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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: NEVERENDING STORY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: diandraflu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/05/2005 13:14:30 (ultimo inserimento: 08/06/06)

in effetti, l’egoismo è l’arma migliore che possediamo. veramente.
 
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#1
- Capitolo 1° -

Capitolo 1. Ovvero queste storie, introduzione e divagazioni, varie ed eventuali. I guess.

Questa storia nasce dove finiscono tutte le altre.
Questa storia nasce da due persone che si innamorano perdutamente l’una dell’altra.
Questa storia ha, dunque, un inizio ben preciso.
E chissà se finirà.

In fondo è così che vanno, queste storie: iniziano, hanno il loro corso, e poi finiscono.
E poi ricominciano.
Possiamo dunque affermare che, nella nostra vita, queste storie seguono un andamento circolare e ciclico.
Ma andiamo per ordine.
Abbiamo detto che questa storia nasce dove finiscono tutte le altre. Eh sì. Perché tutte le storie del genere finiscono con l’innamoramento di due persone.
Che banalità.
In questa storia abbiamo queste due persone. Si amano alla follia. Chiamiamoli pure Noah e Lola. Ma i nomi hanno così poca importanza…e tuttavia, non possiamo farne a meno: non potremmo narrare una storia usando solo pronomi personali (pro-nomi!), a lungo andare, non ci capiremmo più
niente.

Noah e Lola non ci importa nemmeno come si siano conosciuti. Sappiamo solo che oggi si sono giurati fedeltà reciproca. E che sono tremendamente melensi.
Noah e Lola oggi si sentono come in un’altra dimensione, trasportati in questo non-luogo dalla magica forza dell’amore. Che stupidi. Non biasimiamoli, però. Perché, per definizione, l’innamorato è stupido. Loro non fanno altro che confermare questa certezza.
In fondo, tutti noi vorremmo un momento speciale e magico come quello di Noah e Lola.
E, per questo, siamo doppiamente stupidi.
Non illudiamoci che le storie d’amore siano così belle.
Oh, quanti travagli attraverseranno Noah e Lola!
E noi rideremo di loro sadicamente.
Se ci riflettiamo su, noi non facciamo che cercare negli altri delle disgrazie maggiori delle nostre, giusto per sentirci meglio e poter dire di provare compassione per questi, poveri e sventurati.
E diamo la colpa al caso, come al solito.
Quanto siamo egoisti.
In effetti, l’egoismo è l’arma migliore che possediamo. Veramente.
Anche se non ce ne rendiamo conto, pensiamo sempre prima a noi stessi, piuttosto che agli altri. E questo compromette ogni nostro rapporto.
Ah, l’amore…l’amore è l’annullamento dell’egoismo. L’amore è annullare se stessi, quindi noi siamo l’egoismo. Tutto fila. Tutto quadra. È logico.
Noah e Lola si amano. Questo significa che hanno annullato l’egoismo.
Ma attenzione!
Hanno annullato solamente l’egoismo che riguarda il loro rapporto, perché, nelle relazioni con gli altri, sono sempre gli stessi. Per annullare completamente l’egoismo dovremmo amare tutti. Amarli come se fossero la nostra metà, noi stessi.
Amare allo stesso modo in cui amiamo noi stessi, tuttavia, non cancella l’egoismo, ma lo fa diventare egoismo totale, proprio perché ameremmo noi stessi all’ennesima potenza.
Quindi, per non essere egoisti, dovremmo amare tutti, ma in un modo diverso rispetto a quello in cui amiamo noi stessi, I guess.
Cazzo, quant’è difficile…
Ma procediamo con ordine, e andiamo a vedere chi sono Lola e Noah.
Non è che ci sia molto da dire. O, forse, c’è anche troppo.
Credo che, da qui in avanti, mi perderò in vani discorsi sui due personaggi che ho, neanche troppo originalmente, creato. In fondo sono due creature che mi appartengono. E in quanto tali, posso manovrarle a mio piacimento. Quale godimento maggiore si cela dietro allo scrivere, se non il poter manipolare vite altrui senza alcun riguardo o scrupolo? È la quintessenza dell’egoismo: rendendosi conto di non poter riversare tale sentimento sempre e solo su persone reali, si creano individui immaginari da poter trattare come più ci aggrada. Per sentirci meglio, I guess.
Ora che vi ho brevemente spiegato come la penso, posso iniziare a crogiolarmi nel mio egoismo fittizio. Ah-ah-ah.
Reprimendo a stento questo fantastico ghigno malefico che deforma le mie abituali espressioni, ecco che vedo Lola, in un giorno autunnale rosso e oro. Ho subito associato questi due colori a lei, proprio perché ha preso forma tra le foglie secche che cadono dagli alberi. E, oh, come sono poetica. Lola mi piace come persona. Sta camminando per le strade squallide della sua città, la sciarpa che le copre la metà inferiore del viso e due enormi cuffie da dj sulle orecchie. Se c’è una cosa che Lola odia, questa è andare in giro, ovunque debba andare, senza la musica. Il perché di ciò, è più che ovvio, e si articola in due punti fondamentali, su cui mi soffermerò in egual misura.
1- Lola adora la musica;
2- Lola odia la gente.
In realtà, il primo punto, in questo caso, si presta al servizio del secondo. Mi sembra giusto, dunque, soffermarmi su quest’ultimo, per ora. Discorsi ispirati sull’ineffabilità della musica avranno ampio spazio più avanti.
L’odio viscerale e profondo di Lola per la gente nasce dalle compagnie, di sicuro poco edificanti e sconsigliabili a chicchessia, che ha "dovuto" frequentare in passato. Quel “dovuto” è scritto tra le virgolette per il semplice fatto che nessuno la ha mai obbligata a farlo, anche se non la biasimo, in quanto, benché, come esseri umani, siamo dotati del libero arbitrio, tuttavia siamo troppo deboli per decidere ciò che sia meglio per noi, se questo “ciò” comporta sofferenza. A quell’epoca Lola ha preferito il “meglio male accompagnati che soli”. Ora ha saggiamente capovolto il proverbio nel verso giusto.
L’odio viscerale e profondo di Lola per la gente cresce nel tempo, alimentato dalla sua crescita intellettuale e dal blocco di quella degli altri. Lola si è guardata intorno con curiosità per tanto tempo, ma quello che il mondo le ha offerto, forse offeso per la troppa e inaspettata attenzione, è stato un rigurgito di uomini. Ed è lì che è salito lo schifo. Lo schifo di Lola ha attraversato diverse fasi. Trascrivo alcune parole che descrivono, a mio parere, queste diverse e cicliche fasi:

