collega. *INIZIO FLASHBACK* Dopo aver sentito le grida di Ryo, Kaori si precipitò immediatamente in camera sua temendo che qualche nemico fosse entrato in casa, ma, spalancata la porta, trovò tutto in ordine: la stanza era al buio, illuminata solo a tratti dai lampi, e Ryo che dormiva nel suo letto. Subito dopo essersi ripresa dallo spavento, però, Kaori notò che il suo sonno era molto agitato. L’uomo continuava a rigirarsi nel letto, era coperto di sudore e sul viso aveva un’espressione tesa e preoccupata. Probabilmente era in preda agli incubi. La socia tentò di svegliarlo più volte, prima chiamandolo e poi scuotendolo, ma non c’era niente da fare. All’improvviso Ryo, ancora addormentato, la prese per le spalle e iniziò a stringere. Kaori cercò di liberarsi da quella presa ma lo sweeper era troppo forte per lei. Le stava facendo male perciò la ragazza decise di provare il tutto per tutto e…lo schiaffeggiò. Finalmente Ryo aprì gli occhi e la guardò sorpreso. –Kaori, cosa ci fai in camera mia? E perché mi hai dato uno schiaffo?-le chiese stranito –Dannazione Ryo, vuoi deciderti a lasciarmi? Mi stai facendo male!-replicò la ragazza –Oh sì, scusami- Ryo si decise a mollare la presa, poi, vedendo i segni rossi che aveva lasciato sulle braccia della collega disse:-Diavolo Kaori, mi dispiace. Ti ho fatto molto male?-Lascia stare, non è niente. Ma si può sapere cosa ti è preso?- -Nulla, è stato solo un incubo-rispose l’uomo con apparente indifferenza –Solo un incubo? Ryo viviamo insieme da quattro anni ormai e non ti ho mai visto in quello stato a causa di un sogno-Ti ho detto che non è niente!-Ma Ryo…-Vuoi lasciarmi in pace?! Se ti dico che va tutto bene allora è così!-gridò lo sweeper esasperato. Kaori rimase allibita, Ryo non le aveva mai parlato in quel modo. A volte lo faceva arrabbiare è vero, ma lui non aveva mai perso il controllo con lei. Pallida e sconvolta, lasciò la stanza del suo socio senza dire una parola. Arrivata in camera sua, si accasciò contro la porta chiusa e si lasciò andare ad un pianto liberatorio. Il modo in cui Ryo l’aveva trattata l’aveva ferita. Ne uscì un’ora dopo, si era fatta una doccia calda per calmare i nervi ed ora aveva ritrovato la sua calma. Odiava farsi vedere debole da Ryo poiché lui non perdeva occasione per deriderla. L’appartamento era silenzioso. Entrata in salotto, trovò un biglietto del socio in cui diceva solamente che era uscito per fare un giro. *FINE FLASHBACK*
Ryo percorreva senza meta le vie della città. Ormai camminava sotto la pioggia da un’ora senza fermarsi. Era bagnato fradicio ma non gli importava nulla, stava cercando in ogni modo di sbollire la rabbia, ma ancora non c’era riuscito. Si odiava per il modo in cui si era comportato con Kaori, ma in quel momento non aveva trovato altro modo per sviare le sue domande. (Non ti farebbe male qualche lezione di buone maniere, caro il mio Ryo! NdLynn) Inoltre negli ultimi tempi gli riusciva sempre più difficile starle vicino ventiquattr’ore al giorno e frenare l’impulso di prenderla tra le braccia e baciarla fino a farle perdere i sensi e questo lo rendeva molto nervoso. Molto tempo prima aveva dovuto ammettere con sé stesso di essere innamorato di lei, ma questo non aveva fatto altro che complicare le cose. Ryo aveva tentato in ogni modo di tenerla a distanza: la punzecchiava, la prendeva in giro, rideva di lei…E tutto questo per non metterla ulteriormente in pericolo. Visto il lavoro che faceva lo era già abbastanza, se i loro nemici avessero saputo quello che Kaori rappresentava per lui sarebbe stata un bersaglio ideale. Ma non poteva andare avanti così in eterno. Ogni volta che i loro corpi si sfioravano o che i loro occhi si incontravano il cuore dello sweeper iniziava a battere più velocemente. Era una vera tortura…Ryo aveva capito che era arrivata l’ora di prendere una decisione riguardo al loro futuro. Le soluzioni erano due: allontanarla per sempre o rivelarle quello che provava per lei. Erano giorni che si tormentava su cosa fosse meglio fare, per lui e per Kaori, e forse era proprio questo che aveva causato il sogno di quella notte. Erano passati anni dall’ultima volta che gli era successo.
Perso in questi pensieri, Ryo non si era neanche accorto di essere vicino al Cats’Eye finché non si trovò davanti Umibozu con un ombrello in mano. Aveva visto arrivare l’amico dalla vetrina del locale. –Ehi Ryo, che cosa ci fai qui a quest’ora? Di solito non ti alzi mai prima di mezzogiorno-lo salutò Umibozu con fare canzonatorio. In realtà, aveva capito subito che Ryo era angustiato per qualcosa. (Eh, Umi sì che ha un sesto senso mica male! NdLynn) –Me lo offriresti un caffé?-gli chiese questo. Si vedeva che aveva bisogno di parlare. –Vieni, entra-lo invitò l’amico aprendogli la porta del locale.

Erano le otto e il temporale era finalmente cessato, ma Kaori si trovava ancora di fronte alla finestra del soggiorno e aspettava il ritorno di Ryo. Nonostante l’avesse trattata male, infatti, lei non poteva fare a meno di preoccuparsi per lui. Praticamente era la storia della sua vita…Da quando era diventata la socia di Ryo aveva iniziato a stare in ansia quando era in missione, a interessarsi della sua salute, gli faceva da segretaria, da domestica, da cuoca…Ryo non l’aveva mai ringraziata per questo, anzi, non faceva che lamentarsi, la prendeva in giro continuamente e corteggiava tutte le donne che incontrava tranne lei, ma Kaori continuava a restargli accanto perché sapeva che sotto questa facciata da maniaco si nascondeva un uomo generoso, dolce, coraggioso, capace di rischiare la propria vita per gli altri…Era proprio di quest’uomo che si era perdutamente innamorata. (Eh, non c’è da biasimarti cara mia, come si fa a resistere a un fustacchione come Ryo?! :-9 NdLynn) Kaori era consapevole che i suoi sentimenti non erano ricambiati e questo la faceva soffrire, ma nonostante ciò non riusciva ad andarsene perché solo accanto e Ryo si sentiva completa.
Kaori iniziava a pensare che Ryo non si sarebbe visto fino all’ora di pranzo, quando la porta si aprì e il socio entrò nell’appartamento. La donna si voltò ma non disse nulla, il ricordo del modo in cui le si era rivolto quella notte era ancora vivido nella sua mente, perciò si limitò a guardarlo con freddezza. Lo sweeper dal canto suo sapeva di meritarsi quel comportamento, era stato veramente un bastardo. –Senti Kaori, mi dispiace per come ti ho parlato stanotte, ero un po’ nervoso…-Scuse accettate. Ma sei sicuro di stare bene?-Sì, tutto bene- Ma Kaori sapeva che stava mentendo, lo conosceva troppo bene. C’era qualcosa che lo preoccupava ma il suo socio non voleva parlarne con lei. –Non ti credo. C’è qualcosa che non va ma tu non vuoi confidarti perciò lasciamo stare…- Ryo non sapeva più cosa dirle, di certo non poteva rivelarle quali fossero le sue reali preoccupazioni. Fu salvato dallo squillo del campanello. Quando aprì la porta si trovò davanti Saeko. –Ryo, ciao! Ma che ci fai sveglio a quest’ora? Pensavo di trovare solo Kaori…-disse sorpresa la poliziotta –Buongiorno a te Saeko. Lascia stare il motivo per cui sono sveglio, tu piuttosto, come mai qui?-chiese lo sweeper –Ho una proposta da farvi. In realtà speravo di parlare prima con Kaori per avere un’alleata che poi mi aiutasse a convincerti…ma credo che dovrò cambiare strategia…-Potresti provare con lo sdebitarti con me per tutti i favori che ti ho fatto. Ma lo sai che mi devi un sacco di mokkori?!- Ryo fece appena in tempo a finire la frase che un martello da 100 tonnellate lo scaraventò addosso al muro. –Ryo, non perdi mai occasione per provarci, vero? Vieni Saeko, accomodati sul divano e parlami di questo nuovo incarico- Kaori non era solita essere così disponibile quando Saeko voleva affidare loro un incarico, ma in quel periodo avevano veramente bisogno di soldi. Le due donne si sedettero e ben presto furono raggiunte da un dolorante ma più sereno Ryo. “Se Kaori ha usato il martello vuol dire che non è più arrabbiata” pensò l’uomo. –Allora Saeko, dicci tutto-disse poi sedendosi accanto alla socia –Ecco, dovreste proteggere il testimone di un omicidio…-iniziò Saeko, ma ben presto fu interrotta da Ryo:-Un uomo? Stai scherzando?! Lo sai benissimo che io non lavoro per gli uomini quindi puoi anche risparmiarti la fatica di raccontare tutta la storia perché non se ne fa niente!-Ryo smettila di fare il cretino! Sono settimane che non lavoriamo per colpa tua e della tua fissa di non accettare incarichi dagli uomini, ma io mi sono stufata perciò questo lavoro lo accetteremo. Hai capito o hai bisogno di qualche altro chiarimento?-esclamò un’infuriata Kaori tirando fuori uno dei suoi martelli più grandi. –Va bene, va bene, faremo come vuoi tu, ma per favore metti via quel coso!-rispose uno spaventato Ryo. (I martelloni di Kaori sono molto persuasivi…NdLynn) Soddisfatta, la donna si apprestò ad ascoltare il resto della storia. Con espressione divertita, Saeko riprese a raccontare: -L’uomo in questione si chiama Rei Kamiya- A quel nome il viso di Ryo diventò serio, lo aveva già sentito…ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare né quando né dove. –Ha 30 anni ed è un fotografo free-lance-continuò la poliziotta –Una sera era in giro per Shinjuku per un servizio sulla vita notturna degli abitanti di Tokyo, quando ha sentito un urlo provenire da un vicolo. Si è avvicinato e ha visto due uomini: uno dei due era a terra privo di vita, mentre l’altro era in piedi con un coltello in mano sporco di sangue. Rei ha cercato di scappare senza farsi scoprire ma purtroppo l’assassino si è accorto di lui. Fortunatamente è riuscito a fuggire e a venire da noi ma ora quell’uomo lo sta cercando-E come mai non ci pensate voi a proteggerlo?-chiese Ryo –Perché in questo periodo siamo a corto di agenti a causa della visita del primo ministro qui in città perciò ho pensato di chiedere a voi di fargli da guardie del corpo. Comunque Ryo, ho una bella notizia per te: oltre a Rei dovrai proteggere anche sua sorella. Si chiama Eri e ha 26 anni- (Lo so che Rei ed Eri sono veramente due nomi veramente stupidi per due fratelli, ma non ho trovato niente di meglio…chiedo umilmente perdono! NdLyn) Le due donne si aspettavano che a quella notizia Ryo facesse i salti di gioia, ma non fu così…Anzi, lo sweeper si era irrigidito e il suo viso aveva assunto un’espressione tesa e preoccupata allo stesso tempo. “Non può essere…Eri…” pensava intanto l’uomo “Ecco perché il nome di suo fratello non mi sembrava nuovo…” Kaori e Saeko lo guardavano allibite: dov’era finito il Ryo che conoscevano, sempre pronto a fare il cascamorto con ogni ragazza?! -Non possiamo accattare questo incarico-disse infine lo sweeper –Ma Ryo, sei sicuro di stare bene? Non è da te rifiutare di proteggere una bella ragazza!-esclamò Saeko. -Perché non vuoi accettare?-chiese invece Kaori –Non voglio e basta. Non posso dirti altro-Dì piuttosto che non vuoi dirmi altro…come al solito, vero?- La socia aveva parlato con tono duro. Era già la seconda volta quel giorno che Ryo rifiutava di darle delle spiegazioni e questo la feriva e la faceva arrabbiare. L’uomo non rispose, si era alzato e ora guardava fuori dalla finestra con espressione seria. Saeko percepiva la tensione che aleggiava tra i due ma decise di non indagare. –Comunque sia, ormai ho già detto loro che potevano venire a stare qui-disse la poliziotta –Perciò, mio caro Ryo, non hai scelta- Prima che questo potesse replicare, il campanello suonò. –Devono essere loro- Saeko andò ad aprire e fece entrare Rei ed Eri Kamiya.