Fase 1:

Schifo

Schifo per tutto quello che mi circonda.
Da dove escono le parole?
Le porte spalancate si aprono su un mondo che non fa per me.
Ci stiamo auto-distruggendo,
nel peggiore dei modi,
sottoponendoci ad
una lenta
agonia,
schifo.

Fase 2:

Untitled

L’ombra sul muro si muove come me.
Un prurito incessante
su tutto il mio corpo.
Avrei voglia di sbattervi
tutti quanti al muro e
dirvi cosa cazzo penso di voi,
poveri idioti.

Fase 3:

La terza fase corrisponde a quella in cui, attualmente, Lola vive. Al suo camminare tra la gente, sepolta nella sua sciarpa colorata e con le sue enormi cuffie da dj che le tappano le orecchie, a voler impedire a tutte le stronzate del mondo l’accesso al suo udito.

Poi le fasi si ripetono.

Fase 1bis:

Supplica 2, ovvero lo schifo.

…Sonno…
voglia di spegnersi
per sempre. La mente
è anche più stanca
del corpo.
Perché? Lasciatemi
dormire, vi prego!
Per favore, vi supplico!
Non chiedo nient’altro,
solo chiudere gli occhi,
e basta.
Oppure fuggire in un
mondo diverso, che
anche se non so come
sia, sono sicura
sia mille volte meglio
di questa merda.
Lasciatemi chiudere
gli occhi, solo
chiudere gli occhi…
Quante cose puoi
vedere ad occhi
chiusi…tutte quelle
che vorresti, tutte
quelle che, come te,
durante il giorno
dormono disgustate.
Disgusto, disprezzo,
…Schifo…

Fase 2bis:

About sweating you all away.

Damn.
So cool. So fairy.
Almost a spell.
I’m sweating away
all those fuckin’
guys, all their
absurd games.
I’m standing there
not to judge them.
’Cause everybody knows
that they are the
worst rubbish of
the world.
Our world, our
world’s been
betrayed. And
us too.
What a fuckin’
shame.
And the end (our
end) seems to
be so nearby...

Ecco. Spero abbiate capito l’andamento di queste tre fasi, e ciò cui ognuna di esse si riferisce. A scanso di equivoci, ve lo dico io, in poche parole.
La prima fase corrisponde alla nascita dello schifo, alla presa di coscienza della merda del mondo e alla disarmante disperazione che ne consegue. Una disperazione che sembra imbattibile, almeno fino a che non sopraggiunge la fase 2, caratterizzata dalla rabbia, dal disgusto e dal disprezzo. Quasi un desiderio di ribellione. Tuttavia, la terza fase rappresenta la più completa reazione allo schifo. Essa ha assimilato entrambe le due fasi precedenti, fino ad arrivare all’evoluzione ultima di quei sentimenti: l’indifferenza.
L’indifferenza apre un discorso complesso, non comprendibile da tutti. Io la ritengo essere la soluzione migliore.
Lo so che è difficile da accettare, io ci provo a spiegarvela.
Intanto ricordate che è un frutto maturato attraverso la disperazione e la rabbia. Un frutto la cui maturazione è stata travagliata e affatto semplice.
Camminare senza ascoltare e vedere ciò che ci circonda è l’indifferenza. Dovreste aver capito dov’è nata e perché. È nata dal desiderio di Lola di sfuggire allo struggimento, all’ansia e alla rabbia che la consumavano quando, ingenua, guardava curiosamente il mondo. Perché continuare a farsi del male? Quando il mondo ha vomitato addosso a Lola quel rigurgito di uomini, Lola è stata tradita. Lola era piena di speranze e illusioni. Lola cercava innocentemente la sua strada. Lola voleva solo essere felice. Al mondo non glie ne poteva fregare di meno. Che stronzo.
Allora l’indifferenza nasce come protezione. Ma il modo in cui cresce nel petto di Lola, dimostra che è stata assunta a filosofia di vita.
Tutto ciò che nasce da riflessioni profonde non può essere biasimato, tantomeno l’indifferenza di Lola.
Voi direte che bisogna combattere per cambiare le cose. Io vi rispondo che per quello ci sono gli eroi, e Lola non spera certo di emulare le gesta di Che Guevara. Lola non vuole essere un eroe. È anche troppo debole per esserlo. Quindi ha trovato la soluzione più consona alla sua vita: l’indifferenza.
L’indifferenza è camminare tra la gente con enormi cuffie da dj sulle orecchie, la metà inferiore del viso sepolta nella sciarpa colorata. Guardando solo i propri piedi. E cercando di non andare a sbattere contro la merda del mondo.


 
Continua nel capitolo:


 
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