“Rei è veramente un bell’uomo” notò Kaori. Aveva i capelli biondi e corti e gli occhi azzurri. Inoltre aveva decisamente un bel fisico, era alto quasi quanto Ryo e anche in quanto a muscoli non era certo da meno. Eri, la sorella, gli assomigliava molto. Anche lei era bionda con gli occhi azzurri ed aveva un fisico da fotomodella. “Sicuramente Ryo le cadrà ai piedi come una per cotta…” pensò Kaori sentendo una fitta di gelosia. Ma, quando si voltò verso di lui, vide che aveva ancora quell’espressione rigida che gli aveva visto poco prima. “C’è qualcosa che non quadra, qualcosa che ha a che fare con quella donna…” Subito dopo Kaori ebbe la conferma ai suoi sospetti. –Ciao Ryo, è da un po’ che non ci vediamo vero?-lo salutò infatti Eri. I due si conoscevano già…–Già, più o meno da sei anni se non sbaglio…-rispose Ryo. Kaori guardò alternativamente prima la ragazza e poi il socio, chiedendosi per quale motivo lo sweeper non le avesse detto di conoscere Eri quando Saeko aveva pronunciato il suo nome. –Ryo, tu conosci questa ragazza?-riuscì infine a chiedergli Kaori. Ma fu Eri a rispondere:-Io e Ryo ci siamo incontrati molto tempo fa, mi ha salvato da un gruppo di teppisti che mi stavano importunando. Abbiamo iniziato ad uscire insieme e…-Eri, non c’è bisogno di raccontare ogni minimo particolare!-la interruppe bruscamente Ryo –Scusa, ma lei è o non è la tua socia? Mi stupisco che queste cose non gliele abbia già dette tu…E poi qual è il problema? Ti vergogni di dire che io e te siamo stati insieme?-Non è questo ma…-Siete stati insieme?! E per quanto tempo?-chiese allora incuriosita Saeko –Per un anno- Kaori aveva ascoltato quella conversazione sentendo crescere la sorpresa e la gelosia e a quell’ultima affermazione provò una fitta di dolore. Ryo aveva avuto una relazione con quella donna e non gliene aveva mai parlato. Un anno…se era durata così a lungo doveva essere stata una relazione importante. Ryo doveva esserne stato molto innamorato…e forse lo era ancora…A quel pensiero il cuore di Kaori sembrò spezzarsi in due. “È per questo che non me ne ha mai parlato, perché è una ferita ancora aperta” pensò. Un pesante silenzio regnava all’interno della stanza, fu Rei alla fine a romperlo. –Bene, ora che il mistero è stato svelato, direi di iniziare a discutere del motivo per cui io e mia sorella siamo qui-Hai ragione-disse Saeko –Sediamoci e troviamo un modo per aiutare Rei ed Eri- Iniziarono a parlare di lavoro e la tensione piano piano svanì. Ryo aveva ritrovato la sua compostezza, ma Kaori non aprì bocca per tutto il tempo. Era ancora sconvolta da quello che aveva scoperto. Vedendola così silenziosa, Ryo ogni tanto lanciava delle occhiate nella sua direzione, ma lei evitava il suo sguardo. Alla fine fu deciso che Rei ed Eri si sarebbero trasferiti nell’appartamento di Ryo e Kaori quella sera stessa. –Per quanto tempo dovremo rimanere qui?-chiese ad un certo punto il fotografo –Almeno per una settimana, vale a dire fino al processo-rispose Saeko. L’uomo non sembrava affatto dispiaciuto per questo, anzi. Ryo notò che Rei più volte aveva lanciato a Kaori degli sguardi strani e la cosa non gli piaceva per niente. “Cavoli, ora comincio anche ad essere geloso!” pensò lo sweeper.

Quel pomeriggio, Ryo si trovava in salotto seduto sul divano insieme ad Eri. Stavano parlando ormai da ore, ricordando i giorni trascorsi insieme e raccontandosi quello che avevano fatto durante gli anni in cui non si erano visti. Ad un certo punto Kaori, spazientita ed irritata per essere stata esclusa dalla conversazione, era sparita in cucina dicendo che doveva preparare la cena e Rei l’aveva seguita offrendole il proprio aiuto. Da quel momento la mente dello sweeper aveva iniziato a prestare sempre meno attenzione a quello che Eri diceva e si era impegnata a cercare di captare un qualsiasi rumore proveniente dalla cucina, nella speranza di scoprire cosa stessero facendo quei due. All’improvviso la voce di Eri lo riscosse dai suoi pensieri:-Ryo, ma mi stai ascoltando?-Eh…Oh, scusa, mi sono distratto un attimo…-rispose Ryo –Un attimo? Ma se è da quando Kaori e Rei sono andati in cucina che sei perso in un altro mondo! Che c’è? Sei geloso per caso?-Ma figurati! Perché dovrei essere geloso? Kaori ed io non stiamo insieme-replicò l’uomo imbarazzato –Bene, questa sì che è una bella notizia-disse Eri lanciandogli uno sguardo intenso e seducente. (Ehi tu, stai lontana dal mio Ryo, capito?! NdLynn) Ryo la guardò a sua volta, cercando di capire quali fossero le reali intenzioni della donna. –Dimmi una cosa…-disse dopo qualche secondo –Non è un caso che tu e tuo fratello siate qui, vero?-Hai indovinato. Ho chiesto io alla signorina Nogami di affidare a te l’incarico-rispose Eri –Perché?-Perché volevo rivederti. Era da un po’ che ci stavo pensando e il fatto che io e mio fratello avessimo bisogno di protezione è stato come un segno-E come mai ti è presa questa improvvisa voglia di rivedermi? Ti ricordo che sei stata tu a lasciarmi e proprio a causa del mio lavoro-Hai ragione, ma rivedendoti mi sono accorta che è stato uno sbaglio. Io non ti ho mai dimenticato Ryo…- Gli sguardi dei due si incrociarono. Ryo rimase in silenzio. Era rimasto spiazzato dalla confessione di Eri ed ora cercava di interpretare i propri sentimenti. Non pensava che un giorno l’avrebbe rivista e ora sentiva che il passato stava tornando a galla. Ryo però non riusciva a capire se quello che provava in quel momento fosse semplice affetto oppure qualcosa di più. –Eri, sono cambiate molte cose dall’ultima volta che ci siamo visti. Io sono cambiato. E poi…- E poi c’era Kaori. Quella ragazza, con la sua dolcezza, piano piano era riuscita a scalfire la sua corazza e gli era entrata nel cuore. –Lo so, me ne rendo conto. Non pretendo di avere una risposta subito, ma dimmi almeno che ci penserai-disse la ragazza –Va bene, ci penserò…-acconsentì Ryo. I due furono interrotti da Kaori che era venuta ad avvisarli che la cena era pronta.
Durante tutta la cena, Ryo non disse una parola. Kaori aveva il sospetto che quel silenzio avesse a che fare in qualche modo con Eri. Fortunatamente ci pensava Rei a tenere viva la conversazione, chiacchierando del più e del meno e non perdendo occasione per corteggiare Kaori. Alla ragazza quelle attenzioni non dispiacevano affatto, anzi, non faceva nulla per scoraggiare Rei. Per una volta era piacevole avere qualcuno che la facesse sentire bella, che la facesse sentire donna. Ryo, al contrario, le ripeteva continuamente che sembrava un uomo e la prendeva in giro, perciò lei voleva dimostrargli che anche lei poteva piacere a qualcuno.
Finita la cena, Rei ed Eri decisero di andare a letto presto, dicendo di essere molto stanchi, perciò Ryo e Kaori rimasero soli. La ragazza notò che lo sweeper era molto serio, sembrava irritato per qualcosa. Appena i due ospiti uscirono dalla stanza infatti, Ryo esclamò:-Nei prossimi giorni cerca di comportarti in modo più professionale per favore- Kaori lo guardò senza capire –Che cosa vuoi dire?-Voglio dire che dovresti evitare di amoreggiare con il cliente!- (Senti chi parla…NdLynn) -Amoreggiare? Guarda che io e Rei ci siamo limitati a parlare. E poi proprio tu vieni a parlarmi di comportamento professionale? Tu che non perdi occasione di provarci con ogni nostra cliente?!- -Perlomeno quando ci sono situazioni di pericolo io sono in grado di proteggerle…- Appena pronunciate queste parole, Ryo si rese conto di essere stato crudele. Le lacrime che vide bagnare il viso della socia lo fecero sentire un verme. Kaori, ferita e umiliata, corse a rinchiudersi in camera sua. Ryo si diede dello stupido, non avrebbe dovuto parlarle in quel modo, Kaori non se lo meritava. Oltretutto aveva mentito. Certo, la socia aveva ancora molto da imparare, ma continuava a migliorare e oramai se la sapeva cavare discretamente. Però quello che Eri gli aveva detto quel pomeriggio lo aveva mandato in confusione…e vedere Kaori e Rei flirtare lo aveva reso ancora più nervoso. “Riflettendoci, è meglio così” pensò poi lo sweeper “Per Kaori potrebbe essere una buona occasione per cambiare vita, per lasciare questo lavoro che la mette continuamente in pericolo…e magari per essere felice”. Ryo rimase alzato fino a tardi, tormentato da questi pensieri. A mezzanotte decise infine di andare a letto, ma prima, silenziosamente, entrò nella camera di Kaori. Lo faceva spesso, gli piaceva guardarla dormire…ma lei naturalmente non lo sapeva. Ryo pensò che fosse bellissima anche nel sonno. –Perdonami Kaori- sussurrò sfiorandole dolcemente una guancia, poi si volse ed uscì.

Il giorno dopo, Ryo iniziò a darsi da fare insieme a Saeko per scoprire chi voleva uccidere Rei. Il fotografo aveva fornito alla polizia un identikit abbastanza preciso, ma ora era necessario dare un nome a quel volto. Non ci misero molto a trovarlo: grazie ai suoi informatori, Ryo venne a sapere che quel tale faceva parte di un gruppo mafioso abbastanza noto a Tokyo. A capo del clan stava Takamiya Matsunaga, correva voce che fosse invischiato in ogni tipo di traffico, dalla prostituzione al contrabbando. Matsunaga era in giro da poco ma si stava già facendo un nome. Probabilmente Rei aveva assistito ad un regolamento di conti. Sempre grazie ai suoi informatori, lo sweeper scoprì anche dove si trovava la base del mafioso: si trattava di una villa in una zona periferica della città. Decise di recarsi subito là per fare un primo sopralluogo. Arrivato poco distante dalla villa, Ryo fermò la macchina e prese il binocolo. L’abitazione era circondata da un’alta inferriata, l’unico accesso era da un cancello che dava sulla strada e che naturalmente era controllato da due guardie e da una telecamera. Probabilmente ce n’erano altre lungo tutta la recinzione. Ad un certo punto Ryo vide che dal cancello stavano uscendo alcune auto. Ebbe un brutto presentimento, il suo sesto senso gli diceva che quelle macchine si stavano dirigendo a casa sua. Senza alcuna esitazione, salì sulla sua Mini e partì a tutta velocità. “Spero di arrivare in tempo” pensò premendo sull’acceleratore.
Kaori era a casa assieme a Rei ed Eri. I tre stavano chiacchierando tranquillamente sul divano quando Kaori sentì il rumore di alcune auto che si fermavano proprio sotto l’appartamento. Andò alla finestra per dare un’occhiata e vide un gran numero di uomini armati che stavano circondando l’edificio. (C’è una domanda che mi tormenta da sempre: ma nel palazzo di Ryo e Kaori non vive nessun’altro? Non hanno dei vicini? Mah…Se qualcuno conosce la risposta a questo dubbio che mi tormenta, vi prego di farmela sapere! NdLynn) “Cavoli! Proprio ora che Ryo non c’è!” pensò preoccupata la ragazza. Poi, prendendo la sua pistola da un cassetto, disse agli altri due:-Rei, Eri, andate in camera vostra e chiudetevi a chiave-Cosa? Ma che sta succedendo?-chiese spaventato l’uomo –Mi sa che abbiamo visite-rispose Kaori. Ma il fotografo e la sorella non fecero in tempo a raggiungere le scale che cinque uomini armati di mitra irruppero nell’appartamento. –Fermi voi, dove credete di andare?-esclamò uno di loro. Kaori, che si trovava vicino a Rei ed Eri, si mise davanti a loro per proteggerli. –E tu che cosa vuoi fare? Ti conviene mettere via quella pistola se non vuoi farti male-Non ci penso nemmeno, io ho il dovere di proteggerli ed è quello che intendo fare!-esclamò la sweeper. Ma non era così sicura di sé come voleva sembrare. Sapeva di non avere una buona mira, anche se negli ultimi tempi si era allenata spesso all’insaputa di Ryo. –Come preferisci, uccidere una persona in più o in meno per me non fa alcuna differenza- L’uomo stava per premere il grilletto, quando improvvisamente si accasciò a terra con un gemito di dolore. Dietro di lui comparve Ryo, l’aveva stordito con il calcio della pistola. Gli altri quattro uomini armati puntarono i loro mitra verso di lui, ma non fecero in tempo a fare fuoco che lo sweeper li disarmò tutti con la sua 357 Magnum Colt Python. I quattro decisero che era meglio battere in ritirata. –E dite al vostro capo che ha le ore contate!-disse loro Ryo, poi si rivolse a Kaori e agli altri:-State tutti bene?-Sì, tutto bene-rispose la socia –Oh Ryo, ho avuto tanta paura!-esclamò poi Eri gettandosi tra le braccia dell’uomo. (Quanto mi sta antipatica ‘sta tipa!! NdLynn) Ryo, imbarazzato, non sapeva cosa fare, guardò prima Eri e poi Kaori. Quest’ultima, dopo aver lanciato loro un’occhiataccia, si rivolse a Rei:-Rei, ti va una tazza di caffé?-Molto volentieri Kaori- rispose quello tutto sorridente e insieme si avviarono verso la cucina.

La sera dopo, terminata la cena, Eri disse che era stanca di stare in casa e che voleva uscire. Ryo, indeciso, chiese a Rei e a Kaori cosa ne pensavano. Kaori, che non si sentiva molto bene, rispose che preferiva rimanere a casa. –In effetti sei un po’ pallida, forse hai la febbre…-disse Ryo posandole una mano sulla fronte. A quel tocco, il cuore della ragazza iniziò a battere all’impazzata. –Non…non è nulla, non preoccuparti…-balbettò rossa per l’imbarazzo –Forse è meglio se restiamo a casa-continuò l’uomo –Oh no! Ryo, ti prego, io ho voglia di uscire!-lo implorò Eri –Non preoccuparti Ryo, starò io a casa con Kaori-disse Rei. Allo sweeper l’idea di lasciare quei due da soli non piaceva per niente, ma Eri insistette così tanto che alla fine fu costretto ad accettare. Anche Kaori era rosa dalla gelosia al pensiero di quei due da soli in giro per Shinjuku, ma cercò di non darlo a vedere. Dopo un po’, Ryo ed Eri uscirono e Kaori e Rei decisero di sedersi sul divano ed ascoltare della musica bevendo un bicchiere di vino. Parlarono a lungo e di molte cose e così scoprirono di avere molto in comune. Kaori sentiva che la febbre le stava salendo, ma Rei era così galante e lei si trovava così bene in sua compagnia che decise di restare alzata ancora un po’, nonostante ormai fosse passata la mezzanotte da un pezzo. “Chissà cosa staranno facendo quei due…” pensò la ragazza ad un certo punto “Oh Kaori, smettila di pensare a Ryo! Sei qui, da sola, con un bel ragazzo che ti corteggia, che cosa vuoi di più?!” si rimproverò mentalmente. Assorta nei suoi pensieri, non si accorse che Rei le stava parlando. –Scusami, mi sono distratta…cosa stavi dicendo?-Ti stavo dicendo che mi piaci molto e che vorrei conoscerti meglio…-disse il ragazzo avvicinandosi a lei con fare seducente. Poi la prese tra le braccia e la baciò. Inizialmente Kaori lo lasciò fare, era piacevole essere corteggiata da qualcuno e Rei era veramente un bel ragazzo, ma quando lui cercò di slacciarle la camicetta lo fermò. –Rei, penso che sia meglio che ci fermiamo qui. Stai correndo un po’ troppo-gli disse Kaori –Dai, non fare la preziosa, lo so che lo vuoi anche tu-replicò Rei cercando di baciarla di nuovo –Ti ho detto di smetterla! Lasciami!- La voce di Kaori era diventata dura ora. La ragazza tentò di liberarsi dalla presa di Rei, ma l’uomo non aveva intenzione di lasciarla andare. Kaori vedeva il suo volto avvicinarsi perciò spostò il suo per evitarlo. L’alito del ragazzo sapeva fortemente di vino. –Rei, credo che tu abbia bevuto un po’ troppo, ora lasciami!- Lui non l’ascoltò, prese i lembi della sua camicetta e strappò tutti i bottoni. –Smettila! Ti ho detto di lasciarmi!- Kaori ora aveva paura, tentava di fuggire, ma era troppo debole a causa della febbre e Rei troppo forte fisicamente. –Eh no cara, sei stata tu a incoraggiarmi, ora non puoi tirarti indietro- Rei le prese il volto tra le mani e la baciò con forza, poi la sua bocca iniziò a scendere lungo il collo. –No! Ti prego, lasciami!- All’improvviso, Kaori sentì il rumore della porta che si spalancava e Rei fu preso e scaraventato contro il muro. Era Ryo. Quando lo sweeper vide la socia tremante di paura e con la camicetta strappata non ci vide più dalla rabbia. –Lurido porco!-gridò prendendo Rei per il colletto della camicia e sollevandolo contro la parete –Se osi toccarla un’altra volta ti ammazzo, hai capito?!-S…sì…mi dispiace…io…- Rei balbettava per il terrore che l’uomo gli incuteva. Ryo lo lasciò andare e il fotografo andò a rifugiarsi in camera sua, seguito dalla sorella che aveva assistito alla scena in disparte e con lo sguardo triste. Vedendo come Ryo aveva reagito, aveva capito che per lei non c’era più posto nella sua vita.
Quando i due se ne furono andati, lo sweeper dedicò tutta la sua attenzione alla socia. –Kaori, stai bene?-le chiese preoccupato –Ti ha fatto del male?-No…io…credo di avere la febbre…per questo non riuscivo a liberarmi…e poi lui era così forte…-il corpo della ragazza cominciò ad essere scosso dai singhiozzi. Ryo allora la prese tra le braccia e cercò di rassicurarla:-Shhh, ti prego non piangere, è tutto finito ora- Dopo essersi un po’ calmata, Kaori disse:-Ryo, grazie, Rei era ubriaco e se non fossi arrivato tu non so cosa sarebbe successo-Non ci pensare più-rispose lui dolcemente –Ora è meglio se vai a riposarti-Sì, hai ragione- Ma non appena Kaori tentò di alzarsi in piedi, barcollò a causa di un capogiro e sarebbe caduta se Ryo non l’avesse sorretta. –Credo che la febbre ti stia salendo. Vieni, ti porto io-così dicendo l’uomo la prese in braccio. Kaori era imbarazzatissima, il socio non aveva mai fatto una cosa del genere. “Però…che bella sensazione essere tra le sue braccia…” pensò la donna. (Eh, mica scema la ragazza! NdLynn) Lo sweeper la portò in camera sua e la depose sul letto. –Buonanotte socia-Ryo, aspetta. Senti, ora so che mi darai della fifona, ma…potresti restare con me finché non mi addormento?-chiese timidamente Kaori. Ryo sapeva quanto le era costato mostrarsi debole di fronte a lui, quello che era successo doveva averla veramente spaventata…–Va bene-acconsentì sedendosi su una poltrona accanto al letto. Kaori, sentendosi al sicuro grazie alla presenza del socio, dopo pochi istanti si addormentò.

La mattina dopo, al suo risveglio, Kaori trovò Ryo addormentato sulla poltrona. “Che carino, è rimasto tutta la notte” pensò, poi si alzò per coprirlo con una coperta. A quel contatto l’uomo si svegliò. –Buongiorno-lo salutò lei –Buongiorno…ma che ci fai in piedi? Sei malata perciò oggi te ne resti a letto-disse Ryo –Ma io mi sento meglio…-protestò la donna –Non si discute, ho bisogno che la mia assistente sia in piena forma-fece lo sweeper in tono scherzoso –Ora forza, torna a letto mentre io vado a prenderti un’aspirina, ok?-E va bene, tanto so che è inutile discutere con te-replicò Kaori rimettendosi sotto le coperte mentre lo sweeper usciva. Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta. Kaori, nonostante gli ordini di Ryo, si era alzata per mettersi il pigiama, visto che la sera prima il socio l’aveva messa a letto vestita, perciò andò ad aprire la porta di persona. –Lo so che mi avevi detto di restare a letto, ma…-la ragazza si interruppe di colpo. Aveva creduto che fosse Ryo ma invece davanti a lei c’era Rei. –Ciao Kaori- La donna, ancora scossa da quello che era successo il giorno prima, indietreggiò con un po’ di timore. –Ti prego, non fare così. Io sono venuto qui per chiederti scusa, mi sono comportato come una bestia ieri sera…ti chiedo perdono- La ragazza vide che era sincero, perciò disse:-Dimentichiamo questa faccenda e ricominciamo tutto da capo, va bene?-Ti ringrazio, sei una ragazza veramente speciale Kaori Makimura-disse Rei con gratitudine. La conversazione fu interrotta da una voce dura…quella di Ryo. –Credevo avessi capito che devi stare lontano da lei!- Lo sweeper aveva parlato in tono aspro e aveva un’espressione minacciosa. –Io…sono venuto a chiederle scusa…-si giustificò Rei –Ryo, va tutto bene, abbiamo chiarito tutto…-cercò di calmarlo Kaori. Ryo sembrò ignorarla. –Hai fatto bene a scusarti con lei, ma d’ora in poi devi starle lontano, hai capito? Se ti avvicini ancora alla mia socia senza chiedermi il permesso me ne frego di proteggerti e ti sbatto fuori di casa mia!--Ok…ho capito- rispose Rei prima di lasciare la stanza con espressione cupa. Appena il fotografo ebbe chiuso la porta alle sue spalle, Kaori non si trattenne più ed esclamò:-Ma sei impazzito?! Perché l’hai trattato così? In fondo si è scusato!- Ryo non rispose, tenne lo sguardo fisso davanti a sé mantenendo un’espressione seria -E poi cosa significa “se ti avvicini ancora alla mia socia senza chiedermi il permesso…”? Cosa sono io, un oggetto di tua proprietà?! Rispondi!–Sì, sei una mia proprietà!-disse alla fine l’uomo con rabbia voltandosi e guardandola negli occhi. La donna rimase spiazzata. –Tu sei mia, hai capito?!-continuò lui –Ucciderò chiunque osi anche solo sfiorarti con un dito!- Kaori era scioccata…cosa significavano quelle parole? –Che c’è, hai perso tutta la tua parlantina ora?-le chiese Ryo avvicinandosi –Vediamo se a questo reagisci…- Detto questo, posò le sue labbra su quelle di lei. Kaori per un attimo restò immobile, sorpresa da quel gesto, ma poi non poté fare a meno di rispondere a quel bacio. (E ci credo! Chi ci riuscirebbe? NdLynn) Quante volte aveva sognato quel momento…ma la realtà era mille volte meglio della fantasia.
Ryo, dal canto suo, era più stupito di lei da quello che stava facendo…ma non aveva resistito. La sera prima, quando rientrando aveva capito quello che stava succedendo, aveva sentito una grande ira montargli in corpo. Quel bastardo aveva osato toccare la sua Kaori!! Non voleva neanche pensare a quello che sarebbe potuto succedere se non fosse arrivato in quel momento. Poi, quando l’aveva accompagnata a letto, gli aveva chiesto di restare con lei. Dio, com’era bella in quel momento! Così fragile e innocente…Aveva passato quasi tutta la notte guardando la socia dormire. E ora, vedendola di nuovo insieme a quel fotografo, aveva sentito che la rabbia lo invadeva nuovamente e, con essa, la gelosia. Sì, era geloso, perciò aveva perso il controllo e si era lasciato andare al desiderio di prenderla tra le braccia e baciarla.
Quando il bacio ebbe fine, Ryo e Kaori si guardarono negli occhi per alcuni istanti, senza parlare. Fu la donna a rompere il silenzio. -E questo cosa significa?-chiese –Non lo so Kaori... Sinceramente proprio non lo so…- Detto questo, Ryo si voltò ed uscì dalla stanza.

Kaori non ci capiva più niente. Prima Ryo le diceva che era sua e la baciava e poi, di punto in bianco, si tirava indietro. “Ryo, che cosa provi realmente per me? E che cosa provi per Eri?” si chiese la donna. Poi, sospirando tristemente, si vestì e decise di andare a preparare la colazione.
Nel frattempo, Ryo si trovava in soggiorno, camminava nervosamente da una parte all’altra della stanza. “Ma perché cavolo l’ho baciata?!” pensò “Ora le cose si sono complicate ancora di più e io sono ancora più confuso. Io amo Kaori, ma con il ritorno di Eri mi sono riapparsi alla mente tutti i momenti passati con lei…come stavamo bene insieme…Eri è stata la prima donna di cui mi sono innamorato…” –Ohhh, basta! Andrò a schiarirmi le idee allenandomi-si disse dirigendosi verso il poligono. Dopo aver sparato quattro caricatori, Ryo si fermò. –Vuoi provare?-chiese senza voltarsi alla persona che già da un po’ lo stava osservando –Allora ti eri accorto di me?!-disse Eri sorpresa. –Nel mio lavoro è indispensabile essere in grado di capire quando qualcuno ti osserva… soprattutto nel caso in cui la persona in questione abbia un arma-rispose Ryo girandosi per guardarla –Già, hai ragione-fece l’altra –Come mai sei qui? Vuoi imparare a sparare?-No, grazie, non mi piacciono molto le armi-Allora che cosa c’è?-Nulla, è solo che volevo vederti in azione. Mi piace guardarti mentre ti alleni a sparare, hai un’espressione così seria e concentrata…sei molto affascinante!-disse Eri avvicinandosi allo sweeper con aria seducente –Però vedo che sei molto nervoso…è per via di mio fratello, vero?-continuò lei fermandosi a pochi centimetri da lui –Che cosa intendi dire?-le chiese Ryo –Ho visto l’espressione del tuo viso ieri sera. Quando hai visto quello Rei stava facendo, sei andato su tutte le furie…per un attimo ho persino creduto che volessi ucciderlo. In quel momento ho capito quanto tu sia innamorato di Kaori…-Te l’ho detto Eri, lei è la mia assistente, tutto qui-cercò di ribattere Ryo, ma non fu molto convincente –Sì, certo…Vediamo allora cosa dirai dopo questo…- Eri annullò la breve distanza che ancora li separava e lo baciò.
Proprio in quel momento, Kaori stava entrando nella stanza per avvisare il socio che la colazione era pronta, ma non appena vide quello che stava succedendo si fermò sulla soglia. Non poteva credere ai propri occhi: Ryo ed Eri si stavano baciando! Le sembrò che il cuore le si spezzasse in due dal dolore. Come aveva potuto? Solo mezz’ora prima Ryo aveva baciato lei, Kaori, e ora…Kaori si voltò e fuggì via prima che i due si accorgessero di lei.
Per tutta la durata di quel bacio, Ryo rimase impassibile. Sentiva le labbra di Eri posate sulle sue, ma questo non gli trasmetteva nessun sentimento particolare. Certo, era piacevole, ma per niente paragonabile a quello che aveva provato baciando Kaori. Si era sentito in paradiso, mai aveva provato un’emozione così forte, avrebbe voluto non staccarsi mai da lei. Dopo un po’, Eri pose fine a quel bacio sospirando con rassegnazione. –Aveva ragione io…-disse –Ormai non c’è più posto per me nella tua vita-Mi dispiace Eri, io…-Non c’è bisogno che ti scusi Ryo. Ho avuto la mia possibilità sei anni fa e l’ho gettata via. Ormai le nostre strade si sono divise-Comunque avrai sempre un posto speciale nel mio cuore-le disse lo sweeper con dolcezza. I due furono interrotti dall’arrivo di Rei, sembrava molto preoccupato. –Scusate…-cominciò il fotografo titubante –Che cosa c’è?-gli chiese brusco Ryo –Ecco, ho visto Kaori che usciva di casa, sembrava sconvolta, così ho ritenuto che fosse meglio avvisarti-Sconvolta hai detto? Sei sicuro?-lo interrogò lo sweeper –Sì, stava piangendo. Poco fa era scesa per avvisarti che la colazione era pronta, poi però è tornata su di corsa ed è uscita sbattendo la porta…-Cosa? È scesa qui? Oh Ryo, deve averci visto!-disse Eri –Maledizione! Devo trovarla assolutamente!-imprecò Ryo uscendo di corsa dalla stanza.

Kaori non sapeva in quale direzione né per quanto tempo avesse corso, accecata com’era dalle lacrime che le scorrevano sul viso. Alla fine, stremata, si era fermata e si era accorta di trovarsi a qualche isolato da casa, in una zona poco abitata. Quello di cui non si era accorta, però, era che un furgone nero l’aveva seguita per tutto il tempo. All’improvviso, Kaori sentì il rumore di una frenata molto vicino a lei, ma, prima che riuscisse a voltarsi, due paia di braccia l’avevano afferrata e trascinata nel furgone. Poi, facendole annusare un panno imbevuto di cloroformio, le fecero perdere i sensi.
-Non hai visto in che direzione è andata?-chiese Ryo. Lui, Eri e Rei erano tornati al piano di sopra, nella speranza che Kaori avesse lasciato qualche traccia che potesse svelare loro dove si era diretta, ma non avevano trovato nulla. –No, mi dispiace-rispose afflitto Rei –È tutta colpa mia!-esclamò Ryo passandosi nervosamente una mano tra i capelli –Mi comporto sempre male con lei, la faccio soffrire…Sono uno stupido!- Lo sweeper parlava più a sé stesso che agli altri –Ryo, per favore, calmati. Vedrai che presto tornerà-cercò di consolarlo Eri. Furono interrotti dallo squillo del telefono. Ryo rispose con espressione seria:-Pronto?-Sei tu Ryo Saeba?-gli chiese una voce maschile –Sì, sono io-Allora ti informo che la tua dolce assistente è qui con noi-Se le fate del male io…-Stai calmo Saeba, non mi sembri nella posizione di fare delle minacce. Comunque se ci tieni a rivederla dovrai darci qualcosa in cambio…-Ho capito. Volete scambiare le vite di Rei ed Eri con quella di Kaori-Bravo, hai indovinato. Portali stasera a mezzanotte al capannone 24 della vecchia zona industriale. E mi raccomando, niente polizia o la tua socia muore!- Detto questo l’uomo riattaccò. Ryo posò la cornetta con espressione preoccupata. –Cos’è successo Ryo?-chiese ansioso Rei –Hanno preso Kaori- rispose lo sweeper –Oh mio Dio!-proruppe Eri –Vogliono fare uno scambio, vero?-continuò il fotografo. Ryo si limitò ad annuire. –Io ci sto-Niente da fare Rei, è troppo pericoloso-Ryo, è inutile, ho deciso. Non posso permettere che facciano del male a Kaori per causa mia. E poi, devo farmi perdonare per ieri sera…-terminò Rei con un sorrisetto tirato. –Anch’io ci sto-si intromise Eri –È colpa mia se Kaori è stata rapita- Ryo, vista la determinazione che scorse nei loro occhi, non poté fare altro che assecondarli. –Eh va bene-disse –Però è meglio se chiamiamo rinforzi-
Kaori fu svegliata da un lieve dondolio…“Dondolio? Devo essere ancora mezza addormentata…” pensò mentre cercava di schiarirsi le idee. Ma appena si riprese completamente poté constatare che non se lo era immaginato, il dondolio era reale…era su una barca! –Ma dove mi hanno portato?-mormorò. Dall’oblò si poteva vedere in lontananza la baia di Tokyo. Visto il lussuoso arredamento della cabina doveva trovarsi su uno yatch…“Ma di chi?” si chiese. La sua domanda ebbe presto risposta, poiché poco dopo udì il rumore della porta che veniva aperta ed un uomo entrò nella stanza. Era circa sulla trentina, alto, con i capelli castani, molto affascinante. –Bene, vedo che la mia deliziosa ospite si è svegliata-disse questo –Mi presento, il mio nome è Takamiya Matsunaga-

-Takamiya Matsunaga?-si sorprese Kaori –Ma allora sei tu che…-Sì, sono io quello che vuole uccidere Rei ed Eri Kamiya-finì per lei Takamiya –E mi avete rapito per fare uno scambio, non è vero?-Inizialmente erano questi i miei piani, è vero, ma le cose sono un po’ cambiate…Comunque di questo parleremo più tardi. Ora voglio che ti cambi d’abito, nell’armadio troverai qualche vestito, spero siano di tuo gradimento. Poi uno dei miei uomini fuori dalla porta ti scorterà fino al salone, là potremo parlare- Detto questo, senza attendere una risposta, Takamiya uscì dalla stanza. Dopo qualche secondo, Kaori sentì che qualcuno chiudeva la porta a chiave. Ancora frastornata da quello che stava succedendo, Kaori decise che per il momento era meglio assecondarlo. Almeno finché non avesse trovato una via di fuga. Aprì l’armadio e, con stupore, lo trovò pieno zeppo di abiti da sera, tutti disegnati da stilisti molto famosi. Dopo averli guardati uno per uno, Kaori decise di indossarne uno nero, molto attillato. Era lungo fino alle caviglie, ma aveva due spacchi laterali che permettevano di muoversi abbastanza liberamente…e che le scoprivano quasi interamente le gambe. Inoltre aveva un’ampia scollatura che lasciava nude le spalle. Kaori notò che era un abito molto sexy, ma d’altra parte tra quelli che si trovavano nell’armadio era uno dei più decenti, perciò si rassegnò ad indossare quello. In fondo all’armadio la ragazza vide che c’erano anche delle scarpe da abbinare al vestito. Dopo averne indossate un paio di nere con il tacco alto, Kaori bussò alla porta. –Sono pronta-disse quando una delle due guardie aprì –Ok, seguimi- fece quello. La scortò lungo tutto il corridoio e poi per una rampa di scale che portava ad una stanza ampia, quello che doveva essere il salone. Come la cabina in cui l’avevano rinchiusa, anche il salone era arredato molto elegantemente, sui toni del bianco e dell’azzurro. In fondo alla stanza era situato un grande divano, mentre nella parte dove si trovava Kaori, leggermente sopraelevata rispetto al salotto, c’era un ampio tavolo, che in quel momento era preparato per due persone. Entrambi i lati più lunghi della stanza erano interamente composti da delle porte-finestre, che lasciavano entrare la luce del sole e premettevano di contemplare l’ampia distesa azzurra del mare. Proprio di fronte alla vetrata si trovava Takamiya, che appena la sentì entrare si voltò verso di lei. –Kaori, sei bellissima-si complimentò l’uomo avvicinandosi alla donna per prenderle e sfiorarle la mano con le labbra –Questo vestito ti sta divinamente-Grazie- si limitò a dire Kaori. Il contatto con le labbra di quell’uomo le aveva fatto scorrere un brivido di repulsione lungo la schiena. E poi i suoi occhi avevano un’espressione così…così…viscida, ecco quello era l’aggettivo adatto. “Ma devo controllarmi” pensò Kaori “Se voglio trovare un modo per fuggire devo evitare colpi di testa e far finta di essere remissiva”. Ma non sarebbe stato semplice scappare da lì. Infatti Kaori aveva potuto constatare che erano molto lontani dalla baia di Tokyo, perciò pensare di raggiungerla a nuoto era impossibile. Come se non bastasse, lungo tutto il perimetro dello yatch erano disseminate guardie armate di mitra. I pensieri di Kaori furono interrotti dalla voce di Takamiya:-Prego, accomodati mia cara…-le disse accompagnandola verso il tavolo e facendola sedere –Ho fatto preparare un pranzo squisito solo per te-Non credo di avere molta fame. E poi non rimarrò qui per molto, no? Quando avverrà lo scambio?-chiese Kaori –Non ci sarà nessuno scambio-le rispose Takamiya con la massima calma. Kaori rimase a bocca aperta dallo stupore. –Ma…tu… hai detto…-No mia cara, tu l’hai detto. Io invece ti avevo accennato ad un cambiamento nei miei piani…-Quale cambiamento?-chiese spaventata la donna. Che avessero deciso di ucciderla comunque? –Non hai ragione di temere per la tua vita-la rassicurò Takamiya vedendola impaurita –Inizialmente era questa la mia intenzione, ma dopo averti vista ho immediatamente cambiato idea. Mi piaci molto Kaori, perciò ho deciso di tenerti con me…diventerai la mia donna-

A questa rivelazione, Kaori perse tutta la sua freddezza. –Che cosa?! La tua donna?!- esclamò –Ma tu sei pazzo! Io non voglio…Non voglio diventare la donna di un criminale! Io…Ahi!- La mano di Takamiya la colpì con forza sulla guancia –Non osare mai più insultarmi o alzare la voce con me, hai capito?!-gridò infuriato questo –Ho deciso che tu diventerai la mia donna e così sarà, perciò prima ti rassegni e meglio è!- Detto ciò, diede ordine a una delle sue guardie di riportarla nella sua cabina.
Nel frattempo, Ryo si stava preparando per l’incontro di quella sera. Dopo aver chiamato Umibozu per chiedergli di fare loro da copertura in caso di bisogno, lo sweeper decise di andare giù al poligono per allenarsi un po’. E non solo perché voleva essere preparato, ma soprattutto per scaricare la tensione e la rabbia. “Maledizione, l’ho messa in pericolo di nuovo…” pensava mentre faceva fuori un caricatore dopo l’altro “Che i miei nemici la credano la mia assistente o la mia donna è comunque in pericolo…Ma giuro che appena questa storia sarà finita l’allontanerò per sempre da questo mondo!” A questo pensiero, il volto di Ryo divenne triste “Sì, ma…come farò a vivere senza di lei? Ormai ho bisogno di Kaori come dell’aria che respiro…è per questo che l’ho tenuta con me per tutto questo tempo…per puro egoismo”. Riempì per l’ennesima volta il caricatore, stava per iniziare di nuovo a sparare, quando Rei entrò nella stanza. –Sei preoccupato per Kaori, vero?-gli chiese il fotografo. Ryo non rispose. –Senti…mi insegneresti a sparare?- La domanda colse lo sweeper di sorpresa:-Perché vuoi imparare a usare la pistola?-Perché questa sera voglio aiutarti…sì, insomma…vorrei darti una mano a salvare Kaori- Ryo lo guardò serio. Dopo qualche istante gli chiese:-Ci tieni molto a Kaori, vero?-Sì, è vero-rispose Rei –Ma so anche di non avere speranze con lei. Kaori ama te- Il City Hunter cercò di sviare il discorso, era già abbastanza confuso per conto suo, senza che ci si mettesse anche Rei. –Hai mai provato a sparare?-chiese al giovane –No, mai-Allora è meglio se provi con una pistola più leggera e maneggevole- Ryo si diresse all’armeria, adiacente al poligono, e poco dopo tornò con un’arma che porse a Rei –Tieni, questa dovrebbe andare bene- L’altro la prese e la soppesò, poi fece un cenno di assenso allo sweeper e l’allenamento ebbe inizio.
Kaori camminava nervosamente avanti e indietro nella sua cabina. Aveva passato il pomeriggio a riflettere sulla sua situazione. “Diventare la sua donna? No, non se ne parla proprio…” pensava “Quello è proprio impazzito…E poi l’ho sentito parlare con una guardia di una partenza…Ma per dove? E quando?” La ragazza si buttò sul letto con un sospiro. Doveva assolutamente saperne di più…Già, ma come? L’unica soluzione era chiederlo direttamente a Takamiya…L’idea non le sorrideva per niente, soprattutto perché, per avere quelle informazioni, avrebbe dovuto fare la carina con quel verme. D’altra parte non poteva certo stare lì con le mani in mano, Ryo non aveva la più pallida idea di dove fosse…Ryo…cosa avrebbe dato per essere con lui in quel momento… Poi nella mente della ragazza si formò l’immagine del bacio tra Eri e Ryo. –Basta Kaori!- si disse –Smettila di pensare a lui e cerca un modo per andartene da qui!- Decisa, si alzò e bussò alla porta chiedendo di parlare con Takamiya.
La cena a casa Saeba si svolse nel più assoluto silenzio. Quasi nessuno riuscì a toccare cibo per il nervosismo e, quando alla fine arrivò l’ora di uscire per recarsi all’appuntamento, la tensione si poteva tagliare con un coltello. Arrivarono al luogo dell’incontro con qualche minuto di anticipo. La vecchia zona industriale di Tokyo sembrava deserta, il silenzio regnava ovunque, ma Ryo sapeva che all’interno del capannone avrebbero trovato numerosi uomini armati ad attenderli. –State dietro di me-disse a Rei ed Eri. Anche al buio, i due poterono scorgere l’espressione seria e concentrata del suo volto.

Non appena i tre varcarono la soglia del capannone, le luci si accesero. Davanti a loro erano schierati una ventina di uomini armati, Ryo, però, non riusciva a vedere Kaori. –Bravi, siete arrivati puntuali…-disse uno di loro, probabilmente il capo. Ryo riconobbe la voce dell’uomo con cui aveva parlato al telefono qualche ora prima. –Vedo che sei un uomo di parola, Saeba-Non posso dire lo stesso di te…dov’è Kaori?-chiese Ryo –Mi dispiace, non è qui. La tua affascinante assistente aveva un altro impegno…-rispose l’altro ironico –In questo momento si trova in compagnia del mio capo-Che cosa vuole Takamiya Matsunaga da Kaori? E tu chi sei?- La voce di Ryo si era indurita. Allo sweeper non piaceva per niente come si stavano mettendo le cose. –Io sono Mito, il capo delle guardie di Takamiya. Vedo che ti sei informato su di lui, City Hunter. Comunque soddisferò la tua curiosità, visto che tu e i tuoi amici state per morire. Sai, a Takamiya la tua socia è piaciuta molto e quando lui vuole una cosa se la prende…-concluse l’uomo con un ghigno. A quelle parole Ryo si era irrigidito. Rei ed Eri intanto avevano ascoltato quei discorsi sentendo nascere la preoccupazione e la paura. –Ryo, e ora che facciamo?-chiese Rei –Non potete fare più niente ormai, il vostro destino è segnato!-esclamò Mito puntando verso di loro la sua pistola. Ben presto fu imitato da tutti i suoi uomini. Ryo non fece una piega. Rei ed Eri, intimoriti, guardavano alternativamente lo sweeper e i criminali. Prima che questi potessero sparare, però, un’esplosione squarciò l’aria. Gran parte di loro ora erano stesi a terra. Ryo sorrise divertito. –Allora, ti è piaciuta la mia sorpresina?-chiese a Mito, che intanto si stava rialzando –Maledetto, ora ti ammazzo!- Il criminale puntò verso di lui la pistola ma un secondo dopo la sua arma volava a qualche metro di distanza. Ryo aveva sparato verso di lui e lo aveva disarmato. –Presto, uccidetelo!-ordinò allora Mito ai pochi uomini rimasti incolumi dall’esplosione. Questi, però,subirono la stessa sorte del loro capo. Ryo avanzò verso Mito tenendo la sua Python puntata alla fronte dell’uomo. –Dimmi immediatamente dov’è Kaori!-gli ordinò lo sweeper. I suoi occhi erano duri e freddi come il ghiaccio. Mito si rese conto che non stava bluffando, se non gli diceva quello che voleva lo avrebbe ammazzato. –Ok…te lo dico…ma non sparare-rispose l’uomo tremante dalla paura –Si trova sullo yatch di Takamiya-Dov’è ancorato?-gli chiese allora lo sweeper –Fuori dalla baia di Tokyo, a circa 4 kilometri. Ma ha intenzione di andarsene…vuole fuggire in America-Quando?- -Domani notte-Bene, visto che mi hai detto quello che volevo ti risparmierò la vita. Va’ dal tuo capo e riferiscigli questo messaggio: se osa toccare Kaori anche solo con un dito lo ucciderò con le mie mani!- Detto questo se ne andò. Fuori dal capannone lo aspettavano Rei ed Eri insieme ad Umibozu. Era stato lui a causare l’esplosione. (Non avevamo dubbi al riguardo…vero? NdLynn) –Ryo, stai bene?-gli chiese Eri –Sì, sto bene. Grazie dell’aiuto Umibozu-Non c’è di che, lo sai che mi diverto a fare queste cose-gli rispose l’uomo –Hai saputo dove si trova Kaori?-fece allora Rei –Sì, è sulla barca di Takamiya Matsunaga- Ryo si rivolse di nuova ad Umibozu –Credo che avrò ancora bisogno di te, amico- L’ex-mercenario si limitò ad annuire.

Kaori intanto si trovava di fronte a Takamiya…–Perché hai voluto vedermi?-le chiese l’uomo –Ecco…io…volevo chiederti scusa per come mi sono comportata prima-gli rispose Kaori. Stava recitando la parte della fanciulla impaurita per carpirgli qualche informazione. –Sei perdonata-le disse Takamiya sorridendo –E poi…mi piacciono le donne che sanno quello che vogliono. Io e te ci divertiremo molto in America…-America?-ripeté sorpresa Kaori –Sì, domani notte questa nave salperà per gli Stati Uniti e tu verrai con me-Ma…io…credevo…-Cosa credevi Kaori? Credevi che il tuo caro Ryo Saeba sarebbe venuto a salvarti?- Kaori rimase senza parole. Allora Takamiya aveva capito tutto…Infatti subito dopo questo disse:-È inutile che fingi con me, Kaori, non mi incanti con la tua recita da fanciulla indifesa- L’espressione dell’uomo ora era di scherno (Mi sa che non hai un gran futuro come attrice, Kaori…NdLynn) –Inoltre ti informo che il tuo socio è morto. A quest’ora i miei uomini l’avranno già sistemato, insieme a quel fotografo e a sua sorella-Sei un illuso se pensi che sia così facile uccidere Ryo, i tuoi uomini sono dei pivelli paragonati a lui!-disse Kaori ritrovando tutta la sua faccia tosta. Sentendo quelle parole, il volto di Takamiya si indurì pericolosamente. Per un attimo Kaori pensò che l’avrebbe schiaffeggiata di nuovo, ma non lo fece. L’uomo le prese il mento con una mano e la obbligò ad alzare il viso, avvicinandolo al suo. –Per questa volta non ti faccio niente, ma ti conviene essere più carina con me se non vuoi che alzi le mani di nuovo- Detto questo, Takamiya la baciò con forza. Kaori si dibatté e alla fine riuscì a liberarsi dalla sua presa. –Non toccarmi!-esclamò allontanandosi di qualche passo da lui –È inutile che fai la dura con me, ti toccherò come e quando lo vorrò, hai capito? Per questa notte ti lascerò in pace, ma domani notte non sarò così comprensivo perciò preparati ad avere un assaggio di quali saranno i tuoi doveri da ora in poi…-le rispose Takamiya accarezzandola con lo sguardo. Kaori lo guardò con odio, ma non disse nulla. Poi fu rinchiusa nuovamente nella sua cabina.
La mattina dopo, Ryo uscì presto per recarsi da uno dei suoi informatori più fidati, un lustrascarpe che lavorava nei dintorni della stazione di Shinjuku. Appena questo vide arrivare il City Hunter gli disse:-Ti aspettavo. Ho saputo che Matsunaga ha rapito Kaori per farne la sua donna. Mi dispiace Ryo, dimmi quello che ti serve e io te lo procuro-Ho bisogno della piantina dello yatch di Matsunaga, inoltre voglio sapere quante guardie lo sorvegliano e la sua esatta posizione-gli rispose Ryo –Ok, dammi solo un paio d’ore e saprai ogni minimo dettaglio su quella barca-lo rassicurò il lustrascarpe. (Non chiedetemi come farà perché non lo so nemmeno io…fate finta di niente, ok? Ndlynn) Ryo non disse nulla, ma dopo aver fatto un cenno d’assenso si voltò e se ne andò. L’amico lo guardò camminare con espressione seria. Poche volte aveva visto quell’espressione decisa e implacabile sul volto dello sweeper e ogni volta i suoi nemici erano stati annientati senza pietà. In questo caso sarebbe stato ancora peggio, poiché Matsunaga aveva fatto un enorme errore: aveva rapito la persona che occupava il posto più importante nel cuore di Ryo: Kaori.
Ryo camminava lentamente, senza prestare attenzione a ciò che gli stava intorno. Non gli interessava più di niente e di nessuno, tutti i suoi pensieri erano rivolto a Kaori e a come fare per liberarla. Era quasi arrivato a casa, quando una macchina si fermò accanto a lui. Era la porsche di Saeko. –Ciao Ryo-lo salutò la poliziotta scendendo dalla macchina –Ciao Saeko, come mai qui?-le chiese Ryo –Ho saputo del rapimento di Kaori-Caspita, le notizie volano…-fece sarcastico lo sweeper –Non fare lo spiritoso. Hai intenzione di andare a liberarla da solo, vero?- Ryo non rispose, guardava fisso un punto davanti a sé –Non tenterò nemmeno di dissuaderti perché so che sarebbe inutile, ma ti prego, fa’ attenzione. Matsunaga è apparso da poco sulla scena ma è un uomo molto pericoloso-Ti assicuro che tra noi due quello che corre più pericoli è lui- disse Ryo con tono minaccioso.

Dopo aver salutato Saeko, Ryo ritornò al suo appartamento. Ad attenderlo non c’era nessuno, Rei ed Eri erano da Miki e Umibozu e ci sarebbero rimasti per un paio di giorni. In questo modo, Ryo avrebbe potuto agire più liberamente, senza doversi preoccupare per loro. La casa era immersa nel silenzio. A Ryo sembrava vuota, mancava qualcosa…o meglio, qualcuno. Kaori con la sua sola presenza, con la sua allegria e gioia di vivere era in grado di riempirla e di renderla un luogo caldo e accogliente. Ora Ryo riusciva finalmente a capire cosa significasse avere una casa, avere un luogo in cui tornare e soprattutto…avere qualcuno che lo aspettava.
Due ore dopo, il suo informatore lo chiamò per dirgli che aveva trovato quello che gli aveva chiesto, perciò Ryo uscì nuovamente per recarsi da lui. Ottenute tutte le informazioni di cui aveva bisogno, lo sweeper si recò al Cats’ Eye per parlare con Umibozu. Trovò l’ex-mercenario da solo, mentre asciugava delle tazze. –Ciao Umi, dove sono gli altri?-salutò Ryo sedendosi al bancone –Sono tutti di sopra. Allora, cos’hai saputo sullo yatch di Matsunaga?-Come ci aveva detto Mito, è ancorato a 4 kilometri dalla baia, in direzione sud. Guarda, questa è una copia della piantina della barca…-disse Ryo estraendo un pezzo di carta dalla tasca della sua giacca e posandolo sul bancone. Umibozu lo studiò con molta attenzione. –Mmh…le cabine si trovano tutte sottocoperta-disse questo dopo qualche secondo –Sicuramente Kaori si trova in una di queste, non sarà difficile trovarla-Già, il problema è che lo yatch è sorvegliato da un gran numero di guardie, 40 per la precisione. 20 sono a bordo, mentre le altre sono suddivise fra tre motoscafi che affiancano la barca. Inoltre sono tutti armati fino ai denti-ribattè Ryo –In effetti non sarà molto semplice passare inosservati…-Infatti, però ho trovato una soluzione a questo inconveniente. Ho saputo che quando la nave salperà a bordo resteranno solo 10 guardie. Le altre resteranno qui a Tokyo fino alla fine del processo-Probabilmente Matsunaga ha dato loro l’incarico di uccidere Rei ed Eri mentre lui se ne va in America-È plausibile. Comunque l’unica soluzione è salire sulla nave dopo che questa sarà già salpata. In questo modo sarà molto più facile arrivare a Kaori-Hai già qualche idea su come fare?-chiese Umibozu sapendo già quale sarebbe stata la risposta –Certo che ho un’idea-rispose infatti Ryo –Puoi procurarti un elicottero?-Nessun problema-gli disse l’altro con un sorriso divertito.
Dopo aver pianificato tutto in ogni minimo dettaglio, i due si separarono, in modo che ognuno potesse prepararsi. Sarebbero entrati in azione subito dopo il tramonto. Ryo fremeva d’impazienza, non vedeva l’ora di mettere le mani su Takamiya Matsunaga. L’avrebbe pagata cara per aver sfidato City Hunter e, soprattutto, per aver osato portargli via Kaori.

Il sole stava tramontando all’orizzonte. I suoi caldi raggi accarezzavano la superficie del mare, donandole mille riflessi dorati. In un’altra occasione, Kaori sarebbe rimasta incantata da un simile spettacolo, ma in quel momento la sua mente era occupata da ben altri pensieri. L’avevano lasciata chiusa nella sua cabina per tutto il giorno, probabilmente perché erano tutti impegnati nei preparativi per la partenza. Durante tutto quel tempo, Kaori non aveva fatto altro che rimuginare sulla sua situazione. Ormai era chiaro che Ryo non sarebbe mai riuscito a trovarla prima che la nave salpasse, perciò doveva tentare di fuggire contando solo sulle sue forze. Sapeva che non sarebbe stato facile visto il gran numero di guardie che controllava lo yatch, ma era la sua unica speranza. Per prima cosa, doveva occuparsi della guardia che si trovava fuori dalla porta della sua cabina. L’avrebbe attirata nella stanza con uno stratagemma e poi l’avrebbe stordita…già, ma con cosa? Kaori si guardò intorno…nella stanza non c’era molto da poter usare come arma. Poi su un tavolo vide un vaso con dei fiori. Lo prese, tolse il mazzo e lo soppesò. “Uhm…è abbastanza pesante…sì, può andare”. Sempre con il vaso in mano, la donna si appostò di fianco alla porta e poi urlò come se qualcuno la stesse aggredendo. Come previsto, subito dopo sentì il rumore della chiave che girava nella serratura e la guardia si affacciò all’interno della stanza per vedere quello che stava succedendo. (È lo stratagemma più vecchio del mondo, come fanno a cascarci ancora?! Mah…NdLynn) Non appena l’uomo ebbe varcato la soglia, Kaori gli ruppe il vaso in testa e quello cadde a terra privo di sensi. Dopo avergli preso il mitra, la sweeper diede un’occhiata in corridoio per vedere se stavano arrivando altre guardie, ma non scorse nessuno. “Per fortuna non mi ha sentito urlare nessun’altro” pensò. Rassicurata, si avviò lungo il corridoio camminando lentamente e cercando di essere il più silenziosa possibile. Giunta in prossimità delle scale, si fermò. Nel salone c’era qualcuno, aveva sentito la voce di un uomo. Salì cautamente qualche scalino in modo da riuscire a sbirciare all’interno della stanza. Non si era sbagliata, infatti nel salone c’era Takamiya. Stava parlando al telefono con qualcuno e sembrava anche molto arrabbiato. –Che cosa hai detto?-gridò all’improvviso l’uomo –Siete degli incapaci! Eravate venti uomini armati contro uno e non siete stati capaci di ammazzare quel bastardo di Ryo Saeba!- A quella frase Kaori sorrise. “Venti uomini non sono niente per City Hunter, bello mio” pensò. D’un tratto le venne un’idea: se avesse preso in ostaggio Takamiya, poi sarebbe stato facile riuscire a salire su uno dei motoscafi che affiancavano la barca. Decisa, impugnò con più forza il mitra e si apprestò a salire le scale. Improvvisamente però, qualcuno la afferrò da dietro e con una mossa fulminea le tolse l’arma di mano. –Ma guarda un po’ chi abbiamo qui…E tu come hai fatto ad uscire dalla tua cabina?- Kaori guardò l’uomo che la teneva prigioniera. Non l’aveva mai visto prima, ma capì subito che non era una guardia come le altre. Era vestito in modo molto più elegante degli uomini di Takamiya, inoltre i suoi occhi erano diversi…erano gli occhi più freddi e spietati che avesse mai visto. Sembravano completamente privi di vita, non vi era nessuna luce umana al loro interno. Mentre guardava quegli occhi, Kaori sentì un brivido di paura che le attraversava il corpo…

Kaori fu costretta a salire le scale che portavano al salone: l’uomo che l’aveva fermata le puntava il fucile alla schiena. –L’ho trovata in fondo alle scale, ti stava preparando una bella sorpresa…-disse questo quando si trovarono di fronte a Takamiya –Come hai fatto a liberarti?-le chiese. Se prima era arrabbiato, ora era addirittura furioso. –Ho rotto un vaso di fiori in testa alla tua guardia-rispose spavalda Kaori –Sai com’è, quei fiori non mi piacevano per niente- L’uomo dagli occhi di ghiaccio si mise a ridere:-Devo dire che la ragazza ha del fegato…oltre ad essere bella-disse –Si può sapere tu chi diavolo sei?-gli chiese Kaori –Scusate, non vi ho ancora presentato-esclamò allora Takamiya –Lui è David Nash, il miglior killer degli Stati Uniti-Se sei il miglior killer degli Stati Uniti come mai ti sei ridotto a lavorare per uno come Takamiya? Cos’è, c’è crisi nel settore?-fece sarcastica Kaori –Devo dire, Takamiya, che ti sei scelto una donna con un bel caratterino-disse Nash –Mi ricorda tanto una cavalla selvaggia-Hai ragione, ma io so come domarla…-rispose l’altro. Poi si rivolse a Kaori:-Mi sono stancato dei tuoi giochetti, è ora che io ti dia una lezione…- In quel momento i motori si accesero e la nave cominciò a muoversi. Kaori vide i tre motoscafi che prima affiancavano lo yatch allontanarsi e con loro la sua unica speranza di riuscire a fuggire. –Credo che il tuo piano di fuga non abbia funzionato molto bene-le disse Takamiya ironicamente –Ormai neanche il tuo Ryo Saeba può raggiungerci, per cui rassegnati Kaori, ora sei mia!- Detto questo, l’uomo l’afferrò per un braccio e cominciò a trascinarla verso le scale. Ora Kaori iniziava ad avere paura. “Prima che Ryo riesca a trovarmi probabilmente saremo già molto lontani dal Giappone” pensò la ragazza con disperazione. Inoltre negli occhi di Takamiya aveva scorto una strana luce…il modo in cui l’aveva guardata, così voglioso…“Non avrà intenzione di…?” si chiese Kaori con terrore, ma non aveva il coraggio di darsi una risposta. Erano arrivati alle scale, quando un rumore di spari li fece fermare. Provenivano da sopra le loro teste…
Ryo e Umibozu avevano seguito a distanza lo yatch di Takamiya con l’elicottero. Non appena i due motoscafi carichi di guardie si erano sufficientemente allontanati, Umibozu aveva guidato il velivolo sopra la barca. Subito gli uomini di Takamiya avevano iniziato a sparare contro di loro, ma grazie all’abile mira di Ryo erano stati messi fuori combattimento in breve tempo. –Li hai sistemati tutti?-chiese Umibozu –No, erano solo cinque, gli altri devono essere sottocoperta-gli rispose Ryo –Presto, abbassati ancora un po’-disse poi lo sweeper. Umibozu obbedì e non appena l’elicottero si posizionò ad una altezza non troppo elevata, Ryo si lanciò sullo yatch.
Nel frattempo Takamiya aveva capito quello che stava succedendo. –È quel bastardo di Saeba!-esclamò con rabbia –Maledizione, proprio ora che volevo divertirmi con te-disse poi guardando Kaori con desiderio –Non preoccuparti, Takamiya, ci penso io a lui-lo rassicurò allora Nash -Tu vai pure a spassartela con lei, non c’è alcun bisogno che ti preoccupi di Saeba-Ok, grazie Nash…e mi raccomando, uccidilo una volta per tutte!- Poi, vedendo il resto delle sue guardie che stavano salendo le scale, ordinò loro:-Voi andate con lui!- Questi obbedirono prontamente e seguirono Nash all’esterno. Takamiya si rivolse a Kaori:-Vieni tesoro, io e te abbiamo un discorso in sospeso…- L’uomo iniziò di nuovo a trascinarla giù per le scale. –No! Lasciami!- Kaori cercava di liberarsi dalla sua presa ma invano. Ben presto arrivarono alla cabina di Takamiya…

Non appena Ryo atterrò sullo yatch vide arrivare le altre cinque guardie insieme ad un altro uomo, di cui ignorava l’identità. Subito queste iniziarono a sparare contro di lui, perciò lo sweeper con un balzo si spostò di lato per schivare i proiettili e nel frattempo prese dalla fondina la sua fedele Python. Gli bastò poco per sistemare gli uomini di Takamiya. Ora ne rimaneva solo uno e Ryo sapeva che non sarebbe stato altrettanto facile. Aveva capito subito infatti che il sesto uomo era un killer professionista. –Vedo che la tua fama non è immeritata, City Hunter-disse in quel momento l’uomo –Tu sai chi sono io, ma io non conosco te-gli rispose Ryo –Io sono David Nash, sono venuto dagli Stati Uniti apposta per sfidarti a duello, Saeba-Ho sentito parlare di te…- Lo sweeper, visto che l’altro non aveva in mano nessun arma, mise via la sua pistola –Dicono che sei bravo- Sul viso di Ryo aleggiava un sorrisetto ironico -Hanno ragione-replicò Nash –Comunque devo dire che hai fegato, Saeba, sei venuto qui solo per salvare quella donna…in effetti è molto bella, hai buon gusto- A quelle parole il volto di Ryo si indurì –Se tu o Matsunaga avete osato anche solo sfiorarla con un dito, vi farò a pezzi!-esclamò lo sweeper. Nel vano tentativo di controllare la sua rabbia, strinse i pugni fino a farsi male. –Arrivi un po’ tardi, mio caro. In questo momento la tua donna si trova nella cabina da Matsunaga- Ryo sbiancò “Kaori…devo andare da lei immediatamente!” pensò “Spero solo che non sia troppo tardi…” –Togliti di mezzo-disse poi minaccioso a Nash che gli sbarrava la strada. –Non ci penso nemmeno, se vuoi salvare la tua donna devi prima batterti con me-
Arrivati di fronte alla sua cabina, Takamiya aveva spalancato la porta ed era entrato, sempre trascinando con sé Kaori. –Lasciami andare!- La ragazza continuava a dimenarsi ma inutilmente –Sta zitta e smettila di agitarti!-esclamò Takamiya prima di chiudere a chiave la porta. Poi la buttò sul letto con violenza. Kaori si rialzò immediatamente e si diresse alla scrivania dove aveva visto qualcosa che poteva tornarle utile: un vaso di fiori! Lo prese e lo lanciò verso Takamiya, mirando alla sua testa. L’uomo, però, con un’abile mossa lo schivò. –È inutile, non hai scampo-le disse questo iniziando a dirigersi verso di lei. Sul suo viso aleggiava un sorrisetto divertito. –Ti sbagli! Ryo sarà qui a momenti!-esclamò Kaori –Non ti sei accorta che non si sente più alcun rumore provenire da fuori?-le chiese allora Takamiya. Kaori impallidì. “È vero” pensò “Ma allora…se Ryo non è ancora arrivato…vuol dire…no, non può essere…” –Saeba sarà già morto a quest’ora- Takamiya ormai le era arrivato pericolosamente vicino.
Nel frattempo, Ryo e Nash si trovavano l’uno di fronte all’altro, pronti a sfidarsi. I volti di entrambi erano seri e concentrati. –Appena questa moneta toccherà la superficie dell’acqua, comincerà il duello. Sei pronto?-chiese l’americano. Ryo annuì, perciò l’altro lanciò la moneta. Nei secondi in cui questa volteggiava in aria e poi cominciava a scendere, i due si limitarono a guardarsi negli occhi. I loro volti erano illuminati dalla luce della luna. Tutto intorno aleggiava un silenzio carico di tensione, rotto solo dal lieve mormorio delle onde. Nel momento preciso in cui la moneta raggiunse il mare, due spari echeggiarono nella notte.

Kaori cercava disperatamente un modo per fuggire, ma purtroppo tra lei e la porta si trovava Takamiya. Si guardò intorno per cercare qualcos’altro con cui colpirlo ma non vide nulla che potesse esserle utile. Tentando il tutto per tutto, provò a colpirlo con un calcio, ma Takamiya riuscì a pararlo. Poi l’afferrò e la gettò di nuovo sul letto. Prima che Kaori potesse rialzarsi, lui le era già sopra e la bloccava con il proprio corpo. –Ora ci divertiamo…- Dicendo questo, Takamiya le strinse i polsi in una morsa, poi tirò fuori da dietro la schiena un paio di manette e le usò per bloccarle le mani al letto. –No! Lasciami!-gridò Kaori –Non toccarmi!- L’uomo non l’ascoltò, ma tentò di baciarla. La donna voltò il viso dall’altra parte, ma lui l’afferrò e lo rigirò verso di lui. La sua bocca si posò su quella della ragazza con brutalità. Poi Takamiya prese i lembi del suo vestito, li strappò e glielo sfilò, lasciandola con solo la biancheria a coprirla. –No…ti prego…- Ora Kaori piangeva. Se davvero Ryo era morto, per lei non c’era nulla da fare, sarebbe stata costretta a diventare la donna di Takamiya…All’improvviso la porta si spalancò, qualcuno l’aveva sfondata. Prima che Takamiya potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, una figura l’aveva afferrato e scaraventato violentemente al suolo. Quando il criminale alzò lo sguardo, si trovò di fronte la canna di una Python. Ryo stava puntando la sua pistola direttamente alla testa dell’uomo. –Saeba?-esclamò stupito Takamiya –Lurido bastardo, come hai usato toccare la mia donna?!- Lo sguardo dello sweeper era duro e carico di rabbia –E vorresti ammazzarmi per questo, vero? Avanti, fallo! Preferisco la morte alla galera!-ribatté il criminale –È vero, avrei una gran voglia di farti un buco in fronte…ma non lo farò. Sarebbe troppo comodo per te morire- Detto ciò, Ryo mise la pistola nella fondina e con un violento pugno in pieno viso fece perdere i sensi a Takamiya. Infine, cercò nelle sue tasche le chiavi delle manette che tenevano legata Kaori. –Kaori, stai bene?-le chiese liberandola –Oh Ryo…-la donna si gettò tra le sue braccia piangendo -Avevo paura che fossi morto…credevo di dover diventare la donna di Takamiya…che lui mi avrebbe…- Kaori non riuscì a proseguire tanto era scossa dai singhiozzi. Ryo la strinse forte a sé cercando di tranquillizzarla. Anche lui aveva temuto di non riuscire ad arrivare in tempo. Dopo un po’ Kaori riuscì a calmarsi e smise di piangere, ma il suo corpo tremava ancora dallo shock e dalla paura. –Ryo, portami a casa, ti prego…-lo supplicò la donna. Lo sweeper allora si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle per coprirla, poi la prese in braccio e si incamminò verso l’esterno della barca. Qui trovarono Umibozu insieme a Saeko, tutto intorno era pieno di agenti. La poliziotta, che era stata avvertita da Umibozu, chiese loro come stavano. –Stiamo entrambi bene, però vorrei portare a casa Kaori-rispose lo sweeper –Certo, andate pure, penso io a spiegare com’è andata- Ryo e Kaori salirono sul motoscafo con cui era arrivato Umibozu e questi li accompagnò a riva.

Era ormai l’alba, i tenui raggi del sole accarezzavano dolcemente gli edifici di Shinjuku. A quell’ora del mattino non c’era ancora nessuno per le strade, la città era avvolta nel silenzio. Ryo guidava lentamente per godere di quella particolare atmosfera e, soprattutto, per non svegliare Kaori, che durante il tragitto si era addormentata.
Fermata la macchina davanti al palazzo dove si trovava il loro appartamento, Ryo si voltò verso la socia. Aveva un’espressione così dolce e dormiva così serenamente che lo sweeper non ebbe il coraggio di svegliarla, perciò la portò dentro casa in braccio. –Sta diventando un vizio…-mormorò l’uomo scherzosamente. Appena entrato nell’appartamento, si diresse verso la camera di Kaori e la mise a letto. Poi restò a contemplarla per qualche minuto. “Che cosa devo fare con te, Kaori?” pensò Ryo. Si chinò su di lei e la sfiorò la fronte con un bacio. –Ryo…- Per un attimo temette di averla svegliata, ma poi si accorse che la socia stava parlando nel sonno. –Ryo…ti amo- Lo sweeper restò immobile per qualche secondo, in preda ad una violenta emozione. Poi, silenziosamente, uscì dalla stanza. Dopo aver chiuso la porta dietro di sé, si appoggiò al muro del corridoio cercando di ritrovare la calma. Kaori lo amava…Certo, in fondo al cuore lo aveva sempre saputo, si vedeva da come si preoccupava per lui…da come si occupava di lui…ogni suo gesto esprimeva un amore incondizionato…Ma sentirglielo dire…il modo in cui aveva pronunciato quelle due semplici parole…così dolce e sincero…lo aveva spiazzato. Tutto il suo corpo era stato invaso da un sentimento di calore e di felicità. Mai aveva provato qualcosa del genere, neanche durante la sua storia con Eri. Kaori sapeva trasmettergli delle emozioni mai sperimentate prima. Dopo aver ritrovato una certa calma, si avviò verso il tetto del palazzo per cercare di chiarire la confusione di sentimenti che aveva nel cuore.
Quando Kaori si svegliò, un’ora dopo, non capì subito dove si trovava. Poi, piano piano, le tornò alla mente tutto quello che era successo durante la notte: la disperazione di quando credeva che Ryo fosse morto, la paura per quello che Takamiya voleva farle…e, infine, la felicità e il sollievo di quando Ryo l’aveva salvata. Kaori si alzò dal letto, ancora un po’ intontita dal sogno che aveva fatto. Era stato bellissimo: Ryo che le diceva di amarla, lei che gli rispondeva allo stesso modo e poi un dolcissimo bacio…“Peccato sia stato solo un sogno…” sospirò Kaori. Le cose tra lei e Ryo, nella realtà, erano ancora molto complicate: prima il socio l’aveva baciata, poi aveva baciato Eri… Kaori non riusciva a capire quali fossero i reali sentimenti di Ryo, ma ora era decisa a scoprirlo e a chiarire la loro situazione una volta per tutte.

Quando Kaori entrò nell’appartamento, questo era immerso nel silenzio più completo. Cercò Ryo in ogni stanza ma non riuscì a trovarlo. All’improvviso, però, la venne un’idea su dove potesse essere…Sapeva dove andava a rifugiarsi il socio quando aveva bisogno di riflettere. Non appena la donna aprì la porta che portava al tetto del palazzo, fu accecata dalla luce del sole. Quando i suoi occhi si furono abituati, Kaori notò che era una splendida giornata, non c’era neanche l’ombra di una nuvola. Poi lo vide…era girato di spalle, i gomiti appoggiati al parapetto. Kaori restò un attimo a contemplare il fisico dell’uomo che amava con tutta sé stessa, le sue spalle, la sua schiena, le sue braccia…Come avrebbe voluto rifugiarsi tra quelle forti braccia e restarvi per il resto della sua vita! Sicuramente Ryo si era accorto della sua presenza, ma non si era mosso. Kaori allora si avvicinò e si appoggiò alla ringhiera, accanto a lui. Rimasero così per qualche minuto, in silenzio, guardando la città che si stendeva sotto i loro occhi, ognuno immerso nei propri pensieri. Fu Ryo alla fine a rompere il silenzio. -Stai bene? Non hai dormito molto…-le disse senza distogliere lo sguardo dal panorama –Sì, sto bene, solo che non riuscivo a dormire-rispose Kaori –Hai fame? Potremmo andare a fare colazione al Cats’ Eye e…-Non credi che prima dovremmo parlare?-lo interruppe la donna –Di cosa?-le domandò lo sweeper facendo finta di non capire. Si ostinava a non guardarla negli occhi. Se lo avesse fatto, Ryo sapeva che tutta la sua freddezza sarebbe andata a farsi benedire –Di quello che è successo prima che fossi rapita- Kaori iniziava ad irritarsi, il socio non pareva per nulla intenzionato a chiarire le cose. –Non capisco a cosa ti riferisci- La donna lo fissò per qualche secondo in silenzio, ferita e arrabbiata. Era stufa della sua freddezza, della sua indifferenza…ma soprattutto era stufa di vivere in quel modo, in bilico tra l’illusione e l’incertezza, senza sapere cosa rappresentava lei realmente per Ryo…No, non avrebbe resistito un solo giorno di più in quella situazione, voleva sapere la verità, anche se questa era che Ryo non l’amava…meglio il dolore che l’incertezza. “Vediamo come reagisce a questo…” pensò Kaori “È una scelta difficile, ma è l’unica soluzione” –Me ne vado!-disse infine la donna voltandogli le spalle e facendo qualche passo in direzione della porta –Va bene, io resto qui fuori ancora un po’-le rispose Ryo –No, non hai capito…me ne vado da questa casa…per sempre- Questa volta lo sweeper si girò a guardarla, ma lei continuava a dargli le spalle, sul viso di Ryo si poteva scorgere sorpresa e turbamento. In effetti, l’uomo era rimasto sconcertato da quelle parole…Anche lui aveva pensato di mandare via Kaori per sempre, ma non si sarebbe mai aspettato che lo facesse lei di sua spontanea volontà. Solo un’ora prima, nel sonno, aveva confessato che lo amava e ora diceva di voler andare via? Inoltre, quando aveva pronunciato quella frase “Me ne vado…per sempre”, Ryo aveva sentito una fitta di dolore al petto, come se qualcuno gli stesse strappando via il cuore…La stessa sensazione che aveva provato quando Kaori era stata rapita…“Sono stato due giorni senza di lei e mi è sembrata un’eternità…come potrei vivere tutta una vita senza averla al mio fianco?” si chiese tra sé Ryo –Ma…tu…tu non puoi andartene!-esclamò alla fine lo sweeper, confuso –E perché no?-gli chiese Kaori voltandosi verso di lui. Cercava di mostrarsi calma e decisa, ma in realtà il suo cuore batteva all’impazzata –Beh… perché…- Ryo esitò, avrebbe voluto dirle che l’amava, che non poteva vivere senza di lei, ma aveva ancora molti dubbi, molte paure…(Certo che sei proprio un testone, Ryo!! NdLynn) -Perché…perché tu mi ami!-

Kaori lo guardò allibita…di tutte le cose che Ryo avrebbe potuto dirle, questa era proprio l’ultima che si sarebbe aspettata! E poi…come cavolo faceva a saperlo?! Se n’era accorto da solo? La donna diventò rossa come un peperone per l’imbarazzo. –Ma…come…cosa…cosa te lo fa pensare?-balbettò –L’hai detto tu-le rispose il socio. Lo sweeper era più sorpreso di lei per quello che aveva detto, ma era stata la prime cosa che gli era venuta in mente…va beh, ormai il dado era tratto…-L’ho detto io? E quando?- Kaori proprio non se lo ricordava –Prima, quando ti ho messo a letto, l’hai sussurrato nel sonno- L’imbarazzo della socia aumentò a dismisura. “Dev’essere stato quando l’ho sognato…Cavoli! Ci mancava solo il mio stupido vizio di parlare nel sonno!” pensò. -Comunque ne avevo già il sospetto-continuò Ryo –Quello che provi si legge in tutto quello che fai per me, in ogni tuo gesto- Era serio mentre diceva quelle cose, non stava mentendo…Kaori fu colta da un’improvvisa consapevolezza:“Allora è per questo che mi ha tenuto con sé per tutti questi anni! Aveva capito i miei sentimenti e perciò gli facevo pena…E poi c’è la promessa fatta a mio fratello…Sta facendo tutto questo discorso per farmi capire che non mi ama ma che se voglio posso restare lo stesso con lui…per quale altro motivo avrebbe dovuto dirle quelle cose altrimenti? No! Avrebbe negato tutto, in questo modo era troppo umiliante…(Questi due sono più complicati dei personaggi di “Beautiful”…NdLynn) -Allora, che mi dici?-la incalzò lui -Dico…dico che non è vero!-rispose Kaori decisa. Ryo la guardò sorpreso per qualche secondo, ma poi capì che era una bugia. Riusciva sempre a capire quando Kaori gli stava mentendo…-Sì che è vero-insistette lo sweeper –No! Non è vero!-Sì-No!- Ryo la guardò divertito, quella donna era proprio testarda…ma gli piaceva anche per questo. –Sei ostinata…-le disse –Se è vero che non mi ami perché quando ti ho baciata hai risposto?- I suoi occhi ora brillavano di una luce calda, sensuale…Kaori si sentì sciogliere sotto quello sguardo ma cercò di resistere –Beh…perché…perché ero ancora scioccata da quello che era successo con Rei…mi hai preso in un momento di debolezza, ecco-rispose la donna, sperando che il socio la bevesse -Un momento di debolezza eh?-fece lui ironico –Ora però stai bene, vero? Oppure sei ancora turbata per quello che è successo stanotte?-No…sto bene… ma cosa centra?- Kaori non capiva dove Ryo volesse andare a parare. Lo sweeper non rispose ma fece qualche passo verso di lei con espressione determinata. Kaori d’istinto indietreggiò. –Che cosa vuoi fare?-chiese al socio sentendo che i battiti del suo cuore iniziavano ad accelerare a causa dello sguardo e della vicinanza dell’uomo. Ryo non rispose neanche stavolta. Con la velocità di un fulmine la prese tra le braccia e posò le sue labbra su quelle di lei. Kaori cercò di rimanere impassibile, ma sentire le braccia di Ryo intorno al suo corpo, le sue labbra che si muovevano sulle sue…Senza neanche rendersene conto, gli passò le braccia intorno al collo e rispose con ardore a quel bacio appassionato. Tutta la sua freddezza si era sciolta come neve al sole.
“Ma cosa diavolo sto facendo?!” si chiese Ryo. Inizialmente il suo intento era quello di allontanare Kaori dalla sua vita, ma il fatto che lei avesse deciso la stessa cosa lo aveva sorpreso e gli aveva mandato in corto circuito il cervello. Tutti i suoi buoni propositi erano andati a farsi benedire e ora il suo unico pensiero era trovare il modo di farla restare. Alla faccia della coerenza…E poi l’aveva baciata…era stato più forte di lui, sentirla negare il fatto che lo amava dopo che Ryo lo aveva sentito proprio dalle sue labbra gli aveva fatto perdere quel poco di raziocinio che ancora gli restava…Dopo un po’, a malincuore, Ryo pose fine al bacio. Per un attimo restarono in silenzio, guardandosi negli occhi aspettando che i loro respiri tornassero regolari, poi lo sweeper le chiese: -Hai intenzione di sostenere ancora che non mi ami?-

-Accidenti a te, Ryo!-esclamò alla fine Kaori con rabbia –E va bene, hai vinto, io ti amo! Sei contento adesso? Volevi avere la conferma che il tuo fascino irresistibile ha colpito ancora? È per questo che mi hai baciata? Beh, l’hai avuta…Ti amo dal giorno in cui ci siamo conosciuti, ti ho amato ogni singolo momento di questi quattro anni…- Calde lacrime iniziarono a bagnare il volto della donna –Ma tu non mi ami, non è vero? Per questo hai fatto tutto questo discorso, per farmi capire che non ricambi i miei sentimenti ma che mi hai tenuto con te solo per la promessa che hai fatto a Hideyuki… e per pietà…Già, ti facevo pena…una ragazzina sola, senza famiglia…Beh, io non voglio la tua pietà, anch’io ho il mio orgoglio, la mia dignità, perciò…me ne vado…per sempre…Addio!- Detto questo, Kaori si voltò e corse via senza neanche dare a Ryo il tempo di dire una parola. Lo sweeper rimase lì per qualche minuto, stupito dalla piega che aveva preso la situazione. “Maledizione! Ryo sei proprio uno stupido!” si disse. Malediceva sé stesso e le sue inutili paure. Perché aveva fatto quel discorso idiota a Kaori invece di confessarle semplicemente che l’amava da impazzire?! Perché lo spaventava quello che sarebbe successo se lo avesse fatto…Il fatto che Kaori sarebbe stata ancora più in pericolo era solo una scusa, in realtà Ryo aveva paura di quello che provava insieme a lei…City Hunter aveva paura…questa sì che era una novità! Quando si trovava di fronte a Kaori si sentiva timido come un adolescente al suo primo amore…Mai aveva sperimentato una tale intensità di sentimenti, mai si era sentito così felice e così amato…Neanche con Eri. Ora capiva che quello che aveva provato per quella ragazza non era stato amore vero, ma più che altro affetto. Eri era stata la prima persona a volergli bene, ad accettarlo per quello che era, ad accettare il suo passato…Fin da piccolo era stato abituato a vivere in mezzo a guerre, distruzione, morte, a non fidarsi di nessuno…Quella con Eri era stata una storia importante ma Ryo non era riuscito ad aprirsi completamente neanche con lei…E poi erano arrivati Hideyuki e Kaori e così aveva imparato cosa volessero dire parole come amicizia, fiducia, amore…Sì, grazie a Kaori aveva imparato cosa fosse l’amore e come fosse bello sentirsi amati. E ora rischiava di perderla per sempre, stava gettando via la cosa più bella che gli fosse capitata nella vita…No, doveva fermarla ad ogni costo, non poteva vivere senza di lei. (Ohhh, finalmente ci sei arrivato!! Meglio tardi che mai…NdLynn) Presa finalmente una decisione, Ryo tornò di corsa nell’appartamento e si diresse verso la camera di Kaori, pregando che fosse ancora lì.
E infatti c’era. Kaori stava nervosamente riempiendo una borsa con dei vestiti. Quando il socio entrò nella stanza, la donna non disse una parola, si limitò a lanciargli un’occhiata piena di rancore. –Kaori, per favore, fermati-le disse l’uomo. La socia lo ignorò e continuò a fare la valigia. –Kaori, fermati e parliamo-Non ho nient’altro da dirti-Ma io sì-esclamò Ryo prendendola per un braccio e obbligandola a fermarsi. –Che cosa vuoi ancora?-chiese Kaori divincolandosi con rabbia –Non voglio che tu te ne vada- A quelle parole il cuore della donna perse un battito. La voce del socio era così dolce…“Ti stai solo illudendo, Kaori” pensò poi –E perché? Vuoi che continui a farti da cameriera per caso?-Kaori aveva parlato con asprezza –Non è così, io…-Allora cosa?-lo interruppe la donna –È inutile che cerchi di abbindolarmi con le tue false smancerie. In passato ci sono cascata, è vero, perché credevo che almeno un po’ ci tenessi a me, ma ora basta, sono stanca di soffrire per te, di vederti corteggiare tutte tranne me, di sentirti dire che sono un uomo- Kaori iniziò a piangere di nuovo. A Ryo si strinse il cuore vedendola così perché sapeva che quello che diceva era vero, si era comportato malissimo con lei –Kaori, ascoltami…-No, non voglio ascoltarti, voglio solo andarmene di qui- La donna prese in mano la valigia e si voltò verso la porta, ma Ryo le bloccava la strada –Spostati, lasciami passare-gli intimò lei –No! Finora hai parlato solo tu ma adesso mi ascolterai, che ti piaccia o no!- Detto questo, Ryo le tolse la valigia di mano e la buttò sul letto, poi chiuse la porta e girò la chiave nella serratura.

Kaori lo guardò allibita. –Ma che diavolo stai facendo? Ryo, dammi subito quella chiave!-No, ti ho detto che devi ascoltarmi- Ryo la prese per le spalle con fermezza. La donna tentò di liberarsi ma la presa dello sweeper era troppo forte –E io ti ho detto che non voglio ascoltarti! Lasciami!- -Maledizione Kaori, non ho mai conosciuto una persona più testarda di te! Ma non capisci che io ti amo?!-esclamò Ryo con frustrazione. Kaori si bloccò di colpo. –Che cosa hai detto?-chiese guardando stupita Ryo –Ho detto che sei testarda…e che ti amo-le ripeté l’uomo con dolcezza –Ma…io… tu…-Lo so, non te l’ho mai dimostrato, anzi, ho fatto di tutto per non fartelo capire. La verità è che avevo paura…sì, avevo paura di quello che provavo per te…paura di quello che tu mi fai sentire. Grazie a te ho capito cosa vuol dire avere una famiglia, cosa vuol dire amare…ed ho il terrore che tutto questo possa finire da un momento all’altro- Dopo questa dichiarazione, Kaori lo guardò, commossa. Sapeva quanto fosse difficile per Ryo aprirsi con qualcuno. –Oh Ryo…-sussurrò accarezzandogli dolcemente una guancia –Non devi avere paura, io starò con te per sempre-Ma come fai a dirlo? Con il lavoro che facciamo siamo continuamente in pericolo-È vero, non posso sapere quanto durerà la mia vita, ma ti prometto che starò sempre attenta e che continuerò ad amarti finché vivrò…e anche oltre- Ryo non rispose, ma le prese il volto tra le mani e la baciò. Amava Kaori con tutto sé stesso e l’avrebbe protetta per il resto della sua vita. -Ryo, senti, posso chiederti una cosa?-chiese la donna quando si staccarono –Certo, dimmi- -Ecco…che cosa significa Eri per te?- Ryo si aspettava quella domanda –Lo so che ci hai visti mentre ci stavamo baciando, ma ti assicuro che non provo più nulla per Eri. È stata una persona importante per me, ma ormai fa parte del passato-E lei cosa ne pensa?-Anche Eri ha capito che nella mia vita non c’è più spazio per lei. Per me ora ci sei solo tu-Meglio così, altrimenti dovrà vedersela con me!-esclamò Kaori –Altre domande?-le chiese Ryo divertito –Mmm…no, credo di no-Bene, perché io sono stanco di parlare-le disse lo sweeper prima di baciarla con passione. Poi la prese in braccio e la distese delicatamente sul letto. Finalmente dopo tanti anni poterono dare libero sfogo a tutto l’amore e la passione che li univa.
Kaori si svegliò qualche ora dopo abbracciata a Ryo. Per qualche minuto restò a guardarlo dormire, godendosi quel momento di gioia assoluta. Ancora non poteva crederci, Ryo l’amava! Il suo sogno si era finalmente realizzato. Dopo un po’, cercando di non svegliare Ryo, la donna si alzò, indossò la camicia del socio e si diresse in cucina. Preparò un vassoio con qualcosa da mangiare e del caffé e poi ritornò in camera. Posato il vassoio sul tavolino, cercò di svegliare lo sweeper. –Ryo, sveglia, ti ho portato del caffé-sussurrò Kaori –Mmh…caffé hai detto?-disse Ryo aprendo gli occhi –Tieni-la donna gli porse una tazza –Sei un tesoro, Kaori-mormorò l’uomo. A quel complimento la socia arrossì, non era abituata ad un Ryo così dolce e gentile –C’è anche qualcosa da mangiare se hai fame-Sì, ho fame…ma non di cibo-disse malizioso Ryo prima di dimostrarle di che genere di appetito stava parlando…(Eh eh Ryo non si smentisce mai…NdLynn)

Il giorno dopo ci fu il processo in cui Rei ed Eri dovevano testimoniare. Per tutta la mattina Kaori si sentì molto tesa e non solo perché sperava che il processo si concludesse per il meglio, ma anche perché si chiedeva come si sarebbe comportato Ryo in presenza di altre persone. Ora, mentre si dirigevano in macchina al Cats’ Eye dove avevano appuntamento con gli altri, Kaori era tormentata dai dubbi. Finora il comportamento del socio non aveva fatto trasparire nulla e lei cominciava a temere che Ryo si sarebbe comportato come se tra loro non fosse successo nulla.
Quando Ryo e Kaori entrarono nel bar insieme a Rei ed Eri, videro che tutti i loro amici erano già arrivati. Miki aveva organizzato una piccola festicciola per celebrare il buon esito del processo. Dopo un’ora dall’inizio della festa, Kaori sentiva che i suoi dubbi stavano diventando certezze. Ryo chiacchierava allegramente con Mick e per tutto il tempo quasi non le aveva rivolto la parola. La donna fissava silenziosa il suo bicchiere immersi in questi pensieri, quando Rei le si avvicinò. –Kaori, stai bene?-le chiese l’uomo –Oh, Rei…sì, sto bene, perché me lo chiedi?-Beh, da quando siamo arrivati non hai detto una parola. C’è qualcosa che ti preoccupa?-No, non c’è niente, sono solo un po’ stanca. Comunque grazie per l’interessamento- Rei la guardò dubbioso, sapeva che stava mentendo, ma capì che Kaori non voleva parlarne. –Senti, io volevo ringraziarti per tutto quello che tu e Ryo avete fatto per me-Ho fatto solo il mio lavoro…-si schermì Kaori –Sì, ma sei anche stata rapita per colpa mia, mi dispiace-Non scusarti, non è stata colpa tua. Comunque ti ringrazio, sei molto gentile- Furono interrotti dalla voce di Miki che voleva fare un brindisi a Rei ed Eri e al buon esito del processo. Kaori alzò il suo bicchiere svogliatamente, non aveva molta voglia di festeggiare in quel momento. Improvvisamente si udì la voce di Ryo:-Anch’io voglio fare un brindisi- Lo sweeper si diresse verso Kaori, le prese la mano e la condusse al centro della stanza. Poi, guardandola intensamente negli occhi, disse:-Voglio brindare alla donna che amo- Kaori lo guardò stupita. Mai, neanche nei suoi sogni, si sarebbe aspettata una dichiarazione di fronte a tutti. –Ti amo da morire, Kaori Makimura, e davanti ai nostri amici giuro che ti amerò e che ti proteggerò per tutto il resto della mia vita- Kaori sentì che gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime di felicità. –Ti amo anch’io, Ryo, tantissimo- Dopo di che si buttò tra le braccia del suo uomo per ricevere un dolcissimo bacio.


THE END

 
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VOTO: (2 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
erise 10/07/20 00:02
Tralasciando i commenti dell'autore (abbastanza inutili)e il non andare a capo, ho trovato aberrante Ryo che definisce Kaori "Una sua proprietà". Non è romantico, è creepy!
E Kaori mi sta sulle palle come pg.
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kissgabri - Voto: 06/12/08 12:42
Spendida!!!!Proprio come l'immaginavo!!!
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jacqueline - Voto: 22/05/08 10:52
carinissima^^ Le descrizioni sono ben fatte,anche se non sono abituata a vedere Ryo così passionale con kaori, ma è piacevole ogni tanto immaginarli amorevolmente insieme! Brava!
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